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Omelia del 23 giugno 2019 per il Corpus Domini: "Davanti all’Eucaristia, a Gesù fattosi Pane, a questo Pane umile che racchiude il tutto della Chiesa, impariamo a benedire ciò che abbiamo, a lodare Dio, a benedire e a non maledire il nostro passato, a donare parole buone agli altri.
[...] lì c’è Dio racchiuso in un pezzetto di pane".
Non è ammissibile pensare che uno che è sacerdote, poi vescovo e oggi papa, non sappia di cosa sta parlando. Si tratta di formulazioni decisamente eretiche. E senza ombra di dubbio. Anche se ci risuonano dalla sacra Scrittura citazioni come "pane degli angeli" o "pane del cielo", come si può dire che "Gesù diventa pane", se è la sostanza del pane che è tramutata nel Corpo Sangue Anima e Divinità di nostro Signore! E diventa ancora più grave se pensiamo che un concetto del genere viene affermato proprio nel giorno in cui la Chiesa solennemente festeggia il Corpus Domini...
E tuttavia appare come l'ennesima concessione a Lutero: teologi modernisti usano il termine companatio (companazione), simile a impanazione e consustanziazione, con cui viene indicata la dottrina eucaristica di Lutero sul modo con cui Cristo si fa presente nell'Eucarestia. Secondo Lutero il corpo di Cristo coesiste contemporaneamente col pane, nel pane e sotto il pane. Dottrina condannata dal Concilio di Trento, col definire che in forza della consacrazione (che Sant'Ambrogio chiama Sermo operatiorius), la sostanza del pane diventa la sostanza stessa del corpo di Cristo, rimanendo del pane solo le apparenze. A questa soprannaturale conversione lo stesso Concilio assegna il termine di transustanziazione.
Inoltre l'omelia è incentrata sulla benedizione, che ci sta tutta, ma che non è certo il focus dell'evento incommensurabile e di ciò che esso provoca, nell'anima redenta, in termini di liberazione guarigione trasformazione configurazione a Cristo; il richiamo del quale accende o rinsalda e ravviva la consapevolezza e la fede di chi ascolta. Mi ricorda un'altra omelia che pure mi ha fatto rabbrividire in quel primo drammatico Giovedì Santo 2013... Ma, ormai, sono tali e tante che chi tace è complice! (Maria Guarini)
volevo chiedere un eretico può esser papa ?grazie
RispondiEliminafabio
Bisogna essere cattolici per essere eletti, se intendeva questo.
EliminaUn eretico è una persona che non appartiene alla chiesa, per cui non eleggibile al papato. Puoi fare riferimento alla bula del papa Paulo IV Cum Ex Apostolatus Officio
EliminaGesuitismo in azione.
RispondiEliminaSono certa di non averlo pensato io, ripassando con mio nipote le prime pagine della morfologia latina, si tocca con mano quanto a lungo è durato, in Europa, l'uso e l'influsso del latino in ambito scientifico, filosofico, giuridico, praticamente fino a tutto l'800, per non dire in ambito teologico. Furono le controversie teologiche, e qui vengo al punto che non è farina del mio sacco sempre che qualcosa lo sia, che affinarono la testa degli europei; iniziate nel chiuso delle Chiese, portate nelle Accademie, nelle Università, nelle Piazze furono uno stimolo costante per la sempre più approfondita conoscenza del Cattolicesimo e delle sue eresie. Un esercizio universale per il pensiero. Quello che ha scritto Maria Guarini è vero ma, non tiene conto che questo papa viene dall'altra parte del mondo, dove il multiculturalismo è stato il fondamento della loro cultura odierna, non il greco, non il latino, non la filosofia, non il diritto, non la scienza che in quei rigori di pensiero si è forgiata. Questo discorso si ricollega alla scuola per tutti che, per essere per tutti, deve essere alla portata di tutti, quindi semplificare per tutti. In questi giorni siamo stati informati sui quiz ai maturandi, i loro nonni e bisnonni alla maturità portarono il programma triennale di tutte le materie. Erano pochi quelli che arrivavano alla licenza liceale. Oggi sono tutti. Nei giorni scorsi ho scritto un paradosso sul multiculturalismo imposto sul meticciato imposto che porterà un degrado di ogni cultura, anche di quelle tribali. Scusate, devo andare.
RispondiEliminaChiudo veloce, Bergoglio non può avere per ambiente di formazione,per caratteristiche personali, una testa europea, capace di distinguere tra Gesù che diventa pane e la sostanza del pane che è tramutata nel Corpo Sangue Anima e Divinità di nostro Signore. Sarà stata una definizione della nonna a lui bambino, che così l'ha presa e così è rimasta.
Un papa deve confermare a tutti la fede in Cristo e la dottrina bimillenaria che in tutto il mondo è uguale per tutti.
EliminaGli studi di teologia non le ha fatti in un seminario protestante ma in un seminario cattolico. Anche se viene dalla fine del mondo, la sua formazione è cattolica. Altrimenti, che teologia ha studiato?
Eliminail timore dei "principi" della neo-chiesa è quello che dichiarando Bergoglio eretico crolla tutto il "castello di eresie" che da 60 anni ci hanno propinato facendo il contrario di quanto Maria Santissima aveva chiesto a La Salette e a Fatima.
RispondiElimina"La Chiesa è interessante solo perché ci permette di incontrare Gesù. È legittima solo perché ci trasmette la Rivelazione. Quando la Chiesa diventa oberata di strutture umane, ostruisce la luce di Dio che splende in lei e attraverso di lei. La Chiesa dovrebbe essere come una cattedrale. Tutto in Lei dovrebbe cantare alla gloria di Dio. Lei deve incessantemente dirigere il nostro sguardo verso di Lui, come la guglia di Notre-Dame puntata verso il cielo."
RispondiEliminaCardinal Robert Sarah
[...] Se un papa diffonde errori dottrinali o eresie, la struttura divina della Chiesa fornisce già un antidoto: la supplenza ministeriale dei rappresentanti dell’episcopato e l’invincibile sensus fidei dei fedeli. In questa materia il fattore numerico non è decisivo. È sufficiente avere anche solo un paio di vescovi che proclamino l’integrità della fede e correggano in tal modo gli errori di un papa eretico. È sufficiente che i vescovi istruiscano e proteggano il loro gregge dagli errori di un papa eretico e che i loro sacerdoti e i genitori delle famiglie cattoliche facciano lo stesso. Inoltre, poiché la Chiesa è anche una realtà soprannaturale, un mistero, un unico organismo soprannaturale, ovvero il Corpo mistico di Cristo, i vescovi, i sacerdoti e i fedeli laici – oltre a correzioni, appelli, professioni di fede e resistenza pubblica – devono necessariamente compiere anche atti di riparazione e di espiazione alla Divina Maestà per le eresie di un papa. Secondo la Costituzione dogmatica Lumen gentium (cfr 12) del Concilio Vaticano II, l’intero corpo dei fedeli non può errare nella fede, quando dai vescovi fino all’ultimo fedele laico, mostrano un consenso universale in questioni di fede e morale. Anche se un papa sta diffondendo errori teologici ed eresie, la Fede della Chiesa nel suo complesso rimarrà intatta a causa della promessa di Cristo circa l’assistenza speciale e la presenza permanente dello Spirito Santo, lo Spirito della verità, nella sua Chiesa (cfr Gv 14,17; 1 Gv 2,27).
RispondiEliminaQuando, per un imperscrutabile permesso di Dio, in un certo momento della storia e in un caso molto raro, un papa diffonde errori ed eresie attraverso il suo magistero quotidiano o non infallibile, la Divina Provvidenza risveglia allo stesso tempo la testimonianza di alcuni membri del collegio episcopale e anche i fedeli, per compensare i fallimenti temporanei del Magistero pontificio. Si deve dire che una tale situazione è molto rara, ma non impossibile, come dimostra la storia della Chiesa. La Chiesa è davvero un unico corpo organico, e quando c’è una infermità o una mancanza nella testa (il papa), il resto del corpo (i fedeli) o parti eminenti dello stesso (i vescovi) suppliscono i temporanei errori papali. Uno degli esempi più famosi e tragici di una simile situazione si verificò durante la crisi ariana del IV secolo, quando la purezza della fede fu mantenuta non tanto dall’ecclesia docens (papa ed episcopato) ma dall’ecclesia docta (fedeli), come ha affermato il beato John Henry Newman.
[...]
La teoria o opinione teologica che consente la deposizione di un papa eretico o la perdita del suo ufficio ipso facto a causa dell’eresia è in pratica inattuabile. Se fosse applicata nella pratica, creerebbe una situazione simile a quella del Grande Scisma, che la Chiesa già sperimentò disastrosamente alla fine del XIV e all’inizio del XV secolo. Infatti, ci sarà sempre una parte del collegio cardinalizio e una parte considerevole dell’episcopato mondiale e anche dei fedeli che non saranno d’accordo nel considerare un concreto errore papale (errori) come eresia formale (eresie), e di conseguenza continueranno a considerare il papa regnante come l’unico papa legittimo.
Uno scisma formale, con due o più pretendenti al trono pontificio – che sarà una conseguenza inevitabile anche di una deposizione canonica di un papa – causerà necessariamente più danni alla Chiesa nel suo complesso che un periodo relativamente breve e molto raro in cui un papa diffonde errori dottrinali o eresie. La situazione di un papa eretico sarà sempre relativamente breve rispetto ai duemila anni di esistenza della Chiesa. In questo caso raro e delicato bisogna lasciare spazio a un intervento della Divina Provvidenza.
Mons. Athanasius Schneider
Dio, per risanare la creazione corrotta dal peccato, ha stabilito che il Verbo si incarnasse come uomo nel grembo verginale di Maria, l'immacolata.
RispondiEliminaLo stabilì fin dai tempi del peccato di origine, quando disse al serpente quale sarebbe stata l'inimicizia tra le due stirpi.
Come annunciato dalle Scritture, pilotatovi per tempo da quel sant'uomo di Giuseppe, Gesù nacque a Betlemme, "casa del pane".
Gesù, vero uomo e vero Dio, cresciuto nascosto per trent'anni obbedendo ai suoi santi genitori terreni, zittisce il diavolo che lo tenta a trasformare le pietre in pane dopo il digiuno, opera il miracolo di moltiplicare il pane per sfamare le folle, annuncia il vangelo e si palesa come "pane disceso dal Cielo", distinguendosi dalla manna che pure garantì nutrimento per decenni nel deserto.
Non solo Gesù si dice pane, ma vi resta, realmente presente, nel pane e nel vino eucaristici, memoriale del Suo Santo Sacrificio salvifico consegnatoci nella Santa Messa.
Decine di miracoli eucaristici nei secoli hanno sfidato lo scetticismo diffuso anche tra i chierici.
Il nostro tempo è particolarmente baciato dalla grazia, dal momento che la scienza sa riconoscere nei segni delle evidenze ancor più probanti di quelle che provengono da una fede semplice e umile.
Ma il nostro tempo è particolarmente segnato dalla battaglia e dall'inimicizia tra le due stirpi, dal momento che il sacrilegio è diventato ancor meno giustificabile.
Così il pane del cielo che è ben più della manna, ma è Cristo Realmente Presente, proprio Lui, nato nella casa del pane, volontariamente resosi pane disceso dal Cielo, "ideatore" della Santa Messa e del sacerdozio che la celebra riunendo altare, sacrificio e vittima, fa di quel pane supersustanziale una Presenza che va riconosciuta ed adorata come ben Altro dalla ciabatta, dalla baguette e dallo sfilatino...
Non di solo pane è la vita dell'uomo, ma se c'è chi si ferma alla panetteria e non arriva al tabernacolo, è perché è tutta e solo terra (mondo), senza cielo.
Perciò si fa fatica ad inginocchiarsi, come converrebbe davanti a Dio, mentre ci si preoccupa delle monetine di resto, delle briciole e anche delle formiche.
C'è inimicizia tra le due stirpi. La donna che partorì Gesù alla casa del pane lo sa bene.
secondo me in questa omelia non vi è nessuna eresia: il dire che Gesù diventa pane non è in sè scorretta, è stata usata da vari Padri Ecclesiastici ed è presente anche nel Canone Romano, che parla di 'pane santo della vita eterna'
RispondiEliminapoi il Catechismo Tridentino si premura di giungere a spiegazioni dettagliate sul mistero della presenza reale solo se necessario
consiglierei inoltre una rilettura dell'omelia di sant'Ambrogio, e soprattutto della parte che viene dopo 'Volete sapere con il quali parole celesti il sacerdote consacra?'
Ma insomma "Gesù diventa pane" assume il significato che ho ben spiegato (anche con i risvolti luterani) perché non esprime la verità che è il pane che (per effetto delle parole del Verbo uomo-Dio) diventa Gesù, mutando interamente nella sostanza.
RispondiEliminaIl solito discorso, nella migliore delle ipotesi sommario e pressappochista che, se non trae in inganno, trasuda ambiguità.
Infatti, Mic, hai proprio ragione.
EliminaTu metti bene in risalto la problematica dei gravi risvolti eretici dell'affermazione papale ma di tutta risposta ti viene fatto osservare che di per sé non vi è alcuna eresia.
Perché?
Perché siamo immersi in una mentalità che accetta e giustifica l'ambiguità.
Ciò ci suggerisce che dobbiamo aggiustare il tiro, prendendo come bersaglio l'ambiguità stessa fin dal suo esordio, rifiutando dunque coerentemente tutto ciò che si riferisce a quell'ambivalenza voluta e appositamente espressa nei documenti magisteriali al fine di servire il dialogo col mondo e a scopi ecumenici.
"Quando, per un imperscrutabile permesso di Dio, in un certo momento della storia e in un caso molto raro, un papa diffonde errori ed eresie attraverso il suo magistero quotidiano o non infallibile, la Divina Provvidenza risveglia allo stesso tempo la testimonianza di alcuni membri del collegio episcopale e anche i fedeli, per compensare i fallimenti temporanei del Magistero pontificio. Si deve dire che una tale situazione è molto rara, ma non impossibile, come dimostra la storia della Chiesa." (Mons. Schneider citato qui sopra)
RispondiEliminaSi può parafrasare così:
"Quando, per un imperscrutabile permesso di Dio, in un certo momento della storia e in un caso molto raro, un Concilio ecumenico diffonde errori ed eresie attraverso il suo magistero non infallibile, la Divina Provvidenza risveglia allo stesso tempo la testimonianza di alcuni membri del collegio episcopale e anche i fedeli, per compensare i fallimenti temporanei del Magistero pontificio. Si deve dire che una tale situazione è molto rara, ma non impossibile, come dimostra la storia della Chiesa.”
Esattamente quello che accadde con mons. Lefebvre e mons. Campos. Questo è l'esatto motivo per cui mons. Lefebvre fondò la FSSPX, al fine di conservare non solo la S.Messa di sempre (come avviene col Summorum Pontificum) ma anche il vero sacerdozio cattolico e l'autentica Lex Credendi cattolica.
Mons. Schneider invece qui cade in una palese contraddizione, cioè di citare (con buona pace di tutti i conservatori), come testo di riferimento a sostegno della sua pur giustissima posizione, proprio quel Concilio Ecumenico (vedi qui sopra: "Secondo la Costituzione dogmatica Lumen Gentium (cfr 12) del Concilio Vaticano II,…”) che costituisce lo scandaloso inequivocabile inizio della diffusione degli errori e delle eresie proprio da parte del magistero ecclesiastico, continuata con tutti i papi fino all'attuale, che ora fa tanto scalpore in quanto è la goccia che fa traboccare il vaso. Perciò ci si concentra contro la goccia "dimenticando" i litri che nel frattempo l'avevano riempito fin quasi all'orlo.
In pratica egli vuole curare la malattia con le garze infette.
Quando avremo di nuovo un pastore, normalmente dotato di giurisdizione ecclesiastica, che ha il coraggio di riferirsi univocamente all'autentica Tradizione della Chiesa e non a fonti la cui cifra distintiva è l’ambiguità (dove si riprende cose giuste esprimendole in modo ambiguo e mescolandole ad errori), allora avremo davvero un punto solido e fermo “di riferimento" per una ripresa della Chiesa, unitamente a quella Fraternità che da decenni da sola sta eroicamente resistendo e testimoniando.
RispondiEliminaciò che si trans-sustanzia mutando di natura al di là delle apparenze (o species)
è il pane non Gesù.
Dire che Gesù "diventa pane" non è pertanto esatto. È senz'altro più corretto dire
che è il pane a diventare Gesù. Nella S. Comunione, io, cattolico, non ricevo un Gesù "impanato" ma un pane "transustanziato" in tutto Gesù, corpo, sangue, anima e divinità.
Teologicamente, sembra giusto rilevare che l'espressione usata dal Papa potrebbe far inclinare ad un'interpretazione luterana degli effetti della consacrazione.
Nell'esprimersi approssimativo del popolo fedele si può anche accettare
l'immagine del Gesù che "diventa pane", se però sempre intesa come modo rozzo di rendere l'idea della transustanziazione, mistero grande e tremendo, strumento assolutamente divino di salvezza, sovra-naturale al massimo grado.
Non però nell'esprimersi di un Papa.
Papa Francesco, al di là dell'apparenza casuale di cui ama rivestire il suo modo di
esprimersi e delle difficoltà con l'italiano, dà sempre l'impressione di esser
perfettamente consapevole di ciò che vuol dire. Speriamo che in questo caso non lo
fosse, che intendesse la transustanziazione e non la sua luterana deformazione.
Voleva sottolineare l'amore di Gesù che si fa nutrimento per le nostre anime.
EliminaParlava al popolo non in un'aula universitaria.
E chi si meraviglia più (purtroppo)? Alla fine, è la "punta della freccia" che è determinante e orienta i discorsi. Qui la "punta della freccia" indica sempre una dimensione orizzontale, solo umana. Non si interessa del mistero trasciendente e indica con parole fin troppo banali, un ambito dove non c'è più spazio per il soprannaturale. Questa è la "spiritualità" bergogliana e questa è la chiesa a sua immagine e somiglianza. Una chiesa ridotta ad essere sale non salato, buona solo ad essere calpestata dagli uomini.
RispondiEliminaLa festa del Corpus Domini è uno dei casi più lampanti di come la riforma del NO sia stata propedeutica all'apostasia attuale. Se i fedeli avessero continuato a leggere il Lauda Sion Salvatorem l'eresia la sgamerebbero proprio tutti, subito. Invece no, eccoli lì a rimestare con le parole, come gsimy.
RispondiEliminaPer non dire che durante la liturgia tre volte si sottolinea che chi pretende di ricevere l'Eucaristia in stato di peccato mortale firma la propria condanna (l'Epistola di Paolo, ripresa in antifona, più il citato pezzo di San Tommaso).
Gentimente domando: dove e quando esattamente il Papa ha celebrato quest'anno la processione del Corpus Domini? Non ne ho sentito parlare da nessuna parte.
RispondiEliminaNella parrocchia di S. Maria Consolatrice a Casalbertone, periferia di Roma, domenica 23 giugno pomeriggio. Il testo in questione è sul sito vatican.va sezione omelie.
EliminaTransustanziazione, una sostanza che diventa un'altra attraverso la preghiera di Gesù Cristo, che stava andando a morire crocifisso. Il Pane, da pane, diventa carne, tessuto muscolare striato del miocardio; e il vino, da vino, diventa sangue, gruppo AB.(op.cit.I miracoli Eucaristici)
RispondiEliminaGesù non è entrato dal panettiere e si è infilato nel pane sfornato. No.
Sapeva giunta la Sua ora, deciso a restare tangibilmente per sempre con i suoi per risanarli nell'anima e nel corpo, cambia, attraverso la sua preghiera di ringraziamento,la sostanza del pane e del vino nella sostanza, diventata sacra, del Suo corpo e del Suo sangue che da lì a poco sarebbero stati offerti in modo cruento per la salvezza di molti.
Quello che avviene durante la Messa è immenso, noi non lo percepiamo più, né più riusciamo ad intenderlo, avvolti come siamo nel nostro io, nostra camicia di forza.
E' da molto tempo che la chiesa non crede più alla Transustanziazione, non avrebbe mai e poi mai potuto esserci questa decadenza se non fosse venuta meno la Fede.
Qui nessuno si muove, perché quasi nessuno crede più. Fatte salve quella manciata di anime fedeli.
N.B. se qualcuno rileva errori in quello che ho scritto lo segnali subito. Grazie.
Ma chi è che va ancora dietro alle affermazioni di quest'uomo? forse capo di uno Stato estero (che come tale non deve immischiarsi nella politica italiana), ma sicuramente non capo della Chiesa Cattolica, della Chiesa di NSGC, la quale sussiste, sì, (subsistit in) ma non nella setta eretica e apostata di Bergoglio e soci, bensì nel "piccolo resto", sparso qual e là per il mondo, in una miriade di piccole isolette sperdute nell'oceano dell'apostasia ufficiale dei modernisti che occupano tutte le sedi ormai ex cattoliche, isolette sulle quali c'è ancora almeno un giapponese solitario che continua a sparare (proiettili esplosivi di Verità Rivelata), che non si arrende, né si arrenderà mai agli invasori al servizio del Nemico di Dio e dell'umanità. Dai modernisti liberaci, o Madre !!!
RispondiEliminaOrmai Bergoglio cerca lo scisma con ogni mezzo, ci sta portando alla esasperazione... non cadiamo nel gioco del demonio.... ricordiamoci che la Madonna a Fatima ha detto che gli ultimi tempi, satana si scatenerà con ogni mezzo... e dunque preghiera e penitenza.... invochiamo la Madonna col Santo Rosario tutti i giorni, affinche chieda al Signore di accorciare questi tempi bui e darci la speranza che presto rivedremo la Santa Chiesa più splendente che mai e che la gloria di Dio rigeneri il mondo intero.
RispondiEliminaIl pane che è pane particolare anzi tutto,con determinate caratteristiche non variabili, e che è selezionato nell'offertorio, è un Pane offerto per capirci, non è il pane della tavola, un qualsiasi tozzo di pane; inoltre il Pane diviene Gesù, Gesù MAI diviene il pane, neanche diviene il Pane,come ben si sottolinea in un commento. Ma non si tratta di deficienza dell'oratore nel caso. Volontà di dissacrare ulteriormente e trasformare velocemente in gnosi il protestantesimo di Paolo VI & c.. Quanto allo scritto di mons.Schneider è poco logico, ed è anche contraddetto dai fatti,neanche lui infatti rettifica tutte le novità eretiche, quindi già non fa quanto dice. Però al di là della citazione conciliare che sorvola disinvoltamente l'esigenza di partire da ben prima del doppio papato, la citazione della crisi ariana e del grande scisma poco si prestano. La crisi ariana infatti ha avuto un Papa cattolico, Liberio al di là delle contestazioni POSTUME e da verificare, si è rivelato un ottimo Papa tanto da essere
RispondiEliminadichiarato "martire bianco" da mons.Benigni nella sua storia sociale della Chiesa che non lesina critiche ad alcuno se vere, " nel pontefice perseguitato l'uomo che parla secondo coscienza...inaugurando il forte linguaggio dei papi di fronte agli imperatori tiranni…".Nessun accenno a sue eresie postume. Nessun paragone possibile tra il duo attuale e papa Liberio comunque. La crisi ariana è piuttosto ri-edita oggi con quella luterana, con quella del grande scisma ecc.. Il grande scisma d'occidente cade a fagiolo come esempio nel senso contrario di come usato dal monsignore. Ci furono 3 papi? NO, ci fu un Papa e 2 antipapi, ma non si capiva bene chi fosse il vero,comunque fu individuato da s.Caterina e ben presto da san Vincenzo pure. C'erano cioè 2 linee false papali. Il grande scisma fu frutto di ciò, non certo del concilio che risolse la situazione mettendo fine ai 40 anni di torbidi. Allora in 3 avevano la retta dottrina però. Oggi abbiamo un duetto in cui la retta dottrina non esiste, cosa molto mlto molto diversa. Manca la linea papale quindi, questo dovrebbe evidenziare lui ed altri, perché gli eretici sono esclusi da papa Paolo IV. Dobbiamo seguire gli eretici per i monsignori? Dobbiamo accettare i riti pagani e gnostici? Inchinarci a madre terra? Ai gay da non giudicare? Baciare le scarpe e i piedi di musulmani ? Affermare che Lutero aveva visto giusto, Gesù si fa pane? Nossignori, piuttosto rinuncio a voi tutti, un eretico è fuori della Chiesa per SUO VOLERE, libero arbitrio, quindi MAI sarà capo di un cattolico, fosse anche il più deficiente che ci sia, mai.
Realmente eretica è l'affermazione "Dio racchiuso in un pezzetto di pane", esprimendo inequivocabilmente la permanenza della sostanza del pane insieme alla Presenza Reale. Ed è espressione tristemente diffusa nel clero attuale. Allo stesso modo molti sacerdoti usano dire "Gesù presente nel pane", inducendo a pensare ad una presenza spirituale e non "reale". Ormai, quando si parla del Signore, tutti si bevono tutto, essendo ormai nella fase avanzata della protestantizzazione della Chiesa. Massimo
RispondiEliminaprendendo come bersaglio l'ambiguità stessa fin dal suo esordio
RispondiEliminaÈ vero, ma questo sito è uno di quelli che di più in assoluto combattono questa battaglia. La mia esperienza personale è che l'ambiguità l'ho sempre detestata in tutto e per tutto (i più grandi imbonitori che ho conosciuto si distinguevano per l'ambiguità del linguaggio e ne ho tratto lezione personale), e tanto più nella Chiesa, ma mi trovavo sempre l'intelligentone di turno che spiegava essere il nuovo linguaggio pastorale. Il primo posto in cui ho trovato un attacco diretto e ben motivato a questo modo di comunicare è stato questo, con anche tutti i richiami ad altri grandi uomini di Chiesa e laici che negli ultimi cinquant'anni ne hanno fatto un cavallo di battaglia.
Non lo scrivo per incensare questo sito, ma per porre una domanda: cosa possiamo fare di meglio rispetto a quanto fatto sinora?
"Non lo scrivo per incensare questo sito, ma per porre una domanda: cosa possiamo fare di meglio rispetto a quanto fatto sinora?"
Eliminaribadisco...
rifiutando dunque coerentemente tutto ciò che si riferisce a quell'ambivalenza voluta e appositamente espressa nei documenti magisteriali al fine di servire il dialogo col mondo e a scopi ecumenici.
Forse il Papa voleva solo dire che sotto le apparenze del pane ( e del vino) Gesù si offre a noi nell'eucaristia.
RispondiEliminaLauda, Sion, Salvatórem,
RispondiEliminalauda ducem et pastórem
in hymnis et cánticis.
Quantum potes, tantum aude:
quia major omni laude,
nec laudáre súfficis.
Laudis thema speciális,
panis vivus et vitális
hódie propónitur.
Quem in sacræ mensa cenæ
turbæ fratrum duodénæ
datum non ambígitur.
Sit laus plena, sit sonóra,
sit jucúnda, sit decóra
mentis jubilátio.
Dies enim sollémnis agitur,
in qua mensæ prima recólitur
hujus institútio.
In hac mensa novi Regis,
novum Pascha novæ legis
Phase vetus términat.
Vetustátem nóvitas,
umbram fugat véritas,
noctem lux elíminat.
Quod in coena Christus gessit,
faciéndum hoc expréssit
in sui memóriam.
Docti sacris institútis,
panem, vinum in salútis
consecrámus hóstiam.
Dogma datur Christiánis,
quod in carnem transit panis
et vinum in sánguinem.
Quod non capis, quod non vides,
animosa fírmat fides,
præter rerum órdinem.
Sub divérsis speciébus,
signis tantum, et non rebus,
latent res exímiæ.
Caro cibus, sanguis potus:
manet tamen Christus totus
sub utráque spécie.
A suménte non concísus,
non confráctus, non divísus:
ínteger accípitur.
Sumit unus, sumunt mille:
quantum isti, tantum ille:
nec sumptus consúmitur.
Sumunt boni, sumunt mali
sorte tamen inæquáli,
vitæ vel intéritus.
Mors est malis, vita bonis:
vide, paris sumptiónis
quam sit dispar éxitus.
Fracto demum sacraménto,
ne vacílles, sed meménto,
tantum esse sub fragménto,
quantum toto tégitur.
Nulla rei fit scissúra:
signi tantum fit fractúra:
qua nec status nec statúra
signáti minúitur.
Ecce panis Angelórum,
factus cibus viatórum:
vere panis filiórum,
non mitténdus cánibus.
In figúris præsignátur,
cum Isaac immolátur:
agnus paschæ deputátur:
datur manna pátribus.
Bone pastor, panis vere,
Jesu, nostri miserére:
tu nos pasce, nos tuére:
tu nos bona fac vidére
in terra vivéntium.
Tu, qui cuncta scis et vales:
qui nos pascis hic mortáles:
tuos ibi commensáles,
coherédes et sodáles
fac sanctórum cívium.
Amen. Allelúja.
Purtroppo nel molto quotato canto "Verbum Panis" del Balduzzi, questo travisamento (voluto?) ha creato la rischiosa ambiguità ora ribadita dalle parole del Papa in persona, e proprio nella ricorrenza del Corpus Domini.
RispondiEliminaD'altronde tutti i miracoli della "vecchia creazione", a partire dal Grande Miracolo dell'Incarnazione, non possono contraddire la natura e le sue leggi (creazioni divine), non l'hanno mai fatto, per cui quando Gesù trasforma l'acqua in vino fa quello che fa la vite ma in modo istantaneo "miracoloso", così come il pane diventa davvero carne attraverso il nostro pasto quotidiano, il pane "dell'ultima cena" per il solo fatto di essere spezzato e toccato dalle mani Sante e Venerabili di Gesù, diventa Sua Carne. Non poteva e non potrà mai essere altrimenti.
OT Il card. Burke "rompe" con Bannon e la sua organizzazione:
RispondiEliminahttps://twitter.com/cardinalrlburke/status/1143557405592162305
vorrei pregare l'anonimo delle 15:13 (che sta difendendo una causa persa ormai indifendibile) di leggere attentamente la notazione dell'anonimo 25 giugno 2019 15:08, il quale spiega benissimo perchè NON si può in alcun modo intendere giustificando la frasaccia, nel verso buonista/normale che lui sta proponendo. Cioè: l'eresia è stata pronunciata lungo il discorso di JB con frasi sempre più chiare, palesemente gravi e indifendibili !
RispondiEliminaL'articolo di LifeSiteNews, ora rimosso, a cui fa riferimento il cardinale è stato archiviato qui prima della rimozione:
RispondiEliminahttp://archive.is/53GMz
Si capisce di più cosa deve aver - giustamente - contrariato il card. Burke qui:
https://www.valeursactuelles.com/clubvaleurs/politique/limprobable-rencontre-entre-bannon-et-martel-107487
Forse il Papa voleva solo dire che sotto le apparenze del pane ( e del vino) Gesù si offre a noi nell'eucaristia.
RispondiEliminaE forse quando ha fatto piazzare la statua di Lutero in Vaticano, per non parlare del francobollo commemorativo, voleva solo apprezzare l'opera degli artisti coinvolti...
L'espressione "Gesù nel pane" non mi scandalizzerebbe in sé se messa nel giusto contesto, ovvero un passaggio con linguaggio non formale inserito in un discorso che, da qualche altra parte, chiarisce come stanno le cose.
Ma il contesto è: Lutero, la Comunione data agli adulteri e ai sodomiti, Bergoglio che non si inginocchia _mai_ davanti al Santissimo, ma si inginocchia dinanzi agli uomini; per non parlare della maggioranza di cattolici (e forse pure di preti) che già da tempo nella transustanziazione non crede più. In questo contesto la frase è intollerabile, specialmente se detta da un Papa.
A proposito del francobollo è bene rammentare di cosa si trattava.
RispondiEliminada https://www.corrispondenzaromana.it/la-svolta-luterana-papa-francesco/
a questo link potete anche vedere il vergognoso francobollo.
Il 31 ottobre 2016 papa Bergoglio inaugurava l’anno di Lutero, incontrando i rappresentanti del luteranesimo mondiale nella cattedrale svedese di Lund. Da allora riunioni e celebrazioni “ecumeniche” si sono succedute ad abundantiam all’interno della Chiesa.
A un anno esatto da quella data, la “svolta luterana” è stata suggellata da un atto simbolico di cui pochi hanno avvertito la gravità: l’emissione, da parte delle Poste Vaticane, di un francobollo che celebra la nascita del protestantesimo, avvenuta il 31 ottobre 1517, con l’affissione delle 95 tesi di Lutero sulla porta della cattedrale di Wittenberg. «V Centenario della Riforma protestante», si legge in cima al francobollo, presentato il 31 ottobre di quest’anno dall’Ufficio Filatelico del Vaticano.
Secondo il comunicato ufficiale, il francobollo: «ritrae in primo piano Gesù crocifisso sullo sfondo dorato e atemporale della città di Wittenberg. In atteggiamento di penitenza, inginocchiati rispettivamente a sinistra e destra della Croce, Martin Lutero sostiene la Bibbia, fonte e meta della sua dottrina, mentre Filippo Melantone, teologo e amico di Martin Lutero, uno dei maggiori protagonisti della riforma tiene in mano la Confessione di Augusta, Confessio Augustana, la prima esposizione ufficiale dei principi del protestantesimo da lui redatta».
La sostituzione, ai piedi della Croce, della Madonna e di san Giovanni con i due eresiarchi Lutero e Melantone costituisce un’offesa blasfema che nessun cardinale o vescovo cattolico ha finora apertamente biasimato. Il significato di questa raffigurazione è spiegato dalla dichiarazione congiunta della Federazione Luterana mondiale e del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei cristiani, apparsa lo stesso giorno della stampa del francobollo. La nota riferisce del positivo bilancio del dialogo tra cattolici e luterani, conferma la «nuova comprensione degli eventi del XVI secolo che condussero alla nostra separazione» e afferma come ambo le parti sono «molto grate per i doni spirituali e teologici ricevuti tramite la Riforma».
A un anno esatto da quella data, la “svolta luterana” è stata suggellata da un atto simbolico di cui pochi hanno avvertito la gravità: l’emissione, da parte delle Poste Vaticane, di un francobollo che celebra la nascita del protestantesimo, avvenuta il 31 ottobre 1517, con l’affissione delle 95 tesi di Lutero sulla porta della cattedrale di Wittenberg. «V Centenario della Riforma protestante», si legge in cima al francobollo, presentato il 31 ottobre di quest’anno dall’Ufficio Filatelico del Vaticano.
RispondiEliminahttp://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2017/11/francobollo-vaticano-lutero-e-melantone.html
Sopra si parlava di ambiguità. Questa notizia, di LifeSiteNews, sarebbe comica, se non fosse tragica:
RispondiEliminaI vescovi [USA] hanno votato 194 a 8 per rivedere la posizione [sul catechismo] a proposito [della pena di morte], con tre vescovi astenuti. A differenza di quasi tutti gli altri temi discussi precedentemente [nell'attuale sessione della Conferenza Episcopale], la questione è passata senza necessità di discussione.
[...]
Questa mossa nonostante il prelato relatore della revisione abbia ammesso di non sapere cosa il papa effettivamente intenda definendo la pena di morte "inammissibile". Lo stesso vescovo ha difeso il linguaggio del papa come "eloquent ambiguity." [ndr. questo termine lo lascio in inglese perché non so cosa voglia dire e non so come tradurlo]
Tra tutti non so chi mi faccia più schifo: gli eretici che hanno consapevolmente approvato un'eresia o i traccheggianti che, credendosi furbi, si sono riservati la possibilità di una marcia indietro quando i tempi saranno migliori. Penso che il numero, 8 su 200, ovvero il 4%, sia probabilmente rappresentativo della quantità di vescovi ortodossi e coraggiosi... almeno un po'.
Parlava al popolo non in un'aula universitaria.
RispondiEliminaMa lei capisce quello che gli altri le dicono o no? Non si rende conto che quello che scrive è un'aggravante? Il perché l'ho detto sopra: se si usa un termine non preciso in un contesto di persone ortodosse e che conoscono l'argomento, non è necessariamente un problema. È gravissimo invece proprio perché il popolo ha iniziato a perdere la fede sulla transustanziazione da tempo.
E l'atto di amore di Cristo consiste precisamente nel dare il Suo proprio Corpo come cibo, non del pane qualsiasi o "simbolico". Benefattori che hanno distribuito pane ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno.
Cara sig.ra Irina, sempre apprezzo i suoi commenti, ma devo dissentire con Lei quando dice che Bergoglio è tale perché proviene da un ambiente essenzialmente multiculturale. Devo ammettere che è una spiegazione, ma non basta a cogliere la decadenza e la degenerazione del piensiero e della fede di lui. Bergoglio è peggiore frutto della civiltà cristiana tramandata dagli europei. Il marciume che lui come di tanti altri di Iberoamerica proviene dal marcio cresciuto in Europa. Quindi, se la bassezza bergogliana è sfacciata non lo è per non essere europeo, bensì per il suo risentimento, per non accettare che il buono di iberoamerica viene dalla Spagna, da Roma, dalla Grecia.
RispondiEliminaNOTE SULLA CONTESTAZIONE DEL
RispondiEliminaDISCORSO DEL SANTO PADRE IN OCCASIONE DELLA FESTA DEL CORPUS DOMINI
Il Santo Padre Francesco è stato contestato per alcune espressioni pronunciate nell'omelia per la festa del Corpus Domini. Ad esempio, Giuliano Zoroddu scrive:
"Nell’omelia tenuta per la festa del Corpus Domini a Casalbertone infatti il Nostro riferendosi al Sacramento mirabile dell’Eucaristia per il quale Dio si fa vicino al suo popolo, ha usato espressioni quali “Gesù fattosi Pane” e “Dio racchiuso in un pezzetto di pane”. Affermazioni, che al netto della apparente innocuità, sono nientemeno che la riproposizione dell’errore di Lutero." Si tratta a mio avviso di una esagerazione improvvida, in quanto qui il Papa non parla formaliter, ma in linguaggio popolare servendosi di analogie di proporzionalità metaforiche, usate nella pietà popolare e da Gesù stesso a proposito dell'Eucarestia.Faccio alcuni esempi di affermazioni popolari che di per sè sarebbero gravissime eresie ma che nessuno si sogna di contestare:1) "Hai dato loro un pane disceso dal cielo";"Gesù scende dal Cielo e si nasconde nell'Ostia".Se queste espressioni fossero pronunciate formaliter, sarebbero eretiche: infatti nella transustanziazione non c'è nessun moto locale. Ma si ammette tranquillamente l'analogia di proporzionalità metaforica.cf Summa Theologie IIIª q. 75 a. 2 co.;
"È chiaro però che il corpo di Cristo non incomincia ad essere presente in questo sacramento per un trasferimento locale. Primo, perché allora dovrebbe cessare di essere in cielo; infatti ciò che si sposta localmente, non giunge nel luogo successivo, se non lasciando il precedente. Secondo, perché ogni corpo mosso localmente attraversa tutti gli spazi intermedi: cosa che non si può afferrare nel nostro caso. Terzo, perché è impossibile che un unico movimento del medesimo corpo mosso localmente abbia per termine nello stesso tempo punti diversi: il corpo di Cristo invece si fa presente sotto questo sacramento contemporaneamente in più luoghi".IIIª q. 76 a. 6 co "È dunque evidente che Cristo in questo sacramento non è di per sé soggetto al moto."
2) "Tu degli Angeli il sospiro"
Gli Angeli non sospirano al pari dei beati la S Comunione perché vivono la perfetta unione con Dio e con la Chiesa che è la "res tantum" dell'Eucarestia stessa Cf IIIª q. 80 a. 2 ad 2."Alla società del corpo mistico appartengono gli uomini mediante la fede, e gli angeli mediante la visione immediata. Ora, i sacramenti si addicono alla fede, che offre la verità "di riflesso e nel mistero". Perciò, parlando con proprietà, non agli angeli ma agli uomini spetta cibarsi spiritualmente di questo sacramento."
Cf anche le espressioni popolari "Gesù nascosto" e lo stesso San Tommaso "Pane vivo e vitale", dove il pane non è formaliter vivo ma è Gesù che è vivo "sotto le specie eucaristiche" che sono segno della Sostanza e di per se non vivono.
E anche Gesù che dice: "Io sono il pane vivo";Altre sono le cose da contestare, e purtroppo c'è solo l'imbarazzo della scelta (Don Alfredo M. Morselli,FB)
"secondo me in questa omelia non vi è nessuna eresia: il dire che Gesù diventa pane non è in sè scorretta, è stata usata da vari Padri Ecclesiastici"
RispondiEliminaNo! la frase non solo è scorretta ma è propriamente eretica, chiaramente eretica! Mai nessun cattolico in passato e tanto meno i Padri Ecclesiastici hanno affermato che Gesù diventa pane, semplicemente perché è il pane che diventa il Corpo Santo di Gesù. Questo è il mistero della Transustanzazione. Il riferimento al Pane Santo dei Padri della Chiesa e al Canone Romano è un riferimento che che è sempre stato letto in questo modo: dato che anche dopo la consacrazione, ai nostri sensi appare sempre il pane, anche se tutti noi cattolici sappiamo che in realtà è il Corpo di Cristo, quel pane consacrato è ovviamente e per eccellenza Santo. Ma, ripeto, mai nessun Padre della Chiesa si è mai sognato di dire che Gesù diventava pane perché questa è una eresia bella e buona. Non commento l'altra espressione che oltre che fortemente eretica la trovo anche volgare e blasfema!
Don Morselli dovrebbe capire che non sono più i tempi degli imbrogli, potrebbe fare a meno di arrampicarsi sugli specchi per difendere l'indifendibile, io il pane non lo vedo arrivare da cielo, ma dal fornaio, i sospiri degli angeli possono anche manifestarsi invece,quando decidono di venire visibilmente come con Tobi, oltre al loro desiderio del Pane Eucaristico,sospiro come desiderio, il pane che scende dal Cielo è invece solo Dio, mai visto pagnotte piovere sulla terra. Sarebbe una figura migliore tacere. Comunque facciamogli presente che Lutero disse ciò, e fu eretico, Bergoglio dice ciò, e non lo sarebbe? …..oltre alla statua di Lutero messa sacrilegamente in data tale da prendere in giro anche Fatima!
RispondiEliminaL'ottimo don Morselli ha ragione: ci sono altre cose da contestare e c'è solo l'imbarazzo della scelta. Infatti, dal mio punto di vista, commentare i discorsi di Francesco è inutile, c'è solo da mettersi le mani nei capelli.
RispondiEliminaMa tornando all'argomento puntuale, l'uso di un linguaggio metaforico, poetico, quello che volete, non è necessariamente un problema, ed è stato qui scritto più volte, se il contesto è quello corretto. Ora, San Tommaso avrà anche usato questo linguaggio in certi passaggi, ma nel contesto ha definito e spiegato egregiamente il concetto. Dove e quando Papa Francesco ha fatto altrettanto? È questo che fa la differenza. Qualcuno è in grado di citarmi un passaggio del recente discorso in cui è stato spiegato chiaramente che ciò che ci appare sotto le specie del pane è realmente il Corpo di Cristo? Già che ci siamo: qualcuno è in grado di citarmi un suo discorso recente sul tema, diciamo negli ultimi due anni?
Don Morselli nella sua dotta esposizione fa l'errore di stabilire un'analogia fra il linguaggio poetico/sentimentale della pietas popolare e quello concreto e pragmatico di Bergoglio che, se usa il simbolo, non lo fa di certo per stimolare gli affetti verso Nostro Signore, ma per generare surrettiziamente un sovvertimento dei significati nella coscienza di fede del popolo credente. L'ambiguità del linguaggio bergogliano costituisce la testa d'ariete del suo sciagurato pontificato. Massimo
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RispondiEliminaA proposito del francobollo con Lutero e Melantone.
Dovrebbe essere la riproduzione di una altorilievo protestante, non so se
a Wittemberg. Insomma, un'opera artistica luterana, pittura o rilievo,
apologetica della "Riforma".
Cari fratelli, senza polemica, questo pericolo non è cosi lontano da noi come potrebbe sembrare. Pensate, mentre dovevo preparare questa omelia della presentazione della festa di oggi, ho sentito dire: "la festa odierna ci deve indurre a riflettere soprattutto sul significato dell'Eucaristia nella nostra vita di impegno verso gli altri". Qui mi cascano le braccia, cari fratelli. Non che ci sia qualcosa di sbagliato, no, certo, la santa Eucaristia ci sprona anche, non c'è dubbio, a pensare agli altri, l'Eucaristia è sacramento per eccellenza della carità, della condivisione di tutti i beni, dell'attenzione, dell'amore, perché l'amore è sempre attento, quell'attenzione è necessaria. L'Eucaristia certo è vedere nel fratello il Cristo crocifisso per tutti noi. Ma, cari fratelli, non capovolgiamo l'ordine dei valori, non diventiamo soggettivisti, non diventiamo luterani (perché l'eresia è in agguato, scusate, sono figlio di san Domenico, un sospetto di eresia mi è venuto, ma penso non senza ragione). Vedete, alle cose di Dio non bisogna pensare con la mentalità triste del mondo che pensa solo alle cose utili, quindi, quando pensa all'Eucaristia, non pensa che è quel grande augusto sacramento, la presenza del Dio vivente, la sua dimora, la sua tenda in mezzo a noi, ma si chiede: che cosa è l'Eucaristia per me? Per me! Oh no, cari fratelli, noi proprio qui, noi ci sbarriamo la strada per la vera comprensione dei misteri divini. Dinanzi a Dio la creatura non si chiede cosa significa per me, ma la via buona è quella che si chiede che cosa è in sé stessa. Ma pensate un po', cari fratelli, i Santi in cielo che vedono il Corpo del Signore, ma pensate che cosa si chiedono: che cosa significa per me? No, loro si inabissano nella visione del Dio Onnipotente, del Dio Eterno, del Dio immenso. E così dobbiamo fare anche noi.
RispondiElimina(da un'omelia di Padre Tomas Tyn sul Corpus Domini)
https://apostatisidiventa.blogspot.com/2019/06/si-e-trattato-di-un-segno-di-dio.html?m=1
RispondiEliminaPerfetto questo frammento di omelia di Padre Tyn, perché è rivolto al senso generale del discorso, che purtroppo è sempre di più una "ongizzazione" della Chiesa, con la perdita di ogni prospettiva trascendente. Se si prendono anche altri passaggi del discorso del Papa, compreso quell'evidenziazione della "frazione" e "distribuzione", si comprende come esse non facciano riferimento al discorso eucaristico di Cristo che si dà per gli uomini, ma alla solita tiritera sociale dell'assistenza ai poveri. Peccato che Cristo disse anche "non di solo pane vive l'uomo", e in quel caso intendeva proprio il pane-pane.
RispondiElimina@Anonimo
RispondiElimina26 giugno 2019 12:29
Messi come siamo messi, è lecito essere certi che tra il detto prima ed il divulgato poi via il sito, il giornale e tutto il circo mediatico di sostegno, molte acqua passerà sotto i ponti, cioè qualcuno farà l'editing simil-cattolico
Estimada señora Guarini: segun Wernz Vidal y Billot el Papa que cae en herejía manifiesta y públicamente divulgada es depuesto inmediatamente por Dios. San Roberto Belarmino, Doctor de la Iglesia, dice que ésta es "opinio vera" y tiene todo el peso de su autoridad como Santo canonizado. También se adhiere a ella el Beato Juan Bautista Ferreres, mártir de Cristo, en su obra, alabada por los Papas San Pio X y Pio XI "Instituciones Canónicas". Todos los autores citados coinciden en que hay que salvar "cuanto antes" el bien superior de la Iglesia.
RispondiElimina
RispondiEliminaAnonimo castigliano
Giusto. Ma chi lo stabilisce che "il papa è caduto in eresia"?
Ci dovrà pur esser qualcuno che lo dichiari eretico, non solo
tra i fedeli ma anche e soprattutto fra il clero stesso,
vescovi e cardinali.
E se non c'è accordo sull'eresia del papa, nel senso che una
parte lo dichiara eretico un'altra lo difende come ortodosso?
anonimo 22,40, per l'infallibilità del popolo fedele persino il fedele in ciò che sempre si è creduto è infallibile. Poi si tratta di dichiararlo inesistente, non dichiararlo decaduto.Basta anche un vescovo che abbia il coraggio di farlo sennò saremo pagani facendoci ipocritamente chiamare cattolici, offesa a Dio e sacrilegio. L'altra storia che lei tira fuori è pure inesistente, perché o i pagani, i protestanti panificatori, e pur e i buddisti sono cattolici oppure qui si ha a che fare con 2 categorie di persone, una cattolica che rifiuta l'eresia (peraltro le attuali sono la somma di tutte le eresie dei secoli e quindi sotto anatema dichiarato già), una parte che accetta le eresie: lei ritiene forse che gli eretici siano cattolici? Io no, neppure se ingannati. I comandamenti li conosciamo tutti, nesusno è giustificato pe rignoranza.
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RispondiElimina"Basta anche un vescovo che abbia il coraggio di farlo..."
ossia di dichiarare che il Papa è eretico. Quindi, occorre
sempre la pronuncia di un membro del clero competente a farla.
Cioè di un'autorità che non è quella dei semplici fedeli.
La pronuncia di un solo vescovo non credo basterebbe, comunque.
E' bastata nel caso di s. Paolo vs S. Pietro, ad Antiochia, ma solo
perché S.Pietro, dando prova di grande umiltà, ha riconosciuto l'errore
e cambiato pastorale. Basandosi sulla Tradizione della Chiesa,
l'equivalente dell'intervento di s. Paolo sarebbe dato dalla ammonizione
dei vescovi o di alcuni vescovi e/o cardinali nei confronti del Papa,
sperando che si penta e cambi dottrina. Ma quest'intervento appare
necessario, come moto d'opinione qualificata che si impone non gerarchicamente
ma perché conforme alla verità rivelata. In questo moto d'opinione possono
partecipare anche i laici, per rafforzarlo o addirittura propugnarlo.
Il resto del suo intervento non sembra tanto chiaro.
E' bastato nel caso di san Paolo vs S.Pietro….c'è sempre una concezione diversa tra me e lei nel modo di concepire la Chiesa ed il suo vertice: San Pietro come Papa certo voluto da Gesù stesso mai aveva sbagliato e non credeva in modo errato (era stato svegliato da Dio stesso con la visione:prendi e mangia sull'argomento e quando rinnegò non era ancora Papa essendoci Gesù, il pasci viene dopo, era sacerdote però). San Pietro in quell'occasione si comportò in modo diverso dal solito per rispetto degli ebrei eretici, perché vincolavano alle vecchie osservanze (ebioniti direi), abitudini che egli stesso e tutti avevano rispettato fino a pochi anni prima. Oggi è il contrario: viene fatto il nuovo, ma mai è stato abolito il vecchio se non coi fatti. Il vecchio non si può abolire salvo smentire Gesù stesso ed allora si fa, si dice è pastorale ma anche è dogma (Paolo VI scrisse che il nuovo andava creduto obbligatoriamente) in un sofisma a doppia coda. Pietro era Papa , oggi abbiamo solo eretici, gli eretici sono cattolici? Per me no, per lei sì. Concordo comunque che un paio di vescovi sia meglio di uno, che uno non basti non so, per me è sufficiente ed è doveroso per quell'uno onde salvarsi l'anima senza dover rendere conto di tutti dannati a causa del silenzio complice. Che cosa non le è chiaro? Cercherò di chiarire meglio che chi ha la vera fede si salva (è Vangelo) attraverso Gesù soltanto, quindi i presunti attuali cattolici, che di cattolico hanno ormai nulla, si dannano. Lei ritiene forse diversamente?
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RispondiEliminaNon bisogna sottovalutare l'errore che stava compiendo il Beato Pietro.
Mantenendo gli usi giudaici, con il loro formalismo, oltre a commettere peccato di simulazione ostacolava di fatto la predicazione ai pagani e la loro conversione, favorendo il radicarsi nel cristianesimo nascente dei "giudaizzanti", duramente stigmatizzati come sappiamo da san Paolo, che giustamente li vedeva come coloro che avrebbero (anche senza volerlo) affossato la fede nascente, riconducendola nell'alveo del giudaismo.
L'errore c'era, anche se non è paragonabile a quelli attualmente professati dal presente e regnante. Ed era un errore grave per le conseguenze che comportava.
Sul resto del suo intervento non dico nulla, mi sembra un dialogo tra sordi, inutile a continuarsi.
Il beato san Pietro commetteva peccato di simulazione dato che chiaramente è scritto che prima non si comportava in tal modo, v.12. Ha dato cattivo esempio ai pagani che non erano più pagani ma cristiani cattolici veri.Che fosse eretico non è vero. Non è scritto da nessuna parte che favoriva gli ebioniti e neanche san Giacomo che aveva inviato costoro. Come neppure san Paolo aveva una corrente sua. Penso sia il caso di sviscerare il fatto:sanPietro, san Giacomo e san Paolo erano cristiani cattolici.San Giacomo a Gerusalemme usa maggiore pazienza con gli usi antichi ma si tratta SOLO di pedagogia. San Paolo dopo la caduta sulla strada di Damasco ha le idee chiare ed è ferreo, come era prima ferreo fariseo, ora è ferreo cattolico, ripudiante ogni ipocrisia. San Pietro fatica a ripudiare gli usi antichi, ci è nato ci è vissuto, spezzare gli schemi mentali non gli è facile tanto che interviene Gesù stesso a costringerlo "prendi e mangia...non sia mai….prendi e mangia...per 3 volte" se ben ricordo. Arrivano dei giudei ebioniti inviati da san Giacomo e che siano ebioniti (non dichiarati ancora come oggi i protestanti e gnostici che si dicono cattolici senza esserlo), infiltrati che non vogliono saperne di cambiare usanze e dichiarare decaduta l'antica alleanza(oggi lo dichiara persino Ratzinger questa stessa eresia) si deduce dal fatto che ritengono la circoncisione indispensabile si parla infatti di circoncisi. Ora il rimprovero di Paolo dice che è il comportamento da stigmatizzare non le idee di Pietro, infatti uno che in assenza di circoncisi mangia coi non circoncisi significa che non dà importanza alla circoncisione,tale idea non ce l'ha (quindi lei non può accusarlo di eresia ma solo di peccato personale pubblico), ma è ipocrita per paura delle parole denigratorie dei circoncisi, ed in presenza di circoncisi eviti i non circoncisi (e Pietro-Giacomo-Paolo sono 3 circoncisi comunque) ed in loro assenza faccia il contrario.Tanto è vero che il rimprovero è : se tu che sei circonciso ti comporti da incirconciso come puoi costringere i non circoncisi a farsi circoncidere? tanto da dare SOLO ora importanza ai soli circoncisi escludendo gli incirconcisi? questa è la traduzione esatta del senso: tu circonciso non dai importanza alla circoncisione giustamente, ma stai dando cattivo esempio. Infatti i circoncisi e gli incirconcisi non sono diversi davanti a Dio, e gli Apostoli non facevano differenza, neanche san Pietro, lo dice al v,12.
RispondiEliminahttp://www.cattoliciromani.com/20-sacra-scrittura/62688-nella-lettera-ai-galati-san-paolo-rimprovera-san-pietro
RispondiEliminaHo parlato di "errore" di san Pietro non di eresia di san Pietro.
Un errore che, se non fosse stato corretto, avrebbe potuto portarlo
all'eresia.
L'ammonizione di san Paolo a san Pietro papa vale come esempio
paradigmatico per situazioni simili, anche se più gravi.
E' lecito rimproverare pubblicamente il superiore se predica
l'errore, di qualsiasi tipo. Ammonirlo, quindi. Mi sembra lo
dica anche san Tommaso.
Nel caso di Bergoglio, noi che lo critichiamo siamo ormai convinti
che si stia comportando da eretico. E glielo si dice, nella
famosa Lettera Aperta.
Però riconosciuto formalmente come eretico ancora non è e non può essere.
Finché non interviene una autorità ecclesiastica competente.
Infatti la Lettera Aperta accusa il papa ma nello stesso tempo esorta
i vescovi ad esaminare l'accusa e ad ammonire il papa, ove l'accusa fosse
considerata da loro valida.
Alla fine molti in silenzio, disgustati, si allontaneranno, tra questi una parte lascerà poi ogni devozione e lettura privata, altri continueranno a pregare e formarsi da soli. La chiesa non si svuoterà, nuovi frequentatori e tra gli ingenui e tra i corrotti, affluiranno sempre. E' illusorio credere che tizio e caio escono, allora usciranno tutti. I tiepidi affluiranno sempre tanto più che si richiederà per partecipare solo l'obolo, ovvero la quota di partecipazione al club religioso. Un po' come la Germania materialista: frequenza 0,001, colletta euri a valanga verso sud-America, appunto.
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