Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 1 aprile 2013

L'«odore delle pecore» e il «profumo di Cristo». Gli «unti» dell'AT e l'Unto, cioè il Messia...

Il sacerdozio di Aronne è tramontato.
Ora abbiamo un Sommo Sacerdote nei cieli.
Il memento qui su, in rosso, in reazione a quanto emerge da questo inedito Giovedì Santo, che commento di seguito. Aggiungo il link ad un testo dedicato ai Sacerdoti per ricordare la loro 'unzione' da non banalizzare, né equivocare, né rinnegare. Mai! [qui]

I brani sotto riportati, tratti dall'Omelia della Messa del Crisma officiata lo scorso Giovedì Santo, meritano sottolineature ineludibili. Approfondisco qui innanzitutto il tema dell'"unzione" e, di seguito, le implicazioni di tutte le suggestioni vetero-testamentarie, che lo accompagnano:
« ... Il sacerdote che esce poco da sé, che unge poco - non dico “niente” perché, grazie a Dio, la gente ci ruba l’unzione - si perde il meglio del nostro popolo, quello che è capace di attivare la parte più profonda del suo cuore presbiterale. Chi non esce da sé, invece di essere mediatore, diventa a poco a poco un intermediario, un gestore. Tutti conosciamo la differenza: l’intermediario e il gestore “hanno già la loro paga” e siccome non mettono in gioco la propria pelle e il proprio cuore, non ricevono un ringraziamento affettuoso, che nasce dal cuore. Da qui deriva precisamente l’insoddisfazione di alcuni, che finiscono per essere tristi, preti tristi, e trasformati in una sorta di collezionisti di antichità oppure di novità, invece di essere pastori con “l’odore delle pecore” - questo io vi chiedo: siate pastori con “l’odore delle pecore”, che si senta quello -; invece di essere pastori in mezzo al proprio gregge e pescatori di uomini. È vero che la cosiddetta crisi di identità sacerdotale ci minaccia tutti e si somma ad una crisi di civiltà; però, se sappiamo infrangere la sua onda, noi potremo prendere il largo nel nome del Signore e gettare le reti. È bene che la realtà stessa ci porti ad andare là dove ciò che siamo per grazia appare chiaramente come pura grazia, in questo mare del mondo attuale dove vale solo l’unzione - e non la funzione -, e risultano feconde le reti gettate unicamente nel nome di Colui del quale noi ci siamo fidati: Gesù...»
È un inno all'unzione sacerdotale e dice cose verissime e affascinanti e anche 'toccanti' e coinvolgenti dal punto di vista esistenziale, concludendo col gettare le reti nel nome del Signore. Purtroppo, però, centra l'attenzione sull' "odore delle pecore", mentre il sacerdote dovrebbe portar loro il buon "profumo di Cristo" perché è quello che lo muove innanzitutto verso Dio e poi, di conseguenza, da Dio verso gli uomini. Invece qui sembra doversi cogliere la direzione inversa: il sacerdote che impara dalle pecore. E si assume e porta su di sé il loro "odore", non come ha fatto Cristo Signore sulla Croce, ma lo fa con l'immagine del sommo sacerdote e dell'Ephod con i simboli delle tribù (vedi il seguito)... Certo, la realtà problematica delle periferie (come quella di ogni altro luogo in cui il Sacerdote si trova a farsi portatore del Signore e della sua grazia) deve interpellarlo e dunque attivare la parte più profonda del suo cuore sacerdotale; ma senza il buon "profumo di Cristo Signore" - frutto del profondo rapporto sponsale con Lui e dell'Adorazione - l'odore delle pecore rimarrebbe tale e potrebbe confondere. E qui ci soccorre l'Apostolo Paolo: « Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero! Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono » (2 Cor. 2, 14-15).

Per non parlare del "ringraziamento affettuoso delle pecore", la cui mancanza sarebbe all'origine della insoddisfazione e della tristezza del sacerdote, dato sentimentale che mette appunto il 'sentimento' al centro e non la realtà ontologica della santificazione, uno dei tre munera del sacerdote e che risulta dunque riduttivo della realtà profonda e pregnante della sua alta funzione. Il sacerdote gioisce nel vedere le pecore accogliere la grazia ed esserne trasformate cioè nel vedere lo Spirito all'opera nelle persone, che ne riceva o meno umana gratificazione; importante, certamente, ma non determinante per chi ha la maturità e la consapevolezza del proprio ministero. La vera ricompensa sta nella gioia e nella pace che vengono dall'aver fatto la volontà di Dio, non nella soddisfazione dei "ringraziamenti affettuosi", che di certo umanamente aiutano ma non fondano un bel niente.

Molto significativo il richiamo alla insoddisfazione di alcuni, che "finiscono per essere tristi, preti tristi" e trasformati in una sorta di collezionisti di antichità oppure di novità. Appare una chiarissima ricerca di equilibrio e di verità. Infatti, non sono l'antichità o la novità in se stesse che possono salvare e dunque, mettervi l'accento unilateralmente, potrebbe portare fuori strada. Occorrerebbe tuttavia decifrare esattamente cosa intende per antichità e novità.

Francesco centra quello che potrebbe essere effettivamente un problema, se col termine antichità usato in maniera spregiativa, intende l'attaccamento alla sola esteriorità dell'Antico Rito: nostalgie estetizzanti anziché rispetto e amore per la sostanza che il Rito contiene, custodisce e veicola. Oppure intende riferirsi ad aspetti della Tradizione fissisti, dai quali non venga estratto il succo che il loro spessore e la loro saporosa sapienza contiene.

Così come centra il problema opposto della ricerca di novità fine a se stessa (sia nella ritualità che nella dottrina e nel comportamento) nell'illusione che tutto il passato sia obsoleto superato e da buttar via.
Messa questi termini non abbiamo difficoltà a seguirlo. Ma occorrerà che questi dati fondamentali siano ulteriormente specificati. Occorre darci il tempo perché ce lo espliciti.

Ed ora, le suggestioni vetero-testamentarie:
« ... Le Letture, anche il Salmo, ci parlano degli “Unti”: il Servo di Javhè di Isaia, il re Davide e Gesù nostro Signore. I tre hanno in comune che l’unzione che ricevono è destinata a ungere il popolo fedele di Dio, di cui sono servitori; la loro unzione è per i poveri, per i prigionieri, per gli oppressi… Un’immagine molto bella di questo “essere per” del santo crisma è quella del Salmo 133: «È come olio prezioso versato sul capo, che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste» (v. 2). L’immagine dell’olio che si sparge, che scende dalla barba di Aronne fino all’orlo delle sue vesti sacre, è immagine dell’unzione sacerdotale che per mezzo dell’Unto giunge fino ai confini dell’universo rappresentato nelle vesti.
Le vesti sacre del Sommo Sacerdote sono ricche di simbolismi; uno di essi è quello dei nomi dei figli di Israele impressi sopra le pietre di onice che adornavano le spalle dell’efod dal quale proviene la nostra attuale casula: sei sopra la pietra della spalla destra e sei sopra quella della spalla sinistra (cfr Es 28, 6-14). Anche nel pettorale erano incisi i nomi delle dodici tribù d’Israele (cfr Es 28,21). Ciò significa che il sacerdote celebra caricandosi sulle spalle il popolo a lui affidato e portando i suoi nomi incisi nel cuore. Quando ci rivestiamo con la nostra umile casula può farci bene sentire sopra le spalle e nel cuore il peso e il volto del nostro popolo fedele, dei nostri santi e dei nostri martiri, che in questo tempo sono tanti!
Dalla bellezza di quanto è liturgico, che non è semplice ornamento e gusto per i drappi, bensì presenza della gloria del nostro Dio che risplende nel suo popolo vivo e confortato, passiamo adesso a guardare all’azione. L’olio prezioso che unge il capo di Aronne non si limita a profumare la sua persona, ma si sparge e raggiunge “le periferie”. Il Signore lo dirà chiaramente: la sua unzione è per i poveri, per i prigionieri, per i malati e per quelli che sono tristi e soli. L’unzione, cari fratelli, non è per profumare noi stessi e tanto meno perché la conserviamo in un’ampolla, perché l’olio diventerebbe rancido … e il cuore amaro.
Il buon sacerdote si riconosce da come viene unto il suo popolo; questa è una prova chiara. Quando la nostra gente viene unta con olio di gioia lo si nota: per esempio, quando esce dalla Messa con il volto di chi ha ricevuto una buona notizia.»
Resto estraniata da due elementi.
  1. Innanzitutto dal fatto che Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Dio, è messo sullo stesso piano degli unti di Israele e il suo Sommo Sacerdozio - che appartiene alla maniera di Melchisedec ed è quello officiato come Figlio, Verbo Incarnato Morto Risorto Asceso al cielo per noi - è messo sullo stesso piano di quello di Aronne, definitivamente tramontato, che è quello del Sommo Sacerdote (nominando persino l'ephod col simbolo delle dodici tribù che egli porta sul petto, mentre il nostro Signore ci mostra il Suo Cuore trafitto per noi!) e quindi pone l'enfasi sui simboli del popolo dell'Antica Alleanza, cioè di colui che ha condannato il Signore  e di coloro che lo hanno rifiutato e che ancora lo rifiutano. 
  2. Inoltre la "bellezza di quanto è liturgico" appare rapportata unicamente a questi simboli, mentre siamo in molti ad essere sconcertati e sgomenti di fronte alla sciatteria e al pauperismo delle attuali Liturgie.
Di certo l'immagine biblica è suggestiva e rende anche l'idea di una dinamica che trasporta, tocca le corde del sentimento e trasmette con efficacia la realtà prodotta dall'unzione
Tuttavia la prima riflessione che mi suscita è che la nostra "unzione", indelebile, l'abbiamo ricevuta nel Battesimo e ci inserisce nella Chiesa e in famulos (tra i familiari) del Signore, nel Figlio diletto. In virtù di questo, la partecipazione alla Santa Messa ci dona le grazie indicibili che scaturiscono dall'Unico Sacrificio ri-presentato al Padre e dalla comunione col Corpo Sangue Anima e Divinità del Signore ora glorioso, identificato non solo col Servo di JHWH, ma anche con l'Universorum Rex!

Me lo dite voi che se ne fanno le pecore dell'unzione del re Davide e di quella di Aronne, quando quello che le salva è solo e unicamente il Sangue Prezioso di Cristo? È vero che Egli viene da quella Storia di Salvezza, ma è altrettanto vero che l'ha portata a compimento. Il che significa che l'ha oltrepassata e ci porta oltre, con Lui, nella Creazione Nuova da Lui inaugurata. E che la Sua unzione completa e supera quella degli altri unti d'Israele: Egli è l'Unto, cioè il Messia, nella Persona del Verbo Incarnato Morto e Risorto per la nostra salvezza.

Inoltre, Bergoglio parla dell'olio che, oltre alla persona del sacerdote: Aronne (!?), raggiunge anche le periferie:
la sua unzione è per i poveri, per i prigionieri, per i malati e per quelli che sono tristi e soli.
Ma cosa dice? E dov'è qui la Redenzione? È solo quando siamo liberati dalla schiavitù del peccato guadagnataci a caro prezzo dal Signore nostro che, attraverso la grazia santificante del Suo Spirito, che non cessa di animare la sua Chiesa fin dalla Pentecoste, che siamo capaci di vere opere di misericordia sia corporali che spirituali, come queste evocate.

Che significa entrare nella "unzione con l'olio di gioia"? Che roba è? Di certo mi si può dire che è l'effetto - non sempre sensibilmente avvertibile ma che dispiega la sua azione liberante e trasformante - che ha su ogni pecora e sull'intero gregge il lavacro del Sangue di Cristo che ci introduce anche nella Risurrezione. Ma perché non chiamarlo col suo nome e tirar fuori tutte queste suggestioni vetero-testamentarie? Esse ci mostrano un suggestivo 'parallelo', ma mi sembra che non mettano in luce l'unicità del Signore.

Della Croce e del Sangue Prezioso di Cristo il nuovo papa ha parlato con fermezza altrove... ma qui il discorso è monco, soprattutto in riferimento alla Messa, all'Adorazione, e all'Opera di Cristo Gesù, da cui, unicamente, può scaturire il servizio che ne è conseguenza. E, poi, il Papa non è solo il "papa dei poveri e delle periferie" - intese sia in senso geografico che esistenziale, sia sociologico che spirituale - è il Papa di tutti: "pasci le mie pecore" (i Sacerdoti) e "pasci i miei agnelli" (i fedeli). Che poi si debba occupare con particolare premura della pecora ferita e di quella smarrita, benissimo. Ma le altre, chi le "conferma"? E coloro che non fanno ancora parte del gregge e che il Signore non lo conoscono?
Maria Guarini

81 commenti:

Cesare Baronio ha detto...

L'anima di un poveraccio che vive nelle bidonville, di un galeotto pluriassassino, di una prostituta contano di più dell'anima di un ricco, di un docente universitario, di un imprenditore, di un politico, di un prelato?

E' quello che si ricava dal mantra bergogliano, dai suoi modi, dal suo abbigliamento, dalle sue parole.

Questo non solo non si vuole riconoscere come Vicario di Cristo e Successore del Principe degli Apostoli, ma nemmeno come Vescovo dell'Alma Urbe: si presenta come uno scalcagnato sacerdote incaricato della pastorale dei circensi, dell'apostolato nelle carceri, e forse nemmeno di quello.

Povertà estrema nei contenuti teologici e morali; assenza di vis oratoria; sermoni fatui tenuti a braccio, senza alcunché di spirituale e di toccante. Solo il trito ciarpame sessantottino e conciliare, ormai indigesto ai più.

E intanto Sua Santità Benedetto XVI vive nella reclusione di Castelgandolfo, dove assiste ogni giorno alla sistematica distruzione di quanto egli ha fatto durante il suo Pontificato...

Che tristezza...

Un cattolico ha detto...

Tirate pure il Papa per la tonaca; sappiate che non è un personaggio facilmente manipolabile. Già aveva affermato, tempo fa: «La persecuzione è un evento ecclesiale della fedeltà; a volte è frontale e diretta; altre volte occorre saperla riconoscere quando è ammantata da quell’apparenza pseudoculturale con cui ama presentarsi in ogni epoca, nascosta dietro la laica “razionalità” di un sedicente “senso comune” delle cosiddette persone normali e civili. Le forme sono molte e differenti, però ciò che sempre scatena la persecuzione è la follia del Vangelo, lo scandalo della Croce di Cristo, il fermento delle Beatitudini. Inoltre, come nel caso di Gesù, di Stefano e di questa grande “nube di testimoni”, i metodi furono e sono gli stessi: la disinformazione, la diffamazione, la calunnia, per convincere, far avanzare e – come ogni opera del Demonio – far sì che la persecuzione cresca, contagi e si giustifichi fino al punto di sembrare ragionevole».

Anonimo ha detto...

"Un cattolico",

ha per caso provato a chiedersi se le mie riflessioni non contengano interrogativi e perplessità dettate dal 'sensus fidei' cattolico piuttosto che "persecuzione"?

Ha argomenti da controbattermi che possano (lo vorrei tanto) farmi capire che mi sono sbagliata?

Chi sono i "perseguitati"?
Coloro che difendono la Fede ricevuta nella e dalla Chiesa o coloro che la stanno sovvertendo, o almeno così appare se non ci chiariscono meglio?

Riesce a distinguere la "pseudocultura" dalla Fede? E la demagogia travestita da follia del Vangelo?

Certo, coi tempi che corrono, io stessa ho tanti scrupoli e la mia fede è messa alla prova. Ma non credo che la risposta sia né nel pauperismo né nell'archeologismo: sono -ismi, appunto, cioè ideologie...

La vera follia del Vangelo non ingabbia nelle ideologie, ma libera responsabilmente, orientando rettamente.

Luisa ha detto...

"Un cattolico" ha ripreso un articolo di Mangiarotti leggibile da Raffaella, riporto anch`io qui il mio commento.
Mangiarotti scrive anche:

"A noi piace la Chiesa «cattolica», certi che ha nel Papa il suo fondamento, e i cui gesti, pur se a volte così diversi dal nostro immaginare, vanno capiti per quello che egli stesso indica, e non per i gusti e le pruderies di certi commentatori."

E che cosa devo capire da tutti i gesti che Papa Bergoglio ha fatto, che vanno tutti nello stesso senso, se lui stesso non li spiega ma li impone?

Le "pruderies" di certi commentatori, però diciamo la verità: Papa Bergoglio ci mette molto del suo per alimentare "i gusti" dei vari commentatori.
Un Papa che non vuol chiamarsi Papa, che rifiuta i simboli esteriori del suo essere Papa, e lo fa subito, che porta la sua croce e il suo anello da vescovo, che non abita la casa del Papa, che innova durante il Triduo Pasquale continuando quel che aveva l`abitudine di fare in Argentina, e poco importa se passa un messaggio banalizzatore e non conforme al Vangelo e a quel che prevedono le norme della Chiesa, un Papa che, ammiccando i giornalisti, dice loro che vuole una Chiesa povera per poveri, ma dimentica in quella circostanza di evocare la povertà spirituale che deve essere la sua maggiore preoccupazione, perché per i poveri materialmente la Chiesa già fa molto e da tempo, non esagero, credo, se dico che
questo Papa con i suoi gesti sta alimentando la "francescomania", la "francescolatria" e lo sa benissimo.

Certo non è colpa sua se i media stanno facendo di lui una star e lo fanno contrapponendolo a Benedetto XVI, è vero che è facile cercare e trovare su internet, frasi da lui dette, liturgie da lui celebrate, gesti da lui fatti che raggelano chi dal Papa aspetta di essere confermato nella fede cattolica , che aspetta dal Papa il sommo amore e rispetto per la sacra Liturgia, ma Jorge Betgoglio ha accettato di diventare Papa per TUTTI i cattolici, che lo voglia o meno è il Papa, la sua umiltà così esaltata sarà messa a dura prova e solo i fatti ci mostreranno se è vera umiltà, se accetterà di essere il Papa anche in ciò che sembra infastidirlo e annoiarlo, se capirà che la sua priorità è quella dì confermarci nella nostra Fede, di salvaguardare e trasmettere il Tesoro della Fede che Cristo ha affidato alla sua Chiesa.
Facendolo non potrà che indisporre chi, in questo momento, sta esaltandolo.


Parallelismi? ha detto...

François Hollande ha deciso di lasciare l'Eliseo « ricco di storia ma non adatto ad esercitare il potere nel XXI secolo, trasferendosi in una nuova residenza ... considerata un centro moderno, reattivo, efficace, spogliato del fasto e volto verso l'avvenire piuttosto che verso il passato »

don Camillo ha detto...

si presenta come uno scalcagnato sacerdote incaricato della pastorale dei circensi, dell'apostolato nelle carceri, e forse nemmeno di quello.

Baronio mi pare proprio che questi suoi giudizi sprezzanti, per tante ragioni, siano assolutamente fuori luogo. La moralità e la rettitudine dei costumi che Bergoglio ha avuto in tutto il suo ministero DEVE essere di esempio per tutti i sacerdoti, specie per coloro che amano la liturgia tradizionale.

Una purificazione era necessaria anche se personalmente avrei iniziato a riformare prima altre cose, ma una cosa è CERTA "le radici profonde non gelano".


Per concludere dopo le delusione che ho ricevuto da B16, sto imparando a mantenermi molto distaccato da tutto, quel che conta per me è solo una cosa la Lex orandi, lex credendi DI SEMPRE, perchè dopo un Papa ne viene sempre un altro!!

Anonimo ha detto...

Lex orandi Lex credendi....

esatto:
allora, in una celebrazione del Giovedì Santo dove di proposito -da parte di un "pontefice", (o vescovo, idem esito "didattico") si è calpestata e oscurata la figura di Gesù Cristo quale Sommo ed eterno Sacerdote, e mortificata-cancellata-(ridotta a servizio umanitario-sociale) l'istituzione del Sacerdozio da Lui partecipato agli Apostoli, che specie di chiesa ha agito e insegnato sulla "scena" del mondo ?
quale figura di VICARIO di Cristo è stata "donata" al mondo ?

let it be ha detto...

non è manipolabile ?

ahh .... ma ceerto, indubbiamente !
lui NO, che non lo è !!

e proprio qui è la tragedia, su cui tantissimi si stanno accecando con le proprie mani : che sarà LUI il bergoglioso personaggio (finto umile che abbassa Cristo sotto i piedi di atei e pagani), sarà lui, appunto -falso debole, vero arrogante (celato)- nel suo bieco disprezzo delle sacre insegne pontificali e del Sacerdozio Eterno di Cristo NON-celebrato nel Giovedì Santo, col suo armamentario e frasario mellifluo e mistificatore, sarà lui a MANIPOLARE le masse, incantate come bambinoni ai quali vengono regalati nuvoloni di ZUCCHERO filato, che imbottirà le loro anime e coscienze, SVUOTANDOLE fatalmente della sostanza del cattolicesimo: Dogmi e Sacramenti rettamente intesi e amministrati/ricevuti !

spaventoso è vedere come tanti gonzi abbocchino all'esca del buonismo/pauperismo/ caramelloso e narcotizzante, mentre il grande incantatore DERUBA le pecore intontite della vera Fede di sempre !

Anonimo ha detto...

Una purificazione era necessaria anche se personalmente avrei iniziato a riformare prima altre cose, ma una cosa è CERTA "le radici profonde non gelano".

Sì?

Attenzione al permafrost :(

E cerchiamo di non confondere purificazione e rinnovamento, sempre auspicabili, con aggiornamento di roncalliana memoria che è, invece, rifondazione!

Anonimo ha detto...

Don Camillo, tu che sei un sacerdote, come ti senti interpellato dalle suggestioni giudaiche dell'unzione bergogliana?
E' purificazione o archeologismo (o forse altro, Dio non voglia?)

Anonimo ha detto...

LA MODERNITA' NON SOPPORTA L'IMMACOLATA

LA CHIESA NASCE DAL SACERDOZIO DI CRISTO PARTECIPATO AGLI APOSTOLI

http://radicatinellafede.blogspot.it/
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* L'ecumenismo è il nemico dell'Immacolata
(S.M. Kolbe)

* in una celebrazione del Giovedì Santo dove di proposito si è calpestata e oscurata la figura di Gesù Cristo quale Sommo ed eterno Sacerdote, e mortificata-cancellata-(ridotta a servizio umanitario-sociale) l'istituzione del Sacerdozio da Lui partecipato agli Apostoli, che specie di chiesa ha agito e insegnato sulla "scena" del mondo ?

Luisa ha detto...

"specie per coloro che amano la liturgia tradizionale."

Ma per favore!
Sono anche, se non sopratutto, coloro che sono legati alla Liturgia tradizionale che hanno motivo di inquietarsi, ma in fondo dovrebbero temere tutti coloro che amano la Liturgia ben celebrata.
Purtroppo il passato di papa Bergoglio e quel che ci ha dato da vedere non può calmare le apprensioni.
La benedizione urbi piuttosto che orbi di ieri, così trascurata e affrettata è stata veramente un colpo al cuore.

Cesare Baronio ha detto...

Reverendo don Camillo,

io non affermo che Bergoglio sia uno scalcagnato sacerdote, ma che dal suo atteggiamento egli appare tale.

Non mi permetto di giudicare le intenzioni, né di esprimere condanne morali: mi limito a far notare i modi in cui l'apparenza si discosta dalla sostanza.

Che poi, nel sacello della sua coscienza, Bergoglio sia la quintessenza della Tradizione e dell'Ortodossia Cattolica, non può che rassicurarmi; ma l'Aquinate ci insegna agere sequitur esse e mi pare che tutte le espressioni di questo agere siano difformi da quel che ci si dovrebbe attendere dal Sommo Pontefice.

L'augusto recluso di Castel Gandolfo, pur con tutti i distinguo, appare più Papa di quanto non tenga a mostrarsi il suo presunto successore: vien da chiedersi se questa riluttanza ad attribuirsi le insegne e i titoli di Vicario di Cristo non sia motivata dalla consapevolezza - o magari anche solo dal dubbio - che il predecessore sia ancora in carica...

Anonimo ha detto...

inviterei a leggere sinotticamente l'omelia di p. Cantalamessa (ven. santo) e quella del papa (veglia pasquale) e meditare...

lister ha detto...

"Resto estraniata da due elementi..."
Mic, tu hai usato un termine politically correct. Io resto rest sempre più in.....to da ogni "elemento" che questo non-Papa tratta con una sicumera che si fa beffe di quelli (il popolo bue) che non entrano nel merito di quanto afferma ma si beano dei suoi modi ed atteggiamenti neopauperisti.
Eh sì, Baronio, il popolo bue, ubriaco di ideologia socialcomunista sessantottina, si delizia del modus operandi di Vescovo(!) Francesco e chisseneimporta se i suoi discorsi sono poveri di contenuti teologici e morali o se non c'è vis oratoria e chisseneimporta della esecrabile mistione Davide-Aronne-Gesù Cristo o di cosa significa "unzione con l'olio di gioia".
L'importante, Luisa, è che i media facciano di lui una star: ogniqualvolta appare alla finestra -anche oggi- c'è una folla oceanica ad applaudirlo.

Caro don Camillo, ne dobbiamo aspettare un altro ed ancora un altro ed ancora un altro...?

Amicus ha detto...

Dunque: prima mi ricordo di questo passo di un'intervista al card. Hummes, buon amico del 'Vescovo (Papa) di Roma' Bergoglio:
[Q:] In what sense is reform necessary?
[Cardinal Hummes:] Not just of the Curia, but many other things: our way of celebrating ["fazer", lit. "making", "doing"] mass, of doing evangelization, this new evangelization needs new methods.
(http://rorate-caeli.blogspot.com/2013/03/popes-greatest-friend-and-most.html)

Poi, vedo un po' in ritardo il ditirambo di Kiko Arguello nei confronti di Papa Bergoglio:
“È sempre stato molto vicino al Cammino ed a noi iniziatori ha sempre dimostrato il suo affetto ed espresso il suo appoggio. In varie occasioni ha presieduto celebrazioni delle comunità neocatecumenali di Buenos Aires, come l’eucarestia del XL anniversario, nel 2008”.
(http://www.agenziasir.it/pls/sir/v4_s2doc_text.autenticazione?macrotema=1&tema=1&oggetto=257902&lingua=3&target=1&rif=&rif1=).

E mi viene un pensiero inquietante: e se il 'Vescovo (Papa) di Roma' Bergoglio, come "intervento nel modo di celebrare la Messa", avesse in mente come modello la liturgia neokat a livello universale? Anche perché, tra tutti e due (Bergoglio e Kiko), di hannukkah se ne intendono...

don Camillo ha detto...

Don Camillo, tu che sei un sacerdote, come ti senti interpellato dalle suggestioni giudaiche dell'unzione bergogliana?

Mic, per il momento il tutto, IL TUTTO proposto da Bergoglio mi lascia del tutto indifferente. Anche perchè questo tutto può essere interpretato in modi differenti. Qui vedo solo un modo!

Ho apprezzato molto il cambio della "Stella" nello scudo, ne volevo fare un resoconto dettagliato in un post, ma dopo che mi hai tolto due post pubblicati (uno di una certa importanza a mio avviso, uno un po' più ironico ma interessante per alcuni risvolti) non mi ci metto più a perder tempo per scrivere.

Il primo step interessante sarà la sua presa di possesso a San Giovanni. Il Suo Pontificato è un rimarcare vivente di essere IL Vescovo di Roma, vediamo cosa intende fare a questo punto per la sua Diocesi... secondo la stragrande maggioranza del clero romano, non parte bene solo perchè ha molto "valorizzato" la figura di Vallini che ha prostrato molto TUTTI a cominciare dalle casse del Vicariato...

Deve risolvere a Roma la questione "neo-catecumenale". Dice di amare la periferia ma grazie alla reggenza GP2 e B16, tutte le periferie specie il settore SUD sono infestate tutte da loro.

E molto altro.

Aspettiamo e vediamo.

Anonimo ha detto...

L'augusto recluso di Castel Gandolfo, pur con tutti i distinguo, appare più Papa di quanto non tenga a mostrarsi il suo presunto successore: vien da chiedersi se questa riluttanza ad attribuirsi le insegne e i titoli di Vicario di Cristo non sia motivata dalla consapevolezza - o magari anche solo dal dubbio - che il predecessore sia ancora in carica...

Non credo che sia questo, Baronio.
Io ci vedo qualcosa d'altro... lo sto scrivendo per il prossimo articolo.

Anonimo ha detto...

Deve risolvere a Roma la questione "neo-catecumenale". Dice di amare la periferia ma grazie alla reggenza GP2 e B16, tutte le periferie specie il settore SUD sono infestate tutte da loro.

La questione neocatecumenale è solo la punta di un iceberg che ha potuto e può ancora proliferare grazie alla incapacità di sacerdoti e vescovi modernisti (e la conseguente ignoranza di molti fedeli) non solo di condannare ma soprattutto di riconoscere le eresie.

Arrivati a questo punto, restano poche speranze, se l'aria che tira è quella che abbiamo cominciato a respirare.

Anonimo ha detto...

E mi viene un pensiero inquietante: e se il 'Vescovo (Papa) di Roma' Bergoglio, come "intervento nel modo di celebrare la Messa", avesse in mente come modello la liturgia neokat a livello universale? Anche perché, tra tutti e due (Bergoglio e Kiko), di hannukkah se ne intendono...

da quel che ci ha fatto vedere finora, potrebbe aver in mente tutto e il contrario di tutto.
L'unica cosa che appare purtroppo chiara è che la Liturgia, fonte e culmine della Fede, non rientra tra le sue priorità. Anzi, dalla trascuratezza che mostra non appare in linea con la lex orandi lex credendi...oppure mostra una lex credendi in linea solo con la fede conciliarista.

Anonimo ha detto...

"la Liturgia, fonte e culmine della Fede, non rientra tra le sue priorità"

Lo abbiamo visto anche con la veglia pasquale ridotta all'osso...si pone domande anche S. Magister.

Anonimo ha detto...

Ottimo post...ma ci vuole fiuto cattolico per fare un'analisi come questa. Ormai la massa del clero e fedeli bada solo alle parole sentimentali che accarezzano le orecchie. Siamo in un conflitto. Chi ci aiuterà? Chi ci guiderà?

Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace - ANGUERA
n°3794
23.03.2013
Amati figli, il futuro sarà segnato da un grave conflitto tra la vera e falsa Chiesa. La Chiesa del Mio Gesù caricherà pesante croce, sofferenza mai provata prima. [...]

Sandra ha detto...

Grazie per aver parlato del profumo di Cristo. Il sacerdote deve portare alle pecore maleodoranti il profumo di Cristo!non che il sacerdote si prenda le puzze delle pecore.Scusi ma molti sacerdoti ce l'anno già questa puzza asfissiante.Ma in Italia i vescovi di cosa si occupano?Di difendere la fede?
Bisogna che Bergoglio capisca anche che noi non siamo un popolo bue gente che ha spento il cervello negli ultimi anni i suoi predecessori con scarpe rosse e croce d'oro ci hanno insegnato il conubio di fede e ragione quindi mi ho un'anima anche io che non appartengo alla periferia e mi sono fatta un mazzo tanto per laurearmi !

don Camillo ha detto...

Mic?

Anonimo ha detto...

Si tratta di rivelazioni approvate...? I contenuti mi sembrano molto cattolici tradizionali e senza sbavature mistico/sentimentali.
Sono molto forti

Anonimo ha detto...

Mic?

Le vedo anch'io le responsabilità di Benedetto XVI, ma trovo il modo di esprimermi con rispetto.

bernardino ha detto...

L'anima di un poveraccio che vive...(di Cesare Baronio)...

CHE TRISTEZZA CESARE.....
Ma siamo sicuri che sulla Sistina sia sceso lo Spirito Santo?

Dopo Pio X - Pio XII - dopo 2000 anni, che tristezza....

Bernardino

Anonimo ha detto...

Si tratta di rivelazioni approvate...? I contenuti mi sembrano molto cattolici tradizionali e senza sbavature mistico/sentimentali.
Sono molto forti


L'accenno alle rivelazioni private lo facciamo sempre 'di striscio', perché abbiamo le nostre fonti cui nutrirci e non focalizziamo la nostra attenzione su di esse.

bernardino ha detto...

Caro don Camillo, perche' i Papi ed i vescovi, fino al 1958 non hanno forse amato la Liturgia Tradizionale? e non sono forse stati d'esempio a tutti i sacerdoti?
Oppure non e' stato il C. Vat.II
con le sue riforme catastrofiche a distruggere il tutto.
Mi sai fare qualche nome che ha messo in discussione la FEDE? Puoi accusare il passato di tutto meno che di tradimento alla Fede.
Si e' messo in discussione la Fede
dal quel concilio pastorale e di aggiornamento, che non si sa cosa voleva, ed oggi si vedono i guasti dove hanno portato.
Anche ad un papa che non vuole essere chiamato Papa o Vicario di Cristo.... Quanto potrei continuare
ma a che serve?
bernardino

Anonimo ha detto...

Dunque Bernardino & C.

abbiamo espresso i nostri timori che, finché non saranno confermati, tali restano.

Credo che, oltre ai timori, dovremo tirar fuori delle soluzioni, che non dipendono da noi nella realizzazione, ma non possono vederci succubi come ai tempi della infausta riforma liturgica.

Piuttosto mi preoccupa il silenzio (prudente o cosa?) di sacerdoti e vescovi.

Quanto alla discesa dello Spirito Santo sulla Sistina, non possiamo aver dubbi. Semmai resta da vedere se e quanti vi abbiano resistito...

Ma quello di cui dobbiamo esser certi è che il Signore può servirsi anche di eventi apparentemente o evidentemente negativi. Dobbiamo chiedergli luce per saperli leggere, fortezza per non fuggire la realtà o rifugiarci in una realtà alternativa, grazia per agire (o resistere) rimanendo fondati nella Sua volontà.

Anonimo ha detto...

Di fatto, dopo le dimissioni di Benedetto XVI, almeno sono cadute molte maschere.

Almeno la lotta, che non è mai cessata, sarà prevedibilmente a carte scoperte.
Di certo più dura, ma non saremo soli. Intanto perché il Signore non ci abbandona e, poi, chiediamogli pastori secondo il Suo cuore...

bernardino ha detto...

Mic. - I timori della Beata Emmerich, di Pio XII sulla 3 guerra mondiale spirituale e sui timori di Fatima sono venuti fuori e sono stati fatali fino ad oggi.
Chissa' cosa ci sta' preparando ancora per il domani l'Onnipotente?
Oppure vogliamo mettere in dubbio la potenza del Signore?

bernardino

bernardino ha detto...

Si Mic. e' quello che mi preoccupa.

bernardino

Anonimo ha detto...


"Quanto alla discesa dello Spirito Santo sulla Sistina, non possiamo aver dubbi. Semmai resta da vedere se e quanti vi abbiano resistito..."

E se invece lo Spirito Santo avesse preferito starsene fuori dalla Sistina, un pò come quel gabbiano sul comignolo della Cappella?
P.

don Camillo ha detto...

Su Francesco invece si può dire di tutto?

Il nostalgismo di Baronio è grottesco.

don Camillo ha detto...

Anche ad un papa che non vuole essere chiamato Papa o Vicario di Cristo.... Quanto potrei continuare
ma a che serve?


Bernardino, ma come faccio a risponderti!? Ma a noi delle "turbe" di Francesco che rifiuta di chiamarsi papa in terza persona che ce ne importa? Se ha scorciato una veglia Pasquale quale è il problema? Se ha rifiutato di fare teatrino nel dire "Buona Pasqua" in 100 e passa lingue, che tragedia è?

don Camillo ha detto...

Caro don Camillo, perche' i Papi ed i vescovi, fino al 1958 non hanno forse amato la Liturgia Tradizionale?

No, non l'hanno amata... visto che Pio XII ha sfasciato già nel 1953 il Sabato Santo che ha portato alla naturale evoluzione della passata Veglia a San Pietro.

Anonimo ha detto...

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350489

perplessità di s. magister

bernardino ha detto...

Caro don Camillo, il Papa deve fare il Papa - il Vescovo deve fare il vescovo ed i Sacerdoti devono essere e fare i Sacerdoti. Ognuno ha il suo compito ben preciso che il Giovedi Santo ha dato e raccomandato Gesu'.
Non puo' fare ognuno cio' che vuole a suo piacimento. Questo e' anche tradire il Vangelo.
Ti ripeto ancora una volta che Gesu' ha detto che il primo e massimo dei Comandamenti e' AMA IL SIGNORE DIO TUO etc. etc. ed il secondo e' simile al primo (non uguale) ama il prossimo tuo come te stesso. - Non cambiamo il Vangelo girandolo sottosopra.
- secondo: Il Sabato santo del 1953
e' la pressione che gia' veniva da decenni dalle curie, dai sacerdoti etc. etc. e che Pio XII non ha potuto evitare.
Rileggiamo bene quel periodo, la Chiesa era gia' in subbuglio di rinnovamento. Non dimentichiamo la pressione che ha provato a fermare sia Pio X che Pio XII, ecco perche' Papa Pacelli ha parlato di una prossima guerra spirituale, era gia' nell'aria. Oggi si vedono i risultati.
bernardino

Anonimo ha detto...

Il papa deve rappresentare Gesù Cristo, lo disse anche papa Giovanni:

http://www.youtube.com/watch?v=RFB0-WOpnHQ

Anonimo ha detto...

No, non l'hanno amata... visto che Pio XII ha sfasciato già nel 1953 il Sabato Santo che ha portato alla naturale evoluzione della passata Veglia a San Pietro.

Questo è un tuo vecchio pallino. Sarà anche vero, ma la conclusione è semplicistica. Da quel che ricordo la modifica approvata da Pio XII era sperimentale e credo sia morto prima di inquadrarne gli esiti, esplosi col concilio ma soprattutto con il ritorno di Bugnini, la riforma liturgica di Paolo VI e tutto quel che ne è seguito attraverso le applicazioni da parte della corrente egemone che si è ora rinvigorita. Inutile nasconderselo.

Anonimo ha detto...

Ritoccare la settimana santa non fu ritoccare la Messa, non dimentichiamolo!

Anonimo ha detto...

Su Francesco invece si può dire di tutto?

Non si può dire di tutto. Tant'è che non passo decine di messaggi pieni di anatemi, che proprio non è il caso, oltretutto non è il nostro ruolo. E io stessa mi astengo da riflessioni che non sono essenziali, come mi pareva questa sulla quale tu, che sei un sacerdote, stranamente glissi. E me ne dispiace..

Si può dire, con rispetto, quello che ragionevolmente e cattolicamente non solo si PUO' ma si DEVE dire perché tacerlo significherebbe tradire il Signore.
Se poi dovremo ricrederci, sarò la prima e più felice di farlo. Ma realisticamente la vedo un po' dura.

Soprattutto dopo aver appreso che la formazione di Bergoglio si radica nell’insegnamento di Lucio Gera e Rafael Tello, gli esponenti di una “teologia del popolo”, caratterizzata dalla sostituzione della prassi della povertà alla ideologia della rivoluzione armata (sostanzialmente sempre nell'alveo della "teologia della liberazione").

Quando non lo sapevo, potevo anche pensare a mie perplessità. Ora che lo so, mi pare che in quel che si coglie ci sono fondamenti più problematici.

Luisa ha detto...

È veramente straordinaria l`indulgenza di don Camillo per il suo Vescovo (mi sembra di aver capito che è a Roma), quanto stona con la sua violenza verbale contro Benedetto XVI che così tanto mi aveva sconcertato.
Chi si sta esprimendo non lo fa contro la persona di Jorge Bergoglio ma a riguardo degli atti che sta ponendo, tutti in rottura con i suoi predecessori, tutti rivelatori non di umiltà ma di una forte carattere che impone il suo volere.
Veniamo da otto anni con Papa Benedetto, grande teologo e liturgista, che ha saputo parlare alle menti e ai cuori, non conosco Bergoglio come teologo, per il momento da quel che ho ascoltato, resto "sur ma soif", il suo poco interesse per la Liturgia ce lo ha già dato da vedere, la sua benedizione Urbi (et Orbi) l`abbiamo vista, come abbiamo visto con che fretta si toglie da solo la stola, sembra contento solo quando è in mezzo alla gente che lo applaude e lui fa il gesto del pollice in sù...

Anonimo ha detto...

perplessità di s. magister

Le perplessità di Magister le abbiamo espresse anche noi in precedenti articoli e discussioni. Che le tiri fuori anche lui, purtroppo non fa altro che confermarcelo, insieme alle, a volte esplicite a volte tra il "detto e non detto", esternazioni di molti blog esteri sorprendentemente convergenti nei punti dolenti e nei corrispondenti stati d'animo vissuti.

Anonimo ha detto...

...visto che Pio XII ha sfasciato già nel 1953 il Sabato Santo...

Pio XII ci ha lasciato, tra l'altro, la Mediator Dei che condanna l'archeologismo liturgico.
Invece Bergoglio ha lasciato integro il Giovedì Santo?
Due pesi e due misure?

Johannes Climacus ha detto...

Credo che non si possa giudicare il Papa (come nessun'altra Autorità) ma solo i suoi singoli atti pubblici.
E l'unico valido criterio di giudizio può essere la santa Tradizione della Chiesa (quella, appunto, con la "T" maiuscola).
Solo l'oggettiva contrarietà alla Tradizione giustifica un atto (anzitutto interiore) di resistenza al Magistero (la sospensione della nostra adesione sincera), senza violare il IV Comandamento.
Diversamente, si rischia di procedere come i sarabaiti, "squallidissima specie", che "chiamano santo quanto approvano e scelgono, e illecito tutto ciò che a loro non piace" (Regula Magistri, I, 6-9).
Ad oggi, a parte qualche buona omelia (o parte di omelia), gran parte degli atti di Papa Francesco hanno mostrato contrarietà o indifferenza verso la Tradizione, in particolare con riguardo alla solita triade rivoluzionaria (libertà religiosa, ecumenismo, collegialità).

Pax in Maria

Anonimo ha detto...

Diversamente, si rischia di procedere come i sarabaiti, "squallidissima specie", che "chiamano santo quanto approvano e scelgono, e illecito tutto ciò che a loro non piace" (Regula Magistri, I, 6-9).

Sono d'accordo.
Tuttavia a scanso di equivoci e in riferimento all'omelia della Messa del Crisma e alla Lavanda dei piedi, non mi pare questione di "gusti personali" ma di 'sensus fidei'.

Il resto sarà tutto da vedere, mentre i timori espressi sono tutti relativi alla "famosa triade rivoluzionaria" e alla Liturgia, che non è marginale. Il tutto portato allo scoperto inopinatamente anche dall'omelia del Venerdì Santo di Cantalamessa...

Johannes Climacus ha detto...

Cara MIC,
non mi riferivo alla tua analisi dell'omelia della Messa del Crisma, che sottolinea aspetti condivisibili.
Salverei altre omelie, come ad esempio quella della prima Messa con i cardinali (camminare, edificare, confessare ...).
Per il resto, alle immagini suggestive delle "periferie esistenziali" si può replicare con immagini altrettanto suggestive e ben più ortodosse (oltre che consolanti per i veri poveri): Cristo è il centro, e Cristo e nella santa Messa; dove c'è la santa Messa, non ci può essere alcuna periferia, lì è il centro di tutto.

Pax in Maria

bernardino ha detto...

Voglio dire qualcosa che non ha nulla a che vedere con l'articolo in questione:
il giorno 11 marzo, ho cominciato a pregare in modo veramente assiduo, affinche' la Madonna e lo Spirito Santo ponessero la loro mano sulla Santa Chiesa Cattolica, (anche se nella Sistina c'erano 115 cardinali che adoravano la chiesa conciliare) e siccome credevo molto in modo particolare in due porporati dai nomi Malcom Ranjit e Leonard Burke e molto meno in altri, speravo e pregavo. Ma NSGC ha scelto diversamente da me, piccolo granello di sabbia. Se Gesu' ha voluto cosi', Lui sa' il perche' - il tempo ci fara' capire.
Non dimentichiamo mai che un papa ci ha tolto la Santa Messa Sacrificale (Bugnini e tutta la riforma liturgica - poi sappiamo che Bugnini andava dai vescovi e diceva: il papa vuole cosi' - poi andava dal papa e gli diceva: i vescovi vogliono cosi.) (lo posso provare in quanto ho il testo della riforma liturgica di Bugnini acquistata alla Libreria vaticana).
Adesso vediamo, e' andata come e' andata. Il tempo matura tutto, specialmente gli uomini, e speriamo che apra anche occhi ed orecchi.
bernardino

don Camillo ha detto...

Pio XII ci ha lasciato, tra l'altro, la Mediator Dei che condanna l'archeologismo liturgico.
Invece Bergoglio ha lasciato integro il Giovedì Santo?
Due pesi e due misure?


Sì direi piuttosto che Pio XII ha aperto le porte alle ambiguità liturgiche.

Circa poi il Sabato Santo non direi che è un "mio pallino" (un po' stucchevole il tuo disprezzo) visto che per esempio e giustamente a Trinità dei pellegrini quest'anno si è fatto il rito pre-riforma di Pio XII; e poi ti ricordo per l'ennesima volta che le riforme di Pio XII NON erano più facoltative ma obbliganti dal 1956 in POI!

Perchè è più tradizionale che il Papa lavi i piedi a 12 Cardinali e non a 12 poveri? I base alla Tradizione romana è stato più "antico" Francesco che B16.

Circa poi alla sua celebrazione, visto che non l'ho vista non so! Comunque tutto è permesso con il Messale di P6, quindi è inutile lamentarsi. Chi infatti poteva FARE qualcosa di serio per limitare gli abusi del Nuovo Messale ha preferito dar da mangiare alle carpe.

Anonimo ha detto...

Circa poi il Sabato Santo non direi che è un "mio pallino" (un po' stucchevole il tuo disprezzo) visto che per esempio e giustamente a Trinità dei pellegrini quest'anno si è fatto il rito pre-riforma di Pio XII; e poi ti ricordo per l'ennesima volta che le riforme di Pio XII NON erano più facoltative ma obbliganti dal 1956 in POI!

Ok. Ma non puoi ignorare l'abisso che c'è tra Pio XII e Bugnini-Paolo VI (vedi Guitton) i quali dichiararono apertis verbis che la riforma liturgica intendeva togliere ogni pietra d'inciampo nei rapporti coi protestanti.

La formazione ed il magistero di Pio XII testimoniano tutt'altro. Ed è completamente inutile e fuorviante tornare a battere per l'ennesima volta questo tasto della settimana santa, alimentando una inutile e sterile polemica addirittura tra noi, quando sono in ballo cose ben più serie, glissando su quelle!

Johannes Climacus ha detto...

"Perchè è più tradizionale che il Papa lavi i piedi a 12 Cardinali e non a 12 poveri? I base alla Tradizione romana è stato più "antico" Francesco che B16".



E' tradizionale lavare i piedi a dodici cattolici di sesso maschile.

A rigore, dei non cattolici non potrebbero neppure essere presenti alla liturgia cattolica, in particolare alla parte sacrificale della Messa (momento in cui gli stessi catecumeni dovrebbero essere invitati a lasciare la Chiesa).

Pax in Maria

Antonio ha detto...

Questo è un tuo vecchio pallino. Sarà anche vero, ma la conclusione è semplicistica. Da quel che ricordo la modifica approvata da Pio XII era sperimentale e credo sia morto prima di inquadrarne gli esiti, esplosi col concilio ma soprattutto con il ritorno di Bugnini, la riforma liturgica di Paolo VI e tutto quel che ne è seguito attraverso le applicazioni da parte della corrente egemone che si è ora rinvigorita. Inutile nasconderselo.

Scusate, ma ad una mia domanda sulla riforma della Settimana Santa come "viatico" per il "novus ordo" un sacerdote sedevacantista ha risposto che Pio XII firmò solo il cambiamento degli orari delle varie celebrazioni. Nonostante ritenga che quel sacerdote è certamente degno di fede, vi chiederei: me lo confermate? Grazie

Anonimo ha detto...

Vorrei invitare a cambiar disco, perché comunque non pubblico, chi torna a questo discorso su Pio XII e soprattutto tutti coloro che continuano a denunciare i mali nella Chiesa senza alcuna prospettiva soprannaturale.

don Camillo ha detto...

Vorrei invitare a cambiar disco.

Ma per quel riguarda ANCHE il commentare questioni, tutte le questioni liturgiche del Rito Nuovo e del Tridentino che nessuno dei presenti conosce o ha mai studiato!

E' bene mettersi in testa che il Rito di P6 non è il Rito tridentino, non è lo stesso Messale non sono le stesse orazioni nè lo stesso modo di celebrare!

Si può dire SOLO "ha me piace B16 con la mitria di Pio IX e il FINTO fanone gli inchini e le capriole dei cerimonieri, e le concelebrazioni" o a "me piace la Mitria e la solita casula di Francesco e che NON fa concelebrare NESSUNO".

Il Resto è identico fatta salva l'intenzione di chi celebra che solo Dio sa.

Anonimo ha detto...

Ma per quel riguarda ANCHE il commentare questioni, tutte le questioni liturgiche del Rito Nuovo e del Tridentino che nessuno dei presenti conosce o ha mai studiato!

Ne abbiamo parlato diverse volte e ne riparleremo ancora.

Anonimo ha detto...

le affermazioni di don Camillo sono talmente assurde nella loro nonchalance su cose gravi, da lasciare di stucco un qualsiasi fedele di media cultura storica e minima formazione tradizionale, che non ammetta che la Chiesa debba subire una rivoluzione permanente, come è evidente dall'11 febbraio in poi.

Sono ancora qui in attesa che egli dia una risposta al quesito riportato sopra, riferito all'art. dei sac. di Vocogno:

LA CHIESA NASCE DAL SACERDOZIO DI CRISTO PARTECIPATO AGLI APOSTOLI

http://radicatinellafede.blogspot.it/
Si chiedeva:
in una celebrazione del Giovedì Santo dove di proposito -da parte di uno strano "pontefice", (NB: un vescovo che NON vuol fare il papa, avendolo chiaramente mostrato) si è calpestata e oscurata la figura di Gesù Cristo quale Sommo ed eterno Sacerdote, e mortificata-cancellata-(ridotta a servizio umanitario-sociale) l'istituzione del Sacerdozio da Lui partecipato agli Apostoli, che specie di chiesa ha agito e insegnato sulla "scena" del mondo ?
quale figura di VICARIO di Cristo è stata "donata" al mondo, se QUELLA ISTITUZIONE del Santo Sacerdozio fatta da Cristo Signore in quella sera dell'anno 33, nell'ambito della PRIMA SANTA MESSA della storia, è stata svilita e sottoposta al "fattore umano" (sia pure presentato come servizio ad uomini "periferici", e pur se per ipotesi fossero cristianamente "penitenti", non importa), l'UMANO ritenuto supremo e preponderante sul DIVINO, in quella liturgia, che non voleva affatto rispecchiare l'Ultima Cena di Nostro Signore, in tutti i suoi contenuti soprannaturali, cioè trascendenti, del Figlio di Dio che si immola come Vittima di espiazione gradita al Padre, e trasmette così ai suoi Discepoli quel MINISTERO che li renderà -nel Santo Servizio al Signore PRIMA che agli uomini- simili a Lui, "alteri christi", offrendo l'Agnello senza macchia sull'altare, e offrendosi "con/per/in Cristo" a vantaggio delle innumerevoli anime da salvare?
può spiegare don Camillo che relazione ci sia tra questo Divino Mistero del Giovedì Santo e la meschina riduttiva impostazione ideologica, marx-pauperista con cui è stato soffocato e ridotto a cosa terrena, ma peggio:
bacio prostrato ai piedi, un gesto immaginabile da compiere solo come atto di sottomissione, devozione totale e ADORAZIONE verso un Dio, e che nessun cristiano farebbe nè ad alcuna creatura nè ad uomini peccatori come tutti noi siamo ?

don Camillo ha detto...

Scusate, ma ad una mia domanda sulla riforma della Settimana Santa come "viatico" per il "novus ordo" un sacerdote sedevacantista ha risposto che Pio XII firmò solo il cambiamento degli orari delle varie celebrazioni. Nonostante ritenga che quel sacerdote è certamente degno di fede, vi chiederei: me lo confermate? Grazie

Mi sembra strano che un sedevacantista e prete ti abbia detto una cosa del genere, di solito sono molto pignoletti. Comunque il decreto parla chiarissimo:

"Ordo hebdomedae sanctae instauratus substituitur... typicam..."

Decreto della S. C. dei Riti Maxima Redemptionis nostrae mysteria del 16 novembre 1955, in Acta Ap. Sedis, XLVII [1955], pp. 838-847

Ne parlo ampiamente qui.

http://lepaginedidoncamillo.blogspot.it/p/la-riforma-liturgica-di-pio-xii.html

don Camillo ha detto...

Il trionfalismo dell'avvenuto golp sulla tradizione bimillenaria della Settimana Santa.


http://www.treccani.it/enciclopedia/settimana-santa_res-c498c258-87e8-11dc-8e9d-0016357eee51_%28Enciclopedia-Italiana%29/

hpoirot ha detto...

E' più tradizionale che il Papa lavi i piedi a 12 Cardinali e non a 12 poveri?

E'infinitamente più tradizionale che il Papa lavi i piedi a 12 Cardinali, visto che all'ultima cena c'erano i principi fondatori della Chiesa e non anonime persone scelte solo perché povere o emarginate...

Johannes Climacus ha detto...

“Riconosciamo in primissimo luogo che la liturgia ha un doppio carattere che la segna e la segnerà sempre. Un carattere profondamente umano: Sciebat quid esset in homine (Gv., 2, 25). La psicologia di Nostro Signore è impresso nella liturgia, Egli conosce i bisogni profondi degli uomini, delle loro povere anime ferite dal peccato […]
A tale carattere umano della liturgia deve aggiungersi, ancor più reale, il suo carattere divino. Tutto ciò che vi è di umano in essa deve condurci a Dio, per mezzo di Nostro Signore, nello spirito di luce e di carità […]
La liturgia deve dunque conservare sempre ed essenzialmente questi due caratteri fondamentali, essere ciò che è: divina e umana, con orientamento dell’umano verso il divino che è il suo fine ultimo. […]
Solo ricordando questi principi fondamentali del mistero di Dio e della psicologia umana, con tutti i dati della teologia del peccato e della giustificazione, della redenzione operata da Nostro Signore, del Suo sacrificio e dei Suoi sacramenti, e con i dati della sana filosofia concernente l’educazione e l’insegnamento della verità e che abbraccia tutte le facoltà del corpo e della mente, potremmo dare ai ritocchi liturgici il loro giusto luogo, la loro vera opportunità.”.

Sono parole di quel pericolo innovatore che fu mons. Marcel Lefebvre.
Che prima del CVII la liturgia sia stata ritoccata, più o meno felicemente, può essere accaduto. Ma l’inedito assoluto del messale di Paolo VI è la dissipazione istantanea dell’intero patrimonio umano e divino della liturgia. La liturgia non vive anzitutto di concetti (che parlano alla sola ragione) ma soprattutto di segni (che parlano all’anima). Tale dissipazione di segni è ciò che ha distrutto il senso liturgico e la virtù di religione.

Pax in Maria

Anonimo ha detto...

leggo le risposte ai quesiti, dò uno sguardo alle pagine linkate...
se ho capito qualcosa del pensiero di don Camillo, sembra che egli voglia dirci che il fenomeno di trasformazione progressiva della liturgia sia un movimento inarrestabile, iniziato ben prima del concilio, e che ora sia giunto agli stadi evolutivi finali;
e se non si può ritenere colpevole papa Bergoglio di tale gradino ultimo di modifiche rapide (in discesa), poichè è solo un segmento di una catena automatica di mutazioni, quindi non meriterebbe gli "strali" del popolo che osserva sgomento la evoluzione continua dell'edificio cattolico (fino a vederne cambiati di ora in ora i CONNOTATI),
se tutto questo processo trasformante la Chiesa e la liturgia da una forma ormai instabile verso un "qualcos'altro" rispetto al passato, è in fondo un fenomeno fisiologico di declino come quando osserviamo nella storia il processo di fioritura, ascesa e poi corruzione e tramonto di grandi civiltà, nei loro profili d'arte e cultura.....
se, per quanto noi facciamo eroica opposizione alle mutazioni che sfigurano l'Edificio, non possiamo impedire il degrado "fatale", se tutto questo gran tramonto della Chiesa e della Fede cattolica a cui assistiamo da oltre mezzo secolo rientra nel disegno della storia permesso/voluto da Dio, e dobbiamo solo osservarlo e prendere atto dei suoi accadimenti, così come si svolgono, senza valutare in essi che cosa sia "bene o male", beh...
allora non ci resta che dire:

motus in fine velocior

Anonimo ha detto...

"Il padre Calmel
e la crisi della Chiesa"

di Cristina Siccardi

«Lo spirito cattolico diminuirà rapidamente; la preziosa luce della fede si spegnerà progressivamente fino a quando si giungerà ad una pressoché totale corruzione dei costumi (…). Nel supremo momento del bisogno della Chiesa, coloro che dovranno parlare resteranno in silenzio! (…). Alla fine del XIX secolo e per gran parte del XX, si diffonderanno varie eresie, e, sotto il loro potere, la luce preziosa della fede si spegnerà nelle anime (…)».
Questo disse la Madonna a Madre Mariana de Jesus Torres il 2 febbraio 1634 a Quito (Ecuador), quando la lampada del Tabernacolo si spense, lasciando al buio la cappella del convento dell’Immacolata Concezione (le apparizioni di Quito sono riconosciute dalla Chiesa)
......
P. Calmel.... ricordò anche che Santa Teresina di Lisieux affermò sul letto dell’agonia: «Vorrei vivere ai tempi dell’anticristo»(p. 153) per poterlo combattere con la verità, quella verità che di giorno in giorno è sempre più soffocata. Grazie a maestri come il domenicano Roger-Thomas Calmel, i cui ragionamenti sono roccia e le cui parole sono rifugio, il Tabernacolo continua ad essere adorato, seppure nelle tenebre."

Il padre Calmel e la crisi della Chiesa

hpoirot ha detto...

"Tre miracolli fioriscono continuamente nel giardino della Sposa di Cristo: la Sapienza dei suoi dottori, l'Eroismo dei suoi santi e dei suoi martiri, lo Splendore della Sua Liturgia. Et hi tres unum sint! Questi tre elementi sono "una cosa sola" perchè la liturgia è per se stessa un canto unico di sapienza e di amore: essa riassume i due ordini dell'intelligenza e della carità e li sublima in preghiera.

tratto da:
"Vaticano II 50 anni dopo" di don Enrico Finotti pag. 281 Edizioni Fede & Cultura

altro che inesorabile cambiamento...

Johannes Climacus ha detto...

Caro Anonimo delle 21.47,
una piccola notazione, registrando (mi pare, ma se mi sbaglio correggimi) un certo sconforto.
Purtroppo talvolta anche il mondo tradizionale è tentato dallo storicismo.
La verità di Dio non è giudicata dalla storia: la giudica.
Se nella storia (anche nella storia della Chiesa) si verifica qualcosa di contrario a Dio, quel qualcosa semplicemente non è di Dio.
Imputare alla volontà di Dio eresie e profanazioni di ogni tipo è contrario a ogni teodicea.
Pensiamo ai Novissimi, e tutto diventerà più chiaro.

Veritas Domini manet in aeternum

Pax in Maria

Anonimo ha detto...

La riforma liturgica certamente veniva da lontano,ma certo non si puó paragonare Pio XII a Paolo VI. In ogni caso qualunque riforma avrebbe dovuto essere organica, frtto di fede Sapiente e non costruita a tavolino da profanatori. E comunque, per grazia, il nostro tesoro non è e non sarà mai sepolto.

Anonimo ha detto...

Grazie Climacus e hpoirot mi avete preceduta e avete completato il mio pensiero come non avrei potuto dir meglio.

don Camillo ha detto...

Ecco vedo con piacere che si sta ritrovando il punto focale del nostro impegno a favore della perennità e l'universalità della Tradizione e del SUO culto Romano Gregoriano e Tridentino. E un aiuto definitivamente verrà dall'Oriente Cristiano.

E lasciamo ai Conservatori il commentare con sgomento il loro culto sempre più orizzontale e desacralizzato così come è nella mente del suo perverso regista: il diavolo. "Che i morti seppelliscano i loro morti".

Anonimo ha detto...

Mi pare anche mancanza di carita' usare persone assolutamente impreparate al segno che stanno per compiere (uno dei ragazzi del carcere si chiedeva addirittura: "perche' il Papa e' venuto qui oggi?") Solo per suscitare clamore mediatico. Felice

Cesare Baronio ha detto...

Caro don Camillo,

quell'Oriente cristiano dal quale Ella attende aiuto si è già espresso, per mezzo dei suoi ieratici esponenti, sulla crisi della Chiesa Romana, e lo ha fatto con toni veementi e durissimi, anatematizzando l'ecumenismo, la distruzione della Liturgia, il diffondersi delle eresie.

La gerarchia eterodossa ha scomunicato pubblicamente moltissimi Vescovi e finanche il Papa, in nome di queste colpe. Ovviamente loro sono nell'errore perché non riconoscono il Papa né gli ultimi Concili e dogmi cattolici; ma quando parlano di ecumenismo per condannarlo senza appello dicono una cosa vera.

E' questo l'aiuto che si attende da loro, immagino...

Chiesa flagellata ha detto...

Mi rivolgo a tutti quelli che minimizzano la portata degli atti rivoluzionari in rapida serie a cui assistiamo, come se fossero inoffensivi sull'Antico Edificio, che da essi non sarebbe minimamente scalfito (?)
CERCATE di riflettere a fondo sulla gravità degli eventi che viviamo, che da molti (anche sacerdoti) vengono presi sotto gamba con le frasi "che c'è di male se ha ridotto la Via Crucis'.....che c'è di male se ha travisato e svilito la Missa in Coena Domini? ....eh, per così poco...inezie ecc."
A furia di minimizzare OGNI assalto, ogni colpo, ogni lesione e oltraggio alla Santa Chiesa in tutti i suoi segni e vestigia e riti, molti oggi non si rendono conto che accetteranno, di piccola infedeltà ad una successiva più grande, da una demolizione all'altra, l'intera distruzione dell'Edificio Liturgia-Dottrina-Fede-Morale.
LEGGETE queste considerazioni di R. De Mattei:
(La Chiesa oggi è flagellata come Gesù nella Passione).
->"Il primo colpo di questa flagellazione è stato la rinuncia al pontificato da parte di Benedetto XVI, un evento canonicamente legittimo, ma dall’impatto storico devastante. “Un Papa che si dimette – ha osservato Massimo Franco – è già un avvenimento epocale, nella storia moderna.
Ma un Pontefice che lo fa nel pieno delle proprie facoltà mentali, indicando come motivazione semplicemente la fragilità che deriva dall’età, spezza una tradizione plurisecolare”
(“La crisi dell’impero vaticano”, Mondadori, Milano 2013, p. 9).
->Un secondo colpo all’istituzione è stata la scelta, da parte di Benedetto XVI, di autodefinirsi “Papa emerito”, conservando il nome e la veste pontificia e continuando a vivere in Vaticano. Canonisti autorevoli, come Carlo Fantappiè, hanno rilevato la novità del gesto, sottolineando come “la rinuncia di Benedetto XVI ha posto gravi problemi sulla costituzione della chiesa, sulla natura del primato del Papa nonché sull’ambito ed estensione dei suoi poteri dopo la cessazione dell’ufficio” (Papato, sede vacante e “Papa emerito”. Equivoci da evitare, in chiesa.espresso.repubblica.it/articolo 1350457).
La coesistenza di un Papa che si presenta come vescovo di Roma e di un vescovo (perché tale è oggi Joseph Ratzinger) che si autodefinisce Papa offre l’immagine di una chiesa “bicefala” ed evoca inevitabilmente le epoche dei grandi scismi. Non si comprende, a questo proposito, il risalto mediatico che le autorità vaticane hanno voluto dare all’incontro dei due papi, il 23 marzo a Castel Gandolfo. L’immagine che ha fatto il giro del mondo e che lo stesso Osservatore Romano ha pubblicato in prima pagina il 24 marzo è quella di due uomini che il linguaggio dei simboli pone su un piano di assoluta parità, impedendo di discernere in maniera immediata, chi di essi è l’autentico Papa.
"La rinuncia di Benedetto e l'elezione di Francesco. Domanda: chi è il Papa?"
Fonte: Il Foglio del 28-03-2013.
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Il terzo colpo di flagello, gravissimo io lo vedo nello stravolgimento del Giovedì Santo e della Santa Messa dell'Ultima Coena, del tutto falsificata nelle sue forme e contenuti divino-umani, storici e soprannaturali.
Ma gran parte del "popolo" si sta abituando ai colpi di flagello che si schiantano sul Corpo Mistico, riducendolo a brandelli snaguinanti e strappando gemiti dalle anime soffocate, abbeverate di menzogne, schernite, frustate da arroganti "pastori" moderni che le strattonano su "nuove vie e dottrine".....sapete, ci sono tanti guai oggi....figurarsi se possiamo pensare ai dolori del Corpo Mistico! tanto Gesù sta in Cielo e non soffre più, vero ?
quindi, allegria, di che ci lamentiamo ? la Passione è un evento vecchio di 2000 anni, passato, non più attuale.....o no ?

Johannes Climacus ha detto...


Io non mi attenderei nulla da chi nega l'Immacolata concezione di Maria, vero baluardo contro tutta la modernità diabolica.
Se con "oriente cristiano" si intende, ovviamente, la chiesa ortodossa.

Pax in Maria

Anonimo ha detto...

Per ora l'oriente crisiano mi appare solo il "frtello Andrea", cioèBartolomreo I. Ma, a prescindere dalla esiguità della sua giurisdizione non mi pare sanato nessun elemento dello scisma se non nei termini del falso ecumenismo conciliare.

Anonimo ha detto...

Viceversa gli anstemi cui si riferisce Baronio prpvengono da un·ala che più scismatica non si potrebbe...

don Camillo ha detto...

Attualmente l'unica che blocca la gerarchia (Ort)odossa è il ruolo del Romano Pontefice. Non i Dogmi che comunque sono ben radicati nella Patristica (compreso l'Immacolata con tanti distinguo) nè il Concilio di Trento, ma ne ho già parlato. Francesco ha scelto non ha caso di parlare come un Vescovo di Roma (solo in italiano) e da Vescovo di Roma "che Presiede, PRESIEDE, nella carità!

Altra cosa è il monachesimo Ortodosso, mentre il nostro si è marcinto nel sensualismo e nel tiepidume più becero, quello Orientale è ancora la spina dorsale dell'Ortodossia... quello sarà difficile farlo ragionare! Solo un Miracolo.

Johannes Climacus ha detto...

Reverendo don Camillo,
tuttavia, per prudenza, non relativizzerei le differenze dogmatiche: per prudenza verso i cattolici, non verso la gerarchia ortodossa.
Anche la teologia cattolica ha conosciuto dispute sull'economia interna del dogma dell'Immacolata (mi vengono in mente san Bernardo di Chiaravalle e Duns Scoto)ma mai, mi pare, sulla sostanziale immacolatezza di Maria (ma se mi sbaglio, La prego di correggermi).
E, soprattutto, per i cattolici il dogma è definito una volta per tutte: non vorrei passasse l'idea che se ne possa ancora discutere, anche solo in termini di "distinguo".
Quanto al monachesimo occidentale, anche se ormai drammaticamente compromesso da una specie di spirito new age, resta il monachesimo della Chiesa cattolica. Quello ortodosso ha seguito la sua "chiesa" nell'abbandono dell'unica Chiesa di Cristo. Anche se sono ferventi, poco giova: meglio un cattolico tiepido che un fervente fedele di qualunque altra confessione.
C'è piuttosto da sperare che rifiorisca il monachesimo occidentale, proprio aggrappandosi all'Immacolata.

Sancte Benedicte, ora pro nobis.

Pax in Maria

Anonimo ha detto...

Vedo che sulla scia conciliarista è sempre più difficile uscire dai pressappochismi...
Grazie ancora una volta a Climacus.

don Camillo ha detto...

I "distinguo", sono legati non alla realtà particolarissima della Madre di Dio che gli orientali riconoscono e titolano con il bellissimo titolo di Panaghia, ma sulla diversa dottrina del Peccato Originale in se, che a cascata intruppa (per loro) ovviamente sul "Potere delle chiavi" del Vescovo di Roma e i suoi successori.

In questo è verissimo che l'Immacolata è l'inciampo degli eretici e degli scismatici. L'Immacolata non è quindi solo un dogma Mariano ma il Trionfo della dottrina Cattolica sul Papato Romano, che nessuno potrà MAI ri-negare, manco il Papa, se Vescovo di Roma vuole rimanere.

Ma ovviamente, qui si perde tempo con il commentare le scarpe nere del papa, "l'indegnità" (!) delle celebrazioni di Pasqua, i pizzi e le mancate capriole dei cerimonieri a San Pietro.

Japhet ha detto...

"Ma ovviamente, qui si perde tempo con il commentare le scarpe nere del papa, "l'indegnità" (!) delle celebrazioni di Pasqua, i pizzi e le mancate capriole dei cerimonieri a San Pietro."

Mi pare che su questo blog e anche in questa discussione si parli di ben altro!

Stephen Neville ha detto...

Ad Hebræos 7

1 Hic enim Melchisedech, rex Salem, sacerdos Dei summi, qui obviavit Abrahæ regresso a cæde regum, et benedixit ei: 2 cui et decimas omnium divisit Abraham: primum quidem qui interpretatur rex justitiæ: deinde autem et rex Salem, quod est, rex pacis, 3 sine patre, sine matre, sine genealogia, neque initium dierum, neque finem vitæ habens, assimilatus autem Filio Dei, manet sacerdos in perpetuum.

4 Intuemini autem quantus sit hic, cui et decimas dedit de præcipuis Abraham patriarcha. 5 Et quidem de filiis Levi sacerdotium accipientes, mandatum habent decimas sumere a populo secundum legem, id est, a fratribus suis: quamquam et ipsi exierint de lumbis Abrahæ. 6 Cujus autem generatio non annumeratur in eis, decimas sumpsit ab Abraham, et hunc, qui habebat repromissiones, benedixit. 7 Sine ulla autem contradictione, quod minus est, a meliore benedicitur. 8 Et hic quidem, decimas morientes homines accipiunt: ibi autem contestatur, quia vivit. 9 Et (ut ita dictum sit) per Abraham, et Levi, qui decimas accepit, decimatus est: 10 adhuc enim in lumbis patris erat, quando obviavit ei Melchisedech.

11 Si ergo consummatio per sacerdotium Leviticum erat (populus enim sub ipso legem accepit) quid adhuc necessarium fuit secundum ordinem Melchisedech, alium surgere sacerdotem, et non secundum ordinem Aaron dici? 12 Translato enim sacerdotio, necesse erat ut et legis translatio fiat. 13 In quo enim hæc dicuntur, de alia tribu est, de qua nullus altari præsto fuit. 14 Manifestum est enim quod ex Juda ortus sit Dominus noster: in qua tribu nihil de sacerdotibus Moyses locutus est. 15 Et amplius adhuc manifestum est: si secundum similitudinem Melchisedech exsurgat alius sacerdos, 16 qui non secundum legem mandati carnalis factus est, sed secundum virtutem vitæ insolubilis. 17 Contestatur enim: Quoniam tu es sacerdos in æternum, secundum ordinem Melchisedech. 18 Reprobatio quidem fit præcedentis mandati, propter infirmitatem ejus, et inutilitatem: 19 nihil enim ad perfectum adduxit lex: introductio vero melioris spei, per quam proximamus ad Deum. 20 Et quantum est non sine jurejurando (alii quidem sine jurejurando sacerdotes facti sunt, 21 hic autem cum jurejurando per eum, qui dixit ad illum: Juravit Dominus, et non pœnitebit eum: tu es sacerdos in æternum): 22 in tantum melioris testamenti sponsor factus est Jesus. 23 Et alii quidem plures facti sunt sacerdotes, idcirco quod morte prohiberentur permanere: 24 hic autem eo quod maneat in æternum, sempiternum habet sacerdotium. 25 Unde et salvare in perpetuum potest accedentes per semetipsum ad Deum: semper vivens ad interpellandum pro nobis. 26 Talis enim decebat ut nobis esset pontifex, sanctus, innocens, impollutus, segregatus a peccatoribus, et excelsior cælis factus: 27 qui non habet necessitatem quotidie, quemadmodum sacerdotes, prius pro suis delictis hostias offerre, deinde pro populi: hoc enim fecit semel, seipsum offerendo. 28 Lex enim homines constituit sacerdotes infirmitatem habentes: sermo autem jurisjurandi, qui post legem est, Filium in æternum perfectum.