Pagine fisse in evidenza

sabato 6 luglio 2019

Intervista al cardinale Burke: “La vita è sotto attacco, la politica prenda posizione”

Eutanasia, il tempo stringe.  “La vita è sotto attacco, la politica prenda posizione”
 
Cardinale Raymond Leo Burke, in Francia è di stretta attualità il caso Lambert, disabile condannato a morte per disidratazione e denutrizione. Poche settimane fa in Olanda la giovanissima Noa, affetta da depressione per le conseguenze di una violenza subita, si è lasciata morire di fame e sete con l’assistenza di una equipe medica che l’ha accompagnata alla fine. E’ il naturale approdo della modernità oppure l’Occidente si sta assuefacendo a una cultura della morte che conduce alla soppressione di ogni fragilità?

Ciò a cui si sta assistendo è un attacco al diritto fondamentale alla vita di chiunque si trovi in una situazione di profonda sofferenza o disagio fisico. Costituisce una gravissima violazione del rispetto incondizionato dovuto ad ogni fratello e sorella, e specialmente a quelli che sono deboli per ragione o di età avanzata o di grave malattia o di qualche disabilità. Tutto questo ingenera in me un profondissimo turbamento, sia a livello personale, sia nell’esercizio del mio servizio di pastore in conformità con il diritto naturale e il magistero della Chiesa, ambedue essenziali punti di riferimento nel ministero dei vescovi. Come infatti Papa San Giovanni Paolo II ha enunciato nella sua Lettera enciclica Evangelium vitae, l’insegnamento sulla vita e sull’eutanasia è fondato “sulla legge naturale e sulla Parola di Dio”. Per rispondere alla domanda, non ritengo categoricamente che siamo di fronte al naturale approdo della modernità. Al contrario, si tratta del frutto di una distorsione e di un profondo disordine in cui la nostra società versa. Tuttavia, noi cattolici e ogni persona di buona volontà abbiamo il preciso obbligo di difendere la massima dignità della vita umana, in ogni suo stadio. In questo momento di grandissima confusione è necessario, inoltre, che la Chiesa faccia fronte unito per lanciare il chiaro messaggio del suo insegnamento. La Chiesa, nella sua saggezza millenaria, non ha mai banalizzato o sminuito la condizione di profondo abbandono e sofferenza in cui versano tali persone, ma, al contrario, ha cercato sempre di evitare che esse si sentano un peso per la società o, peggio, degli scarti ridotti all’inutilità in una società sempre più spinta da, come richiamato dalla Evangelium Vitae, “odierne tendenze di deresponsabilizzazione dell’uomo verso il suo simile, di cui sono sintomi, tra l’altro, il venir meno della solidarietà verso i membri più deboli della società — quali gli anziani, gli ammalati, gli immigrati, i bambini — e l’indifferenza che spesso si registra nei rapporti tra i popoli anche quando sono in gioco beni fondamentali come la sussistenza, la libertà e la pace”. Il compito di ciascuno di noi, in questo momento di vera e propria battaglia in difesa della vita, è quello di promuovere sempre più una quanto mai completa “cultura della vita”.

Quando si parla di eutanasia, solitamente vengono evocate l’autodeterminazione dell’individuo e una concezione della libertà intesa come diritto esigibile a morire, di cui lo Stato deve garantire l’esercizio. E’ ammissibile uno Stato che si faccia dispensatore di morte? Il cristianesimo postula la libertà dell’uomo, ma come conciliare questo principio con l’idea che la libertà individuale possa incontrare un limite?

L’argomento della libertà quale giustificazione per un’autodeterminazione senza alcun limite, specialmente per un cristiano il cui dono massimo proprio in quanto figlio di Dio risiede nella libertà, è senza dubbio suggestivo ma, se non contestualizzato, rischia di svuotarsi completamente di significato, perdendo così ogni valore. La vera libertà non può mai essere scissa dalla realtà umana nella sua dimensione più vera e profonda, la quale si caratterizza in modo particolare dal dono di sé, in un’ottica relazionale. La libertà è sempre in rapporto con la verità. Il Signore ci ha detto: La verità vi farà liberi (Gv 8, 32). L’Evangelium vitae a tal proposito afferma che: “Dio affida l’uomo all’uomo. Ed è anche in vista di tale affidamento che Dio dona a ogni uomo la libertà, che possiede un’essenziale dimensione relazionale. Essa è grande dono del Creatore, posta com’è al servizio della persona e della sua realizzazione mediante il dono di sé e l’accoglienza dell’altro; quando invece viene assolutizzata in chiave individualistica, la libertà è svuotata del suo contenuto originario ed è contraddetta nella sua stessa vocazione e dignità. C’è un aspetto ancora più profondo da sottolineare: la libertà rinnega sé stessa, si autodistrugge e si dispone all’eliminazione dell’altro quando non riconosce e non rispetta più il suo costitutivo legame con la verità”. È in quest’ottica che deve svolgersi un qualunque approfondimento sul ruolo dello Stato verso questi temi. Uno Stato che rinneghi il suo ruolo primario di difensore e promotore della vita, è uno Stato sconfitto in sé stesso. Mettere in discussione il primato della dignità della vita umana porta a non ancorare più il diritto e l’autorità dello Stato all’uomo e alla sua tutela integrale. Si giunge così al nefasto esito di una dittatura del relativismo in cui non vi è più posto per il più debole, il quale, nel migliore dei casi, prima che siano altri a farlo per lui, si rende conto di essere “di troppo” e decide di abbandonarsi all’abbraccio mortifero dello Stato. Uno Stato che, infatti, crei anche solo a livello possibilistico il farsi portatore di morte, camuffandolo da riconoscimento di un diritto a una “morte dignitosa e poco sofferta”, instilla in persone già versanti in una situazione di disagio esistenziale il dubbio di rientrare in una di quelle ipotesi in cui sia meglio per sé stessi e per i propri cari il ricorrere all’omicidio di Stato. Ecco il fallimento della relazione umana e del farsi custodi degli altri come massimo strumento di esercizio della libertà. Quale vescovo e responsabile della cura e della custodia di tutte le anime e specialmente di quelle più sofferenti, esorto coloro che sono preposti a decidere e legiferare su questi temi, a non lasciar prevalere nessun interesse politico a discapito della tutela della vita innocente e di essere concretamente e chiaramente schierati a difesa di essa.

In un suo bel libro, “Un cardinale nel cuore della Chiesa”, Lei ha denunciato un rischio: l’idea che possano essere considerati realmente liberi soltanto coloro che sono forti, facendo coincidere l’idea di libertà con la piena efficienza fisica e mentale, con standard qualitativi al di sotto dei quali una vita non sarebbe più degna di essere vissuta. Difatti, sempre più spesso si verificano casi di eutanasia che prescindono dalla stessa volontà del singolo: persone non capaci di intendere e di volere soppresse in nome di un loro stesso presunto interesse. Si tratta di una forma di progresso che tende a far sparire da questo mondo l’imperfezione e la sofferenza, o siamo di fronte alla Rupe Tarpea del terzo millennio?

Purtroppo, il criterio del “best interest” e del voler commisurare il valore della vita e dunque il senso del continuare a vivere a fattori quali la produttività, l’efficienza, la piena autonomia ed energia, sta disumanizzando la società occidentale. Non sono in gioco né l’autodeterminazione (penso per esempio ai piccoli Charlie Gard o Alphie Evans, o al disabile Vincent Lambert, persone impossibilitate a esprimersi a parole) né, in realtà, il miglior interesse, piuttosto un’ideologia e un’antropologia. Vorrei dunque ribadire, con fermezza, rivolgendomi in modo particolare a coloro che versano in queste condizioni e ai loro familiari, che la vita umana e la sua dignità non varia in base a circostanze fisiche o mentali: l’uomo non cessa di essere tale e dunque meritevole del pieno rispetto in nessuno di questi casi. Spesso si afferma che sia umiliante, per coloro che si trovano in queste gravi condizioni, il continuare a protrarre tali sofferenze e una vita “non degna di essere chiamata tale”. Al contrario, ritengo unicamente e intrinsecamente umiliante arrivare a paragonare la vita umana a quella di un vegetale, arrivare a far percepire a queste persone, già molto provate dalla loro condizione, che l’opinione pubblica maggioritaria, o ancor peggio lo Stato, ritengano che la loro vita non sia più degna di essere vissuta. Ancora una volta, da pastore, vorrei far giungere loro la voce di Cristo e della sua Chiesa, che da sempre annuncia che in qualunque stadio e condizioni si trovi, la vita dell’uomo è sempre preziosa ai Suoi occhi.

In Italia nella scorsa legislatura è stata approvata una legge sul cosiddetto “testamento biologico” che, a detta dei critici, apre all’eutanasia passiva perché, ad esempio, consente la sospensione di idratazione e alimentazione, anche in caso di incapacità di intendere e di volere. Su questa base si è innestato l’intervento Corte Costituzionale che chiede di allargare le maglie fino all’eutanasia attiva e con ogni probabilità, in caso di inerzia del Parlamento, nell’udienza del 24 settembre provvederà d’imperio agendo sulle norme che oggi puniscono l’aiuto al suicidio. E’ opportuno tentare di intervenire per via legislativa per impedire esiti di questo tipo, o è giusto lasciare che gli eventi facciano il loro corso?

E’ la stessa Corte, consapevole della estrema delicatezza del tema, che chiede al Parlamento di intervenire. D’altra parte un’assemblea di eletti, che ha il compito di rappresentare la volontà popolare e di servire e promuovere il bene comune, non può sottrarsi al proprio compito su situazioni che riguardano la vita e la morte, che costituiscono le basi della comunità umana. La politica, in modo consapevole o no, si fonda sempre su principi etici e su un’antropologia. Benedetto XVI, nella Caritas in Veritate, conclude con un’affermazione di fondamentale importanza: “la questione sociale è diventata radicalmente antropologica”, sottolineando il legame che unisce l’etica sociale a quella della vita, e sviluppando, nel nuovo contesto prodotto dalla globalizzazione e dalla postmodernità, concetti già contenuti nell’Evangelium vitae. Credo che oggi, di fronte agli enormi cambiamenti introdotti dalle biotecnologie e accompagnati da mutamenti culturali altrettanto grandi, i politici e i governanti debbano chiarire, davanti ai cittadini, quale sia l’antropologia che li orienta, quali i principi etici irrinunciabili; per fare un esempio concreto e urgente, sarebbe di essenziale importanza sapere quale sia la posizione di ciascun partito di fronte all’idea che la morte possa essere un diritto esigibile, offerto dal sistema sanitario statale.

Siamo di fronte a un tema che investe allo stesso tempo la legislazione civile di uno Stato e princìpi che la tradizione cristiana dovrebbe ritenere primari e non negoziabili. Dato a Cesare quel che è di Cesare, la Chiesa può permettersi di disinteressarsene in nome della laicità dello Stato o è giusto che faccia sentire la propria voce? E i politici che si professano cattolici, possono permettersi di far finta di niente?

Nessuno, credente o no, può accantonare il giudizio etico su temi che interpellano così profondamente le coscienze. Il caso Lambert, in Francia, pone un interrogativo a cui ogni essere umano è chiamato a dare risposta: si può interrompere la vita di una persona perché è disabile, perché è affidata agli altri? Può lo Stato dare la morte agli innocenti e indifesi? Ricordo che qualche anno fa, in Italia, ci fu un caso simile, quello di Eluana Englaro, che giustamente coinvolse l’intero paese, comprese le massime autorità dello Stato e il Parlamento. Una reazione simile ci fu anche in America per il caso di Terri Schiavo. Il Magistero della Chiesa è da sempre netto sulla difesa della vita, in particolare di quella più fragile, più esposta. Un politico cattolico non deve, e non può, fare altro che rifarsi al diritto naturale, come è espresso nell’insegnamento della Chiesa, e agire con energia e coerenza. La Chiesa non ha la necessità di elaborare nuove risposte, ma non può tacere di fronte alla violenza su chi non può difendersi, su chi è fragile e inerme; penso che debba prestare la propria voce a chi non ha voce. - [Fonte]

26 commenti:

  1. Monsignor Viganò
    https://www.lifesitenews.com/news/abp-vigano-to-receive-award-for-exposing-church-abuse-cover-ups

    RispondiElimina
  2. OT RIparazione per il Monza Pride domani, domenica 9 luglio:

    https://santorosarioperlitalia.net/2019/07/06/riparazione-per-il-monza-pride/

    Mi è capitato per caso sottomano ora - venerdì c'è già stata una preghiera. L'anno prossimo dovremmo tutti coordinarci un po' meglio per rilanciare queste notizie.

    RispondiElimina
  3. Venerdì la preghiera è stata un po' rocambolesca:

    «Qui non potete stare, è proprietà privata». Con queste parole madre Maria Benedetta, superiora da un paio di settimane della comunità monastica delle sacramentine, ha chiesto ai membri del Comitato Teodolinda che venerdì sera si sono dati appuntamento davanti alla chiesa di via Italia, di allontanarsi dal sagrato: erano lì dopo avere organizzato una “preghiera pubblica di riparazione” per il Brianza Pride. «Mi hanno detto che avevano il permesso della Questura e che stavano semplicemente pregando, ma io ho ribadito che non era stato chiesto a noi alcun permesso, e che quella era proprietà del monastero – continua la monaca -. a maggior parte di loro si è subito allontanata spostandosi al di là delle catene. Solo un piccolo gruppo è rimasto, e con tono polemico ha cominciato a lanciare provocazioni anche contro di me».

    Ovviamente è corretto, i sagrati sono pertinenza delle chiese. Abbiamo una suora rigida tradizionalista?

    https://www.ilcittadinomb.it/stories/Cronaca/monza-la-superiora-delle-sacramentine-ecco-perche-ho-allontanato-il-comitato_1315096_11/

    RispondiElimina
  4. Scommetto che invece accolgono invasioni per schiavismo… ...se lo stato finanzia però
    http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ecco-chi-capo-missione-nave-alex-1722225.html

    RispondiElimina
  5. "... come è espresso nell’insegnamento della Chiesa,..."

    Se questo insegnamento fosse stato trasmesso e divulgato un qualche effetto l'avrebbe dato anche a livello politico. Se l'effetto politico, sociale, culturale oggi non è visto, nè udito, né in alcun modo percepito, vuol dire che l'insegnamento è rimasto chiuso nei libri, non venduti, non letti neanche da chi avrebbe dovuto leggerli e diffonderne l'insegnamento. E' pur vero che non è mai troppo tardi ma, ora a dissoluzione avanzata, solo se NSGC infiammasse una nuova dozzina dei suoi sarebbe lecito ben sperare. Preghiamo per un suo intervento prossimo. Gli uomini e coloro che si son spacciati per i suoi, in particolare, hanno fatto un colossale fiasco!

    RispondiElimina
  6. Quest'uomo invita sempre gli altri a "prendere posizione", ad agire, ma lui, e i pochi altri porporati ancora dotati dell'uso della sana ragione, non fanno niente per risanare la Chiesa, per espellerne i corpi estranei infiltratisi in Essa per distruggerla. Paura? opportunismo? quieto vivere? Obbedienza a falsi pastori, false guide, traditori, anteposta all'obbedienza a NSGC? (il colpo da maestro di Satana, come insegna mons. Léfèbvre). Solo Dio può saperlo, ma la Chiesa continua la sua corsa verso l'abisso , e le anime vengono spedite da Belzebù dopo averle letteralmente rimbecillite con il metodo della rana bollita (e quello della finestra di Overton). Non ci sono più pastori degni di questo nome...

    RispondiElimina
  7. Anche la Millî Görüş e la Hasene International, sotto la mezzaluna turca, hanno  deciso di donare 10.000 euro alla nave della Ong Sea Watch. Organizzazione musulmana turca presente in un po’ tutta Europa, Millî Görüş finanzia la costruzione di moschee e fa proseliti, diffondendo fra gli immigrati, specie in Germania, una visione politica e radicale dell'islam. Erbakan, suo principale ispiratore, morto sette anni fa, arrivò a dire “gli europei sono malati, daremo loro il farmaco giusto. Tutta l’Europa diventerà islamica. Conquisteremo Roma”. Anche tramite le Ong che fanno sponda tra il Mediterraneo e il mondo islamico.

    RispondiElimina
  8. Parliamoci chiaro , l'Italia in primis e il resto d'Europa cristiana in secundis arretra e lascia il posto a chi la vuole conquistare , anzi tifa per esso , e questi come si dice a Roma "Mica so' tanto scemi se non ne approfittano oggi allora quando ?

    RispondiElimina
  9. Ecco la pagina FB del Comitato Teodolinda:

    https://www.facebook.com/comitatoteodolinda/

    RispondiElimina
  10. “Il Reichsleiter Bouhler e il dottor Brandt sono incaricati, sotto la propria responsabilità, di estendere le competenze di alcuni medici da loro nominati, autorizzandoli a concedere la morte per grazia ai malati considerati incurabili secondo l’umano giudizio, previa valutazione critica del loro stato di malattia”

    A. H., 1° settembre 1939

    RispondiElimina
  11. https://www.culturacattolica.it/attualit%C3%A0/in-rilievo/ultime-news/2019/07/07/lettera-aperta-alle-monache-adoratrici-di-monza

    RispondiElimina

  12. Hitler infame, noi comunque corrottissimi, mea culpa si impone...

    La "morte per grazia" autorizzata da Adolf Hitler agli "incurabili secondo l'umano giudizio", era quel tipo di morte oggi denominata nelle nostre società "eutanasia".
    Con brutalità tipicamente nazista, quei poveri malati venivano portati d'autorità in reclusori dove sparivano. Dopo un po', i genitori o i parenti venivano informati che il tal dei tali era morto. Ci furono delle proteste, anche da parte di ecclesiastici sia protestanti che cattolici, e l'operazione venne sospesa per poi proseguire in segreto. Pare che un centomila persone siano state eliminate in quel modo.
    Orrendo. Ma da noi, oggi? Non ci stiamo orientando nella stessa direzione, solo con più ipocrisia?
    Un cosa va poi detta. Il nazismo era quello che era e il giudizio storico su di esso resta di condanna assoluta. Non si può accettare che volesse risolvere "per sempre" il problema dello spazio vitale del popolo tedesco con conquiste militari finalizzate allo sterminio di qualche decina di milioni di individui, cominciando con gli ebrei. Però, per il popolo tedesco, incoraggiava le famiglie numerose e proteggeva la famiglia secondo natura. Una macelleria come quella dell'attuale abortificio imperversante nell'Occidente, e fino a ieri in Oriente, gli era sconosciuto. Allo stesso modo del c.d. "matrimonio gay". Siamo moralmente autorizzati, oggi, a condannare il nazismo? o la Russia sovietica per i suoi non meno gravi crimini? O il fascismo, regime autoritario e bellicoso, certo, ma lontanissimo dai crimini degli altri due e protettore assiduo della famiglia (basta pensare alla ONMI).
    Siamo noi oggi migliori di loro, osannando come facciamo una Rivoluzione Sessuale che, a parte i suoi risvolti apertamente osceni e ripugnanti, si nutre dello sterminio giornaliero di migliaia di bambini, abortiti o inconcepiti grazie alle varie infami "pillole"?

    "Strappa da te la vanità,
    Avido di distruggere, avaro di carità,
    Strappa da te la vanità,
    Ti dico, strappala
    ..." (Canti Pisani)
    O.

    RispondiElimina
  13. "Purtroppo nulla è arrivato anche dal Santo Padre, che ha avuto a disposizione l’Udienza generale di mercoledì scorso e l’Angelus di ieri per lanciare un appello che cercasse di fermare la mano del boia, o quantomeno di mettere davanti agli occhi del mondo il fatto che in Francia sta per essere ucciso un uomo, solo perché disabile, e si stanno violando le norme elementari dei diritti umani, riconosciute a parole e puntualmente disattese nei fatti."
    Luisella Scrosati

    Ma non si è scordato dri migranti...

    RispondiElimina
  14. Ma non è oggi che el lider maximo 'celebra' una funzione per 250 migranti atei agnostici pagani e religiones variae per l'unità dei popoli, fratellanza a gogo? Propongo canale umanitario in Via della Conciliazione, una volta piena la piazza, blocchi per non farli uscire, che direbbe el jefecito?

    RispondiElimina
  15. E' tutto il Corpo Mistico che e' malato .08 luglio, 2019 15:13

    Perche' certe nomine che non ci spieghiamo ?
    Semplice , perche' Dio offre alla Sua creatura nuove possibilita' di scelta : la vita eterna ( se operi bene ) o la morte eterna ( se operi male / secondo calcoli politici )
    Perche' sia svelato tutto il mistero di iniquita' e la Chiesa segua lo Sposo nella umiliazione , nella derisione , nella flagellazione .

    RispondiElimina
  16. giuseppe schieppati08 luglio, 2019 22:49

    alla preghiera di riparazione per il Gay Pride di Monza: la sventurata s'oppose...

    RispondiElimina
  17. Un Padre Domenicano scrive a Vincent Lambert: meditiamo insieme
    https://www.youtube.com/watch?list=PLjmINGketxQbLw8hGUq1hkNrX9PaBL7wO&time_continue=1&v=yn_Rm7qUG6o

    https://www.osservatoredomenicano.it/articoli/attualita/lettera-urgente-a-vincent-lambert/?fbclid=IwAR0URjiXl83kFUJ3oGLKejPnD4mdIxQMdHApVVoOFoFS5dmfd-nEv_y8uOA

    RispondiElimina
  18. “Ogni discorso sul VALORE della vita è nichilista AB INITIO, anche quando si concludesse in favore della vita. Ciò che vale, vale tot. Questa quantità o quella qualità si misurano a partire da un criterio esterno o da un equivalente universale. La vita dovrebbe allora valere per qualcos'altro e non per se stessa. Ora, che cosa è altro rispetto alla vita, eccettuati la morte e il nulla? E che cosa sarebbe la sua indicizzazione su una tabella tariffaria, se non la distruzione della sua individualità? Tale valutazione generale, anche se positiva, corrisponderebbe alla distruzione della singolarità di ciascuno.
    A conti fatti la vita non potrà mai valere qualcosa. È senza prezzo e senza disprezzo, perché è il fondamento di tutti i valori. Per giudicarla definitivamente, bisognerebbe situarsi al di fuori di essa. Ecco perché chi la giudica, a meno di essere la Vita in persona, è già come morto. Ignora la sorpresa della vita. Finge di non averne mai percepito lo stupore. Sisifo avverte il risvolto infernale della sua vita? È il sentimento che qualcosa in essa viene meno alla sua essenza gioiosa".
    (Fabrice Hadjadj)

    RispondiElimina
  19. http://belgicatho.hautetfort.com/archive/2019/07/09/vincent-lambert-un-impardonnable-silence-de-l-eglise-6162986.html

    RispondiElimina
  20. https://www.valeursactuelles.com/societe/vincent-lambert-le-pere-du-malade-denonce-un-assassinat-deguise-108755

    RispondiElimina
  21. Se tra la santificazione del migrante, l'elevazione agli altari della Karola, gli appelli per la difesa della foca monaca e le procedure per la distruzione di Familia Christi dovesse rimanere un pizzico di tempo, vorrei segnalare che in queste ore un uomo, in Francia, sta venendo ammazzato come neanche un cane.
    Certo, non avrà l'atleticità di tanti ragazzotti che sbarcano dalle navi ONG o la valenza ecologista del Noce dell'Ecuador però due parole su di lui sarebbero gradite.
    Però parole parole, parole vere, in cui trovino spazio nome e cognome (si chiama Vincent Lambert), parole da "si si, no no", non cagate politicamente corrette sul diritto di ogni malato ad ogni cura (e grazie al piffero che ogni malato ha diritto ad essere curato), parole dette col dito puntato (che non serve solo a distruggere ordini religiosi perché non conformi al neomodernismo) e che magari terminino con la scomunica di chi sta ammazzando quest'uomo.
    Farebbero comodo davvero tanto. Non so se a lui servirebbero ancora (è agonizzante), ma per tanti cattolici sarebbero davvero fondamentali.
    E forse sarebbero di sollievo pure per sua madre.
    Grazie.
    Fabrizio Biondini su Fb

    RispondiElimina
  22. Mentre tutti si prodigano per un finto umanitarismo e si indignano per quelli che sono (per loro scelta) migranti "clandestini". c'è chi (in un letto di ospedale) non avendo alcuna scelta, sta trascorrendo le sue ultime ore abbandonato ad una morte lenta e dolorosa.
    Una sofferenza e un'agonia che non fanno "notizia"!
    Nessuno che si indigna, nessuna gara di solidarietà, nessuna raccolta fondi, nessun "restiamo umani" per questo povero "Cristo". Una delle tante persone bisognose di cure per cui fattivamente si può fare più di qualcosa di concreto, senza dover andare necessariamente a cercare dall'altra parte del mondo, lasciata volontariamente morire nel modo più atroce e senza un briciolo di umanità.
    Un orrore senza fine travestito da "miglior interesse" che può essere equiparato ai peggiori abominevoli stermini (da cui purtroppo non abbiamo imparato nulla). Mentre tutti (anche i più perversi come i criminali pedofili) combattono a spada tratta per "diritti inesistenti" il "diritto sacro alla vita" viene calpestato da una civiltà morta nell'anima.
    Se è vero come è vero che gli ultimi e i bisognosi vanno aiutati (come ama ripetere qualcuno molto in vista "ma solo se si tratta di immigrati clandestini") Vincent Lambert è sicuramente uno degli "aventi diritto" a questo aiuto. Ultimo fra gli ultimi, bisognoso fra i bisognosi, indifeso tra gli indifesi, abbandonato dai benpensanti di "una chiesa e di una società malata terminale".
    Ribadire a tutti i #benpensantinoperosi (quando si tratta di veri diritti) che mi fate schifo, è inutile. Al contrario di Vincent siete già morti, anche se non lo sapete!

    RispondiElimina
  23. La Francia nazista continua a sottoporre a lenta agonia Vincent Lambert per ammazzarlo.
    Intanto, vaticannews.va ci informa che sulla tragica vicenda Bergoglio papa è intervenuto con un vigoroso "tweet" a Maggio, cinguettio nel quale Vincent non è neppure nominato.

    "Il 42enne disabile francese non è ancora morto, ma i fautori dell’eutanasia cercano di sfruttare la sua agonia per i loro fini. Così in tv si invitano i telespettatori a scrivere le Dat, e l’Admd cinguetta per… uccidere più velocemente. In Italia c’è poi il solito Cappato con le sue menzogne, ma c’è anche un popolo che si riunisce per pregare e difendere il mistero dell’uomo."

    RispondiElimina
  24. Alla fine del cammino su questa nostra terra, gli uomini non hanno bisogno di una fredda siringa che dia loro la morte.
    Gli uomini hanno bisogno di mani compassionevoli e amorevoli.
    Morire nella dignità è morire amato.
    Tutto il resto è menzogna!
    Card. Robert Sarah

    RispondiElimina
  25. Guardiamo alla morte di Vincent con gli occhi della fede: un innocente crocifisso. Intorno a lui due genitori dolenti come Maria ai piedi del Golgota. Forti come lei (“troppo cattolici quei due”, hanno detto i massoni e i laicisti francesi). E Vincent che viene dichiarato colpevole: deve morire! Di fame e di sete.

    Ancora una volta, verrebbe da esclamare: il male ha vinto e il Bene ha perso!

    Anche Alfie e Charlie, Cristi innocenti, sono stati eliminati dalla perfidia di Erode, di Anna e Caifa, del potere!

    Epperò guardiamo meglio, e vediamo che Dio, nella sua misteriosa sapienza, ha scelto “bene”: questi tre condannati avevano genitori strordinari, di un’ umanità e di una fede, che oggi sono rari come l’oro.

    Hanno perso, Alfie, Charlie, Lambert… sì, esattamente come Cristo crocifisso! Ma come lui ha salvato il mondo, così loro ha scosso l’apatia, il relativismo, il nichilismo del mondo. Sono stati richiamo e testimonianza per milioni di persone. Perchè Cristo vince soccombendo.

    Ma dov’era la Sinagoga quando Gesù veniva ucciso? Nascosta, o complice dell’omicidio. E la Chiesa ufficiale, la gerarchia bergogliana, nei tre casi citati?

    A parte qualche microriferimento tardivo, imposto dal basso, l’uomo che quando vuole dire qualcosa diventa ossessivo, ripetitivo sino alla nausea, ha taciuto.

    Nascosto e complice, come la Sinagoga. Impegnato a santificare Carola, atea ed ambientalista, per sua stessa dichiarazione, Carola invasata di un umanitarismo che si rovescia nel suo contrario, come quello di Marx e dei suoi seguaci.

    Tra i genitori di Alfie, Charlie e Lambert, da una parte, e Carola, dall’altra, Bergoglio ha scelto quest’ultima: assomiglia troppo, con qualche anno di meno, ad altre due donne da lui stimate ed elogiate, entrambe atee convinte: Emma Bonino e Valeria Fedeli.

    Ma torniamo agli eroi, e dimentichiamoci i Anna, Caifa, Giuda e tutti costoro: le lacrime sparse, la solitudine che hanno provato (che strazio per un cattolico non sentire la voce misericordisoa della santa Madre Chiesa nel momento del lutto), diventino rugiada vivificante per la Chiesa di Cristo, in questa tenebrossisima notte, dove le luci non mancano del tutto, anche se non vengono più, per ora, da dove dovrebbero.

    RispondiElimina
  26. Dopo la notizia dell'irreversibilità dello stato di Vincent Lambert e dell'inevitabilità della sua morte il Papa politicante interviene con questo generico tweet.
    Vergogna a lui e a chi asseconda il cinico gioco di questo campione di clericalismo gesuita.

    "Preghiamo per i malati che sono abbandonati e lasciati morire. Una società è umana se tutela la vita, ogni vita, dall’inizio al suo termine naturale, senza scegliere chi è degno o meno di vivere. I medici servano la vita, non la tolgano."

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.