Ogni parola porta con sé un mondo di idee, concetti, sensazioni, arricchite dalle relazioni e connessioni con altri mondi che stimola nell'interiorità e quindi nell'agire della persona... Ovvio che, per ogni parola non conosciuta, l'approccio della persona con la realtà risulti impoverito e anche falsato... Ma il fenomeno della inversione dei significati è una violenza sulla persona che viene catapultata (spesso suo malgrado se non ha sufficienti strumenti come antidoto) in una mistificazione che oggi sta diventando inversione della realtà. E sappiamo l'inversione di chi è figlia...
Due soli esempi del nuovo linguaggio orwelliano che tenta di sovvertire la realtà: l' "assassinio di stato" contrabbandato come "dolce morte"; l' "assassinio di popoli e nazioni" contrabbandato come "atto umanitario" che in definitiva non è altro che tratta di esseri umani e accoglienza indiscriminata di migrazioni incontrollate.
Scrive un lettore (mi spiace che non si firma):
Ѐ senz'altro vero, come suggeriva Heidegger - e sulla sua scorta il nostro Galimberti - che noi riusciamo a pensare limitatamente alle parole che usiamo. Da questo punto di vista la riduzione delle parole che siamo in grado di utilizzare comporta un grave infiacchimento della capacità di pensare. S'è calcolato che un liceale del '76 conoscesse 1600 parole. Ma nel 1996 si era già scesi a 700. Poi a 300 e forse oggi qualche decina (più le faccine di Facebook).
Ecco. Io penso - scusate se mi permetto - che sia Heidegger che Galimberti vadano corretti. Il problema non è solo il numero di parole, ma piuttosto la loro aderenza e coerenza con la realtà. Se io dico che ci sono esseri umani con due padri, che una donna può essere anche un uomo, che esistono 128 generi, che uccidere un disabile è "un atto di bontà" nei suoi confronti, che scrivere su un testamento come si vuole morire è un atto di libertà, che tutti possono sposarsi con tutti, che il corpo è allo stesso tempo mio ma anche non-mio (dello Stato), che i bambini sono dello Stato e che quindi lo Stato nei suoi tentacoli cancerogeni può toglierli e darli a chi vuole, che quello che si uccide con l'aborto non è un essere-umano, e così via, insomma: se io fomento la psicosi che si genera negando il principio di evidenza naturale e prima ancora il principio di identità (per cui affermare "A ed anche non-A" è folle), ottengo un gravissimo distacco dal reale, per cui il pensiero può anche avere a disposizione 1.000.000 di parole, ma l'effetto è sempre lo stesso: un generale impazzimento del singolo e della società intera.
Ecco. Io penso - scusate se mi permetto - che sia Heidegger che Galimberti vadano corretti. Il problema non è solo il numero di parole, ma piuttosto la loro aderenza e coerenza con la realtà. Se io dico che ci sono esseri umani con due padri, che una donna può essere anche un uomo, che esistono 128 generi, che uccidere un disabile è "un atto di bontà" nei suoi confronti, che scrivere su un testamento come si vuole morire è un atto di libertà, che tutti possono sposarsi con tutti, che il corpo è allo stesso tempo mio ma anche non-mio (dello Stato), che i bambini sono dello Stato e che quindi lo Stato nei suoi tentacoli cancerogeni può toglierli e darli a chi vuole, che quello che si uccide con l'aborto non è un essere-umano, e così via, insomma: se io fomento la psicosi che si genera negando il principio di evidenza naturale e prima ancora il principio di identità (per cui affermare "A ed anche non-A" è folle), ottengo un gravissimo distacco dal reale, per cui il pensiero può anche avere a disposizione 1.000.000 di parole, ma l'effetto è sempre lo stesso: un generale impazzimento del singolo e della società intera.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: il problema non sono "i ghei", "il gender", "gli immigrati", etc.
Il problema è invece: quali sono le logiche, necessarie conseguenze, quando la lingua viene modificata arbitrariamente e le parole e le espressioni non hanno più alcun contatto e relazione con la realtà?
Per questa strada, infatti, si afferma ciò che Nietzsche aveva previsto: la fine dei fatti, la fine della verità, l'affermazione dell'interpretazione del più forte (ovvero, oggi: di chi ha i mezzi sociali per riprogrammare - letteralmente - la percezione della realtà e quindi la percezione di ciò che è bene / valore o male / disvalore).
Ricordo a questo proposito un bel passo di Nietzsche, chiarissimo. Ce ne sarebbero a decine, ma questo è il giovane Nietzsche: se volessimo prendere l'ultimo Nietzsche, che ne so, i frammenti Lanzerheide, ci sarebbe da farsi venir freddo: «Che cos’è dunque la verità? Un esercito mobile di metafore […] che per lunga consuetudine sembrano a un popolo salde, canoniche, vincolanti: le verità sono illusioni, delle quali si è dimenticato che non sono appunto che illusioni, metafore che si sono consumate e che hanno perduto di forza, monete che hanno perduto la loro immagine e che quindi vengono prese in considerazione come metallo, non più come monete» (F. Nietzsche, Su verità e menzogna in senso extra-morale). Ѐ questo quello che vogliamo?
Ricordo a questo proposito un bel passo di Nietzsche, chiarissimo. Ce ne sarebbero a decine, ma questo è il giovane Nietzsche: se volessimo prendere l'ultimo Nietzsche, che ne so, i frammenti Lanzerheide, ci sarebbe da farsi venir freddo: «Che cos’è dunque la verità? Un esercito mobile di metafore […] che per lunga consuetudine sembrano a un popolo salde, canoniche, vincolanti: le verità sono illusioni, delle quali si è dimenticato che non sono appunto che illusioni, metafore che si sono consumate e che hanno perduto di forza, monete che hanno perduto la loro immagine e che quindi vengono prese in considerazione come metallo, non più come monete» (F. Nietzsche, Su verità e menzogna in senso extra-morale). Ѐ questo quello che vogliamo?
Alan Kurdi, atto di guerra: rotta verso Lampedusa, si muove la Guardia di Finanza
RispondiEliminahttps://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13480920/alan-kurdi-forza-blocco-lampedusa-guardia-finanza.html
Ogni parola porta con sé un mondo di idee, concetti e sensazioni, comprese le relazione e le connessioni che stimola... Ovvio che per ogni parola che non si conosce l'approccio della persona con la realtà risulti impoverito e anche falsato... Ma il fenomeno della inversione dei significati è una violenza sulla persona che viene catapultata (spesso suo malgrado se non ha sufficienti strumenti come antidoto) in una mistificazione che oggi sta diventando inversione della realtà.
RispondiEliminaE sappiamo l'inversione di chi è figlia...
http://www.affaritaliani.it/politica/salvini-nel-mirino-di-ong-mafie-lobby-internazionali-italia-sotto-assedio-614394.html
RispondiEliminaPervertendo il significato delle parole, introducendo nuovi termini che s’incaricano di trasmettere non solo un concetto, ma anche un giudizio di valore, impedendo l’uso di altre parole, giudicate offensive, si influenza non solo la comunicazione, ma anche il significato della stessa. Di più: si influenzano le idee, il modo di pensare, i valori stessi, le mentalità collettive. Con le parole si cambia il mondo. Negli ultimi anni, gli spin doctor della sovversione hanno lavorato intensamente per cambiare il senso delle parole, introdurre parole-concetti, parole-valori, caricando di significato positivo o negativo alcune parole chiave, obliterando altre presenti nel nostro lessico ma sgradite ai signori del caos e dell’infero, usando altre come clave per squalificare, minacciare, ridurre al silenzio gli avversari. Basti pensare a termini quali “fascista”, “razzista”, “populista”: non sono delle definizioni, sono delle minacce squalificanti, ignorando ogni doverosa e oggettiva analisi storica e politica. Mentre sono “santificanti” e positivi per definizione termini opposti come “antifascismo” “antirazzismo”. Ancora, pensiamo a parole assenti nel lessico solo qualche anno fa, ma che consentono una trasmissione inconsapevole di idee e tabù sovversivi, come “omofobia”, “femminicidio”, “islamofobia”, “xenofobia”, “sessismo”, “specismo”.Caso classico è l’imposizione, da parte delle lobby e dei pervertitori del linguaggio, del frivolo, “empatico” e positivo termine “gay” in luogo del più neutro e medicale “omosessuale” o del severo e biblico “sodomita” (ovviamente sono severamente banditi, e talvolta penalmente sanzionati, i vari termini derisori dialettali e semi dialettali a tutti ben noti). Così, attraverso la simpatica frivolezza del termine, viene moralmente sdoganato il comportamento contro-natura. Il disgusto, la condanna morale e sociale vengono sostituiti dall’accettazione, dalla comprensione, persino dalla simpatia. Chi domina il significato delle parole domina il pensiero, inibendolo o obbligandolo.
RispondiEliminaSilente
Bonafede sul caso Sea Watch:"le sentenze si rispettano." Invece di dire sciocchezze, perché Bonafede non manda gli ispettori per verificare il comportamento del Gip Vella, sospettata di aver appoggiato la Sea Watch su Facebook?
RispondiEliminaCesare Sacchetti
Non solo stanno inserendo nei libri scolastici una righina qui ed una righina là che adattano ogni materia al magnifico oggi e preparano il domani finalmente senza errori con decaloghi aggiornati di vuotismo spinto, ma stanno uscendo libri scientifico- divulgativi per adulti dove, con l'aria della scoperta scientifica, nel pensier si fingono nuovi percorsi di antiche civiltà nonsodove, nonsoquando, maisentite, che presentano come vissuti, circa nel 7000/8000 a.C., fenomeni simili a quelli a cui stanno sottoponendo la nostra generazione: cambiamenti climatici che generano fiumane di migrazioni ma , dove tutto finisce, scusate evolve, ovviamente, benissssssimo.
RispondiEliminaCon tutti questi soldi buttati in imprese da malati mentali, si sarebbe potuta irrigare l'intera Africa con canali e pozzi ed invece no, perchè loro non vogliono nè il bene dell'Europa, nè dell'Africa, nè del sud America,nè di alcun popolo sulla terra, questi non vogliono il bene di nessuno, vogliono il potere che solo concede colui che disse, se ti prostrerai e mi adorerai avrai tutti i regni del mondo e la loro gloria. E molti divennero baciapiedi di chi capita, capita.
Trovo molto significativo, ed è ormai accettato da chiunque, il cambio di significato dei seguenti termini:
RispondiEliminamatrimonio: l'unione omosessuale è definita con questa parola;
padre e madre: chi non ha mai sentito dire, rivolto al proprio animale domestico, "viene da mamma" o "vieni da papà";
figlio e figlia: idem come sopra. Per non parlare dei bambini fabbricati in laboratori per le unioni contro natura;
zio e zia: idem come sopra;
bambino: termine usato per indicare il cucciolo di animale;
moglie, marito: usato verso persone dello stesso sesso, nelle unioni cosiddette "civili".
Famiglia: non si sa più cosa significhi.
Dico questo, purtroppo, perché ormai nella mia famiglia (fratelli sorelle e discendenza) questi termini hanno cambiato significato e vengono usati nel nuovo significato che ci hanno imposto.
Emanuele
Lei parla della perversione del linguaggio ma si tratta dell'eterno meccanismo della creazione delle ideologie. Occorre fare un passo avanti e chidersi: CHI e PER CHI. Questo è quello che responsabilmente dobbiamo fare (non basta far immaginare che sia farina del maligno).
RispondiElimina- il "catastrofismo climatico" è una ideologia;
- le ideologie nascono per loro natura su presupposti volutamente falsi (razza, uguaglianza, islam, gender etc etc);
- scopo dell'ideologia è il potere da conquistarsi (o da condizionare) attraverso la creazione di "burocrazie" (compresi i terroristi);
- una ideologia non può creare le sue strutture senza risorse economiche e perciò ha sempre dei sostenitori "ricchi" (che talvolta si dimostrano tragicamente degli apprendisti stregoni);
- nello sviluppo delle "strutture" delle ideologie hanno avuto e hanno un ruolo decisivo (di appoggio o di contrasto) i servizi di alcuni/molti stati (vedi ad es il cosiddetto sessantottismo);
-una ideologia è per sua natura irrazionale, moralistica e mistificatoria.
ERGO: sul piano dell'analisi logico/scientifica, purtroppo, non si ottengono risultati (i primi a sapere che è tutto falso sono, ovviamente, i propagatori/diffusori/burocrati).
L'analisi va portata sul piano politico. Cui prodest? Qual'è l'obiettivo finale? Chi comanda all'Onu?
Cordiali saluti, grazie per il Suo impegno e......che Dio ce la mandi buona.
Paolo Montagnese
denuncia della gip Vella, ci sono donne italiane doc
RispondiEliminahttps://www.lasicilia.it/news/agrigento/260562/una-donna-di-benevento-ha-denunciato-il-gip-di-agrigento-alessandra-vella.html
RispondiEliminaSpigolature
--A proposito delle parole usate in modo nuovo, diverso o perverso.
Il termine "fidanzata/o" una volta si usava solo quando c'era un fidanzamento
ufficiale, una cosa seria. Oggi invece lo si usa sui media al posto di "amante".
Tante volte in cronica si legge di questo o di quella con il loro "fidanzato/a". Ma si
tratta dell'amante o della amante. Per addolcire la cosa, si diceva allora: l'amico o
l'amica, ma si capiva che c'era un sottinteso.
Invece oggi, spudoratamente, si dice "fidanzata/o", svuotando completamente di senso il termine stesso. Anche per i rapporti omo lo usano.
--Nietzsche, uno dei padri del moderno relativismo, anche se nello stesso tempo la criticava ferocemente, dato lo spirito dissolvente che era.
A lui se non erro si deve la sentenza: "non esistono fatti ma solo interpretazioni". Il che in un certo senso è anche vero: ci si accapiglia spesso sul significato di un fatto. Però la frase non può avere un valore assoluto. I fatti esistono e, come diceva Pascal, "sono ostinati". E"questa "ostinazione" a farci pagare il dazio, alla fine, magari dopo qualche generazione, quando i nodi vengono al pettine, lo si capisca o no.
Lo sforzo dell'intelletto ben orientato è sempre quello di capire come stanno veramente le cose, anche nella propria coscenza.
Sp
Guai a coloro che chiamano
RispondiEliminabene il male e male il bene,
che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre,
che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro.
(Isaia 5:20).
TRAFFICO DI BAMBINI. Perché il silenzio dei media sull'inchiesta di Reggio Emilia?
RispondiEliminaIl problema non è tanto l'appartenenza politica del sindaco Pd, quanto le tendenze sessuali delle coppie beneficiarie. In un regime mediatico impegnato da anni a normalizzare simbolicamente queste tendenze sessuali, la notizia appare terribilmente indigesta. Meglio silenziarla.
E il clero? Tace.
Martino Mora
L'età della cavalleria è finita. Quella dei sofisti, degli economisti e dei contabili è giunta; e la gloria dell'Europa giace estinta per sempre»
RispondiElimina(Edmund Burke, Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia, pag. 131)
... Fu scritto nel 1790.