L'ateismo, l'agnosticismo, lo scetticismo e il culto del dubbio non significano una posizione intellettuale, perché dovunque è un'ombra deve esserci una luce, e la negazione non esisterebbe se non ci fosse nulla da negare. Tali atteggiamenti significano invece una posizione morale nella quale l'uomo cerca di rendersi invulnerabile nei confronti della Verità Divina negandone l'esistenza e voltandole le spalle, come fece Pilato. Non sono i dubbi che generano la nostra cattiva condotta: è la nostra cattiva condotta che genera i dubbi. Gesù Nostro Signore è stato estremamente preciso su questo punto:
"Chi fa il male odia la Luce e alla Luce non si accosta, affinché non siano discusse le sue opere. Invece, chi opera la verità si accosta alla Luce, affinché si rendano manifeste le opere sue che sono fatte secondo Dio" (Giovanni,3-20,21)...
Un Cattolico rinnegato che dice: "Non posso più credere nel Sacramento della Confessione" in effetti dovrebbe dire: "Sto conducendo una vita malvagia, e mi rifiuto di abbandonare le mie abitudini peccaminose per fare la pace con Dio"...
Il sole di Dio splende al di fuori delle nostre finestre; ma che vantaggio può mai venirci dal discutere sulla sua bellezza se non siamo disposti a pulire le finestre della nostra condotta per poterlo scorgere?
Tre sono le specie di sudiciume che l'abitudine può accumulare sulle finestre dell'anima per impedire l'accesso alla Grazia di Dio: il sudiciume dei sensi, ossia lo sregolato amore dei piaceri della carne, il sudiciume del danaro, ossia l'insaziabile sete di ricchezza; il sudiciume egocentrico, ossia l'egoismo e la vanità. Per poco che ripuliamo le finestre dell'anima, ci avviciniamo a Dio. "Beati i puri di cuore perché vedranno Dio"...
La resa dell'Ego alla Verità è un preludio all'ingresso nella gioia del Signore. (Beato Fulton J. Sheen, da "La Felicità del Cuore".)
"... il sudiciume dei sensi, ossia lo sregolato amore dei piaceri della carne, il sudiciume del danaro, ossia l'insaziabile sete di ricchezza; il sudiciume egocentrico, ossia l'egoismo e la vanità..."
RispondiEliminaCarne, danaro, vanità. Nel caso della chiesa fu cattolica, la vanità sembra essere il sudiciume egocentrico trainante.
"Sint dies laeti, placidesque noctes"
RispondiEliminaSiano lieti e fecondi, i nostri giorni, fioriscano e portino frutto.
Pacate e placide le notti.
Così è possibile ripetere oggi questa invocazione, che giunge a noi dalla profondità del tempo.
Avendo ricevuto una grande grazia e avendola accolta.
Certi del compimento.
Dentro "tutte le brutte possibilità della storia". E le nostre.
Una grazia che assicuri il futuro, e la speranza.
Per un presente che è già qui.
Fatto di volti, nomi e opere.
Che rende la speranza affidabile.
Per una certezza presente.
Perché Chi ha gettato il seme e custodito il germoglio, compirà.
A suo tempo.
Franca Negri
Sono appena venuto via dalla messa domenicale, disgustato e infuriato; rimanendo ancora, non so se sarei riuscito a trattenermi : dapprima la lettura del passo in cui Abramo intercede presso Dio per gli abitanti di Sodoma; poi il salmo responsoriale, abilmente costruito in modo da lasciare il dubbio che il Signore abbia ascoltato le preghiere di Abramo e non abbia distrutto Sodoma (Galantino docet!). Poi il Vangelo, col passo in cui Gesù dice “quando pregate dite così…”. Ebbene il testo del Padre Nostro è stato totalmente manipolato e falsificato, per giungere all’insistenza su quel “non abbandonarci alla tentazione”, anziché “non c’indurre in tentazione”. Il prete si accalorava dicendo “la gente dice che il papa vuol cambiare il Padre Nostro ! non è vero! Lui ha solamente voluto che le parole fossero quelle di Gesù (evidentemente per due millenni si è pregato con parole non di Gesù…”.
RispondiEliminaMa già dalla’inizio del passo si vedeva la falsificazione del testo evangelico : “Padre”, anziché “Padre nostro che sei nei Cieli”; omesso “sia fatta la Tua volontà, come in Cielo così in terra”, alterato con parole inventate il “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”… e poi la ciliegina finale. Nell’omelia il prete è partito subito all’attacco (la miglior difesa, infatti, è l’attacco, come ben sappiamo), per mettere a tacere ogni possibile contestazione, facendo apparire ribelle chi avesse osato avanzare il minimo dubbio. No, il papa non ha cambiato niente, ha solamente riportato le esatte parole di Gesù: poveri evangelisti, quindi, dipinti come bugiardi inveterati.
A quel punto non ce l’ho fatta più a rimanere, mi sono alzato e me ne sono andato, in silenzio, mormorando tra me e me : “ma che razza di bugiardi…”
Catholicus,
RispondiEliminail Vangelo riporta il testo di Luca così com'è tranne che per la traduzione, rettificata nel nuovo messale, in "non abbandonarci alla tentazione" e così era infatti riportata nel foglietto. Su questo abbiamo precisato e disquisito a lungo.
Nella mia parrocchia il Sacerdote, che fa sempre prediche molto profonde e illuminanti strettamente pertinenti alle letture, ha ben sottolineato molte cose, ma sul Pater se l'è cavata glissando sulla nuova traduzione (mentre successivamente il Pater si recita con la vecchia formula). Ha sorvolato dicendo: "sul Pater si potrebbe parlare per ore" ed è andato oltre...
La versione di Luca è più breve di quella di Matteo...
RispondiEliminaAchille Togna Due:
RispondiEliminaio temo che ci siano altre dinamiche all'INTERNO della vicenda del vicebrigadiere, senza scavallare sul romanzesco e complottistico
- il movente, CENTO EURO, non mi convince
- nemmeno un rom avrebbe accoltellato un carabiniere per quella cifra
- si conoscevano vittima e carnefice?
- questa storia delle due pattuglie allertate e pronte ad intervenire è troppo GROSSA per il tipo dell'operazione e troppo PICCOLA (anzi inesistente) per gli ESITI
- come mai si erano, i militi, presentati al rendez-vous disarmati (cosi' mi pare d'aver capito)?
- come mai il preteso pusher (o intermediario, che è la stessa cosa) chiama i CC per recuperare UN TELEFONINO, che al mercato nero lo trovi a 20 euri (il palmare a 35!)?rischiando una condanna per spaccio di stupefacenti......... e 'nnamooooooooooooooooo!
- per me c'e' sotto altro,di genere PRIVATO e PROIBITO, ovviamente.
- al momento l'Arma,nella persona del Com.te della Stazione, è l'unica a conoscere la verità. Infatti loro sanno se il servizio, notturno poi, fosse stato concertato coi Superiori o no
qui sta la chiave di tutto
un'ultima annotazione (che sfugge a chi non conosce Roma)
- il fatto-reato (primo) sarebbe avvenuto a Piazza Mastai, che sta dall'altra parte del Tevere, a Trastevere appunto, sede di Compagnia e di Stazione Principale
- il fatto-reato (secondo) è avvenuto in Prati, sempre al di là del Tevere, sede di analoghi Comandi
- mi dici cosa ci azzecchi la Stazione di Piazza Farnese?
- i due cc attinti erano forse intervenuti a titolo privato per fare una cortesia ad un amico o per dirimere un imbroglio in via confidenziale?
questo spiegherebbe il fatto ch'erano disarmati............
- se il pusher avesse chiamato il 112, mai sarebbe stata interessata la Stazione di Piazza Farnese, nella maniera piu' assoluta
- il pusher a chi si è rivolto dunque? a un conoscente nell'Arma??? e se sì, era il vicebrigadiere oppure il collega???
"...la sessualità e il suo uso, è una cosa del tutto naturale donata da Dio e che va educata per l'uso corretto, mentre il sesso è la sua deformazione che degenera in peccato contro natura, alimentando un linguaggio osceno fino ad alimentare ogni forma di pornografia, corrompendo le menti e i cuori..."
RispondiEliminaMons. Fulton Sheen sarà beatificato a breve. https://cooperatores-veritatis.org/2019/07/07/te-deum-laudamus-mons-fulton-sheen-e-beato/
CARD. PAROLIN: “LA CHIESA NON PUÒ ESSERE MARGINALIZZATA DA UNA LAICITÀ SCONFITTA DALLA STORIA”
RispondiElimina“L’identità cristiana ha avuto un ruolo fondamentale nel processo di unificazione europeo e questi valori, oggi, sono ancora presenti. Ma stiamo assistendo ad una loro diluizione e le cause sono quattro. La prima riguarda la perdita di propulsione del progetto europeo originario; la seconda fa riferimento al crescente primato dell’economia sulla politica; la terza investe il cambiamento semantico della parola ‘diritti’: molti di quelli nuovi non fanno più riferimento a quello naturale generando così delle contraddizioni; la quarta è la rescissione del legame col pensiero greco-romano”.
La Lectio Magistralis del Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, davanti alla platea entusiasta di un centinaio di giovani che partecipano alla seconda giornata della prima Summer School di formazione politica organizzata a Frascati dalla diocesi di Roma, è stata incentrata tutta sull’Europa. Parolin ha spiegato che, in questo momento storico, occorre continuare a costruire l’Europa puntando sulle relazioni tra le persone mentre ai cristiani spetta il compito di dare per primi il buon esempio raccogliendo la sfida di essere una comunità ispirata da solidi ideali. E per quanto riguarda la Chiesa ha aggiunto: “Non può essere marginalizzata da chi non accetta i nostri valori e propugna una laicità sconfitta dalla storia”. Ai microfoni di Radio Vaticana Italia, il porporato parla dell'iniziativa di Frascati e dell'importanza di preparare i giovani all'impegno in politica:
Eminenza, i tanti giovani presenti in questa Summer School dimostrano che c’è voglia di imparare, di crescere. I giovani sono molto interessati a queste tematiche…
R. Io do un appoggio a questo tipo di iniziative che rispondono ad una esigenza molto sentita anche nel mondo cattolico: una presenza efficace della voce dei cattolici all’interno della politica, per una buona politica. C’è un vuoto che deve essere riempito e l’iniziativa della diocesi di Roma risponde a questa necessità. I cattolici sono stati una parte fondamentale nel costruire l’Italia, soprattutto nel dopoguerra. E, in un mondo complesso come quello attuale, continuano ad esserlo. Oggi abbiamo bisogno di tornare a pensare: dobbiamo finirla con le polemiche, con le grida. Occorre riflessione. E, ovviamente, anche dei valori del Vangelo. Per superare questa irrilevanza, si deve trovare una nuova forma di collaborazione.
Quanto i cattolici in Europa devono tornare a contare e quanto i giovani hanno bisogno di buoni esempi e di essere spronati a partecipare alla costruzione europea?
R. C’è una esigenza fortissima, che nasce dal fatto che l’Europa, in fondo, è nata da un progetto di cristiani. I padri fondatori dell’Europa si sono tutti riferiti al Vangelo assumendolo come punto di partenza, come orientamento, come guida. E se oggi assistiamo ad una crisi dell’Europa è perché è venuta meno questa idealità. Quindi, anche i giovani hanno il compito di recuperarla costruendo una buona politica.
Dunque, i giovani non possono stare alla finestra. Devono impegnarsi concretamente per cambiare questa Europa…
R. Sì. Papa Francesco ha parlato più volte dei giovani da divano. Ecco, devono alzarsi e mettersi a lavorare. La situazione è tale che non permette più a nessuno di rimanere inerti e indifferenti. Si devono sporcare le mani. L’Europa è il futuro, non si può tornare indietro: però bisogna rivitalizzarla. Di fronte alla complessità dei problemi e alle sfide, oggi c’è la tentazione di tornare indietro e di cercare risposte antiche che nel passato sono state fallimentari. La sfida è quella di essere creativi e di saper dare risposte nuove.
Al link anche l’audio dell’intervista al card. Parolin:
https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2019-07/cardinale-segretario-di-stato-vaticano-pietro-parolin-frascati.html
"... la tentazione di tornare indietro e di cercare risposte antiche che nel passato sono state fallimentari...."
RispondiEliminaSan Matteo 12, 52
...52Ed egli disse:
- Perciò, un maestro della Legge che diventa discepolo del regno di Dio è come un capofamiglia che dal suo tesoro tira fuori cose vecchie e cose nuove.
Nel caso odierno manca il maestro della Legge, il maestro elementare, il maestro cuoco, il maestro...!
Nell'assenza quasi assoluta di maestri umani, seguiamo Gesù Cristo solo, nostro Signore, la cui Vita, agli occhi del mondo, fu fallimentare.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/verona-gi-tetto-duomo-crollo-durante-messa-1732672.html
RispondiElimina
RispondiEliminaA proposito della modifica del Padre Nostro imposta da Papa Francesco
Secondo la quale Dio non ci "indurrebbe" mai in tentazione,
che dire di questi versetti vetero-testamentari?
Isaia : "Ei viene a vagliar le nazioni col vaglio della distruzione,
e a mettere, tra le mascelle dei popoli,
un freno che li faccia fuorviare". (30, 28)
Geremia: "Ecco, io porrò dinanzi a questo popolo delle pietre d'intoppo,
nelle quali inciamperanno assieme i padri e i figli,
vicini e amici, e periranno"(6, 21).
M.
"Che cos'è la verità?" Chiedeva Pilato a Gesù, sbagliando in pieno la domanda. Chi è la verità? Avrebbe dovuto chiedere! O Pilato non lo vedi? Colui che ti sta davanti è la Verità, quel Gesù di Nazareth, flagellato, coronato di spine, incatenato e con le vesti lacere, Costui è la Verità. Egli è la
RispondiEliminaLuce in cui ogni opera si rivela nella sua verità, per questo gli operatori di iniquità se ne tengono lontani, perché non siano svelati I segreti dei loro cuori malvagi. Ma noi sappiamo che quella Verità ha già vinto e che non c'è nulla di nascosto che non verrà mostrato. Il Signore in questi tempi forse vuole proprio mettere alla prova il nostro amore per la Verità, per questo sembra che fatichi a venire alla luce. Pensiamo ai fatti di Bibbiano e come in quella stessa Emilia Romagna sia stata approvata la legge bavaglio che non ci consentirà più di dire che un uomo è un uomo (e non quello con la prostata) e che una donna è una donna (e non quella senza prostata) e che la famiglia è data dall'unione tra un uomo e una donna... ecco Gesù vuole vedere quanto amiamo la Verità e quanto l'amiamo. Si sarebbe dovuto sentire un grido di protesta, un lamento come di lutto, perché questi stanno tentando di uccidere la Verità e con essa la libertà... e invece niente. Il Signore Iddio sta chiedendo "Chi manderò e chi andrà per noi?" Is 6,8 e chi avrà il coraggio di alzarsi in piedi e dire "Eccomi, Signore, manda me!" Chi vorrà testimoniare la Verità?
"Che cos'è la verità?" Chiedeva Pilato a Gesù, sbagliando in pieno la domanda. Chi è la verità? Avrebbe dovuto chiedere! O Pilato non lo vedi? Colui che ti sta davanti è la Verità, quel Gesù di Nazareth, flagellato, coronato di spine, incatenato e con le vesti lacere, Costui è la Verità. Egli è la
RispondiEliminaLuce in cui ogni opera si rivela nella sua verità, per questo gli operatori di iniquità se ne tengono lontani, perché non siano svelati I segreti dei loro cuori malvagi. Ma noi sappiamo che quella Verità ha già vinto e che non c'è nulla di nascosto che non verrà mostrato. Il Signore in questi tempi forse vuole proprio mettere alla prova il nostro amore per la Verità, per questo sembra che fatichi a venire alla luce. Pensiamo ai fatti di Bibbiano e come in quella stessa Emilia Romagna sia stata approvata la legge bavaglio che non ci consentirà più di dire che un uomo è un uomo (e non quello con la prostata) e che una donna è una donna (e non quella senza prostata) e che la famiglia è data dall'unione tra un uomo e una donna... ecco Gesù vuole vedere quanto amiamo la Verità e quanto l'amiamo. Si sarebbe dovuto sentire un grido di protesta, un lamento come di lutto, perché questi stanno tentando di uccidere la Verità e con essa la libertà... e invece niente. Il Signore Iddio sta chiedendo "Chi manderò e chi andrà per noi?" Is 6,8 e chi avrà il coraggio di alzarsi in piedi e dire "Eccomi, Signore, manda me!" Chi vorrà testimoniare la Verità?
"“L’identità cristiana ha avuto un ruolo fondamentale nel processo di unificazione europeo e questi valori, oggi, sono ancora presenti. Ma stiamo assistendo ad una loro diluizione..."
RispondiEliminaOggi nel processo di unificazione dell'Europa, i valori dell'identità cristiana sono diluiti, dice il card. Parolin.
Vediamo come e perché questi valori si sono diluiti.
"... le cause sono quattro. La prima riguarda la perdita di propulsione del progetto europeo originario; la seconda fa riferimento al crescente primato dell’economia sulla politica; la terza investe il cambiamento semantico della parola ‘diritti’: molti di quelli nuovi non fanno più riferimento a quello naturale generando così delle contraddizioni; la quarta è la rescissione del legame col pensiero greco-romano”. " Sottolinea il card. Parolin.
Di queste quattro cause individuate dal cardinale non una riguarda la storia della chiesa nell'ultimo secolo.
"Parolin ha spiegato che, in questo momento storico...ai cristiani spetta il compito di dare per primi il buon esempio raccogliendo la sfida di essere una comunità ispirata da solidi ideali. E per quanto riguarda la Chiesa ha aggiunto: “Non può essere marginalizzata da chi non accetta i nostri valori e propugna una laicità sconfitta dalla storia”... il porporato parla dell'iniziativa di Frascati e dell'importanza di preparare i giovani all'impegno in politica:...!
Ora i cristiani, con l'esempio, sono chiamati a rendere solidi gli ideali/valori già precedentemente liquefattisi; nel mentre la chiesa, che nelle persone dei suoi massimi rappresentanti ogni giorno è sulle copertine di tutti i giornali del mondo con grande imbarazzo dei cristiani rimasti fedeli a NSGC, chiede di non essere marginalizzata. Si raccoglieranno firme affinchè possa avere la visibilità che le necessita sia sulle tivvvì sia sul webbb. Della laicità sconfitta dalla storia, cioè i cristiani fedeli a NSG abbiamo già detto. Torniamo alla Summer School di Frascati, che il cardinale appoggia.
Questo clero non salva niente e nessuno.
RispondiEliminaTutto deve cambiare.
L'epurazione staliniana al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per il matrimonio e la famiglia, compiuta da Paglia e dal clero della "neochiesa", pur essendo l'ennesimo atto infame di una serie non più numerabile, ha un lato provvidenziale in sé:
quello di mettere con le spalle al muro tutti i "conservatori" e "moderati" che ancora fingono di non vedere, non sentire, non capire, cosa sta accadendo nella Chiesa, non dico da 60 anni, ma nemmeno da sei anni.
Detto questo, farei la figura del cretino, se non aggiungessi che sono perfettamente consapevole che nemmeno questo ennesimo atto infame cambierà nulla per costoro. I loro libri da vendere, la loro carriera, i loro scrupoli, sono più importanti della vita dei bambini e dell'ordine naturale.
Continueranno a fare finta di non vedere, non sentire, non capire, pronti a emanare urla di gioia per la prima frase sensata che si dirà, come accade 4-5 volte all'anno.
Continueranno con i loro insopportabili distinguo, con il loro ancora più insopportabile silenzio, con la loro intollerabile aura di persone sensate, moderate e professionali.
Perché se così non fosse, non sarebbero "conservatori" e "moderati". Ovvero, non sarebbero il ponte che fa breccia nel mondo che ama la verità e la Fede di sempre.
Posso dirvi che credo proprio che perfino Giovanni Paolo II vi prenderebbe a calci, a voi e alla vostra moderata e seria professionalità?
Qui non si tratta di "tradizionalismo" e anti-Concilio. Qui si tratta del "vostro" Giovanni Paolo II, che avete gettato nel secchio dell'immondizia della vostra coscienza.
Non parliamo nemmeno dell'amore alla Chiesa e alla Verità, oltre che alla famiglia e all'ordine naturale.
Stanno distruggendo tutto, agli ordini dei loro manutengoli. Nel silenzio dei cosiddetti "buoni".
Anche la famiglia e la vita. E quasi tutti tacciono.
Facendo finta di non capire in mano a chi è finito questo clero. M.V.
L'unità non si progetta ne’ si costruisce,
RispondiEliminadall' unità si nasce.
Come al ridestarsi di un altro mattino.
Il passaggio dall'io al noi implica una apparenza di morte per una "risurrezione" in pienezza.
E quest’unità originaria è segno di un altro mondo in questo.
Il documento della gloria di Cristo qui ed ora.
Un popolo in cammino.
La nostra compagnia, il germoglio fragile e tenace,di un popolo sempre nuovo.
Il sogno della storia, impossibile agli uomini.
Il sigillo della Tua presenza, sul nostro inquieto presente.
Almeno da desiderare.
Franca Negri
Al mio commento del 28 luglio 2019 23:06, ne seguiva un altro che concludeva il precedente. Meglio. Questo esercizio mi ha portato a rileggere questo discorso del cardinale Parolin con maggior attenzione. Chi vuole e può provi a rileggere con calma, aria fritta in olio banale. Sono realmente usciti fuori dalla Chiesa.
RispondiEliminaINDURRE E ABBANDONARE
RispondiEliminaChiosa semantica
di Luciano Pranzetti
Non è nostra intenzione intervenire, con argomentazioni biblico/teologiche, sull’annunciato proposito bergogliano di modificare, nel Pater noster, l’espressione “Non ci indurre in tentazione” a favore di altra meno allusiva – secondo i teologi della neochiesa – a un Dio che vuole il male delle sue creature. E, per questo, senza attendere una deliberazione definitiva da parte della Gerarchìa, già in alcune diocesi francesi, così come in molte chiese italiane, si prega e si biascica con la sostitutiva formula “ Non ci abbandonare alla tentazione”.
Sull’argomento sono stati prodotti autorevoli interventi che, senza ombra di dubbio, han dimostrato quanto inopportuna e scorretta sia siffatta nuova traduzione del testo greco “kai mè eisenénkes emàs eis peirasmòn” (Mt. 6, 13) che, data essere autentica Parola di Dio immodificabile, corrisponde al latino “ et ne nos inducas in tentationem”, come bene intese San Girolamo nella canonica versione della ‘Vulgata’.
Noi vorremmo dimostrare, invece, come la nuova formula, contrariamente al proposito di rendere la figura del Padre lontana da ogni connotazione di malevolenza ed ingiustizia, ma solo di misericordia, la indurisca e l’aggravi consegnando alla Cattolicità l’idea di un Dio perfido, distante e disinteressato alle vicende delle sue creature. Perciò, con la sola analisi etimo/logico/semantica dei due verbi “indurre” e “abbandonare”, si potrà realizzare una visione che, riferita al secondo, si manifesta per essere più forte del primo, e addirittura sacrilega.
Vediamo, allora, perché i due verbi sopra citati esprimono due opposte semantiche.
1 – Indurre. Verbo che, nelle varie e molteplici circostanze in cui viene flesso, sta a significare un dinamismo col quale un soggetto spinge e/o viene spinto a comportamenti, ad atteggiamenti per lo più non voluti, come: indurre in errore, indurre a delinquere. . .Ben considerando l’etimo e la semantica, si può notare come nel composto in-durre sia presente un’iniziale moto a cui, il soggetto collegato, non viene necessariamente obbligato a cedere, tanto che si può parlare di una induzione a delinquere non riuscita per volontà opposta. La Scrittura ci informa che Dio mette alla prova, ma ciò non vuol dire che l’uomo sia tenuto a corrispondere alla tentazione, termine che, tra l’altro, realizza una circostanza in cui viene esperito un tentativo, operazione, cioè, che prova a sollecitare un alcunché ma non necessariamente a condurlo a termine. Tentazione, in definitiva, non significa peccato. Giobbe fu messo alla prova dal Signore ma non peccò; Gesù fu, per prova, indotto in tentazione ma, come si legge in Matteo (4, 1/11), seppe respingere l’induzione dandoci, così, l’esempio di come si possa superare un momento critico.
Pertanto, ammesso e acclarato che lo “indurre”, contenuto nel Pater noster, esprime il disegno di Dio secondo il quale l’uomo va messo alla prova, non è automatico che l’uomo debba cadere nel peccato in quanto il suo libero arbitrio, illuminato e ammaestrato dalla legge divina, gli permette la conoscenza del Bene e del male e, quindi, la volontà di resistere e vincere.
RispondiElimina2 – Abbandonare. Verbo che, per ogni circostanza in cui viene usato, mantiene un significato univoco e, cioè: lasciare senza aiuto, senza protezione, dimenticare qualcuno/qualcosa. Il significato che ne viene fuori dice come l’abbandonare valga decisione ed azione volontaria/involontaria che, riferita alla nuova formula del corretto Pater noster, farebbe di Dio un Essere perfido e scordarello che lascia senza aiuto, senza possibilità di recupero, senza mezzi di riscatto l’uomo che cade nel peccato, disinteressandosi di lui. Ora sarebbe paradossale che nella preghiera, insegnataci da Gesù stesso, si chieda a Dio di non abbandonarci alla tentazione, di non lasciarci soli e senza il suo aiuto. Cosicché, appare chiaro come la sostituzione del dinamico ‘indurre, con lo statico ‘abbandonare’ renda un pessimo servizio alla Verità e riveli la smania revisionista della neochiesa che, per modellare una pastorale a misura d’uomo, fa la pesa alla Parola di Dio.
Ma la rivoluzione bergogliana, che gronda misericordia da ogni artiglio, va avanti, inarrestabile fidando sulla parola di p. Arturo Sosa, attuale ‘papa nero’, il gesuita che afferma come, per essere bravi cristiani di oggi, sia necessario contestualizzare storicamente la parola di Cristo il quale, lo si dica chiaro e schietto, e lo si sappia, non disponeva di registratori, per cui – come si dice – “Verba (Christi) volant”.
Santa Marinella agosto 2018
Prof. Luciano Pranzetti
MADONNA DELLA RIVELAZIONE A BRUNO CORNACCHIOLA
RispondiEliminaIl13 marzo del 2000 la Madonna gli dice:
“la salvezza non è riunire tutte le religioni per farne un ammasso di eresie e di errori, ma convertitevi per l’unità di amore e di fede”.
RispondiEliminaNon ci indurre in tentazione
Dio ci induce in tentazione per metterci alla prova e farci progredire sulla via della santificazione.
Non è che ci tenti Lui direttamente ma permette al demonio di fare l'opera sua nei
confronti della nostra anima e del nostro intelletto, avendoci preventivamente dato
le armi per combatterlo, costituite in sintesi dalla Grazia, da perseguire con la
volontà di averla, la preghiera, le mortificazioni corporali.
In Mt 12, 43 ss, NS fa l'esempio dello spirito maligno che, uscito da un uomo, va a raccogliere altri 7 spiriti peggiori di lui, e ritorna "nella sua casa, che trova vuota, spazzata e adorna". Allora lui e gli altri entrano "e vi prendono stabile dimora, sicché l'ultima condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima. Così sarà anche di questa generazione malvagia". Il passo va interpretato.
Tutto questo avviene con il permesso di Dio, evidentemente. NS sembra qui riferirsi solo agli indemoniati come quelli da Lui guariti? Ma il suo discorso si può applicare benissimo alle tentazioni che ogni uomo e donna può subire nel corso della sua vita. Che vuol dire allora "stabile dimora" del demonio dentro di noi?
Che siamo dannati? No, non può essere: credo voglia dire: gli 8 spiriti maligni non sono di passaggio ma intenzionati a impadronirsi per sempre di quell'anima (questo vuole sempre Satana). La lotta per liberarsi sarà allora molto più dura ma non impossibile a vincersi, sempre con l'aiuto della Grazia. Pensiamo alle ricadute nei vizi e in certi vizi o pessime abitudini, che sembrano ogni volta peggiorare la situazione spirituale di chi ne è vittima.
Dio permette tutta questa "dialettica" di tentazione-caduta-rinascita in Cristo. Ma in questo suo permettere non c'è anche la volontà appunto di "indurci" alla tentazione, cioè di far sì che siamo passati al vaglio delle tentazioni, anche le peggiori, così come è stato passato al vaglio da Satana Nostro Signore, all'inizio della sua missione?
"Ma liberaci dal male". Questa parte del versetto non viene mai citata eppure va intesa in stretta relazione con la prima. Il discorso è una preghiera al Padre. Gli chiediamo di non indurci in tentazione ma di esser salvati dal male. Quale male?
Quello che facciamo noi o quello che viene fatto a noi? Interpretazione: quello che facciamo noi, che ci pervade, quando siamo caduti in tentazione. Senso: evitaci la tentazione, la prova, se possibile (ma sia fatta la tua volontà, Getsemani) e liberaci, con l'aiuto della tua Grazia, dal male che commettiamo.
M.
Messi di fronte ad analisi come quella del professor Pranzetti in merito alla vexata questio "indurre/abbandonare" alla tentazione, i preti bergogliani tacciono, non rispondono, si negano. Sapendo di non poter sostenere la necessità di tali manipolazioni delle Sacre Scritture, e non intendendo in alcun modo venir meno alla cieca obbedienza alla gerarchia modernista, eretica ed apostata, non riescono a far altro che tacere, fuggire il confronto; se messi con le spalle al muro, però, si difendono attaccando, accusandoci di essere nemici del papa (di Cristo se ne fregano, evidentemente), di essere contro la loro "Chiesa in divenire", ed altre balle del genere. Morale? questi preti, oltre ad essere totalmente inutili al compito loro affidato da Cristo, ne sono di ostacolo, sono pericolosi per la salvezza delle anime. Chi l'avrebbe mai detto? che il clero divenisse il principale pericolo di dannazione eterna dei fedeli? purtroppo è così, contra factum non est argomentum. Il diavolo se li è fagocitati tutti, con quello che mons. Léfèbvre chiamava "il colpo da maestro di Satana": imporre al clero l'obbedienza ad una gerarchia traditrice, apostata, passata armi e bagagli al suo servizio.
RispondiElimina