Julio Loredo, autore di “Teologia della liberazione, un salvagente di piombo per i poveri” (Cantagalli, 2014), ha affermato che il retroscena “non detto” del Sinodo sull’Amazzonia è qualcosa che è stato preparato da decenni e che mira a “cambiare l’intera Chiesa” d’accordo con “la cosiddetta teologia indigenista e ecologica”. “Si tratta di un rinnovamento totale della Chiesa da un punto di vista ‘amazzonico’, che altro non è che il culmine della Teologia della liberazione”, ha detto Loredo a LifeSiteNews il 21 giugno scorso. Di seguito l'intervista. Qui indice articoli sul tema
Intervista rilasciata da Julio Loredo a Diane Montagne
Sig. Loredo, chi è il responsabile del lancio del sito “Pan-Amazon Synod Watch” e che assicurazione può dare ai lettori che in esso troveranno una fonte credibile di informazioni riguardo alle questioni relative al Sinodo di ottobre?
Il sito è stato creato da una rete internazionale di associazioni conservatrici. Appartiene ufficialmente all’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira, che ha sede a San Paolo, in Brasile. Il prof. Corrêa de Oliveira (1908-1995) ha studiato le cosiddette correnti indigeniste all’interno della Chiesa già dall’inizio degli anni ’70. Ma è un sito internazionale che implica non solo le TFP (le Associazioni per la difesa dei valori della Tradizione, Famiglia e Proprietà), ma anche altre realtà conservatrici a livello internazionale.
Contiene articoli di importanti esperti, scienziati, filosofi e professori; pertanto, il materiale che presenta è altamente accademico. Ad esempio, contiene articoli del prof. Evaristo de Miranda, uno dei massimi esperti mondiali in Amazzonia. Il prof. de Miranda è il capo di EMBRAPA, che è responsabile per il monitoraggio satellitare dell’Amazzonia brasiliana. Come forse saprà, il Brasile ha il suo programma spaziale. Il sistema satellitare in Brasile è molto sviluppato. EMBRAPA – Monitoramento per Satélite è l’organo governativo che supervisiona l’Amazzonia e il prof. de Miranda ne è il capo. Ci sono molti suoi articoli, nonché di importanti studiosi di ecologia degli Stati Uniti e di altri paesi. Figure molto autorevoli stanno scrivendo per il sito.
Questa settimana il Vaticano ha pubblicato l’Instrumentum laboris del Sinodo sull’Amazzonia. Ha attirato l’attenzione dei media, in particolare perché suggerisce una diminutio del celibato sacerdotale per la regione amazzonica. A suo avviso, che cosa dovrebbero conoscere i media, il clero cattolico e i fedeli in generale, in merito all’incontro venturo? Su cosa dovremmo concentrare la nostra attenzione?
C’è una storia mai raccontata che non ha ottenuto abbastanza attenzione nei media occidentali. Il cardinale Pedro Barreto, vicepresidente della REPAM (Rete Panamazzonica), nei giorni scorsi ha detto molto chiaramente che il piano che intendono realizzare al Sinodo è quello su cui hanno lavorato per quasi 50 anni. Quindi, c’è tutto un piano, un intero schema, dietro al Sinodo, che consiste nell’introduzione della cosiddetta Teologia della liberazione indigenista sviluppatasi negli ultimi 40 o 50 anni. Ora sarebbe il loro tempo di proporla a tutta la Chiesa.
I media europei si concentrano sul celibato del clero e sulla possibile “ordinazione” diaconale delle donne, e giustamente. Questi aspetti sono entrambi molto importanti, ma dietro c’è tutta una storia. Ciò che vogliono, è cambiare l’intera Chiesa secondo le versioni più radicali della Teologia della liberazione – la cosiddetta Teologia Indigenista ed Ecologica.
Noi la seguiamo da molti decenni. Nel 1977, Plinio Corrêa de Oliveira scrisse vi scrisse un libro intitolato “Tribalismo indigeno: ideale comunista-missionario per il Brasile nel ventunesimo secolo”, in cui descrive più o meno ciò che sta accadendo oggi. Tuttavia, questo panorama non era molto presente o ampiamente noto al pubblico europeo. Si trattava più di una situazione latinoamericana, che viene ora proposta da un Papa latinoamericano per tutta la Chiesa, e questo è molto importante. Inoltre coincide con le visioni più estreme dei modernisti e dei progressisti in termini di ecclesiologia.
Al Sinodo sui Giovani dello scorso anno erano previste alcune questioni controverse (come l’inclusione del linguaggio “LGBT”), ma non la forte enfatizzazione nel documento finale sulla “sinodalità” e l’ecclesiologia. Quali sorprese pensa che potremo avere con il Sinodo sull’Amazzonia?
Se legge i documenti preparatori del Sinodo, specialmente l’Instrumentum laboris, vedrà che vogliono reinterpretare l’intera Chiesa da una prospettiva “amazzonica”. La chiamano la nuova Chiesa dal “volto amazzonico”. Vogliono reinterpretare l’intera Chiesa, e questo è un punto che ritengo che i media europei non stiano sottolineando abbastanza. Non è semplicemente il problema di rilassare il celibato ecclesiastico o il problema dell’ordinazione delle donne, anche se questo è molto importante. È un ripensare interamente la Chiesa da un punto di vista “amazzonico”, che altro non è che il culmine della Teologia della liberazione.
Se vi riusciranno, si tratterà della rivoluzione più perniciosa mai accaduta nella storia della Chiesa – se vi riusciranno.
Alla conferenza stampa del 17 giugno per la presentazione dell’Instrumentum laboris, LifeSite ha chiesto alcuni informazioni agli organizzatori del Sinodo. “Nel leggere il Documento Preparatorio”, abbiamo detto, “abbiamo avuto l’impressione che l’idea non fosse solo quella di aiutare l’Amazzonia, ma anche di dare al resto della Chiesa un volto amazzonico”, un’espressione che Papa Francesco ha usato varie volte. Questo Sinodo avrà implicazioni e ramificazioni per il resto della Chiesa?”. Il Vescovo Fabio Fabene, sottosegretario del Sinodo dei Vescovi, ha risposto insistendo sul fatto che questo Sinodo è dedicato esclusivamente all’Amazzonia. Ma ha aggiunto che ci potrebbero essere ripercussioni “dal punto di vista pastorale anche per la Chiesa, specialmente … nel campo dell’ecologia”.
Esattamente. Stanno proponendo tutta una serie di idee, come la “conversione all’ecologia integrale”, valide per tutta la Chiesa. Stanno usando il Sinodo Panamazzonico per proporre un nuovo modello di Chiesa.
Crede che i popoli indigeni vengano sfruttati per realizzare la rivoluzione ecclesiale che lei descrive?
Questo Sinodo è stato preparato e gestito da una rete ben organizzata di associazioni e movimenti “indigenisti”, come la già citata REPAM. Tutti i suoi mentori provengono dalle fila del movimento della Teologia della liberazione che, in anni più recenti, si è evoluta in questo senso, così come nel senso di una “ecologia integrale”. In questa ricerca, hanno coinvolto alcuni indios amazzonici altamente motivati, come il capo Raoni dei Cayapó. Ma dubito che rappresentino la maggioranza delle popolazioni indigene. Conoscendo abbastanza bene la realtà amazzonica, direi che la stragrande maggioranza vuole integrarsi nella società moderna.
Un altro passaggio dell’Instrumentum laboris che sta sollevando preoccupazione è il n. 129. Esso asserisce che poiché l’”autorità” in Amazzonia è “a rotazione” sarebbe opportuno “riconsiderare l’idea che l’esercizio della giurisdizione (potere di governo) deve essere collegato in tutti gli ambiti (sacramentale, giudiziario, amministrativo) e in modo permanente al Sacramento dell’Ordine”.
Come ho detto, vogliono rinnovare l’intera Chiesa da un punto di vista “amazzonico”. Un capitolo del Documento Preparatorio tratta della “dimensione sacramentale” e afferma che i Sacramenti debbano essere reinterpretati sotto questa luce, incluso il Sacramento dell’Ordine. È ovvio che stanno usando il “volto amazzonico” come pretesto per attuare un vecchio schema progressista: confusione riguardo al sacerdozio comune dei fedeli e al sacerdozio sacramentale del clero. Vogliono attenuare, se non distruggere, l’autorità nella Chiesa. La loro è una visione egualitaria della Chiesa e della società.
Detto questo, chiunque sia stato in Amazzonia, sa perfettamente che l’autorità nelle tribù indigene è tutt’altro che “a rotazione”. Le tribù indigene hanno una struttura dittatoriale in cui il potere del capo è solo sovrastato da quello dello stregone.
Un altro punto da sottolineare è che l’enciclica Laudato sì è la base dottrinale del Sinodo. Questa enciclica ha parti ispirate alla Teologia della liberazione ecologica, o Eco-teologia, e parti basate su documenti delle Nazioni Unite, come l’Agenda 21 e il Trattato sulla biodiversità. Questi trattati sono vincolanti per tutti quei paesi che li hanno firmati durante il Vertice della Terra a Rio de Janeiro, nel 1992. Questi documenti sono stati studiati e proposti da ricercatori dell’Internazionale socialista che stavano esplorando nuove vie per il post-socialismo o il post-comunismo. Concetti come “sviluppo sostenibile” e “decrescita” sono stati lanciati da questi documenti. Quindi, non stiamo parlando solo della Chiesa in Amazzonia.
Negli ultimi anni il Vaticano sembra aver rafforzato la sua cooperazione con le Nazioni Unite.
Esattamente. Una cosa che mi colpisce dell’enciclica Laudato Sì e del Sinodo Panamazzonico è il modo in cui il Vaticano ha assunto l’agenda neopagana proposta dalle Nazioni Unite in conferenze come il Vertice di Rio del 1992 e il Vertice di Rio + 20 del 2012. Ho partecipato come giornalista alla conferenza del 1992 e ho studiato approfonditamente questi argomenti.
Crede che le persone troveranno più sorprendente della situazione in Amazzonia in relazione a questo Sinodo, al di là di ciò che abbiamo già discusso?
Penso che i popoli europei, e in generale gli occidentali, trovino piuttosto scioccante il fatto che il Sinodo stia proponendo le tribù amazzoniche come portatrici di una nuova rivelazione per i nostri tempi che rinnoverà l’intera visione della Chiesa e del cattolicesimo. Definiscono l’Amazzonia un “luogo epifanico”, una “fonte della rivelazione divina” (Instrumentum Laboris, 18, 19). Cosa intendono con questa nuova rivelazione indiana o indigena per il mondo del 21° secolo? È molto preoccupante.
Un’altra cosa che potrebbe scioccare le persone è il fatto di abbracciare un’interpretazione radicale di “sviluppo sostenibile”. Il documento dice che il livello di consumo oggi è ben oltre le capacità della Terra di produrre cibo e materiali. Quindi, dobbiamo ridurre drasticamente il nostro livello di consumo adottando modelli più austeri e più poveri. Ed è qui che entra in gioco il modello tribale; dicono che gli indios possono insegnarci come essere poveri e tuttavia felici. Propongono la dottrina di buen vivir – “buon vivere” (Instrumentum laboris 12,13) – che non è vivere in abbondanza ma in povertà, in perfetta comunione con la natura. E questo è il “buon vivere” che stanno proponendo. Sono contrari all’industrializzazione, non sono solo contro il consumismo ma anche contro il consumo. Dicono che dobbiamo abbassare i nostri livelli di consumo perché la Terra non può sostenerli. Questo è anche molto preoccupante perché significa che vogliono che eliminiamo tutta una serie di vantaggi che la civiltà industriale ha prodotto.
Quando dice “loro”, chi intende?
Sia chi nelle Nazioni Unite propone la dottrina dello “sviluppo sostenibile” e chi nella Chiesa la fa propria, che poi è una parte essenziale di ciò che vogliono fare al Sinodo. I documenti proposti per il Sinodo sono abbastanza chiari. Vogliono che gli indios amazzonici siano gli evangelizzatori del mondo.
Attraverso il “buon vivere” …
Esatto, e anche questo è molto scioccante. Certamente, come cristiani, siamo chiamati a vivere in maniera austera e modesta e a custodire il dono della creazione che ci è stato affidato dal nostro Padre celeste. Ma se interpretato in modo lineare e portato alle sue ultime conseguenze, questo modo di pensare vorrebbe dire rinunciare a molti vantaggi della società moderna. Si immagini se la gente rinuncerà alle auto, all’elettricità o all’aria condizionata!
Alla conferenza stampa del 17 giugno, Sandro Magister ha osservato che mentre l’Instrumentum laboris ha delle cose critiche da dire sui Pentecostali o sull’urbanizzazione, delle popolazioni indigene parla solo positivamente, senza affrontare i mali del cannibalismo o dell’infanticidio o altre pratiche pagane che sono ancora presenti in alcune tribù.
O della stregoneria. Sia il Documento Preparatorio che l’Instrumentum laboris, così come le dichiarazioni di quanti coinvolti col Sinodo, sono intrise di un linguaggio negativo per quanto riguarda l’industrializzazione, o ciò che Papa Francesco chiama “estrattivismo”, cioè l’estrazione di materiale dalla terra; sono pieni di un linguaggio negativo contro l’economia di mercato e la proprietà privata. Ma non hanno nulla di negativo da dire sulle tribù amazzoniche, alcune delle quali praticano il cannibalismo, l’infanticidio e la stregoneria. Le tribù indigene sono presentate come idilliache. Le vere tribù indigene sono molto diverse.
C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere?
Per qualcuno come me che ha studiato la Teologia della liberazione e la Teologia Indigena per così tanti decenni, tante cose in questi documenti appaiono perfettamente chiare. Ma per qualcuno che non ha seguito queste correnti potrebbe apparire sconcertanti, o almeno non del tutto comprensibili.
Tuttavia, le porte dell’Inferno non prevarranno. Dobbiamo affrontare questa situazione con serenità e speranza, sapendo che Dio a volte permette al suo gregge di essere provato nella Fede in modo che si mostri meritevole. E soprattutto, non dobbiamo mai perdere o diminuire la nostra venerazione per la sede di Pietro.
Non conoscendo il cristianesimo, il cattolicesimo, come dovrebbe essere vissuto o come fingono di non sapere o come vogliono ignorare di averlo vissuto ora si volgono all'Amazzonia fonte di ogni idealità. Non avendo predicato le virtù cristiane per un secolo e più, ora le scoprono nell'indigenismo, nel naturalismo, nell'ecologismo tutte amplificazioni dell'origine che è rimasta cristallizzata davanti a noi, in questo caso, nei popoli amazzonici. La cura del creato cattolica è stata oscurata dalla meccanizzazione del lavoro e dalla cosificazione della natura e dell'uomo ma, non è stata dimenticata da molti cattolici, di solito la sintetizziamo con le parole monachesimo o con santità di tanti mercanti, esploratori, missionari, imprenditori, lavoratori. Direi che siamo davanti ad un caso di miopia intellettuale, non vediamo il bene che abbiamo davanti e fingiamo di vedere meglio un bene lontano e nei fatti sconosciuto nella sua quotidianità. Tutto ciò ha un nome ignoranza e dimenticanza del proprio patrimonio culturale di cui il mondo ha amplificato gli errori per sottrarci il meglio di quello stesso, nostro, patrimonio che avevamo accumulato e che loro oggi ripropongono senza Dio, Uno e Trino, e con parole non più di origine latina ma, greca tanto per far scena.
RispondiEliminaSono d'accordo. Chi parla di pneuma, kerygma, katechon e
Eliminasimili é solo in malafede, e, come l'avvocato Azzeccagarbugli che al povero Renzo parlava in un per lui incomprensibile Latino, intende solo confondere le acque per nascondere il nulla, o addirittura, il male. Basta il Latino, o ancora meglio l'Italiano, per definire cosa Dio ci chiede: purezza e umiltà di cuore e di azioni, Fede e coerenza nella Fede. Altro che greco...sia il vostro parlare sì, sì, no,no. E dico questo da laureato in Lettere antiche, abilitati all'insegnamento del Greco nel Liceo Classico.
Andrea Zambrano:
RispondiEliminaVittoria della La Nuova Bussola Quotidiana: niente basilica, il Partito Radicale dovrà cercarsi una nuova sede per il congresso. Ma non c'è da esultare: al parroco che si opponeva alla profanazione è stato imposto il silenzio e rimandata la presa di possesso canonica della chiesa. Con la vicenda di San Giovanni Maggiore la Bussola ha svelato un problema enorme: a Napoli, privati, società e fondazioni dispongono delle chiese per business e interessi personali, tenendo in "ostaggio" i fedeli. E questo il vescovo Sepe lo sa, ma invece di intervenire fa umiliare i giornalisti dai suoi uomini.
15 settembre - I sette dolori di Maria Santissima Addolorata
RispondiEliminaPRIMO DOLORE: La rivelazione di Simeone
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».
SECONDO DOLORE: La fuga in Egitto
Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto.
TERZO DOLORE: Lo smarrimento di Gesù nel Tempio
Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».
QUARTO DOLORE: L'incontro con Gesù sulla via del Calvario
Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c'è un dolore simile al mio dolore. (Lm 1, 12). «Gesù vide sua Madre lì presente»
QUINTO DOLORE: La crocifissione e la morte di Gesù.
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero Lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla Croce; vi era scritto "Gesù il Nazareno, il re del Giudei" (Lc 23,33; Gv 19,19). E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: "Tutto è compiuto!" E, chinato il capo, spirò.
SESTO DOLORE: La deposizione di Gesù tra le braccia di Maria
Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto.
SETTIMO DOLORE: La sepoltura di Gesù e la solitudine di Maria
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Magdàla. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa
CHIAMATA ALLE ARMI----La desolante situazione della Santa Madre Chiesa i cui pastori non si comprende più se abbiano per legge suprema la salvezza eterna delle anime o la salvezza d'altro; le piaghe ad essa inflitte dai peccati di tutti, del clero come dei fedeli laici, costituiscono una impressionante aggressione all'immacolata Sposa di Cristo che richiede una urgente chiamata alle armi della santità. Perché di fronte a tanto male, di fronte a tanta depravazione dottrinale e morale una sola è la risposta che si può dare. Una sola la reazione necessaria. Una sola la parola d'ordine: SANTITA'. La Chiesa ha urgente bisogno di santità. Una santità che si può indubbiamente ottenere in ogni stato di vita, ma che ha nel chiostro una fucina naturale, una scuola, una palestra. E' tempo di rompere gli indugi. Dio vuole anime generose e coraggiose; il Signore ci chiama alle "armi" per alleviare e sanare le piaghe del Corpo Mistico di Cristo. Coraggio dunque! Il nemico non è più alle porte, come in passato; non assedia più le mura della città di Dio. Il nemico è dentro la città. il nemico è penetrato nel Corpo Mistico a tutti i livelli e come un tumore maligno la aggredisce dall'interno. Non lasciamoci vincere dalla pigrizia del quieto vivere. Non lasciamo sopraffare dalla comoda lamentazione, magari da dietro una tastiera. Lamentarsi non è più sufficiente. Dolersi soltanto non è più utile. Bisogna armarsi. Armiamoci dunque delle armi invincibili delle virtù cristiane. Questo monastero è antimodernista perchè l'origine di tutti i mali che affliggono oggi la Chiesa è proprio il veleno del neomodernismo, e tra i monasteri non sono molti quelli antimodernisti. Dio non ha mai deluso nessuno di coloro che si sono donati a Lui incondizionatamente. Mentre molti sono rimasti delusi dalla ricerca delle proprie comodità e dei propri interessi personali. Cosa aspetti, o tu che leggi, a prendere sul serio la vita di santificazione? Non è vero che oggi ci sono meno vocazioni religiose e più specificatamente monastiche. Dio chiama sempre. Oggi piuttosto c'è il rumore del mondo che impedisce a tanti di udire la chiamata divina. Oggi ci sono le comodità e le tentazioni del mondo che, come lacci fortissimi, legano mani e piedi. Ciò che oggi manca è dunque la volontà ferma e risoluta di farsi santi, di donarsi a Dio; ciò che oggi manca è la forza per rompere le catene del mondo. Ma Dio dà tale forza. I tanti che hanno preso contatto con questo monastero attraverso questa pagina, hanno una chiamata ma non hanno il coraggio e la forza di lasciare tutto per Dio. In tal modo le anime assomigliano a quel terreno pietroso ed arido dove il buon seme non può portare frutto. Sta a noi però dissodare quel terreno, spietrarlo, renderlo fertile e ubertoso perché in esso la parola di Dio possa attecchire, crescere e produrre molto frutto. Deus vult. Dio lo vuole. Farsi santo! Quale programma meraviglioso! Ci può essere su questa terra un proponimento ed un desiderio più entusiasmante di questo? In questo povero monastero, l'ultimo dei monasteri, il più miserabile dei monasteri, c'è posto per anime che vogliono impegnarsi per farsi sante. Dio lo vuole. E la Chiesa ne ha bisogno.
RispondiEliminaCorsa contro il tempo in Vaticano per evitare che il Sinodo della Chiesa tedesca, contemporaneo a quello dell'Amazzonia, si trasformi in un Concilio che la trasformi in Chiesa nazionale. La settimana prossima, il presidente della Conferenza episcopale tedesca, il cardinale Reinhard Marx, incontrerà a Roma il prefetto della Congregazione dei vescovi, Marc Ouellet, ma ci sono fondati timori che Marx non si convinca a fermare il processo che ha come obiettivo cambiare la dottrina cattolica in materia di celibato sacerdotale, omosessualità, ordinazione delle donne.
RispondiEliminaLa cosa strana è che il Vaticano abbia inviato una lettera che riprende i vescovi tedeschi, quando è proprio Bergoglio che ha fatto della sinodalità e della collegialità ad oltranza (contro l'unità e l'universalità della Chiesa), sorvolando sui molteplici contenuti rivoluzionari, la cifra del suo pontificato.
RispondiEliminaÈ ovvio perché l’ha fatto: perderebbe il monopolio dell’eresia invece di mantenerla tutta intera all’interno della Chiesa che Bergoglio è stato mandato a distruggere e a snaturare (e perché, oltretutto, sembrerebbe una vittoria della Chiesa “tradizionale” e della sana dottrina contro le forze anarco-sataniche che lui, invece, vuole appunto far rimanere dentro per distruggere tutto dall’interno).
Eliminahttps://www.avvenire.it/famiglia-e-vita/pagine/bassetti-legalizzare-il-suicidio-assistito-voragine-irreversibile
RispondiEliminaDov'è più quel grido profetico e nrl contempo salvifico di :
"Non ti è lecito, non vi è lecito... portare avanti e legiferare principi disumani?
Il propugnare con passione cristiana i veri valori del vivere umano di Giovanni Paolo II sono stati svenduti, sviliti e barattati con il "bieco valore" del dar loro il mesto addio. Sì mesto, ma inclusivo. Senza, per carità, aver creato in precedenza quelle orrende barricate divisorie dal... male!
http://www.marcelloveneziani.com/articoli/il-disagio-di-dirsi-italiani/
RispondiEliminaMIc,
RispondiEliminanon è strano. È il classico un colpo al cerchio ed uno alla botte. “Gesuiticamente gesuitando”.
Sarà il Sinodo amazzonico, che la maggior parte dei Cattolici nel mondo non seguirà, ad aprire a quelle idee “rivoluzionarie” di Bergoglio.
La Germania ora è troppo vicina, troppo sotto i riflettori. L’Amazzonia è lontana...
Passate le novità amazzoniche, si cominceranno ad applicarle anche altrove, anche in Europa. Qualcuno protesterà, ovviamente, ed allora si concederà qua e là di fare di testa propria. Ed i primi saranno i Tedeschi.
Ma ora è ancora presto, la rana non è completamente bollita, e’ ne’ la finestra di Overton totalmente spalancata.
https://ontologismi.wordpress.com/2019/09/15/ecco-come-chi-non-si-piega-al-pensiero-unico-sara-curato-con-gli-elettrodi/
RispondiEliminaSi tratta di liberazione da Cristo, sono già redenti di loro, si tratta di sepoltura totale del cristianesimo, oltre la sepoltura conciliare del cattolicesimo. Sarà questo un nuovo approdo, anzi il punto di arrivo di tutto il percorso avviato a gradi fin da Roncalli massone e filocomunista (accordo Metz https://it.wikipedia.org/wiki/Accordo_di_Metz) e tal punto ha nome l'idea tanto moderna dell'invenzione vecchia quanto il mondo: paganesimo totale.
RispondiEliminaBisogna comprendere che per far avanzare il pensiero unico, ci sarà bisogno di una religione unica.
RispondiEliminaPer Anonimo 15 settembre 2019 08:42: le abbreviazioni riconosciute per "Lamentazioni" sono Lam oppure la. Altrimenti, sembra che facciamo riferimento a sigle automobilistiche di vecchio o fantasioso conio. Grazie
RispondiEliminaDue testi in inquietante parallelo:
RispondiEliminaBergoglio - Grande Oriente
https://www.marcotosatti.com/2019/09/14/due-testi-singolari-consonanze-uno-e-del-pontefice-laltro/
" Vigilate attentamente perché nel campo del Signore non si introduca il nemico per seminare la zizzania in mezzo al grano... perché le anime non siano sedotte da un PERICOLOSO UMANESIMO, né si introduca una falsa dottrina che altera la nozione stessa della fede. "
RispondiEliminaS. S. PIO XII ( Roma, 20 Nov. 1947 )
Mentre il sole dell'ultima domenica di estate declina, penso al sole che si spense quando Gesù Nostro Signore fu innalzato sulla croce e vi morì.
RispondiEliminaNe fu deposto tra le braccia della Madre Addolorata, che oggi ricordiamo. Gesù/domenica, Gesù/sole, Gesù redentore e la Madre corredentrice...
Sono pensieri che si aggiungono a quelli di un'ispiratissima omelia di un buon curatore di anime, sul vangelo odierno. Dio non ragiona secondo "emergenze umanitarie" e per "categorie": per Dio, che è il Tutto, importa l'uno, il singolo. Perciò gli interessa la singola pecora e non "le pecore". Come è interessato a quell'una, perdutasi, altrettanto è attento e solerte con le altre novantanove, che ama una ad una, ognuna amata a sé. La carità inizia dai vicini, proprio perché mi sono vicini.
Dio è così. Non ragiona "per ideali" o per slogan da spendere per ottenere visibilità o accreditare qualcuno a danno di qualcun altro sulla scena.
Infatti nell'inno alla carità (1 Corinti 13) San Paolo afferma che: "se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova".
La distorsione della carità avviene quando l'uomo toglie Dio dal centro e dal primo posto, ponendovi l'uomo. Questo espone l'incauto, persino le anime meglio disposte, ad atteggiamenti deviati e devianti. Basta distogliere per un momento lo sguardo da Dio, fonte e fine della Carità, e tutto il nostro zelo e la nostra cura per il povero e la pace che diciamo ispirarne l'agire finiranno in preda di errori ed estremismi inquinati di orgoglio spirituale, attivismo privo di orazione e non poca presunzione. Avremo fatto un idolo della virtù della generosità (che è un dono di Dio) smarrendo l'adorazione al Donatore. Sganciati da questa verità, smarriremo la fermezza e la fedeltà verso la verità assecondando, anche nell'agire caritatevole, la tendenza all'errore e la tolleranza per l'errore. Sono parole tratte liberamente da un sermone del Card. Newmann sull'argomento.
segue...
...
RispondiEliminaLa vera (perché umile) carità accompagna l'amore per la creatura con l'adorazione del Creatore e il fervore per la Verità che Egli è. L'esuberanza della carità non interferisce con lo zelo per Dio, che va amato prima e più degli uomini per poter amare davvero gli uomini: Cristo, via, verità e vita, ci ha detto questo. La Verità che ci ha redenti è la misura e la garanzia delle opere di misericordia corporale e spirituale, mettendoci una competenza, una disciplina, una fedeltà, un ordine che stanno nella Verità dello stesso Essere della carità, la quale è il vincolo che unisce Cielo e terra, come Gesù, vero uomo e vero Dio, che in Lui ricapitola ogni cosa nel Tutto di Dio.
La carità scaturisce da Dio e va a Dio, causa e fine dell'amore, suo approdo, conducendovi la creatura che vi trova riposo, pace e gioia piena. Dalla fede in Cristo l'uomo trae la maturazione morale che conduce all'esercizio della vera (perché umile) carità, che sta sempre nei confini del timor di Dio (dono dello Spirito santo), misericordia per quelli che Lo temono, come quello dell'umile Sua serva che lo magnifica, mentre disperde i superbi nei pensieri (anche quelli filantropici) del loro cuore, innalzando gli umili...
La carità cristiana è la perfezione del cammino di chi si mette a seguire Gesù (stando dietro a Lui e facendo come dice Lui): stare in questa posizione è la primissima grazia necessaria perché il servizio al prossimo, insieme ai doni dello Spirito della scienza e della sapienza (il gusto per le celesti cose), giungano a una pace liberata dal Maligno, che si annida superbo per rendere vanitosi coloro che rimaneggiano e manipolano la carità pensando che non vi siano insidie...
Solo amando Dio, in Cristo, si può amare davvero il prossimo. Solo con questa carità si salvaguarda il creato. Con questa carità si porta la salvezza alle popolazioni che non conoscono il Signore. Senza derogare dalla verità. Senza scorciatoie politicamente corrette. Senza soprattutto assecondare (fra)intendimenti fin troppo riconoscibili.
La carità dà compimento al lungo pellegrinaggio della grazia di Dio alla conquista del cuore umano, ora e in eterno, rendendo i figli di Dio, in Cristo, partecipi della redenzione. Ci consoli ed ispiri oggi Maria Addolorata, che speriamo un giorno di veder dichiarata corredentrice.
@ Anonimo 14:08: caro professore, è un piacere sentire il parere di un esperto di lingue della nostra tradizione greco-latina. Purtroppo io non ho avuto la fortuna di fare studi classici, solo tecnici (la passione per latino, filosofia, religione è venuta più tardi, in età matura), per cui mi consenta di fornirle il mio parere in vernacolo romanesco, a me tanto caro:
RispondiEliminaCaro amico, si me conzenti, te vorrei esporre er pensiero mio su ‘sti termini ellenici (dorici? ionici? corinzi?, nun saprei…) :
- quanto ar primo, er” kerygma”, me sembra ‘na parola ..come dire keriggmatica?, no, mejo dire eniggmatica;
- passando ar secondo, ar ”paradigma”, potremmo sentì quelli der Car Glass: se sanno reparà er parabrezza, chissà, magari sapranno pure ‘ntervenì sur paradigma, sostituendolo co’ uno novo, come vonno fa’ li moderni esegeti, ermeneuti, internauti…;
- e ‘nfine er “pneuma”: confesso che ‘sta parola me crea ‘n poco de disagio, tanto me ricorda er periodo der ricovero mio ar Fatebenefratelli, reparto pneumologia, che nun è stata proprio ‘na vcacanza…;
che te devo da dì, amico caro, de ppiù nin zo; si tu ‘n sei contento, poi sempre recorre ar catechismo de li tempi mia, quello der papa Sarto, er grande San Pio X.
Giustissimo e verissimo Anonimo 15.07, la chiesa di Francesco si è venduta a questo scopo.
RispondiEliminaFrancesco parla spesso come un leader di tutte le religioni.
Chi non accetterà, verrà accompagnato 'con mitezza' in un percorso per uscire dalla chiesa di Francesco.
Per questo Bergoglio non teme lo scisma, perché velocizza il progetto del potere unico.
L MIRAGGIO DI SATANA.
RispondiEliminaSviati dalla chimera di voler scoprire i mezzi agevoli ed infallibili per realizzare finalmente l'unità religiosa del genere umano, alcuni prelati che occupano le cariche più importanti lavorano ad inventare una Chiesa senza frontiere, nella quale tutti gli uomini, dispensati in anticipo dal rinunciare al mondo e a satana, non tarderebbero a ritrovarsi nella libertà e nella fraternità.
Dogmi, riti, gerarchia, persino ascesi, se ci si tiene, tutto sussisterebbe della Chiesa precedente, ma tutto sprovvisto delle dovute protezioni volute dal Signore e precisate dalla Tradizione e, per ciò stesso, tutto privato della linfa cattolica, cioè della grazia e della santità. Gli adepti delle confessioni religiose più eteroclite e anche coloro che rifiutano ogni confessione religiosa, non avrebbero allora difficoltà ad entrare in questa Chiesa, ma entrerebbero agevolmente in una chiesa-miraggio.
E' questo il tentativo odierno del supremo Maestro menzogna e delle illusioni. Ecco la grande opera, d'ispirazione massonica, alla quale egli fa lavorare i suoi ministri: preti senza fede, promossi “teologi eminenti”, Vescovi incoscienti o traditori, se non apostati camuffati, assurti rapidamente al vertice degli onori, investiti delle più alte cariche. Essi consumano la loro vita e perdono le loro anime per edificare una Chiesa postconciliare, sotto il sole di satana.
Padre Roger Thomas Calmel
Il latino lo si cominciava a studiare alle medie. Poi fu tolto per via della scuola aperta a tutti.Nel mentre per fingere che lo studio non fosse diminuito, piano piano la grammatica e la sintassi italiana venivano, nella scuola media, arricchite delle eccezioni di ogni ordine e grado, il che faceva un latino implicito, evidentemente la coscienza rimordeva! Solo ora, nella vecchiaia inoltrata, capisco che quel togliere il latino era propedeutico ad una bella sforbiciata alla filosofia medievale, in particolare a San Tommaso, e questa sforbiciata, sempre per semplificare e per essere più vicini ai gggiovani, diventava poi un bel taglio anche alla Divina Commedia, questa infine fu oscurata completamene anche al Classico dove, due anni fa, mi è stato assicurato da fonte certa, che il Paradiso era scomparso dal programma della Maturità Classica svolto. Ora che, naturalmente, guardo a ritroso, per cercare di capir meglio questo presente ne seguo i fili della trama e dell'ordito e capisco sempre meglio che gran parte della rivoluzione e della egemonia culturale aveva come scopo principale di abbattere la Chiesa e il suo insegnamento non solo della Dottrina, della Liturgia ma, quello scolastico, eccellente per i ricchi e per i poveri, per i dotati e i meno dotati. Essenziale nelle regole, adeguato negli esempi nobili, letterari, storici, scientifici, alle età della crescita, da porgere a ragazzi e ragazze, i quali senza tanti concioni venivano riforniti di quelle parole portanti che li avrebbero soccorsi nelle tempeste future ed elevati nelle gioie del cuore.
RispondiEliminaLa cosa strana è che il Vaticano abbia inviato una lettera che riprende i vescovi tedeschi, quando è proprio Bergoglio che ha fatto della sinodalità e della collegialità ad oltranza
RispondiEliminaStile Di Maio.
La cosa strana è che il Vaticano abbia inviato una lettera che riprende i vescovi tedeschi, quando è proprio Bergoglio che ha fatto della sinodalità e della collegialità ad oltranza.
RispondiEliminaNon è strano: quelli hanno i soldi, e vedi mai che se se ne vanno la chiesa romana diventa povera davvero...
https://www.aldomariavalli.it/2019/09/16/verso-il-sinodo-amazzonico-mistica-indigena-no-grazie-in-gioco-ce-leucaristia/amp/
RispondiEliminadue "preti" (si fa per dire) anglicani si sono uniti in gaymonio .... Anche da noi in un futuro non molto lontano si verificheranno queste cose.
RispondiEliminaIl sinodo amazzonico potrà essere un mattoncino in tal senso.
Mi sembra che Loredo si scandalizzi più per l'antindustrailismo e l'anticapitalismo che per la perdita della fede. Come se la Chiesa dovesse essere la guardiana del liberalcapitalismo. Non è l'anticapitalismo ad essere il problema, ma l'allontamamento dalla fede di sempre (al quale anche il capitalismo ha dato il suo contributo).
RispondiEliminaMora Martino