Dopo il libro «Il Chiostro e il Focolare - La Regola di San Benedetto: una traccia di vita familiare», annunciato qui, che sarà presentato a Reggio Emilia il 19 ottobre, un'altra perla della spiritualità benedettina tuttora viva nel profondo del cuore dell'Italia e dell'Europa. Precedenti interessanti: sulla Regola di San Benedetto e la rinascita della civiltà [qui]; sulla spiritualità monastica [qui] e sulla Stabilitas loci [qui].
Meiattini (a cura di), «Monaci nel mondo, monaci nel cuore. Piccola guida per Oblati benedettini», La Scala Edizioni, Noci 2019, p. 184, Euro 14,00.
di Giulio Meiattini osb
Da un secolo circa a questa parte non sono mancati libri su quella istituzione e forma di vita, tipica del mondo benedettino, che va sotto il nome di oblazione secolare. Diverse pubblicazioni che hanno cercato di illustrare gli impegni, lo stile di vita e la fisionomia spirituale di chi aderisce a questo tipo di cammino, legandosi in modo diretto e speciale a qualche cenobio della famiglia benedettina. Non è qui il caso di passare in rassegna i titoli di questi sussidi, pensati come piccoli manuali di introduzione e accompagnamento per coloro, sia laici sia sacerdoti, che intraprendono la via dell’oblazione. Uno studio accurato di questi libri, dei loro contenuti come del loro linguaggio, che ci auguriamo un giorno sia intrapreso, potrebbe mostrare come essi siano stati segnati dalla teologia e dalla spiritualità propri dell’epoca in cui sono stati scritti e, di conseguenza, abbiano presentato di volta in volta sotto una luce un po’ diversa la figura dell’oblato.
Il presente volume si situa lungo questa tradizione. Si è convinti, infatti, che oltre alla formazione orale e personale che un aspirante oblato riceve nella presa di contatto col suo monastero di elezione, sia utile – e forse necessario – anche una specie di “libro di testo”, se così possiamo chiamarlo, che fornisca alcuni elementi essenziali che introducano a san Benedetto e al senso dell’oblazione benedettina secolare. Un testo, infatti, può essere letto più volte, meditato, ripreso a distanza di tempo, e fornire così un punto fisso di confronto, a partire dal quale avanzare nel cammino che la vita ci fa percorrere. Se per un verso, dunque, questa “piccola guida per oblati benedettini” si inserisce in una tradizione consolidata, aspira anche a non ripetere semplicemente il già detto, ma vorrebbe anche ripresentare la figura dell’oblato in modo da offrirne, se possibile, una fisionomia più chiara, convincente e attraente. La valorizzazione del laicato all’interno della Chiesa, negli ultimi decenni, e la nascita di forme di vita consacrata (come gli istituti secolari) che fanno della presenza nel mondo la condizione ordinaria della loro santificazione, della loro testimonianza cristiana e del loro servizio ecclesiale, suggerisce che l’antica tradizione dell’oblazione benedettina può rappresentare, oggi, una prospettiva promettente. Perciò, merita anche maggiore attenzione!
Il lavoro è stato realizzato a più mani, avvalendosi della collaborazione di monaci e di monache appartenenti a diverse famiglie benedettine presenti in Italia. Questo è un bel segno di collaborazione di cui c’è da rallegrarsi. A essi si aggiunga il contributo di un gruppo di oblati che, descrivendo il loro cammino comune e non solo individuale, esprimono una prospettiva preziosa, perché maturata progressivamente attraverso la loro esperienza.
Il libro si divide in tre parti. Nella prima, due capitoli sono dedicati, rispettivamente, alla vita di san Benedetto e alla sua Regola. Il libro secondo dei Dialoghi di Gregorio Magno, unica fonte che ci informi sulla vicenda del Santo di Norcia, è rivisitata con originalità, nel tentativo di valorizzare, più che l’aspetto semplicemente storico-biografico, la dimensione simbolica di fatti, gesti, incontri. Ne esce un’interpretazione non scontata, suggestiva, che invita ad approfondire e sviluppare questa chiave di lettura. Alla Regola si viene introdotti da una ricostruzione esperta e accurata, e insieme scorrevole, degli aspetti che concorrono a dare forma alla visione monastica di Benedetto. A una parte più analitica, segue una presentazione sintetica dell’ideale benedettino, incentrata su quello che è stato definito il “personalismo comunitario” della Regola.
Dopo aver offerto una prima introduzione al duplice magistero di san Benedetto – quello della Vita e quello della Regola – la seconda parte del libro si prefigge di rispondere ad alcune non facili domande che sono sottintese nell’istituto dell’oblazione: che relazione c’è fra la vita monastica, di cui san Benedetto è il principale rappresentante in Occidente, e la vita dei credenti che non vivono in monastero, bensì nelle comuni condizioni di tutti gli uomini? Chi vive la realtà della famiglia, del lavoro, dell’impegno sociale e politico, del servizio ecclesiale e pastorale, perché dovrebbe ispirarsi al monachesimo? Quali sono i motivi profondi, teologici e spirituali, che possono (e forse devono) rendere il monachesimo un modello per le altre condizioni di vita dei cristiani nella Chiesa e nel mondo? Perché dei cristiani dovrebbero scegliere la forma monastica di vita come ispiratrice della loro esistenza?
A queste domande si può trovare risposta nella tradizione del cristianesimo orientale (soprattutto nelle Chiese ortodosse) e nella variegata storia della spiritualità dell’occidente cristiano. Il lettore troverà descritte, nei due capitoli della seconda parte, queste due prospettive, sensibilmente diverse, ma anche sostanzialmente convergenti. Una lettura attenta e approfondita di questa seconda parte pensiamo sia decisiva per arrivare nel punto più profondo, ma anche più delicato e complesso, del rapporto fra monachesimo (o vita religiosa in generale) e altre forme e condizioni di vita nella Chiesa. In questo nodo risiede, in fondo, anche la risposta alla domanda sulla identità del cristiano, la natura e il fine della Chiesa e, di conseguenza, sull’identità dell’oblato benedettino. Sono, forse, i due capitoli più impegnativi di questa “piccola guida”, ma anche i più fondamentali e meritevoli di attenzione.
Posti e chiariti per sommi capi questi parametri generali (l’ideale monastico benedettino e il rapporto fra vita monastica e vita nel mondo), la terza parte presenta più in concreto il profilo dell’oblato benedettino secolare. Si inizia con una calibrata ed esauriente presentazione teorica d’insieme, che contestualizza gli oblati e la loro specifica chiamata nel quadro della vocazione battesimale, della vita ecclesiale e del rapporto col monastero. Completa questa prospettiva il racconto dell’esperienza particolare di un gruppo di oblati costituitosi di recente, che dà concretezza a quanto prima illustrato in modo più generale. Dare voce agli oblati in un libro che parla di loro era doveroso e necessario. L’ultimo capitolo raggiunge vette molto elevate, con la presentazione dell’esperienza spirituale di una grande mistica italiana del secolo scorso, la beata Itala Mela, laica, docente, oblata benedettina del monastero di S. Paolo flm in Roma. La sua chiamata specialissima alle più alte forme dell’unione spirituale con Dio, si è tutta svolta sotto il segno dell’oblazione benedettina e ha trasposto sul piano interiore le tipiche esperienze e categorie del monachesimo. La sua vita e i suoi scritti hanno fino a ora ottenuto scarsissima attenzione nel mondo monastico e degli oblati. Ci auguriamo che essa sia valutata maggiormente e meglio conosciuta.
Naturalmente questo libro non è e non presume di essere esauriente. Esiste una bibliografia relativamente ampia sul tema dell’oblazione alla quale gli oblati e i loro assistenti possono attingere per gli approfondimenti opportuni. Speriamo che questo piccolo libro sia di aiuto e favorisca, in chi lo avrà fra mano, una ricerca più profonda e sincera di Dio.
(dalla Introduzione al libro)
Padre Matteo La Grua
RispondiElimina"La malattia del secolo è la bulimia spirituale. Mai come oggi il mondo ha avuto tanta fame di consolazione! L’uomo si sente solo. Per colmare questa solitudine ricorre a due soluzioni distruttrici. L’edonismo o l’esoterismo.
[…] L’Italia – un po’ come tutta l’Europa, del resto – si dirige verso il declino culturale e religioso. Penso che se Cristo non ritornerà al centro della vita, se anzi Gesù verrà allontanato dalla quotidianità, allora l’intero mondo occidentale crollerà. Eliminato Cristo, tutto vacillerà."
(Tratto dal libro “Contro Satana – intervista a Padre Matteo La Grua”, pag 13-31)
Dovremmo rileggere con molta attenzione le tentazioni di Gesù dopo il digiuno dei 40 giorni nel deserto.... il demonio non demorde mai, e confonde tutto con le sue bugie.... se vogliamo salvarci dalla tentazione dobbiamo guardare Gesù e la Sua mamma SS.ma.. loro ci aiuteranno e allontaneranno i pericoli di satana. la Corona del Santo Rosario è la spada contro il demonio... viene accecato dalla lama e scappa...
RispondiEliminaCome sempre aveva capito tutto Joseph Ratzinger, quando nel 2004 si espresse contro l'ingresso della Turchia in Europa:
RispondiElimina“L'Europa è un continente culturale e non geografico. È la sua cultura che le dona una identità comune. Le radici che hanno formato e permesso la formazione di questo continente sono quelle del cristianesimo. In questo senso, la Turchia ha sempre rappresentato nel corso della storia un altro continente, in permanente contrasto con l'Europa. Ci sono state le guerre con l'impero bizantino, la caduta di Constantinopoli, le guerre balcaniche e la minaccia per Vienna e l'Austria. Penso quindi questo: sarebbe un errore identificare i due continenti".
Ha fatto di più per l'Europa - per la sua cultura, per la sua identità, per aprirgli le orecchie e gli occhi - quest'uomo, questo teologo, questo professore, questo pontefice delle migliaia di burocrati e groupie di Bruxelles.
Persino San Gerolamo, nel IV secolo, sostenne che il mondo era sovraffollato e propose come soluzione “celibato e monasteri” (celibato e monasteri: non sarebbe male se qualcuno lo ricordasse durante il sinodo amazzonico!).
RispondiEliminahttps://www.aldomariavalli.it/2019/10/21/da-figli-di-dio-a-bacilli-evoluti-ma-inutili-e-dannosi/