Riprendo di seguito una prima riflessione di Paolo Pasqualucci a seguito della Conversazione di Ross Douthat con il cardinale Raymond Leo Burke pubblicata qui
- L'instrumentum laboris per il Sinodo Amazzonico si allontana dalla tradizione apostolica perché contiene eresie o proposizioni che favoriscono l'eresia o prossime all'eresia. Questo significa "allontanarsi dalla tradizione apostolica".
- Se il papa lo firmasse, firmerebbe un documento eretico, implicante la trasformazione del cattolicesimo in una religione "dal volto amazzonico" ossia in una religione sincretistica fra cristianesimo e paganesimo, sostanzialmente improntata a un panteismo naturalistico, con tanto di culto della Madre Terra, di un dio Padre-madre: un abominio mai visto, una nuova religione.
- Trattandosi della professione di fatto di una nuova religione il papa si dichiarerebbe oggettivamente capo di questa nuova religione in sostituzione della cattolica, diventando così scismatico. Una situazione effettivamente mai verificatasi prima, va apprezzata grandemente l'onestà intellettuale del card. Burke, che dichiara di non avere (al momento) gli strumenti, anche concettuali, per affrontarla.
- Ѐ evidente che un papa del genere non possiamo considerarlo moralmente vero papa: chi lo seguisse cesserebbe di esser cattolico, diventerebbe apostata ed eretico, prenotandosi il posto all'Inferno, per così dire.
- Ma occorre trovare una soluzione sul piano canonistico e teologico.
- Propongo, pertanto, come semplice credente, e certo la proposta vale quello che vale, di considerare mai perento ossia mai abrogato il famoso principio: "il papa non può essere giudicato da nessuno, a meno che non devii dalla fede." Il principio fece parte per secoli del Corpo del diritto canonico. Il fatto che i due Codici del dr. can., del 1917 e del 1983, l'abbiano omesso, non è a mio avviso decisivo: trattasi di un principio generale dell'ordinamento canonico, fondato sulla Scrittura ("conferma nella fede i tuoi fratelli"), che deve ritenersi implicitamente sempre presente. Se un papa, anziché confermare nella fede i fratelli, cioè tutti noi, fa il contrario e propone loro un'altra religione, nettamente contraria al cristianesimo, come il neopaganesimo di tipo amerindio, è evidente che egli sta deviando dalla fede e quindi non può essere più valido per lui il privilegio di non essere mai sottoposto a giudizio.
- Sul piano concettuale, non ci sarebbero allora ostacoli ad istituire una commissione, un organo anche numericamente esiguo, di cardinali e vescovi, che ammonisse formalmente il papa ad abiurare i suoi errori per poi, in caso di suo rifiuto, dichiararlo eretico, contumace, scismatico ed iniziare una procedura di deposizione dalla cattedra a questo punto indegnamente occupata.
Nella sua dichiarazione il cardinale ha detto bene. Nemmeno noi, che siamo costretti a criticarlo severamente, siamo e ci consideriamo nemici del Papa.
Siamo, in quanto credenti e milites Christi, nemici implacabili degli errori che lui, Papa Francesco, purtroppo ormai propala a pie' sospinto. E ci sentiamo in dovere di denunciarli. Dicendoglielo in faccia, come dall'esempio di S. Paolo ad
Antiochia e per obbligo di lealtà. IN faccia, senza nascondere nessuna delle possibili conseguenze negative per lui, in quanto Papa, se continua a perseverare nell'errore, come purtroppo sta facendo.
Cerchiamo, quindi, di mantenere sempre le necessarie distinzioni.
Anche se siamo costretti a criticare ad personam, nelle dovute forme, noi combattiamo contro gli errori e l'Errore, che ammazza le anime e tradisce Cristo Nostro Signore, non combattiamo contro le persone in quanto tali.
Nell'intervista Burke ha detto che Bergoglio, se firmasse il documento finale del Sinodo per l'Amazzonia, firmerebbe un documento scismatico e diventerebbe (di fatto) scismatico. Ma questa presa di posizione non lo qualifica, appunto, come "nemico del Papa".
I sostenitori di Bergoglio cercano sempre di mettere la questione sul piano personale perché intuiscono che su quello dottrinale non hanno argomenti. PP
Prof. Pasqualucci, sono completamente d'accordo con quanto Lei propone.
RispondiEliminaIl problema, tuttavia, è quanti dei prelati fedeli alla Tradizione se la sentirebbero di assumere un'iniziativa così forte come l'istituzione di quella commissione, e con quei compiti...
Vede che lo stesso card. Burke lascia intendere, nella parte finale dell'intervista, che lui NON FARA' ASSOLUTAMENTE NIENTE ... Sembra intenzionato, per il futuro, solo a fare dichiarazioni che ribadiscano i principi della retta dottrina, senza trarre le conseguenze nei confronti di chi, dal soglio di Pietro, promuove l'apostasia ... In contraddizione con quanto lo stesso Burke affermò, ai tempi dei 5 Dubia, sull'eventualità di una correzione formale (che, per inciso, si pone già a un livello decisamente inferiore a un'eventuale dichiarazione di papa eretico, e scismatico). Neppure quella sembra intenzionato a fare.
Maurizio, le affermazioni di Burke sono pesanti. Questa volta la faccia ce l'ha messa eccome! Anche Schneider lo ha fatto. Sarah invece mi sembra di no.
RispondiEliminaFelice, Burke é stato chiaro anche nella difesa del novus ordo, che sarebbe cattivo solo se celebrato "male". Insomma critica gli "eccessi" non la sostanza.
RispondiEliminaQualche ambiguità la conserva sempre, purtroppo.
Felice, non ho scritto che Burke non ha fatto dichiarazioni coraggiose. Le ha fatte. Ho scritto solo che, se ragioniamo - con la condivisibile proposta del prof. Pasqualucci - in termini di commissione che dichiari infine Bergoglio eretico e scismatico, Burke in quella commissione non ce lo troviamo (secondo quanto finora ha lasciato intendere).
RispondiEliminaSe Burke vuole incrementare la sua credibilità, cominci con il fare la promessa correzione formale al papa sulla mancata risposta ai Dubia ...
... altrimenti, a suo tempo poteva anche fare a meno di ipotizzarla!
Diversamente, continui a rilasciare interviste "coraggiose", qualcuno (o molti di noi) che si sentiranno soddisfatti e gratificati li troverà sempre ...
(Sono stato un po' acido?)
(Che, si vede che comincio a perdere la pazienza?)
Non sarei così critico nei confronti del card. Burke.
RispondiEliminaLa sua dichiarazione al NYT, nel clima attuale, è di un'audacia eccezionale: il documento finale del Sinodo si rivela scismatico (perché eretico e apostatico) e scismatico si rivelerebbe Bergoglio se lo firmasse!
Di fronte ad una conclusione del genere, inoppugnabile ma a dir poco sconvolgente, e del tutto nuova, bisogna dire, nella storia della Chiesa, è perfettamente lecito ed anzi frutto di giusta prudenza, dichiarare, come ha fatto Burke, che lui non saprebbe come affrontare una situazione del genere.
E se ha detto che non farà nulla, bisogna vedere in che senso l'ha detto.
La mia modesta proposta, in tanto frangente, risponde in primo luogo alle esortazioni di mons. Schneider ai laici, di impegnarsi (usando il sale in zucca, si capisce) nella crisi attuale della Chiesa. In secondo, alla constatazione che occorrerebbe, per
uscire dall'impasse, affrontare la barriera rappresentata dal divieto di giudicare il Papa. Divieto che al momento viene inteso in senso assoluto. Ma è giusto intenderlo in questo modo?
Io la vedo forse più da un punto di vista giuridico, la questione, ma in ogni caso il diritto di mezzo c'è, essendoci anche un profilo di diritto canonico.
Ora, come ho detto, si dovrebbe a mio avviso discutere su questo punto, nell'opinione pubblica cattolica attuale: se il principio che un papa deviante dalla fede in quanto manifestamente eretico ed anzi persino apostata, se firmasse il documento finale del Sinodo così com'è, non possa più godere del privilegio di esser sottratto ad ogni giudizio, debba ritenersi comunque valido ed attuabile, in quanto principio generale (di origine divina, nel "conferma nella fede i fratelli" Lc 22,32) mai abrogato
anche se di fatto assente dalle codificazioni del 1917 e 1983,
dopo esser stato contenuto per secoli nel Corpus iuris canonici.
Questo sarebbe il primo passo. PP
Ma se non lo firmasse e lasciasse correre la pastorale per la china apostatica non sarebbe un serio problema ugualmente non eludibile?
RispondiElimina
RispondiEliminaCommento di Mic
Certamente. Il problema non verrebbe eliminato, verrebbe spostato.
La figura del papa, in questo caso, verrebbe comunque chiamata in
causa, anche se indirettamente. Infatti, gli si dovrebbe chiedere:
di fronte alle enormità racchiuse in
questo documento finale,
lei, Santità, che cosa sta facendo? Se ne sta in silenzio?
O si affida ad affermazioni generiche e fumose?
NOn si può escludere che si arrivi a quest'ultima evenienza.
La politica dell'omissione e della negligenza voluta e pilotata.
Che, in certi settori, dura da decenni, se non mi sbaglio.
Contro i protagonisti dei non pochi eccessi liturgici quali
provvedimenti sono stati presi, negli anni?
Ci dovrebbe comunque essere la patata bollente della Conferenza
Episcopale Tedesca, in attesa del documento finale del Sinodo Amaz.
per poterlo utilizzare per dare al cattolicesimo tedesco
"un volto germanico", per parafrasare l'espressione "un volto
amazzonico" da conferire alla Chiesa, secondo la teologia india
e Papa Francesco.
PP
Mic, forse farà proprio come dici tu. Userà la tecnica Concilio Vaticano II (facciamo dei documenti ambigui, che dicano tutto e il contrario di tutto, e poi facciamo quello che ci pare...). Però credo che le contraddizioni di questa situazione, a questo punto, non possano piu passare sotto silenzio. Le prese di posizione di Schneider e Burke fanno capire che molti non accetteranno questo tipo di escamotage. Si arriverà a uno scisma? Il tempo lo dirà. Secondo me a questo punto è meglio uno scisma rispetto a questo circo Barnum!
RispondiEliminaE' stato ben sottolineato l'aspetto sincretistico, quindi eretico, che emerge sempre di più, con drammatica chiarezza, man mano che le nebbie di una pastorale miserabile e di chiacchere espresse in stretto "ecclesialese" si alzano sulla "teologia india", ecologista, tellurica, naturalistica da imporre, ereticamente, appunto, alla Chiesa universale. Ma è possibile anche osservare con orrore l'aspetto della decadenza e della perversa evoluzione, o forse meglio della caduta, del crollo, della Chiesa terrena in pochi decenni.
RispondiEliminaFermiamoci a riflettere: fino al concilio e al trionfo del modernismo la Chiesa contemplava e ci indicava le vette di una metafisica sublime, nutrita dall'eterna filosofia greca, dai Padri della Chiesa, da Boezio, Agostino, Tommaso, le Scolastiche, che ci proponeva riflessioni sull'Essere che hanno innervato tutta la filosofia, persino quella più recente ostile ai fondamenti ontologici posti dal pensiero cattolico e tradizionale. La Liturgia era angelica ed era l'espressione più pregnante su questa terra della ontologica, trascendentale identità di Vero, di Bello, di Buono. Grazie soprattutto al pensiero cristiano e alla Chiesa, una Civiltà Cristiana ha illuminato il mondo, nonostante le pervertite denigrazioni degli attuali apologeti del Caos e della Dissoluzione.
Ed ecco che oggi la Chiesa, per un misterioso impulso suicidario, vuole tutti convertirci a una anti-teologia nativista, tribale, vuole prostrarsi davanti a una popolazioni prive di storia e di civiltà esaltate con accenti ridicoli ispirati a una ideologia del buon selvaggio smentita dalla storia, devote a una oscura, infera e sanguinosa Dea Madre Pachamama nutrita di sacrifici umani, di infanticidi, di uccisioni, di eterne guerre tribali. Ci vogliono imporre riti oscuri, stregonici, infernali. Ci additano "sapienze" sciamaniche i cui portatori, evocatori di demoni, potrebbero essere addirittura ordinati al sacerdozio.
C'è un mysterium iniquitatis che non riusciamo completamente a leggere, a spiegare e a comprendere in questa tragica involuzione. Forse è una prova, forse è un segno metafisico di Apocalissi vicine, forse è un'irruzione nella storia di presenze infere. Ma di fronte a pseudo-teologi neo-convertiti all'animismo e alla degradazione idolatrica, "benedizioni" di selvaggi impennacchiati, entusiasmi per idoli trogloditici, tradimenti e rinnegamenti di una Tradizione e di una Civiltà millenaria, si erge una Promessa indefettibile: ci saranno sofferenze, ma alla fine il Cuore Immacolato di Maria trionferà. E le Pachemame che oggi infestano e impestano i nostri altari rovineranno con i loro sostenitori e i loro apologeti.
Silente
Tra qualche mese saranno sette anni che la situazione va avanti di male in peggio, chi non vede, non vuol vedere e, complicità a parte, capisco che per un consacrato trovarsi in questa situazione è una pugnalata al cuore della sua stessa vita. Tuttavia questa diatriba formale si supererà in un soffio quando e se il nuovo e vero papa prenderà forma e consistenza all'orizzonte. Ancora non siamo a questo punto. Alcuni stanno distinguendosi per coerenza e coraggio, una certa scrematura sta avvenendo naturalmente ma, il nuovo papa, a cui spetta il compito di riordinare il caos secolare, mi sembra essere ancora lontano.
RispondiEliminaCerto, di male in peggio. Come non essere d'accordo con tutti i commenti precedenti? Si é toccato il fondo. Quello che, col senno di poi (di cui son piene le fosse) non riesco a smettere di rimuginare é il problema della tuttora misteriosa abdicazione di BXVI. Ai tempi ci venne rifilata un pietosa bugia...venne fatto filtrare tramite gli organi di stampa il falso scoop secondo il quale BXVI avrebbe avuto una leucemia fulminante, con morte certa entro pochi mesi. Stiamo parlando di quasi sette anni fa...sono contento per il Papà emerito, ma "cui prodest?" Secondo dubbio: a mio piccolo ed insignificante parere, l'abdicazione casomai sarebbe stata più indicata nel caso di GPII che, ovviamente suo malgrado, lasciò per anni la Chiesa di fatto senza Pastore. Chi fu, in quel caso, a costringere un uomo anziano e estremamente provato da una malattia invalidante a restare? Qualcuno a cui faceva comodo che il Soglio restasse di fatto senza un Papà effettivo ...per non parlare del terzo dubbio: la morte di GPI. Il senso del mio intervento? Da molti anni era stato preparato un piano senza esclusione di colpi.per arrivare al punto in cui siamo adesso: il vertice della follia, l'apoteosi della amarezza per ogni Cristiano al mondo.
EliminaContinuo a vedere la prospettiva ad ampio raggio, come ho sempre fatto. Non è un caso che oggi a capo del Cattolicesimo sia messo un papa eretico o ereticheggiante come non è un caso che, ad Oriente, Bartolomeo I sia dichiarato eretico, o ereticheggiante, da un'ampia fetta dell'Ortodossia. Entrambi sembrano (e nel secondo sicuramente lo è) comandati da un "Mangiafuoco". Un tempo il burattinaio "Mangiafuoco" era l'imperatore che, a seconda della politica presa, faceva dire al suo patriarca quello che gli era più conveniente. Iconoclasmo e monotelitismo non durarono poco e fecero parecchi danni.
RispondiEliminaOggi il "Mangiafuoco" è chi ci comanda a livello planetario e compera, influenza, ricatta, depone. Nel caso di Costantinopoli è pure riuscito a deporre un patriarca e a farlo dichiarare pazzo (mentre pazzo non era!) ponendo come sucessore il "sublime e celebrato" ma in realtà ereticissimo Athenagoras.
Oggi oltre che la volta di Bartolomeo è pure la volta di Francesco. Fino a ieri i papi si barcamenavano, cercavano di accontentare con qualche concessione modernista il "Mangiafuoco" e di confortare pure nella fede i poveri fedeli. Oggi non più: il "Mangiafuoco" ha in Bergoglio e in Bartolomeo i suoi perfetti burattini, i suoi cappellani di corte per il Nuovo Ordine Mondiale.
https://www.radiospada.org/2019/06/papa-eretico-il-punto-della-situazione/
RispondiEliminaNon è vero che il codice del 1917 non lo prevede….
https://www.radiospada.org/2019/10/papa-eretico-e-certezze-pratiche/comment-page-1/
La tesi del canonista Guido Ferro Canale
https://www.radiospada.org/tag/guido-ferro-canale/
Cafarra da papista con Cristo si ritrova antipapista con Cristo, contraddizione totale a meno di considerare uno non papa contro tanti Papi, il cardinale ha anche scritto che Francesco ha fatto una "deroga al dovere papale" per comunione ammessa a risposati, che c'è "una rottura nell'autorità di insegnamento centrale del pontefice" cioè contro venti secoli di Papi,che "ha rifiutato di esercitare tale funzione" di Papa,insegnamento e governo, conferma nella fede,che un Papa "non può avere l'autorità per non difendere la fede e non promuoverla", e invece Francesco lo fa,cioè non manifesta in alcun modo quella "pienezza di potere per difendere…", che amoris laetitia è un atto ufficiale, cioè formale e pure errato, contraddizione totale, che il sinodo ha emesso un atto apostata e quindi direi che va giudicato nei firmatari del sinodo che sono apostati quindi, in attesa del placet di Bergoglio o....caso mai il non placet che potrebbe riportare in riga qualcosa ma non tutto…, che gli chiedono lo scisma e lui non lo farà mai, dimenticando che la Chiesa mai è scismatica ontologicamente, piuttosto altri si separano da lei come tali. Se guiderebbe uno scisma e sarebbe Papa sarebbe una ontologica impossibilità di congiunzione.Poi implicitamente ammette di citarlo nel canone della messa perché lo ritiene Papa, quindi non andrebbe citato se antipapa?
RispondiEliminaInoltre dimentica di parlare dei vescovi e dei parroci che sono altrettanto apostati, e sono in massa seguaci di Francesco, dimentica che abbiamo 2 papi, altra cosa impossibile.Siamo alla parusia certamente, lo confermano le profezie varie. Il papa non si giudica mai ma anche il fedele giudica se è papa o no dal confermare i fratelli o no, questo è quanto dice il Magistero. E Guido Ferro Canale conferma che il diritto canonico lo esige.
Quanto tempo durerà ancora questa profonda crisi della Chiesa?
RispondiEliminaEcco la domanda che attanaglia i buoni e informati fedeli. Guardiamo ancora alla storia: quando è finito il monotelitismo e l'iconoclasmo? Quando gli imperatori che lo sostenevano smisero di sostenerlo o non lo ritennero più conveniente. Allora anche la Chiesa, uscita da sé come direbbe Bergoglio, rientrò e ritrovò l'ortodossia e la pace.
Roma era troppo distante per essere comandata a bachetta dall'imperatore e quindi si trovò nella situazione in cui era sempre stata, nell'ortodossia altrimenti c'è da temere che avrebbe potuto cadere pure lei.
Oggi a livello planetario sappiamo chi comanda. Per un certo gruppo di potere è conveniente plasmare le religioni in un certo modo ed è importante che il Cattolicesimo rinunci ai suoi elementi distintivi. Anche qui non è un caso che sia stato favorito Bergoglio, non altri, come non è un caso che venga pompato il relativismo in tutte le sue sfaccettature.
Il giorno in cui, vuoi per una disfatta politica, vuoi per una guerra o per altre cause funeste, si ridisegnerà la mappa politica ed economica del nostro pianeta, anche l'oppressione che viene fatta al Cattolicesimo (e non solo a quello!) cambierà e potrebbe tornare la pace.
Tuttavia pensare che la pace e l'ortodossia possa tornare indipendentemente da questi centri di potere che influenzano tutto il mondo è, a mio avviso, sciocco e inutile. La storia è lì a dimostrarlo per chi ne vuole prendere lezione.
Domani consultate il blog alle 12.
RispondiEliminaVaticano, il nuovo sottosegretario del Dialogo Interreligioso è un missionario in Taiwan
RispondiEliminaIl Papa ha nominato nuovi membri e consultori del Pontificio Consiglio della Cultura. A darne notizia è oggi la Sala stampa della Santa Sede.
Guardate che numero impressionante di personaggi...
https://www.catt.ch/newsi/papa-francesco-nuove-nomine-di-membri-e-consultori-del-pontificio-consiglio-della-cultura/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook
Il Papa si giudica eccome! "Sicuramente aveva torto!" disse S. Paolo di S. Pietro. E ancora: "e anche se noi stessi vi presentassimo un vangelo diverso sia anatema!". Nulla vale più della vera fede. Nemmeno l'obbedienza al Papa (ammesso che Bergoglio lo sia, tra l'altro...).
RispondiEliminaSan Paolo corregge ma san Pietro afferma a chi gli dice di ubbidire al pontefice che si deve obbedire a Dio in primis
Elimina
RispondiEliminaPerò la crisi di oggi è del tutto diversa da quelle del passato
Burke ha detto giustamente che la Chiesa sta attraversando la crisi peggiore della sua storia.
Gli errori cristologici del passato riguardavano sottili e difficili questioni teologiche.
Non astratte, perché avevano evidenti riflessi pratici. Ma nella loro essenza rivelavano questioni che gli stessi protagonisti a volte non riuscivano a dominare del tutto. Questo può anche spiegare le negligenze e i cedimenti all'eresia di certi papi del lontano passato (crisi ariana e monotelita). Quando la parte sana del clero reagiva, ad un certo punto, dopo dure lotte, essa trovava un alleato nel potere civile, imperiale in questo caso (che magari inizialmente l'aveva perseguitata).
Oggi, in Occidente, tutti gli Stati sono laici (e lo è anche la Russia, nonostante il potere adesso appoggi di nuovo la Chiesa e i valori cristiani,almeno in parte). Ma la Chiesa cattolica sembra, a partire dal Concilio, in preda ad un vero processo di autoannientamento, un cupio dissolvi che lascia senza fiato. Questo è sicuramente un fatto mai successo prima. Da magistra di verità rivelate da Dio, si è voluta fare discipula delle false verità del Secolo! Un rovesciamento senza precedenti, un capovolgimento radicale di tutti i valori, per dirla alla Nietzsche.
In questa situazione, non si vede nemmeno un potere temporale che possa venire in soccorso alla Chiesa, come qualche volta hanno fatto in passato certi imperatori o i governanti civili in generale. IN effetti, q u a l e Chiesa dovrebbero soccorrere? Quella che adesso si mette anche ad adorare gli idoli? E come fa a "soccorrere" una Chiesa che professa quasi tutti i valori profani del secolo? Il soccorso "imperiale" arrivava quando la lotta nella Chiesa era in corso. Ma oggi la lotta sta cominciando soltanto adesso, per reazione alle enormità di Bergoglio. Finché non si delineeranno due campi distinti e non ci saranno gli inevitabili gravi disordini, nessun potere civile verrà in soccorso alla Chiesa, dopo essersi a sua volta diviso nei due campi nei quali si sarà divisa la Chiesa.
"Oportet ut scandala eveniant..."
Z.
Il Papa si giudica eccome! "Sicuramente aveva torto!" disse S. Paolo di S. Pietro
RispondiEliminaNon era un giudizio nel senso che si intende in questo discorso. San Paolo denunciò gli atti errati, denunciò persino un difetto personale (l'ipocrisia), ma non potendo esercitare alcun potere sopra Pietro non pronunciò una sentenza, né disse che non si doveva obbedirgli. Non ce ne fu bisogno perché Pietro era santo e riconobbe la correzione. Quindi quel passo della scrittura di dice che possiamo contestare gli insegnamenti sbagliati e resistere (e lo stiamo facendo in tanti), ma non ci dice come proseguire. Se non erro, la storia degli incidenti passati dice che in tutti i casi di contrasto il contenzioso si risolse con il papa vivente solo quando questi ritrattò (anche se GXXII era in punto di morte) oppure in un pontificato successivo. Non c'è niente di paragonabile.
San Pietro ,si deve ubbidire a Dio in primis
EliminaSono d'accordo con @Maurizio, nè Burke, nè Schnaider, nè Brandmuller, nè Muller o altri faranno nulla (mi impongo censura sulla quinta colonna della Guinea).
RispondiEliminaHanno scritto i dubia e poi se li sono dimenticati e così continueranno. Continueranno con letterine, interviste, libri e conferenze, ma non faranno nulla di concreto o di vagamente simile a quanto coerentemente proposto dal Prof. Pasqualucci o spiegato sul piano canonistico dall'ottimo Ferro Canale nel suo studio specifico riguardo il sinodo o maglio il concilio imperfetto necessario a dichiarare decaduto ipso-facto per eresia il sudamericano apostata ed eretico conclamato.
D'altro canto non c'è bisogno che l'argentino biancovestito avalli il documento sinodale, basta anche che non lo condanni per venire meno al dovere di confermare nella fede i fedeli. Cosa già ampiamente e ripetutamente avvenuta con interviste, dichiarazioni, gesti e con la concessione ai pubblici concubini di accedere alla Eucarestia.
Purtroppo però vescovi e cardinali non faranno nulla, hanno già deciso; costerebbe loro la rinuncia allo status quo e lo sanno bene. Continueranno questa ammuina conservatorista ma sempre e comunque senza creare intralci sostanziali alla distruzione vaticanosecondista e modernista. Sono solo una corrente tra le tante, uno dei tanti partiti (quello conservatore) in questo parlamento impazzito che ha preso il posto della vera Chiesa. Una minoranza che conta i suoi voti, i suoi privilegi e che tutto sommato non ha alcun vero interesse a mettere in crisi il meccanismo complessivo che funziona benissimo per tutti.
Questa è la triste verità. L'apostasia dilagante ha bisogno anche dei conservatoristi che sono la minoranza necessaria a sdoganare le decisioni della maggioranza. La nuova falsa chiesa sinodale democratica funziona così.
Sulla questione del documento, io non so cosa farà Francesco, ma è del tutto ovvio che alla fine si tratta di un punto irrilevante. Potrebbe esserlo per certe questioni, come i preti sposati o le diaconesse, ma le pachamama stanno dilagando già. Ieri rilevate in un santuario filippino, oggi in Spagna con tanto di sciamano seminudo all'altare. Salta fuori che c'è anche una programmazione NetFlix sul tema e che di fatto pachamama è un "testimonial" che l'ONU userà per le sue cazzate. È evidente che è una strategia coordinata che è già stata pianificata da tempo e ora è stata varata. Non c'è bisogno di documenti per portarla avanti.
RispondiEliminaPS Ieri mi è capitato un vecchio articolo (2006) del sig. Bianchi di Bose. Parlava della Madonna con tutto un variegato parallelo... con la madre terra. All'epoca era tutto un linguaggio analogico e simbolico, estremamente sospetto, ma non superava la linea rossa e, in ogni caso, era apparentemente mirato alla lode della Vergine. Tredici anni dopo si capisce che era semplicemente uno stadio Overton iniziale.
In riferimento a quanto dice Z, è vero che non c'è nessun potere temporale che abbia voglia di soccorrere la Chiesa per buoni motivi; però siccome il mondo è diviso tra vari gruppi di potere predominanti e Bergoglio si è associato ad uno di questi, si può sperare che uno degli altri lo ostacoli per il proprio interesse. Se dovessi scommettere oggi su come si evolveranno le cose, senza pretendere di fare una previsione, questa cricca potrebbe cadere per uno scandalo denunciato da Trump & co. e dopo la caduta i prelati ortodossi potrebbero intervenire. Per esempio, sono curioso di sapere la vicenda Mifsud fino a dove arriverà.
RispondiElimina"... Ma la Chiesa cattolica sembra, a partire dal Concilio, in preda ad un vero processo di autoannientamento, un cupio dissolvi che lascia senza fiato. Questo è sicuramente un fatto mai successo prima..."
RispondiEliminaOgni società sana può contenere un certo numero di fuori/legge, fuori/norma ma, quando
questo certo numero supera il numero della parte sana e/o conquista il potere nei suoi gangli principali, l'epidemia del fuori/legge, del fuori/norma dilaga nella parte sana restante. Il cupio dissolvi della chiesa è dovuto, a mio parere, allo schiacciamento, al soffocamento della morale da parte di tutte le varianti del ribellismo e/o dell'invertita erotica acquiescenza, entrambi viziosi ed ipocriti sempre, che non rinunciano comunque al riconoscimento pubblico del loro recitato perbenismo e/o del loro praticato intellettualismo. Queste, a mio parere, sono state le persone che sotto l'apparenza del bene hanno seminato e coltivato il male, di generazione in generazione, aiutate a piene mani dalle Potenze dell'aria, essendosi votate a loro, nei fatti.
Invito i numerosi lettori sedevacantisti o "pro Benedetto XVI ancora vero papa" a non inondarci di interventi che non pubblico, perché ogni volta dovrei star lì a ribadire cose già dette miriadi di volte.
RispondiEliminaPurtroppo in questa inaudita confusione il gregge disperso procede a ruota libera...
Il cupio dissolvi della chiesa è dovuto, a mio parere, allo schiacciamento, al soffocamento della morale da parte di tutte le varianti del ribellismo
RispondiEliminaLa crisi è sempre di fede perché è dalla fede che discende la morale...
La Chiesa dall'inizio ha a che fare con situazioni nuove di zecca,e sempre ha agito,perché oggi no? Si tratta della semplice somma di tutte le passate eresie,Papa Pio X docet
RispondiEliminaQuando l'ho ricordato al nostro cardinale in un'occasione pubblica (si parlava degli abusi con accento sul problema morale), nell'ottica di quanto fosse dannosa per i fedeli la crisi della fede, intendendo che c'era bisogno di guide sicure, mi ha risposto che dovevamo sempre aver presente il Catechismo della Chiesa Cattolica... Capisco che in pubblico (era tra l'altro una occasione non confessionale) non si potesse dir molto di più. Ma il problema e l'esigenza gli sono ben chiari - e certo non per il mio appello formulato come domanda - che in fondo ha suscitato il richiamo a quello che già stiamo facendo: fondarci sull'insegnamento costante della Chiesa che abbiamo ricevuto e per Grazia custodiamo.
RispondiEliminaIl problema, come si presenta drammaticamente oggi, è la degenerazione della fede e la mancanza di evangelizzazione di questa generazione e di quelle che verranno.
@ Felice 22:47 " Nulla vale più della vera fede. Nemmeno l'obbedienza al Papa"; ottima conclusione, Felice, che pone la pietra tombale su tutte le polemiche intorno al comportamento dei signori cardinali, vescovi, preti et similia. La falsa obbedienza, cioè l'obbedienza a falsi pastori (e figuriamoci se questi non lo sono!) è il colpo da maestro di satana, come afferma mons. Léfèbvre, e se uno non arriva a capirlo si rende connivente dell'opera distruttrice di questi chierici traditori, eretici ed apostati. I sofismi, i bizantinismi, i legulei sono solo elucubrazioni, astruserie cervellotiche, arrampicate sugli specchi, ostinati tentativi per evitare di dover seguire l'evangelico insegnamento di NSGC "il vostro parlare sia si si, no no, tutto il resto viene dal maligno".
RispondiEliminaLa Chiesa dall'inizio ha a che fare con situazioni nuove di zecca,e sempre ha agito,perché oggi no? Si tratta della semplice somma di tutte le passate eresie,Papa Pio X docet
RispondiEliminaLa chiesa ha sempre agito con gli strumenti anche canonici che sembrano difettare nella situazione anomala e inedita in cui siamo. Le diverse soluzioni prese in considerazione a livello teologico nel corso dei secoli sono tutte ipotesi di scuola e oggi manca, almeno al momento. proprio la soluzione inedita ad una situazione inedita.
Purtroppo non ho ancora letto il lavoro di Guido Ferro Canale che mi riprometto di riprendere al più presto.
Non ho pubblicato altri articoli che avrebbero sommerso (è la prerogativa del blog, che consente aggiornamenti in tempo reale ma 'macina' velocemente i contenuti proposti) i temi seri su cui c'è molto da riflettere.
RispondiEliminaMa vi consiglio di collegarvi per le 12.
Marco 2, 17
RispondiElimina"... Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori»..."
Di giusti, di sani ne sono sempre esistiti sotto ogni cielo ed in ogni epoca, i nostri apostati,non solo sono gravemente ammalati ma, negano di esserlo; il cattolico di morale medio bassa riconosce di essere ammalato, loro neanche questo riconoscono ed aggiungerei che la loro mente è stata completamente ribaltata dalla loro superbia. Anche la nostra fede non è gran che ma, lo sforzo che facciamo ogni singolo giorno per non imprecare, per trovare strade e stradine rette in nome di Gesù Cristo, rafforza la nostra fede, la migliora. Non perché riconosciamo la pochezza della nostra fede ci diamo anima e corpo alla goduria o impieghiamo tutte le nostre forze per cambiare la fede in Gesù Cristo nella fede certa nel nostro Io; qui a causa di costoro siamo davanti ad un crollo verticale della vera umanità, sulle macerie della quale la chiesa CVIIista unitamente ai finanzieri globalisti si propone di innalzare un nuovo umanesimo......
Questo mic, per dire che la fede cattolica aiuta se uno vuole e può essere aiutato, la fede cattolica migliora chi vuol essere migliorato, risana chi vuol essere risanato ma, esistono persone sane che il Signore non lo incontrano ed inoltre non vengono contaminate dal mondo. Esiste un'economia divina che non conosciamo né possiamo conoscere nella sua interezza, il bene ed il male lo riconoscono in moltissimi e quello che infine li perde è l'aver riconosciuto il bene e l'aver fatto finta di non averlo visto o di aver presunto di saper gestire il male. Nel male vi è un desiderio di morte, di annientamento di sé, di rifiuto della vita così come semplicemente è.
Quoto fabrizio giudici 11 novembre 2019 23:54
RispondiElimina"Criticare", "riprendere", "opporsi", come fece S.Paolo può essere sì assimilato a "dare un giudizio", cosa che però non ha nulla a che vedere con la "destituzione" o l'intenzione di destituire, altrimenti si cade, piaccia o no, in una forma di conciliarismo.
Ciò vale anche come osservazione critica al sorprendente PP.
Il cardinale Burke cominci a fare ciò che aveva solennemente promesso urbi et orbi, cosa che non ha nulla a che vedere con l'intenzione di destituire il Papa.
Lo faccia e basta, agisca dunque secondo verità, poi vedremo cosa la Provvidenza ci riserverà.
Anche in questo caso, per questo sinodo, risulta evidente la deriva. ma per l'ennesima volta si segnala il problema, ma non si sa come risolverlo. cosa fare quando un Papa firma qualcosa di non ortodosso? cosa fare quando un Papa non corregge una evidente eresia presente in un documento della Chiesa?
RispondiEliminaAnche su questo blog ci sono stati tanti post e tanti interventi, ma non ho letto una procedura certa, si brancola nel buio. Anche il Cardinale non la sa. certamente non ha il coraggio di gridarla soltanto, vorrebbe un modo chiaro che avviasse una correzione certa.
temo che non ci sia. temo che non si riesca a trovare un modo per correggere un Papa e farlo tornare indietro.
Matteo: io non riesco a capire come la Bolla di un Papa come Paolo IV possa essere bellamente ignorata, non riesco a capirlo proprio, è lo stesso ragionamento probabilmente che fa passare per pastorale ciò che pastorale non è assolutamente, ma il contrario di pastorale è.
RispondiElimina"Giudicare" non significa solo "mettere sotto processo", in questo senso giudicare il Papa diventa complicato. Significa anche ritenere in coscienza (coscienza ben formata, illuminata dalla retta ragione, ecc ecc) che il Papa sta sbagluando, sta sbagliando ripetutamente, mi conduce all'eresia o addirittura all'apostasia e, in mancanza di un suo ravvedimento, mi rifiuto di obbedirgli.
RispondiEliminaDico grazie a Felice, per la sua precisazione, in un'epoca in cui molti sono frastornati dalla stucchevole frase "non giudicare" ripetuta sempre a sostengo di un pervicace relativismo che impera da decenni incontrastato, prima nella Chiesa e poi nella società.
RispondiEliminaPensate un po', ora, come ci rimane di stucco un povero fedele che, in confessione, proponendo i tanti motivi di sconcerto su questo papa, si sente dire: "Dobbiamo piuttosto sbagliare col papa che aver ragione da soli" ! e che questa bella massima dovrebbe fugargli tutti i dubbi circa l'obbedienza CIECA E TOTALE da prestare a questo pontefice...altrimenti non si è degni neanche dell'assoluzione !
io comincio a chiedermi che valore abbiano quelle confessioni: strumenti di regime ? e spiritualmente dove ci indirizzano ?
Se mi è consentito, vorrei intervenire per esprimere un mio parere in merito alle considerazioni del prof. Pasqualucci.
RispondiEliminaRimando, per una lettura più articolata, al mio articolo dell’11 Aprile 2017:
https://opportuneimportune.blogspot.com/2017/04/prima-sedes-nemine-judicatur.html
Credo che la parte più controversa del commento del Prof. Pasqualucci sia questa:
Sul piano concettuale, non ci sarebbero allora ostacoli ad istituire una commissione, un organo anche numericamente esiguo, di cardinali e vescovi, che ammonisse formalmente il papa ad abiurare i suoi errori per poi, in caso di suo rifiuto, dichiararlo eretico, contumace, scismatico ed iniziare una procedura di deposizione dalla cattedra a questo punto indegnamente occupata.
Non penso però che si possa dichiarare eretico il Papa, proprio in ragione del fatto che prima sedes a nemine judicatur.
Si dovrebbe altresì prendere atto del fatto in sé, cosa che non implica alcun giudizio sulla persona del Papa.
E qui riprendo quel che scrivevo due anni fa:
Quindi l'eventuale presa d'atto della decadenza del Papa non costituisce un atto di giudizio nei suoi confronti, esattamente come non è un giudizio il dichiararne l'avvenuta elezione o il constatarne la morte.
Lo stato di eresia manifesta di un Papa - o meglio: di un battezzato che a partire da un determinato momento è stato eletto canonicamente Papa - non comporta quindi un'arbitraria ed illegittima pretesa di sottoporre il Pontefice a giudizio; esso è altresì un dato di fatto che chiunque, ed a maggior ragione un qualsiasi Prelato, in forza della semplice ragione, può rilevare e riconoscere.
Poiché chi dovesse verificare, secondo quanto previsto dai Sacri Canoni, che un fedele è oggettivamente incorso nell'eresia formale, si limita a giudicare un fatto, non una persona: anche perché l'eresia formale richiede una esplicitazione pubblica ed ostinata, e non si limita ad una semplice implicita formulazione interiore. Infatti de occultis Ecclesia non judicat, la Chiesa non giudica le azioni non conosciute. Direi anzi che questa constatazione precede logicamente il fatto che l'eretico riconosciuto tale sia incidentalmente anche Papa, dal momento che non è la dichiarazione d'eresia a mettere l'eretico fuori della Chiesa, ma l'eresia in sé, una volta che essa sia formale, manifesta e pervicace.
Ecco allora che quello che potrebbe apparire un empasse si rivela nella sua semplicità. E si può quindi sostenere che lo stato di eresia in cui dovesse incorrere colui che è investito del Papato lo rende ontologicamente incapace di essere contemporaneamente fuori della Chiesa e Capo di essa.
Spero che questo contributo possa avere una qualche utilità.
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaRingrazio mons.Baronio, che dice quanto afferma anche lo studio molto approfondito del canonista Guido Ferro Canale su radio spada (papa eretico..), che esamina pure le tesi dei vari teologi (che don Nitoglia aveva citato peraltro in modo selettivo e relativo senza citare la parte conclusiva che era contraria alla sua tesi, e questo denota cattiva volontà come lo denotano i comportamenti e detti papali) e la Bolla Papale interessata a problema odierno. In effetti il problema è di una soluzione disarmante nella sua semplicità: un battezzato in errore va espulso quando non si ravvede, chiunque sia. Un tumore non curabile si asporta prima che faccia morire il corpo. Il problema piuttosto è il mal di pancia che si carica di ciò, come facciamo noi, si tratta di vedere se qualche Vescovo avrà il coraggio di assumersi tale mal di pancia, ma il problema va ridotto a ciò: un martirio spiacevole per difendere Cristo che mai ha promesso altro dai disonori che Egli stesso ebbe.
RispondiElimina
RispondiEliminaRingrazio per gli interventi critici, stimolanti la discussione.
Mi sembra però che non si vada al nocciolo.
Che secondo me è il seguente: se debba ritenersi ancora valido nel diritto della
Chiesa il principio secondo il quale il papa non può esser giudicato da alcuno
a meno che non devii dalla fede. Questo principio può essere in modo evidente
formulato in altro modo : "si può giudicare il Papa, quando devia dalla fede" ossia
s o l o quando devia dalla fede, per eresia e/o apostasia.
Il non poter esser giudicato non può esser considerato una condizione normale.
Si tratta di un privilegio riservato giustamente alla persona del Papa.
Che però viene a cadere se il Papa non fa più il Papa, se invece di "confermare
nella fede i fratelli" li conduce sulla via dell'eresia e dell'apostasia.
Si noti: prima del Codice del 1917, quando vigeva il Corpus Iuris Canonici, cioè un
insieme di norme di varia origine e tipo, questo principio era o no considerato
valido? Non era incluso nel famoso Decreto di Graziano, compreso nel Corpus?
I Codici del 17 e 83 non l'hanno ripreso. Ma chiedo ancora: dobbiamo ritenere che
il principio sia stato tacitamente abrogato? Un principio ammesso da secoli?
Secondo me, non è possibile. E se non è possibile, quali le conseguenze?
Se si dice che è possibile, non si cade nel positivismo più vieto? Ma un principio fondamentale di un ordinamento non può esser mai abrogato, se l'abrogazione comporta
appunto lo snaturamento dell'ordinamento stesso, che consisterebbe qui nel lasciare
la Chiesa senza difesa alla mercé di un Papa manifestamente eretico e apostata.
Stiamo parlando del Papa che firmerebbe il famoso Documento che vuol dare alla Chiesa un "volto amazzonico".
Il "giudizio" poi lo si può chiamare come si vuole, non può limitarsi ad una mera presa
d'atto, nel senso di finire lì. La presa d'atto dell'esistente eresia deve diventare esecutiva, altrimenti che giudizio è, se non si dichiara vacante la sede occupata dall'eretico?
Ma non si cade allora nel "conciliarismo"? Al momento non mi riesce di andare a controllare le fonti ma credo che a questa critica sia stato risposto. Il "conciliarismo" non proclama poi la superiorità istituzionale del Concilio sul Papa, ortodosso si intende, quanto a dottrina?
Nel nostro caso, invece, si invoca lo stato di necessità (altro concetto che bisognerebbe utilizzare) per creare un organo ad hoc del tutto temporaneo, il cui compito sarebbe solo quello di prender atto dell'eresia reiterata e dichiarare vacante la sede apostolica,
essendosi reso l'eretico scismatico. Nell'agir così non si cade nemmeno in alcuno scisma.
PP
E' la soluzione di Guido Ferro Canale quella che lei propone PP, ben analizzata e formulata con 2 tipi di organi, uno la Chiesa universale che può delegare, il secondo il conclave che procede per elezione di un Papa dopo averlo dichiarato assente per eresia o meglio non facente parte del Corpo mistico.
RispondiEliminaDetto in due parole, il problema consiste nel fatto che la Chiesa è una monarchia assoluta. I papi non hanno mai accettato di introdurre meccanismi concreti che possano portare al loro impeachment. La pena per TENTATO omicidio del Pontefice era, de facto fino alla fine degli anni '60, e de jure fino al 2001, la pena di morte.
RispondiEliminaBenedetto XVI:
RispondiElimina"Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è, in senso assoluto, un mandato per servire. La potestà di insegnare, nella Chiesa, comporta un impegno a servizio dell’obbedienza alla fede. Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola. Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo".
Aggiungo che il papa non è un sovrano assoluto anche perché è vincolato dalla legge divina, dal diritto naturale e dal Magistero dei suoi predecessori che afferma principi propri della Scrittura e della Tradizione (le due fonti della Rivelazione). Assoluti sono solo i principi non negoziabili che appartengono alla Rivelazione.
RispondiEliminaE' la soluzone di Ferro Canale quella che lei propone PP...
Confesso di non aver ancora potuto leggere il saggio di G. Ferro Canale.
Mea culpa. Se però lui ha adombrato la medesima soluzione, in modo
certamente più articolato ed approfondito di quanto abbia potuto fare
io, ne sono molto contento e lascio a lui la parola.
PP
Commento di Henri Sire sul documento di Burke:
RispondiEliminahttps://www.churchmilitant.com/news/article/cardinal-burkes-dilemma