Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 11 novembre 2019

Cardinale Raymond Burke: “Mi chiamano nemico del papa, ma non lo sono”

Nella nostra traduzione da The New York Times, 9 novembre 2019. Ringrazio il lettore che ci ha fornito il  testo integrale riservato agli abbonati dell'importante e significativa Conversazione di Ross Douthat con il cardinale Raymond Burke che riporto di seguito. A parte, pubblico una prima riflessione a caldo di Paolo Pasqualucci. Ci saranno molte altre riflessioni da fare, che colgo qua e là nelle pieghe del discorso.

Conversazione di Ross Douthat con il cardinale Raymond Leo Burke

Iniziamo dal personale piuttosto che dalla teologia. Com’è diventato sacerdote?

Sono cresciuto in una piccola fattoria in una zona rurale del Wisconsin da genitori cattolici devoti. Allora era naturale che un ragazzo pensasse di diventare prete. Ma quando frequentavo la seconda elementare, nel 1955, a mio padre fu diagnosticato un tumore al cervello. Fu operato alla Mayo Clinic, ma in realtà non si poteva far molto. Ha trascorso a casa gli ultimi mesi della sua vita, e il sacerdote era solito venire per ascoltare la confessione e portargli la Santa Comunione. In quei giorni, quando veniva il sacerdote, andavo alla porta e lo trovavo con una candela accesa. Nella camera da letto, dove giaceva malato mio padre, si svolgeva una piccola processione. Il sacerdote lo confessava e poi ci invitava a rientrare per il rito della Santa Comunione. Questo mi ha lasciato una grande impressione. Solo negli anni successivi ho compreso il vero significato della sofferenza e della morte di mio padre. Ma ho potuto capire, pure da bambino, quello che stava succedendo. Ho visto come quel prete si comportava. Quindi l’idea di diventare sacerdote è cresciuta in me, e quando ero in terza media chiesi a mia madre di andare al seminario minore della diocesi. Lei era un po’ preoccupata. Ero il più giovane di sei figli, piuttosto fragile, e il seminario assomigliava a una scuola militare. Ma poi ha accettato.

Osserva Douthat: Dopo il seminario minore, Burke ha proseguito la sua formazione a Washington, dove è arrivato nel 1968, quando ci fu uno sconvolgimento politico accompagnato da uno sconvolgimento nella Chiesa (“Fu scioccante, in quegli anni, il numero di uomini che lasciarono il seminario“.) Da lì è andato a Roma, dove fu ordinato sacerdote da Papa Paolo VI nel 1975.

E com'è divenuto cardinale?

Ho iniziato come assistente parroco nella cattedrale di La Crosse. Poi mi è stato chiesto di insegnare al liceo cattolico, e dopo tre anni di insegnamento il vescovo mi ha chiesto di studiare diritto canonico. Non ne ero per nulla entusiasta, ma sono andato a Roma, all’Università Gregoriana. C’erano alcuni preti eccezionali, e uno di loro capì il mio disagio. Mi prese sotto la sua ala ed è così che mi  sono appassionati al diritto canonico.

Il diritto canonico alla fine condusse Burke alla Segnatura apostolica, la corte suprema della Chiesa. Nel 1994 fu nominato vescovo di La Crosse; nel 2004 divenne arcivescovo di St Louis; e poi nel 2008, sotto Papa Benedetto XVI, fu richiamato a Roma per diventare prefetto della Segnatura e cardinale nel 2010.

A quel tempo lei era conosciuto non solo come conservatore, ma come  tradizionalista. Aveva una fama di rigoroso avvocato canonico, ma anche di sostenitore della liturgia tradizionale, la Messa in latino. È giusto?

Deve sapere che nella Chiesa, anche prima del Concilio Vaticano II, ma soprattutto dopo, c’è stata una perdita di rispetto nei confronti della retta legge della Chiesa, come se il diritto canonico non fosse più adatto ai tempi. Io invece ero convinto dell’importanza della legge canonica, e mi sono preoccupato soprattutto per la facilità con cui si concedevano le dichiarazioni di nullità del matrimonio. Ciò contribuì in parte alla mia reputazione di freddo, rigido, legalista,.

Circa la questione liturgica, ovviamente sono cresciuto con quella che ora viene chiamata la forma straordinaria del rito romano, la Messa esistente fino alla riforma del Concilio Vaticano II. Ho sempre moltissimo apprezzato la bellezza del rito antico. Quindi, quando Giovanni Paolo II ne ha permesso la celebrazione, l'ho ripresa. Ho sempre celebrato entrambe le forme. La gente dice che parlo contro la forma ordinaria della messa. No, parlo contro un modo di celebrare la forma ordinaria che non è propriamente trascendente. Ma devo darle ragione quando lei dice che tutto ciò mi ha segnato.

Avendo vissuto la transizione del post Concilio, pensa che i riformatori di quell’epoca fossero nel giusto? Pensa che la Chiesa preconciliare fosse troppo formale, legalistica, rigida? Lei stesso ha paragonato il seminario minore dei suoi tempi ad una scuola militare.

Questa euforia si è manifestata sia durante gli anni del Concilio che dopo. Ora improvvisamente siamo tutti liberi. La disciplina del seminario veniva considerata repressiva e ogni tipo di controllo sulla volontà della persona era visto come negativo. Ma ora, guardando indietro, mi rendo conto che tutte quelle regole, orientate a frenare gli effetti del peccato originale e a disciplinarci in modo da poter davvero essere uomini buoni, era efficace. Ma nel 1968 le norme che disciplinavano i seminari sono state gettate via e ne è conseguito il caos. Sappiamo, ad esempio, che molti abusi sessuali su minori hanno avuto luogo proprio in quel periodo, segnato dall'idea secondo cui qualsiasi tendenza io abbia, poiché è mia, è di per sé buona. Il che non è vero.

Ma molti di quegli abusatori si sono formati nel periodo precedente al Concilio. Se guarda le statistiche sull’abuso sessuale, vede che c’è un picco negli anni Sessanta e Settanta, ma parte di questo picco include uomini ordinati prima del Concilio Vaticano II. Quindi qualche pecca doveva pur esserci.

Sì, mi è chiaro che la corruzione risale a diversi decenni fa: infatti abbiamo casi di prelati che hanno abusato di minori negli anni Quaranta. Ma in quei casi essi non seguivano le leggi canoniche. Commettevano atti gravemente contrari alla legge e in qualche modo veniva chiuso un occhio. Ma la colpa non è della legge canonica. La colpa è degli uomini che avrebbero dovuto applicarla.

Cosa succede se è proprio di una gerarchia consentire alle persone in posizione autorevole di sospendere le regole? E se aveste bisogno di una maggiore responsabilità democratica?

Chiaramente Cristo ha costituito la Chiesa come una comunione gerarchica. Il suo ministero pubblico ha coinvolto immediatamente dodici uomini e li ha formati. Com'è noto neppure erano tutti angeli. Ma nell’ufficio pastorale, quando si tratta di un amico, c’è sempre la tentazione dell’infedeltà, di permettere cose cattive. Questo, tra l’altro, è “clericalismo”. Il clericalismo non ha nulla a che fare con l’interesse per la liturgia o il voler indossare una tonaca. No, il clericalismo è l’abuso dell’ufficio del chierico per scopi peccaminosi. Quindi, sì, ci devono essere controlli che effettivamente esistevano nel Codice di diritto canonico del 1917. Fino alle riforme del Concilio Vaticano II ci fu tutta una serie di riti per la destituzione di un chierico che tradiva la santità del suo ufficio.

Alcuni di quei riti li ricorda in modo vivido.

Molto vivido. Ad esempio, se si trattava di un arcivescovo o di un vescovo, lo vestivano interamente con i paramenti e poi glieli toglievano uno a uno, con dichiarazioni molto severe, e poi alla fine raschiavano con un coltello le mani che erano state unte al momento dell’ordinazione, per indicare che questa persona aveva completamente tradito l’ufficio.

Le piacerebbe vedere un tale rito applicato, ad esempio, all’ex cardinale Theodore McCarrick?

Direi che è la strada giusta da percorrere.

Com'è cambiata la sua posizione sotto questo pontificato di Francesco?

Può essere utile iniziare con il sinodo dei vescovi del 2014 sul matrimonio e la famiglia. Ero ancora prefetto della Segnatura apostolica. E mi sono espresso con forza a favore della disciplina tradizionale della Chiesa per quanto riguarda il matrimonio e il divorzio.

Un sinodo convocato da papa Francesco, nel quale una controversia centrale era se i cattolici divorziati risposati potessero ricevere la comunione senza aver prima ottenuto un annullamento.

Sì, hanno più volte ripetuto che il sinodo non era riducibile a quella questione, ma alla fine è quello di cui si è trattato: di ripensare l’insegnamento della Chiesa sulla sessualità umana, con una discussione mirata a trovare elementi positivi negli atti sessuali tra persone dello stesso sesso ed elementi positivi nei rapporti sessuali al di fuori del matrimonio. Durante una delle pause, il cardinale Caffarra, il defunto arcivescovo di Bologna, che era un mio caro amico, venne da me e mi disse: che sta succedendo? Lei ha detto che quelli di noi che stanno difendendo l’insegnamento e la disciplina della Chiesa ora sono definiti nemici del papa. E questo è emblematico di ciò che è successo. Durante la mia vita sacerdotale sono stato sempre criticato per essere troppo attento a ciò che diceva il papa. E ora mi trovo a essere definito nemico del papa, cosa che non sono. Io non sono cambiato. Sto insegnando le stesse cose che ho sempre insegnato, e non sono idee mie. Ma ora improvvisamente tutto ciò viene percepito come contrario al romano pontefice. Penso che sia subentrata una visione molto politica del papato, secondo cui il papa è una specie di monarca assoluto che può fare quello che vuole. Ma non è mai stato così nella Chiesa. Il papa non è un rivoluzionario, eletto per cambiare l’insegnamento della Chiesa. È tipico di una visione secolarizzata non capire che cos’è in profondità la Chiesa.

Ma questa non è solo una visione secolarizzata.

Oh, no. È all'interno del corpo stesso della Chiesa. L’ho sentito dai cardinali durante il sinodo del 2014.

Un esempio?

C'è stato chi ha detto che alla fine ci dobbiamo render conto che il matrimonio è un ideale che non tutti possono assumere e quindi dobbiamo adattare l’insegnamento della Chiesa alle persone che non riescono a mantenere le promesse matrimoniali. Ma il matrimonio non è un “ideale”. Il matrimonio è una grazia e quando una coppia si scambia i voti, marito e moglie ricevono la grazia di vivere un legame procreativo permanente per tutta la vita. Anche la persona più debole, la persona più malmessa, riceve la grazia di vivere fedelmente l’alleanza matrimoniale. Nella mia esperienza pastorale ho incontrato persone in ogni tipo di situazione e insistere sulla verità non è facile. Ma ho scoperto che, se lo fai,  le persone, alla fine, ti sono davvero grate. Ho vissuto abbastanza a lungo da conoscere persone che, dopo essermisi opposte in maniera molto forte, anni dopo mi hanno detto di aver finalmente capito cosa stavo facendo. Questo è naturale, ma non credo che la Chiesa abbia mai perseguito la sua missione compromettendosi con il mondo.

Tornando al santo padre, lei diceva che alcuni l’hanno accusata di essere nemico del papa. Pensa che Francesco la consideri suo nemico?

Non lo penso. Non me lo ha mai detto. Non lo incontro spesso, ma negli incontri che ho avuto non mi ha mai rimproverato o accusato di avere pensieri o atteggiamenti da nemico nei suoi confronti.

Ma sicuramente l'ha retrocessa.

Sì.

Come?

Nel dicembre del 2013 mi ha rimosso dalla Congregazione dei vescovi. Poi mi ha rimosso dalla Segnatura apostolica, per nominarmi cardinale patrono dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. Mi ha lasciato con un titolo, ma non ho una funzione.

Quindi ora lei è un cardinale “senza portafoglio”…

Sì, è corretto. È chiaro che il papa non mi vuole in nessuna posizione di comando, che non mi vede come il tipo di persona che vuole dare una forte impulso alle cose. Ma non ho mai avuto l’impressione che pensi che io sia suo nemico.

Ma, a partire dal sinodo sulla famiglia, lei è stato un critico coerente di atti specifici e tendenze generali di questo pontificato.

Penso che questo sia il mio dovere di cardinale. Ho cercato di comunicare sempre direttamente con il papa: non mi piace prendermi gioco delle persone, fingere di pensare una cosa mentre penso il contrario. Non mi troverete mai a criticare personalmente il papa. Ma quando ho visto quelle che ho giudicato direzioni dannose nella Chiesa, quando nel sinodo sulla famiglia ho visto mettere in discussione le basi dell’insegnamento della Chiesa sulla sessualità umana, ho dovuto parlare perché era mio dovere. L’ultima risposta di papa Francesco a quella discussione è stata un’esortazione papale, Amoris laetitia, che includeva una nota a piè di pagina che sembrava offrire ambiguamente il permesso a diverse diocesi e paesi di consentire la comunione per i divorziati risposati. Per me questo permesso rappresenta una deroga al dovere papale.

Come può spiegare la sua critica sulle modalità di gestione da parte del papa dei dibattiti che ha aperto?

Potrebbe esser spiegato così: c’è una rottura nell’autorità di insegnamento centrale del pontefice romano. Il successore di san Pietro esercita una funzione essenziale di insegnamento e governo e papa Francesco, sotto molti aspetti, ha rifiutato di esercitare tale funzione. Si veda ad esempio la situazione in Germania: la Chiesa cattolica in Germania sta per diventare una Chiesa nazionale con pratiche che non sono in linea con la Chiesa universale.

Quali pratiche?

Prevedere un rito speciale per le persone dello stesso sesso che vogliono sposarsi. Permettere al partner non cattolico in un matrimonio misto di ricevere regolarmente la Santa Eucaristia. Si tratta di questioni molto serie.

Ma la decisione su quando esercitare l’autorità non è inerente all’autorità stessa del papa? Perché non è in suo potere tollerare esperimenti locali?

Non ha facoltà di scelta se si tratta di qualcosa che è contrario all’insegnamento della Chiesa. L’insegnamento perenne è che il papa ha la pienezza del potere necessario per difendere la fede e promuoverla. Quindi non può dire: “Questa forma di potere mi dà l’autorità di non difendere la fede e di non promuoverla”.

Se Francesco le chiedesse di smettere di diffondere critiche nei suoi confronti, lo farebbe?

Se mi dicesse che sto dicendo bugie, che sto attaccando l’ufficio del pontefice romano, smetterei. Ma io non sto facendo questo. Cerco di non dire bugie. E non ho mai attaccato l’ufficio petrino.

Il problema non è solo ciò che papa Francesco può tollerare o dire casualmente a un intervistatore, giusto? Un documento come Amoris laetitia è chiaramente un atto ufficiale. E la sua apparente dichiarazione di autorizzazione crea una realtà in cui l’osservatore ragionevole vede un nuovo insegnamento o un cambiamento. In tal caso, i cattolici conservatori non si aggrappano a una sorta di religione esoterica, che esiste nei documenti più antichi ma non sembra influenzare la vita attuale della chiesa?

Non è certo questa la mia esperienza. Viaggio molto, anche in paesi che sono considerati molto progressisti, come la Germania, la Francia. E ovunque vada trovo un numero significativo di giovani coppie con bambini, di giovani single, di giovani sacerdoti che fanno tesoro della loro tradizione, che non è considerata vecchia o rigida e pietrificata o qualunque termine lei voglia usare. I giovani hanno sperimentato il fallimento della cultura. Molti di loro hanno sofferto per il divorzio nelle loro famiglie o sono stati afflitti dal male della pornografia. E vogliono una Chiesa che insegni loro chiaramente la via della salvezza eterna, il modo di condurre una vita buona e decente sulla terra.

Sono d’accordo che esista la sottocultura cattolica che lei descrive. Ma vedo anche, con l’avanzare di questo pontificato, una crescente paranoia e alienazione tra i cattolici conservatori, una tentazione verso le teorie della cospirazione che sfociano nel sedevacantismo, la convinzione che il papa non sia il papa. Mi incuriosisce sapere se la preoccupa che le critiche al papa contribuiscano a tutto questo.

È vero che i social media danno voce anche a queste posizioni estreme. Infatti nelle mie critiche mi preoccupo sempre di non mettere in discussione il rispetto per l’ufficio papale.

Crede che Francesco sia un papa legittimo?

Sì, sì. Ho conosciuto persone che mi hanno presentato tutti i tipi di argomenti che mettono in discussione l’elezione di papa Francesco. Ma io lo nomino ogni volta che celebro la Santa Messa, lo chiamo papa Francesco. Credo che sia il papa. E provo a dirlo in modo coerente alle persone, perché lei ha ragione: secondo la mia percezione, le persone stanno diventando sempre più estremiste nella loro reazione a ciò che sta accadendo nella Chiesa.

E la sua relazione con Steve Bannon, che è ha avuto una grande risonanza mediatica?

Ho conosciuto Steve Bannon grazie al mio coinvolgimento con il Dignitatis Humanae Institute, un’associazione fondata per aiutare i parlamentari europei a seguire le richieste della legge morale. Mi sono incontrato con lui in tre o quattro occasioni, per quanto ricordo, per discutere dell’insegnamento cattolico. Dal mio punto di vista, erano conversazioni di un prete con un fedele laico, che riguardavano il dovere morale di un cattolico nella vita pubblica. Quando i media hanno presentato sempre più la mia relazione con lui come una mia cooperazione al suo particolare programma politico, ho dovuto chiarire la questione.

L’ultima goccia è stata l’annuncio del suo progetto di realizzare un film tratto dal libro di Frédéric Martel Sodoma, un progetto [riguardante l’omosessualità nascosta nel clero cattolico] con il quale ero in completo e chiaro disaccordo. Ho dovuto chiarire che non ho mai fatto parte dell’organizzazione politica di Bannon. Nel mio rapporto con lui ho cercato di adempiere alla mia missione, come sacerdote, di insegnare la fede e la morale per il bene comune.

Osserva Douthat: La circospezione del cardinale circa la politica è scomparsa quando ci siamo occupati del sinodo amazzonico. Burke si è opposto ai preti sposati, ma, come molti tradizionalisti, è sembrato molto preoccupato per l’atteggiamento del Sinodo nei confronti della religione indigena, a cominciare dal documento di lavoro.

Card. Burke: Per esempio, ciò che è stato proposto nel documento di lavoro, come ho detto, è apostasia dalla fede cattolica. Una negazione dell’unicità e dell’universalità dell’incarnazione redentrice dell’opera salvifica di nostro Signore Gesù.

Intende le parti che parlano del valore spirituale delle tradizioni religiose pre-cristiane in Amazzonia?

Intendo l’idea che il cosmo, il mondo, è la rivelazione finale. E quindi, andando in una regione come quella pan-amazzonica, non ti dovresti preoccupare di predicare il Vangelo, perché riconosci che la rivelazione di Dio è già lì. Ma questo è un allontanamento dalla fede cristiana.

Osservazione di Douthat: Durante il sinodo è scoppiata una controversia su una statua lignea di una donna incinta nuda in ginocchio, utilizzata dai partecipanti indigeni in una celebrazione ed esposta nelle chiese di Roma. A volte è stata descritta come un’immagine della Vergine Maria, a volte come incarnazione della fertilità o della natura o della Madre Terra. Questa ambiguità ha convinto molti tradizionalisti, incluso Burke, che il culto pagano è stato introdotto clandestinamente nella Chiesa: “La statua in questione è un idolo“, mi ha detto con tono sobrio.
Negli ultimi giorni del sinodo, un giovane cattolico tradizionalista ha preso le statue da una chiesa romana e le ha gettate nel fiume Tevere. Successivamente si è rivelato come un austriaco di nome Alexander Tschugguel, e su Instagram c’è una foto che lo mostra con Burke. Quando ho chiesto dell’incidente, mi aspettavo che il cardinale non ammettesse alcuna conoscenza personale del giovane.

Card. Burke: Conosco abbastanza bene e rispetto molto Alexander Tschugguel, soprattutto per il suo impegno coraggioso e instancabile nel difendere l’inviolabilità della vita umana innocente e l’integrità della famiglia, ma non ho avuto nulla a che fare con la sua rimozione degli idoli pagani dalla chiesa di Santa Maria in Traspontina e con il suo lancio nel Tevere. Allo stesso tempo, conoscendo la sua profonda fede cattolica, posso capire perché abbia trovato intollerabile che gli idoli pagani fossero esposti in una chiesa cattolica. Mi ricorda situazioni simili ai tempi dell’Antico Testamento, ad esempio il caso dei fratelli Maccabei e il caso di tanti confessori e martiri, che non tollerarono che la fede cattolica venisse negata attraverso il culto degli idoli pagani. Avendo ascoltato la dichiarazione di Alexander riguardo alle sue azioni, posso solo esprimere il mio rispetto per lui e la mia gratitudine per la sua coraggiosa testimonianza di fede.

È stato proprio discutendo del sinodo amazzonico che Burke ha sollevato lo spettro che incombe sui dibattiti dell’epoca di Francesco, l’idea di uno scisma nella Chiesa.

Sebbene il documento finale sia meno esplicito nell’abbracciare il panteismo, esso non ripudia le affermazioni contenute nell'instrumentum laboris che costituiscono un’apostasia dalla fede cattolica.
L'instrumentum laboris non ha valore dottrinale. Ma se il papa dovesse mettere il suo placet su quel documento? La gente dice che se non lo si accetterà saremo nello scisma, ma io sostengo che non sarei nello scisma perché il documento contiene elementi che difettano rispetto alla tradizione apostolica. Quindi per me è il documento che sarebbe scismatico, non io.

Ma come può essere possibile? Sta effettivamente insinuando che il papa guiderebbe uno scisma.

 Sì.

Questa non è una contraddizione profonda rispetto alle convinzioni cattoliche sull’ufficio petrino?

Certo. Esattamente. È una contraddizione totale. E prego che ciò non accada. E sinceramente non so come affrontare una situazione del genere. Per quanto posso vedere, non esiste alcuno strumento nella legge universale della Chiesa per affrontare una situazione del genere.

Riesce a immaginare una situazione che giustifichi l’equivalente di ciò che ha fatto l’arcivescovo Marcel Lefebvre negli anni Settanta, quando, come leader di una comunità di cattolici tradizionalisti, ha consacrato i vescovi sfidando Roma?

Lo scisma non può mai essere la volontà di Cristo [ma Lefebvre non ha consumato uno scisma, perché non ha conferito alcuna giurisdizione al suoi vescovi -ndT]. Non potrà mai esserci una divisione nel corpo di Cristo. La gente viene da me e dice: guardi, cardinale, è tempo, dobbiamo fare uno scisma. E io dico di no, che non è possibile. Nostro Signore non può volerlo, e io non farò parte di alcuno scisma.

Tutto ciò influisce sulla sua fede?

No, mi fido di nostro Signore. Ha detto che sarà sempre con noi fino alla fine dei tempi. E quindi non mette alla prova la mia fede. Mi preoccupo della saggezza e del coraggio che potrò avere nell’affrontare una situazione del genere. Bene o male sono un cardinale della Chiesa, con una grande responsabilità.

Ma la maggioranza dei cardinali per la prossima elezione papale ormai è stata nominata dallo stesso papa Francesco. E per chiunque guardi questi dibattiti dall’esterno, da una prospettiva secolare, sembra una storia familiare: dove hai liberalizzazione c’è resistenza; se la resistenza è superata, l’istituzione va avanti. Quindi si vedono figure come lei, non necessariamente terrificanti inquisitori, ma uomini anziani ben intenzionati che non hanno contatto con l’inevitabile futuro.

Se la Chiesa cattolica fosse semplicemente un’istituzione politica, penso che la descrizione che ne fa lei sarebbe abbastanza precisa: qui abbiamo questi conservatori che resistono a un cambiamento, ma la maggioranza è favorevole e va avanti. Ma la Chiesa è sempre governata dalla tradizione vivente, che è una questione di grazia, di grazia divina nella Chiesa. Quindi confido che in qualche modo il Signore porterà tutto a una buona conclusione. Ma penso che in futuro ci sarà molta sofferenza da sopportare. Per quanto mi riguarda, vorrei semplicemente poter dire, con san Paolo, che ho combattuto la buona battaglia, ho mantenuto la rotta, ho conservato la fede. E non mi importa se la gente dice: beh, è ​​solo un vecchio che non ha più contatto con il mondo ed è triste, ha suscitato tutto questo clamore, ma ora è finito e andiamo avanti. So che dovrò rendere conto a nostro Signore e vorrei potergli dire che, pur avendo commesso errori, ho cercato di difenderlo, per servirlo. Sembra un pio commento, ma è ciò che davvero mi spinge. E questo è tutto.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

15 commenti:

Japhet ha detto...

Grazie cardinal Burke!

Anonimo ha detto...

Il succo della questione è che la Chiesa nel corso dei secoli, si è sempre più riconosciuta nel Papa e non in Cristo, fino al punto che oggi , come ieri e sempre di più, si ha una fifa dannata del papa e non si teme Cristo! Perchè accettare un papa che invece di affrontare il demonio per vincerlo, oggi lo blandisce e fa di tutto per farlo credere inesistente?
Antonio Manzionna

Anonimo ha detto...

Alcuni punti:- Cafarra da papista si ritrova antipapista, come papista era con Cristo, come antipapista è con Cristo, allora chi non è con Cristo? Il papa attuale.
--il permesso ai divorziati risposati della comunione è "una deroga al dovere papale ", cioè si comporta da non papa
---"c'è una rottura nell'autorità di insegnamento centrale del pontefice" ovvero per 20 secoli in un modo ed ora al contrario, cioè erano papi i primi oppure lo è solo l'attuale
----"ha rifiutato di esercitare tale funzione" papale di insegnamento e governo, cioè di fare il papa
-----L'intervistatore afferma senza smentite in merito " amoris laetitia è chiaramente un atto ufficiale" formale, cioè dotato di infallibilità ed è erroneo formalmente, come si concilia? Impossibile.
------Francesco "lo nomino ogni volta che celebro perché credo che sia il papa", anche se eretico quindi
-------"il documento finale del sinodo amazzonico è meno esplicito dell'HL ma rimane apostata se il papa mette il placet il documento è scismatico e il papa guiderebbe uno scisma" il papa sarebbe scismatico se fa un atto scismatico direi
--------per Burke Lefebvre fu scismatico comunque, ma il papa lo sarebbe peggio ancora direi
---------mi chiedono di fare uno scisma ma mai sia ciò….ma dimentica che la Chiesa è UNA, gli scismatici sono quelli che si separano da Cristo, in questo caso il papa, non certo chi resta fedele a Cristo, il papa è solo un uomo come Caifa (vedasi san Pietro)
----------"non so come affrontare una situazione del genere" (vedasi san Pietro, si deve obbedire a Dio prima che a un uomo)
---------

Anonimo ha detto...


"Per Burke Lefebvre fu scismatico comunque" - "Amoris Laetitia documento ufficiale quindi infallibile?" -no, quando mai..

-- a ben vedere su Lefebvre Burke non si pronuncia, lascia che sia l'intervistatore a
presentarlo come scismatico.

-- Amoris Laetitia è un documento ufficiale, ma non per questo infallibile. L'infallibilità è di due tipi: ordinaria e straordinaria. La prima è quella del magistero ordinario, quando una dottrina sulla fede e i costumi è stata insegnata dal Papa e da tutti i vescovi sparsi sulla terra, per tanto tempo, per secoli (p.e., che la Chiesa non ha il potere di ordinare le donne, Cristo non glielo ha conferito). E questo non è il caso di Amoris Laetitia, che è stata anche contestata e comunque sottoposta a richiesta di chiarimento con i famosi Dubia. I chiarimenti sono rimasti senza risposta, cosa che non depone a favore della correttezza dottrinale di AL, resa assai dubbia anche dal fatto che il Papa ha voluto considerare come interpretazione autentica della famosa nota n. 351 quella dei vescovi argentini, che autorizza i divorziati risposati a comunicare in peccato mortale!

La seconda. L'infallibilità del Papa uti singulus si ha solo quando parla ex cathedra, sempre sulla fede e i costumi, in modo espresso come dottore della Chiesa universale, cioè con un linguaggio specifico, ossia quando definisce un dogma o condanna un errore con segni esteriori certi, tali da far apparire la definizione dogmatica (che va creduta se non si vuol cadere in peccato mortale). O quando, il Papa, definisce una verità di fede o condanna solennemente un errore in un Concilio Ecumenico. Qui abbiamo un magistero ancora straordinario del Papa ma esercitato assieme a tutti i vescovi riuniti da lui in concilio (ecumenico, appunto). Il magistero del concilio ecumenico può essere anche solo pastorale, non contenere cioè pronunce dogmatiche. E'successo diverse volte, l'ultima con il Vaticano II. Il titolo di "costituzione dogmatica" dato a due delle quattro costituz. conc. rimane inspiegabile, tanto più che in Concilio si mise a verbale che il carattere del Concilio era e voleva essere pastorale. Il Vaticano II non avrebbe condannato errori e quindi non avrebbe definito dogmi.
In tutta la vicenda di Amoris Laetitia l'infallibilità non ha a che vedere.
Se sbaglio, mi corregga chi ne sa più di me.
PP

Anonimo ha detto...

L'AZIONE CONFERMA LA VOLONTA' !
Burke sembra dimenticare che Sant'Atanasio si comportò ESATTAMENTE COME FECE LEFEBVRE: consacrò nuovi vescovi e resistette all'autorità deviata (e ignorò le INVALIDE scomuniche).
Bergoglio è molto più eretico di Papa Liberio (che cedette in un solo punto e solo per paura): se ai nostri tempi ci fosse un vescovo del calibro di Sant'Atanasio non esiterebbe a prendere atto della situazione e a consacrare nuovi vescovi per poter conservare un clero che professi la dottrina cattolica.

fabrizio giudici ha detto...

"L'azione conferma la volontà"

Tra le varie cose che apprezzo dell'intervista di Burke c'è la sincerità: dice chiaramente che non seguirà Francesco nello scisma per rispetto dell'obbedienza e contemporaneamente che al momento nella Chiesa non c'è lo strumento adatto per gestire la situazione. Trovo che sia una dichiarazione importante perché permette di togliere dal tavolo tutte le ipotesi fatte in questi anni, cioè che i cardinali avessero grossomodo idea di cosa fare, ma aspettassero il momento opportuno, oppure temessero conseguenze, eccetera.

Invece, molto francamente, non sanno cosa fare. Questo mi spiega anche perché proseguono in ordine sparso: perché ognuno procede a stento lungo la strada che ritiene più opportuna.

È molto comodo per un fedele qualsiasi lamentare "l'azione conferma la volontà" (giustissimo, per carità) se non si hanno responsabilità come quelle di un cardinale. Evidentemente non stanno fermi, perché abbiamo notato tutti una progressione, anche se per noi è insopportabilmente lenta; ma uno non può agire se non sa bene che fare. Esprimere la nostra frustrazione accusandoli impropriamente di debolezza o di volersi adeguare non serve a niente; anzi, crea tensioni inutili (diversa in questo momento la critica al card. Sarah perché non solo non procede, ma compie atti incomprensibili come quello di Loreto).

La FSSPX sottolinea certi parallelismi tra alcuni passaggi del card. Burke e prese di posizione di mons. Lefevbre. Certamente ci sono molte altre cose che ancora dividono le due posizioni, ma è inevitabile che i due mondi si confrontino.

https://fsspx.news/en/news-events/news/who-said-it-cardinal-burke-or-archbishop-lefebvre-52452

Anonimo ha detto...

"Lo scisma non può mai essere la volontà di Cristo. Non potrà mai esserci una divisione nel corpo di Cristo. La gente viene da me e dice: guardi, cardinale, è tempo, dobbiamo fare uno scisma. E io dico di no, che non è possibile. Nostro Signore non può volerlo, e io non farò parte di alcuno scisma."

E' chiaro che Cristo non vuole uno scisma ma se il tuo occhio ti dà scandalo cavalo e gettalo via cin insegna.

Lo scisma potrebbe essere necessario non per volontà positiva di Cristo ma per necessità, come lo furono in passato tanti altri avvenimenti non direttamente voluti ma permessi da Dio.

La verità è che Burke ha già deciso e non farà nulla.

Come già in passato con gli ortodossi e lo scisma d'oriente e più recentemente con quello d'occidente durato 40 anni, è assai probabile che lo scisma sia ormai un passo necessario per arrestare la deriva eretica tremenda in cui versa la Chiesa.

Burke lo sa ma finge di non capirlo perchè gli manca il coraggio necessario a fare il suo dovere, magari avesse la fermezza di Monsignore e magari facesse e dicesse quello che disse e fece Monsignore che pure ebbe il coraggio di opporsi e morire scomunicato.

Burke non è assolutamente paragonabile e non farà niente, lo ha già detto e stradetto.

Anonimo ha detto...

"Io non sono cambiato. Sto ancora insegnando le stesse cose che ho sempre insegnato e non sono idee mie. Ma ora improvvisamente questo è percepito come qualcosa contrario al pontefice romano. E penso che qui ciò che è si è inserita è una visione molto politica del papato, in cui il papa è una specie di monarca assoluto che può fare quello che vuole. Non è mai stato così nella Chiesa. Il papa non è un rivoluzionario, eletto per cambiare l’insegnamento della Chiesa. E gran parte della visione secolare riguarda persone che guardano la Chiesa ma non ne capiscono la sua realtà profonda."
- Cardinal R. L. Burke

Ricorrono alcune espressioni usate da mons. Lefebvre.

anelante ha detto...

Come sarebbe che la pastorale deroga al dogma? Che il Magistero ordinario deroga allo straordinario? Come dire che vivo al contrario di quanto predico, e non mi risulta che Gesù abbia insegnato questo.Quanto a Lefebvre è il cardinale a dire scisma,leggerò di nuovo appena avrò tempo.Burke non corregge l'intervistatore sulla frase Chiaramente ufficiale,e nomina altri casi di eresia manifesta

Anonimo ha detto...


"Burke non farà niente"

Affermazione categorica, fatta con la sicumera del profeta.
Per ora, qualcosa sta pur facendo, o no?
Sono solo lui, Brandmueller, Schneider a tenere in piedi il
discorso critico, con Mueller sullo sfondo, in posizione più
defilata. Hanno contro tutto l'establishmet e apparato mediatico
al seguito.
Cerchiamo quindi di calibrare meglio i nostri giudizi.
Bisogna intanto apprezzare l'onestà intellettuale e la sincerità del card.
Burke.
Intanto bisogna riconoscere che Burke e gli altri due/tre
in qualche modo il loro dovere di pastori l'hanno fatto
mettendo in guardia pubblicamente il Papa dal firmare
il Documento finale del famigerato Sinodo. Oltre a mettere
in guardia i fedeli. Hanno reso anche un servigio al
Papa, prospettandogli la gravità di ciò che lui si appresta
a fare, gravità che forse gli sfugge. IN questo, non sono
mancati al comandamento della carità cristiana.
Intanto noi laici, cercando di mantenere il dovuto equilibrio,
oltre a continuare a denunciare la deriva presente, dobbiamo
continuare a dibattere, per quanto possiamo, le ipotesi
di scuola su come districarsi in una situazione così grave e
così insolita. Forse qualche buona idea che i pastori potrebbero
sfruttare potrebbe emergere. Non si discute tanto per discutere
o per ergersi a giudici o profeti.
PP

mic ha detto...

Anonimo 23:03
Lefebvre fece come Atanasio nella ferma fedeltà alla dottrina. Il problema, inedito, è stata l'ordinazione dei vescovi, che tuttavia non ha configurato uno scisma perché ha evitato di conferir loro la giurisdizione, che appartiene al Papa. Dunque, pur resistendogli sui punti non negoziabili, di fatto ma anche dichiarandolo, Lefebvre ha riconosciuto l'autorità petrina in merito alla giurisdizione.

Anonimo ha detto...

Edward Feser, scrittore e filosofo:
“In primo luogo, i papi possono, coerentemente con la dottrina dell’infallibilità papale, essere colpevoli anche di peccati gravi come l’idolatria. In secondo luogo, quando i loro peccati toccano questioni teologiche, come fanno in questi esempi (e come hanno fatto in modo molto diverso nel caso di Papa Vigilio), i cattolici sono stati a volte comprensibilmente spinti a mettere in discussione la loro legittimità”.

Anonimo ha detto...

Andrebbe detto al povero Bergoglio che è stato coinvolto nell'ulteriore collasso della Chiesa Cattolica e nel raggiro sistematico dei fedeli cattolici, non in virtù delle sue sue doti intellettuali, morali ed operative ma, proprio nella sua quasi totale mancanza di quelle grandi virtù necessarie alla guida mondiale dei cattolici, che devono essere tutti condotti verso la Vita Eterna; grandi virtù necessarie inoltre alla predicazione della Buona Novella a tutte le genti affinché altre anime possano essere salvate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Anonimo ha detto...

Anche im politica prevale il buon senso critico sul politicamente corretto.
http://m.ilgiornale.it/news/politica/rivista-cattolica-avverte-adesso-i-credenti-votano-lega-1782936.html

Anonimo ha detto...

Salve!Chi Prega si Salva !...
Chi Non Prega di Danna !
Quando un Pastore Segue Autenticita' Vangelo - Bibbia - Sacramenti Chiesa È Salva !!!
Quando un Pastore Segue Umanita' Sociologia - Abbandonando Teologia
La Chiesa Si Danna Divinita' ......
Satana Compie Stragi Tramite Concilio Eresie - Apostasie Mondane Divenendo Arcobaleno ALLEANZE ALTRE RELIGIONI ...
SPIRITUALITA' PRIMEGGIA CONTRO SANTISSIMA CHIESA CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA !!!
PERTANTO PREGHIAMO GESÙ CRISTO! MARIA ADDOLORATA SPLENDENTE CONTRO NEMICI ALL ' INTERNO VATICANO !
PREGHIAMO PER LA CONVERSIONE NEMICI NEL CAMMINO Esempio : Martiri APOSTOLI SAN PIETRO - SAN PAOLO !!!....