Scriverò di un tema che non può stare in un post e quindi già iniziamo con una grave contraddizione poiché il post lo scrivo lo stesso. Mi sembra giusto avviare ora pubblica discussione sul tema perché non possiamo sempre limitarci a leggere ciò che accade “dopo”, dopo è tardi.
Questo periferico articolo su un giornale che riflette la mentalità dominante [qui], è molto interessante ed a suo modo importante poiché ha il merito di esplicitare un tema di cui si discute da un po’ e che gli ultimi eventi porteranno sempre più in primo piano. L’articolo dice in breve che:
Questo periferico articolo su un giornale che riflette la mentalità dominante [qui], è molto interessante ed a suo modo importante poiché ha il merito di esplicitare un tema di cui si discute da un po’ e che gli ultimi eventi porteranno sempre più in primo piano. L’articolo dice in breve che:
- è in corso da tempo una divergenza tra democrazia e capitalismo “spina dorsale del’Occidente da più di due secoli” (?);
- il capitalismo ha funzionamenti suoi propri che la democrazia non riesce a governare ed in alcuni casi correggere;
- la democrazia rappresentativa sta diventando irrilevante e sale il richiamo alla democrazia diretta;
- ma la democrazia diretta presuppone altissimi livelli di preparazione politica di modo da rendere superflua l’intermediazione;
- nei fatti questo altissimo livello di preparazione non esiste;
- il tutto converge verso il rischio di scelte non adatte alla complessità del momento storico il che si traduce nel rischio di un dispotismo invocato dal basso;
- ci sono in dibattito alcune soluzioni proposte per queste equazioni difficili, ma non convincono;
- l’Autore (se ho ben capito) propone un innalzamento della scuola dell’obbligo legando il diritto di voto all’ottenimento del certificato di superamento esame finale, ad esempio, della maturità liceale.
Su questa materia ancora fluida in termini di sviluppo teorico, s’innestano i fatti recenti. Qui siamo ancora in corso d’opera ed improprio è trarre conclusioni su fatti in via di sviluppo. Però, sembra avanzarsi un cambio di atteggiamento importante nei confronti del modello cinese. Accentramento della decisione in pochissime mani, gestione delle dinamiche sociali perturbate da eventi catastrofici tramite controllo elettronico, scala delle priorità secca (ovvero stabilire quale bene maggiore subordina ogni altro, ad esempio “uscire dalla crisi coronavirus al più presto possibile, poi anche al meglio possibile ma soprattutto al più presto”) sono un modello. Poiché le nostre società saranno sempre più attraversate da queste perturbazioni catastrofiche, s’incomincia a pensare opportuno un modello di gestione della società che risponda a logiche di “emergenza permanente”. La tentazione del dispotismo epistocratico (il potere di chi sa) aleggia nel discorso pubblico da tempo. Il “potere di chi sa” è ancora tema astratto, cosa debba sapere questo potere non viene detto, l’importante è dire che presuppone competenze (di cosa?) che non sono di comune distribuzione.
Indubbiamente il momento è critico e non mi riferisco alla contingenza dei fatti delle ultime settimane, questo argomento è sul tavolo da tempo e vi rimarrà anche dopo la flessione della curva del fenomeno in atto. E’ un argomento centrale della transizione occidentale e che l’Occidente sia in transizione tra una fase storica ed un’altra, tema da noi sollevato potrei dire da qualche anno, è ormai dato sempre più condiviso. Le percezione pubblica di questi passaggi complessi ha bisogno di catalizzatori e l’epidemia in corso (ormai una pandemia) finirà con lo svolgere questa funzione. Ma i catalizzatori servono al pensiero per concentrare la percezione e l’attenzione, i fatti sottostanti sono ben più ampi e di lunga durata.
Questo solo per presentare il tema che lascio alla pubblica discussione. Volendo aggiungere una opinione direi che:
- il sistema politico sviluppato in Occidente e chiamato “democrazia” abusa del valore di un termine sovraimposto ad un sistema che non vi corrisponde neanche volessimo concedergli una ampia tolleranza all’imprecisione dei sistemi concettuali sfumati;
- nei fatti, in senso assoluto e non relativo, “democrazia” è l’esatto opposto di “capitalismo” non foss’altro per il semplice fatto che il primo è principio nel Politico ed il secondo nell’Economico, il primo si riduce al potere dei Molti, il secondo dei Pochi che gli è simmetrico inverso logico. Nelle società occidentali, l’ordinatore è l’Economico, non il Politico, non lo è mai stato contrariamente a quanto affermato in generale e qui ripetuto dall’Autore dell’articolo;
- qualche brandello di “democrazia” s’è estorto a partire dai primi del Novecento, concesso a fatica, ritirato nel trentennio bellico per totalitarismi e cause di forza maggiore, ripristinato quando il capitalismo occidentale ha vissuto la sua fase di massimo splendore (1945-1975), progressivamente sabotato da allora fino alle penose condizioni attuali;
- l’era complessa pone all’Occidente un serissimo problema di ordinatore poiché pare chiaro che l’ordinatore inventato dagli inglesi nel 1689 (una società ordinata dal fare economico che esprime delle élite che fanno le leggi della società tramite un parlamento), non può replicarsi in un mondo completamente trasformato dagli ultimi più di tre secoli;
- il tema della transizione è quindi il problema dell’adattamento, come adattare le forme sociali occidentali al mondo nuovo;
- élite e forme sociali dell’ordinatore resisteranno fino allo stremo e con tutta la forza di cui sono capaci, prima di ammettere che non c’è altra via di transizione possibile, che cambiare ordinatore.
I temi sollevati da questo articolo vanno meditati, è un fatto inequivocabile che la democrazia nel suo senso più proprio presupporrebbe la conoscenza profonda di ciò di cui si dovrebbe decidere ed è un fatto inequivocabile che lo stato della conoscenza, la generale non più della specialistica, sia del tutto fuori registro rispetto a queste richieste di parametro. Altresì, è un fatto che la democrazia, la sua cura e sviluppo, non ha una sua teoria sviluppata, non ha forze sociali e politiche che ne facciano loro prioritaria missione. Nessuno si occupa della domanda “chi decide?”, si occupano tutti della domanda “cosa si decide?”. Socialisti, sovranisti, comunisti, liberisti, social-democratici, conservatori, nazionalisti, globalisti, neo-fascisti e tutti gli altri, hanno tutti modelli di società e spesso di forme economiche, sistemi di valori ed interpretazioni del bene comune e della forma sociale complessiva, nessuno però ci fa sapere chiaramente con quale sistema vorrebbe arrivare a decidere e mettere in pratica la sua ipotesi di società. Cosa decidere, logicamente parlando, viene dopo l’aver stabilito di chi decide. Il primo capitolo del contratto sociale è appunto decidere chi decide, solo dopo ci riuniremo a discutere le varie visioni del mondo. Il regolamento viene prima del giocare il gioco.
La battaglia politica dei prossimi trenta anni in Occidente, si svolgerà in questo perimetro, come s’è sempre svolta in tutti i cinquemila anni di sviluppo delle società complesse. Prima di allora, quando i gruppi umani erano piccoli, mobili, elastici ed adattivi, alla domanda “chi decide?” rispondevano “tutti” perché tutti sapevano del tutto. Dall’inizio della civiltà, alla domanda fatta a gruppi sociali ampi, anelastici e frazionati in visione di spicchi del tutto, hanno risposto solo alcuni, i Pochi. Di una certa etnia dominante le altre, di una certa anagrafe dominante le altre, di un certo genere dominante l’altro, di certe famiglie dominanti le altre, di certe funzioni (clero, militari, mercanti) più importanti delle altre, di certe classi sociali dominanti le altre, di certe nazioni dominanti le altre, di certe civiltà dominanti le altre. Quello che viene chiamato capitalismo è solo declinazione di una categoria maggiore, il potere e governo sociale dei Pochi su i Molti.
Questa è la sfida politica centrale: rimanere ad osservare l’ennesima trasformazione adattiva del potere dei Pochi che troverà come al solito, ottime ragioni e giustificazioni per riaffermare il suo primato o opporgli l’opposto principio. Ma sul come e chi dovrebbe farlo, siamo molto, ma molto lontani dal chiarircelo. (Pierluigi Fagan)
Buon giorno
RispondiEliminaQuasi tutti i media questa mattina parlano di gaffe riferendosi alle parole della signora Lagarde, Presidente della BCE, e che hanno provocato il crollo del 17% del nostro mercato borsistico (record storico mai realizzato) e l'innalzamento fulmineo dello spread.
Vorrei ricordare che la signora in questione è stata presidente del Fondo Monetario Internazionale, e che nel 2012 in una intervista rilasciata a Repubblica (che potete rintracciare on-line) diceva alcune cose riguardo la longevità delle persone che fanno pensare a tutt'altro che una gaffe.
Anzi, unendo i puntini tra l'intervista di allora, le parole di ieri e gli effetti del coronavirus sui nostri anziani, fanno immaginare una pistola in mano alla signora e puntata direttamente alla nostra tempia.
....."I governi, dal canto loro, devono riconoscere l'esposizione ai rischi collegati all'allungarsi della vita delle persone e mettere a punto per tempo strategie per "condividere i rischi con il settore privato e gli individui". Secondo l'istituto di Washington, nei prossimi decenni, le persone che invecchiano "consumeranno una quota crescente di risorse, pesando in questo modo sui conti pubblici e privati". Anche se chi paga le pensioni si è preparato a questa evenienza, "le stime sono state fatte su previsioni che hanno in passato sottovalutato quanto le persone avrebbero vissuto". Per il Fmi pochi governi hanno adeguatamente riconosciuto il rischio collegato a persone più longeve. Stando alle stime delle Nazioni Unite, già con un ricambio del 60%, le spese aggregate raddoppierebbero, passando dal 5,3 all'11,1% del Pil delle economie avanzate e dal 2,3 al 5,9% del Pil di quelle emergenti, ma se l'aspettativa di vita media crescesse di tre anni più di quanto atteso ora entro il 2050, i costi potrebbero aumentare di un ulteriore 50%."...
....". A preoccupare è la sostenibilità dei debiti da parte degli Stati. Per di più orale persone vivono più a lungo e questo, sebbene sia "molto desiderabile e abbia aumentato il benessere individuale", tuttavia ha fatto aumentare i costi collegati a una maggiore aspettativa di vita che i governi devono sostenere in termini di piani pensionistici e assistenza sanitaria. Le implicazioni finanziarie di una vita più lunga "sono molto ampie" e il rischio è notevole, soprattutto in termini di sostenibilità fiscale (potrebbe fare aumentare il rapporto debito/pil) e solvibilità di istituti finanziari e fondi pensione. I rischi collegati alla longevità, se non affrontati in modo tempestivo, "potrebbero avere un ampio effetto negativo su settori pubblici e privati già indeboliti, rendendoli più vulnerabili ad altri shock e potenzialmente minando la stabilità finanziaria" e potrebbero minare nei prossimi anni e decenni la sostenibilità fiscale, "complicando gli sforzi fatti in risposta alle attuali difficoltà fiscali". Per bilanciare tali effetti "serve una combinazione di aumento dell'età pensionabile di pari passo con l'aumento dell'aspettativa di vita, più alti contributi pensionistici e una lriduzione dei benefit da pagare"."
(Mario Minetti)
Oggi è il compleanno dell'attuale pontificato.
RispondiEliminaSette anni: biblicamente un tempo compiuto, una "creazione".
Così si può esaminare che cosa è stato creato in un settennio.
Può essere anche un esame di coscienza: come ero e come sono diventato.
Come ho custodito ciò che mi è stato affidato?
Come l'ho trasformato nel tempo e nello spazio, senza graduatorie su chi sia superiore?
Ognuno può porsi le domande e che cosa vede? Le chiese chiuse a Roma!
E' un'immagine plastica e sintetica, di certo non casuale (niente succede "per caso").
Non è questione di attribuire colpe a questo o a quello, ma di leggere i "segni dei tempi".
E' da più di cinquant'anni che ci insegnano a leggerli e si vantano di saperli leggere.
Per i duemila anni precedenti si diceva semplicemente che "tutto è Provvidenza".
Con questa certezza possiamo guardare a quei portoni chiusi.
Senza entrare nel merito della decisione di chiuderli, domando: non si doveva aprire tutto?
Com'è che tutto sta smania di derubricare i muri (a motivo dei quali ci sono le porte) si è risolta chiudendo anche le porte? Il Signore cerca adoratori in spirito e verità...
Altro segno: l'ineffabile Europa, "irreversibile" come la sua moneta, che ha cassato le radici cristiane dalla sua costituzione, ma ha imposto il pareggio di bilancio nella nostra, ieri ha fatto imbufalire il presidente Mattarella. Questo è un vero miracolo.
Questa al posto del cuore ha una lastra di marmo...
RispondiEliminaCesare Sacchetti:
RispondiEliminaBergoglio: "non dimenticare i poveri siriani che soffrono al limite di Grecia e Turchia." Quelli che Bergoglio chiama "poveri siriani" cercano di invadere la Grecia con la violenza. Tra gli invasori e i greci, Bergoglio si è schierato con gli invasori.
https://t.co/PLAl4bVAmU
RispondiEliminaTra gli invasori i "poveri siriani" sono solo quattro gatti, lo ha dimostrato la polizia
greca, rilevando che erano solo il 5% fra circa trecento energumeni arrestati nei disordini: sono in maggioranza afgani, irakeni etc, all' attacco dei reticolati di confine con bandiere e grida di 'Allah è il più grande!'. Ma il Papa non lo sa o finge di non saperlo. E con lui non sa o finge di non saperlo il resto del clero.
13 marzo 2020 09:17 era un commento "de core" rivolto a Lagarde
RispondiEliminahttps://gloria.tv/post/AVeWUrWQWedN3UBQeKn4aT6gm
RispondiEliminaA causa di questa epidemia devo stare a casa con la mia famiglia.....
............mi sembrano brave persone
Dice Qoelet, nulla di nuovo sotto il sole, ed ancora lo vediamo avverarsi una volta a livello globale, il mondiale nascosto dietro i poteri nascosti e meno nascosti: questa è la differenza. "Senza Dio non esiste futuro" dixit Maria a Medjugorje, dopo 40 anni forse possiamo constatarlo. Senza Dio non esiste buon governo ma anzi il governo finisce al Tiranno.
RispondiEliminaLa comunicazione istituzionale e mediatica è stata gestita malissimo. Nel mio piccolo vedo l'isteria in tantissima gente e il cercare di rassicurarli in qualsiasi modo (ovvero la situazione è seria ma abbiamo le capacità e la possibilità per uscirne anche con l'aiuto del Cielo, quindi non serve a voi e ai vostri cari la paura) non serve a nulla.
RispondiEliminaIl coronavirus agirà da catalizzatore della crisi politica che l'Italia e l'Europa stanno vivendo ormai da tempo.Questa democrazia nata alla fine della seconda guerra mondiale ormai mostra ogni giorno di più i suoi limiti e le sue ambiguità. Il fatto che si vogliano mettere soglie di sbarramento sempre più alte per accedere alla ripartizioni dei seggi in caso di elezioni dimostra chiaramente che col proporzionale puro non si può governare.Ad aggravare una situazione già per sé complessa c'è anche da analizzare e regolamentare gli effetti del potere enorme di cui godono i media e la magistratura .In Italia il sistema negli ultimi anni ha appaltato il governo al PD anche se questo partito è ben lontano da rappresentare la maggioranza degli elettori.E' evidente che i governi che questo partito esprime sono governi di compromesso che non sono in grado di risolvere nessuno dei gravi problemi che attanagliano il paese.Purtroppo la crisi ,anche economica,che il coronavirus ha scatenato, per essere risolta avrà bisogno di scelte tempestive,coraggiose ( non a chiacchiere)e dolorose che non so se gli italiani saranno in grado di sopportare.Chi vivrà vedrà .Mi aspetto solo che tante parole d'ordine vuote,insulse,false e infantili che in tutti questi anni ci hanno ripetuto in modo martellante fino alla nausea vengano finalmente messe da parte.
RispondiEliminaBeh,purtroppo l'aiuto del Cielo viene invocato molto raramente ,anzi quasi mai.
RispondiEliminaAvevo scritto un commento su "La transizione occidentale" è andato perduto. Pazienza. Per noi ormai dovrebbe essere del tutto inutile ogni tipo di discussione se NSGC è ignorato. Di che parliamo? Con chi parliamo? Tutte balordaggini e quasi tutti balordi. Sono secoli che cerchiamo di convivere con il mondo e i risultati sono sotto i nostri occhi. Basta. Chi vuol essere Cattolico, lo sia , chi non vuole, pace, auguri. Però basta con la decadenza, basta con gli esseri umani ipocriti di mestiere, basta con la demenza imposta per legge e tutelata dalla magistratura. Basta. I) Gesù Cristo in Italia e in Europa e nel Mondo. Il resto verrà da sé.
RispondiElimina
RispondiEliminaSe questa pandemia improvvisa e devastante è il Grande Castigo che il mondo si è meritato...
Se lo è, date le sue improvvise e crudeli modalità, l'inaudita e velocissima ampiezza della diffusione, c'è poco da fare, nel senso che difficilmente si potrà fermarla rapidamente. Oltre alle misure mediche, prodigate con abnegazione esemplare, occorrono indubbiamente anche le preghiere, le impetrazioni di misericordia al Dio corrucciato e sdegnato per i nostri innumerevoli e gravi peccati, nostri delle nostre società e di una Chiesa cattolica che ha da troppo tempo ormai smarrito il significato stesso della sua esistenza. Preghiere, dunque, Sante Messe, possibilmente OV, e tutti gli altri atti di culto, tradizionalmente dedicati a chiedere di esser risparmiati dal flagello della pestilenza.
Oltre a questo, però, per placare la giusta ira di Dio, i governi dovrebbero cominciare ad abrogare le leggi infami che da decenni stanno distruggendo la famiglia e di conseguenza la società, i popoli, contrarie non solo alla morale cattolica ma anche a quella naturale. Dovrebbero cominciare a smantellare l' incredibile edificio perverso che hanno costruito in tutti questi anni:
1. Abolire il preteso diritto di liberamente abortire e punire nuovamente l'aborto come reato.
2. Abrogare ogni forma di c.d. "matrimonio omosessuale", nequizia che grida anch'essa vendetta di fronte a Dio.
3. Considerare legali solo le famiglie create dal matrimonio naturale, tra il maschio e la femmina.
4. Proibire la produzione di ogni tipo di "contraccettivo".
5. Mettere al bando in modo totale la pornografia, cominciando con il chiudere sui rispettivi territori nazionali tutti i siti pornografici.
6. Mettere fuori legge ogni forma di "transgenderismo" e c.d. "educazione gender" nelle scuole.
E si potrebbe continuare. Queste sarebbero le prime importanti misure da prendere per por fine all'attacco contro la famiglia secondo natura, che costituisce da sempre il fondamento della società. Forse anche solo alcune di esse potrebbero far per lo meno diminuire l' ira divina.
Utopia, tutto questo discorso?
Rifletta, chi lo leggesse, prima di lasciarsi andare ad un dileggio "politicamente corretto": non sarebbe stato preso per pazzo chi, alla fine di dicembre 2019, avesse profetizzato una pandemia del genere, che rischia di far morire decine se non centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo e di provocare il crollo dell'economia mondiale?
I saggi di questo mondo farneticano di "conquista dello spazio", di far trasvolare un giorno l' umanità su Marte, di poter manipolare la natura ad libitum, sostituendo alle leggi date dal Creatore le loro proprie, frutto della loro insensata superbia.
Ma sta scritto: "Distruggerò la sapienza dei savi, annienterò l'intelligenza dei dotti - Dov'è il sapiente? Dov'è lo scriba? Dov'è l'investigatore di questo secolo? Non ha forse Iddio reso stolta la sapienza del mondo?" 1 Cor 1, 19-20).
PP
Riguardo dell'interessante articolo, sono convinto che non sia necessario che vi sia un "dispotismo di chi sa", ma che la classe dirigente democratica sia ben preparata a far Politica.
RispondiEliminaOgni partito politico dovrebbe pretendere dai propri candidati requisiti di base, di qualità.
La prima è una la laurea.
Condizione non sufficiente, ma necessaria.
A mio avviso in giurisprudenza, perche' il Parlamento fa le leggi e le istituzioni funzionano con le leggi, che hanno la loro logica.
Poi in scienze politiche, lettere, storia e filosofia,queste ultime importantissime.
Non me ne vogliano i laureati in materie scientifiche, ma la visione umanistica, classica, è più ampia e la Politica (quella con la maiuscola, non quella di questi quattro sgallettati che ci governano) è saper vedere in modo ampio.
Ma la laurea non basta affatto.
Il Politico deve avere anche un insieme di doti personali: la capacità comunicativa, quella di entusiasmare, la capacità di parlare dei massimi sistemi e dei problemi concreti, in modo chiaro, comprensibile a tutti, ma non rozzo e semplicistico o demagogico; comunicare grandi ideali ma saper anche gestire i luridi e cinici giochi di potere senza farsi lordare; rimanere onesto ed essere molto, molto coerente, a costo di perdere il potere conquistato.
E deve fare la scuola di partito, l'esperienza, la "gavetta", partire da giovanissimo con una grande passione.
I dirigenti dei partiti dovrebbero selezionare i migliori tra questi e mandarli avanti, promuoverli, sostenerli, farli votare per i loro meriti, non per la capacità intrallazzatrice e affaristica.
Se i migliori hanno anche una solida fede cattolica, il salto di qualità e' sicuro, ma in un partito laico.
Solo che avrebbe vita molto breve, perché la fedeltà a Cristo cozza di brutto con la politica.
Una considerazione un poco utopistica la mia, nella pratica è l'esatto contrario.