Coronavirus in Andalusia: a partire da domenica prossima le messe dovranno essere celebrate senza la Santa Comunione
Non sarà presente nemmeno l'acqua santa e sarà proibito il contatto fisico durante i funerali, che potranno essere celebrati a partire dal 18 maggio
La proposta presentata dal Governo andaluso all'Esecutivo centrale per consentire il ritorno alla normalità per gli andalusi contempla la riapertura dei riti religiosi a partire da domenica prossima, 3 maggio.
Tuttavia, la Giunta proibisce esplicitamente che durante la messa possa realizzarsi la distribuzione della comunione e qualsiasi altro rito che implichi la condivisione di bevande assunte dallo stesso recipiente. Ma queste non sono le uniche condizioni per poter celebrare l'Eucarestia: è anche espressamente proibito l'uso dell'acqua santa.
Non saranno consentite le chiese piene, per poter garantire la distanza sociale raccomandata. Inoltre, le chiese disporranno di dispensatori di soluzione idroalcolica all'entrata per l'uso dei fedeli.
Nessuna celebrazione collettiva dovrà superare la durata di trenta minuti.
Nemmeno durante le sepolture e gli atti funebri – che saranno permessi a partire dal 18 maggio – le chiese potranno essere piene, sempre per garantire la distanza sociale raccomandata. Anche in questo caso ci saranno dispensatori di soluzione idroalcolica all'entrata dei templi e saranno osservate le regole basiche, come l'astenersi dal toccare superfici, utensili, etc.
Saranno proibiti anche i gesti che richiedono contatto fisico tra le persone, ivi compreso quello coi defunti: le veglie funebri continuano ad essere proibite.
Fonte: Abc, edizione di Siviglia, 27 aprile 2020[Traduzione a cura di Chiesa e postconcilio]
Conte dice che il Comitato scientifico ha detto no alle Messe. Si chiama repubblica dei soviet (scientifici).
RispondiElimina(Andrea Sandri)
Dico che trattasi dell'evidenza che la Centrale da cui partono gli Ordini che gli Occupanti (Gaulaiter) i singoli Stati sottomessi vanno a fedelmente eseguire - dopo essere stati Iniziati all'Organizzazione - è unica,
RispondiEliminae dico che questa Centrale è sempre la stessa che da 3 secoli si oppone con ogni sua forza alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Dico che con il Conciliabolo Vaticano II e la messa nera celebrata il 29 Giugno 1963 essa si è incistata nella Santa Sede.
Dico che una volta partito quello che loro chiamano "spin" non si fermeranno, è troppo ghiotta l'occasione per iniziare a cancellare dalle menti e dai corpi dei fedeli la Santa Eucarestia.
Ed infine dico: riflettiamo bene sulle parole che Dio mise quel fatidico 13 Marzo 2013 in bocca a Jorge Mario Bergoglio, quando disse di essere un Papa venuto quasi dalla fine del mondo.
Notizia di ieri: l'avvocatura di Stato del Kentucky esige la riapertura delle chiese almeno per i servizi religiosi "al singolo", altrimenti il governatore dello Stato verrà processato per decreti anticostituzionali.
RispondiEliminaQui in Italia, invece...
Viene proprio da ridere , per non piangere .
RispondiEliminaL'articolo qua sotto mi pare una perfetta fotografia :
https://www.maurizioblondet.it/la-galleria-degli-specchi-di-francesco-mario-agnoli/
Finché chi decide: Conte, Casalino e i vari scienziati pensano che andare a Messa sia uguale che andare a teatro come hanno dichiarato, solo Sgarbi puo’ salvare il Cattolicesimo perché la sua battaglia per riaprire i luoghi di cultura come musei e teatri di conseguenza servirà a ripristinare la libertà di culto e tornare a celebrare l’Eucarestia.
RispondiEliminaOggi il calendario del N.O. festeggia Santa Caterina da Siena.
RispondiEliminaNoi della Tradizione festeggiamo domani la Grande Senese.
Oggi ricordiamo soprattuto il PATROCINIO di San Giuseppe contro i nemici della Chiesa
I 150 anni del Patrocinio di San Giuseppe. La Chiesa universale è in buone mani
San Giuseppe è stato dichiarato Patrono della Chiesa Cattolica sotto il pontificato di Papa Pio IX, l’8 dicembre 1870, con il decreto “Quemadmodum Deus” (“Nella stessa maniera che Dio”).
Si era all’indomani della presa di Roma, gli atti pontifici venivano sottoposti a controllo del Governo italiano: Pio IX decise di proclamare San Giuseppe patrono della Chiesa, dando voce al sentire comune del popolo cattolico e arricchendo così di un importante documento il magistero pontificio.
Per “sfuggire” legalmente al controllo governativo il Pontefice scelse di ricorrere ad un decreto della Congregazione dei Sacri Riti, invece che ad una bolla o lettera papale.
L’8 dicembre 1870 papa Pio IX, con il decreto “Quemadmodum Deus” della Sacra Congregazione dei Riti, proclamava San Giuseppe patrono della Chiesa universale, suggellando così, in maniera ufficiale, l’intuizione spontanea e vissuta del popolo di Dio. I motivi di tanta fiducia li esporrà poi papa Leone XIII nella prima enciclica in assoluto dedicata a San Giuseppe, la “Quamquam pluries” (1889).
La “Quemadmodum Deus” è stata una delle prime tappe significative riguardante il magistero pontificio su San Giuseppe, seguita l’anno successivo dalla lettera apostolica “Inclytum Patriarcham” con la quale gli si riconosce un culto superiore agli altri santi con alcune prerogative di carattere liturgico. Con la solenne proclamazione Pio IX ha voluto riconoscere nel giusto Giuseppe la sua singolare grandezza e la sua santità, come anche la sua gloria e potenza in cielo; per questo può ritenersi il primo e principale Patrono di tutta la Chiesa.
"L’antico assioma gnostico, secondo cui l’origine del male si trova nel mondo materiale e corporeo, sembra oggi essere rilanciato su scala globale approfittando del COVID, con il rischio che un malinteso “distanziamento” porti a disgregare l’unità dell’essere umano, isolarlo dagli altri e allontanarlo dai Sacramenti, ed in particolare dall’Eucarestia. Complice di questo rinnovato assalto della Gnosi, il Katechon venuto meno, con il conseguente dilagare del potere dell’Anti-Cristo, ossia di Chi si oppone a Cristo – Via, Verità e Vita".
RispondiEliminaLuca De Netto
Un sacerdote polacco a Roma che non aveva mai smesso di celebrare con gruppi ristretti di fedeli, durante l'omelia invita ad uscire ed a ribellarsi alla dittatura in corso!
RispondiEliminaLetto solo oggi.
RispondiEliminaSecondo me questa "soluzione andalusa" sarebbe sempre meglio di una chiusura totale. Almeno il Messaggio può essere diffuso.
https://conferenciaepiscopal.es/nota-de-la-comision-ejecutiva-ante-el-inicio-de-la-salida-del-confinamiento/
RispondiElimina