«Io di miracoli non parlo. Ma metti mai che…». Il cappellano ospedaliero don Claudio Pirillo mette le mani avanti, ma sa che qualche cosa deve essere andato per il verso giusto. Ad accorgersi che potrebbe essere un miracolo invece è stata un’infermiera dell’ospedale di Crotone San Giovanni di Dio. Dal 26 di marzo i contagi Covid si sono arrestati. E da quel giorno hanno iniziato a guarire i primi malati di Coronavirus fino a che da una settimana Crotone è una provincia Covid free dato che al momento non figurano nuovi contagi.
Ebbene. Il 26 marzo è anche la data in cui in ospedale ha fatto il suo ingresso anche una signora speciale. Si chiama Madonna di Capocolonna ed è la patrona della diocesi calabrese. L’effige della Madonna nera, che viene portata i processione tutti gli anni dai crotonesi fino al promontorio (Capocolonna) in cui oggi sorge il suo santuario, era stata prestata temporaneamente dall’arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta con questa singolare motivazione: «Nei prossimi giorni il Quadricello della Madonna di Capocolonna, lo manderò per qualche giorno presso l’ospedale di Crotone come segno della vicinanza della nostra chiesa a questo luogo nel quale si sta combattendo una battaglia importante per la salute è il benessere di tutti noi».
Ebbene: da quel giorno i contagi si sono arrestati e le guarigioni hanno iniziato a contarsi copiose.
«È andata proprio così – spiega al Timone il cappellano don Claudio –. A Crotone abbiamo tre immagini: quella originale, grande, viene esposta ogni sette anni, mentre in processione una volta all’anno esce un “quadricello” che viene scortato da oltre 120mila crotonesi. Bene, il vescovo ha nella sua cappella privata una copia del quadricello della Madonna nera e dal 26 marzo me lo ha consegnato direttamente perché lo potessi custodire in ospedale».
Il quadro però non è rimasto solo nella cappella. «No, durante la preghiera e la Messa con il personale medico lo espongo – prosegue il sacerdote – e poi lo porto in processione per farlo vedere ai malati». E loro? «Pregano e si affidano», aggiunge. Quindi, pare di capire che la donazione del vescovo non sia stato un semplice gesto devozionale, ma qualche cosa di concreto deve averlo operato.
«Sì, ho letto l’articolo su quanto dice l’infermiera… che cosa vuole che le dica? Bè… diciamo che le vie del Signore sono davvero misteriose, ma in un’ottica di fede dobbiamo dire che se non ci avessimo creduto non l’avremmo esposta e non ci saremmo affidati a Lei».
Storia ricca di significati quella della Madonna di Capocolonna, che affonda le sue radici – come tante devozioni italiane – ai tempi in cui i Saraceni nel 1519 compivano le loro consuete scorribande da Sibari al basso Ionio. A Capocolonna, appena a sud di Crotone, i Mori devastarono il promontorio su cui sorgeva una chiesetta che ospitava il quadro di origine bizantina. Antica devozione, arrivata a sostituire il tempietto pagano di Hera Lacinia che della città fondata dagli Achei era il cuore religioso. Ed è li, nella città di Kroton, fratello di Alcinoo, Re dei Feaci, che diede ospitalità ad Odisseo, che i musulmani devastarono tutto, portandosi via anche quel quadro come bottino di guerra. Solo che la nave pronta a salpare per la Turchia, non voleva saperne di mollare gli ormeggi. Così, gli islamici decisero di gettare in mare quell’immagine quasi a volersi liberare di una zavorra. Recuperata da un pescatore, l’icona fu portata “trionfalmente” in città e da lì iniziò la sua nuova vita di Protettrice dei crotonesi.
Oggi, mutatis mutandis, la Madonna nera è ancora lì, pronta a difendere i suoi cittadini.
Miracolo? Rispondere non è facile, ma anche in questo caso è sempre meglio crederci. Anche perché non sappiamo che cosa sarebbe accaduto, e soprattutto quanti morti ci sarebbero stati, se la Madonna non fosse entrata in reparto dove è stata accolta con la stessa devozione dei crotonesi che nel ‘500 la salvarono dalle acque. Nel dubbio, sempre meglio optare per la scommessa di Pascal. - Fonte
La Sacra liturgia non si stanca di chiamare la Vergine Maria: pulchra ut luna - bella come la luna -, electa ut sol - fulgida come il sole -; terribilis ut castrorum acies ordinata - terribile come un esercito schierato.
RispondiEliminaPulchra ut luna, bella come la luna.
È un modo questo per esprimere l’eccelsa bellezza di Lei. Come deve essere bella la Vergine! Come splende la luna nel cielo oscuro, così la bellezza di Maria si distingue da tutte le bellezze, che paiono ombre accanto a Lei. Maria è la più bella di tutte le creature.
Intanto su quel volto non si rivela soltanto la bellezza naturale. Nell'anima di Lei Iddio ha riversato la pienezza delle sue ricchezze con un miracolo della Sua onnipotenza, e allora Egli ha fatto passare nello sguardo di Maria qualche cosa della sua dignità sovrumana e divina. Un raggio della bellezza di Dio splende negli occhi della Sua Madre. Non pensate voi che il Volto di Gesù, quel Volto che gli angeli adorano, dovesse riprodurre in qualche modo i lineamenti del volto di Maria? Così il volto di ogni figlio rispecchia gli occhi della madre. Pulchra luna. Felice chi potesse vederti, Madre del Signore, chi potesse bearsi dinanzi a te; potessimo, o Maria, rimanere con Te, nella Tua casa, per servirTi sempre!
[...]
Come figli e figlie di Maria, cercate di riprodurre nell'anima vostra la sua bellezza sovrumana. Abbiate dunque, a immagine di Lei, l'unione perfetta con Gesù. Sia Gesù in voi, siate voi in Lui, fino alla fusione della vostra vita con la vita di Lui. Siano nella vostra mente gli splendori della fede e, come Lei, vedete, giudicate, ragionate secondo Dio.
Il vostro cuore, quando è possibile, aspiri all'integrità del cuore di Lei, che nulla ha diviso con altri ed ha conservato per Iddio tutto il Suo calore, i Suoi palpiti, la Sua vita. Con le visuali dello Spirito, con gli ardori del cuore, coltivate la dedizione assoluta a Dio.
Figli e figlie di Maria, portate nei lineamenti dell'anima vostra le sembianze della Madre del Cielo. Fate passare attraverso un mondo avvolto nelle tenebre e coperto di fango fasci di luce e il profumo di una purezza incontaminata.
(venerabile Papa Pio XII)
Bellissima notizia ! adesso però la presidente della Regione Calabria, che aveva GIUSTAMENTE deciso di riaprire tutte le attività economiche GIUSTAMENTE essendovi zero contagi, dovrebbe reagire allo STOP INTIMATO dal dittatore, e opporsi con FORZA GIURIDICA al suo sopruso ! non dovrà piegare la testa, dato che la Giustizia si sta muovendo contro il colpo di stato in atto.
RispondiEliminaCONTE RISCHIA L'ERGASTOLO, IN SEGUITO A MILIONI DI DENUNCE, COORDINATE DA 6 AVVOCATI
https://www.youtube.com/watch?v=N1mi7fVDP2E
Viva la SS.ma Vergine ACIES ORDINATA, SALUS INFIRMORUM
Questa bella storia da Crotone ci fa iniziare con grande fede il maggio mariano.
RispondiEliminaLa fede: la grande assente o la dimenticata e la più sottovalutata delle virtù.
Già questa parola, virtù, è desueta mentre i vizi sono diventati, per molti, dei diritti.
La virtù è una disposizione abituale e ferma a fare il bene e dare il meglio di sé. Infatti il fine di una vita virtuosa consiste nel divenire simili a Dio. A questo siamo chiamati, poiché Gesù invita ad essere perfetti come il Padre. La santità di Dio consiste nella sua perfezione e, allo stesso tempo, diventa una chiamata per l’uomo (Mt 5, 48).
Questo sta molto al di sopra delle fratellanze orizzontali e massoniche, della fraternità equo-solidale in salsa ambientalista, del volemose bbene che ci fa sentire tanto buoni, soprattutto in favore di telecamere, o scusando ogni porcheria dicendola fatta "per amore".
L'essere umano, non l'originale ma quello decaduto, è malato a prescindere dalle epidemie: il dono della salvezza fattoci da Cristo ci dà la grazia necessaria per perseverare nella ricerca delle virtù. Le altre virtù umane si radicano nelle virtù teologali che rendono le idoneo (capace) l'uomo della partecipazione alla natura divina. Le virtù teologali si riferiscono direttamente a Dio: fondano, animano e caratterizzano l'agire morale del cristiano e informano e vivificano tutte le altre virtù morali. Sono infuse da Dio nell'anima per renderla capace di agire come suoi figli e stare con Lui per la vita eterna.
La fede è la virtù teologale per la quale noi crediamo in Dio e a tutto ciò che egli ci ha detto e rivelato. Il dono della fede rimane in colui che non ha peccato contro di essa.
Lo dice il Catechismo. E chi è innamorato di Maria Santissima lo riconosce in lei.
Così S. Luigi Maria Grignion de Montfort: confesso, con tutta la Chiesa, che Maria essendo una semplice creatura uscita dalle mani dell'Altissimo, paragonata alla sua Maestà infinita è meno di un atomo, o meglio non è niente del tutto, poiché Egli solo è "Colui che è" (Es 3,14). Perciò questo grande Signore, sempre indipendente e bastante a se stesso, non ebbe e non ha ancora assolutamente bisogno della santissima Vergine per il compimento delle sue volontà e per la manifestazione della sua gloria. Gli basta volere per fare tutto.
Tuttavia dico che, dato l'ordine attuale delle cose, Dio avendo voluto cominciare e compiere le sue più grandi opere per mezzo della santissima Vergine dal momento che la formò, bisogna credere che non muterà condotta nei secoli dei secoli, perché egli è Dio e non muta nei suoi pensieri né nella sua condotta. Dio Padre diede al mondo il suo Unigenito solo per mezzo di Maria. Per quanto i patriarchi avessero sospirato, per quanto i profeti e i santi dell'antica legge avessero invocato, per quattromila anni, per avere questo tesoro, solo Maria lo meritò e trovò grazia davanti a Dio con la forza delle sue preghiere e l'altezza delle sue virtù. Essendo il mondo indegno, dice sant'Agostino, di ricevere il Figlio di Dio direttamente dalle mani del Padre, egli lo diede a Maria perché il mondo lo ricevesse per mezzo di lei.
Un atomo nel Tutto. Ma che atomo!
Eh sì: se avessimo la fede del granellino di senape...
C'è chi si barcamena a mercanteggiare con il mondo e chi porta in processione un quadro.
I primi hanno mostrato di avere fede nei comitati scientifici. I risultati sono evidenti.
Che la Madonna ci conceda la grazia di un mese di profonda conversione delle logiche ecclesiali in atto e che ognuno di noi sia un elettrone, un neutrino dell'atomo di Maria!
ROSARIO PER L’ITALIA
RispondiEliminaCOORDINAMENTO JUSTITIA ET PAX
PER LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA
Oggi, 30 aprile 2020, festa di San Pio V, papa del Rosario e della Madonna della Vittoria, alle soglie del Mese di Maggio dedicato a Maria Santissima e nello spirito di Fatima, le associazioni e i centri culturali aderenti al Coordinamento Justitia et Pax per la Dottrina sociale della Chiesa
SI IMPEGNANO ALLA RECITA QUOTIDIANA
DEL SANTO ROSARIO
per tutto il mese di maggio, per chiedere a Maria Santissima di intercedere per il bene della Chiesa in Italia e del nostro Paese. L’Italia sta attraversando una crisi non solo sanitaria, ma economica, politica, culturale e spirituale. La pandemia in corso ha fatto emergere risorse positive, ma ci ha anche introdotto in una fase di ricostruzione dai molti pericoli. Sono state liberate forze distruttive a cui bisogna contrapporre le forze del bene. La preghiera mariana ha anche un valore pubblico, perché anche la storia profana e la natura sono nelle mani di Dio e tutto avviene secondo i Suoi provvidenziali disegni: i giochi non si fanno solo sulla terra ma soprattutto in Cielo.
La recita quotidiana del Rosario avverrà con le seguenti intenzioni:
- Che la Chiesa italiana sia unita nella Verità e abbia il coraggio di proporre integralmente al mondo Cristo e la sua salvezza;
- Che la ricostruzione della nazione dopo la presente pandemia sia illuminata dai principi di riflessione, dai criteri di giudizio e dalle direttive di azione della Dottrina sociale della Chiesa, riscoperta nella sua tradizionale identità missionaria e che a ciò si impegnino tutte le componenti della Chiesa e soprattutto i fedeli laici;
- Che la Nazione italiana riscopra la propria identità cattolica, non solo per motivi legati al passato ma per l’indispensabile aiuto che la fede cattolica può dare alla anche alla costruzione della Città dell’uomo.
- Che il Vangelo sia da tutti vissuto non solo come utile ma come indispensabile per la costruzione del bene comune, anche temporale.
Stefano Fontana
A nome delle 30 associazioni aderenti al Coordinamento
"Le Laudi Mariane, solite a cantarsi nelle varie festività della Madonna e, soprattutto, nel mese mariano, formavano un repertorio, insieme alle Litanie Lauretane, particolarmente caro a noi cantori del coro del Seminario: non mancava mai la Laude, alla fine d'ogni funzione serale in onore della Beata Vergine. (…) Il predicatore intonava ed il popolo, frase per frase, ripeteva l'invocazione della Madonna. Si stabiliva un dialogo bellissimo; e quel canto, così sentito da tutti e ripetuto con tanta commozione, era la più bella preparazione alla Parola di Dio che il predicatore avrebbe poi proposto alla meditazione dei fedeli. A me, è rimasto sempre vivo, nella mente e nel cuore, quel canto semplice e nobile, da quando, ragazzo, lo cantavo anch'io a piena voce, vicino a mio padre e a mia madre, nella Pieve millenaria di S. Lorenzo."
RispondiElimina(Domenico Bartolucci, dall'Introduzione alle Laudi Mariane, maggio 1991)
Una delle quattro Antifone mariane.
RispondiEliminaÈ rivolta alla Madre del Risorto e nostra e, dal 1742, nel tempo Pasquale (dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste) viene tradizionalmente cantata o recitata in sostituzione dell'Angelus e anche alla fine della Messa antica dopo le preghiere finali.
Regína caeli laetáre, allelúia.
Quia quem merúisti portáre, allelúia.
Resurréxit, sicut dixit, allelúia.
Ora pro nobis Deum, allelúia.
Gaude et laetáre, Virgo María, allelúia.
Quia surréxit Dominus vere, allelúia.
Orémus.
Deus, qui per resurrectiónem Filii tui Dómini nostri Iesu Christi mundum laetificáre dignátus es, praesta, quǽsumus, ut per eius Genetrícem Virginem Maríam perpétuae capiámus gáudia vitae. Per Christum Dóminum nostrum. Amen.
1 maggio, SAN GIUSEPPE ARTIGIANO
RispondiEliminaPreghiera composta dal Venerabile Pio XII, Pontifex Maximus.
O glorioso Patriarca San Giuseppe, umile e giusto artigiano di Nazareth, che avete dato a tutti i cristiani, ma specialmente a noi, l'esempio di una vita perfetta nell'assiduo lavoro e nell'ammirabile unione con Maria e Gesù, assisteteci nella nostra fatica quotidiana, affinché anche noi, possiamo trovare in essa il mezzo efficace di glorificare il Signore, di santificarci e di essere utili alla società in cui viviamo, ideali supremi di tutte le nostre azioni.
Otteneteci dal Signore, o Protettore nostro amatissimo, umiltà e semplicità di cuore, affezione al lavoro e benevolenza per quelli che ci sono in esso compagni, conformità ai divini voleri nei travagli inevitabili di questa vita e letizia nel sopportarli, consapevolezza della nostra specifica missione sociale e senso della nostra responsabilità, spirito di disciplina e di orazione!
Accompagnateci nei momenti prosperi, quando tutto c'invita a gustare onestamente i frutti delle nostre fatiche; ma sosteneteci nelle ore tristi, allorché il cielo sembra chiudersi per noi e perfino gli strumenti del lavoro paiono ribellarsi nelle nostre mani!
Fate che, a Vostra imitazione, teniamo fissi gli occhi sulla Madre nostra Maria, vostra Sposa dolcissima, che in un angolo della vostra modesta bottega silenziosa filava, lasciando scorrere sulle sue labbra il più soave sorriso; e non allontaniamo lo sguardo da Gesù, che si affannava con Voi al vostro banco di falegname; affinché possiamo condurre sulla Terra una vita pacifica e santa, preludio di quella eternamente felice che ci attende nel Cielo, per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
Leggo molti "Buon 1°maggio"...
RispondiEliminaE a me torna in mente la Jugoslavia comunista, a suo tempo ovunque nelle vetrine dei negozi c'era questa scritta, nel cosiddetto serbocroato di allora "Srećan 1. mai".
Al limite auguro "Buona Festa di san Giuseppe Lavoratore".
Noi cattolici dobbiamo cambiare il linguaggio quotidiano, non cadere involontariamente in questi revival veterocomunisti, poichè la "festa" del 1° maggio è una festa comunista... annacquata finché si vuole ma sempre festa comunista è!
Oggi è la memoria di San Giuseppe lavoratore.
RispondiEliminaLa bella preghiera riportata dagli Amici delle 10:47 mi è stata preziosa e condivido volentieri queste righe, tenendo sullo sfondo la Beata Sempre Vergine Maria.
San Giuseppe lavorava e Gesù imparò da lui un mestiere, vivendo “sottomesso” per molti anni all’autorità della madre e del padre putativo. Pur non essendo padre o sposo secondo la carne, San Giuseppe fu straordinariamente, santamente e veramente (cioè umilmente) padre di Gesù e sposo di Maria.
Per noi l'inserirci e l'immergerci nel cristianesimo dovrebbe condurre a una dimensione spirituale e trascendente che completa ciò che riguarda il secolo, la storia, la vita materiale e la biologia. E’ proprio lì che diventa vicino il Regno che altrimenti resta altrove, mentre ci appassioniamo solo di quelli di questo mondo e i lor principi (e conti).
L’essere sposo e padre di San Giuseppe è volitivo, fedele e sapiente nel servire la famiglia, per la crescita fisica ed educativa e il mantenimento economico delle persone a lui care: anche quando ha richiesto il coraggio nel dubbio, l’intraprendenza nella necessità, la fuga nel pericolo e poi l’esilio. O restando al suo posto presso quello strano figlio, ritrovato a discettare di un altro Padre con i sacerdoti al tempio.
Si è sempre fidato di Dio e si è lasciato condurre dai suoi messaggi e dalla Provvidenza, nel quotidiano, con umiltà, imparando e gareggiando con la sua sposa e sicuramente stupendosi del crescere in grazia di Gesù.
San Giuseppe non vide l’istituzione dell’Eucaristia e Dio gli risparmiò di assistere al sacrificio in croce di Gesù. Eppure San Giuseppe fece trent’anni di comunione anche lavorando come artigiano, insegnando al figlio come mettere in bolla, levigare, scegliere i materiali migliori, mettere amore in ogni gesto e non lucrare sul prezzo, rispettando in ogni cosa i comandamenti di Dio. Gesù fu sottomesso ai suoi, ma certamente San Giuseppe fu sottomesso al suo Gesù e anche all’amatissima Maria.
Se Maria è meno di un atomo nel Tutto di Dio, San Giuseppe si è fatto ancora più minuto, nella sua umana grandezza votata all’obbedienza alla Provvidenza. San Giuseppe è entrato in un’ottica preziosa: che se una cosa accade allora ha un senso. E il senso l’ha chiesto a Dio. Tenendo compagnia a Gesù e a Maria, una vita alla luce del mistero dell’incarnazione, prima ancora che si completasse in quello della redenzione.
Ecco, anche noi possiamo sforzarci di essere degli apprendisti di questo lavoro specialissimo del quale oggi festeggiamo l’artefice. Bussiamo al laboratorio o all’officina di San Giuseppe. Non pensiamo subito agli orari, ai diritti, alla paga, alle ferie…
Cerchiamo di conoscere lui, San Giuseppe, per conoscere il resto nella vita consacrata di un uomo, innanzitutto un uomo giusto perché “aggiustato” -anche lui aveva il peccato originale- come qualche suo attrezzo, facendolo funzionare in base alla volontà di Dio. Sembra quasi banale, ma è speciale per quanto si affaccia sul mistero di una bellezza e una dolcezza altrimenti smarrite in qualche altra rivendicazione che vale sempre meno.
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/8855-e-ancora-la-chiesa-di-cristo :
RispondiElimina“monsignor Grazioso Ceriani (1906-1974, un parroco milanese fondatore del C.O.P., Centro di Orientamento Pastorale, nel libro “La dottrina del Cristo”, pag. 115 Edizioni Scolastiche Mondadori, 1955, vol. 3, ) afferma senza esitazioni che Maria è Corredentrice. Oggi, però, per bocca del vescovo di Roma, sentiamo dire che Maria Santissima è una ragazza, è una meticcia, è una discepola, anzi è una donna come tutte le altre; che non la si deve chiamare Regina e tanto meno Corredentrice, perché lei non ha mai preteso di essere né l’una, né l’altra cosa”
Una baggianata? Una battuta da bar? Purtroppo no, bensì un tassello di un piano di dissacramento e desacralizzazione della Chiesa Cattolica, della sua dottrina, del suo magistero, di Gesù Cristo e di Maria SS.ma, che viene da lontano, dal CV II, e che trova in Bergoglio il suo “terminator”. “Ho l’ambizione di cambiare la Chiesa, in modo che non si possa più tornare indietro”, effe ad affermare orgogliosamente poco dopo la elezione (valida? Ci sarebbe più di qualche perplessità in proposito) al trono petrino.
aggiunta: "i casi sono due: o ciò che insegnava la Chiesa prima del Concilio era falso e campato per aria, oppure era tutto vero, e allora a mentire è la chiesa odierna, che però, a questo punto, non può esser più chiamata cattolica"
RispondiEliminaVespro stasera
RispondiEliminaGavisi sunt discipuli, Alleuia, Alleuia
Viso Domino / Alleuia, Alleuia
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto
Gavisi sunt...
Unica risposta alle scempiaggini vaticane: il Santo Rosario ogni giorno. Mettiamoci nelle mani della nostra Mamma Celeste, che non inganna e non delude i Suoi figli, al contrario del mondo avvelenato e fallace.
RispondiEliminaLoro, ma pure voi
RispondiEliminaI vescovi quindi faranno un atto di affidamento anziché una consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Mi domando: cosa si aspettavano i fedeli che l'hanno chiesto?
Fare "l'affidamento" è la scelta più ambigua possibile: si utilizza il termine "affidare" che rimanda alla fiducia umana, tanto cara ai protestanti; si evita il termine "consacrazione" così poco utile per il dialogo e per apparire aperti umanisti; e nello stesso tempo si fanno contenti comunque i fedeli, certo non sarà una consacrazione, ma mica vorranno essere così farisei da mettersi a rompere le scatole no? Insomma si fanno contenti tutti, in linea con l'apostasia di sempre, che ormai non ha più bisogno di descrizioni.
Io della scelta dei vescovi non sono sorpreso, mi sorprende più la richiesta dei fedeli. Domandare ancora a questi pseudo pastori di guidarvi nella fede è come chiedere ad un cannibale di curarvi solo perché si veste con un camice da dottore.
Lui è un cattivissimo cannibale, ma voi non siete i campioni del mondo di furbizia.
Tommaso Maria Irlanda su Fb
Di Massimo Viglione
RispondiEliminaMa che vi ha fatto di male la Consacrazione?
Che problema avete?
I cattolici italiani chiedono ai vescovi la consacrazione dell'Italia a Maria.
I vescovi rispondono con l'affidamento.
Ora la domanda è: perché?
Perché l'affidamento e non la consacrazione, come vi chiedevano i fedeli?
Ragioniamo:
se i nostri vescovi non volevano "turbare" i "non credenti"...
beh, per tutti coloro che non credono, affidamento o consacrazione è sempre una stupidaggine. Probabilmente, non capiscono nemmeno la differenza tra i due concetti.
Se ne fregano e basta.
Per cui, si poteva consacrare tranquillamente.
Se invece hanno voluto accontentare i fedeli (una volta tanto!), ebbene, perché non fare allora direttamente la consacrazione?
Insomma, vescovi: o non facevate niente, come avviene da decenni, oppure, una volta che decidete di fare qualcosa, perché non fate la cosa richiesta, ma una sorta di "diminutio in re"?
Di cosa avete paura a consacrare?
Tanto, se non ci credete manco voi, è uguale...
Se invece ancora ci credete... Perché non consacrate l'Italia al Cuore Immacolato di Maria?
Ora le anime buone diranno immediatamente: "Bisogna accontentarsi e prendere il lato positivo! Grazie vescovi!".
E così loro hanno vinto un'altra volta... E l'Italia non è consacrata.
Esattamente come non avvenne alcuna Benedizione Urbi et Orbi nella scena della solitudine di San Pietro, ma solo una preghiera al Ss.mo Sacramento.
Come sempre, il problema non sono solo i vescovi, da cui nulla di buono mi attendo mai (eccetto qualche scarsissima lodevole eccezione); ma le anime buone...
Sono loro la nostra condanna. Di noi che siamo brutti e cattivi.
Mi fanno terrore i "tiepidi". E mi fa ancora più paura che non sanno di esserlo! Suore tiepide, preti tiepidi, beghine tiepide, che Dio ci salvi da costoro!!! Hanno il complesso di Stoccolma con i loro persecutori
EliminaChi ha seguito, a Caravaggio, ha notato nelle parole finali del vescovo di Cremona e nella preghiera di papa Francesco, l'assenza TOTALE di concetti come peccato, conversione, di qualcosa che ricordasse la vita eterna, o sono l'unico "fissato"?
RispondiElimina@ Massimo Viglione e Anonimo 21:39: se Consacrazione non vi è stata, evidentemente Bergoglio non voleva che potesse essere di ostacolo alla sua opera di demolizione della Chiesa Cattolica, del Papato, della fede cattolica bimillenaria, che lui vuol sostituire con la religione unica mondiale di origine e stampo massonico, dando vita ad una "chiesa" luterana-arcobaleno-comunista, braccio ecclesiastico del Nuovo Ordine Mondiale luciferino, il Regno dell'Anticristo. altre nazioni hanno fatto scelte ben diverse: il Portogallo, la Polonia, l'Ungheria, l'Equador, ecc. Chiediamo ai vescovi della FSSPX di fare questa Consacrazione, certamente saranno più graditi a Cielo di questo episcopato ribelle e infedele.
RispondiEliminaGrazie a Dio ci sono anche le Consacrazioni a Maria: domani, dopo la Santa Messa, qui.
RispondiEliminaAlmeno un pezzettino d'Italia alla volta... La Madonna fa le cose grandi con quelle piccole!
10.00 live su You Tube: Messa solenne dalla chiesa di san Martino e consacrazione della città a Maria in questa nuova fase di ripresa spirituale, sociale ed economica.
https://www.youtube.com/channel/UCoF2MjoFsNUMkdTHwQ3uPbA
https://www.aldomariavalli.it/2020/05/03/il-1-maggio-non-ce-stato-alcun-affidamento-a-maria-latto-e-avvenuto-il-27-aprile-ed-e-stato-registrato/
RispondiEliminaLa CEI tarocca anche la "diminutio"! Non era in diretta.
Non hanno nemmeno affidato l'Italia alla Madonna, ma al palinsesto e all'economia aziendale!
Ormai sono pastori senza pecore. Hanno una voce estranea, non riconoscibile dal gregge.
L'immunità di gregge forse funziona poco con il COVID, ma con questi qui è un portento!
Non entrano più dalla porta. Si arrampicano ai vetri con agilità e sprezzo del ridicolo.
Dio vuole che la Sua Santa Madre sia oggi più conosciuta, più amata, più onorata di quanto non lo sia stata in passato.
RispondiEliminaCiò avverrà di sicuro se i veri credenti sapranno entrare, con la Grazia e la luce dello Spirito Santo, in quella devozione interiore e perfetta che spiegherà loro in seguito.
Allora, vedranno chiaramente, nella misura consentita dalla fede, questa splendida Stella del mare e, guidati da Lei, arriveranno al porto sicuro, nonostante i pericoli delle tempeste e dei pirati; conosceranno gli splendori di questa Regina e si metteranno totalmente al Suo servizio, come Suoi sudditi e schiavi d’amore; gusteranno le Sue dolcezze e bontà materne, l’ameranno teneramente come Suoi figli prediletti, scopriranno le misericordie di cui è ricolma e i bisogni che essi hanno del Suo aiuto; a Lei ricorreranno in ogni cosa, come alla loro cara Avvocata e Mediatrice presso Gesù Cristo; saranno convinti che Ella è il mezzo più sicuro, più facile, più breve e più perfetto per andare a Gesù Cristo e si affideranno a Lei corpo e anima, senza riserva, per appartenere in questo modo a Gesù Cristo.
(San Luigi M. Grignion de Montfort)
Ma chi saranno questi servi, schiavi e figli di Maria?
RispondiEliminaSaranno nubi tonanti e vaganti nello spazio al minimo soffio dello Spirito Santo.
Senza attaccarsi a nulla né stupirsi di nulla, né mettersi in pena per nulla, spanderanno la pioggia della parola di Dio e della vita eterna, tuoneranno contro il peccato, grideranno contro il mondo, colpiranno il diavolo e i suoi seguaci.
Con la spada a due tagli della parola di Dio trafiggeranno, per la vita o per la morte, tutti coloro ai quali saranno inviati da parte dell'Altissimo.
(San L. M. Grignion de Montfort)