Filippo Lippi, Il male sotto forma d'incanto |
«Darò loro come capi dei fanciulli ed effeminati li domineranno». La lapidaria affermazione di Isaia fotografa una situazione tipica di ogni epoca di decadenza. Disorientamento, insicurezza e disordine sociale hanno una causa comune: «Gerusalemme va in rovina e Giuda crolla perché la loro lingua e le loro imprese sono contro il Signore, così da provocare la vista della sua maestà» (Is 3, 8). Popoli un tempo cristiani continuano a offenderlo in modo gravissimo in parole e opere, dopo aver respinto la Sua signoria sul mondo e preteso di autodeterminarsi in tutto prescindendo dalla Sua legge: come possono aspettarsi conseguenze positive? Il fatto più umiliante è l’essere tiranneggiati da ragazzini e pervertiti, cioè da individui così immaturi da esser privi di qualunque scrupolo morale e, proprio per questo, perfettamente adatti a servire da strumenti della tirannia occulta. È la seconda categoria, in particolare, a rivelarsi il bacino più ricco di soggetti instabili e insicuri, assetati di conferme da parte di chi incarna ruoli assimilabili a quello paterno, dove pescare burattini manovrabili a piacimento, per il narcisismo, l’arrendevolezza e la ricattabilità che li caratterizzano, da piazzare in posti di comando (anche nella Chiesa) per preparare il regime dell’Anticristo.
Chi, del resto, non dà al Creatore l’onore e l’obbedienza che Gli sono dovuti finisce col tributarli a creature che non li meritano affatto. Emblematico, in questo caso, è il caso di Erode Antipa, figlio del sanguinario autore della strage degli Innocenti, tetrarca della Galilea dal 4 a.C. al 39 d.C. Nel prendersi la moglie del fratellastro Filippo dopo aver ripudiato la propria, egli aveva offeso Dio in maniera particolarmente grave e notoria, trattandosi di un regnante. Ricevuto il trono per conto di Roma all’età di appena diciassette anni, aveva imparato dal padre a sfruttare la propria posizione come mezzo di affermazione personale sotto l’egida di una potenza straniera e, al pari di lui, era stato uno strumento del castigo divino per l’intepidimento della fede e gli accomodamenti con i pagani. San Giovanni Battista era stato da lui imprigionato per istigazione dell’empia Erodiade, che non ne sopportava gli infuocati rimproveri, i quali avevano fatto breccia nella coscienza del concubino e rischiavano di mettere in crisi l’illegittima convivenza. Il profeta, tuttavia, continuava a predicare anche dal carcere e il tentennante Erode, pur senza decidersi ad abbandonare il peccato, lo ascoltava volentieri (cf. Mc 6, 17-20).
Ecco però presentarsi l’occasione favorevole all’adultera. Com’è noto, il giorno del genetliaco reale la figlia di lei Salome, danzando davanti al sovrano, ne cattura la sensualità e gli strappa la promessa di concederle qualsiasi cosa, fosse pure la metà del suo regno. La ragazzina, imbeccata dalla madre, chiede la testa di Giovanni Battista e il re, per non deludere gli invitati, lo fa decapitare (cf. Mc 6, 21-28). Molto interessante è il fatto che san Matteo, narrando il medesimo episodio, per designare il giuramento di Erode scelga un termine caratteristico della pubblica professione di fede (homologéō, Mt 14, 7; cf. Mt 10, 32; Lc 12, 8), che ha per oggetto Cristo ed è necessaria alla salvezza (cf. Rm 10, 9-10). L’Evangelista sembra insinuare che il personaggio in questione, con la propria condotta, abbia rinnegato la vera fede, che comporta l’obbedienza a Dio; non rendendo a Lui l’ossequio che Gli spetta, egli finisce col prestarlo ad una ragazzina, la quale, manovrata da una regista defilata, diventa suo malgrado l’ago della bilancia in una decisione di gravità inaudita, per di più gravida di conseguenze politiche e religiose.
Anche oggi, analogamente, occulti poteri si servono, per realizzare i propri nefandi progetti, di giovanotti privi di coscienza. Una società che non offre a Dio l’onore e l’obbedienza che Gli deve si ritrova così sottomessa a soggetti altamente incompetenti e facilmente corrompibili, vista la loro spiccata amoralità. I rischi non riguardano soltanto la sfera economica, nella quale la catastrofe in corso potrebbe provocare, oltre a un ulteriore smantellamento dell’apparato produttivo con la svendita o il fallimento delle aziende ancora in nostro possesso, anche la liquidazione della maggior ricchezza del Paese, il risparmio privato, per la cui entità siamo i primi al mondo ma che, già compromesso per il crollo di certe banche, vittime di speculazioni ignominiose, è altresì minacciato dall’inattività forzata, che sta costringendo milioni di italiani a metter mano, per poter vivere, a quanto messo da parte in anni di sacrifici. Il pericolo, appunto, non si ferma qui: ad esser minacciata è la nostra stessa salute, la nostra stessa libertà, la nostra indipendenza: la pretesa “pandemia” è un ottimo pretesto per imporre vaccinazioni forzate, controlli sugli spostamenti, ingerenze politiche… in una parola, per realizzare una svolta totalitaria diretta dall’esterno. Sono l’abbandono di Dio e il rinnegamento pratico della fede che ci han condotto in questo tunnel di cui non si vede l’uscita; sembra un incubo cinematografico fattosi di colpo realtà.
Il fondamento ultimo della società umana, cioè il comune riconoscimento del Creatore e delle Sue leggi, è da tempo venuto meno, proscritto dal laicismo; ora persino la pubblica professione della fede da parte dei cattolici è impedita, benché già prima fosse in molti casi carente, parziale o addirittura deformata. Come pensiamo di venirne fuori se non tornando tutti, come Nazione, unanimemente e apertamente, a Dio? Ma come può avvenire questo, se non riprende anzitutto il culto pubblico della Chiesa, unica maestra di verità salvatrici? Come possiamo liberarci dalla dittatura finanziaria, politica e culturale, se i Pastori stessi hanno commesso un’apostasia pratica ponendo la salvaguardia della vita terrena al di sopra della salvezza delle anime, la salute fisica al di sopra di quella spirituale, le ordinanze degli uomini al di sopra delle leggi divine? Perché il Salvatore dovrebbe muoversi a pietà di noi, se continuiamo a rinnegarlo in modo così sfacciato? Si è smesso di santificare il Suo giorno tenendo aperti i negozi anche di domenica – e poi sono rimasti chiusi per settimane; anziché recarsi in chiesa, si andava a far la spesa – e ora, per mangiare, si è costretti a file estenuanti. È proprio per disintossicare gli uomini dal materialismo ripiegato sul godimento effimero che il Maestro, prima di moltiplicare i pani e i pesci per sfamarla, istruì a lungo la folla affaticata come pecore senza pastore (cf. Mc 6, 34).
Sanctificetur nomen tuum, adveniat regnum tuum, fiat voluntas tua… Quando si recita la preghiera del Signore, si blaterano parole vane o ci si rende conto di ciò che si dice? Il nome del Padre è forse onorato come si deve nella società e nella Chiesa attuali? Il mondo si sta disponendo all’avvento del Suo regno o piuttosto a quello dell’Anticristo? Quante leggi dello Stato violano in modo gravissimo i Suoi comandamenti, anche grazie all’acquiescenza dei “cattolici”! Pensiamo forse di poter fare la Sua volontà rassegnandoci per inerzia a tale situazione?… Possiamo lasciare che gli esseri umani continuino ad esser sterminati nel grembo materno e utilizzati nell’industria cosmetica e in quella farmaceutica, o ad esser concepiti in laboratorio, congelati e sfruttati come materiale biologico per il progresso della “scienza”? Possiamo chiudere gli occhi, come degni continuatori del regime nazista, sull’eliminazione silenziosa di malati e anziani negli ospedali o sulla selezione prenatale dei disabili? Possiamo ancora permettere che tanti bambini siano sottratti ai genitori per essere affidati a coppie di sodomiti o ad associazioni che speculano sulla loro pelle con la complicità delle istituzioni “civili”? Possiamo abbandonare i nostri figli, con il pretesto dell’educazione sessuale, all’indottrinamento della perversione?
Si potrebbe continuare a lungo, ma la conclusione è una sola: il nostro popolo merita castighi ben più severi di questo, che è solo un avvertimento del Cielo. Non dimentichiamo tuttavia che, se avere per governanti ragazzini e pervertiti è conseguenza delle colpe dei cittadini, una sincera e corale conversione può ottenere da Dio la grazia di esserne liberati. I primi a convertirsi devono essere i Pastori, così da smettere di tacere la verità, di predicare l’errore, di indurre i fedeli al peccato grave, di commettere sacrilegi concedendo l’Eucaristia a chi non è in stato di grazia, di ridurre la Messa a volgare parodia, di scimmiottare gli idoli dello spettacolo, di violare la santità del loro stato con una condotta indegna… Ma pure gli altri devono cambiare vita, dal primo all’ultimo, per cominciare finalmente a praticare la legge divina nella castità, nell’onestà, nell’obbedienza, nell’abnegazione, nella perseveranza, così da non calpestare più la grazia incommensurabile della Redenzione e del Battesimo. Occorre scuotersi dall’assuefazione ai peggiori abomini che la storia umana abbia prodotto e opporvisi con forza senza temere le reazioni dei nemici di Dio, che in mancanza di ravvedimento saranno spazzati via per lasciare il posto ai Suoi eletti; non sappiamo però fin dove si dovrà giungere prima che questo avvenga: per questo, preghiamo più che mai.
Ecclesiae tuae, quaesumus, Domine, preces placatus admitte: ut, detructis adversitatibus et erroribus universis, secura tibi serviat libertate (Ti preghiamo, Signore: accogli placato le preghiere della tua Chiesa, affinché, distrutti tutti gli errori e le avversità, ti serva con una libertà senza timore; Oratio contra persecutores Ecclesiae).
"La vicenda delle messe sospese e il protocollo per la ripresa firmato da Conte, Lamorgese e Bassetti dimostra tutta la gravità della perdita della Libertas Ecclesiae. Da secoli si ripropone lo scontro su questo punto, ma nel passato la Chiesa lottava per la propria libertà: dai Cluniacensi a Bonifacio VIII, da Santa Caterina ai Vandeani, da Pio IX alla Chiesa polacca. Oggi invece la Chiesa sembra contenta della propria mancanza di libertà e mai sazia di aumentarla. E perfino ringrazia chi gliela toglie".
RispondiEliminaStefano Fontana
Dio ha creato tutto e l'ha fatto bene. Vide che era cosa buona. E bella.
RispondiEliminaNella creazione di Dio c'è tutto il Suo amore, che genera il meglio nel suo ordine.
Ribellarsi alla volontà di Dio coincide con il rifiuto di quell'amore e di quell'ordine.
Per convincere altri li si imbroglia affascinandoli al male, facendolo sembrare bello.
Il disordine come bellezza è l'inganno con cui il male sospinge al nuovo ordine globale.
Il paradosso è che chi cerca libertà, liberamente consegna la propria libertà al disordine.
E quando finisce con l'essere prigioniera e schiava, ama il peccato fino a farne un vizio.
IPSA CONTERET CAPUT TUUM
La meraviglia al vertice della creazione, la donna, è messa di fronte al tentatore ribelle.
Al propalatore del caos è annunciata la sconfitta definitiva, attraverso la sua stirpe.
Meraviglie del latino per noi italiani: contero, conteris, contrivi, contritum, conterere.
Il verbo che porrà fine all'inganno del disordine e del peccato ha una serie impressionante di significati che presentati congiuntamente non possono che atterrire il Nemico, che già deve sottostare alla promessa di Dio: calpestare, schiacciare, triturare, polverizzare, consumare, trattare con disprezzo, distruggere...
Ma in quello stesso vocabolo c'è l'etimologia di ciò che deve riguardare ciascuno di noi, salvato dalla redenzione, per mezzo di Nostro Signore Gesù Cristo e del suo sacrificio crocifisso, glorificato dalla resurrezione: l'essere CONTRITO.
Il peccato, causa del disastro, mi riguarda: ne sono consapevole? Davvero mi "dispiace"?
Contrito significa schiacciato, tritato... quindi profondamente pentito e addolorato.
E' un verbo che poteva valere anche per certe operazioni manuali. Il triturare le noci, che ricorda il frantoio (il Gestsemani) della spremitura delle olive. C'è, fisicamente, in noi, questa azione di macina, a schiacciare il male di cui siamo portatori per trarne un bene?
Il trionfo del cuore immacolato di Maria passa da questo pentirsi e dalla penitenza nel dolore, ammesso e avvertito, per la mia propria colpa. Non è semplicemente un "sentirci un po' giù"... un sentirsi responsabili, un dispiacere da "mi scusi, non l'avevo vista"...
Tanto meno un sentirci già giustificati perché "ho fede"... O un dire che Dio non guarda più a certe cose, perché Dio è misericordia e quindi chiude uno e due occhi. No: IOTA UNUM.
No: CONTRITO dice che proprio sono stritolato, schiacciato in me stesso per questo dolore, esattamente come sarà il capo del serpente, antesignano della ribellione e del disordine e ispiratore dei nuovi ordini ai quali ci stiamo consegnando.
CONTRITO dà tutto il peso della sincerità del pentimento e così del detestare ogni peccato.
"Ma pure gli altri devono cambiare vita, dal primo all’ultimo"
RispondiEliminaSolo così se ne uscira' .
"La concezione tradizionale di creazione era pressappoco così: Dio ha creato le cose dal nulla, quindi Egli è la Causa prima e il Fine ultimo. Di conseguenza tutto è da Lui voluto e permesso per un bene maggiore. Il bene maggiore ultimo è la salvezza eterna delle anime, quindi tutto è misteriosamente ordinato a questo fine. Nessun evento è quindi solo naturale, appunto perché la natura non è una entità autonoma rispetto a Dio, ma anche gli eventi naturali hanno a che fare, direttamente o indirettamente, con la salvezza.
RispondiEliminacontemporanea. Questa non accetta più questa visione della creazione, ma sulla linea tracciata dal gesuita padre Teilhard de Chardin per cui non è più la creazione a derivare da Dio ma Dio dall’evoluzione del cosmo. Assumendo questa impostazione diventa impossibile riferire una pandemia a Dio creatore."
E' il confronto tra la filosofia classica secondo la quale "il più non viene dal meno" e la visione hegeliana secondo la quale "il più viene dal meno". Quest'ultima filosofia viene usata da alcuni per interpretare l'evoluzione delle specie, ed è appunto lì che cominciano i casini con la Fede: non dalla visione scientifica vs visione cristiana del mondo, ma da due filosofie contrapposte.
Riccardo Zenobi
La Lettera Enciclica "Inimica vis" di Papa Leone XIII risale alla fine del 1892.
RispondiEliminaAnche in questo caso quel grande Sommo Pontefice ci vide molto giusto, come gli stessi massoni ebbero a riconoscere in merito a quanto da Lui evidenziato circa la loro odiosa setta, e fu anche drammaticamente profetico.
Oggi vediamo che i rischi che prospettava si sono pienamente realizzati. L'agenda dei nemici di Dio e dell'uomo procede inarrestabile con la complicità - in larga parte inconsapevole e proprio per questo ancor più funzionale ai progetti di lor signori - della gran massa dei ciechi volontari. Chi non si converte è complice.
O il popolo torna alla Retta Fede, o sarà l'estinzione. E l'estinzione è alle porte.
9 maggio 2020 - Funerale - SS.Trinita' dei Pellegrini
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=b2Joh7zWleQ
Kyrie eleison
Mia intenzione :
Per accompagnare questa anima , tutte le anime gia' defunte e quelle che dovranno morire oggi stesso e..
In morte dei peccati della Nazione Italia
https://www.youtube.com/watch?v=t1nrPfe0Vvc
RispondiEliminaFASE 2: ORA I PAESI CHE BLOCCAVANO LE MASCHERINE SI AGGIRANO INTORNO ALLA BORSA ITALIANA - Amodeo
N.B.solidarietà e vicinanza alla famiglia dell'imprenditore suicidatosi 2:45...
Inimica Vis porta come data di pubblicazione un 8 dicembre... (1892).
RispondiEliminaConcetti chiari, un'epistola enciclica breve (e non c'era la foresta amazzonica da preservare: ancora non si era scaduti nel "Verbum carta factum est"...).
1-Le forze avverse, che l’istigazione e l’impulso del genio malefico spingono a combattere il nome cristiano... Ora, lo spirito di tutte le sette ostili al Cattolicesimo che ebbero vita in passato rivive in quella che si dice la setta massonica e ... combatte dappertutto ciò che vi è di sacro.
2-Da qui i molteplici artifìci per attaccare la fede divina; da qui il disprezzo della legittima libertà della chiesa oppressa dalle leggi. Si ammette così in teoria ed in pratica che la Chiesa non ha in sé il diritto e la ragione d’essere di una società perfetta; che lo Stato debba avere la prevalenza su di lei e che il potere civile debba avere la precedenza sul potere spirituale.
3-Da questa dottrina perniciosa e falsa, più volte condannata dai giudizi della Sede Apostolica, derivano molti mali, e specialmente il fatto che i governanti civili si arrogano dei diritti che non appartengono ai loro poteri, e non esitano punto ad appropriarsi di quello che hanno tolto alla Chiesa.
4-Essi vogliono infatti, con questo modo insinuante, condurre i ministri del culto ad appoggiarli, per poterli poi distogliere, una volta implicati nel nuovo ordine di cose, dal rispetto dovuto all’autorità legittima.
5-Stando le cose in questi termini, Noi ci rivolgiamo, Venerabili Fratelli, alla vostra carità episcopale, come lo impone in coscienza il vostro dovere, e vi chiediamo anzitutto che voi vi proponiate la salvezza di coloro che vi abbiamo indicato; che il vostro zelo si spieghi assiduamente e costantemente per strapparli all’errore ed alla sicura perdizione.
6-È dunque necessario riconquistare gli spiriti depressi di queste vittime delle sette, riconducendo i loro pensieri agli esempi dei loro antenati, a quella forza che è custode del dovere e della dignità, affinché essi si pentano totalmente e si vergognino di quanto hanno fatto o di non essersi comportati virilmente.
7-La nostra intera esistenza, infatti, è consacrata ad una specie di combattimento in cui si tratta soprattutto della salute eterna.
8-Essi vogliono che si ripudi assolutamente la religione istituita da Dio, e che tutta la vita pubblica e privata sia diretta dai princìpi del puro naturalismo: questo è ciò che essi, nella loro folle empietà, chiamano la restaurazione della società civile.
9-Ma in presenza di una così perversa audacia ... è necessario impegnare la battaglia contro di essa con le armi fornite dalla fede divina, le stesse che hanno già vinto il paganesimo... Venerabili Fratelli, voi dovete infiammare gli spiriti con la persuasione, le esortazioni e l’esempio: voi dovete esercitare in mezzo al Clero ed al popolo uno zelo attivo, costante, intrepido.
10-Generalmente si dice che il primitivo ardore per conservare la fede avita è diminuito presso il popolo italiano. Ciò può essere, giacché, se si osservano le disposizioni degli spiriti nei due campi avversi, si vede che vi è più ardore in coloro che attaccano la religione, che non in quelli che la difendono. Ma, per coloro che desiderano essere salvi, non v’è via di mezzo: o lottare incessantemente, o perdersi.
Sembra scritta ieri sera, per l'oggi, per noi.
W Cristo re!
Senza dispiacere a nessuno io sottoscriverei questo appello .
RispondiEliminaQuesto appello condensa tutte le denunce e tutti i rimedi che da tempo andiamo analizzando dibattendo e auspicando. Solo che è per orecchie e cuori credenti e dovrebbe essere non solo annunciato autorevolmente ma anche testimoniato fedelmente erga omnes...
RispondiEliminaSENZA PIÙ FEDE NÉ RAGIONE
RispondiEliminaNell’ostia consacrata si cela il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di nostro Signore Gesù Cristo! Come si può scendere così in basso da pensare che un virus vero o farlocco, potente o innocuo che sia possa sopravvivere al contatto con Dio Creatore Onnipotente tanto da contagiare un fedele per la salvezza del quale il Signore è morto in croce!
Gesù toccava i lebbrosi, ve lo siete dimenticati? Vi risulta che si sia ammalato?
“Un lebbroso, vistolo arrivare, si inginocchiò davanti a Gesù e lo supplicò di guarirlo; mosso a compassione, stese le mani sopra di lui e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii sanato», guarendolo dalla malattia.”
Se temete di morire per Covid-19 a motivo della Comunione eucaristica , voi non credete alla Transustanziazione e quindi avete un problema molto più grande del Coronavirus, si chiama eresia virus e, salvo miracoli, fa marcire all’inferno!
RB
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/05/i-vescovi-non-possono-imporre-la.html?m=1
Elimina"Con queste mani e dita toccano l’ospite consacrato, imprimendo così il virus anche sull’ospite, trasportando così i virus attraverso l’ospite nella loro bocca."
Io non riesco nemmeno a capire come si possa pensarlo! Anche se non hai una fede forte è praticamente impossibile pensarlo! Dunque i preti che metteranno i guanti e che insieme ai fedeli nasconderanno il loro volto a nostro Signore dietro a una maschera, come possono pensare che anche il Volto del Signore non si giri dall'altra parte: "LUNGI DA ME, SATANA, PERCHÉ TU NON PARLI (agisci e pensi) COME DIO MA COME GLI UOMINI".
EliminaErgo: statevene a casa, va', davanti alle dirette tv moderniste, ciao.
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaAnonimo 20.06 il suo commento è blasfemo. Premesso che le regole igieniche attuali, e la prassi della Chiesa di sempre, di xx secoli cioè, è di lavarsi le mani prima di celebrare l'Eucaristia, anzi di lavare ancora le mani prima della consacrazione, all'offertorio, vorrei sapere come possono essere infettive tali mani, come lei con la CEI (e padre Livio pure)abbiate il coraggio di affermare che si devono usare dei guanti monouso per prendere in mani disinfettate il Corpo Sangue Anima e Divinità del Nostro Creatore Dio, Redentore e Santificatore. Le persone come lei affossano la fede altrui, avendola persa in proprio.
RispondiEliminaQual è il commento blasfemo? Non lo vedo.
EliminaSe è quello che è stato cancellato, mi pare non parlasse affatto di guanti monouso e simili. Dove stava la blasfemia?
''Lo stato in cui si trova la Gerarchia cattolica oggi non lascia ben sperare. Il male prodotto dal Vaticano II è talmente profondo, universale e preternaturale che solo Dio con la sua Onnipotenza può mettervi rimedio.'' - Don Nitoglia
RispondiEliminaSottoscrivo.
“Mi chiedono in tanti cosa fare con le norme, cosa ne penso, se userò le pinze, i guanti etc.
RispondiEliminaLa mia risposta per ora è questa: "Non lo so; non capisco più niente. Ho deciso di non guardare né a destra né a sinistra rispetto al grandissimo desiderio di Gesù di venire nell'anima nostra con il Divin Sacramento.
Ho un unico problema: e non è quello che io muoia, ma se qualche mio parrocchiano si infetta in chiesa e muore; per cui cercherò di fare niente di più né di meno di ciò che è dovuto e prudente; e con "dovuto" intendo ciò che è dovuto a Dio E agli uomini, indipendentemente da Soros, da Conte, dai vaccini, dai guanti, da Burioni, dalla CEI e dal Santo Padre quello con pieni poteri o emerito che sia.
E chiedo preghiere per avere luce sul da farsi, se mancasse da parte dell'Autorità ecclesiastica.
Ma al primo posto c'è Lui, il suo Cuore palpitante, e deve venire prima del nostro amor proprio e dei nostri convincimenti, delle nostre storie, dei nostri "se" e "ma".
Intanto prepariamo una buona confessione, di cui ne abbiamo bisogno in tanti: l'olio del motore mi sa che è nero non solo per me…”.
Don Alfredo Maria Morselli
@don Morselli
RispondiElimina"Ho un unico problema: e non è quello che io muoia, ma se qualche mio parrocchiano si infetta in chiesa e muore"
Rifletta sul fatto che non si può dimostrare in che modo una persona si è contagiata: chi può asserire il contrario?
Formidabile virile omelìa/ riflessione di Don Giorgio Lenzi
RispondiElimina(dal minuto 17:41 circa al minuto 31:46 circa)
In conspectu gentium revelavit iustitiam Suam.
10 Maggio 2020: Santa Messa cantata della IV domenica dopo Pasqua - Casa San Clemente IBP - Roma
https://www.youtube.com/watch?v=NyNMNAjnEy8
Imitazione di Cristo cap.IV : "Con quanta venerazione si debba accogliere Cristo "
RispondiEliminaAccogliere Cristo con i guanti in lattice e' darGli onore ?
Dare Il Creatore con i guanti in lattice e' darGli onore ?
I frammenti dell'Ostia consacrata che inevitabilmente si attaccheranno ai lattici , e che sono Corpo intero di Cristo , e che si disperderanno nell'ambiente Gli renderanno onore ?
La comunione siffatta rendera' Gloria e Onore a Dio Salvatore e Redentore oppure soddisfera' il mio io ?
Il Governo si occupa di Liturgia e la Chiesa lascia fare. Parla il Giudice Giacomo Rocchi.
RispondiEliminaAl giudice Giacomo Rocchi, Consigliere della Corte di Cassazione, figura eminente tra i giuristi cattolici, impegnato su molti fronti della giurisprudenza, soprattutto quello della vita, che ringraziamo per questa ampia e illuminante intervista, chiediamo: le disposizioni governative in merito alla sospensione delle Sante Messe contraddicono il testo del Concordato del 1984 tra Stato e Chiesa?
Assolutamente sì: l’art. 2 dell’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana, che ha apportato modificazioni al Concordato (18/2/1984), dopo aver stabilito che “La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione”, aggiunge: “In particolare, è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica.”. La sospensione delle Sante Messe riguarda il pubblico esercizio del culto, sul quale lo Stato non ha alcun potere. La previsione è coerente con l’art. 7 della Costituzione, in base al quale “lo Stato e la Chiesa sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”: il pubblico esercizio del culto riguarda l’ordine della Chiesa che, quindi, è “indipendente” e “sovrana”. Sottolineo questo ultimo termine, che indica l’impossibilità per lo Stato di entrare sulle questioni liturgiche: di “sovrani” ce ne può essere solo uno.
https://www.vanthuanobservatory.org/ita/il-governo-si-occupa-di-liturgia-e-la-chiesa-lascia-fare-parla-in-giudice-rocchi/