Il Sommo Pontefice Leone XIII in data 16 maggio 1892 concesse all’Ordine Carmelitano, a beneficio di tutta la cristianità, l’insigne privilegio del perdono del Carmine, ossia l’indulgenza plenaria tante volte quante si visiterà – nei debiti modi – una chiesa dove è istituita la confraternita del Carmine per la festa della Madonna del Carmelo e si pregherà secondo l’intenzione del Sommo Pontefice.
«A perpetua memoria della cosa. Perché si accresca sempre più la devozione e la pietà dei fedeli verso la Beatissima Vergine del Carmelo, donde possono derivare per le loro anime frutti ubertosi e salutari, accondiscendendo benignamente alla pia richiesta del diletto figlio Luigi Maria Galli, supremo moderatore dell’ordine della beata Vergine Maria del Monte Carmelo, abbiamo stabilito di arricchire le chiese carmelitane di uno speciale privilegio. Quindi, basandoci sulla onnipotente misericordia di Dio e sull’autorità dei suoi apostoli Pietro e Paolo, a tutti e singoli i fedeli di ambo i sessi veramente pentiti e nutriti della santa comunione, i quali visiteranno devotamente qualsiasi chiesa o pubblico oratorio tanto dei frati quanto delle monache, sia calzati che scalzi, di tutto l’Ordine Carmelitano, in qualunque luogo esistano, il giorno 16 luglio di ogni anno, giorno nel quale si celebra la festa della Madonna del Monte Carmelo, dai primi vespri alla caduta del sole di tale giorno, ed ivi innalzeranno a Dio pie preci per la concordia dei principi cristiani, per l’estirpazione delle eresie, per la conversione dei peccatori e per l’esaltazione della santa madre Chiesa, concediamo misericordiosamente nel Signore che ogni volta faranno questo, altrettante volte acquistino l’indulgenza e la remissione plenaria di tutti i loro peccati, che si possa anche applicare per modo di suffragio alle anime dei fedeli cristiani, che sono passate da questa vita in grazia di Dio, nonostante la nostra regola e della cancelleria apostolica di non concedere simili indulgenze e nonostante costituzioni e ordini apostolici o altre disposizioni contrarie.Condizioni attuali per ottenere l'indulgenza
La presente lettera ha valore per sempre. Inoltre disponiamo che le copie e gli esemplari della presente Lettera sia stampati che di mano di alcun notaio siano convalidati dal sigillo di persona costituita in autorità ecclesiastica e abbiano ugual fede della stessa Lettera quando siano esibiti.
Dato in San Pietro a Roma, con l’anello del Pescatore, il giorno 16 di maggio del 1892, quindicesimo del nostro Pontificato» [Acta Leonis XIII, vol. XII, p. 128].
Papa Benedetto XV il 6 luglio 1920 estendeva la medesima indulgenza plenaria alle chiese od oratori del Terz'Ordine sia regolare (le congregazioni religiose aggregate o no all'Ordine) che secolare.
Papa Paolo VI il 1° gennaio 1965 promulgava la Costituzione Apostolica dal titolo Indulgentiarum Doctrina, per la quale tutte le indulgenze concesse in passato, venivano temporaneamente sospese fino a una nuova approvazione.
Il 29 giugno 1968 usciva il nuovo Enchiridion delle Indulgenze il quale stabiliva una nuova normativa, più rispondente alle mutate condizioni socio-culturali, per lucrare le indulgenze. Nel marzo precedente era stata comunicata all'Ordine la riconferma della concessione delle indulgenze. In base ad essa, il 16 luglio di ogni anno, dal mezzogiorno del 15 luglio alla mezzanotte del 16 luglio, oppure la domenica stabilita dal Vescovo, antecedente o seguente la festa, nelle chiese od oratori pubblici dell'Ordine si acquista una volta sola l'indulgenza plenaria del perdono del Carmine.
Si concede l'indulgenza plenaria, lucrabile una sola volta all'anno, e applicabile per sè o per le anime dei defunti al fedele che presenta le seguenti condizioni:
- Essere battezzato e non scomunicato;
- Avere l'intenzione di ottenere l'indulgenza;
- Conversione del cuore ed esclusione di qualsiasi affetto dal peccato, anche veniale;
- Confessione sacramentale individuale;
- Partecipare alla S. Messa e Comunione eucaristica;
- Dal mezzogiorno del 15 a tutto il 16 luglio* visita di una chiesa o di un oratorio carmelitano e, durante la visita, rinnova la professione di fede, mediante la recita del Credo (per riaffermare la propria identità cristiana), recita del Padre nostro (per riaffermare la propria identità di figli di Dio, ricevuta nel battesimo); prega secondo l'intenzione del Papa (Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre o altra preghiera), per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice.
Per l'ennesima volta, Montini NON si è smentito.
RispondiEliminaIl "minimalismo", lo "stringere i cordoni" in materia di indulgenze è stata una costante del suo governo. Risultato? Le pratiche indulgenziate sono sparite dagli interessi dei fedeli medi. Il mettere in opposizione il farlo per se stessi ed il farlo per un defunto sembra proprio un voler seminare continue confusioni di idee. Spero proprio che il Buon Dio, la Madonna del Carmine,San Pietro, San Francesco e tutti i santi che hanno diffuso tali pratiche, si facciano, di fronte a tanto "minimalismo" due risate circa gli scrupoli dei poveretti in buona fede.
Roráte coeli désuper, et núbes plúant Jústum.
RispondiEliminaNe irascáris Dómine, ne ultra memíneris iniquitátis:
ecce cívitas Sáncti fácta est desérta,
Síon desérta fácta est, Jerúsalem desólata est,
dómus sanctificatiónis Túae et glóriae Túae,
ubi laudavérunt Te pátres nóstri.
Roráte...
Peccávimus, et fácti súmus tamquam immúndus nos,
et cecídimus quasi fólium univérsi:
et iniquitátes nóstrae quasi véntus abstulérunt nos:
abscondísti fáciem Túam a nóbis
et allisísti nos in mánu iniquitátis nóstrae.
Roráte...
Vide Dómine afflictiónem pópuli Túi,
et mítte quem missúrus es:
emítte Agnum dominatórem térrae,
de Pétra desérti ad móntem filiae Síon:
ut áuferat ípse júgum captivitátis nóstrae.
Roráte...
Consolámini, consolámini, pópule Méus:
cito véniet sálus túa:
quare moeróe consúmeris, quia innovávit te dólor?
Salvábo te, nóli timére, Ego enim sum Dóminus
Déus túus, Sánctus Israel, Redémptor túus.
Roráte...
https://www.youtube.com/watch?list=PL5tQUBzMjMNxr68Xiedxq6j-UrMf-GmEw&time_continue=5&v=f06qdhO_sEY&feature=emb_logo
Come rugiada scenda dal cielo/ Come rugiada scenda dal cielo,/ dall’alto venga chi renda giustizia./ Non adirarti Signore, non soffermarti/ sulla nostra inettitudine./ Ecco io sono come una città desolata,/ vuota è questa mia vita;/ come abbandonato io mi sento,/ questa creatura fatta per un destino di/ gioia perfetta e di amore, sì che ogni/ genio ne ha tratto motivo di lode a te./ Abbiamo ceduto al male,/ ci siamo complicati,/ siamo crollati come foglie d’autunno./ Le nostre visioni ci hanno/ trascinato via come vento vorticoso,/ ci hai inariditi/ abbandonandoci alle nostre miserie./ Guarda, o Signore, l’angoscia del tuo/ popolo, manda colui che ci fai così/ aspettare. Mandaci quell’essere dolce e/ forte come dominatore, dalla bruma/ dell’orizzonte fallo comparire agli occhi/ ansiosi di questo mio e tuo essere, perché/ ci liberi lui dalla prigionia./ (Tu, o Signore, mi dici): confortati,/ confortati, o mio popolo, improvvisa verrà/ la tua salvezza. Perché ti struggi/ d’amarezza, per il dolore che ti penetra? Ti/ porterò io a salvezza, non temere; sono/ infatti il tuo Signore, il tuo/ Creatore, l’Ideale tuo, il tuo Redentore.
RispondiEliminaPreghiera alla MADONNA DEL CARMINE per le anime purganti
RispondiEliminaVergine pietosissima del Carmine, voi che siete la gioia della Chiesa trionfante, l'aiuto della Chiesa militante, siete pure il conforto della Chiesa purgante.
Deh stendete dunque la vostra destra pietosa verso tante anime che penano nel fuoco del Purgatorio, e liberatele, facendo sì che presto siano ammesse alla visione beatificante del Cielo.
Ricordatevi, o Santa Vergine, di soccorrere specialmente quelle dei miei parenti e anche tutte quelle che sono più abbandonate e prive di suffragi.
Versate, o pietosissima Signora, in larga copia sopra le spose elette del Signore i meriti del Sangue prezioso di Gesù Cristo affinché restino esse refrigerate nel gaudio eterno.
E voi, Anime benedette che tanto potete presso Dio colle vostre preghiere, deh, intercedete per noi e liberateci da tutti i pericoli di anima e di corpo; proteggete le nostre famiglie, affinché a noi tutti sia concesso di essere ammessi alla eterna beatitudine.
Così sia.