Una situazione aggravata anche della crisi della medicina territoriale che ha avuto esiti devastanti a marzo quando una circolare del ministero della Salute dispensava i medici di base (tutti lasciati privi di validi dispositivi di bio-protezione e terrorizzati da un fraudolento tasso di letalità del virus comunicato dal governo) dalle visite a domicilio che venivano surrogate con una telefonata supportata da un surreale questionario. Il risultato è stato l’aggravamento di tanti pazienti anziani, (che l’anno prima con una bombola di ossigeno, antibiotici e la rassicurante presenza del medico riuscivano a superare la malattia) spediti infine nei “reparti Covid” a morire, in solitudine, per infezioni infezioni ospedaliere.
Un motivo in più per intervistare uno dei pochissimi medici italiani che, che ha disobbedito agli ordini del ministero, invece di starsene a casa, effettuava, in Val Seriana già dall’inizio dell’epidemia, innumerevoli visite a domicilio: Riccardo Munda; medico di base che (risultando “scomodo per il governo” il suo impegno) non solo non è stato premiato con qualcuna delle innumerevoli onorificenze assegnate agli “eroi del Covid” ma è stato pressoché ignorato dai media (qui l’unica intervista RAI, di qualche decina di secondi).
Quindi, a febbraio, quando il governo raccomandava ai medici di base di starsene a casa, lei…
“Io, comprato i dispositivi di bio-protezione di tasca mia, ho continuato a visitare, nelle loro abitazioni, i miei pazienti e anche quelli di altri colleghi. Il risultato è stato: zero ricoveri ospedalieri e zero morti fra tutti i miei mutuati di Selvino (700 persone in un paese di meno di 3.000 abitanti)”
In Val Seriana, nell’epicentro dell’epidemia?! Ma come ha fatto considerato che allora non si conosceva nessuna cura per il Covid?
“Proprio perché non c’era una cura, era fondamentale intervenire subito. E quindi non solo visitare il paziente, ma visitarlo spesso per aiutare il fisico a reagire, calibrando e ricalibrando i farmaci a ogni suo minimo segnale. E cioè l’esatto contrario di quanto veniva ufficialmente consigliato: lasciarlo solo fin quando non riusciva più a respirare e poi farlo ricoverare in terapia intensiva.”
Ma non ha aveva paura di contagiarsi con un virus presentato in TV come l’anticamera dell’obitorio?
“Di certo, non la manifestavo, anche perché non si può trasmettere forza e coraggio ad un paziente se il medico manifesta la paura. Comunque, tengo a precisare, che la mia è la storia di tanti altri medici di base che hanno affrontato l’epidemia facendo il loro dovere. E questo nonostante le indicazioni governative, privi di validi sistemi di bio-protezione e, addirittura, senza poter essere sottoposti al test del tampone. Insomma, l’immagine di quella che si è ridotta ad essere la medicina territoriale in Italia.” - Fonte
Sarebbe bastato il medico di base che visita i suoi pazienti a casa loro e li cura in scienza e coscienza...invece hanno girato un film horror che ha alzato un gran polverone per poter attuare, oscurati dalla polverosa, ansiogena confusione, le loro intenzioni del caxxo, 5G e altre prese per i fondelli dell'italico popolo a cui poter infliggere l'xncxlxtx finale, quella che toglie il respiro.
RispondiEliminaDrammatica realtà che i mass media nascondono
RispondiEliminaTesto della risoluzione presentata in Parlamento da Vittorio Sgarbi.
RispondiEliminaIl Governo revochi lo stato di emergenza.
Un clima di terrore e incertezza inquina i nostri giorni e indebolisce la democrazia.
Da troppi mesi il Governo sta umiliando i cittadini, rendendoli colpevoli e insicuri, oltraggiando i loro diritti, danneggiando pesantemente l'economia del nostro Paese, con scelte avventate e superficiali. Scienziati liberi e illuminati, rei di aver raccontato una verità diversa da quella proposta dai media, sono osteggiati e screditati e i risultati dei loro studi, essenziali per tracciare il corso reale della pandemia - mentre si fa opprimente l'assenza di certezze scientifiche sulla trasmissione del virus, sulle diagnosi, sullo sviluppo di un vaccino - sono ignorati e i loro contributi rifiutati, a vantaggio di un manipolo di esperti, in odor di conflitto di interessi.
Non è più possibile tollerare tutto questo. Non è più concepibile, in ossequio alla dignità storica e politica di questo Paese, rimandare una ferrea reazione alle azioni di un regime di cartapesta e miseria umana, di cui la mozione a prima firma Gelmini - che vuole ridurre gli italiani a delle cavie, introducendo
l’obbligo del vaccino antinfluenzale e realizzando una capillare campagna di propaganda pro-vaccinale - esprime pienamente il senso.
Per contrastare l'ennesimo provvedimento scellerato e coercitivo, giustificato da dati statistici a dir poco opinabili che tiene conto di un numero di decessi annui in linea con quelli passati e che si fonda su motivazioni ridicole, sia dal profilo scientifico che logico, ho deciso di presentare una risoluzione da abbinare alla mozione Gelmini. Un atto utile a recuperare lucidità, che abbia la forza di sgretolare l'ormai insopportabile propaganda governativa, ridotta alla narrazione del reale, per impegnare il Governo a:
... segue
RispondiElimina1) non imporre alcun ulteriore obbligo vaccinale, compresa la vaccinazione anti-influenzale, garantendo, nei limiti delle proprie prerogative, che le Regioni non impongano ulteriori obblighi vaccinali;
2) revocare le politiche di “distanziamento sociale”, espressione abusata e ributtante, e ad impedire, nei limiti dei suoi poteri, ogni forma di repressione del dissenso, garantito dalla Costituzione come parte del sano dibattito democratico. Non è più tollerabile la condanna all'inciviltà, imposta da media e governo, verso chiunque esprima una fondata ed attenta opinione in contrasto con l'imposta lettura di Stato;
3) revocare lo stato di emergenza nazionale, sospendendo immediatamente lo stato di eccezione a cui solamente gli italiani, tra tutti i popoli europei, sono sottoposti, riconducendo il Paese alla strada della normalità, sciogliendo immediatamente tutti gli organi costituiti dal 31 gennaio 2020 per far fronte alla dichiarazione di pandemia dell’OMS ed abrogando, infine, mediante un atto d’urgenza, tutti gli atti normativi che sono stati emanati e approvati per fronteggiare l’emergenza. Termini, qui e ora, la dittatura dei Dpcm.
4) promuovere politiche di prevenzione, quali quelle di carattere non vaccinale, basate sull'utilizzo di terapie non farmacologiche citate in premessa, per affrontare la sindrome autoimmune/infiammatoria denominata COVID-19, e lasciare la libertà di scelta terapeutica al cittadino, nell'ambito della sfera dei suoi diritti costituzionalmente garantiti, di cui all’articolo 32 della costituzione e non derogati in alcun modo nemmeno a fronte di una pandemia dichiarata da un istituto internazionale privato, in tema di prevenzione e quindi di salute intesa come benessere e non solo come cura della malattia;
5) non farsi carico di costi legati a vaccini non funzionanti forniti in seguito ad accordi stretti con GAVI e il fondo IFFIM, annullando tali accordi anche se prossimi alla scadenza;
6) non imporre dispositivi di protezione individuale nelle scuole e quindi a revocare ogni disposizione approvata in tal senso, per contrastare l'oltraggioso trattamento riservato ai giovani studenti;
7) cambiare modo e visione, promuovendo, nella futura politica sanitaria nazionale, un approccio medico basato sulla “teoria del terreno” e non unicamente sulla “teoria dei germi”, al fine di ampliare ed integrare meglio alternative mediche presenti nella società italiana e internazionale, anche al fine di promuovere azioni verso un cambio di paradigma, da sanità intesa come cura della malattia e del malato, alla salute intesa come rimedio, alle cause scatenanti la malattia stessa, favorendo la ricerca e riconoscendo approcci medici anche non allopatici
8) limitare il potere invasivo ed eccessivo delle aziende farmaceutiche, nella fattispecie di quelle produttrici di vaccini per il Covid-19, richiamandole alle proprie responsabilità, nel rispetto dei cittadini, negandogli ogni scudo legale - Astrazeneca compresa - per eventuali danni prodotti dal vaccino, facendosi invece promotore di cause legali nei confronti delle stesse a fianco del cittadino danneggiato, affinché ad esso sia garantita la disponibilità e le risorse dell'Avvocatura di Stato, utili a poter ottenere il giusto risarcimento.
9) non rendere, in alcun modo, disponibili a soggetti privati, enti privati di ricerca o aziende farmaceutiche, il plasma raccolto da donatori guariti."
Ciao Mic, ti chiedo di annullare la risposta al post delle donne in macchina che ho inviato pochi minuti fa. Scusa e grazie.
RispondiEliminaRicapitolando:
RispondiElimina-qualcuno ai piani alti sapeva di strane polmoniti da almeno dicembre 2019
-a fine gennaio il premier Conte dichiarava ‘siamo pronti’ ad affrontare l’epidemia
-il 31 Gennaio il consiglio dei ministri dichiarava l’emergenza nazionale per sei mesi, che veniva riportata sulla gazzetta ufficiale del 1 Febbraio, il che permette di capire che la gravità della situazione fosse nota
-a fine febbraio il paziente 1 a Codogno, scoperto "per caso" da un medico che per scrupolo deroga dai protocolli suggeriti.
-zona rossa nel lodigiano, mentre impazza l'apericena a Milano abbracciando i cinesi.
-comitato tecnico scientifico secretato e niente zona rossa ad Alzano
-poi la tragedia, con persone intubate e basculanti, scoprendolo poi inutile e dannoso.
-corsa ai ventilatori, ordine di non fare autopsie, sfilate di camion verso i crematori.
-ostacoli all'idrossiclorochina, ai farmaci anticoagulanti, alle terapie sierologiche...
-pian piano si è compreso che non c'è contagio se ci si incontra sfiorandosi per strada.
Per essere contagiati ci vuole un tempo di contatto interpersonale stretto con persone positive e sintomatiche (influenzati). Infatti muoiono dottori e infermieri, in prima linea senza le necessarie protezioni.
Insomma:
-il problema c’è e ci sono stati errori -giustificabili in emergenza- nel farvi fronte.
-non è un contagio così automatico e “magico”, da prendere “per caso”: adesso lo si sa.
-essere positivo non è sinonimo di malato e nemmeno -da asintomatici- di pericolo pubblico.
-i numeri tragici sono dipesi dalla mancanza iniziale di protocolli terapeutici efficaci.
-se curato convenientemente, il male nella maggior parte dei casi è guaribile.
-in molti casi è trattabile a domicilio, senza dover ricorrere alla terapia intensiva.
-non sono stati ancora chiariti i motivi dei picchi di mortalità in certe aree.
-non sono state studiate alcune potenziali correlazioni che potrebbero dare risposte.
-circa l'intero territorio nazionale, si è esagerato nell’alimentare la paura.
Perché sin dall'inizio di tale "pandemia" si é sempre costantemente parlato di adattarsi ad una "nuova normalità"? Lo slogan "nulla sará più come prima" ve lo ricordate?
RispondiEliminaE perchè mai? Non si sarebbe dovuto piuttosto affermare "ritorniamo alla normalità di sempre", come già accaduto dopo le pandemie del passato?
Come mai invece stavolta, vi é stato sin da principio un bombardamento costante sul fatto che bisognasse accettare tale "nuova normalità"?
Forse perchè stiamo parlando di una infodemia che funge da pretesto per dei cambiamenti?
Non sia mai, non osate pensarlo, piccoli complottisti che non siete altro, è tutto fatto per tutelare la vostra salute!
Pensate se tutti questi investimenti in amuchine, maschere, farmaci, vaccini, tamponi, banchi rotanti ecc fossero stati dedicati a paesi dove si muore di fame... avremmo sfamato l'Africa.
Ma è meglio pagare i virologi per dire amenitá e i giornalai per il conteggio quotidiano dei contagi del nulla cosmico.
Ce n'è più bisogno effettivamente.
Un mondo di pazzi scellerati.
POVERO BOJO
RispondiEliminaBojo: sei un grande outsider, hai un ego churchilliano, ciceroneggi fluently in latino - anche se con un accento orribile gabellato per "pronuntia restituta" - ma stavolta l'hai fatta fuori da vaso: ci hai messo nello stesso mazzo dei crucchi per dire che, se dalle nostra bande le cose con il Covid vanno meglio che in Inghilterra - per ora - la cosa si spiega con il fatto che "gli inglesi amano di più la libertà."
Primo ministro, mio padre nel 1963, vide un giardiniere berlinese innaffiare un'aiola sotto la pioggia, perchè - così gli disse - "Questi sono i miei ordini." - la frase mi ricorda qualcosa - ma ti assicuro, e tu lo sai benissimo, che in Europa non esiste popolo più felicemente allergico a regole e imposizioni di quello italiano. Basta che non ci sia di mezzo la vita. E allora non è che diventiamo crucchi. Ci ricordiamo di essere cattolici. E non sfidiamo il Cielo. Perchè è una partita persa.
Biagio Buonomo
De Luca, ormai satrapo della Campania, impone la mascherina all'aperto. I campani che non vogliono girare con la museruola possono denunciare i pubblici ufficiali che multano i cittadini violando le leggi dello Stato sul divieto di girare a volto coperto.
RispondiEliminaE così si chiude il cerchio dei comuni che vanno a caccia di soldi .
RispondiEliminaFate attenzione: Comuni a caccia di soldi.
https://www.youtube.com/watch?v=XlpczAiZprs
RASSEGNA STAMPA - Commento del Giorno 15 settembre 2020
di Pier Luigi Bianchi Cagliesi.
TESTIMONIANZA DI UN'INSEGNANTE
RispondiElimina"Oggi pomeriggio ho fatto lezione e...
Un corso di arte oratoria.
Oggi è il mio ritorno in questa scuola, incontro questi studenti per la prima volta.
Ho di fronte a me 30 studenti mascherati. Apro il mio corso con un preambolo che mi sembra opportuno e importante fare: ′′Non indosso una maschera, sto lontana da voi. Ne indosso una al momento. Vi invito a sentirvi pienamente LIBERI, sia di tenerla che di toglierla. Vi invito a fidarvi di ciò che sentite SOLO e BUONO da fare per voi, per la vostra salute, per la vostra comodità. Siete tutti importanti, adulti responsabili, capaci di scegliere. Siate certi che non ci sarà alcun giudizio ′′bene o male′′ che decidiate di tenerla o toglierla."
Oggi pomeriggio ho due gruppi di 30 studenti. Su questi 60 studenti, alcuni si sono sentiti autorizzati a metterla sotto il naso e due o tre a toglierla.
Una studentessa mi chiede se ho il diritto di fare quello che sto facendo. Gli rispondo che faccio la SCELTA di fare quello che sto facendo.
La stessa studentessa mi dice che indossa la maschera per proteggere, secondo lei, le persone vulnerabili.
′′Chi?′′
I miei nonni
′′Va bene, siamo in classe qui... ′′
Poi dico loro che se fossi malata non sarei lì ad animare questo corso di fronte a loro. Il corso verrebbe annullato o si terrebbe a distanza.
E io faccio loro questa domanda ′′e voi siete malati?"
e ora, con una sola voce, mi rispondono:
′′Beh, non lo sappiamo signora...", ′′Non lo sappiamo!"
Mi fermo per un attimo, li guardo e dico loro: ′′Vi chiedo di nuovo, penso che mi abbiate fraintesa:
"Siete malati?′′ La mia vita è una vita.
Nessuna risposta da parte loro.
Che significa? ...
Significa che nella testa di questi studenti, che hanno tutti una ventina d'anni, se un test o qualsiasi altro elemento esterno non gli ha detto che sono malati, non sono in grado di rispondere a questa semplice domanda. Non sanno di poter valutare da soli lo stato del loro corpo e sondare se ci sono sintomi (febbre, mal di testa o altro). Non sanno di potersi fidare della lettura del loro stato. Oggi per rispondere a questa domanda, per loro ci vuole un test PCR.
Ho fatto lezione a studenti che, coi 40 gradi che c'erano questo pomeriggio nella nostra classe non climatizzata, si sono costretti a indossare la mascherina. Per scelta? Per convinzione? Allora va bene. Anche questo accade più spesso, come per i genitori, per obbligo. Per ignoranza. Per incapacità di fidarsi di ciò che potrebbero ritenere giusto, buono, ragionevole, di buon senso o sano per loro.
Li ho spinti su un primo esercizio pratico di presa di parola in pubblico. Dovrei valutare il loro talento oratorio. Mi sono messa in fondo alla stanza, a distanza da loro e li ho guardati, li ho ascoltati fare questo esercizio mascherati, e ora... ho pensato che tutto questo non avesse alcun senso. Quello che stavo passando lì non aveva più alcun senso. Io che di solito amo questo corso (lo tengo da 4 anni), oggi non ho avuto alcun piacere.
Parlare, comunicare, l'arte oratoria è respirare, è scambiare, è il lavoro della voce, è il respiro, è la gestualità, è la postura, è il movimento, insomma non solo la bocca ma anche tutto il nostro corpo che si impegna in un atto di parola.
Torno a casa triste, sconsolata.
Ho misurato tutta la portata, l'entità degli effetti della manipolazione su questi cervelli.
Tutto questo non ha alcun senso.
Nessuno."
Covid-19 - Amici miei, possiamo contare sui nostri giovani e sui genitori dei bambini che si impediscono di respirare tutti i giorni a scuola? Vedete ribellioni nei vostri alloggi, municipi, negozi? Dimostrazioni e proteste per strada per dire NO alla dittatura sanitaria..."
Una cosa che ci ha particolarmente colpito di questi mesi sono i messaggi quasi identici di tante persone che ci arrivano in privato.
RispondiEliminaOvvero: "io son d'accordo con voi ma nella vita di tutti i giorni mi sento così alienato, se provo a espormi finisco messo all'angolo".
Cari, purtoppo questa situazione puó portare a fare incrinare tanti rapporti umani e ci rendiamo conto che ció non è bello. Le persone si dividono, si possono perdere amicizie, rapporti professionali e persino familiari.
È in atto una sorta di ipnosi collettiva, i miti fondativi sono così, diventano dogmi, escludono dal circuito chi contesta la narrazione e creano un clima dove quasi tutti, anche i perplessi, si adattano per quieto vivere.
A marzo in piena "pandemia" scrivemmo questo, è fondamentale capire tale passaggio:
"Una cosa è certa: ogni mito fondativo è sottratto all'orizzonte critico dell'ordine razionale che istituisce, essendone il fondamento.
Di questi miti fondativi (storici, scientifici, politici) che non si possono discutere, ne conosciamo vari e numerosi, e non è il caso di elencarli. La pena è sempre la stessa: l'esclusione dalla società in tutti i modi in cui la società può escludere, in maniera tanto più grave quanto la voce che parla può essere considerata autorevole.
Possiamo concludere dicendo che dichiarazione di incomparabilità e sottrazione alla possibilità di critica sono le condizioni necessarie affinché un evento possa diventare mito fondativo, ossia il punto zero di un ordine che da esso prende origine sia simbolicamente che sotto l'aspetto della legittimazione.
Quando sul Virus non si potrà più discutere, pena la stigma sociale e l'esclusione/reclusione/ritorsione, il Virus sarà entrato nella mitologia, e noi in un nuovo ordine.