Nella mia famiglia d’origine si leggevano le vite dei Santi ed era sempre un momento bellissimo e formativo, in seguito ho continuato a leggerle. La mia passione per la Storia mi ha portato a scegliere, dopo il liceo, la facoltà di Lettere e Filosofia con indirizzo storico con un piano di studi ricco di Storia del Cristianesimo e Storia della Chiesa. La mia tesi di laurea, sugli scritti della vandeana Giulia Colbert, marchesa di Barolo, oggi venerabile, venne pubblicata nel 1992 e da allora la passione si è tramutata in professione, è così che sono uscite molte biografie di testimoni del Vangelo e libri-indagine sulla Storia della Chiesa e sull’Arte Sacra, che sono stati tradotti anche in diverse lingue. Quando nacque il primo figlio, mi licenziai, in comune accordo con mio marito, dalla redazione del settimanale cattolico «il nostro tempo» dove lavoravo, in quanto la famiglia viene prima di tutto, se si sceglie questo stato di vita; ma grazie agli strumenti informatici attuali, in questi trent’anni, è stato possibile proseguire nella ricerca, nello studio, nell’attività editoriale e giornalistica. La Provvidenza, chiaramente, è stata ed è determinante.
2. Soprattutto dal Pontificato di Giovanni Paolo II, il numero delle beatificazioni e canonizzazioni è cresciuto enormemente e, soprattutto, di processi che sollevano seri dubbi, come quello di Mons. Óscar Romero, beatificato e canonizzato nel pontificato di Papa Francesco, o la possibile beatificazione del controverso Mons. Hélder Pessoa Câmara, ex Arcivescovo di Olinda e Recife, in Brasile, noto promotore del modernismo, in particolare della Teologia della Liberazione. Come vede tutto questo?
Tutto ciò rientra in un contesto che possiamo definire «fenomelogia del modernismo», una patologia della Chiesa iniziata nell’Ottocento e condannata da San Pio X con l’Enciclica Pascendi Domini Gregis, un ‘eresia («sintesi di tutte le eresie» venne chiamata da papa Sarto), che pretendeva di assoggettare la Chiesa alle istanze liberali e relativiste del pensiero secolarizzato; ma la condanna papale non fu sufficiente ad estirparla ed ecco che quelle istanze penetrarono nel Concilio Vaticano II e da cinquant’anni a questa parte la Chiesa è stata rivoluzionata in tutte le sue forme, anche dottrinali e catechetiche, compreso, quindi, l’aspetto agiografico, per cui, in molti casi, si reputano meritevoli di innalzare all’onore degli altari figure politicamente considerate interessanti, a discapito della disamina delle virtù in grado eroico, requisito che è sempre stato considerato essenziale nei processi di beatificazione e canonizzazione.
3. Nell’anno che segna il centesimo anniversario della morte di Santa Jacinta Marto, sorella di San Francisco Marto e cugina di Suor Lucia, veggenti di Fátima, cosa dobbiamo imparare, oggi, dal suo esempio?
Mentre il mondo combatte una guerra politico-sanitario-economica, innescata dal Covid-19, si celebra il centenario, come Lei ben ricorda, della morte, a dieci anni, di santa Jacinta Marto (Aljustrel, 11 marzo 1910 - Lisbona, 20 febbraio 1920) a causa della pandemia del virus della Spagnola (influenza H1N1), malattia che colpì anche suo fratello Francisco. L’innocente volontà di Jacinta di dedicarsi completamente, dopo le apparizioni di Nostra Signora di Fatima, alla preghiera, alla recita del Santo Rosario, alle penitenze, si completò con il sacrificio della sua stessa vita per i «poveri peccatori», per la Chiesa e per il Papa. Fino al momento delle apparizioni dell’Angelo del Portogallo (1916) e quelle di Nostra Signora di Fatima (2017), ella era stata una bimba solare, allegra, spensierata, che amava cantare e ballare; poi si trasformò e divenne, come stanno a dimostrare sia le testimonianze che le fotografie che la ritraggono, serissima, solo più dedita alla conversione dei peccatori e a salvare le anime dall’Inferno. Ecco, santa Jacinta insegna ad avere uno sguardo soprannaturale, meno legato al mondo e alle sue miserie, avere un’attenzione verticale e non orizzontale. La santità di Jacinta non è quella da “salotto”, da fraternità mondiale, ma, come tutti i Santi di Dio, incita e sospinge alla conversione della propria anima e della propria vita in nome e per amore di Cristo, unico portatore della Verità e della Salvezza eterna.
Il profilo che Lucia tratteggia della cuginetta è straordinario: è il ritratto dei puri di cuore. «Se sapessero…» ripeteva sempre, pensando agli uomini dei tempi moderni. Sapessero che cosa? «Che gli atti di questa vita terrena hanno una valenza eterna. Questo è il grande problema dell’uomo di oggi: non sapendo più che cosa sta a fare al mondo, cerca affannosamente il senso delle cose, senza mai trovarlo», ha scritto, nel libro Giacinta (Etabeta) il monaco padre Serafino Tognetti dei Figli di Dio.
4. In un articolo pubblicato, nell’«aprile 2020, su Corrispondenza Romana, ha fatto riferimento al felice aumento – durante il periodo di lockdown causato dal COVID-19 – del numero di sacerdoti che hanno contatti con la Messa Gregoriana e con tutta la liturgia precedente al Concilio Vaticano II. Al contrario, ritiene che l’attuale liturgia, manifestamente vicina ai culti protestanti, educa alla santità?
Il Novus Ordo, come dimostrano seri studi teologici e storici, è stata chiaramente una rivoluzione liturgica - operata in primis da monsignor Annibale Bugnini (1912-1982) - per avvicinare la Messa allo spirito protestante; il risultato è stato tragico: sempre meno fedeli in chiesa, sempre più confusione, sempre meno fede. Il sensus fidei delle anime, sia di chi ha una vocazione sacerdotale o religiosa, sia dei laici, porta in maniera direi naturale e fisiologia alla Santa Messa della Tradizione: è sufficiente assistere ad una Santa Messa in Vetus ordo per accorgersi della sostanziale differenza (come non notare la concentrazione del sacerdote e la concentrazione dei fedeli di fronte al Mistero eucaristico? Persino i bambini piccoli rimangono attenti e in silenzio: è l’effetto della sacralità che si respira nell’aria). È l’intentio liturgica non tradita che rimanda ad una fede autentica, dove gesti, parole, segni e simboli concorrono a creare una sinfonia religiosa armonica, perfetta nella sua bellezza e integrità, a cominciare dal rivolgere lo sguardo verso Dio e verso il Tabernacolo e non verso l’assemblea (per usare il termine caro al linguaggio cattolico protestantizzato). Nella Messa di sempre al centro c’è solo il Santo Sacrificio dell’altare e nulla più, senza distrazioni antropocentriche.
5. Più recentemente, precisamente nel Pontificato di Bergoglio, c’è stata una manipolazione della vita e dell’azione di San Francesco d’Assisi. Nell’enciclica Fratelli tutti [vedi], Bergoglio pone sullo stesso piano del “poverello d’Assisi” figure come Martin Luther King, Desmond Tutu e Mahatma Gandhi . Secondo Lei, cosa si intende con questo?
Non esisteva per san Francesco fratellanza se non in Cristo Signore. San Francesco parlava, scriveva, predicava, andava in missione per convertire: il suo unico scopo fu quello di vivere in Cristo per portare Cristo alle genti e fece copiose mietiture di anime. San Francesco non può essere messo in relazione né con Martin Luther King, né Desmond Tutu, né con Mahatma Gandhi... Chi oggi parla in nome di san Francesco non vuole convertire, ma affratellare attraverso uno spirito globalista e relativista, dove le religioni sono poste tutte allo stesso livello, senza più considerare la Via indicata dal Figlio di Dio, che è Verità e Vita. Con evidenza plastica e senza ambiguità siamo di fronte alla mistificazione di una delle personalità della storia della Chiesa più imponenti, così come ho spiegato, con le Fonti Francescane alla mano, e senza nessun’altra interpretazione, nella biografia storico-spirituale San Francesco. Una delle figure più deformate della storia (Sugarco Edizioni).
Ricordo che il titolo dell’enciclica di papa Francesco, Fratelli tutti, è tratta da una precisa ed esplicita citazione delle sue Ammonizioni: «Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore, che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce. Le pecore del Signore l’hanno seguito nella tribolazione e nella persecuzione, nella vergogna e nella fame, nell’infermità e nella tentazione e in altre simili cose, e per questo hanno ricevuto dal Signore la vita eterna. Perciò è grande vergogna per noi, servi di Dio, che i santi hanno compiuto le opere, e noi vogliamo ricevere gloria e onore con il raccontarle e predicarle» (VI, 1-3, FF 155). San Francesco, che si definiva «cattolico» (per differenziarsi dalle eresie del suo tempo, in particolare quella catara e quella valdese), che parlava di Santissima Trinità (per non indurre a confusioni con il Dio degli ebrei e l’Allah dei musulmani), che fu il primo ad aver avuto impresse sulla sua carne le piaghe di Nostro Signore, è stato Alter Christus, venuto nel mondo per convertire le anime, pagare personalmente il suo prezzo per i peccatori e restaurare la Chiesa in Cristo.
6. Infine, vorremmo chiederLe di indirizzare un messaggio ai nostri lettori di lingua portoghese.
Con molto piacere, grazie. La Vostra nazione mi riporta a vicende storiche a me molto care: ai Vostri grandi, coraggiosi e cattolici primi sovrani, Alfonso I e Mafalda di Savoia, sui quali ho compiuto approfonditi studi, scoprendo che la dinastia Savoia (io sono nata a Torino) è legata a doppio nodo al Portogallo, anche alle apparizioni di Fatima, come ne ho parlato nel libro Fatima e la passione della Chiesa (Sugarco Edizioni) e a novembre di quest’anno uscirà il saggio Casa Savoia e la Chiesa. Una grande, millenaria Storia europea con documenti inediti e un intervento di Re Simeone II di Bulgaria (Sugarco Edizioni), dove anche in questa circostanza ho parlato a lungo dei legami fra il Portogallo e Casa Savoia. Il Signore ha voluto che nasceste in una nazione privilegiata: lì ha vinto il cattolicesimo contro l’Islam, lì è apparsa Nostra Signora di Fatima e lì, come la Madonna ha dichiarato, si «conserverà il dogma della fede...». Proprio per queste divine ragioni son certa che i portoghesi rimasti cattolici saranno fedeli alla Regina del Cielo e concorreranno nel sostenere la Chiesa militante della Tradizione, attraverso la quale non c’è confusione e non c’è apostasia, ma solo certezze di Verità, quella Verità che conduce alla vera pace delle anime, delle famiglie e delle nazioni, proprio come hanno insegnato Gesù, i suoi apostoli e i suoi santi, fra cui Francesco d’Assisi. - Fonte
Avete notato che lo storico sito www.unavox.it non è più stato aggiornato da fine agosto?!?
RispondiEliminaNe conoscete il motivo?
Grazie .
Purtroppo il titolare ha problemi di salute da alcuni mesi. C'è stato un breve periodo in cui il sito è stato aggiornato, poi più niente. Preghiamo per la guarigione del dr Calogero Cammarata, grazie.
RispondiEliminaPerché guarisca e si ravveda, avendo vomitato per anni veleno e liquame contro diversi uomini di chiesa
EliminaCertamente lo ricorderemo nella preghiera, augurandogli ogni bene!
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