Sotto questo profilo, possiamo ormai ritenere che la privazione della Sacra Porpora e la riduzione allo stato laicale siano diventate esecuzioni sommarie, a fortissimo impatto mediatico a favore dell’immagine di chi le commina, al di là delle responsabilità morali e penali dei condannati. Il signor McCarrick, accusato di crimini gravissimi, è stato condannato direttamente dal Papa, senza che gli atti processuali e le testimonianze che lo riguardano venissero resi di pubblica ragione. Con questo escamotage Bergoglio ha voluto dare un’immagine di sé che tuttavia contrasta con la realtà dei fatti, dal momento che la sua presunta volontà di «far pulizia» in Vaticano mal si concilia con l’essersi circondato di personaggi ampiamente compromessi – ad iniziare proprio da McCarrick – affidando loro incarichi ufficiali, per poi cacciarli non appena venivano alla luce i loro scandali. E su tutti costoro, come ben sanno quanti frequentano la Curia, già pesavano gravi sospetti se non addirittura prove circostanziate di colpevolezza.
A conferma della strumentalità, anzi della pretestuosità dell’azione moralizzatrice bergogliana, vi sono i casi di persone integerrime e del tutto innocenti, alle quali non è stata risparmiata l’infamia del discredito, l’esposizione mediatica, la gogna giudiziaria: pensiamo solo al caso del Cardinal Pell, abbandonato a se stesso in un processo farsa allestito da un tribunale australiano, e per il quale la Santa Sede si è astenuta da qualsiasi intervento che pure sarebbe stato doveroso. In altri casi, come ad esempio quello di Zanchetta, Bergoglio si è speso in una difesa ad oltranza del suo pupillo, giungendo addirittura ad accusare di falsa testimonianza le vittime del Prelato, promosso poi ad un incarico di alta responsabilità all’APSA appositamente creato per lui. Ed oggi Galantino e Zanchetta sono de facto gli amministratori dell’intero patrimonio della Santa Sede ed ora anche del portafoglio della Segreteria di Stato. E che dire di personaggi impresentabili come Bertone e Maradiaga, Peña Parra e Paglia? Scandali viventi…
Lasciamo quindi da parte innocenti e colpevoli, accomunati dal linciaggio indotto ad arte da chi se ne voleva sbarazzare o perché si erano dimostrati poco inclini al compromesso, o perché il loro zelo per la causa di Santa Marta li aveva indotti ad una pericolosa disinvoltura nella certezza dell’impunità. Persone di specchiata onestà e di grande fede come Ettore Gotti Tedeschi o il Cardinal Pell, senza dimenticare Eugenio Hasler e i meri esecutori di Becciu in Segreteria di Stato, sono stati trattati peggio di un abusatore seriale come Theodore McCarrick o di un (presunto) maneggione come Becciu. E c’è da credere che il fastidio di avere dei collaboratori onesti e incorruttibili abbia determinato la loro cacciata, così come la ricattabilità di collaboratori immorali e disonesti sia stata considerata una sorta di garanzia della loro fedeltà e del loro silenzio. Il tempo ha dimostrato che i galantuomini hanno subito con dignità l’ingiustizia senza gettare discredito sul Vaticano o sulla persona del Papa; vi è da credere che sull’altro versante i corrotti e i viziosi ricorreranno a loro volta al ricatto nei confronti dei loro accusatori, come sempre hanno fatto i cortigiani senza onore.
In questa vicenda recente la costante che si può rilevare è l’atteggiamento di Santa Marta, che da più parti è stato paragonato a quello di una junta sudamericana. Io credo invece che dietro questo stillicidio di scandali che coinvolgono personalità di spicco della Gerarchia e della Curia Romana vi sia la volontà deliberata di demolire la Chiesa stessa, di screditarla dinanzi al mondo, di comprometterne l’autorità e l’autorevolezza davanti ai fedeli. L’operazione a cui stiamo assistendo da ormai sette infaustissimi anni è chiaramente finalizzata alla distruzione dell’istituzione cattolica, tramite la perdita di credibilità, la disaffezione e il disgusto per le azioni e i comportamenti indegni dei suoi membri; un’operazione iniziata con gli scandali sessuali già sotto i Pontificati precedenti, ma che questa volta vede come protagonista, come principale attore proprio colui che siede sul Soglio, e che con le proprie parole e opere è in grado di assestare i colpi più devastanti al Papato e alla Chiesa.
La «demitizzazione del Papato» auspicata dai progressisti consiste essenzialmente nella sua ridicolizzazione, nella sua profanazione, ossia nel renderlo appunto profano, non sacro. Ed è inaudito e gravissimo che questa operazione eversiva sia compiuta da chi quel Papato lo detiene e ne indossa, pur goffamente, le vesti. Analogamente, la profanazione della Chiesa è condotta con metodo scientifico dagli stessi vertici della Gerarchia, che si rendono invisi al popolo di Dio e si fanno compatire dal mondo, sotto lo sguardo compiaciuto dei media mainstream.
Questo modus operandi non è nuovo. Esso fu adottato – con minor impatto mediatico ma pur sempre con le stesse finalità – alla vigilia della Rivoluzione Francese. Rendere odiosa l’aristocrazia; corrompere la nobiltà con vizi sconosciuti al popolo; sradicare il senso di responsabilità morale nei confronti dei sudditi; provocare scandali e fomentare l’ingiustizia verso i più deboli e i meno abbienti; asservire la classe dominante agli interessi delle sette e delle logge: questa fu la premessa, creata ad arte dalla Massoneria, per suscitare il discredito della Monarchia e legittimare le rivolte delle masse, predisposte da pochi sediziosi al soldo delle Logge. E se i nobili non cadevano nella trappola del vizio e della corruzione, i cospiratori potevano accusarli delle nefandezze altrui e condannarli al patibolo sotto la spinta dell’odio coltivato nei ribelli, nei delinquenti, nei nemici del Re e di Dio. Una turba di infami che non aveva nulla da perdere e tutto da guadagnare.
Oggi, dopo oltre due secoli di tirannia del pensiero rivoluzionario, la Chiesa è vittima dello stesso sistema adottato contro la Monarchia. L’aristocrazia della Chiesa è corrotta come e forse più dei nobili francesi, e non comprende che questo vulnus alla sua reputazione e alla sua autorità è la premessa necessaria alla ghigliottina, al massacro, alla furia dei ribelli. E anche al Terrore. Ci pensino bene i moderati che credono che un prossimo Papa solo leggermente meno progressista rispetto a Bergoglio possa sedare gli animi e salvare il Papato e la Chiesa. Perché l’odio teologico dei nemici di Dio, una volta eliminati i buoni Pastori ed allontanati i fedeli, non si fermerà dinanzi a chi oggi deplora il Pontificato presente ma ne difende la matrice conciliare: i conservatori che credono di poter prendere le distanze tanto dai modernisti quanto dai tradizionalisti faranno la fine dei Girondini.
«Mundamini, qui fertis vasa Domini», dice la Sapienza (Is 52, 11). L’unico modo per uscire dalla crisi della Chiesa, che è una crisi di Fede e di Morale, è riconoscere la deviazione dalla retta via, ripercorrere a ritroso il cammino intrapreso e riprendere la strada che Nostro Signore ha segnato con il Suo Sangue: la via del Calvario, della Croce, della Passione. Quando i Pastori avranno non l’odore delle pecore [qui] ma il soave profumo del Crisma con il quale sono stati resi simili al Sommo ed Eterno Sacerdote, essi saranno nuovamente conformati al divino modello di Cristo, e con Lui sapranno immolarsi per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Né il divino Pastore farà loro mancare la Sua Grazia. Finché essi vorranno piacere al mondo, sarà il mondo a compensarli con i suoi inganni, le sue menzogne, i suoi vizi più abbietti. La scelta, in fondo, è sempre radicale: la gloria eterna con Cristo o la dannazione eterna lontano da Lui.
+ Carlo Maria Viganò, su La Verità 2 ottobre 2020
https://www.lifesitenews.com/news/us-election-will-decide-if-democracy-or-dictatorship-leads-world-cardinal-mueller-warns
RispondiEliminaDopo Mons. Viganò, anche il Cardinal Müller.
RispondiEliminaLa Segreteria di Stato ha altri problemi.
Questa lettera di mons. Viganò passerà alla storia. Sintetizza in modo mirabile la situazione del pontificato Bergogliano e del Vaticano odierno. E' in grado di far aprire gli occhi anche a chi continua a dormire. Chi per altre ragioni continuerà a difendere Bergoglio finirà nel ridicolo, travolto dall'onda di scandali e dal fango dell'infamia.
RispondiEliminahttps://www.iltimone.org/articoli-riviste/esclusivo-cardinale-pell-le-mie-prigioni/
RispondiEliminaL’ex segretario dell’economia vaticana, assolto dalla condanna di pedofilia, racconta i suoi mesi di carcere. Una testimonianza che scuote la Chiesa.
I tiranni sono arrivati
RispondiEliminaIo non parlerei di dittatura, ma di tirannia. La prima in tempi cattivi può essere anche necessaria, per esempio in caso di guerra, la seconda è sempre cattiva perché prevede un dominio perverso di alcuni sul popolo.
La Chiesa in casi eccezionali può appoggiare una dittatura, ma non può mai farlo con una tirannia.
La Chiesa post conciliare, neomodernista e liberale è invece ora completamente protesa ad aiutare e facilitare l'instaurazione della peggiore tirannia che la storia abbia visto. È la peggiore perché è in grado di pervadere le nostre menti con la tecnologia e la falsa informazione, e le nostre coscienze per mezzo di un falso cattolicesimo.
I capi religiosi e politici ci hanno dichiarato guerra, e l'unica arma per rispondere è la fede vera, non certamente la fede neomodernista che da De Lubac ai papi post conciliari ha rinchiuso quel poco cattolicesimo rimasto in un angoletto, ad occuparsi di difesa della vita e fame nel mondo. Ma la fede vera e invincibile dei nostri padri, quella della volontà indistruttibile di instaurare omnia in Cristo.
Non c'è altra arma, non c'è altra via di uscita.
Inutile e dannoso voler ancora cercare un angoletto di pace, voler ancora moderare e cercare la diplomazia. Perché siamo in guerra, e chi in tempo di guerra cerca ancora il suo angoletto di pace, non è un pacifista, ma un disertore.
ER
Ottimo, spada a doppio taglio che penetra a separare fino al midollo delle ossa il bene dal male, il conciliovaticansecondo dai Concili di 20 secoli, il linguaggio di Mons.Viganò è quello della Chiesa, e se un tempo un Concilio disse che Pietro aveva parlato per bocca di un Papa successore, oggi Pietro parla attraverso l'Arcivescovo. Grazie.
RispondiElimina@ER; veda, caro amico, cosa diceva già due anni or sono Francesco Lamendola, anticipando la drammatica situazione odierna e l'ancor più drammatico scenario del prossimo futuro:
RispondiElimina“Non era facile capire il diabolico inganno, vedendo che tali autorità, fiancheggiate da un esercito di giornalisti, insegnanti, amministratori pubblici e soprattutto magistrati, confermavano, con i loro discorsi e con le loro azioni, la linea indicata dalle autorità più alte,…Come pensare che un presidente della Repubblica stia tradendo il suo stesso popolo, come pensare che un papa stia tradendo la Chiesa, come pensare che i capi delle Nazioni Unite stiano tradendo l’umanità? ipotizzare una congiura diffusa e operante a livello planetario; E tuttavia, la congiura c’è. C’è un disegno mondiale per ridurre l’umanità in schiavitù”
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/contro-informazione/le-grandi- menzogne-editoriali/6988-reagire-allo-scoraggiamento
“Fino a dove sono disposti ad arrivare? Fino alla guerra civile? Fino all’implosione e alla dissoluzione della nostra società? Fino alla sostituzione della sua popolazione, della sua civiltà, della sua cultura, da parte di milioni e milioni di africani e asiatici di fede islamica? Fino a varare delle leggi liberticide, come del resto stanno già facendo, che toglieranno il diritto di parola, di associazione, e anche di pura e semplice opinione?...Hanno messo le mani su tutto il sistema dell’informazione e della cultura, della scuola, dell’università….Si andrà allo scontro, inevitabilmente…. Teniamoci pronti”
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/contro-informazione/le-grandi- menzogne-editoriali/6701-fin-dove-sono-disposti-ad-arrivare
“Nel giro di alcuni anni, all’incirca una generazione, siamo stati derubati di tutto: come europei, della nostra civiltà, della nostra tradizione, delle nostre stesse radici; come cristiani e cattolici, della nostra chiesa, della nostra dottrina e della nostra fede. E a perpetrare il furto sono state le massime autorità: …A macchiarsi di questo inaudito tradimento…sono stati i capi di Stato e di governo, da una parte, i papi, i cardinali, i vescovi e una parte del clero, dall’altra.”
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/contro-informazione/le-grandi- menzogne-editoriali/7119-arrendersi-all-apostata
“La situazione in cui si trovano oggi i cattolici somiglia, per molti aspetti, alla situazione in cui si trovano i cittadini degli Stati europei: gli uni ingannati e traditi dal clero, gli altri ingannati e traditi dalle autorità statali”
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/7282-dobbiamo-reagire
"con l’iniquo piano per il quale allorché il Pastore viene colpito le pecore siano disperse."
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RispondiEliminaUn'analisi sempre estremamente lucida quella di mons. Viganò: una sola osservazione, se mi è permesso, peraltro ricorrente:
"l'iniquo piano" (massonico) causa di tutto?
Nell'esempio storico concreto: causa unica della corruzione dei costumi diffusa nell'aristocrazia francese, tale da portare alla o comunque favorire grandemente la Rivoluzione?
Vediamo. Luigi XIV e Luigi XV non furono certo mariti esemplari, esempi viventi del matrimonio cattolico, che loro, in quanto "unti del Signore", avevano il dovere di rispettare in tutti i modi. Famose sono le "favorite" di Luigi XIV. Luigi XV era addirittura afflitto da "mandrillismo", per così dire, non se ne faceva scappare una. I matrimoni dei principi erano imposti dalla ragion di Stato e spesso risultavano infelici, quindi, chi poteva, si sfogava extra moenia. Luigi XV aveva un maggiordomo che gli procurava le donne, a decine. Attentava anche alle donne sposate. Ci fu una che restò famosa perché rifiutò le avances del re, dicendo di voler restare fedele a suo marito.
E arrivo al punto: dobbiamo pensare che questi augusti e pessimi esempi di vita corrotta fossero il risultato dell'"iniquo piano"? Luigi XIV morì due anni prima della nascita della Massoneria speculativa a Londra, lasciando la Francia in condizioni pietose per colpa delle infinite e alla fine rovinose guerre e con una corruzione dei costumi nelle classi alte dilagante, dietro l'ipocrisia dell'osservanza del cattolicesimo ufficiale, fatta di tante cerimonie, Messe, processioni, elemosine....
Ora, "l'iniquo piano" c'è stato certamente, basta leggere p.e. gli studi di Cochin e altri autori di livello ben noti. Ma mi sembra scientificamente del tutto inadeguato ricondurre la decadenza della civiltà cristiana e della Chiesa u n i c a m e n t e ad esso. Perché questa è alla fine l'impressione del lettore.
C'è a mio avviso un atteggiamento sbagliato: quello di non considerare mai le cause interne della decadenza di un'istituzione, accanto a quelle esterne. La decadenza della Scolastica, tanto per fare un esempio, non viene forse spesso ricondotta all'attacco portato dall'esterno dal pensiero moderno, scienza compresa e persino allo "iniquo piano"? Ma il pensiero filosofico cristiano cominciò a dissolversi dall'interno con il nominalismo del francescano Occam, che negò l'universalità dei concetti, sostituì il razionalismo tomista con il volontarismo, etc., insomma pose le basi di quel binomio "empirismo-volontarismo" che avrebbe fruttificato nel pensiero laico successivo, soprattutto inglese.
"Lo studio di Occam permette di constatare un fatto storico di fondamentale importanza e che si misconosce costantemente, e cioè che la critica interna condotta contro se stessa da quella che si chiama, con un termine assai vago, la filosofia scolastica, ne ha provocato la rovina ben prima che la filosofia moderna fosse riuscita a costituirsi." (E. Gilson, La filosofia del Medio Evo, 1973, tr. it., Firenze, 1995, p. 766).
PP
"... la critica interna condotta contro se stessa da quella che si chiama, con un termine assai vago, la filosofia scolastica, ne ha provocato la rovina ben prima che la filosofia moderna fosse riuscita a costituirsi." (E. Gilson, La filosofia del Medio Evo, 1973, tr. it., Firenze, 1995, p. 766)."
RispondiEliminaVero ma, alla luce di quello che vediamo oggi, direi che la critica interna nasce da uno studio poco approfondito del pensiero cristiano e molto approfondito del pensiero dei propri contemporanei. Quando il pensiero cristiano si cristallizza eppoi non si è più in grado di disciogliere il cristallo per assimilarlo allora si deraglia e si finisce per assimilare il pensiero moderno in perenne imitazione e contraffazione materiale dello spirituale.
Il cristallo, il dogma, va assimilato e come si insegna il dogma bisognerebbe insegnare la strada maestra della sua vera e vitale assimilazione. E' su questa strada della assimilazione, che è personale e deve essere personale e deve sempre più diventare personale, che possono nascere dal cristallo, dogma, altri cristalli capaci di rispecchiare alla luce del sole rocce, acqua, muschi licheni, uccelli pesci, animali e l'essere umano.
Non è un caso forse che nel rinascimento ricompaia la figura dell'alchimista che traffica con gli elemento naturali per fini i più vari. Forse sarebbe stato quello il momento, da parte di chierici, monaci, fedeli cattolici, di assimilare a nuovo la Parola del Signore e i dogmi cristallizzati e alla luce dei Sacramenti procedere nel loro 'Ora et Labora'.
Ieri come oggi siamo davanti a due strade: da una parte il Signore ha mostrato l'esempio, adatto per i nostri tempi, di Padre Pio; dall'altra parte il mondo mostra il progresso al passo dei tempi, tecnologia ed alta tecnologia.
La differenza qual'è? Da un alto Padre Pio per Grazia di Dio e per il suo abbandono totale a Lui sa, vede, parla, va senza andare, conosce oltre i suoi sensi, oltre i limiti di spazio e tempo per la salvezza dell'essere umano, corpo, anima spirito; il Padrone del mondo si industria a mettere in grado l'uomo, materialmente, tecnologicamente, di andare, vedere, conoscere bene e male seguendo tutte le sue voglie a patto di adorarlo e di portagli le anime che lui può abbacinare ed adescare.
Sono perfettamente dalla parte dell'Anonimo del 2 ottobre 20:49! Per questo ripeto, spesso completamente non compreso dai tradizionalisti, che NON BASTA riportare l'orologio della storia al 1962!
RispondiEliminaIl Papa è Monarca Assoluto di uno Stato dotato di un proprio Istituto bancario, in cui sono depositati fondi con diverse destinazioni, sia per le necessarie 'spese pubbliche' (il mantenimento dello Stato e la remunerazione dei suoi dipendenti), sia per le finalità caritative che contraddistinguono l'Amministrazione Pontificia.
RispondiEliminaScoprire che, nel 2015 (Papa Bergoglio è stato eletto nel 2013) è stato creato, in una banca svizzera (perchè?), un conto per 'spese discrezionali del Papa' su cui sono stati depositati svariati milioni di sterline ci fa apparire questa storia della 'casa di vetro' una sonora presa per il ...
Predica povertà ma dispone di un conto bancario milionaro personale per spese “discrezionali”.
Come un dittatore sudamericano qualsiasi.
Però usa l’utilitaria e si porta la borsa di pelle da solo.
quindi, seguendo il ragionamento di PP, il comportamento dei re francesi avrebbe causato la rivoluzione?
RispondiEliminama andiamo...
OS
Entro nel merito di quanto espone PP 20,49. Concordo in toto, però leggendo il Sacro Libro, nell'episodio di Balaam emerge come "il deputato a maledire" (per cui in contatto con spiriti demoniaci in cui Dio interviene direttamente persino usando l'asina) sia costretto da Dio a benedire: ecco l'intervento diretto di Dio quando si osservano i 10 comandamenti! Allora Balaam onde non perdere il tesoretto promesso, pur costretto da Dio a benedire, fornisce preziosi consigli onde corrompere il popolo: sul popolo corrotto di sua sponte Dio non interverrà a bloccare i nemici. Tutta la Bibbia è un mantra su questo punto: i Capi si corrompevano ed il popolo li seguiva, come oggi. La responsabilità dei grandi è enorme ma grandissima pure lo è quella della massa, e del ceto medio che ha fornito la stampella necessaria a completare la distruzione: si fonda sul principio del piacere, dell'egoismo, dell'avidità, dell'invidia per il popolo, e dell'accidia e della superbia per il ceto medio, nonchè della gola spirituale, della superbia, della lussuria per i vertici, quando poi i vizi si spargono ovunque si rientra nel paganesimo ammantato da una coperta di nome cattolico cristiano. L'esempio ed i messaggi dal vertice sono rilevanti per arrivare a questo quadro finale, come pure dei quadri intermedi che potrebbero porre un riparo pagando di persona, ma ahimè lo spirito di sacrificio fa cilecca e si preferiscono fughe ed eremi nell'ipotesi migliore di una non collusione subita o accolta. Il popolo resta un poco quello che, preso dai ritmi frenetici del lavoro e della casa, subisce purtroppo volentieri nella via del piacere ma in ultima analisi è quello che viene condotto qua e là, destra e sinistra dagli altri. Nulla di nuovo sotto il sole, dice Qoelet. La massoneria, intesa come complotto di ogni tempo contro Dio, ha quindi la via spianata, ed il suo piano riesce.
RispondiElimina
RispondiEliminaLa massoneria intesa come complotto di ogni tempo contro Dio, ha quindi la via spianata, ed il suo piano riesce...
Ma questa non è però la massoneria cui si riferiscono i settatori della tesi dello "iniquo piano" per spiegare tutta la storia.
Nell'esempio portato la corruzione è palese, è opera di chi dovrebbe dare l'esempio al popolo e invece lo corrompe con l'esempio della sua vita iniqua.
Invece l'iniquo piano, secondo i suoi teorici, è messo in opera di nascosto, per infiltrazione, tanto che chi lo dirige resta sempre occulto. Anzi, il restare sempre nell'ombra caratterizzerebbe proprio questo tipo di "piano".
È una concezione del genere, quale categoria interpretativa fondamentale della storia, che non si può accettare, per la sua evidente povertà intellettuale ed inadeguatezza.
Tra le cause degli avvenimenti storici, che sono sempre molteplici, ci può essere anche (e c'è stata) l'azione di entità occulte (ma sino ad un certo punto) come la massoneria. Ma si tratta di con-cause nell'ambito di un processo più ampio. Lo afferma anche Cochin.
Quanto volte ho sentito dire che la I gm altro non è stato che un complotto massonico ben riuscito per abbattere l'Austria-Ungheria, unico impero cattolico? Eppure se si va a studiare le cause dirette ed indirette di quella guerra di massonico troviamo solo l'appartenenza di questo o quell'alto dignitario politico alle rispettive Logge, essendo la massoneria diffusa in tutta la diplomazia internazionale e in tutte le cancellerie.
C'erano formidabili interessi materiali in gioco, di imperi in lotta accanita tra loro, a cominciare da quello austroungarico contro quello russo per il dominio nei Balcani, per dividersi le spoglie del decrepito impero turco; c'era l'incapacità di Vienna e di Budapest di dominare ormai i conflitti nazionali interni alla duplice monarchia, soprattutto fra ceki e tedeschi, slavi e ungheresi, ungheresi e romeni. In questi conflitti troviamo massoni tra i ceki ostili a Vienna e massoni tra quelli fedeli alla monarchia. Tra i fautori di una soluzione federale per l'impero, che desse ampia utonomia ai croati, troviamo il vescovo croato Strossmayer, di tendenze liberali, quello che solo in punto di morte accettò il dogma dell'infallibilità papale, sembra. Scrive Mola, nella Storia della massoneria italiana, che il Grande Oriente d'Italia era diviso sull'entrata in guerra del 1915 : accanto agli interventisti accesi c'erano quelli che non ne volevano sapere, giolittiani di ferro. Elenca nomi e cognomi di parlamentari. E siccome gli interventisti avranno contribuito ad organizzare le manifestazioni per l'entrata in guerra, dobbiamo allora dire che per esempio un D'Annunzio era un agente della massoneria?
O che lo era MUssolini, visto che quando fece la svolta interventista e fondò il suo giornale (Il popolo d'Italia) prese soldi dove li trovava, anche da fonti francesi, essendo il potere in Francia notoriamente nelle mani dei radical-massoni? Ma qualcuno, credo, lo dice pure, ignorando bellamente il fatto che Mussolini, una volta al governo, senza perder tanto tempo soppresse proprio la massoneria, che ancora gliene vuole. E questo nonostante la presenza di massoni nelle gerarchie fasciste, soprattutto quelli provenienti dal nazionalismo (tra gli ex massoni c'erano anche Farinacci e Italo Balbo).
Churchill era membro di una o più logge, credo, eppure nel 1927 fece uno sperticato elogio generale di Mussolini, come statista. Il fatto che avesse soppresso la Setta contava evidentemente assai poco.
PP