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martedì 26 gennaio 2021

La Polonia difende i cristiani d’Etiopia

La Polonia di Diritto e Giustizia (PiS) sta tentando di ritagliarsi un ruolo di primo piano nella nascente internazionale per la protezione dei cristiani perseguitati nel mondo. I rapporti fra il governo e il papato sono ottimi e lo scorso agosto è stato siglato un memorandum di cooperazione con l’Ungheria inerente l’attuazione congiunta di progetti ed iniziative in ogni parte del mondo in cui si abbia notizia di persecuzioni anticristiane.
In conformità all’aspirazione di fare di Varsavia il nuovo scutum saldissimum et antemurale Christianitatis, il governo polacco è intervenuto su un tremendo massacro di cristiani avvenuto di recente in Etiopia e passato incredibilmente in sordina nonostante le dimensioni: 750 morti.
Il massacro che ha turbato Varsavia
Il Ministero degli Esteri di Polonia ha pubblicato una nota ufficiale per denunciare una strage di cristiani avvenuta in Etiopia lo scorso 15 dicembre. La notizia del massacro, che sarebbe costato la vita a 750 fedeli della Chiesa ortodossa etiope, è stata confermata dallo Europe External Programme with Africa il 9 gennaio ma ha iniziato a circolare soltanto nei giorni scorsi.
La mattanza è avvenuta all’interno della Cattedrale di Nostra Signora Maria di Sion, uno dei siti più importanti dell’intera cristianità – non soltanto etiope – in quanto sarebbe ivi nascosta la leggendaria Arca dell’Alleanza, la cassa di legno contenente le Tavole della Legge date da Dio a Mosè. Non è la prima volta che il luogo di culto è oggetto di incursioni, spesso opera di ladri alla ricerca della reliquia, ma la carneficina sacrilega del 15 dicembre non ha precedenti storici.
Secondo quanto ricostruito, la strage sarebbe stata consumata dalle forze armate etiopi e da milizie irregolari appartenenti all’etnia Amhara; paradossale il motivo: la loro irruzione nella cattedrale alla ricerca dell’Arca dell’Alleanza, alla quale i fedeli ivi presenti – almeno mille – hanno opposto una tenace resistenza culminata nel martirio.
Nel comunicato del governo polacco si esprime una ferma condanna nei confronti “[de]gli autori di questo crimine barbaro compiuto in un luogo di culto” e vengono invitate “le autorità etiopi ad intraprendere immediatamente ogni iniziativa per chiarire le circostanze e punire i responsabili”. Varsavia, inoltre, richiama “le parti del conflitto alla cessazione delle violenze, al rispetto dei diritti umani, alla garanzia della sicurezza della popolazione civile e anche alla difesa dei luoghi di culto religioso” e auspica che venga consentito “l’accesso degli aiuti umanitari alla regione dei Tigrè”.
Cosa sta accadendo in Etiopia?
L’Etiopia è culla di una delle chiese più antiche dell’intera cristianità e la maggioranza della popolazione appartiene a confessioni cristiane. Malgrado ciò, le condizioni di vita dei cristiani hanno registrato un grave e repentino peggioramento negli anni recenti, in particolare a partire dal biennio 2019-20. Il deterioramento è dovuto principalmente all’aumento della conflittualità interna, palesata dall’esplosione della guerra del Tigrè ed aggravata dalla concomitante recrudescenza del fenomeno terroristico di stampo jihadista.
Tale è il livello delle violenze, compiute sia dai terroristi che nel contesto della guerra del Tigrè, che, nell’ultimo rapporto di Porte Aperte sulla persecuzione dei cristiani nel mondo, l’Etiopia ha scalato tre posizioni in un anno, raggiungendo il 36esimo posto e consolidando il proprio status nella categoria dei Paesi “ad alto rischio”.
Avere delle stime sulle uccisioni, anche solo approssimative, è difficile per via del controllo capillare delle notizie da parte del governo ma, come si è visto con i fatti del 15 dicembre, l’eco dei massacri più gravi trova il modo di superare i confini nazionali. A questo proposito, secondo un’indagine dell’International Christian Concern, soltanto fra giugno ed agosto dell’anno scorso sarebbero morti almeno cinquecento cristiani per mano del terrorismo islamista. (Emanuel Pietrobon - Fonte)

4 commenti:

  1. "...dalla concomitante recrudescenza del fenomeno terroristico di stampo jihadista..."

    E' troppo chiedersi chi ingaggia, forma, arma, disloca, stipendia questi mercenari?
    Veramente basta con queste storielle. Di che cosa si occupano i famosi 'Servizi' di cui ogni stato dispone? Ormai è evidente che costoro agiscono a comando. A comando di chi? Personalmente non posso più accettare queste menzogne lacrimose. Si arrivi alla testa di queste organizzazioni e si tolgano loro i mezzi per alimentare questa e queste infinite guerre, questi massacri infiniti.
    E' chiaro che Oriente ed Occidente, qualche loro stato, qualche loro potentato manovrano queste milizie, vogliamo cercare di capire, di conoscere i volti di questi 'filantropi' e far loro trascorrere il resto della loro vita in carceri di massima sicurezza? Quanti ancora devono essere trucidati prima che si decida di muovere i glutei e agguantare gli organizzatori? BASTA. Il popolo di ogni stato non deve più tollerare la complicità dei loro governanti, della loro classe dirigente con questi massacratori degli inermi. Mai più, chi trama con i nemici degli uomini deve essere messo in condizioni di non più nuocere a vita. Le persone devono farsi sentire, chi governa scientemente male deve essere isolato ed incarcerato con una decina di ergastoli.

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  2. Potrebbe anche essere che fra Francesco ed il governo polacco i rapporti siano ottimi però mi sembra un controsenso .Uno dei tanti di questa chiesa confusa .

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  3. Bene ha fatto la Polonia a prendere questa iniziativa.
    Un massacro spaventoso.

    Circa la cristianità etiope, l'articolo non fa capire bene le sue componenti.
    Parla di "cristianità ortodossa etiope". "Ortodossa", come? Gli etiopi non sono copti?
    Si sa che per certi aspetti sono vicini alla religiosità ortodossa (greco-scismatica, specialmente russa). Però le due "chiese" non coincidono. Accanto ai copti,
    veri e propri, ci sono anche minoranze di ortodossi. E ci sono i musulmani, una volta
    piccola minoranza. La chiesa etiope è scismatica. Nacque come chiesa indipendente con il
    primo grande scisma cristiano, quello monofisita, del quale si è persa
    memoria, che prese le mosse dalla Siria e
    dall'Egitto e si estese all'Etiopia. I monofisiti,che non riconoscono il primato
    di PIetro, negano o oscurano quasi del tutto
    la natura umana di Nostro Signore. Questa grave eresia si collega a quella nestoriana.
    Nel V e VI secolo il nestorianesimo si estendeva in orizzontale dall'Egitto all'India.
    Era tollerato nell'impero persiano, che tuttavia periodicamente lo perseguitava.
    Tollerato in funzione anticristiana, nella lotta contro Costantinopoli. Poi la
    conquista mussulmana cancellò tutto o quasi. Eresie professate da comunità
    nestoriane nella penisola arabica devono aver influenzato l'errata concezione
    del cristianesimo da parte di Maometto. l'Etiopia riuscì a resistere alle invasioni
    mussulmane. Per gli Etiopi la religione è (era) il fondamento della loro nazionalità,
    avente come segno esteriore il .culto della "reliquia" dell'Arca dell'Alleanza, custodito dal clero copto,
    reliquia però che nessuno ha mai visto, a quanto si è letto nei libri.
    Nell'Etiopia di oggi sono fortemente presenti marxisti e musulmani. Non si
    capisce bene dall'articolo (e forse non si sa bene) chi abbia potuto
    organizzare un attacco (e di quel calibro) alla reliquia nazionale. Gli Amhara sono (o erano) l'etnia dominante, la razza padrona, per così dire, tutti cristiani copti.
    Almeno in passato. Il capo della OMS, quello gradito a Pechino, che
    all'inizio della pandemia la presentò al ribasso, favorendo la politica
    cinese, è molto probabilmente espressione del marxismo etiope o ad esso legato.

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  4. https://www.vocecontrocorrente.it/2021/01/26/etiopia-strage-di-innocenti-cristiani-ci-sono-anche-sacerdoti-e-leader-ecclesiastici/

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