Mentre in Germania si sta consumando uno scisma nell'indecoroso silenzio del Vaticano, giungono conferme di un irrigidimento nei confronti del Rito romano antico da parte di papa e vescovi. Attualmente si starebbe consumando un braccio di ferro tra Dottrina della Fede e Segreteria di Stato.
“Poi, una volta che i giornalisti hanno lasciato la sala del dibattito, il Papa ha affrontato un tema che accomuna molti vescovi della Penisola: l'esecuzione del Summorum Pontificum.
Francesco ha confermato la prossima pubblicazione di un documento che è stato sollecitato a scrivere, destinato a "reinterpretare" il motu proprio di Benedetto XVI. La pubblicazione è stata effettivamente ritardata, in quanto il documento sembra aver provocato obiezioni e intoppi, soprattutto da parte del cardinale Ladaria e della Congregazione per la Dottrina della Fede, che sostenevano che avrebbe provocato disordini e opposizioni incontrollabili in tutto il mondo.
Nonostante ciò, la Segreteria di Stato starebbe spingendo per il rilascio del testo, le cui disposizioni essenziali sarebbero le seguenti:È ovvio che questo documento, inapplicabile in molti paesi tra cui la Francia, avrà soprattutto un significato simbolico: rendere la celebrazione della messa tradizionale non più un diritto, ma un'eccezione tollerata.”
- le comunità che celebrano secondo la forma antica potrebbero continuare a farlo;
- per contro, i sacerdoti diocesani dovrebbero ottenere un permesso specifico.
Oltre a rappresentare uno schiaffo a Benedetto XVI - che ha voluto il motu proprio con l'intento di favorire l'unità nel culto pubblico con l'affermazione dell'antico Rito «numquam abrogatum» e non per venire incontro ai lefebvriani come vanno insinuando per far cadere le ragioni che lo rendono valido e operante -, è evidente che dietro queste contorte strategie si cela il disprezzo mai sopito per il Rito antico, per coloro che gli sono fedeli e per i tanti giovani e meno giovani che negli anni vanno riscoprendone i tesori. [vedi qui sia pure per sommi capi lo status quaestionis tra i due riti]
Un'altra avvisaglia poco rassicurante, il diktat crudele e (molto) anomalo del divieto delle messe nella Basilica Vaticana [qui - qui - mons. Viganò: qui].
Ma questa volta non andrà tutto liscio. Si parla già di un consistente movimento di Fedeli pronti a confluire a Roma per una più che clamorosa protesta. Vorremmo che si alzassero voci autorevoli di pastori doverosamente indignati ma anche pronti ad opporsi a questa ulteriore degenerazione ne La Catholica.
Alla fine non ci sono suppliche che tengano e non basta tuonare dalle cattedre mediatiche. La nostra fede e il retto culto dovuto a Dio vanno affermati pubblicamente con tutto il clamore e l'autorevolezza che meritano. Noi ci siamo. Quis custodiet ipsos custodes?. Maria Guarini
Chi aveva già visto come una minaccia il famoso "questionario" dell'anno scorso aveva visto giusto. Come al solito a pensar male...
RispondiEliminaCi sono però alcuni dettagli da capire bene, non tanto per il fine (è chiaro) quanto per il percorso che Bergoglio intende seguire, e dunque per resistere meglio.
Conclusioni di Paix Liturgique:
RispondiEliminaLa lobby anti-messa tradizionale, dall’Università Sant’Anselmo alla Curia ed alla Cei, spinge il papa verso un errore politico più grande: il malcontento latente di tutta una parte dei cattolici di fronte alle approssimazioni dottrinali, alle fiacche contrapposizioni alle derive tedesche, al moltiplicarsi di dichiarazioni quanto meno sconcertanti, rischia di trasformarsi in un’autentica «esasperazione». Invece di sforzarsi ad ascoltare ciò che pensa e ciò a cui aspira tutta una parte alquanto viva del popolo cristiano, la si porterebbe alla disperazione ed all’esasperazione.
La pace della Chiesa, specialmente la pace liturgica, alla quale Benedetto XVI aveva molto contribuito col suo testo saggio ed affrancatore, viene così deliberatamente squarciata: si annuncia un ritorno ai peggiori anni del post-Concilio.
Più che un ritorno ai peggioti anni del post concilio, se pensiamo alla pachamama et alia, ci troviamo in una situazione inedita e ancor più grave. Non siamo più neppure all'eresia ma all'apostasia...
RispondiElimina"Esasperazione": non credo affatto sia un "errore politico", anzi credo che lui voglia proprio esasperare e spingere qualcuno ad uscire formalmente dalla Chiesa.
RispondiEliminaConvengo con Fabrizio Giudici sul calibrare la resistenza; ma intanto, la chiarezza inesorabile del fine non imporrebbe atti precisi miranti ad evitarne il compimento?
RispondiEliminaCi troviamo nella stessa situazione di Lefebvre, arbitrariamente considerato scismatico nonostante avesse dichiarato di non voler separarsi da Roma, esprimendo lo sconcerto di venir contestato per essere fedele a quanto la Chiesa ha insegnato per 2000 anni.
RispondiEliminaUna pubblica energica presa di posizione di un congruo numero di fedeli al seguito di pastori non più quiescenti, motivata in termini precisi e non provocatori, più che frutto di esasperazione, sarebbe frutto di dovuta parresìa. Ci siamo dimenticati Sant'Atanasio?
RispondiEliminaE chiarissima la manovra
RispondiEliminaRendere protestante la Chiesa di Cristo con ogni inganno con ogni complotto
Christian Nota
Spiace dover ricorrere al cinismo, ma a questo punto vien da dire: ben vengano ulteriori persecuzioni contro la Messa tridentina, che dimostrano solo che ai vertici della Chiesa c'è gente capace di rimangiarsi la parola data un attimo prima.
RispondiEliminaMi torna in mente un giovin pretino, dispostissimo a dire la Messa tridentina ma lamentoso riguardo al fatto che non pervenivano richieste di intenzioni (cioè soldi). Ad un certo punto si sarà fatto due conti e se ne è andato altrove - ufficialmente per motivi di studio - e ha smesso di celebrare la Tridentina con cui guadagnava poco. Questo genere di pretini sarà ben lieto di accogliere le nuove bergoglionate restrittive, che dopotutto se le merita.
A furia di cantare, il gallo ha perso la voce, e l'attuale Pietro ancora non si ravvede. Più piovono restrizioni, e meno alibi restano ai pavidi sacerdoti che credono di poter restare sinceramente fedeli al loro ministero adoperando un pizzico di "un piede in due scarpe".
RispondiElimina"per contro i sacerdoti diocesani dovrebbero ottenere un permesso specifico..."
Il fine di questa ventilata norma appare evidente: vincolare la celebrazione OV del sacerdote diocesano ad un permesso che l'Ordinario raramente o mai concederebbe, stante la ben nota opposizione della gran maggioranza dei vescovi alla Messa detta Tridentina (ma di rito romano antico anzi antichissimo). In tal modo le celebrazioni OV verrebbero di fatto limitate alle "comunità" che già lo celebrano. Tra queste, l'unica libera è la FSSPX, non avendo essa accettato le riforme liturgiche del Concilio ossia la Nuova Messa, dai suoi sacerdoti MAI celebrata. Le altre "comunità" avendo dovuto accettare in linea di principio (acriticamente) il Concilio, sono sempre sotto pressione da parte dei vescovi al fine di celebrare qualche Messa NO (cosa che in linea teorica non possono rifiutare).
Il tempo è galantuomo, la scelta della FSSPX di non transigere sul Concilio e le sue "riforme" si dimostra ancora una volta l'unica valida. Speriamo che siano in tanti a capirlo.
Intanto, aumenta o diminuisce il numero dei cattolici che, attratti soprattutto dalla liturgia, apostatano andando con i greco-scismatici, facendosi "ortodossi" e condividendo in tal modo lo scisma e le eresie di questi ultimi, a cominciare dall'odio per il papato in quanto istituzione?
Bisogna invece resistere, senza uscire dalla Chiesa; bisogna contestare le eresie e i tradimenti galoppanti nella Chiesa, restando dentro la Chiesa. (Tra l'altro, la FSSPX non è affatto fuori della Chiesa, non essendo scismatica - checché ne dica la propaganda avversa - né professando errori dottrinali: è solo non inquadrata nelle figure del nuovo Codice di Diritto Canonico, un fatto puramente formale, restando essa perfettamente valida giuridicamente (per almeno 100 anni secondo la dottrina tradizionale) in ottemperanza del Codice piano-benedettino (regolarmente istituita secondo quel Codice, è stata irregolarmente soppressa da Paolo VI, con procedura fasulla).
Chi vuol restare fedele all'Ordo Vetus non è un fanatico della liturgia, non soffre di "liturgismo". Semplicemente, vuol partecipare ad una Messa che sia sicuramente cattolica sul piano dei contenuti, del dogma, della fede, e non ad una inventata ex novo da teologi eruditi infettati di modernismo, sentita l'opinione di esperti dei protestanti eretici, al fine di elaborare un rito dal significato "ecumenico", il cui significato si è oggi spostato per molti, da quello di Sacrificio espiatorio e propiziatorio a quello di gioiosa celebrazione o "banchetto" collettivo per la Resurrezione del Signore!
T.
Non so se è esasperazione e poi anche una sorta di "armiamoci e partite", ma intanto quanto mi piacerebbe vedere sacerdoti, soprattutto quelli in pellegrinaggio a Roma con i propri fedeli, appropriarsi degli altari della Basilica per la celebrazione della Santa Messa sulla tomba di Pietro. Pensate che arriverebbero ad allontanarli con la forza?
RispondiEliminaPrima di mandare avanti preti e pretini è necessaria una sostanziosa adunata a piazza San Pietro di laici CATTOLICI, se possibile nerboruti. Solo per ritmare: "apostati... fuori". Una domenica a mezzogiorno. Eppoi informarsi sui viaggi in treno per i non romani e per i non vaccinati. Se riuscissimo a fare una adunata che riempia anche via della Conciliazione, sarebbe un segnale importante per tutto l'orbe cattolico e per il mondo intero dal punto di vista strettamente politico.
RispondiEliminaDon Divo Barsotti ripeteva che la prima cosa che opera lo Spirito Santo è l'unità.
RispondiEliminaInfatti il diavolo è il divisore e il peccato disgregazione. Il peccato ci frammenta.
La Beata Vergine invece, colma di grazia, sa "mettere insieme" ogni cosa nel suo cuore.
Difficile sapere/credere la Chiesa Sposa di Cristo e vederla ridotta nello stato in cui è.
Duro imitare l'obbedienza al Padre di Gesù al Getsemani, riferiti a una gerarchia mondana.
Dispersi e divisi interiormente, solo per amor di Dio, nel Suo Spirito potremo rigenerarci.
A che cosa aneliamo? Ad essere parte della ricapitolazione in Cristo di tutto il creato.
Aneliamo ad essere inossidabilmente quell'unicum, irripetibile, che siamo nell'Uno di Dio!
E a che cosa ci riduce Satana? Ad uniformarci alla logica del mondo, regno suo... Diviso.
Oggi ci vogliono unire/uniformare nell'essere divisi tra noi, da noi e da Dio!
Chi può plasmare l'Unità vera e perduta? Solo chi può salvare l'umanità vera e perduta.
Ecco perché l'uomo non può confidare nell'uomo, mentre può contare sullo Spirito Santo.
Siamo cisterne screpolate incapaci di trattenere l'acqua, scriveva Geremia. Buoni a nulla.
Possiamo specchiarci nel nostro nulla dentro le piaghe di Cristo (Santa Veronica Giuliani).
Sapremo riconoscerci perduti, consci del buio in cui vaghiamo senza il Signore?
Lo Spirito allora potrà operare Unità, perché noi ci doneremo a Lui, senza ostacolarLo.
Che mistero che è l'uomo: Dio non può fare in noi ciò che noi non vogliamo!
Chiediamo alla Cooperatrice per eccellenza, Nostra Corredentrice, questa grande umiltà.
LA VERA UNITÀ È SOLO NELLA VERITÀ. GESÙ STESSO FECE CAPIRE CHE L'INFERNO È UNITO IN SE STESSO MA NELLA MENZOGNA
EliminaStaremo a vedere, le catacombe sono pronte, basta riadattare un fienile ad esempio nei pressi di una azienda agricola nel piacentino come hanno fatto a Gricigliano. Le autorità diocesane in genere non hanno convenienza a che le messe sumorum pontificum cessino, altrimenti sanno già che tutti i fedeli, in blocco, passerebbero alla San Pio X. Un esempio è stato a Vicenza, dove era nato un luogo di Messa lefevriano in una cappella privata e questo ha evitato la soppressione del centro di Messa SP, avversato apertamente dal parroco su cui risiede tale centro di Messa SP e dalla curia diocesana...
RispondiEliminaAlessandro Franzoni su Fb
Dovrebbe venirci il sospetto che questi soggettoni di curia vogliano esattamente questo: la chiusura definitiva nel ghetto considerato semi-scismatico (magari con anatema successivo su di esso e dichiarazione di “eresia” sullo stesso) in modo da continuare ad agire senza disturbo.
RispondiEliminaRoche è il successore di Sarah.
RispondiEliminaE' la contraddizione degli ultimi anni: da un lato si vuole promuovere l'assoluta interscambiabilità tra fedi e religioni diverse; dall'altro non si vuole tollerare la presenza di due riti perché presupporrebbero due visioni teologiche diverse (il che è vero solo in parte)..
RispondiEliminaCosa è realmente tradizionale? Alcuni dati utili qui:
RispondiEliminahttp://traditiomarciana.blogspot.com/2020/07/il-messale-del-1962-e-un-rito.html
http://traditiomarciana.blogspot.com/2020/08/critica-storico-simbolica-della-messa.html
daouda
https://www.radiospada.org/2021/05/sono-tranquillissimo-sulle-voci-di-abolizione-del-motu-proprio-e-vi-dico-come-andra-a-finire/
RispondiEliminaInteressante Radio Spada. Riporto l'ultimo pezzo.
RispondiElimina....
Vogliamo fare arrabbiare parecchi oggi?
GR: Per sentire ciò che fa loro piacere hanno già tanti altri. Alcuni se la prendono con chi – dicono – invoca il “tanto peggio, tanto meglio”. Errore, errorissimo! No, no. Qui non c’è peggio, c’è l’inevitabile sviluppo di una palese contraddizione: se – come dice Ratzinger – siamo di fronte a due forme dello stesso rito, per quanto una delle due forme venga poi definita venerabile, preziosa, da difendere, resta una variante straordinaria. E come tale viene e verrà trattata. Non c’è un peggio, a meno che il peggio sia l’estrinsecazione di una delle peggiori idee che il neomodernismo abbia partorito: ovvero ridurre la Tradizione alla forma straordinaria dell’anti-Tradizione.
RS: Come finirà?
GR: Molto semplice: se si tratta del solito falso allarme, continueremo a galleggiare fino al prossimo scoglio. Se invece Bergoglio andrà fino in fondo, vedremo una divisione, ma tutta interna al mondo Motu Proprio. Chi tra loro capirà il meccanismo di cui abbiamo parlato si organizzerà per andare – con vie che non si possono prevedere – verso la Tradizione, e la Provvidenza darà una mano. Gli altri, dopo sbuffi, mugugni, lagne e qualche sceneggiata pazza si riaccomoderanno in parrocchia ad allungare il ricamo di quella veste, a brontolare su quella casula di plastica, a chiedere l’uso dell’organo almeno due volte l’anno, anche a margine di un incontro ecumenico con gli indù nella sala parrocchiale. Qualche volta li rivedremo alla Messa di sempre, ma molto sporadicamente.
RS: La storia si ripete?
GR: Con forme diverse, per restare in tema. Se non ci fossero stati Mons. Lefebvre e Mons. de Castro Mayer oggi non esisterebbe nemmeno il Motu Proprio. La fiamma della Tradizione l’hanno tenuta accesa loro e quelli che con loro hanno avuto la forza di resistere, a costo di dolori e persecuzioni. La storia la fa sempre chi ha le idee chiare, e la fa anche per gli altri. Volenti o nolenti.
Saint Nicolas du Chardonnet, a Parigi, fu "presa" da coraggiosi fedeli e resta tuttora ufficiata dalla Fraternità San Pio X.
RispondiEliminaIn Italia, ricordo il caso di San Simeon Piccolo, a Venezia, dove, nonostante il divieto dell'allora Patriarca Albino Luciani, don Siro Cisilino e poi la Fraternità San Pio X celebrarono la S. Messa di sempre per anni, fino al 15 settembre del 1985 (essendo a Padova per il servizio militare, nel 1984/85, andavo ogni domenica alla S. Messa).
Quando Montini introdusse il Novus Ordo Missae, per un po' di tempo vi furono i Pellegrinaggi Romani, poi disgraziatamente cessati, guidati dagli Abbé N. Barbara, L. Coaches ed atri.
Tempi eroici, in cui la Messa di sempre e la Cena protestante NON erano messe ad arte e con perfidia su di un piano di parità, anzi nemmeno di parità.
Di errori ve ne furono e ve ne sono ancor di più ora, nel mondo del Cattolicesimo che si vuole "tradizionale".
Non voglio aggiungere altro sul tema degli errori.
È estremamente necessario però non farsi nessuna illusione su personaggi come Bergoglio, che non sono cattolici e che si sono separati di fatto dalla Chiesa Cattolica. Lo stesso discorso vale per "papi" e clero conciliari, da Roncalli ad oggi.
Che fare in pratica?
Qualcosa di simile alla "presa" di Saint Nicolas du Chardonnet.
Occorre un po' di audacia, tuttavia mi sembra che Gesù Cristo Nostro Signore meriti questo ed altro.
Dunque... credo che EP (e RadioSpada) abbiano ragione. La persecuzione avrà il doppio risultato di rafforzarci e di selezionare chi è convinto davvero. Buona cosa far emergere i limiti e le contraddizioni del Summorum Pontificum (Viganò le aveva già evidenziate).
RispondiEliminaCon "selezionare" intendo anche gli alti prelati tradizionalisti: si vedrà se sono capaci di agire oltre a fare prediche.
Per 27 maggio 2021 11:36 ed anche 27 maggio 2021 12:34
RispondiEliminaMi permetto di aggiungere al vostro pensiero il mio :
Niente Sacerdoti , meglio non esporli , piuttosto vedrei un nutrito gruppo di cattolici capaci e ferrati nella Dottrina e nella Tradizione come voi prenotare una semplice visita per salutare "Pietro" e portargli un dono . Poi , al suo cospetto introdurre pacatamente il tema della preoccupazione.
Sono d'accordo anch'io su questo e le pecche del motu proprio le avevo evidenziate anch'io da subito, promuovendo nelle sedi adeguate correttivi inascoltati.
RispondiEliminaLa differenza, oggi, sta nel fatto che mons. Lefebvre e mons. de Castro Mayer dovevano difendere il sacerdozio e la Liturgia, oggi siamo all'apostasia conclamata..
Poi , al suo cospetto introdurre pacatamente il tema della preoccupazione.
RispondiEliminaCon tutto il rispetto per l'anonimo delle 12.34: ma è una barzelletta?
Sembrerebbe proprio, Fabrizio...
RispondiEliminaPensavo che Lefebvre e de Castro Mayer avevano ben presenti i prodromi, quelli che in molti abbiamo visto più tardi. Ma ora siamo al capolinea!
"Non potete lamentarvi del fatto che la gerarchia voglia porre un freno al Summorum Pontificum, dopo che esso è stato usato per andare contro il Concilio Vaticano II e la Messa di Paolo VI. Benedetto XVI voleva che fosse riconosciuto il valore del rito antico insieme al nuovo rito, non che la Messa Tridentina venisse usata per manifestare disprezzo verso il Novus Ordo e contro tutto il Concilio e il Magistero post-conciliare. I cultori del rito antico, sebbene riconoscano (non tutti) la validità della consacrazione nel Novus Ordo, non mancano mai di ricoprire di ingiurie e contumelie il rito di Paolo VI e si rifiutano di assistervi. Ci sono di fatto due chiese, quella dei "tridentini", che credono di possedere la vera liturgia e la vera fede, in contrapposizione alla Chiesa del Novus Ordo, che ha una liturgia più o meno falsa e corrotta, espressione di un altrettanto falsa e corrotta dottrina. Se gli amanti del rito antico si fossero limitati a celebrare in quel rito accettando la piena legittimità del Concilio, del Novus Ordo e del Magistero post-conciliare, come voleva Ratzinger, senza farne una bandiera e una clava da scagliare addosso alla Messa di Paolo VI e al Magistero conciliare, non ci sarebbero stati problemi; ma è naturale che non possa durare più di tanto una situazione di questo tipo, con la Messa usata come pretesto per voler creare nei fatti una Chiesa "vera" fedele alla vera dottrina e alla vera liturgia, dentro ad una Chiesa ritenuta più o meno "falsa" e propagatrice di dottrine e liturgie corrotte e infedeli.”
RispondiEliminaMi accodo ai molti che nei giorni scorsi hanno sottolineato come la cosiddetta Messa Antica sia ben più antica del Concilio di Trento e che la stessa dicitura di "Tridentina" è fortemente sbagliata e fuorviante essendovi presenti riti ed usi liturgici databili almeno all'era apostolica.
RispondiEliminaInutile dunque ripetere ciò che già altri han detto.
Detto questo, viene giù la maschera della continuità che si sventolava fino a poco tempo fa.
Si è in fase di rottura, e da tempo.
Sono loro che stanno uscendo dalla Chiesa di Cristo anche se formalmente dentro a cominciare da Bergoglio. Occorre pregare ma anche far vedere una prova di forza... chiedere perché chi vuol essere nella sana Dottrina è perseguitato nella Chiesa mentre in Germania le realta più eretiche e scismatiche sono tollerate? Bisogna smascherare questa ipocrisia che il Signore prima o poi castighera' se non c'è un rapido ravvedimento di questi pastori modernisti.
RispondiEliminaSono stato in dubbio se commentare o meno ma lo faccio per amore di verità e non per polemizzare premettendo che non sono mai stato indultista, perché il motu proprio woytiliano era del tutto inaccettabile, non ho avuto bisogno del SP perché partecipo ordinariamente ed esclusivamente alla messa romana dal 1984, non sono merlettaro perché abituato alla bisogna anche a celebrazioni semicatacombali, non sono neo-donatista perché ritengo che il SP, pur profondamente ambiguo e velleitario, non sia stato ispirato da intenzioni oblique ed abbia permesso a tanti di riavvicinarsi ai tesori della liturgia romana. Pertanto pur non augurandomi un suo ulteriore ridimensionamento spero che queste voci siano occasione di riflessione per tutti coloro che hanno realmente a cuore la questione liturgica( non a quelli che, pur dicendo di vantare antiche frequentazioni, sostanzialmente se ne impipano come si evince agevolmente dalle argomentazioni usate) , di fondare sulla roccia della fede l'attaccamento alla Messa di sempre e non sulla precarietà di concessioni che non affrontano il vero nocciolo del problema. Quanto alle accuse, spesso esagerate, ai pretesi merlettari lascio a chi si fosse sentito chiamato in causa di rispondere a tono.
RispondiEliminaEnzo Gallo su Fb
Con il più profondo rispetto per la Santa Messa attuale, nella quale comunque si rinnova il Sacrificio salvifico e redentivo di Gesù Cristo del Calvario, desidero segnalarvi alcune cose che sicuramente non conoscete della Santa Messa oggi chiamata tradizionale e che indubbiamente mancano.
RispondiEliminaNon è sempre così, ovviamente, ma ricordo, nella mia esperienza di chierichetto nella mia parrocchia nella Diocesi di Bergamo, e in altre occasioni in cui ho potuto assistere alla preparazione della Santa Messa, che il sacerdote vestiva i paramenti in fretta, senza preghiere, poi, già vestito dei paramenti, si metteva a chiacchierare o leggeva il giornale nell'attesa che arrivasse l'ora della celebrazione.
Nella Santa Messa cosiddetta tradizionale, il sacerdote recita preghiere per ogni gesto che fa.
Ve le riporto qui, tradotte in italiano, leggetele e piangete, se potete, per questo patrimonio che sarebbe andato perduto, ma che il Signore ha provveduto a salvare attraverso alcuni suoi coraggiosi pastori.
Tutto questo è stato eliminato (anche se ufficialmente, per quanto mi consta, è solo stato reso non obbligatorio, ma nella pratica non cambia nulla). Non sorprende quindi che vi siano sacerdoti che durante la Messa ballano e cantano...
AL LAVAGGIO DELLE MANI
Concedimi, Signore, la tua grazia perché ti possa servire non solo con mani pulite, ma anche con purezza di mente e di corpo.
ALLA VESTIZIONE DELL'AMITTO (l'amitto significa l'elmo della salvezza (cfr. Ef 6,17) e difende il sacerdote contro il demonio):
Metti, o Signore, sulla mia testa l'elmo della salvezza per vincere gli assalti del demonio.
ALLA VESTIZIONE DEL CAMICE (esso ricorda la veste resa bianca nel sangue dell'Agnello di cui sono rivestiti gli eletti, cfr. Apoc 7,13-14).
Rivestimi di bianco, Signore, e purifica il mio cuore, affinché lavato nel sangue dell'Agnello, io goda dei gaudi eterni.
ALLA VESTIZIONE DEL CINGOLO (simbolo della castità sacerdotale)
Cingimi, Signore, con il cingolo della purezza ed estingui nel mio corpo l'ardore della concupiscenza, affinché in me abiti la virtù della continenza e della castità.
ALLA VESTIZIONE DEL MANIPOLO (esso fu considerato nel basso medioevo come simbolo di dolore):
Fa, Signore, che io meriti di portare il manipolo del pianto e del dolore per ricevere con gioia la ricompensa della mia fatica.
ALLA VESTIZIONE DELLA STOLA )essa è un abito di onore, simbolo di quel vestito di gloria che è andato perduto con il peccato originale, cfr. 2 Cor 5,3-4).
Rendimi, Signore, la stola dell'immortalità che ho perduto nel peccato del mio progenitore e sebbene mi avvicini indegno al tuo santo mistero, possa io meritare tuttavia il gaudio eterno.
ALLA VESTIZIONE DELLA PIANETA (La pianeta o casula è simbolo del giogo di Cristo, che è l'amore che giunge fino alla croce, cfr. Mt 11,29-30)
.
Signore, che hai detto: il mio giogo è dolce e il mio carico leggero, fa' che io lo sappia portare in modo da conseguire la tua grazia. Amen.
ALLA VESTIZIONE DELLA COTTA (la cotta è simbolo di un uomo nuovo):
Rivestimi, Signore, dell'uomo nuovo che è stato creato secondo Dio nella giustizia e nella santità della verità.
Mons. Vittorio Viola è il nuovo segretario della Congregazione per il culto divino.
RispondiEliminaSe non ricordo male, il monsignore, oltre a portare l'anello di Bugnini è anche quello che ha dichiarato di essersi messo a piangere quando ha saputo della promulgazione del summorum pontificum.
Quello era mons. Brandolini
RispondiEliminahttps://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/07/08/obbediro-al-pontefice-ma-un-giorno-di.html
Zambrano. Nuova bussola:
RispondiElimina...deve dar fastidio il fatto che la leggenda nera che i seguaci della Messa antica fossero in realtà dei nostalgici non trova gambe per camminare: i fedeli che sono sensibili alla forma straordinaria sono giovani, nati nel post Concilio e per nulla attratti da una sorta di vintagerie liturgica. Hanno semplicemente scoperto un tesoro e vogliono continuare a coltivarlo: la Messa di sempre.
Secondo MIL, in Vaticano starebbero già lavorando alla terza bozza di riforma di un documento che il Papa sarebbe pronto a firmare, ma che sarebbe clamoroso perché sconfesserebbe, correggendolo e limitandolo, un documento di un pontefice ancora vivente. Ecco perché in molti pensano che una revisione del SP costituirebbe prima di tutto uno schiaffo a Benedetto XVI, il quale, promulgandolo, si augurava invece una contaminazione positiva tra le due forme.
...
Il Novus Ordo Missae deve scomparire. Era già "fuori moda" negli anni 80...figuriamoci adesso!
RispondiEliminaUn pensiero per Cristina Campo.
Il commento delle 14.34: vedo che è virgolettato, da dove è stato riportato?
RispondiElimina@Fabrizio Giudici
RispondiEliminahttp://traditiocatholica.blogspot.com/2021/05/la-guerra-contro-il-summorum-pontificum.html
Grazie.
RispondiElimina
RispondiEliminaQuis custodiet ipsos custodes?
Custodes istos Satana optime custodit.
31 DICEMBRE 1990 - apparizioni alle TRE FONTANE Roma , la Madonna diceva..
RispondiElimina"sono già in azione falsi profeti che cercano con tutti i mezzi di avvelenare le anime cambiando la dottrina di Gesù mio amato Figlio in dottrine sataniche e toglieranno il Sacreficio della Croce che si ripete sugli altari del mondo! Questi avvelenatori toglieranno i mezzi della Salvezza e sono già penetrati nella luce della Chiesa, che è divina, che poggia su mio Figlio, Pietra angolare, e questa pietra l'ha posata sopra le spalle di Pietro e degli apostoli"
Qualcuno ha udito mai questi messaggi? Coloro che li hanno letti, vi hanno creduto?
E allora perchè lamentarsi ora.. è la Fine.
Una volta ho letto un articolo sul Modernismo in cui un padre di retta dottrina disse che se l'ateismo porterà a una fine dell'Umanità, il Modernismo significherà allora una morte della Religione. Penso che aveva ragione..
Tempo fa parlando con un prete che insegna liturgia in seminario, mi sentii dire che “i preti giovani non sanno il latino, ripetono solo delle formule”. Il problema è che il latino dovevano insegnarglielo, così come avrebbero dovuto insegnare la liturgia, la storia della Chiesa, la teologia, il magistero. Nei seminari invece viene insegnato che la storia del cattolicesimo è stato un grande equivoco dall’editto di Costantino in poi, conclusosi con la rinascita del Concilio Vaticano II. Non stiamo scherzando. Nei corsi di liturgia viene insegnato solo il rito moderno e quello antico viene solo stigmatizzato.
RispondiEliminahttp://blog.messainlatino.it/2021/05/la-messa-in-latino-e-la-generazione-dei.html#more
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RispondiEliminaDunque, mentre anche testate non propriamente tradizionaliste, come LNBQ, stanno dicendo chiaramente, senza giri di parole, che "Roche è l'anti-Sarah", Sarah - quello vero - rilancia melense agenzie di Vatican News che cianciano di "scelta nella continuità".
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda il card. Sarah è in fondo alla classifica e ora iniziano i play-out. Ben venga questo inasprimento della crisi se servirà a evidenziare altri falsi amici.
A proposito di Cristina Campo.
RispondiEliminaSì trova online, in formato PDF e gratis, un interessante scritto di Nuccio Lodato: "FIGLIA DELLA LITURGIA: L'INVINCIBLE RIPULSA. CRISTINA CAMPO ANTICONCILIARE, 16 pp.
L'autore non è tradizionalista, ma lo scritto si può leggere con profitto.
RispondiEliminaSulla Messa del Novus Ordo : validità ed efficacia, testi ambigui
Qualche spunto, forse non indegno di considerazione.
-- Mons. Lefebvre non ha mai detto che la consacrazione nella Messa montiniana "era valida".
Ha sempre detto, salvo errore, che: "non possiamo considerarla invalida". C'è una sfumatura, o no? Come un dubbio che, nonostante tutto, rimane.
-- Sono stati introdotti mutamenti nel Canone, però tali da non poter affermare che la Consacrazione sia formalmente "invalida". Ora, qui sta l'astuzia: aver mantenuto formule di consacrazione formalmente valide riuscendo tuttavia ad introdurvi dei cambiamenti che permettono, come hanno permesso, di modificare il significato della Messa. Ciò si vede nell'aver spostato il "mysterium fidei" a subito dopo la consacrazione del vino. I fedeli che seguono il NO non lo sanno, ma il "mistero della fede", per tanti secoli veniva pronunciato nella consacrazione del vino, non subito dopo. Particolare irrilevante?
Non credo. L'antichissima formula diceva, in latino: POICHE' QUESTO E' IL CALICE DEL SANGUE MIO, DELLA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA - MISTERO DELLA FEDE - IL QUALE SARA' SPARSO PER VOI E PER MOLTI IN REMISSIONE DEI PECCATI. Il NO dice:
PRENDETE E BEVETENE TUTTI: QUESTO E' IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI. FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME. Subito dopo continua, il popolo, con l'officiante:
"Mistero della fede. Annunziamo la tua morte Signore proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta." Frase paolina, che, messa qui, inserisce una prospettiva escatologica nella consacrazione, in passato sconosciuta, prospettiva che ha finito col prevalere sul significato strettamente propiziatorio (di misericordia per i nostri peccati) della Croce. (Il TUTTI doveva essere MOLTI, ha precisato Ben XVI, ma in quanti continuano a dire TUTTI?)
-- Oltre la validità c'è l'efficacia dei Sacramenti. Per come vanno le cose nella Cristianità non si potrebbe dire che questa Messa sia efficace nel produrre l'azione della Grazia.
-- Accanto alla caduta di parti importanti dell'Antica Messa (l'introibo, l'offertorio etc), va segnalata come deleteria l'introduzione di un passo dell'AT da leggere accanto a san Paolo e al Vangelo: si mette l'AT sullo stesso piano del Nuovo (contro l'Humani generis di Pio XII), si appesantiscono inutilmente le Letture, che poi sono troppo ampie per esser riflesse nel Sermone, che del resto vira spesso su temi attuali, di socialità etc.
-- La nuova Messa vive e vegeta all'insegna del principio di sperimentazione e creatività introdotto dal Concilio contro tutta la tradizione della Chiesa, cosa pessima, alla fonte di tutti gli abusi liturgici, ormai innumerabili.
T.
RispondiEliminaAncora sulla Messa del Novus Ordo. Spunti su cui riflettere.
--Ci sono altri mutamenti che fanno riflettere. Ma intanto un dato elementare va
tenuto presente : l'aridità, la piattezza, la bruttezza del Novus Ordo, unitamente
alla piattezza, alla bruttezza dell'architettura delle chiese ad esso ispirate.
Questo vorrà pur dire qualcosa, no?
I canti melensi e insignificanti in chiesa, durante la Messa, con accompagnamento di chitarre.
Roba da non credere. Ci sarebbe voluto un Don Camillo, a cacciarli a pedate.
Le architetture orripilanti delle chiese contemporanee, che a volte sembrano garage o superpercati, dalle quali il senso del sacro sembra del tutto scomparso.
E quando sembrano vere chiese, sembrano rimandare ad una religione astratta, deistica, da tempio massonico, da nuova religione mondiale...
Una volta, tanti anni fa, ho visitato, nelle ore consentite al pubblico, per curiosità la Sinagoga di Roma, quella al Lungotevere, costruita in epoca umbertina, cosiddetta (inizi del 900). Colpiva l'interno spoglio, l'assenza di immagini. Ma nello stesso tempo l'atmosfera era austera, lo spazio interiore dava l'impressione di una sorta di movimento verso l'alto, verso il Deus absconditus.
Gli interni delle chiese del Novus Ordo sono spazio del Nulla. Riempito dall'Orrore delle aberrazioni liturgiche ricorrenti, dalla blasfemia dei riti interconfessionali e interreligiosi, dal non-essere della mediocrità costituita dal rito Novus Ordo normale.
--La posizione del cardinale Sarah si spiega con il fatto, credo, della sua avversione o indifferenza per la Messa di rito romano antico. PUrtroppo credo quest'atteggiamento sia diffuso anche tra i pastori che si rendono conto della crisi e vorrebbero porvi rimedio.
Non hanno capito che la questione liturgica è in realtà questione di fede, che nell'alterazione della liturgia si riflette l'alterazione delle verità di fede. La prima della quale è consistita nel trasformare la Chiesa di Cristo da docente in discente, apprendista dei misteri del mondo profano, al fine di costruire con esso un mondo migliore, un'umanità integrata e unita nella pace e nella giustizia sociale universale. Un'utopia insensata, frutto di ignoranza della storia e della politica, della natura umana per come è veramente.
T.
Dopo l'uscita di scena di Sarah il Papa nomina al vertice della Congregazione per il culto divino l'ex segretario Roche. Difficilmente si troverà in lui uno strenuo difensore della liturgia antica e del diritto dei fedeli e dei sacerdoti di potersi avvalere del Messale mai abrogato. Roche ha sostenuto il diritto dei vescovi di fare a pezzi tutti i pronunciamenti autorevoli della Chiesa sulla questione della comunione in mano. Ammiratore di Piero Marini, è stato infatti la spina nel fianco di Sarah e rappresentava l’opposizione interna all’allora Prefetto.
RispondiElimina@ T. (12:06)
RispondiEliminaAlcuni dei punti che Lei cita, come la questione dell'efficacia dei sacramenti, slegata dalla semplice e materiale validità, mi trovano completamente d'accordo.
Trovo invece impreciso e inopportuno il punto sulla lettura veterotestamentaria; bisogna considerare che:
a) Pur essendo vero che la Messa Romana usualmente (fanno eccezione sostanzialmente solo le Tempora) contiene una sola lettura prima del Vangelo, e così è SEMPRE stato nel rito romano, spesse volte questa viene tolta dall'Antico Testamento (le ferie di Quaresima, molte feste...), e non dal Nuovo.
b) Il rito ambrosiano ha sempre avuto una lettura veterotestamentaria prima dell'Epistola in tutte le messe; similmente molti riti come quello bizantino l'avevano in una fase più arcaica, e poi sono andati perdendoli.
Se concordo che l'aggiungere una lettura appesantisce inutilmente il momento e soprattutto è qualcosa di storicamente MAI praticato nel rito romano, è altrettanto vero che il significato teologico che lei vuole attribuire a questa scelta è sproporzionato rispetto alla realtà e rischia di creare problemi nell'intendimento di altri riti della Cristianità.
Francesco Filipazzi su Campari & de Maistre
RispondiEliminaÈ notizia di qualche giorno fa che presso Santa Marta, la residenza pontificia, progettino ancora una volta di limitare la possibilità di celebrare la Messa tridentina. I motivi dell’avversione al rito antico da parte di Vescovi, sacerdoti e dell’attuale Papa, sfuggono a coloro che non seguono le vicende ecclesiastiche, in quanto nell’immaginario collettivo la Chiesa dovrebbe essere custode di una Tradizione millenaria.
Purtroppo, però l’auto percezione dell’alto clero è molto diversa. Spieghiamo perché.
Fallimento generazionale
Quello che oggi sta andando in onda nel mondo cattolico è il colpo di coda di un fallimento generazionale. Coloro che, con la riforma liturgica di Paolo VI, pensavano di adeguare la Chiesa allo spirito del tempo, sono rimasti cocentemente delusi. Loro lo sanno. Le folle cattoliche non li hanno seguiti e gli ultimi 50 anni, dopo il Concilio e la promulgazione del nuovo messale, hanno visto andare in scena un triste e lungo addio fra l’Europa e la Chiesa. La figlia, viste le bizze della madre, ha salutato ed è andata per la sua strada. Il popolo voleva capire di più la messa, spiegava il cardinale Ottaviani, non voleva che venisse stravolta.
Nonostante il disastro già rilevato da Paolo VI e i tentativi dei papi successivi, il clero a tutti i livelli ha continuato a perseverare nell’errore. Tutto andava decostruito. Messa, teologia, edifici sacri.
Oggi le chiese sono vuote e i fautori del cambiamento, assieme ai loro discepoli più giovani e idioti, si trovano a celebrare pseudo messe in orrendi capannoni, ascoltando chitarre scordate e canzoni ridicole, osservando ballare e sculettare qualche prete giovane e ancora più imbecille. Bella roba.
Nonostante l’evidente presa in giro, piuttosto di ammettere di aver costruito un circo di effemminati, perseverano. D’altronde la rivoluzione occlude le menti dei rivoluzionari.
Chi ha osato fuggire dal circo, ritornando alla Messa in Latino, garanzia di serietà e rettitudine dottrinale, sta mettendo in discussione una costruzione, mentale più che fisica, di una generazione fallita. Che non accetta, non elabora il lutto della propria giovinezza tradita e quindi cerca di eliminare ancora una volta ogni traccia del passato.
La mancanza di formazione dei giovani preti
Questi personaggi sono in malafede. Tempo fa parlando con un prete che insegna liturgia in seminario, mi sentii dire che “i preti giovani non sanno il latino, ripetono solo delle formule”. Il problema è che il latino dovevano insegnarglielo, così come avrebbero dovuto insegnare la liturgia, la storia della Chiesa, la teologia, il magistero. Nei seminari invece viene insegnato che la storia del cattolicesimo è stato un grande equivoco dall’editto di Costantino in poi, conclusosi con la rinascita del Concilio Vaticano II. Non stiamo scherzando. Nei corsi di liturgia viene insegnato solo il rito moderno e quello antico viene solo stigmatizzato.
Il sistema di indottrinamento dei seminari è però anche lui fallito. Molti sacerdoti giovani stanno inceppando gli ingranaggi del meccanismo, riscoprendo la tradizione, studiando autonomamente, mettendo in discussione il lavaggio del cervello subito. Non accettano il ruolo di disordinati e sudati animatori da villaggio turistico proposto dai loro vescovi. E questo è un problema.
...segue
RispondiEliminaAlcune frasi interessanti
“Quando ero giovane odiavo i più vecchi con l’abito lungo [talare -NDR], ora ci sei tu e ce l’hai su anche tu. Non ci libereremo mai di voi”, disse un anziano parroco al suo coadiutore giovane.
“Per favore, non crearmi problemi, non venire in curia con la talare. Io non ho problemi, ma qui li hanno”, disse un vescovo ad un altro prete giovane.
Che dire? Stiamo parlando della fine di un’epoca desolante e non sappiamo se i suddetti giovani avranno la forza di imporre la loro linea. Rimangono comunque una minoranza. I loro coetanei indottrinati e ben poco virili credono alle idiozie che hanno sentito.
Un altro elemento interessante
In questi pensieri a ruota libera, trova posto un elemento interessante. Le soprintendenze delle Belle Arti, istituzioni dello stato italiano, stanno combattendo da anni una lotta silenziosa contro il clero modernista.
I rappresentanti di quest’ultima categoria vedono bocciati costantemente i loro progetti di distruzione delle chiese antiche e si lamentano dell’ingerenza delle autorità civili. Le quali sono rimaste le uniche a cercare di salvare il salvabile. Talvolta, giustamente, scattano anche le denunce.
Tempo fa un sacerdote, purtroppo mancato prematuramente, mi mostrò che, nella chiesa in cui celebrava, la cui prima costruzione datava X secolo, era ancora presente un antico portale da cui entravano i fedeli in procinto di essere battezzati. Il parroco precedente aveva fatto intervenire, per via di un’infiltrazione, il muratore del paese. Il quale con cazzuola e cemento aveva chiuso il buco. Sbragando un monumento.
D’altronde, in Francia, si è visto concretamente ciò che è accaduto con la ricostruzione di Notre Dame. Gli imbecilli stavano già progettando l’affidamento del progetto di ricostruzione ad una qualche archistar, mentre lo stato francese ha imposto la ricostruzione così com’era.
Questa situazione non è altro che l’ennesima conferma di ciò che abbiamo detto fino ad ora. La generazione dei distruttori, non si ferma ed è sempre più aggressiva. Si è riprodotta, ormai le generazioni sono due, la seconda più capra della prima.
Non hanno senso della misura, leggono la realtà con occhiali distorti, sbagliano tutte le analisi da 50 anni. I risultati ovviamente si vedono.
RispondiElimina# unam sanctam
Pio XII, Humani generis, 1950 : "Inoltre il senso letterale della S. Scrittura e la sua spiegazione, elaborata, sotto la vigilanza della Chiesa, da tali e tanti esegeti, dovrebbe, secondo le loro false opinioni [dei teologi neomodernisti], cedere il posto ad una nuova esegesi, chiamata simbolica e spirituale; e secondo questa esegesi,i libri del Vecchio Testamento, che oggi nella Chiesa sono una fonte chiusa e nascosta, verrebbero finalmente aperti a tutti. In questo modo, essi affermano, svaniscono tutte le difficoltà cui vanno incontro soltanto coloro che si attengono al senso letterale delle Scritture."
Vedi anche quello che dice Romano Amerio in Iota Unum sull'inopportunità della apertura indiscriminata del Vecchio Testamento alla lettura dei fedeli, auspicata dal Concilio, cosa che la sua introduzione nella nuova Messa favorisce (par. 228).
Il fatto che nel rito ambrosiano si legga anche il VT non è un motivo valido per introdurre questa lettura anche nel rito romano moderno.
Tutta la Messa dell'Ordo Vetus è intessuta di passi tratti dai Salmi.
T.
Suggerisco la lettura di questo articolo di Patrick Archbold, che ho tradotto in italiano:
RispondiElimina- https://opportuneimportune.blogspot.com/2018/12/provocare-lo-scisma-parte-i.html
- https://opportuneimportune.blogspot.com/2018/12/provocare-lo-scisma-parte-ii-actuating.html
- https://opportuneimportune.blogspot.com/2018/12/provocare-lo-scisma-parte-iii-actuating.html
- https://opportuneimportune.blogspot.com/2018/12/provocare-lo-scisma-parte-iv-actuating.html
- https://opportuneimportune.blogspot.com/2018/12/provocare-lo-scisma-parte-v-actuating.html
È del 2018 ma è quasi profetico.
Lo avevo ripreso unificando tutte le parti qui
RispondiEliminahttp://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/12/provocare-lo-scisma-patrick-archbold.html
Andrea Zambrano:
RispondiEliminaSi intensificano le voci di un ridimensionamento del Summorum Pontificum del Papa, ma a chi gioverebbe? A estremisti di entrambi gli schieramenti, al clericalismo episcopale e ai lefebvriani, che diventerebbero gli unici detentori della tradizione e che hanno sempre osteggiato il motu proprio di Benedetto XVI sulla Messa in latino. Che però in 14 anni ha avuto un merito: mostrare che la tradizione è un diritto e può vivere in equilibrio dentro la Chiesa.
Nell'ultimo articolo segnalato leggo che Bergoglio con l'abolizione del Summorum offrirebbe un assist ai lefebvriani e al clericalismo episcopale.
RispondiEliminaOsservo che la FSSPX non osteggia il Summorum ma - al pari di chi non manca di approfondire le questioni fondamentali della nostra fede che ci interpellano in questo nostro tempo - ne ha sottolineato alcune pecche, come:
- le "due forme dello stesso rito", definizione che si rivela erronea quando si dimostra che di tratta di due riti diversi (anche se il nuovo conserva brandelli, alcuni anche contraffatti, dell'antico) e veicolano un approccio alla fede e due teologie diverse. Per dirla in soldoni, antropocentrica il nuovo, teocentrica l'antico...
Inoltre il grave difetto di fondo, nello sdoganare la celebrazione dai permessi dei vescovi renitenti, è stato non far nulla per promuoverne la diffusione, che ha risentito comunque della mai sopita ostilità imperante. Ma, ciononostante, il rito antico ha suscitato interesse e si è diffuso tra molti giovani.
Quando torno a scrivere dal pc, inserirò il link al mio libro che approfondisce la questione liturgica...
Il diavolo vuole provocare lo scisma. E' il suo marchio di fabbrica.
RispondiEliminaEssendo la più astuta delle bestie selvatiche mira al suo scopo, ma dissimulando.
Se c'è scisma, ma ad andarsene sono gli altri, lui passerebbe anche per facitore d'unità.
E' evidente che c'è una volontà di provocare, tanto provocatoria da non nascondersi più.
Allora si capiscono le sofferenze di quelli che non hanno scelto di uscire, pur provocati.
E' il senso di restare in croce potendo, con uno schiocco di dita, annientare i nemici.
Sono questi i momenti in cui la Chiesa è veramente Sposa al Suo Divino Consorte.
Un innamorato geloso: Dio è geloso, come troviamo nella lettera di S. Giacomo (cap. 4).
"Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O forse pensate che la Scrittura dichiari invano: fino alla gelosia ci ama lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi? Ci dà anzi una grazia più grande; per questo dice: Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia. Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Purificate le vostre mani, o peccatori, e santificate i vostri cuori, o irresoluti. Gemete sulla vostra miseria, fate lutto e piangete; il vostro riso si muti in lutto e la vostra allegria in tristezza. Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.
Non la gelosia del mondo, ma una santa gelosia. Il cristiano non deve ragionar "di mondo".
Se c'è una cosa chiara del disastro ecclesiale attuale è la sua secolarizzazione mondana.
Che Dio ci conceda la grazia di resistere evitando di utilizzare i suoi metodi.
Che il Signore ci conceda la grazia, provocati, di essere come Gesù sulla croce.
Gesù fu chiaro nel prefigurare il destino di Colei su cui "portae inferi non praevalebunt".
E chiaro anche il Catechismo più recente, quello conciliare, ai punti del CCC 675-677.
Questo è un tempo di purificazione: perché solo i puri di cuore vedranno Dio.
Gesù Cristo Nostro Signore è luce: i ciechi non possono vederla.
Le promesse di Cristo, l'anello nuziale per le nozze dell'Agnello, sono già state fatte.
Basta leggere il capitolo 21 di Apocalisse per capire che "ASTANA CI FA UNA PIPPA..."
..." E’ chiaro che una revisione del Motu Proprio che andasse, come ventilato, nella direzione del ritorno ad un regime d’indulto, o similare, equivarrebbe alla scelta di «spezzare l’identità»; significherebbe tornare a lacerare un tessuto ricucito con non poche difficoltà.
RispondiEliminaIn verità, non di un semplice rammendo si è trattato. Questa «riconciliazione della Chiesa con se stessa» è stata – e non poteva essere diversamente – un fiorire di nuove vocazioni, un recupero del senso del sacerdozio e della Santa Messa, un polo d’attrazione per numerose giovani famiglie. Se ora tutte queste persone verranno “sconfessate”, proibendo loro di continuare a vivere secondo quanto hanno imparato ad amare e venerare, secondo quanto hanno imparato ad interiorizzare, giorno dopo giorno, anno dopo anno, non ci si dovrà sorprendere se ci sarà una reazione molto forte, che rischia di lacerare ulteriormente un tessuto ecclesiale ormai a brandelli.!... Luisella Scrosati
Grazie a Baronio.
RispondiEliminaQuel documento è di una lucidità e di un interesse unici. Ricordo che si riprometteva di suggerire qualcosa; ma ho perso il filo.
Ci vuole gentilmente aggiornare?
RispondiEliminaNonostante i suoi evidenti limiti, il motu proprio Summorum Pontificum ha avuto degli effetti positivi, nel senso ovviamente della re-introduzione nella liturgia della Messa veramente cattolica, quella di sempre.
Per molti è stata una scoperta, spiritualmente molto positiva. I limiti però restano, anche se tanti fedeli che lo applicano non se ne rendono conto. Ma non è compito loro, rendersene conto. Comunque, anche con i suoi limiti, il motu proprio, così com'è, è una spina nel fianco per i neomodernisti al comando, riesce comunque a far rinascere e mantenere l'interesse per una liturgia che essi speravano si sarebbe spenta da sola.
E invece oggi tende a rinascere, grazia alla ribellione di un tempo di mons. Lefebvre e Castro Mayer, felix culpa.
Circa i limiti del motu proprio ratzingeriano o meglio alla sua efficacia ancora limitata, credo che ciò sia dipeso anche dal fatto che Benedetto XVI, a quanto se ne sa, non ha m a i celebrato (di nuovo) la Messa di rito romano antico. Se l'avesse fatto, l'esempio avrebbe potuto avere un grande effetto tra i fedeli.
Evidentemente, ha avuto paura delle possibili conseguenze (la ribellione della maggioranza della Chiesa, adagiata nel nuovo rito, così semplice e alla mano, "democratico", svelto, creativo, personalizzato, espressione del "mobilismo" [Amerio] tipico della mentalità moderna). Ma deve trattarsi anche di convinzione personale: la visione di R. non contemplava un ritorno all'antico ma un ritorno dell'antico per possibilmente migliorare il nuovo. Concezione storicistica e sincretistica dal culto, bisogna dire, per nulla in armonia con la tradizione liturgica della Chiesa.
Uno dei limiti di fondo della visione di Ratzinger consiste nel non rendersi conto che le aberrazioni e commistioni liturgiche imperanti dipendono soprattutto dall'aver sottoposto il rito al principio della sperimentazione, dell'innovazione, della personale creatività dell'officiante. Il male è nel manico. In teoria, la sperimentazione è controllata dalla S. Sede ma : 1. il controllo è oggettivamente difficile e spesso impossibile, dovresti andare parrocchia per parrocchia, in tutto l'orbe cattolico; 2. nella S. Sede odierna siedono prelati che la pensano allo stesso modo dei parroci facili all'esperimento e inclini alla creatività. Le eccezioni poco contano.
NOTA BENE : l'odio di Lutero per la S. Messa, da lui vilipesa in tutti i modi. Il filoluterano papa Francesco non mostra lo stesso odio, per la S. Messa di sempre? Non per nulla ha fatto l'elogio di Lutero e dei suoi errori, mostrando di condividerli!
T.
Quello che mi sembra sicuro e che un eventuale ritorno a un regime indultista farà piazza pulita di tutti quei diocesani che oggi celebrano ogni tanto, o magari anche ogni domenica la Messa antica per le ragioni più varie ma non perchè ne hanno fatto il cuore della loro vita. Scompariranno quelli che celebrano perchè glielo ha chiesto il Vescovo per evitare che il gruppo SP finisca in mano a qualche giovane troppo tradizionale, quelli che lo celebrano ogni tanto perchè "come si prega bene con questa messa", quelli che lo celebrano per opportunismo, esibizionismo, egocentrismo o passione per le cose vecchie, quelli che lo celebrano perchè fa parte del 'pacchetto completo del conservatore' o del dandy a tutto tondo. Resteranno coloro che hanno capito che la liturgia è fons et culmen, che non si può essere in quinquagesima alle 10 del mattino e nel tempo ordinario alle 12.30 perchè il rito è identità, non scelta motivata dalla sensibilità, quelli che hanno riconosciuto nel rito antico (non solo la Messa, e magari solo quella festiva con popolo) il midollo della loro identità di cristiani, che comprende tutte le ore canoniche, il calendario, il martirologio, i sacramenti, un catechismo e una pratica di vita conformi alla liturgia che si celebra. In parallelo, forse scompariranno, fra i fedeli, quelli che 'vanno alla Messa in latino' con La Repubblica nella tasca del cappotto perchè è più bella, i massoni che vedono in essa un crogiolo di simboli che si illudono essere esoterici, quelli che si considerano conservatori in generale. In questo caso non posso dire meglio così, perchè perderanno l'occasione di essere rapiti ad altri cieli dalla forza soprannaturale oggettiva del rito. Ma per i preti dell'ogni tanto il rito antico, però magari solo la Messa bassa perchè non ho tempo di imparare a cantare, o senza berretta e pulpito per non esagerare, o solo un giorno alla settimana il martedì alle 13, o solo se lo chiede qualcuno a cui non posso negare un favore... beh, forse, per quelli, meglio così... o no?
RispondiEliminaFrancesco Aimerito du Fb
@ Francesco Aimerito
RispondiEliminaConverrebbe leggere questi due articoli per levarsi di sosso la convinzione che ci siano oasi felici che conservino la retta liturgia romana ed antica, scritti in un blog al di sopra di ogni sospetto:
https://traditiomarciana.blogspot.com/2019/02/postille-ad-alcune-riflessioni-su-fsspx.html
http://traditiomarciana.blogspot.com/2019/02/postille-ad-alcune-riflessioni-su-fsspx_6.html
A voler essere astuti come serpenti e semplici come colombe il supposto tradizionalismo appare del tutto speculare al progressismo o modernismo che dir si voglia, nonostante le buone intenzioni e la buona fede.
saluti, daouda
p.s. @ T : La sinagoga fino allo spartiacque che fu la compilazione del Talmud ( intendo i commentari, non la Mishnah ) ha avuto immagini decorazioni e simboli. La loro fu una reazione anti-cristiana, conferma della loro deviazione del retto ebraismo che perpetua la santa Chiesa di DIO.
Interessante il commento di Francesco Aimerito... Io distinguerei tra preti e fedeli. Corretto dire che i preti non troppo convinti li perderemo e potrebbe non essere un problema. Ma il problema grosso lo vedo tra i fedeli: messa in latino con "La Repubblica in tasca"? Massoni? Mah. Non mi sorprendo di niente, ma quanti sono? In Italia come al solito non abbiamo statistiche, ma ce le abbiamo negli USA: i frequentatori del VO sono al 99% perfettamente in linea con il Magistero. I seguaci di Scalfari e del GOI, dunque, se esistono sono davvero trascurabili. Io ne traggo la conseguenza che per i fedeli sarà un grosso danno. Ci penserà la Provvidenza.
RispondiEliminaNaturalmente, fra coloro che benedicono le coppie omosessuali e coloro che celebrano la Messa antica, chi è che devono punire?
RispondiEliminaIl cattolico medio, in Italia , è bergoglioso, catto/comunista. Anche quelli che vanno alla Messa tradizionale non brillano. Insomma è dall'inizio del '900 che è iniziata la penetrazione del modernismo, sintesi di tutte le eresie, nella chiesa, occorrerà almeno un secolo di santità diffusa per riparare la barca.
RispondiEliminaNon credo assolutamente che il ritorno alla norma sarà zucchero e miele. Sarà una battaglia durissima. E' come far smettere ad un drogato di drogarsi e...mi taccio.
RispondiEliminaTradizionalisti speculari ai neomodernisti?
Detto così, appare poco attendibile. In ogni caso, non vedo come possa applicarsi alla
FSSPX. Sarebbe come dire che mons. Lefebvre era "speculare" a mons. Bugnini...
RispondiEliminaIl cattolico medio in Italia, è "bergoglioso", catto/comunista etc
Perché, quelli all'estero, come crede che siano? Migliori?
Adesso non si può in pratica viaggiare ma se un giorno si potesse,
dovrebbe farsi un giretto all'estero, magari in un Paese come
l'ex-cattolicissima Irlanda, e scoprirebbe che in fatto di
conformità all'andazzo dominante noi italiani siamo addirittura
dei rivoluzionari, se messi a raffronto.
Giretti all'estero ne ho fatti e sinceramente ammiro, con tutto il cuore e con tutta la mente, quei paesi non cattolici dove i cattolici sono cattolici cattolici.
RispondiEliminaForse solo la persecuzione rende cattolici. Il resto rischia di essere cattolico di maniera, di qualsiasi maniera, ovunque sia, tanto più nei paesi un tempo cattolicissimi.
E' proprio dei paesi ritenuti cattolicissimi aver vissuto e vivere una ribellione esasperata al cattolicesimo, evidentemente fossilizzatosi in una maniera mummificata, in cui il cattolicesimo vivo fu ed è soffocato.
E parimenti qui da noi. Quando il cattolicesimo non è stato realmente fatto proprio, si è appoggiato e si appoggia alle correnti del mondo diventando umanista, gnostico, rinascimentale, filosofico scientifico, illuminista, romantico, materialista, scapigliato, decadente, futurista, avanguardista, radical dissoluto, cultore dei genitali e di tutti gli orifizi a disposizione della goduria.
Il fatto è che solo pochissimi cattolici sono stati in grado di stare nel mondo senza essere del mondo. Veramente pochi pochi. Ed ora noi lo vediamo benissimo e ancor meglio lo vediamo in noi stessi. Non sappiamo in verità cosa significhi essere cattolici in pensieri, parole, opere ed omissioni. Proprio non lo sappiamo.
Dice mons. Athanasius Schneider:
RispondiElimina«Vi sono QUATTRO gravi conseguenze del ricevere la Santa Comunione sulla mano:
1 - Particelle della sacra Ostia cadono a terra e vengono calpestate.
2 - Favorisce l'aumento del furto di Ostie consacrate;
3 - Ricevere il Santo dei Santi sulle mani riduce al minimo il nostro gesto fisico di adorazione , quando invece dovremmo esprimere il massimo dei gesti di adorazione;
4 - Questo modo di auto-nutrirsi è simile a quello di prendere del cibo comune come faremmo anche in una mensa. La Santa Eucarestia non deve essere trattata come cibo comune.
Il chiaro e inequivocabile gesto è di riceverla sulla lingua».
E in ginocchio, aggiungo io.
"Il Vaticano permette la benedizione Lgbt mentre limita la Messa in latino. In questa prassi c’è molta politica che prostituisce un sacramento evirandone un altro. Si favoriscono così coloro che fanno propaganda, discriminando gli umili. Si usa misericordia nel primo caso, mentre nel secondo estremo rigore. Infine, si legittima la sodomia e si delegittima l’Eucarestia senza troppe contestazioni. Ma sia nel primo sia nel secondo caso il cuore di Cristo sanguina".
RispondiElimina(Tommaso Scandroglio su lanbq)
Voglio fare una domanda senza acrimonia: ma perché tutto questo odio verso la liturgia secondo il Messale del 1962 e nessuno dice nulla sulle liturgie neocatecumenali o su incontri di preghiera congiunti con i protestanti? Vanno bene tutte le innovazioni, ma quando si parla di un rito che ha regolato per quattro secoli la vita della Chiesa diventano tutti difensori della rigidità liturgica? Sinceramente non capisco (e lo dico non essendo uno che partecipa al rito straordinario). Ricordiamo a tutti i chierici che all'inizio del Messale c'è l'Ordinamento generale che non è opzionale, ma tassativo per tutti.
RispondiEliminaEdit: e aggiungo che si vuole restringere l'uso del Messale del 1962 e usare provvedimenti restrittivi verso chi professa la fede della Chiesa e chi benedice unioni peccaminose è ancora considerato in comunione con la Chiesa e continua a ricoprire uffici importanti!
Alfredo romano II su Fb
Ho denunciato invano per anni la liturgia giudeo-luterano-gnostica dei neocatecumenali senz'alcun esito tra le autorità ecclesiali, ma col risultato di aver fatto aprire gli occhi a molti che, invischiati in quella esperienza, avevano orecchi per intendere e l'hanno abbandonata...
RispondiEliminaIl resto purtroppo è fuori da ogni logica.
Stiamo parlando della messa che Benedetto aveva "restituito" come se qualcuno avesse il potere di negarla. Con Benedetto la Tradizione era tollerata, con Bergoglio è combattuta. Ma la Tradizione, nella Chiesa, non deve nè essere tollerata, nè essere combattuta. Deve regnare.
RispondiElimina