Sacrosanto rivendicare la libertà dai rischi di natura giudiziaria. Ma la funzione della Chiesa non è piuttosto quella di richiamare i principi spirituali dai quali discendono quelli morali sociali e antropologici? E la violazione del concordato andava denunciata anche nel momento in cui le autorità civili hanno sancito le restrizioni in tema di culto pubblico.
Il Vaticano ha chiesto formalmente al governo italiano di modificare il ddl Zan, ora in commissione Giustizia del Senato, poiché "viola il Concordato". A presentare la nota verbale all'ambasciata italiana è stato il monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede.
È la prima volta che la Chiesa interviene durante l'iter di approvazione di una legge, esercitando le facoltà previste nei Patti Lateranensi.
Libertà a rischio
Secondo quanto scritto nel documento consegnato all'ambasciata italiana di Città del Vaticano il 17 giugno, "alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall'articolo 2, commi 1 e 3 dell'accordo di revisione del Concordato".
Il comma 1 dell'articolo 2 dei Patti Lateranensi afferma: "La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica". Il comma 3 invece garantisce "ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".
Con il ddl Zan il Vaticano teme una limitazione della libertà di aggregazione e di pensiero della comunità cattolica e per questo motivo chiede "che siano accolte le nostre preoccupazioni", poiché l'approvazione della legge così com'è scritta potrebbe comportare rischi di natura giudiziaria. [Fonte Tg24]
"....inclusione, diversità, adesione alle tematiche gender, lotta al cambiamento climatico, sostenibilità… è il vangelo di questa nuova religione, e chi non si conforma è eretico e va espulso. ... chi confonde la Chiesa con un’industria? Purtroppo non solo tra quelli che di tale Chiesa non fanno parte e magari non sanno neanche bene di cosa parlano, ma tra i suoi stessi membri. Gli eredi di quel discepolo ( Giuda ) che vendette con ottimo profitto il suo stesso Maestro."
RispondiEliminaGiuliano Guzzo :
RispondiEliminaLa legge è già irricevibile per tanti altri profili - dalla nebulosità del testo, a vantaggio di un'allarmante discrezionalità del giudice, alle derive liberticide fino al varo di veri e propri stravolgimenti antropologici, identità di genere in primis -, ma che da Oltretevere abbiano deciso di battere un colpo fa sempre piacere.
La Santa Sede mette in campo le facoltà previste dai Patti Lateranensi.
RispondiEliminaÈ un fatto di una portata storica pazzeschissima!!
Ave Maria e avanti tutta!
“ ...è la prima volta che la Chiesa interviene durante l’iter di approvazione di una legge, esercitando le facoltà previste nei Patti Lateranensi.”
RispondiEliminaMa quegli amici che si esaltano perchè Gallagher ha detto: "viola il Concordato", si rendono conto che avrebbe dovuto tuonare, non lui, ma il suo capo direttamente, sul fatto che: "Viola la legge di Dio e l'ordine naturale!!!"?
RispondiEliminaL'immediato intervento di Avvenire:
RispondiEliminahttps://www.avvenire.it/attualita/pagine/ddl-zan-dal-dibattito-sul-concordato-lo-spunto-per-il-dialogo
Il solito "dialogo ad oltranza"!
...Iniziano a sentire il fiato sul collo. Benissimo. Mettetevi al lavoro e tornate sulla retta via! Siamo agli ultimi avvisi.
RispondiEliminaLa Segreteria di Stato solleva un problema fondamentale, quello della “libertas Ecclesiae” che risulterebbe violata se il testo fosse approvato così com’è.
RispondiEliminaÈ la prima volta nella storia dei rapporti tra le due sponde del Tevere che avviene una cosa del genere: mai la diplomazia vaticana si era mossa in questo modo.
Evidentemente le questioni sollevate dal ddl non sono così banali come qualcuno vorrebbe farle sembrare…
https://www.facebook.com/129894081090137/posts/713593069386899/
RispondiEliminaS'è svejato!
Spunto magnifico il richiamo al Concordato. Implicitamente ed esplicitamente ciò metterà in evidenza quanto fin qui si è volutamente ignorato.
RispondiEliminaQuesto facilita ancor più i Cattolici Italiani e tutti gli Italiani che non possono non dirsi Cristiani di richiamare la Costituzione Italiana, volutamente sepolta sotto un innumerevole numero di stravolgimenti disorganici alla Sua lettera ed al Suo spirito.
A)INTER SANCTAM SEDEM ET ITALIAE REGNUM
CONVENTIONES*
INITAE DIE 11 FEBRUARII 1929
IN NOME DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
...
Art. 1
L’Italia riconosce e riafferma il principio consacrato nell’articolo 1° dello Statuto del Regno 4 marzo 1848, pel quale la religione cattolica, apostolica e romana è la sola religione dello Stato.
B)Costituzione
della
Repubblica Italiana in vigore il 1° gennaio 1948.
...
PRINCIPÎ FONDAMENTALI
Art. 1.
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione....
C)ACCORDO
TRA LA SANTA SEDE E LA REPUBBLICA ITALIANA
CHE APPORTA MODIFICAZIONI AL CONCORDATO
LATERANENSE
LA SANTA SEDE E LA REPUBBLICA ITALIANA
tenuto conto del processo di trasformazione politica e sociale verificatosi in Italia negli ultimi decenni e degli sviluppi promossi nella Chiesa dal Concilio Vaticano II;...
ART. 1
La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti ed alla reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo e il bene del Paese...
Roma, 15 novembre 1984.
"IN NOME DELLA SANTISSIMA TRINITÀ"
RispondiEliminaNel 1929 ci si accordava nel nome della Santissima Trinità. Poi è passata troppa e troppo veloce acqua reflua sotto i ponti per ricordarsene.
Ora che cosa succede? In teoria, come stabilisce l’articolo 14 del Concordato, potrebbe essere attivata la commissione paritetica.
RispondiEliminaSingolare il cortocircuito dei media, degli influencers, dei commentatori... quando credono che la Chiesa appoggia le loro ideologie, se il Papa fa politica in casa nostra incoraggiando l’immigrazione incontrollata allora va tutto bene, è lecito che intervenga. Se però il Vaticano chiede la modifica del ddlzan, il mondo lgbt e affini lo accusano di essere una lobbies, allora questi gridano all'ingerenza.
RispondiEliminaLa Chiesa rappresenta il Creatore e non il Creato.
RispondiEliminaLa Chiesa difende la Parola di Dio e non la parola degli uomini.
Mettiamocelo in testa : Dio è misericordia e insieme giustizia .
COME SI ARRABBIANO SE NON SI FA COME DICONO LORO!
RispondiEliminaMentre qui da noi le anime belle dell’antirazzismo si accaniscono contro quei calciatori azzurri che hanno “osato” non genuflettersi prima della partita contro il Galles e il buon Enrico Letta si indigna perché «francamente l’ho trovata una scena pessima», la Ursula von der Leyen dichiara di essere «molto preoccupata» per la legge “omofoba” contro la pornografia approvata la settimana scorsa dal parlamento ungherese.
Ma lasciamo stare il calcio e il conformismo antirazzista per provare a capire da dove originano le preoccupazioni della signora Ursula, presidente della Commissione Ue.
La legge ungherese parla di «inasprimento delle misure necessarie a combattere la pedofilia» e della «modifica di alcune leggi in materia di protezione dei minori». Il passaggio che fa infuriare i nostri accusatori di omofobia è quello relativo all’obbligo dello Stato di «stabilire norme che tutelino lo sviluppo fisico, mentale e morale dei minori e proteggano la loro identità biologica acquisita al momento della nascita». Non sia mai che i minori non possano – “opportunamente” indirizzati – avviare un percorso di transizione di genere!
La legge inoltre vieta di pubblicizzare e mettere a disposizione dei minori «materiale pornografo e contenuti che raffigurino la sessualità in maniera decontestualizzata, o che promuovano la deviazione dell’identità di genere, la riassegnazione di genere e l’omosessualità». Determinati contenuti devono essere «messi a disposizione dei bambini solo in un momento appropriato alla loro età, per il loro sano sviluppo mentale e spirituale». Semplice buon senso.
Ma il punto che letteralmente fa imbestialire i nostri liberisti manipolatori di bambini è quello in cui la legge dice di voler contrastare il fenomeno di «rappresentanti di alcune organizzazioni che tentano di influenzare lo sviluppo sessuale dei bambini attraverso particolari progetti». Per questo si prevede la necessità di «garantire che la cura dei bambini sia limitata a persone o organizzazioni iscritte in un registro ufficiale e costantemente aggiornato». Insomma non possono essere le organizzazioni arcobaleniche i responsabili istituzionali dell’educazione dei bimbi. Loro così abili nel camuffare i propri interventi manipolatori dietri progetti dai nomi “inclusivi”.
Come osano questi omofobi impedire la propaganda gender nelle scuole? Come purtroppo già accade nelle nostre scuole, figuriamoci se dovesse passare il ddl Zan?
Antonio Catalano su Fb
L’ideologia e l’attivismo LGBTIecc... hanno invaso la cultura, la scuola, la mentalità e sono entrati come un cancro nella testa dei più giovani. La reazione del Vaticano è assolutamente tardiva e inutile. Sarà persecuzione a carico di chi si opporrà a questo come ad altri lavaggi del cervello di massa. Unica strategia. Unica regia. Nesso che la maggior parte dei cattolici ignora o, peggio, nega.
RispondiEliminaE' stata messa in evidenza un contraddizione, l'ultima.
RispondiEliminaSe si vuol fare una reale bonifica il lavoro, per i prossimi mille anni, non mancherà. Noi continuiamo a prepararci.
Prevediamo grande imbarazzo nell’ala cattofluida del Pd e di Italia viva (già a partire da Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e, per quel contano, ex-scout di contorno). Le tensioni si rifletteranno anche sul Governo: l’esecutivo molto composito non potrà certo ignorare un passo vaticano così significativo, che -perdipiù e probabilmente- in cuor suo lo stesso premier Draghi (notoriamente sensibile anche alle preoccupazioni del presidente della Cei, cardinale Bassetti) considera non ingiustificato. Chissà che ne pensa il Quirinale (si può presumere che neanche Mattarella potrà stare zitto e riterrà di intervenire, certo non pubblicamente)…
RispondiEliminaProbabilmente faranno muro di gomma... lo Stato come non pervenuto, il Vaticano come non detto.
RispondiEliminaMi pare fumo negli occhi. Niente altro.
RispondiEliminaScusate, ma non mi accódo all'entusiasmo per la nota verbale della Segreteria di Stato vaticana sul ddlZan.
RispondiEliminaDopo aver abbandonato da decenni qualsiasi rivendicazione sulla regalità sociale di Cristo ora ci si appella al rispetto di un banale "accordino"?
Peraltro, non si interviene per chiedere il ritiro del disegno di legge in questione ma per una sua "rimodulazione" perché violerebbe la libertà di espressione e di aggregazione.
Ma vi è chiaro o no che il testo di Zan & co. va rigettato in toto e senza appello perché contrasta con la dottrina cattolica di sempre, perché è contro il volere di Dio rivelatoci da Cristo?
Stefano Bataloni su Fb
Eccellente post , questa uscita vaticana è più una psy-op che altro .
EliminaSe la libertà di pensiero, che è un principio liberale, deve essere tutelata da uno Stato confessionale (la Santa Sede), vuol dire che lo Stato laico non è neppure più in grado di tutelare i principi su cui si fonda.
RispondiEliminaSono sempre stato contrario alle ingerenze della Chiesa nello Stato e viceversa (il principio "libera Chiesa in libero Stato" di Cavour), ma stavolta la Santa Sede - peraltro con un atto senza precedenti - ha fatto bene.
(Giuseppe Palma)
https://www.iltimone.org/news-timone/ddl-zan-monsignor-suetta-nessuna-ingerenza-testo-va-fermato/
RispondiEliminaMamma mia, come sono infuriati i miscredenti su Facebook: tutti a berciare all'ingerenza ed a spingere per l'atto di apostasia (che loro chiamano "sbattezzo", perché sono ignoranti e grotteschi)! Vuol dire che il Vaticano, per la prima volta in vent'anni (e specie negli ultimi otto), ha fatto una cosa giusta?
RispondiElimina
RispondiElimina"Non si interviene per chiedere il ritiro del testo in questione ma solo una sua "rimodulazione".."
E questo non andrebbe bene, troppo poco, la S. Sede doveva chiedere il ritiro del sulfureo testo e basta.
Chi fa questa critica non si rende conto che la S. Sede sta agendo come uno Stato estero riconosciuto dallo Stato italiano, che ha il dovere di garantirle la "libertas Ecclesiae" riconosciuta ampiamente nel Trattato del Laterano, versone aggiornata nel 1984. Se la S. Sede richiedesse il ritiro del testo potrebbe venir accusata di indebite ingerenze nell'attività legislativa dello Stato italiano. I due Stati, del Vaticano e italiano, sono due entità sovrane e indipendenti, pur avendo tanti legami reciproci.
Seguendo le regole della diplomazia, come d'obbligo, la S. Sede si limita a far (giustamente) notare che l'attuale testo del ddl Zan, per come è formulato, lede la libertas Ecclesiae, garantita dai Patti Lateranensi. Chiede pertanto che il testo venga "rimodulato" in modo da non violare quanto stabilito nei Patti stessi. Di più, in via ufficiale, non poteva chiedere, in questa fase.
La S.Sede chiede dunque che il testo venga modificato in modo conforme allo spirito e alla lettera dei Patti lateranensi. Richiesta legittima che non configura alcuna invasione di campo nei confronti dello Stato italiano. Attuare tale modifica significherebbe privare il ddl Zan delle sue inaccettabili sanzioni penali per chi critica la "vita gaia" in base alla Bibbia e far saltare il programma di diffusione scolastica dell'omofilia, a spese dello Stato. Il decreto verrebbe pertanto ridotto alquanto nella sua portata, impedendogli di colpire i cattolici, scopo non dichiarato del decreto stesso ma evidente a chi usi la ragione.
Vedremo adesso cosa faranno i nostri brillanti politici. Aprire un contenzioso con la S. Sede sul decreto Zan non sarebbe salutare, per loro e per lo Stato italiano.
Non bisogna esaltarsi troppo per questa mossa della S. Sede. Ma nemmeno disprezzarla. Una mossa a sorpresa, nel clima attuale, addirittura rivoluzionaria.
La soluzione più realistica, per i nostri politici, sarebbe quella di insabbiare ancora una volta il tristo decreto e non parlarne più. Ma sarà difficile. L'imposizione dell'agenda gay e transgender a tutti gli Stati occidentali sembra essere un obiettivo primario per le nostre decadute classi dirigenti, adepte della Rivoluzione Sessuale anche nello stile di vita, è da supporre.
Z.
Modificare una proposta di legge infernale non è affatto cattolico. Cattolico è rifiutarla. Il Vaticano che tira in causa il Concordato, ma che si rifiuta di affermare l'intrinseca malvagità sovversiva della proposta di legge Zan, chiedendo semplici modifiche, seppure importanti, è Il Vaticano del compromesso al ribasso. E si badi bene che non si tratta di una legge già approvata, per la quale si chiederebbe una modifica come male minore, per salvare il salvabile. ma di una legge non ancora approvata che colpisce al contempo la libertà, la sana educazione e l'esistenza stessa della differenza sessuale, cioè la verità antropologica, affermando inoltre che alcune categorie debbano godere di una tutela maggiore rispetto alle altre, andando contro persino al principio dell'uguaglianza di fronte alle legge.
RispondiEliminaCosa c'è da conservare nella proposta Zan? ? Che cosa c'è da conservare in una legge anticristiana ed antiumana? E' da bloccare e basta. Ma il Vaticano non ha il coraggio di denunciare il male, quale sarebbe suo dovere. Si limita a chiedere modifiche, affermando che il ddl Zan non è da rigettare interamente, quindi è parzialmente buono, almeno nelle intenzioni del promotore. Falso. le intenzioni sono pessime, sovversive e anticristiane.
Il Vaticano rifiuta quindi di denunziare il male in quanto male. E non denunziando il male, viene per l'ennesima volta meno al suo compito.
Concordato o non Concordato.
Martino Mora
La sfuriata di Fedez sul Concordato, Luxuria che parla di «attacco pericoloso», Zan che corre a precisare che la sua legge «non limita in alcun modo la libertà di espressione» (e allora perché l’inserimento, in corsa, del pasticciatissimo articolo 4? Ccà nisciuno è fesso!) sono reazioni pavloviane, cagnara di contorno, schiuma d’odio. Ringhiate da ignorare, dato che non rendono l’idea del peso – giuridico, politico, istituzionale – che caratterizza la nota diplomatica che la Santa Sede, la settimana scorsa, ha fatto recapitare al Governo sul ddl Zan sollevando, Concordato alla mano, un problema di libertà religiosa legato a quel testo di legge. Si tratta infatti di un atto senza precedenti – non un post su Instagram, signori, bensì una richiesta da Stato a Stato – che merita un esame puntuale.
RispondiEliminaTanto per cominciare, com’è nata questa nota con la quale, attenzione, non si chiede di cestinare il ddl Zan (né lo si sarebbe potuto chiedere, sulla base delle norme concordatarie), ma si solleva una gran riserva sulle sue conseguenze? Nessuno lo sa esattamente. Chi scrive ci tiene però a precisare un elemento: papa Francesco ha dato il suo assenso a questo passaggio; non forse, ma con assoluta certezza. Anche il più improvvisato dei vaticanisti può infatti confermare che ci troviamo davanti a un atto di rilievo enorme, che non può non essere passato da Casa Santa Marta. Poi può succedere che già domani il pontefice argentino in persona smorzi i toni, minimizzi, faccia un’uscita ulteriormente spiazzante. Tutto è possibile.
Ma il tentativo – da alcuni già posto in essere – di presentare l’ingresso in campo del Vaticano contro il ddl Zan come affare ad insaputa di papa Francesco, ecco, umilia anzitutto la loro stessa intelligenza. È invece ragionevole ipotizzare che la faccenda non sia nata a Casa Santa Marta, ma da lì sia transitata per il doveroso placet. Ciò però nulla toglie al peso della notizia del giorno. A proposito di notizia: chi l’ha fatta avere al Corriere della Sera? Di certo la spifferata non è arrivata da Oltretevere. Più plausibile è che sia stato qualcuno (uomini del Pd o dei Cinque Stelle?) interessato a sabotare il tentativo della diplomazia vaticana di stoppare la legge arcobaleno con una nota che, in realtà, sarebbe potuta anche non uscire mai. Sta di fatto che però, adesso che la cosa è pubblica, non può più essere negata.
Significa che possiamo dire che il Concordato non piace, considerarlo antistorico, inveire contro il Vaticano, tutto quello che ci pare. Quello che però non possiamo fare è negare un fatto oggettivo: la Chiesa guarda con fortissima preoccupazione alla legge Zan, quanto meno per motivi legati alla libertà religiosa. Paure infondate, quelle che agitano i sacri palazzi? Purtroppo no: le cronache anglofone pullulano di pastori multati perché leggevano il Nuovo Testamento, di cristiani denunciati o querelati per aver affermato il primato della famiglia naturale o per aver disapprovato l’agenda Lgbt. Tutte cose che ai massimi vertici della Chiesa cattolica, visto che il ddl Zan – riproduzione italica di norme che all’estero hanno già menomato la libertà religiosa – era ed è a rischio approvazione, hanno generato timore. Forte e comprensibile timore. Ecco perché no, stavolta il Vaticano non l’ha toccata affatto piano.
Giuliano Guzzo
Concordo che la Chiesa avrebbe dovuto esigere il rispetto del Concordato già durante il periodo della pandemia.
RispondiEliminaIl vescovo di Ventimiglia, va fermata deriva pericolosissima
RispondiEliminaRoma, 22 giu. (Adnkronos) – Lo stop al ddl Zan per arginare l’omotransfobia chiesto dal Vaticano attraverso i canali diplomatici è “tutt’altro che una ingerenza perché il concordato è un patto bilaterale e di conseguenza questo patto vede due realtà di fronte: se io faccio un patto e poi il contraente pone in essere azioni che dicono il contrario di quello che è scritto nel patto è giusto che il contraente interessato richiami all’ osservanza dei patti”. Lo sottolinea il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta, tra le voci più critiche del ddl Zan che secondo il Vaticano violerebbe il Concordato.
A questo punto che potrebbe accadere? Ci sarà una contrattazione? “Per me – dice il vescovo all’Adnkronos – non c’è nulla da contrattare nel merito perché la Chiesa della teoria ‘gender’ non può accettare assolutamente nulla. Un conto è prevenire le discriminazioni di ogni forma su cui siamo tutti d’accordo”.
Monsignor Suetta chiede: “Perché oggi siamo così sensibili ad un tipo di discriminazione e non siamo sensibili ad esempio ai cristiani perseguitati? Ogni forma di persecuzione in ragione di razza, idee, religione, sesso.. è ingiusta e doverosamente la legge prevede siano sanzionate. Questa legge in Italia già c’è ma se non è sufficiente si può modulare in maniera migliore per renderla efficiente. Ma non ha senso prevedere una legge per ogni ragione di discriminazione, si arriverebbe ad una foresta di leggi”.
Ecco perché – a detta del presule – quello del Vaticano è un “atto opportuno fatto da chi ha competenza per farlo. Noi tutti, sia fedeli che pastori, usufruiamo di quanto disposto dal Concordato, però il Concordato, essendo un patto bilaterale, richiede come contraenti da una parte lo Stato e dall’altro la Santa Sede. Non si procede unilateralmente, sarebbe una violazione del patto”.
Il vescovo spera ancora in un affossamento del ddl Zan: “Lo spero e lo ritengo giusto”.
Il vescovo spiega le ragioni della condivisione dei rilievi della Santa Sede: “Condivido perché è ovvio che questo ddl se deve prevenire e reprimere reati, questi devono essere delineati nella loro obiettività materiale perché il giudice che deve valutare se sussista o meno il reato deve sapere i limiti e riferimenti del legislatore. Ora come si fa a configurare un reato di istigazione all’odio? – l’intervento della Santa Sede evidenzia ciò -. La Chiesa insegna una determinata dottrina in base alla quale i presupposti ideologici, antropologici, culturali- sociali delineati in premessa dal ddl Zan non sono compatibili con la dottrina cristiana. Se io svolgendo la predicazione insegno e dico che la sessualità è definita dalla natura materiale e fisica di una persona , tutta quella che oggi va sotto il nome di teoria gender è contraria e difforme dalla dottrina della Chiesa . Se esce un ddl che sostiene che l’affermare il contrario della teoria gender è reato, è chiaro che impedisce alla Chiesa e a tante altre realtà l’esercizio della propria missione”. Dice mons. Suetta: “Si rischia di criminalizzare il dissenso legittimo col rischio di una deriva pericolosissima”.
Il Ddl Zan va immediatamente bloccato è ora che torni una Chiesa spiritualmente virile che non ha paura del mondo e non si inginocchia ma esorcizza il mondo perché venga annientato il suo omicida e menzognero principe.
RispondiEliminaMa il Vaticano ha fatto bene ad intervenire ufficialmente presso l'ambasciata italiana accreditata presso la Santa Sede circa il DDL Zan? Non ho le competenze per valutare questo atto molto significativo. Tanti hanno appreso la notizia molto positivamente. Si potrebbe dire" Meglio questo che niente". Se dobbiamo accontentarci di una logica minimalista per me può anche andare bene. Ma io non mi accontento di una logica minimalista che sarebbe la stessa logica che ci fa dire di non discutere sulla negazione della comunione eucaristica ai politici abortisti perchè potremmo essere divisivi (non è stato forse Cristo a dire "non sono venuto a portare la pace ma la spada" o " chi non è con me è contro di me". Posssiamo colpevilizzare Gesù di essere divisivo?). Chiedere di frenare sul DDL Zan perchè andrebbe contro il Concordato è una motivazione giusta ma debole ed insufficiente. IL Ddl Zan va rinnegato alla radice perchè è contro l'uomo. E' basato su una concezione antropologica che oltre a rinnegare la dottrina cattolica, calpesta e non riconosce la legge naturale. E' fortemente assurdo e contraddittorio e, perciò, fortemente ideologico l'atteggiamento di chi nel mentre si fa difensore e paladino della natura nega le leggi che sono alla base natura. Sìamo in pieno regime dittattoriale perchè lo Stato si fa unica e sola fonte delle leggi. Le leggi naturali preesistono allo Stato rinnegare e violentare tali leggi significa rinnegare e violentare l'uomo. Per questo le motivazioni addotte dal Vaticano mi sembrano deboli ed insufficienti. E' come se si dicesse" per me la legge potete anche vararla purchè non ci togliete il diritto di parola nelle nostre scuole e nelle nostre chiese. LA LEGGE NON VA VARATA. PUNTO.
RispondiEliminaHo letto su alcuni post di amici che hanno messo pure dei link questi titoli:" risveglio del Vaticano, fermate il DDL Zan!"
RispondiEliminaE ancora: "Vaticano: la legge DDL Zan viola il concordato, fermatela!"
Mi sarei rallegrato se ciò fosse stato vero ma purtroppo il vero comunicato dice tutt'altro e d'altronde non mi stupisco.
Ecco il succo delle vere parole: "il DDL Zan potrebbe mettere in discussione il concordato, su alcuni punti andrebbe modificato, ma non è in discussione l'abrogazione della legge."
Vi è una bella differenza che ancora una volta ribadisce i compromessi a cui è sceso il Vaticano, specialmente da 8 anni a questa parte!
A parte l'usare il condizionale invece che l'affermativo, non smentisce la linea del cardinale Bassetti, presidente della CEI!
Agli amici suggerisco di andare alle fonti invece di soffermarsi ai titoli di giornalisti di parte.
La Santa Sede ha chiesto di modificare il testo del #ddlZan solo per evitare che la libera espressione del pensiero diventi, di per sé, motivo di iscrizione nel registro degli indagati.
RispondiEliminaUna richiesta sacrosanta.
Si è scatenato un attacco violentissimo contro il Vaticano da parte di chi, fino a stamattina, si lavava la bocca con la vulgata della lotta all'odio.
Se cercate i manganelli, li trovate a sinistra.
Questo conferma il fatto che se la Chiesa si mette un po' di traverso la corrente schizza.
RispondiEliminaLa chiesa ha fatto un passetto, che bisogna trasformare in passo.
Questa è un'occasione santissima da non perdere, il ddlZan va rigettato in toto dai Cattolici. Subito. Senza dialogo. Per il bene degli Italiani e di chi è sotto scacco del Nemico.
Condivido con chi ritiene l'intervento insoddisfacente.
RispondiEliminaÈ monco, perché manca la condanna sul piano spirituale.
L'errore di fondo è nel concetto di "ingerenza", trappola in cui cadono molti tra fedeli e clero.
La Chiesa deve guidare i fedeli a livello spirituale, ma indicando anche le vie materiali conformi a quelle spirituali, che hanno sempre il primato.
Prima lo Spirito e ciò che è spirituale, poi il materiale e il sociale, che deve essere conformato alle vie spirituali e conseguenza di quelle.
Tra i fedeli ci sono i politici che votano in Parlamento, soprattutto i fucsia/rosa cattoprogressisti del PD, Italia Viva e Leu, che si dicono cattolici e militano in partiti di stampo materialista, ateo e sinistroide, che promuove leggi anticristiane e odia profondamente la Chiesa cattolica, soprattutto se si discosta dalle sue direttive politiche.
La Chiesa ha quindi il dovere e il diritto di condannare, a livello spirituale, una legge contraria alla Parola del Signore e all'ordine naturale del mondo da Lui creato.
Condanna spirituale che non comporta alcuna "ingerenza", ma al contrario rappresenta un dovere della Chiesa di guidare i fedeli.
La questione della libertà religiosa e di insegnamento è una conseguenza, sta sul piano secondario.
Ben venga, ottima questione giuridica, ben impostata.
Ma la Chiesa "di Francesco" si è limitata - come al solito - al solo piano sociale-giuridico-politico, senza avere il coraggio di condannare le norme del ddl Zan sul piano spirituale, come contrarie alle elementari leggi naturali e spirituali.
E di difendersi dall'accusa di ingerenza per il suddetto motivo.
Basterebbe precisare che la condanna è spirituale e ammonire i fedeli, e il mondo, su tale contrarietà, anzi gridarlo ai 4 venti e dalle terrazze.
Così come fanno i Vescovi americani con Biden, la questione è molto simile al ddl Zan: richiamare i fedeli e politici cattolici a comportarsi in modo coerente alla loro fede.
Questa non è ingerenza, è cristianesimo.
Aloisius
A giudicare dal numero e dal risentimento delle reazioni di politici, giornalisti e showman al documento della Segreteria di Stato vaticana sul DDL Zan si capisce molto bene come la Chiesa Cattolica ancora oggi, con chiese vuote e percentuali di fedeli praticanti in calo verticale da anni, abbia una influenza determinante sulla società.
RispondiEliminaDal ché ne discende pure la necessità ineludibile per qualsiasi prelato (ma anche per qualsiasi credente) di non sprecare occasione per riaffermare la verità che ci è stata rivelata e affidata. Le rivendicazioni in punta di diritto non possono che intervenire dopo.
Il DDl Zan aveva bisogno solo di un'ultima spallata - dato che le nostre forze politiche non riescono neppure a far cadere la forfora - ecclesiastica per cadere definitivamente. Ai fini pratici la conclusione di questa storia è dietro l'angolo. E' il caso del proverbio: chi troppo vuole nulla stringe! E, come tutte le ideologie moderne, in nome dei dolori umani di alcune categorie, si giustificano prepotenze ideologiche che poi alla fine - non solo diminuiscono la vera libertà di tutti - ma aumentano i dolori delle stesse vittime prese come soprammobili dai paladini della giustizia. rdv
RispondiEliminaInvece di parlare di inquinamento e climate change, finalmente Jorge Bergoglio ha schierato lo Stato pontificio contro la legge bavaglio che dice di combattere l'omofobia. Ma che rende dogma l'ideologia gender e punisce i non allineati. Speriamo solo che non sia tardi.
RispondiEliminaPerchè allora non hanno "tuonato" allo stesso modo quando il governo ha fatto chiudere le chiese? A mio giudizio era stata un'azione ben più grave.
RispondiEliminaVedo che la mia perplessità è stata espressa anche nel testo del post.
Un gigante dello spirito contro la Chiesa cattolica: Fedez l’influencer “ggiovane” e i suoi potenti argomenti polemici a difesa del ddl Zan, che dà agli LGBT militanti le libertà di togliere la libertà di espressione, di pensiero.
RispondiEliminaMa non vi illudete: la rabbia di Fedez, resa cementizia dall’ignoranza invincibile e sicura di sé – è condivisa – ammesso che ne abbiano informazione – dai milioni di “ggiovani” che lo imitano, che cercano di essere come lui i suoi tatuaggi e le sue scarpe dozzinali da 400 euro; sono questi stessi giovani che si sono agglomerati a farsi punturare per andare di nuovo nelle balere, sono i neoprimitivi senza alcuna nozione di Concordato, che dico? Di cosa sia il cattolicesimo, la fede dei padri, e di come la identità italiana ne sia incarnata e intessuta e saturata. Loro, non hanno alcuna identità: non sono un popolo ma una popolazione zoologica. Questi vivono nel presente assoluto dei neo-primitivi senza cultura, anzi senza istruzione. Vivono nella civiltà come i selvaggi nella foresta primordiale, cogliendone i frutti (sempre più scarsi, perché il Grand Reset ha deciso: le masse sono superflue) e adusi a consumi sempre più dozzinali, standard – e conformisti fino all’inverosimile. Sono loro i “barbari verticali” che non abbiamo civilizzato – e la Chiesa progressista ne porta pesanti responsabilità.
M. Blondet
Ieri notte ho seguito un dibattito su radio rai 1 tra una deputata Leu e Tarquinio ( purtroppo non esiste la perfezione) la suddetta, De Petri o qualcosa di simile, ha affermato che la legge ha solo passato alcuni step, ma è bloccata e non va avanti secondo lei per colpa della dx. comunque è ancora ferma, su Tarquinio preferirei non dire nulla, oggi Di Giacomo ha scritto un buon articolo esplicativo, lo trovate in rete, io l'ho visto su Dago.
RispondiElimina❌*DECRETO ZAN:*
RispondiElimina*un decreto Liberticida se approvato. Ecco PERCHÉ:*
1. una coppia viene da me, prete, per essere sposata, riceve il mio "no", mi denuncerà per il reato di "discriminazione" e io sarò punito con una grossa multa e col carcere.
2. Idem, se mi chiedono una benedizione.
3. Idem se dovessi predicare che l'unica famiglia è quella naturale, voluta da Dio fin dalle origini.
4. Gli studenti appartengono allo Stato e quindi riceveranno obbligatoriamente lezioni di gender.
5 Se i genitori si ribellano saranno accusati del reato di "discriminazione", con multa e carcere.
6. Dire al catechismo che i figli hanno diritto a un papà e una mamma, sarà un reato di "discriminazione" e comporterà multa e carcere.
Questo e tanto altro comporterà il decreto Zan.
Un vero stato di polizia in mano alle lobby omosessuali.
Un decreto che ha inventato il reato di opinione, proprio come facevano Hitler e Stalin.
Dietro vi sono poteri forti diabolici, che vogliono distruggere la famiglia, per poter manipolare a proprio piacimento la popolazione.
ATTENZIONE. cattolici:: svegliamoci prima che sia troppo tardi.
I figli delle tenebre sono all'opera. Chi non si oppone, diventa connivente e corresponsabile del male che sarà causato da quel decreto.
*Don Carlo Rocchetta*
Responsabile del Centro Familiare Casa della Tenerezza (Perugia) e docente di teologia presso lo Studio Teologico di Assisi.
*Ps: massima divulgazione, grazie*
Sono davvero arricchito dai contributi -anche molto diversi- di tantissimi amici sulla presa di posizione 'concordataria' in merito al DDL Zan.
RispondiEliminaNaturalmente, non si può che essere d'accordo sul fatto che -svolgendosi la guerra principalmente sul terreno culturale e degli stati di spirito- l'iniziativa vaticana presti inevitabilmente il fianco alle strumentalizzazioni proprio su questo stesso terreno.
Da umile operatore del diritto, non potendo lo Stato Italiano (checchè ne dica l'abbonato ATAC Roberto Fico) far finta che non ci sia stata una formale protesta di tale valenza, dico che la questione non sarà così facile da rimuovere.
Ed, ecco, il verbo-chiave è esattamente questo: 'rimuovere'.
Perchè, il macigno piazzato dalla Chiesa Cattolica per la sua inferenza giuridica, assume un sapore molto particolare su un altro piano: quello metastorico.
Il sapore, insomma, dell'atto katechontico.
Il che è un ulteriore segnale -preoccupante ma al tempo esaltante- della 'gravità' dei tempi che viviamo.
Tempi che restano 'gravi', per paradosso, proprio perchè caratterizzati dalla 'leggerenza' dei canali con cui viene veicolato un pensiero unico soffocante.
Leggerezza adeguata al grado di disumana demenzialità di tale pensiero.
Che botta! Una iniziativa, quella del Vaticano sulla legge Zan, senza precedenti, che ha lasciato la sinistra e i 5 Stelle intontiti e senza parole. La più felpata e cauta delle diplomazie questa volta ha tirato fuori le unghie; la Curia ha fatto suo un vecchio motto dei romani: “quanno ce vo’ ce vo’”. Le reazioni scomposte di chi si scaglia contro l’ingerenza della Chiesa segnalano l’assoluta impreparazione di fronte a una questione molto seria, che riguarda il delicato rapporto tra stati sovrani e il rispetto dei patti sottoscritti, mentre la rabbia livorosa che emerge qua e là fa capire come la mossa abbia avuto un effetto davvero spiazzante. Tanta propaganda e tante interpretazioni che i media hanno insistentemente veicolato in questi mesi si sono rivelate di colpo manipolatorie e bugiarde: che il Papa fosse a favore della legge, che le paure sulla fluidità di genere fossero sciocchezze messe in giro da una destra becera e omofoba, che la libertà di espressione fosse perfettamente garantita, che le femministe contrarie al disegno di legge fossero un gruppetto di vecchie streghe “transescludenti”.
RispondiEliminaLe reazioni della politica sono ancora scarse, e anche il ritardo con cui la notizia è stata data è sintomatico: il Ministero degli Esteri, ovvero Di Maio, ha in mano le obiezioni del Vaticano già da tre giorni, ma ha preferito aspettare. Aspettare cosa, e perché? Il Senato, in cui sia il presidente leghista della Commissione giustizia, Ostellari, sia esponenti di punta di Italia Viva come Davide Faraone chiedono un tavolo per arrivare a un testo condiviso, avrebbe dovuto essere informato subito dell’incidente diplomatico con la Santa sede, per tenerne conto nei lavori parlamentari. Ma se i 5S sono in estremo imbarazzo, dato che il ministro a cui è stata consegnata la “nota verbale”, è uno dei più accreditati leader del movimento, il più turbato tra i politici è sicuramente il cattolico Enrico Letta, che fino a ieri proclamava con inusitata durezza che il disegno di legge sarebbe rimasto inalterato, sbattendo la porta in faccia a tutte le voci che, dall’interno della sinistra, tentavano di avanzare qualche dubbio. Quello che è certo, è che Draghi non sarà contento: la legge avrebbe dovuto seguire il proprio percorso parlamentare senza disturbare l’attività del governo, e senza creare interferenze e lacerazioni all’interno della strana maggioranza che lo sostiene. La testarda volontà del Pd di contrapporsi in modo frontale al centrodestra, isolando i renziani e ignorando tutti i tentativi di mediazione, ha dato i suoi frutti. E’ ovvio che se si radicalizza lo scontro bisogna essere disposti ad affrontare tutte le conseguenze che questo comporta.
E ora? Che farà il Pd lettiano? Può davvero seguire Fedez o Luxuria? Cercherà una soluzione “bilaterale”, fingendo di ignorare che le critiche al ddl Zan mosse dalla Santa sede riguardano la libertà dei cattolici di esprimersi, e non qualche garanzia in più per sacerdoti e scuole cattoliche?
Quello che è certo è che dopo oltre un secolo la frase pronunciata più volte da Cavour non è stata ancora capita e fatta propria dalla sinistra. Libera chiesa in libero stato; Cesare non deve invadere il terreno della libertà di coscienza, deve saper stare al suo posto. Può darsi che stavolta la lezione serva a qualcosa.
La lingua polacca è una lingua omofoba.
RispondiEliminaIn polacco, infatti, 'matrimonio' si dice 'małżęstwo'.
In questa parola ci sono le radici di due parole, 'mąż' che significa 'uomo', e 'żona' che significa 'donna'.
La parola stessa quindi dice che il matrimonio è tra un uomo e una donna.
L'onorevole Zan ha dimenticato questo particolare, deve assolutamente inserire un emendamento che vieti la lingua polacca in Italia. E, perché no, in 'Europa'.
Guido Villa su Fb
Esultano all'unisono "La Verità" e "Libero" per il passo Vaticano contro il ddl Zan. I toni, come si vede, sono enfatici ("Habemus Papam"). Se si legge, però, l'articolo di fondo del direttore della "Verità", Belpietro, l'equivoco appare subito chiaro.
RispondiEliminaI motivi per cui gli uomini di Bergoglio hanno protestato non riguardano offese a Dio o alle legge naturale, no, riguardano "la violazione della libertà di parola e di pensiero". Le motivazioni della protesta sono dunque liberali, non cattoliche.
Parlavo dell'equivoco: guardate qui sotto il passo di Belpietro, secondo il quale il trattato del 1929 "riconobbe la libertà di culto". eh no, caro direttore, l'articolo I del Trattato recitava:
"L’Italia riconosce e riafferma il principio consacrato nell’articolo 1° dello Statuto del Regno 4 marzo 1848, pel quale la religione cattolica, apostolica e romana è la sola religione dello Stato".
Altro che "libertà di culto": il cattolicesimo era proclamato religione di Stato.
L'equivoco sta nell'accezione di "libertà di culto": nel 1929 la Chiesa otteneva dallo Stato la libertà di culto PER SE', in quanto cattedra di verità, e non per altri.
Fu solo nel 1984 che, in ossequio al "dettato costituzionale", tale "libertà" venne estesa ai culti falsi e idolatrici, prima soltanto "ammessi" nella misura in cui non minacciassero l'ordine pubblico.
Ora, è in base a questo "nuovo concordato", quello per intenderci nello spirito del Vaticano II, che Bergoglio e scagnozzi vari si sono mossi, non certo per difendere il principio concordatario (del 1929) della religione di Stato.
Quindi l'esultanza "Habemus Papam" è quanto meno eccessiva, sia perché questo belato liberale non cancella le bestemmie e i sacrilegi finora commessi, sia perché un vero papa avrebbe da tempo scomunicato il sig. Zan e chiunque votasse a favore di quella legge contro natura.
Da Fb
https://www.centrostudilivatino.it/il-nodo-del-ddl-zan-al-pettine-del-concordato/
RispondiElimina...
Che cosa può accadere adesso? Se le norme hanno un senso, di fronte a una ‘nota verbale’ con un tale contenuto le strade sono due: o Governo e Parlamento concordano una pausa di riflessione sul d.d.l. Zan, che quindi nelle more dovrebbe restare fermo. Oppure, al fine di prevenire conflitti, la soluzione non sta nella sospensione unilaterale del principio pattizio bensì nella sua piena attuazione, con la previsione all’art. 14 che “se (…) sorgessero difficoltà di interpretazione o di applicazione delle disposizioni precedenti (fra cui gli art. 1 e 2 richiamati dalla ‘Nota’), la Santa Sede e la Repubblica italiana affideranno la ricerca di un’amichevole soluzione ad una Commissione paritetica da loro nominata”.
E anche in tal caso il d.d.l. Zan dovrebbe restare fermo, in attesa della definizione dell’“amichevole soluzione”, all’esito dei lavori della Commissione paritetica.
@23 giugno 2021 14:45
RispondiEliminaGli ''occidentali'' non si smentiscono mai... '' La più felpata e cauta delle diplomazie questa volta ha tirato fuori le unghie''
Dai su, torniamo coi piedi per terra.
@23 giugno 2021 16:58
RispondiEliminaCondivido pure la punteggiatura (se avessi Facebook, chiederei chi è l'autore del post; ma sto cercando di disintossicarmi da quella roba)
Pietro De Marco
RispondiEliminaL'intervento è della Santa Sede come organo di governo della cattolicità, non dello stato CV. È la Santa Sede che ha dei concordati. Ad essa gli stati contraenti riconoscono una sovranità spirituale e disciplinare sui cattolici, su fede e morale, e sulle pratiche religiose, modalità, spazi e ministri. I concordati, che sono un geniale correttivo all'onnipotenza dello stato moderno (anche nella versione dello stato di diritto, in cui onnipotente è di fatto ogni opinione al governo) sono un modello per la libertà delle fedi e delle dottrine fondamentali.
''nella versione dello stato di diritto, in cui onnipotente è di fatto ogni opinione al governo''
RispondiEliminaQuant'è vero...
Comunque, il dottor Valli, che, degli ambienti vaticani, un po' se ne intende, dice che è stato... un blitz di Ruini.
RispondiEliminaLe critiche all'intervento della s. Sede sono immotivate
L'intervento della S. Sede non deve esser giudicato sulla base del suo linguaggio sempre moderato. Deve esser giudicato in base al suo contenuto, concernente i rapporti tra lo Stato e la Chiesa non questioni morali o teologiche. In questi rapporti, regolati dal Trattato, le questioni morali e teologiche restano sullo sfondo, pur essendo le più importanti.
Se avesse chiesto il puro e semplice ritiro del ddl Zan (che non è ancora legge) la s. Sede si sarebbe esposta all'accusa di indebita ingerenza nell'attività del Parlamento italiano, cioè di uno Stato sovrano. Il Trattato del Laterano non le attribuisce un potere del genere. Attribuisce alle parti la facoltà di istituire una Commissione paritetica per appianare eventuali difficoltà. E questo sembra proprio il caso di specie.
Una condanna morale globale del ddl (in sé giustificata) sarebbe stata comunque giudicata irrilevante dall'autorità italiana. La s. Sede doveva trovare l'aggancio giuridico preciso con le prerogative che il Trattato del Laterano (versione 1984) le riconosce e le ha trovate nell'unico punto possibile, peraltro rispondente ai fatti: il ddl Zan viola manifestamente la libertà di espressione e di insegnamento, con annessi e connessi, che il Concordato riconosce alla Chiesa nelle persone di insegnanti e fedeli, ecclesiastici e laici. La s. Sede fa presente l'esistenza di questa (grave) violazione e chiede che il decreto venga corretto. Allo stato, ripeto, non poteva chiedere di più.
Una libertà, non bisogna dimenticarlo, la "libertas Ecclesiae", garantita dalla Costituzione repubblicana, visto che i Patti Lateranensi sono stati incardinati nella Costituzione all'art. 7.
Il principio della "libertas Ecclesiae" (nei rapporti con le potenze temporali) è un principio fondamentale per la Chiesa cattolica, da essa sempre mantenuto nei secoli e non limitabile alla libertà d'azione della Gerarchia in senso stretto.
Non è ammissibile che in Italia diventi legge un decreto che può domani infliggere multa e anni di carcere a chi voglia semplicemente ricordare con lo scritto o la parola che la sodomia, la pederastia, il lesbismo sono peccati gravi, "turpi passioni" come dice s. Paolo nella Lettera ai Romani, 1, 26, peccati che vanno emendati e guariti soprattutto ritornando a Cristo, come dice sempre s. Paolo, 1 Cor 6, 9-11.
Vedremo adesso come andrà a finire. La cautela, visti i precedenti, è d'obbligo. Ma l'iniziativa vaticana è stata corretta e appropriata.
Pol.
RispondiEliminaUn blitz di Ruini?
Credibile. Non si direbbe un'iniziativa del papa. Che comunque non poteva opporsi,
così come non poteva opporsi formalmente alla proibizione delle "benedizioni" alle
coppi omo.
Diego Fusaro:
RispondiElimina"L'Italia è uno stato laico", ha affermato contro la Chiesa di Roma il principale sacerdote della religione dei mercati e dell'Unione Europea, l'ex Goldman Sachs Mario Draghi...
RispondiEliminaUltime notizie sul ddl Zan, da La Repubblica di oggi.
Draghi ha riferito in Parlamento, ribadendo la laicità dello Stato italiano, "che non è uno Stato confessionale". Pertanto "il Parlamento è sovrano e libero nel discutere", saranno garantite alla Chiesa le libertà di cui ha sempre goduto, ha aggiunto più o meno, rispettate le diverse posizioni culturali.
Intervento anodino che comunque non lascia spazio a sospensioni della discussione per discutere con la Chiesa il punto controverso.
Tutta la sinistra vuole accelerare i tempi. I capigruppo non hanno trovato alcun accordo sulle date. Pertanto, la "calendarizzazione" del ddl si deciderà in Aula il 6 luglio prossimo. I 5S e sodali chiederanno che la discussione sul decreto cominci il 13 luglio successivo.
La "nota verbale" vaticana ha dunque fatto un baffo ai sopraddetti. Sembra che solo Meloni, che si trova a Bruxelles, abbia richiesto la sospensione della discussione, per affrontare la questione sollevata dalla Chiesa.
Certo, la "nota verbale", pur giusta e sacrosanta in se stessa, arriva un po' tardi, quando i buoi sono da tempo fuggiti dalla stalla, come si suol dire.
Speriamo adesso che la "calendarizzazione" vada buca ai sinistrosi ed omofili.
Intanto, di fronte alla legge ungherese che tutela ampiamente i minori dalla propaganda omo e trans, Ursula von der Leyen ha detto che ci saranno rappresaglie per Budapest perché la nuova legge ungherese "violerebbe tutti i nostri principi basilari" (LSNews).
Ma quali sarebbero i "principi basilari" di lorsignori e signore? Quelli che, in nome di un concetto deviato di libertà, permettono la corruzione della gioventù sin dalla tenera età?
Pol.
RispondiEliminaLa frase di Draghi sull'Italia Stato laico.
Che sia vero, non c'è dubbio. L'Italia attuale è uno Stato laico, che ha eliminato il cattolicesimo quale unica religione ufficiale dello Stato e si limita a riconoscere una posizione di rispetto alla Chiesa cattolica (avendo dovuto incardinare per motivi politici i mussoliniani Patti Lateranensi nella sua costituzione, laica anch'essa).
I Patti sono stati poi modificati con l'approvazione della Chiesa in senso laico nel 1984.
L'Italia poteva dirsi uno Stato confessionale al tempo del fascismo perché il cattolicesimo era mantenuto come unica religione riconosciuta dallo Stato. Godeva di un trattamento di favore rispetto agli altri culti, che non erano vietati ma potevano praticarsi se non contrari alla morale e all'ordine pubblico. Il fascismo fece accordi anche con protestanti ed ebrei. Gli antifascisti per l'appunto lanciarono al fascismo anche l'accusa di aver riportato il Paese indietro, ai tempi della Restarazione, dando pieno vigore allo Statuto Albertino (marzo 1848) con il quale il Regno di Sardegna riconosceva il cattolicesimo quale unica religione dello Stato mentre gli altri culti erano solo ammessi a certe condizioni.
Pieno vigore, perché la politica cavourriana del "libera Chiesa in libero Stato" era stata in realtà condotta con un netto taglio anticlericale, accentuatosi dall'accesso della Sinistra al governo, dal 1876 in poi, cosa che aveva favorito il diffondersi della mentalità materialistica e positivista, grazie all'azione del partito socialista e delle logge.
Pol.
Dice Daniele Casi:
RispondiEliminaIl Ddl Zan stava affondando nelle sue contraddizioni. Divideva la maggioranza di governo ed era contestato con argomenti inoppugnabili perfino da illustri giuristi di sinistra e addirittura da una significativa rappresentanza delle categorie che asseriva di voler ulteriormente tutelare. La sua discussione parlamentare era finita in una palude da cui nessuno si stava veramente impegnando a toglierlo. Come si poteva risolvere l'impasse? Ecco che, dall'altra riva del Tevere, arriva "inattesa" la sponda della Provvidenza, pardon della "Misericordia"; l'intervento di colui che non "s'immischia" e che, soprattutto, non è nessuno per giudicare. Fa confezionare da un suo scrivano di probabile poca fede, ma maestro di giochetti diplomatici, il ballon d'essai che suscita immediati gridolini di giubilo, per una chiesa episodicamente tornata a mostrarsi... cattolica, nei quarantaquattro postcattolici attivi sui social ma, sopra ogni altra cosa, riesce a rinsaldare, nel tempo di un amen, l'intero arco costituzionale in una difesa neorisorgimentale della Laicità Sacra oltraggiata che, vedrete, entro il mese di luglio, sarà vendicata a larga maggioranza.
Ora tirate le somme.
Draghi parla di economia ma si schiera con la perversione lgbt. È un servo come il PD. Mattarella che non ci fa votare è complice di questa violenza della minoranza.
RispondiEliminaQuesta Italia a conduzione ue ripugna, disgusta, nausea, raccapriccia, stomaca. E... le radici cattoliche? Questo voltastomaco nasce proprio dalle conseguenze di quelle radici volutamente ignorate. Niente di buono all'orizzonte per la ue transumana!
RispondiEliminaTrovo sia interessante rileggere ora, dopo la presentazione della nota diplomatica della Santa Sede, l'editoriale del Direttore di Aggiornamenti Sociali Giacomo Costa sj sul DDL Zan.
RispondiEliminaNon solo per apprezzarne meglio il moralismo retorico, ideologico e politicamente compiacente che lo anima. Ma anche per apprezzare meglio l'ipocrisia con la quale un altro Direttore, quello de La Civiltà Cattolica, p. Antonio Spadaro sj, rivendica niente meno che il PLURALISMO all'interno della Compagnia di Gesù, l'avanguardia intellettuale del clero che si preoccupa di elaborare le "domande".
Ebbene, avete letto qualche espressione PUBBLICA di dissenso nei confronti della linea editoriale di "Aggiornamenti Sociali" da parte di qualche gesuita?
Io no.
Tra i gesuiti c'è un pluralismo ben strano: è il PLURALISMO DA CASERMA.
Sempre pronti a rivendicare audacia, creatività e "frontiere", i gesuiti si tengono ben lontani dalle frontiere dei tabù ideologici di quelli che comandano (con scarsi risultati) nella Compagnia.
Il rischio di venire isolato, evidentemente, non lo vuole correre nessuno in quell'ordine ricolmo di apertura mentale e coraggio quanto una sezione di partito della DDR degli anni 70'
Antonio Caraglio su Fb
Mentre la Santa Sede difende l'art. 7 della Costituzione italiana dai suoi violatori settoriali, il cattolico democratico David Sassoli annuncia compiaciuto che di fronte al Parlamento europeo sventolerà anche (sic!) la bandiera LGBT, come se nottetempo fosse spuntato lo strano fungo del ventottesimo Stato.
RispondiEliminaNell'Unione Ungheria, Polonia e Slovacchia sono trattati come Stati incivili perché non approvano leggi pro-gender. Fuori dai confini UE attendono in fila Albania, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Turchia, (anche) perché non ancora abbastanza maturi per la fede genderista di Bruxelles.
Il concetto di cittadinanza europea e statale si sta iridando ogni giorno di più e qualche mente illuminata presto spiegherà che "non possiamo non dirci tutti fluidi".
In ginocchio davanti a Dio per rimanere in piedi davanti agli uomini.
RispondiEliminaGrandissima Ungheria.
Mentre tutti si inginocchiavano, è rimasta in piedi.
È stata infangata e attaccata dai bulletti del politicamente corretto, dipinta come la nazione del male dagli usurai di Bruxelles.
Tutti la consideravano la vittima sacrificale, pronta per essere massacrata dalle altre corazzate nel girone.
Eppure ha fermato la Francia e quasi buttato fuori la Germania, in uno stadio ostile prestato alla politica.
Così, alla fine, l'Ungheria è uscita dal campo come vi è entrata: a testa alta.
Pietro Ferrari:
RispondiEliminaDraghi ha detto una cosa che non c'entra niente con la nota del Vaticano. Proprio perché lo Stato è Laico ha un Concordato con la chiesa cattolica che a tutti gli effetti diventa vincolante anche più della legge ordinaria, come qualsiasi Legge Costituzionale o Trattato di diritto internazionale.
@ Pietro Ferrari h.13.03
RispondiEliminaDraghi ha semplicemente e pilatescamente rimandato la palla al parlamento, cui tocca discutere ed approvare le leggi. Una noterella, David Sassoli non è cattolico.
Se non erro, Sassoli è ebreo
EliminaI benpensanti giocano facile contro l'Ungheria. Con l'Islam non sono neanche in partita. Il calcio accetta che gli emiri del Qatar non diano la mano agli arbitri donne e suggerisce di non fare sesso gay durante i Mondiali 2022, dove sono previste frustate e morte. Coloreranno lo stadio contro l'Iran, dove 6.000 gay sono stati uccisi dal 1979? Ciao, ipocriti! La morale costa. La vostra moralina, come avrebbe detto Nietzsche, è gratis.
RispondiElimina
RispondiEliminaDraghi, essendo presidene di un consiglio dei ministri che, per la nostra Costituzione, ha pochissimi poteri, non poteva decidere lui di interrompere l'iter senatoriale del ddl per istituire una commissione paritetica con il Vaticano, incaricata di risolvere la questione.
Doveva rimandare la palla al Parlamento.
La volontà di interrompere la discussione sembra che nessun partito che sostiene l'attuale bislacco governo l'abbia manifestata. L'ha manifestata, pare, solo Meloni, che è però all'opposizione. Perciò Draghi non aveva scelta, doveva agire "pilatescamente".
L'impressione è che le forze politiche non siano state particolarmente impressionate dal passo vaticano, al di là di qualche vociare d'ufficio. Il fatto è che il prestigio del Vaticano, dalla morte di Pio XII in poi, è andato sempre scemando, di pari passo con l'involuzione e la decadenza impressionanti del clero.
Per i musulmani il gay è solo quello passivo, che nel mondo romano si chiamava "mollis", la vittima del sodomita.
RispondiEliminaSolo quello ammazzano, dove c'è la pena di morte per la gaytude. Non c'è in tutti gli Stati musulmani. IN passato e forse ancora in certi Stati islamici si ammettevano le relazioni omosessuali, con tanto di "fidanzamento" pubblico tra maschi, in genere adolescenti.
Questo, tanto per chiarire e non lasciar circolare (senza volerlo) patenti di dignità morale fuori posto.
Negli harem, le tanti mogli e concubine dei ricconi a petrodollari (con i soldi nostri, che compriamo la loro benzina), sono ufficialmente sottomesse e obbedienti, per il pubblico.
IN privato, sono ambienti di donne, chiusi in se stessi e collegati con altri ambienti di donne, dove può succedere di tutto, a cominciare dai rapporti omosessuali. Lo specificò in un libro la moglie costretta al divorzio di uno dei fratelli di Osama bin Laden, un'iraniana mezzo svizzera, cresciuta in Occidente, andata a vivere come sposa in quell'ambiente (in Arabia Saudita), diventutole presto insopportabile, anche a causa dell'ipocrisia.
Continua la sponsorizzione delle minoranze discriminate lgbtqπ¥£¢¶.
RispondiEliminaDraghi e tutti i leader dei paesi europei
scrivono lettere ai vertici dell'Ue per riaffermare il loro impegno per la difesa dei diritti Lgbt#+&@%.
Che magnifici filantropi.
Pensate, tutti questi colossi che affamano popoli in realtà sono così teneri da essersi affezionati a delle istanze che riguardano una percentuale bassissima della popolazione.
Sono davvero dolci, premurosi, generosi e comprensivi.
C'é per caso ancora qualche banchiere, usuraio, miliardario di ogni genere che non si é ancora colorato di arcobaleno?
Così, giusto per sapere.
una percentuale bassissima della popolazione.
RispondiEliminaNon ne sono più così sicura...
“La nostra preoccupazione riguarda i problemi interpretativi che potrebbero derivare nel caso fosse adottato un testo con contenuti vaghi e incerti, che finirebbe per spostare al momento giudiziario la definizione di ciò che è reato e ciò che non lo è. Senza però dare al giudice i parametri necessari per distinguere. Il concetto di discriminazione resta di contenuto troppo vago.”
RispondiElimina(Dall’intervista al card. Parolin su vaticanews)
La morale e la natura non sono create dallo Stato e dalle leggi positive umane... Lo Stato non è il Creatore della natura e delle leggi morali e del rispetto delle medesime. E' irrazionalismo totalitario. Non può impedire l'esercizio del pensiero e la conoscenza della ratio rerum come l'obbedienza alle leggi dell'essere, da cui esso stesso non può esimersi, violande il bene comune oggetivo ontologico e non storicistico. Siamo per il realismo contro l'idealismo immanentistico ed il criticismo nominalista, soggettivista e contro il razionalismo ontogonico ed autofondativo. No ad i Levitani Kratonomici: anomici e nichilisti, fondati sulla mera Kratonomia, sine mensura. Mero arbitrio del potere. Nessuna legge umana poteva, secondo Antigone, contrariare certi principi di legge naturale rispetto a leggi positive meramente kratologiche, aghatofobiche ed anassiologiche: "Non videtur esse lex quae iusta non fuerit! " (S. Agostino, De Lib. Arb, I, 5, 11) il limpido insegnamento di san Tommaso d'Aquino, che tra l'altro scrive: "La legge umana in tanto è tale in quanto è conforme alla retta ragione e quindi deriva dalla legge eterna. Quando invece una legge è in contrasto con la ragione, la si denomina legge iniqua; in tal caso però cessa di essere legge e diviene piuttosto un atto di violenza" E ancora: "Ogni legge posta dagli uomini in tanto ha ragione di legge in quanto deriva dalla legge naturale. Se invece in qualche cosa è in contrasto con la legge naturale, allora non sarà legge bensì corruzione della legge". Cfr S. Tommaso d'Aquino, Summ. Theol. I-II, q.93, a. 3, ad 2um) Oboedire oportet Deo magis quam hominibus (Atti degli Apostoli 5,29). Stato laico, da Laos, del Popolo e della retta ragione! Non quella positivista e funzionale, ma una ragione che si apre all’essere nella sua interezza. Uno Stato non creatore dell’ordo rerum e delle leggi dell’essere a colpi di leggi (im-) positive, contro l’ordine della natura, della logica... e Le Leggi Eterne. No al Panteismo di Stato e Leviatano, qui superiorem non recognoscet! No ad ogni hybris Kratonomica anassiologica di radice relativista e nichilista. il Grande Galilei lo ribadiva contro ogni relativismo, nichilismo è contro l’idealistico principio di immanenza: “ e veramente parmi che saria cosa ridicola il credere, che allora comincino ad esser le cose della natura, quando noi cominciamo a scoprirle ed intenderle. Ma quando pure l’intender degl’uomini dovesse esser cagione della esistenza delle cose, bisognerebbe, o che le medesime cose fussero ed insieme non fussero ( fussero, per quelli che le intendono; e non fussero, per quelli che non l’intendono), o vero che l’intender di pochi, ed anco di uno solo, bastasse per farle essere “ (Galileo Galilei, Opere, XI, 108. )Così, Aristotele concludeva: “È ridicolo andare in cerca di ragioni contro chi, rifiutando il valore della ragione, non vuol ragionare” Aristotele, Metafisica, IV, 4.
RispondiEliminaDomenico Pennino
Ieri l'ennesima provocazione di coloro che si definiscono minoranza discriminata ma che in realtà rappresentano una delle lobby più potenti del pianeta. Complimenti agli atleti ungheresi che vedendosi sventolare davanti e con cattiveria lo straccio arcobaleno, hanno stretto forte la mano sul cuore e intonato il loro inno Nazionale. Alle pagliacciate si risponde con l'onore della propria Identità.
RispondiEliminaSalvatore Napolitano
– Passiamo alla seconda sciocchezza del nostro arcivescovo. L’intervista nasce alla presentazione di un libro che Paglia ha scritto con Luigi Manconi sul “senso della vita”. Chissà, vi chiederete, a quale senso della vita si saranno riferiti.
RispondiEliminaDel senso della vita di Paglia parliamo dopo, facciamo un breve accenno a quello di Manconi. Manconi, ex Lotta Continua, poi esponente dei Verdi ora PD. E’ il marito di Bianca Belinguer (questo è il suo maggior merito!), membro di Amnesty International. Nonché della associazione Luca Coscioni e autore della mobilitazione su Giulio Regeni.
E’ famoso per aver pensato(!!!) e spiegato che il terrorismo di destra è brutale
mentre quello di sinistra è razionale.
https://www.marcotosatti.com/2021/06/24/ddl-zan-mons-paglia-critica-papa-e-segreteria-di-stato-de-inde-tanto-coraggio/
La vera pandemia è la ragione tarlata.
RispondiElimina