Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado, vedo venire. Ho ricostruito molto, e ricostruire significa collaborare con il tempo, nel suo aspetto di "passato", coglierne lo spirito o modificarlo, protenderlo quasi verso un più lungo avvenire; significa scoprire sotto le pietre il segreto delle sorgenti. [Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano (Napoli, Richter 1953)].* * *
Scrive un lettore:
"Stiamo combattendo una guerra. Quando sarà terminata, ricominceremo dai “libri”, da quelli sopravvissuti a questa lunga notte. Raccoglieremo quelli dispersi, sgualciti, mùtili. Li collocheremo in vista nelle nostre case, torneremo a distribuirli nelle scuole, ad ascoltare la loro voce nelle piazze. Io conservo uno strappo di pagina, quasi un frammento, che da solo è già un romanzo. Passerà la notte, se custodiamo la memoria, perché la memoria nutre la speranza."* * *
Don Camillo spalancò le braccia [rivolto al crocifisso]: “Signore, cos’è questo vento di pazzia? Non è forse che il cerchio sta per chiudersi e il mondo corre verso la sua rapida autodistruzione?”.
“Don Camillo, perché tanto pessimismo? Allora il mio sacrificio sarebbe stato inutile? La mia missione fra gli uomini sarebbe dunque fallita perché la malvagità degli uomini è più forte della bontà di Dio?”.
“No, Signore. Io intendevo soltanto dire che oggi la gente crede soltanto in ciò che vede e tocca. Ma esistono cose essenziali che non si vedono e non si toccano: amore, bontà, pietà, onestà, pudore, speranza. E fede. Cose senza le quali non si può vivere. Questa è l’autodistruzione di cui parlavo. L’uomo, mi pare, sta distruggendo tutto il suo patrimonio spirituale. L’unica vera ricchezza che in migliaia di secoli aveva accumulato. Un giorno non lontano si troverà come il bruto delle caverne. Le caverne saranno alti grattacieli pieni di macchine meravigliose, ma lo spirito dell’uomo sarà quello del bruto delle caverne […] Signore, se è questo ciò che accadrà, cosa possiamo fare noi?”.
Il Cristo sorrise:
“Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza. Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede e mantenerla intatta. Il deserto spirituale si estende ogni giorno di più, ogni giorno nuove anime inaridiscono perché abbandonate dalla fede. Ogni giorno di più uomini di molte parole e di nessuna fede distruggono il patrimonio spirituale e la fede degli altri. Uomini di ogni razza, di ogni estrazione, d’ogni cultura”. (Giovannino Guareschi, Don Camillo e don Chichì, in Tutto Don Camillo. Mondo piccolo, II, BUR, Milano, 2008, pp. 3114-3115)
CITAZIONI e INCITAMENTI
RispondiElimina“Se, di tutte le Storie che la memoria umana ha conservato, quella di Roma ha fatto meditare la maggior parte dei filosofi, sognare la maggior parte dei poeti e declamare la maggior parte dei moralisti, ciò è dovuto, in parte, al genio di un piccolo numero di storici romani (e d’un paio di storici greci) che hanno contribuito vigorosamente a far giungere fino a noi il ricordo e la gloria di Roma”.
M. Yourcenar, “Sous bénéfice d’inventaire” (1978)
UNA FATWA NON BASTA
RispondiEliminaDopo la sempre più verosimile tragedia che nel Reggiano ha colpito la ragazza pakistana Saman Abbas, rea di essersi rifiutata di acconsentire ad un matrimonio combinato, l'Ucoii, Unione delle Comunità Islamiche d'Italia, ha emesso una fatwa contro la tribale imposizione dei matrimoni combinati e contro l'altrettanto crudele usanza dell'infibulazione.
Ma basta una fatwa per cambiare la realtà dei fatti? Basta una condanna verbale per scongiurare abitudini preistoriche oscurantiste?
No, non basta.
Vogliamo vedere TUTTI gli Islamici, i cittadini comuni, condannare in tutti i modi e con tutti i mezzi possibili i loro fratelli di culto che ancora praticano queste vergognose usanze: vogliamo che li facciano sentire esseri spregevoli e gli facciano terra bruciata intorno.
Vogliamo vedere gli Islamici residenti nel nostro Paese accettare DAVVERO il nostro modus vivendi improntato alla massima libertà individuale.
Vogliamo vedere i nostri concittadini islamici mandare i loro figli A SCUOLA e non ostacolarli nell'apprendimento della lingua italiana e nella pratica delle comuni e innocenti abitudini di tutti gli adolescenti italiani.
Vogliamo vedere le Istituzioni RIBELLARSI, OPPORSI e non CEDERE ai ridicoli diktat islamici che impongono restrizioni e compartimentazioni stagne di GENERE.
Ma soprattutto vogliamo vedere i partiti di Sinistra del Paese, così tanto FAVOREVOLI all'immigrazione ed all'accoglienza, STIGMATIZZARE una volta per tutte e a chiare lettere, sia a parole che nei fatti
TUTTO IL MARCIO dell'Islam.
https://www.lanuovabq.it/it/dire-un-deciso-no-alla-fatwa-dellucoii
RispondiEliminaCASO SAMAN
Dire un deciso "No" alla fatwa dell'Ucoii
EDITORIALI03-06-2021 Souad Sbai
Sull'onda del caso Saman, l'Ucoii annuncia una fatwa contro i matrimoni combinati. Può sembrare una cosa positiva, in realtà è un modo per introdurre in Italia la legge islamica, per renderla accettabile e prevalente sul diritto italiano. È un tentativo che va subito fermato...
Ieri sera, alla Messa, un'omelia per dire che la Chiesa solo in seguito ha ritualizzato l'Eucaristia nel sacramento, mentre inizialmente c'era l'assemblea dei presenti a far memoria degli eventi salvifici. Allora, prendendo tra le mani il corpo di Cristo, allora come oggi diciamo innanzitutto dell'Amore tra di noi, un Amore che non pretende una comunità di perfetti, ma accoglie tutti, così come siamo.
RispondiEliminaE' stato detto anche che ci siamo un po' troppo abituati a "fare la comunione" senza porci troppe domande sul suo significato.
Poi una rapida distribuzione di particole, senza nemmeno dire "il corpo di Cristo", forse perché anche chi aveva da poco detto l'omelia dev'essersi abituato a fare così.
Questa mattina un'altra Messa, altra chiesa, altro celebrante, ma ancora un fervoroso pippone per dare del cretino a chi insiste con le sue fissazioni sul modo di ricevere il sacramento, dato che non ricevendolo non ascoltiamo/accogliamo l'invito di Dio, e dunque invece di essere chi pratica lo shemà (accento sulla a) sbagliamo accento diventando scéma.
Andare alla Messa è diventato davvero partecipare a un sacrificio. Lo offro a Gesù cercando di dirGli che così davvero sto con Lui mentre subisce offese e patimenti. Però che tristezza. E che insistenza questi celebranti, incapaci di vedere altro che le loro idee.
https://www.ilsole24ore.com/art/non-dobbiamo-avere-paura-eccezionalita-AEekuEK
RispondiEliminaCiò che è da temere non è cambiamento ma chi lo guida con quali fini e quali effetti produce... e prudenza vuole il tener conto, per quanto è possibile, dell'etorogenesi dei fini.
Dell'intelligenza artificiale non nego l'utilità ma mi spaventano le potenzialità affidate a chi la gestisce con quali fini e i cambiamenti forse insospettabili o ingestibili che può produrre.
RispondiEliminaAffidare ad esempio le decisioni di livello manageriale ad algoritmi lo trovo aberrante in assoluto perché spersonalizza e deresponsabilizza l'umano... e vi rendete conto a cosa si andrebbe incontro, per dirne una, sul fine vita?
Per non parlare delle possibili manipolazioni dei dati da parte delle compagnie assicurative; o dei possibili utilizzi dei dati medici personali per discriminare assunzioni lavorative; ecc… ecc… tanto la privacy è la classica foglia di fico per giustificare inefficienze burocratiche.
RispondiEliminaNicola Mosca
https://www.corrispondenzaromana.it/quando-la-confusione-penetra-nel-mondo-della-tradizione/
RispondiEliminaFatevi quattro risate, il professore continua a difendere l'"Occidente libero" (i.e. abortista, eugenetico, vaccinista, divorzista).
Io, ormai, ho lanciato quello che chiamo "Progetto Arca". Ho iniziato a comprare edizioni di pregio integrali di classici (recenti o meno) della letteratura italiana e mondiale, proprio con la consapevolezza che presto saranno censurati o, se l'Islam dovesse prendere il potere, direttamente distrutti. A parte testi religiosi, ho scelto proprio quei volumi su cui la sinistra, specialmente gli antirazzisti, lgbt+ ecc... si accaniscono e che vogliono eliminare dalla civiltà occidentale: l'"Orlando Furioso", "La banalità del male", "1984", "La fattoria degli animali", "Iliade","Odissea", "La Divina Commedia" e , presto, "Arcipelago Gulag" ed "I Promessi Sposi" saranno tutti libri che avranno un posto speciale nella mia libreria. Invito tutti a fare altrettanto, edificando piccole biblioteche "politicamente scorrette" ed "islamofobe/omofobe" in casa, preparandosi a quando avere anche uno solo di questi libri nella propria casa vorrà dire essere considerati dei criminali. Solo così, un domani, forse, potremo ricominciare daccapo, come i monaci nel V secolo.
RispondiEliminaOttima lista!
EliminaMa davvero anche la banalità del male è finito nell'elenco dei libri "dannati" dalla sinistra? Beh leggendolo si può capire perchè non stia simpatico al potere...però non ha niente di razzista, antiomosessuale, o inclinazioni politiche particolari.
Cordiali saluti.
Se per questo nemmeno Orwell (che era di estrazione socialista, per giunta), ma in realtà la cosa è molto più sottile: semplicemente, andando contro i piano loro o dei loro "amichetti" fissati con gli sgozzamenti, non ne parlano. Ad ogni modo, possiamo aggiungere anche "Il padrone del Mondo" ed "I tre dialoghi ed il racconto dell'Anticristo", tutte cose che fanno venire le bolle a molti ecclesiastici moderni (quelli che li conoscono, ovviamente).
EliminaInoltre, sarebbe ora di cominciare ad organizzarsi con delle vere e proprie "capsule del tempo" culturali: libri (sacri, come messali di San Pio V, e non, come i libri che ho elencato sopra), paramenti e suppellettili liturgiche nascoste in luoghi segreti, con solo due o tre persone che ne conoscono l'esatta ubicazione, per metterli al riparo dall'inevitabile furore socialista o islamico. Sembro troppo pessimista, ma preferisco essere preparato che vedere la mia civiltà (quella cattolica, non il suo arrogante surrogato ateo e liberal-socialista) distrutta dai nuovi barbari.
Scusate l'O.T. ma questa mi sembra grossa, può essere però che sia già' uscito su questo blog.
RispondiEliminaL'ambasciata USA presso il Vaticano ha esposto in occasione del mese del Pride la bandiera arcobaleno.
Va be che sono a casa loro, ma era il caso?
RispondiEliminaA proposito dell'art. del prof. De Mattei
Ma davvero mons. Viganò ha fatto apparire il suo intervento on line in un convegno on line nel quale figuravano, tra altri, personaggi come Alexander Dugin, cosiddetto "nazional-bolscevico", teorico di una rinascita imperiale della Russia "ortodossa" ed "euro-asiatica"?
Ma che razza di "convegno" era?
È da credere che mons. Viganò nel suo candore non sapesse in quale compagnia il suo intervento sarebbe stato messo.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina(piccola correzione)
RispondiEliminaÈ da credere che mons. Viganò nel suo candore non sapesse in quale compagnia il suo intervento sarebbe stato messo.
Su questo argomento, generalizzato, c'è molto da discutere. Il tema è: come dobbiamo comportarci nei confronti degli altri individui o gruppi che criticano e si oppongono al sistema? C'è un'evidente tensione tra la necessità di trovare alleati e quella di escludere entità con idee balzane. Dove mettere il punto di discrimine? Ieri avevo abbozzato una risposta più sostanziosa, ma non mi piace come l'ho scritta. Se riesco a metterla meglio nei prossimi giorni ve la ripropongo (premetto che non ci sono soluzioni, ma domande).
Andare alla Messa è diventato davvero partecipare a un sacrificio.
Io mi rendo conto quanto sia fortunato. Credo che in casi come quello descritto mi metterei due bei tappi per le orecchie e reciterei un rosario.
Sull'intelligenza artificiale...
Maria, io ai miei tempi studiati reti neurali all'università. Seguii il tema da vicino, avendo all'epoca possibili sviluppi lavorativi, poi fui portato su altre tematiche. Non so con quali termini sottolineare la pericolosità di questa cosa (non negando che possa avere anche usi corretti), specialmente a partire dal fatto che viene spacciata come "intelligenza" una cosa che non lo è. Anche qui si dovrebbero dire molte cose e non ne ho il tempo; mi limito a far presente lo spirito "profetico" dei film Terminator con Schwarzenegger, almeno nel tema principale. Notizia di pochi giorni fa: per la prima volta è stato riferito di un drone armato che, nel teatro libico, l'anno scorso "per errore" ha ingaggiato un obiettivo (un soldato) uccidendolo. Per errore nel senso che non era tra gli obiettivi assegnatogli. Ovviamente sappiamo benissimo che anche un soldato umano può sbagliare, così come può uccidere un nemico inutilmente, solo per il piacere di farlo. Ma un essere umano, comunque, ha una coscienza e nel momento in cui prende una decisione dentro di lui c'è una battaglia tra lo Spirito Santo e il demonio. In una macchina no. Ora, finché si rimane ai droni usati qua e là, come in questo caso, non cambia niente. Ma le linee generali per le prossime generazioni di caccia prevedono sempre più velivoli senza pilota: passando per squadriglie di droni a controno di caccia con pilota per andare poi verso configurazioni senza alcun pilota.
E l'ambito militare non è l'unico grande pericolo che vedo, solo il più eclatante. Ripeto: il punto principale è affidare decisioni di vita o di morte a macchine che non hanno una coscienza.
https://news.yahoo.com/rogue-killer-drone-hunted-down-110624193.html
Cercasi persone disposte ad agire.
RispondiEliminaNon solo a lamentarsi o fare sfoggio di erudizione o cercare gloria.
Che poi la gloria da blog o da social è più che fittizia.
Il solo valore dei social è la condivisione di informazioni e l'incontro con persone, incontro che poi deve diventare vivo.
Quello che conta è quello che facciamo fuori di qui. Resistere alla pressione su vaccini e tamponi o cedere per non avere problemi.
Sostenere chi è in prima linea e metterci la faccia senza delegare a nessuno la propria libertà.
Incontrare le persone rimaste sane e fare corpo, aiutarsi, costruire.
Ci sono un'infinità di cose da fare: curarsi in altro modo, siamo fermi ad un'idea di medicina ottocentesca, ripensare il lavoro, liberare l'arte e la cultura dalle trappole dei finanziamenti pubblici, che significa pensiero unico e artisti giullari di corte, creare alternative credibili alla scuola pubblica, senza straparlare con leggerezza di istruzione parentale alla portata di tutti. Senza fare dei minori un terreno ideologico.
La vita sta nelle azioni quotidiane che non danno gloria, ma su quelle saremo giudicati.
Occhio che la attuale condizione di apparente abbassamento della follia farà abbassare la guardia a molti. Vi farà credere che in fondo si può abitare anche questo mondo.
Il problema non sono solo i non uomini che si accalcano per un va**ino, quelli dobbiamo metterli in conto dentro un totalitarismo.
Il problema vero sono quelli che dicono di aver capito ma non agiscono, non vogliono pagare il prezzo.
RispondiEliminaA proposito del "candore" di mons. Viganò - il taglio religioso non dovrebbe prevalere?
Mi ricordo di aver letto che S. Gregorio Magno, un papa soprannominato "Consul Dei" per la sua grande personalità e perché discendente dalla famiglia degli Anici, che per secoli avevano alimentato l'aristocrazia capitolina, con funzionari, comandanti, consoli appunto, pur trovandosi a governare la Chiesa, tra il VII e l'VIII secolo, in tempi piuttosto difficili (in pratica abbandonato dai bizantini alle prepotenze dei longobardi, che spesso minacciavano direttamente Roma, costretto ad affrontare problemi di governo anche civile di ogni tipo, nonché le devastazioni prodotte dalle guerre, carestie, pestilenze); ebbene, ho letto che nelle sue Omelie (che pure ho letto) faceva riferimenti solo fuggevoli ai mali del presente, concentrandosi invece, lui Vicario di Cristo e comunque vescovo, sulla dimensione soprannaturale della predicazione cristiana.
Questo è il punto: da un sacerdote, da un vescovo e ovviamente da un Papa, oltre ad inevitabili riferimenti alle situazioni politiche del presente, soprattutto se difficili, ci si aspetterebbe un discorso prevalentemente incentrato sulla vita eterna, sulla santificazione quotidiana, su come combattere contro il peccato in noi stessi prima di tutto, insomma su tutto quell'insieme di beni spirituali per noi indispensabili alla salvezza e quasi sempre difficili da conseguire e mantenere, soprattutto vivendo nel presente ordine di cose.
Un discorso soprattutto religioso e solo a tratti o comunque solo secondariamente politico.
Negli interventi iniziali di mons. Viganò il tratto religioso non era prevalente?
Perché adesso si concetra soprattutto sull'aspetto politico, peraltro, bisogna pur dirlo, senza particolare originalità?
Abbiamo bisogno di vescovi e di sacerdoti che rendano di nuovo attuale la spiritualità dei classici, se così possiamo dire, della predicazione cattolica del passato. Classici che racchiudono non solo i grandi nomi ma anche i semplici direttori spirituali di un tempo, tutta una letteratura oggi sepolta nell'oblío. Non si tratta di fare dei calchi per l'uditorio ma di riproporre lo spirito di quella grande pastorale, in modo da ottenerne la giusta pedagogia per le anime di noi fedeli.
Z.
Due, tre pensieri già diffusamente esplorati:
RispondiEliminaAlexander Dugin, non è una cattiva compagnia, insidiosa, malefica. E' una persona russa con la sua storia, la sua formazione culturale ed umana. Parla ad adulti in grado di ascoltarlo e di fare a lui domande.
Mons. Viganò ha tutti gli strumenti per comprendere, per argomentare con chiarezza e ha dimostrato più volte di essere uomo di Dio ed onesto conoscitore dell'essere umano.
Intelligenza artificiale, alta tecnologia, transumanesimo, sono sforzi materiali, contaminanti, devianti, corruttori di quello che dovrebbe essere lo sviluppo spirituale umano cattolicamente inteso, di cui l'esempio più completo e conosciuto da tutti è San Pio da Pietralcina, che poco o nulla seppe del pandemonio tecnologico.
La nostra meta è la santità vera, robusta, per arrivare alla quale bisogna combattere le illusioni e le tentazioni dello spirito, dell'anima, del corpo e bisogna evitare assolutamente la gnagnera.
Babilonia e la Chiesa
RispondiEliminaDove si diceva qualche verità, era egualmente possibile che si dicessero anche delle falsità; perciò non senza ragione quella città ricevette il nome simbolico di Babilonia! [...] Al contrario quella nazione, quel popolo, quella città, quella repubblica, quegli Israeliti ai quali fu affidata la parola di Dio non misero mai sullo stesso piano, confondendoli, i falsi profeti con quelli veri; in piena concordia e senza alcun dissenso essi riconoscevano e ritenevano autentici gli autori delle Sacre Scritture.
- Sant'Agostino, De civitate, XVIII, 42, 2, 3
(Andrea Sandri)
RispondiElimina# anonimo 12:06
La critica a Dugin non lo è alla sua persona, che non conosco e nemmeno mi interessa conoscere, ma alle sue idee. Cerchiamo di non menare il can per l'aia.
Costituiscono per molti aspetti una riedizione del nazionalismo russo d'antan, quello di
Mosca "Terza Roma", portatrice con l'Ortodossia (scismatica e eretica) della vera religione; assomma le aspirazioni dei panslavisti di un tempo, dell'internazionalismo "bolscevico" riveduto e corretto in chiave imperiale "euro-asiatica". Un'ideologia anti-occidentale per definizione, e soprattutto anticattolica, antiromana, che vede nel papato un nemico istituzionale.
Ognuno ha il suo nazionalismo, tranne l'Italia attuale, a quanto pare. De gustibus...
Se a mons. Viganò sta bene trovarsi in questa compagnia, sono ad un certo punto fatti suoi, come si suol dire.
Però, come vescovo e difensore della vera fede quale ha finora dimostrato di essere, non ci guadagna.
Anonimo del 3 giugno delle 12.48 riporta dei giudizi sul filosofo russo Dugin che sanno molto di sentenza piddina, o peggio (peggio intendo "liberi ed uguali" e paccottiglia del genere). Sarebbe forse interessante capire se i suoi sommari giudizi nascono dal fatto che sicuramente il prof Dugin è di religione ortodossa e ci tiene molto alla sovranità politica della sua Patria, la Russia, appunto. Questi mi sembrano fatti positivi, anch'io amo la mia Patria e tengo a quella sovranità che è stata venduta per un pugno di lenticchie. Aggiungendo che le lenticchie le stanno spolpando i vari Napolitano, Andreatta, Monti, ecc ecc eccetera. Evidentemente mentre il prof è Ortodosso io sono Cattolica e questo significa che in una comparazione tra lui e me, secondo il linguaggio di questo gentile Anonimo, sarei una "nazional fascista". Ad ognuno il suo, non è vero ? Detto questo mi sento di asserire serenamente che in questi termini, che rasentano la volgarità intellettuale, non è possibile impostare nulla perché oltre alla volgarità, appunto, c'è solo il buco nero della mancanza di argomenti. Valeria Fusetti
RispondiEliminaPS.E se gli insulti pro Dugin, in effetti, fossero avanzati per buttare letame sul Convegno dedicato a mons Livi ?
E pure la Lego ha recentemente messo a punto una linea di costruzioni “arcobaleno”, dove i personaggi non sono identificabili in maschi o femmine né per colore né per caratteri tipici come, ad esempio, il taglio di capelli o i vestiti.
RispondiEliminaNon è questa omologazione indifferenziata ad insegnare ai bambini valori come rispetto o inclusione. Semmai, si tratta di una visione antropologica votata alla fluidità che cessa di riconoscere la natura della persona e ne cancella l’identità.
Quante conferme dell'impazzimento generale, dalle più banali a quelle macroscopiche. Sono andato in una mesticheria/cadalinghi per prwndete due sottopentome in paglia intrecciata ( per non danneggiare tavolo e tovaglia con le pentole calde); ebbene, il gestore me ne ha mostrato una serie, di varie dimensioni; ci credereste? Tutte con i colori arcobaleno, tutte Lgbt! Fin dove arrivano follia e piaggeria, allineamento ai nuovi padroni del mondo, tutti servi devoti di Lucifero...
EliminaIn Francia le aggressioni contro i cattolici tradizionali, le librerie controrivoluzionarie, i militanti di destra sono da sempre frequenti.
RispondiEliminaNe ho subita una anch'io, anni orsono, place Maubert-Mutualité, a pochi passi da Saint-Nicolas du Chardonnet. Fortunatamente un taxista mi ha aperto la porta del taxi e ho sventato il peggio.
Per avere un'idea precisa del fenomeno consiglio di leggere il libro di Emmanuel Ratier I guerrieri d'Israele, tradotto ed edito in Italia dal CLS.
Adesso, con la dittatura ormai più politica che sanitaria, quelle milizie hanno vinto ovunque e mostrano la loro virulenza impunemente (come prima, del resto).
È soltanto l'inizio.
RispondiEliminaA proposito dei supposti insulti a Dugin
Ma quali insulti? Si è solo voluto far presente che Dugin è un nazionalista russo dell'ultima generazione, del tipo estremista cosiddetto "nazional-bolscevico", coniugante quindi ortodossia ed eredità "bolscevica" per far ritornare la Russia al ruolo "imperiale" che aveva perso dopo la fine (formale) del regime comunista sovietico.
Non una compagnia ideale per l'intervento di un difensore della fede cattolica, quale mons. Viganò, accomunato per via virtuale al suddetto Dugin.
Con l'occasione è mio dovere di semplice cattolico ricordare ai cattolici filo-ortodossi che civettare con lo scisma e l'eresia non è sicuramente il modo giusto per dare un valido contributo alla lotta per il ristabilimento della fede nella Cattolicità. È noto che, soprattutto a causa della terribile crisi liturgica della Chiesa, L'Ortodossia attrae numerosi cattolici e che un certo numero di loro anche si converte formalmente ai greco-russo-scismatici, cadendo nel peccato mortale di apostasia (in ogni caso, moralmente, un tradimento bello e buono della fede nella quale sono nati).
RispondiElimina"Stiamo combattendo una guerra, quando sarà terminata, ricominceremo dai libri..."
Quali libri? se la guerra, come sembra, la vinceranno le forze del male, al momento sulla cresta dell'onda, non ci saranno più libri da mettere da parte, non ci sarà più niente, l'incoltura dominerà nel modo più assoluto, ancor peggio di oggi...
RispondiEliminaQuando è cominciata la marcia dell'incoltura, nell'Occidente che fu?
Intanto, cosa si intende con incoltura? La semplice ignoranza, per esempio quella di chi non ha potuto studiare, come gli analfabeti di un tempo?
Si diceva appunto che il popolo era incolto. Ma il termine non era usato in senso spregiativo. Era incolto il popolo perché a studiare erano in pochi, il popolo doveva mettersi subito a lavorare, sin da ragazzo o da bambino, magari nei campi o in miniera!
L'incoltura che ci affligge è quella della pseudo-cultura, che ritroviamo a diversi livelli.
Il concetto richiede spesso diverse elaborazioni, diversi gradi.
La pseudo-cultura dei semicolti che si ritengono colti e pretendono di farla da padroni. L'università di massa è diventata una fabbrica di semicolti, di pseudo-cultura, promuovendo l'incoltura generale. Questo tipo di università, oggi fortemente ideologizzato, pratica l'incoltura allo scoperto quando per esempio, cosa di questi giorni, proibisce di studiare Omero e Cicerone a chi vuole fare gli studi classici. Tanto varrebbe abolirli gli studi classici, se si devono fare così!
Università e scuole odierne come fabbriche di ignoranti, per di più arroganti perché convinti di avere una cultura. Non hanno la minima idea della vera cultura.
La corsa verso il trionfo dell'incoltura è stata condotta da diversi attori. Il vulgar-marxismo, cosiddetto, imperante nei testi di scuola e anche nelle università, forse ancor oggi, adattatosi ai nuovi miti. La schemino vulgar-marxista della storia come storia della lotta di classe ha prodotto testi di storia senza date, nomi, eventi, con sintesi dei vari periodi storici addirittura comiche, da attività culturale di cellula del PCI d'un tempo, sezione dopolavoro. Sull'incoltura vulgar-marxista si è poi inserita l'incoltura di taglio femminista. ETC..
L'incoltura ha distrutto la gioventù, dal 68 in poi, beatasi dell'ignoranza, vera droga spirituale. "La fantasia al potere" dicevano i Sessantottini. La notte, nella Sorbona occupata, facevano le orge. Poi hanno imposto il 18 politico, programmi semplificati, la laurea per tutti (che non vale più niente, se è garantita a tutti).
Il 68, il trionfo dell'ignoranza, la fine della gioventù come categoria dello spirito.
G.