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sabato 17 luglio 2021

Card. Burke. Traditionis Custodes è “segnato dalla durezza” verso i fedeli legati al rito antico

Stralciamo da un articolo di Edwad Pentin sul National Catholic Register, alcuni commenti al nuovo Motu Proprio Traditionis Custodes, tra cui quelli del card. Burke. Emergono le impressioni di una innegabile durezza. Il Cardinale, anche lui Ratzingeriano doc come il card. Sarah, insiste sulla "forma straordinaria". Ne abbiamo parlato anche qui.

La valutazione del cardinale Burke
Nei commenti al Register, il cardinale Raymond Burke, prefetto emerito della Segnatura Apostolica, ha notato una serie di punti deboli nel Traditionis Custodes, affermando di non riuscire a capire come, secondo il nuovo motu proprio, il nuovo Messale Romano sia “l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano”. Ed ha rilevato che la Forma Straordinaria della Messa “è una forma viva del Rito Romano e non ha mai cessato di esserlo”.

Egli neppure riesce a capire perché il motu proprio abbia effetto immediato (manca la vacatio legis -ndT), dato che il decreto “contiene molti elementi che richiedono uno studio riguardo alla sua applicazione”.

Il cardinale americano ha inoltre osservato che nella sua lunga esperienza non riscontra la “situazione gravemente negativa” descritta da Francesco nella sua lettera.

Egli dichiara che, mentre alcuni fedeli possono avere “idee errate”, ha tuttavia constatato che generalmente i fedeli in questione “hanno un profondo amore per la Chiesa e per i loro pastori in essa” e afferma che “in nessun modo possono ascriversi ad una ideologia scismatica o sedevacantista. Anzi, spesso hanno sofferto molto pur di rimanere nella comunione della Chiesa sotto il Romano Pontefice”.

Il Cardinale Burke aggiunge che se ci sono situazioni “di un atteggiamento o di una pratica contraria alla sana dottrina e disciplina della Chiesa, esse dovrebbero essere affrontate individualmente dai pastori della Chiesa, dal Romano Pontefice e dai Vescovi in comunione con lui”.

Il cardinale Burke ha anche messo in discussione i toni del motu proprio, osservando che esso è “segnato dalla durezza” verso i fedeli che venerano nella Forma Straordinaria. Ed ha aggiunto: “Prego che i fedeli non cedano allo scoraggiamento che tale durezza necessariamente genera, ma che, con l’aiuto della grazia divina, perseverino nel loro amore alla Chiesa e ai suoi pastori”.

Una grave delusione
Joseph Shaw, presidente della Latin Mass Society nel Regno Unito, ha detto al Register di trovare il motu proprio un “documento sconcertante, che supera le nostre peggiori aspettative”. “Papa Francesco ha completamente annullato le disposizioni del Summorum Pontificum e ha creato una situazione che appare del tutto impraticabile, col bandire la Forma Straordinaria dalle chiese parrocchiali”.

Inoltre “I termini negativi del documento saranno una grave delusione per i molti laici e sacerdoti che hanno usato la Forma Straordinaria incoraggiati da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI i quali l'hanno descritta, rispettivamente, una ‘giusta aspirazione’ e una ‘ricchezza’ per la Chiesa.”

Luigi Casalini, editore di Messa in Latino che per primo ha rivelato la gestazione di un simile motu proprio, ha detto di credere che Summorum Pontificum sia stato “abrogato con una violenza senza precedenti e una totale mancanza di carità”.

Il sondaggio a cui Francesco fa riferimento e che, secondo lui, lo ha portato ad emettere il motu proprio, ha ricevuto soltanto una risposta moderata, e più della metà di coloro che hanno risposto hanno avuto una visione favorevole o neutrale della ricezione del Summorum Pontificum.

Il Cardinale Burke afferma che “data la natura drastica della normativa emessa, sembrerebbe giusto dare un rapporto dettagliato del risultato del sondaggio, che verificherebbe anche la natura scientifica dell’indagine”, dichiarando: “Conosco diversi vescovi molto vicini ai fedeli che venerano secondo l’Usus Antiquior [Forma Straordinaria] e ai sacerdoti che li seguono”. “È mia speranza che anche loro siano stati ascoltati attraverso il sondaggio”.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

33 commenti:

  1. https://www.youtube.com/watch?v=-u_lZsCDQkQ

    Francesco Lamendola: "E' necessario un nuovo impegno dei cattolici sul piano culturale e politico"

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  2. Mi piacerebbe sapere se lui continuerà a celebrarlo il Rito antico. Proverò a chiederglielo.

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    1. Basterá aspettare, e vedremo se continuerá a celebrarlo e come (a porte chiuse?)

      Perchè io mi chiedo se le celebrazioni secondo il Rito Antico verranno fatte di nascosto. E mi riferisco anche ai Sacramenti.

      Io non ho mai partecipato ad una Messa nel Rito Antico, ma ero felice per il Summorum.
      Desideravo e desidero che col tempo arrivi una buona, teologicamente e liturgicamente corretta identitá tra i due riti. Vale a dire un unico rito, celebrabile sia in latino che nelle lingue nazionali.

      Certamente cambiando profondamente il rito nuovo che ha tante e gravi mancanze o abusi.
      Un unico Rito della Chiesa Latina sarebbe una manifestazione visibile di unità.
      Invece mi pare di vedere una caccia all'uomo che prega in latino con preghiere antiche e meritevoli di ogni onore. Purtroppo

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  3. Basterebbe riflettere su questo principio

    La testa non può dire ai piedi: «Non ho bisogno di voi»
    - 1 Cor 12,21
    Cit. Andrea Sandri

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  4. SULLA CELEBRAZIONE DELLA SANTA MESSA UN TESTO ATTUALISSIMO DI S.E. MONS. NICOLA NOTARIS, CHE FU VESCOVO DI SQUILLACE DAL 1778 AL 1802…

    “MESSA SACRILEGA”

    “Gesù al cuore del Sacerdote...

    I. Figlio, tremano e piangono dattorno agli Altari i miei Angeli al vedere tante Messe strapazzate e sacrileghe: trema tu pure e piangi. Vedi come sono trattato. Que’ Sacerdoti che dovevano essere i Vicari degli Apostoli, figli di Pietro, sono divenuti compagni di Giuda, preamboli dell’Anticristo. Posso ripetere: ecco la mano del traditore è meco nella mia mensa; e quando baciano il mio Altare, posso dir loro di nuovo: Giuda, hai cuor di tradirmi e di tradirmi con un bacio? Per un affetto vigliacco, per una indegna fretta, per un rispetto umano, per la limosina di pochi soldi, non che per trenta danari l’inestimabile dono, l’inneffabil prezzo del Mondo, che è maggior d’ogni prezzo, oggi è venduto ed offerto. O ingratitudine! tradimento! perfidia orribile!
    II. In vece di adorarmi con rispetto ed amore, si beffano di me come i Giudei che genuflessi mi percotevano, e tanti sputi mi gettan sul volto, quante sono le sagrosante parole, che indegnamente profferiscono. Non si ardirebbe di trattare i sacri Vasi, non che il divin Sagramento con mani lorde di fango, ed avrò a vedere trattato sì indegnamente il mio Corpo e il mio Sangue da mani le più lorde, e più fetide, anzi posto sotto de’ piedi e conculcato, come se io fossi polvere e lòto vilissimo della terra? Peggiori degli stessi miei Crocifissori, che una volta sola mi straziarono, ma non mi conoscevano, e costoro il fanno tante volte, e mi conoscon pur troppo; anzi peggiori de’ Demonj che credono e tremano, ed essi o non credono, o certamente non tremano.
    III. O mio amore tradito! Dunque saran materia d’offendermi non solo i miei doni, ma io medesimo lo farò, abusato in persona? dovrò veder dunque convertita la redenzione in perdizione, il Sagrifizio in sagilegio, il Mistero più grande nel più orrendo parricidio, cangiato l’antidoto in veleno, la vita in morte, e vorran bere nel Calice delle mie più grandi misericordie un calice d’ira la più tremenda? Trattieni tu almeno, o figliolo, con Messe le più fervorose i mei gastighi; e se costoro si divorano la lor condanna, né han ribrezzo a riempirsi di tutte le maledizioni, e pertinaci sempre più imperversan nel male, tu per quanto il puoi compensa con viva fede, con rispettoso timore, con amarissimo pianto, con amore il più ardente un sì orrendo attentato. Ma se tu poi ne fossi reo…?”

    (continua, per oggi può bastare…)
    Domenico Condito

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  5. "Con il Motu proprio che fa fuori il vetus ordo, papa Francesco cancella lo sforzo di Benedetto XVI di costruire lo sviluppo della Chiesa nella continuità con la Tradizione, di evitare che il Concilio Vaticano II venisse inteso come una rottura".
    Stefano Fontana

    Ma proprio quel che è accaduto dimostra che si trattava di una 'continuità' proclamata ma non reale.

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  6. Un bel commento, ripreso da Gloria TV : "la Chiesa ha dichiarato infallibilmente nel Concilio Dogmatico di Trento che la Messa Latina è la Messa Ufficiale della Chiesa Cattolica fino alla FINE dei tempi. Bergoglio non ha l'autorità per scatenare ciò che Papa San Pio V ha già legato in Cielo. Nello sfidare questo concilio dogmatico Bergoglio si pone FUORI dalla Santa Chiesa Cattolica. La Chiesa insegna anche che sfidare la Verità rivelata dalla Chiesa è un peccato di Bestemmia contro lo Spirito Santo"

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  7. «si è avviato nella Chiesa un cammino di riforma liturgica e spirituale che, seppur lento, sarà irreversibile. C’è una nuova generazione che si è affacciata nella Chiesa, di giovani, di giovani famiglie, che nonostante taluni atteggiamenti clericali intransigenti di opposizione alla venerabile Liturgia latino-gregoriana, questa Liturgia ha un futuro perché ha un passato, una storia di santità e bellezza che non si può cancellare né abolire da un giorno all’altro».

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  8. Speravamo che morisse prima; ma siccome persiste a rimanere in vita, andiamo avanti lo stesso. Il soggetto in questione, che si ostina a campare tra un acciacco e un altro, è Benedetto XVI. È questa la sintesi non del contenuto, ma dello spirito del nuovo Motu Proprio, voluto da Francesco, Traditionis Custodes, presentato ieri. Un “titolo” che è un vero capolavoro di ipocrisia, dal momento che gli articoli del Motu Proprio decretano la morte di quella che, con buona pace di tutti, continuiamo a chiamare la Forma Straordinaria del Rito Romano, valorizzata invece dal Motu Proprio Summorum Pontificum (2007) di Benedetto XVI. Una morte per soppressione o estinzione, a seconda dei contesti.

    Con un’ironia tipicamente gesuitica, Francesco si richiama ai venerati predecessori, incluso Benedetto XVI, del quale però riporta solo il nome, per distruggerne l’opera. Ci eravamo già abituati dall’epoca di Amoris Laetitia, quando si citavano Giovanni Paolo II e Tommaso d’Aquino come auctoritates per affermare esattamente l’opposto del loro insegnamento.
    È infatti evidente che il Motu Proprio Summorum Pontificum esprimeva il riconoscimento della legittimità e bellezza di quella forma liturgica, che per comodità chiamiamo “antica”, come anche il profondo rispetto per quanti, sacerdoti e fedeli, trovavano in essa pascolo per la propria vita cristiana. Con la decisione di ieri ci troviamo invece di fronte alla demolizione del Motu Proprio di Benedetto XVI, punto per punto. A partire dall’art. 1, che non riconosce più gli antichi libri liturgici quali espressione dell’unica lex orandi del Rito romano.
    ...
    https://lanuovabq.it/it/il-papa-decreta-la-condanna-a-morte-della-messa-antica

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  9. La logica sottostante il Motu Proprio è intelligente.
    Il dialogo con FSSP X per tornare all'unità non ha funzionato? Bene. Si faccia dunque l'unità dei "tradizionalisti".
    Penso infatti che col tempo i Pastori, col loro diniego e/o la loro ristretta libertà di manovra, di fatto incoraggeranno i "tradizionalisti" a confluire con la FSSP X.
    Verranno così raggiunte due distinte "unità": quella dei "tradizionalisti" e quella degli "altri".

    Orribile.
    È un rischio penso da non sottostimare

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  10. Bellissimo il testo di Mons. Notaris sulla Messa sacrilega.
    Invece quello di Burke è la solita prevedibile melassa melensa conservatrice in cappa magna. Già! Cappa magna & Pachamama!
    A chi crede possibile una fusione impossibile dei due riti: NON la vogliamo, NON ci interessa. Il S. Sacrificio della Messa noi lo vogliamo tutto intero, incontaminato. Il protestantesimo non ci interessa, così come non ci interessa la Pachamama.
    Quanto si agita Satana con i suoi motu proprio!
    QUIS UT DEUS ?

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  11. Nihiil innovetur nisi Traditum est! Papa Stefano. Eb 13, 7-9a Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l'esito del loro tenore di vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine varie e peregrine. Dal trattato «Contro le eresie» di sant'Ireneo, vescovo
    (Lib. 1, 10, 1-3; PG 7, 550-554)
    La proclamazione della verità
    La Chiesa, sparsa in tutto il mondo, fino agli ultimi confini della terra, ricevette dagli apostoli e dai loro discepoli la fede nell'unico Dio, Padre onnipotente, che fece il cielo la terra e il mare e tutto ciò che in essi è contenuto (cfr. At 4, 24). La Chiesa accolse la fede nell'unico Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnatosi per la nostra salvezza. Credette nello Spirito Santo che per mezzo dei profeti manifestò il disegno divino di salvezza: e cioè la venuta di Cristo, nostro Signore, la sua nascita dalla Vergine, la sua passione e la risurrezione dai morti, la sua ascensione corporea al cielo e la sua venuta finale con la gloria del Padre. Allora verrà per «ricapitolare tutte le cose» (Ef 1, 10) e risuscitare ogni uomo, perché dinanzi a Gesù Cristo, nostro Signore e Dio e Salvatore e Re secondo il beneplacito del Padre invisibile «ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua lo proclami» (Fil 2, 10) ed egli pronunzi su tutti il suo giudizio insindacabile.
    Avendo ricevuto, come dissi, tale messaggio e tale fede, la Chiesa li custodisce con estrema cura, tutta compatta come abitasse in un'unica casa, benché ovunque disseminata. Vi aderisce unanimemente quasi avesse una sola anima e un solo cuore. Li proclama, li insegna e li trasmette all'unisono, come possedesse un'unica bocca.
    Benché infatti nel mondo diverse siano le lingue, unica e identica è la forza della tradizione. Per cui le chiese fondate in Germania non credono o trasmettono una dottrina diversa da quelle che si trovano in Spagna o nelle terre dei Celti o in Oriente o in Egitto o in Libia o al centro del mondo. Come il sole, creatura di Dio, è unico in tutto l'universo, così la predicazione della verità brilla ovunque e illumina tutti gli uomini che vogliono giungere alla conoscenza della verità. E così tra coloro che presiedono le chiese nessuno annunzia una dottrina diversa da questa, perché nessuno è al di sopra del suo maestro.
    Si tratti di un grande oratore o di un misero parlatore, tutti insegnano la medesima verità. Nessuno sminuisce il contenuto della tradizione. Unica e identica è la fede. Perciò né il facondo può arricchirla, né il balbuziente impoverirla.
    Domenico Pennino

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  12. La reazione di Burke mi sembra debole, non è quella che avrei sperato.
    Aspettiamo di vedere cosa diranno Schneider e Viganò

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  13. Molto bello lo scritto "Resistere in faccia a Francesco" di M. Matt, su Duc in altum, perché legge il motu proprio nella prospettiva del Nuovo Ordine Mondiale, il quale per Bergoglio è un'ossessione.
    In attesa di un intervento di Mons. Viganò, che senz'altro ci sarebbe di aiuto.

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  14. https://www.aldomariavalli.it/2021/07/17/resistere-in-faccia-a-francesco-dovere-di-ogni-cattolico-dopo-che-il-pachamama-pope-ha-colpito-la-santa-messa-tridentina/

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  15. C'è anche chi svicola dal nocciolo della questione affibbiando la colpa dell'accaduto a "quei preti esaltati e faziosi che da anni si sono impossessati del rito antico per sfuggire dalla legittima autorità dei loro vescovi". Intanto bisognerebbe vedere chi sono e se è vero. A me ne viene in mente uno, in effetti fuori squadra... ma la reductio ad Minutellam, ad esempio, non rispecchia la realtà. E dunque certe geremiadi fuorvianti risparmiatevele perché non servono a nulla e non le pubblico.

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  16. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  17. La Pachamama e la benedizione coppie gay vanno bene, non dividono, la messa gregoriana no, va relegata nelle catacombe.

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  18. Perché la Messa di sempre crea disagio: non è stata creata a tavolino per andare incontro ai protestanti, ma è il risultato di secoli e secoli di ritualità per la maggior Gloria di Dio e per la salvezza delle anime, attraverso il Santo Sacrificio dell'Altare. Al centro del Vetus Ordo non ci sono la "memoria eucaristica" e l'"assemblea", bensì il Sacrificio incruento di Cristo. Cambia proprio il senso, perciò la dottrina. La Messa di sempre, quindi, fa paura, perché comporta, per il sacerdote, una vera e propria conversione e un trovare davvero la sua reale identità di "Alter Christus".
    Cit. Cristina Siccardi

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  19. Piccola nota di colore.

    Da appartenenti alla setta eretica denominata Cammino Neocatecumenale stanno pervenendo ragli asinini fortissimi (suppongo che tutti quelli che vi hanno sempre etichettato sprezzantemente "lefebvriani" stiano ragliando e sbavando con altrettanta foga). Tali invasati con gli occhi fuori dalle orbite e la bava alla bocca esultano per l'apparente divieto di liturgia tridentina esalato ieri dalla cricca bergogliona.

    Da qual pulpito vien la (ragliante) predica! Ai fondatori ("iniziatori", nel loro gergo) del Cammino, il 1° dicembre 2005, il cardinale Francis Arinze, a capo della Congregazione per il Culto Divino, inviò una lettera contenente le «decisioni del Santo Padre» contro le carnevalate liturgiche che si celebrano nelle comunità del Cammino. Lettera a cui, dopo oltre quindici anni, i fratelli del Cammino ancora non hanno cominciato ad ubbidire. Del resto, per gente che considera la liturgia non il culto a Dio ma una specie di spettacolino autogestito...

    Ed anche quando un don Ariel esulta per il motu proprio di ieri, bisogna ricordare che i fautori del Summorum Pontificum a cui lui è abituato sono poco più che un manipolo di ignoranti abituati a urlare sulle pagine di Facebook il proprio disagio. Quando gli unici tradizionalisti con cui hai sempre avuto a che fare sono dei gai fautori di pizzi e merletti, un po' di sana antipatia ti nasce per davvero.

    Comunque in 14 anni di Summorum la Messa tridentina non ha spopolato come speravamo. Ora, forse, col Bergoglio e il suo cerchio magico che l'attaccano apertamente, magari comincia a spopolare per davvero. Intanto sappiano che incorreranno «nell’indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo».

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  20. The Church triumphed over the Arians, though it didn't look like it at one time.

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  21. Se il "Summorum Pontificum" decideva un principio dogmatico, la non abrogabilità della Tradizione liturgica (decisione poi chiarita nella Lettera del 7 luglio 2007) e poneva poi una serie di regole di compromesso con le Conferenze Episcopali, culminante con la teorizzazione indecisa di due forme espressioni dello stesso Rito, la "Traditionis Custodes" (il cui stile ricorda tanto i dpcm contiani) è, per ammissione dello stesso Francesco («una capillare consultazione dei vescovi nel 2020»), unicamente la formalizzazione vaticana del dictat delle Conferenze Episcopali nel quale è decisa la teorizzazione indecisa di Benedetto XVI, così infatti l'Art. 1 TC: «I libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II, sono l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano».
    In un regime ecclesiastico in cui l'affermazione della Tradizione prevale sul mero principio formale dell'abrogazione come successione delle leggi nel tempo, il "mai abrogato", perché non abrogabile, di Benedetto XVI non è toccato da Francesco e rimane come una roccia in mezzo al mare della storia della Chiesa e principio di resistenza cattolica all'arbitrio e alla sopraffazione.

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  22. https://wdtprs.com/2021/07/first-reactions-to-traditionis-custodes/

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  23. Attenzione ai termini: "dogmatico" riguarda le verità di fede, non le disposizioni in materia liturgica.

    Nella bolla Quo Primum Tempore san Pio V garantiva un indulto perpetuo alla liturgia "tridentina". (Promemoria: lunedì prossimo ricorre l'anniversario della sua promulgazione)

    Il Summorum Pontificum di Benedetto XVI ha semplicemente ricordato che tale liturgia non è mai stata abolita. Non è un atto eroico, è stato solo un chiarimento necessario dovuto ad una circostanza speciale (quella di troppi ecclesiastici che agivano e parlavano come se fosse stata abolita).

    Né l'uno né l'altro documento - e tanto meno il dispotico e sgangherato motu proprio di ieri - affermano solennemente verità di fede da credere pena la non appartenenza alla Chiesa per mancanza di fede. Dunque l'aggettivo "dogmatico", in queste discussioni, è fuori posto.

    Inoltre, come già fatto notare ieri, la Traditionis Custodes è guidata più dalla rabbiosa fretta di colpire la Tradizione che dalla chiarezza giuridica. Il che mi ricorda un certo paesetto in cui durante le "zone colorate" di qualche mese fa l'onorevole signor Sindaco ha eroicamente proibito di passeggiare sul lungomare, cosicché i paesani passeggiavano letteralmente sulla via parallela al lungomare, a due centimetri dal marciapiede. In altre parole, quando il legislatore agisce per levarsi uno sfizio finisce sempre per raddoppiare il "problema" che si illudeva di risolvere.

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  24. Ora e' piu' chiaro come fosse diventato difficile invertire la rotta della barca dopo quarantrate' anni a partire dal 1962?
    E come si dovesse procedere con tanta cautela per non stracciare la gia' strappata in piu' punti rete di Pietro?
    E come la Fede (questa la grande assente ),fosse gia' scemata al momento in cui si spalancarono tutte le finestre e i portoni al grido "niente piu' tabu'",principalmente nei pastori ma anche nei fedeli ormai adulti ed affrancati dal Padre?
    E come i vari vitelli d'oro andassero via via ad occupare gli scranni?
    E come noi non abbiamo saputo accontentarci del poco(SP)ma volevamo di piu', tutto il cucuzzaro,e chi la voleva cotta e chi la voleva cruda, e chi ce l'aveva con la cappa magna e chi con i merletti e chi con la tunicella e chi con i candelabri e chi con Benedetto XVI e chi con le scarpe rosse e chi con quello che volete..una continua critica infinita che certamente non solo non ha favorito la quiete ma ha esasperato chi per forma mentis,per frequentazioni ideologicamente pericolose per la tenuta della propria fede ,restando sottotraccia non vedeva l'ora di salire su quel podio per fare piazza pulita di tutta la "Anticaglia e Petrella".
    E come dispiace ,adesso, leggere commenti così ingenerosi nei confronti del Card.Burke?

    Mi e' giunta notizia di un santo Sacerdote della Chiesa di NSGC che ha preso questa risoluzione:in via penitenziale sta percorrendo a piedi l'Italia fino al Gargano,fino a Monte Sant'Angelo,fino alla grotta dell'Arcangelo S.Michele " l'archistratega" princeps militiae caelestis (Chi e' come Dio"?)

    Cari Sacerdoti tutti, avete scelto voi di diventare Preti, nessuno vi ha puntato la pistola alla tempia perche' lo foste , dunque :1) perche' avete fatto questa scelta?2)Per chi l'avete fatta ? Provate a riprendere a stare il maggior tempo possibile con NSGC , in Sua adorazione , immergetevi nel silenzio, siate "monaci"di voi stessi ed avrete la risposta.

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  25. N’ayant jamais accepté les tripatouillages liturgico-œcuméniques de Montini-Bugnini — pour la simple raison qu'on ne touche pas, qu'on n'a pas le droit de toucher à un rite millénaire de l'Église (même le Pape n'a pas ce droit, comme le reconnaissait humblement saint Pie V), mais aussi, au vu des résultats, pour un motif de bon goût et je dirais même de décence —, ce n’est pas aujourd’hui que j’accepterai les nouveaux tripatouillages liturgico-pachamamesques de Bergoglio, personnage devant lequel j’ai toujours éprouvé, je dois le dire, un véritable haut-le-cœur.

    Oui, dès le premier instant qu'il est apparu sur le balcon de la basilique Saint-Pierre, dès ses premières paroles d'une étonnante vulgarité, j'ai ressenti pour cet homme un irrépressible dégoût, comme j'en ai ressenti deux ou trois fois dans ma vie déjà longue en présence d'individus dont je n'ai pas tardé à me rendre compte qu'ils étaient de véritables possédés du démon.

    Avec le temps, loin de s'atténuer, ce sentiment n'a fait que croître.

    Véritable despote mitré, Bergoglio peut, évidemment, comme un vulgaire Pombal auquel il ressemble tant — y compris par l'aspect méchant des traits de son visage —, s'arroger tous les pouvoirs. Il peut même, si cela lui chante, après avoir détruit plusieurs congrégations religieuses parmi les plus florissantes, démolir aussi, pourquoi pas, Saint-Pierre de Rome, qui n'a que cinq siècles d'existence et qu'il déteste autant que la Sainte Messe, qui en trois fois plus. Qu'il fasse ce qui lui plaît, après tout ! Il s'est d'ores et déjà inscrit dans l'histoire comme l'homme qui a achevé de dévaster l'Église et de disperser le troupeau. Les rêves de l'abbé Roca sont accomplis ! Quel destin !

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  26. Quando gli unici tradizionalisti con cui hai sempre avuto a che fare sono dei gai fautori di pizzi e merletti, un po' di sana antipatia ti nasce per davvero.

    Scusate la premessa tecnica, ma non ne posso fare a meno.
    Ho indugiato un po' prima di scrivere quanto state per leggere per un motivo "procedurale": sono iscritto ad IsolaDiPatmos e, seppure molto raramente, ogni tanto qualche commento di là lo lascio. Inoltre una manciata di volte all'anno scambio qualche email con Padre Ariel - l'ultima pochi giorni fa per esprimergli solidarietà per via della causa in cui è stato trascinato da una lobby LGBT. Dunque mi sono posto un problema di correttezza, se cioè quanto sto per scrivere non dovrei farlo di là. Ma non ho il tempo, considerando che i commenti su quel sito poi innescano discussioni non brevi. Credo che per la correttezza sia sufficiente il fatto che qui sto scrivendo con il mio nome e cognome e non di soppiatto.
    Fine premessa.

    È vero che esistono tradizionalisti come quelli menzionati da Tripudio e a cui si riferisce Padre Ariel, tuttavia non è corretto fare di tutta l'erba un fascio. In ogni caso sono abbastanza certo che saranno tra quelli di cui ci sbarazzeremo in questo frangente.

    Un punto che ho trovato davvero assurdo è quello sulla non corretta pronuncia del latino, che chissà quale problema sarebbe. È un argomento che ho letto anche da altre parti. Vi scrivo cosa penso, basandomi sulla mia esperienza personale, dalla quale però credo si possano trarre alcune considerazioni generali.

    1. Innanzitutto tra le migliaia di messe in italiano che ho seguito nella mia vita spesso - tipicamente in campagna - ho trovato preti che parlavano con una forte cadenza dialettale (anche all'estero, per quanto mi è dato di risconoscere certe varianti di pronuncia). La pronuncia impeccabile del latino è un problema, quella delle lingue vernacolari no? Non ha senso.

    2. D'altro canto le decine di preti, italiani e stranieri, che hanno celebrato messe VO a cui ho assistito non hanno mai evidenziato problemi plateali con la pronuncia del latino. Certamente la mia è un'esperienza limitata, ma ho frequentato ovunque, dall'abbazia alla minuscola chiesa di campagna a malapena sulle cartine. Credo che la maggior parte dei fedeli, che non viaggiano come me, sia esposta ad una variabilità ben minore.

    3. Se penso alle incisioni di musica antica che ho, per esempio di certe opere di Santa Ildegarda (in latino), so che gli interpreti, prima della performance, hanno studiato a fondo nei documenti per cercare di essere il più fedeli possibile a come si cantava all'epoca in quel contesto geografico. Ascoltando l'incisione si capisce che dalle parti di Santa Ildegarda, ovviamente, la pronuncia del latino era "germanizzata". Mi pare evidente che ci saranno state varianti in tutta Europa. Se per millenni non è stato un problema, come può esserlo adesso?

    4. Lascio in fondo il punto forse più importante. È noto che il Curato d'Ars aveva grossi problemi con il latino, tanto che al seminario - dove si insegnava esclusivamente in latino - non riusciva a frequentare proficuamente le lezioni; rischiò di essere rimandato a casa. Per dispensa gli furono impartite lezioni in francese: dunque non credo proprio che il suo latino liturgico fosse impeccabile. Questo certo non fu un problema per le messe celebrate da quel grande santo, modello di tutti i preti.

    In sintesi: i giovani preti che amano il VO non possono imparare il latino in seminario e chissà come glielo hanno insegnato al liceo. Compiono un grande sforzo per impararlo, insieme a tutto il resto. Trovo paradossale rimproverarli per qualche accento sbagliato, cosa che comunque avranno modo di sistemare con il tempo.

    Corigetemi se ho sbagliato.

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  27. una continua critica infinita che certamente non solo non ha favorito la quiete ma ha esasperato chi per forma mentis,per frequentazioni ideologicamente pericolose per la tenuta della propria fede

    La solita tiritera.
    Premesso che non sono per le critiche ad oltranza e ce ne sono state di davvero stupide.
    Per quanto ci riguarda le critiche rispettose che potevano e dovevano essere fatte non sono mancate.
    E' una favola che Bergoglio come pure la sua cricca si siano indispettiti per i rumori di cui sopra. Quello che non tollerano è l'espansione del Rito antico e di ciò che rappresenta, a dispetto di tutte le precedenti strettoie...

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  28. E' una favola che Bergoglio come pure la sua cricca si siano indispettiti per i rumori di cui sopra.

    Chissà se è anche per via della "critica continua" che ci hanno riempiti di LGBT, eretici, abortisti, transumanisti... Semmai il Padreterno ci sta punendo perché troppe cose abbiamo lasciato correre...

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  29. Ieri, leggendo il post scritto a caldo sull'emanazione dello pseudo Motu Proprio che azzera le decisioni di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI sulla Messa in latino, ci è stato detto che si esagerava. Un pontificato distruttivo? Addirittura.

    Ebbene si, il pontificato di Bergoglio non ha costruito nulla, ma ha distrutto molto, non solo in ambito tradizionalista. A partire dalle strutture vaticane, che sono state decostruite e delegittimate. Al riguardo rimandiamo al libro di Massimo Franco "L'enigma Bergoglio: la parabola di un papato". Nel capitolo "Casa Santa Marta, la corte parallela", leggiamo in modo completo come sin dall'inizio il bergoglismo si sia abbattuto sulle strutture tradizionali della Chiesa. Per rinnovare? Per far finire gli scandali? Ovviamente no, semplicemente la decisione ha creato confusione e il Vaticano ne esce indebolito e destrutturato.

    Basti pensare al trattamento inumano subito dal cardinale Becciu. Di recente sembra che la decisione sia stata dettata principalmente dalla volontà di influenzare il prossimo conclave, dove il sardo sarebbe stato un grande elettore. Vogliamo però commentare il modo in cui è stato trattato? Dopo anni di potere, è stato esposto al pubblico ludibrio, senza processo, senza possibilità di difendersi. Salvo poi essere anche prosciolto dai tribunali laici. Se questo è un metodo cattolico, giudicherete voi.

    Parliamo poi dei movimenti ecclesiali, non certo tradizionalisti. Di recente, con un tratto di penna, Bergoglio ha letteralmente scardinato i fondatori e le guide carismatiche, stabilendo una durata del loro mandato al massimo a 10 anni. Ce lo vediamo un Kiko Arguello defenestrato dai neocatecumenali? Eppure sulla carta è stato fatto, anche qui mettendo in campo una gestione del potere assolutistica, superba, che non guarda in faccia a nessuno. Una vendetta contro movimenti troppo autonomi? Questa decisione ha costituito un terremoto alla pari del Motu Proprio anti-Messa.

    Che dire del trattamento lesivo della dignità riservato a Enzo Bianchi? Un vecchio infermo perseguitato per mesi affinché se ne andasse da Bose, la comunità che lui stesso ha fondato. Che male avrebbe potuto fare? Non è mai stato spiegato. Bianchi è stato attaccato e umiliato senza pudore, ma le motivazioni plausibili non sono state mai fornite.

    D'altronde, Bergoglio lo ha detto spesso durante il suo pontificato. A lui non stanno sulle scatole i tradizionalisti, ha in uggia i cattolici, chiunque abbia fede. Per lui sono tutti ipocriti inamidati, tant'è che "gli insulti di Bergoglio ai cattolici", sono diventati proverbiali. Sono i "cristiani da salotto", i "cristiani inamidati", le "facce da sottaceto", i "Signor e signora Piagnistei".

    Certo, in questo scenario le vittime predestinate sono i tradizionalisti, gli "sgranarosari", sempre per citare Bergoglio. Dunque via con il bagno di sangue, la distruzione dei Francescani dell'Immacolata, l'eliminazione dalle gerarchie di tutti i vescovi e sacerdoti vagamente sospettabili di tradizionalismo o anche solo conservatorismo, le offese pubbliche... L'attacco alla Messa tradizionale però è solo una parte, forse quella principale, ma non l'unica, di una strategia volta a reprimere la Chiesa dall'interno, per trasformarla in una ONG.

    Ai pochi sostenitori della linea Bergoglio però chiediamo: cosa è stato costruito in questi otto anni? Cosa ha fatto di buono? Le famose riforme sono state fatte? O è stato fatto solo un gran casino?
    Dz Csmpari & De Maistre

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  30. Riprendo quanto scritto qui su da @ Fabrizio Giudici, il mio vecchio parroco, che ha celebrato in latino fino quasi alla fine degli anni '60, non parlava neanche bene l'italiano, si esprimeva solo in dialetto, quindi non so cosa dicesse in latino dato che volgeva le spalle al popolo, le risposte le davano i due chierichetti che servivano messa, noi non eravamo coinvolti, letture e prediche in italiano, ma le faceva il suo vice, viste le difficoltà, ultimamente ho assistito alla messa VO, mi hanno dato un messale bilingue con le parole latine accentate, e testo italiano a fronte, quindi non vedo quale sarebbe la difficoltà di pronuncia, per concludere, trovo il tutto una ulteriore offesa a Benedetto XVI, dopo la distruzione della vigna a lui regalata, chiamasi damnatio memoriae.

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  31. UN RIPASSO DI DOTTRINA CHE NON FA MAI MALE
    L'obbedienza cieca è dovuta solo per le proclamazioni infallibili del papa o del concilio. L'obbedienza non è illimitata, ma ha dei limiti ben precisi, sotto i quali vi è la disobbedienza, che è un peccato, ma sopra i quali vi è il servilismo, che è peccato pure questo. Un papa non è padrone della Chiesa, come un vescovo non è padrone della sua diocesi. Ecco perché da 15 secoli i papi si definiscono "servo dei servi di Dio". "Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge" (Benedetto XVI, omelia 7/5/2005) perché "Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è, in senso assoluto, un mandato per servire" (ibid.)
    Un papa non mi può mettere nelle condizioni di dover disobbedire a lui per obbedire a un suo predecessore; un papa non può conculcare un diritto riconosciutomi da 4 secoli e stabilito da un suo predecessore, solo perché a lui quel diritto concessomi non aggrada. Insomma, il papato non è una dittatura. Giovanni Paolo II disse che bisognava riconsiderare le modalità di esercizio del primato romano: ecco, bisogna farlo urgentemente perché "Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso" (Benedetto XVI, lettera del 7/7/07).
    Questa storia che ieri era permesso ciò che oggi è proibito danneggia tutti, non solo i tradizionalisti: danneggia la Chiesa e danneggia pure il papato. Gli ortodossi mai e poi mai accetteranno un papato che abbia il potere di distruggere le tradizioni solo perché a lui stanno sulle palle. E da ieri anche molti tradizionalisti non accetteranno questa visione assolutistica e dittatoriale del primato romano. Cristo ha istituito un servo, non un autocrate. un despota e un tiranno.

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  32. Andrea Sandri:
    Basterebbe riflettere su questo principio
    La testa non può dire ai piedi: «Non ho bisogno di voi»
    - 1 Cor 12,21

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