Il sacerdote barnabita è in Afghanistan dal novembre 2014 e a Kabul da gennaio 2015: una presenza diventata punto di riferimento per cittadini stranieri, funzionari, militari. Nato a Roma, già parroco di San Paolo Maggiore a Bologna, egli è ora l’unico prete cattolico presente in Afghanistan. Sotto la protezione dell’ambasciata italiana, è a capo della Missio sui iuris a Kabul: “Presenza tollerata, ma ci è proibito evangelizzare”. In aprile diceva: “Con il ritiro delle truppe Usa, rischio concreto di guerra civile”.
Negli anni passati spesso facevamo riferimento al suo blog Querculanus [vedi].
Fu papa Pio XI, nel 1931, ad affidare ai barnabiti la missione in Afghanistan ed è il barnabita Padre Giovanni Scalese ad assicurare, alla guida della Missio sui iuris, la presenza cattolica nel Paese asiatico. Nei giorni scorsi, ha inviato un messaggio audio a Radio Vaticana : “Stiamo vivendo giorni di grande apprensione in attesa degli eventi. Il mio appello è di pregare... Pregate, pregate, pregate per l'Afghanistan. Grazie”. Padre Scalese è ancora a Kabul perché ha scelto di rimanere nella capitale caduta nelle mani dei Talebani.
L’appello di padre Scalese è stato ripreso da 12porte (qui un servizio di alcuni anni fa), la trasmissione televisiva settimanale d’informazione della diocesi di Bologna.
Lo scorso 16 aprile, interpellato dall'Agenzia Sir, aveva espresso la sua posizione a proposito della decisione del ritiro delle truppe Usa, definita “scelta che mette a rischio la sicurezza del Paese.”
Il rischio guerra civile è dunque concreto e dovuto anche al fatto che finora le trattative fra il Governo e i talebani, previste dagli accordi di Doha del 29 febbraio 2020 tra Usa e talebani, non sono mai partite seriamente o comunque non hanno portato ad alcun risultato. Il progetto era quello di formare un governo di transizione, di unità nazionale, per poi giungere a libere elezioni che avrebbero deciso chi dovesse governare.
Ma se le parti non si parlano, come si può formare insieme un governo? Molto più facile far parlare le armi”. Aggiunse poi: “Anche se i talebani dovessero avere il sopravvento, perché meglio organizzati e finanziati, non credo che possano illudersi di restaurare l’Emirato islamico, come se questi vent’anni non fossero esistiti. Potranno pure imporre una nuova Costituzione – del resto, l’attuale Costituzione prevede già una ‘Repubblica islamica’ – ma non potranno pretendere di cancellare le libertà o ignorare i diritti a cui gli afghani, in questi anni, si sono abituati.
Non dimentichiamo che i giovani non hanno conosciuto l’Emirato e sono cresciuti in questa nuova realtà. Le donne, contrariamente a quel che si pensa, sono una presenza numerosa, qualificata e attiva nella società afghana; sarebbe impensabile volerle rinchiudere di nuovo in casa o dentro un burka”.
Padre Scalese si trova tuttora presso l'ambasciata. A suo tempo poteva soltanto percorrere cinquecento metri per andare a celebrare la messa agli italiani presenti nel centro della Nato per poi tornare sempre sotto scorta in ambasciata. L’ambasciatore è partito, ma lui è voluto rimanere, in attesa di partire insieme alle suore di madre Teresa e a un gruppo di bambine con disabilità: è il pastore che non lascia le pecore, finché queste non sono poi al sicuro.
Sono lontani i bei giorni dei droni per sventare le grigliate, i pericolosi runners inseguiti sulla spiaggia, ma com'è che tutti quegli eccezionali spiegamenti di forze dell'ordine in cinque giorni non sono riusciti a fermare un rave colossale, organizzatono, dicono, da francesi perché lì sono proibiti e venhono puniti; qui da noi ognuno fa come gli pare. L'unico perseguitato è il cittadino per bene.
RispondiEliminaMa cosa c’entrano i commenti sul rave con questo articolo?
EliminaTutta la generale conformità al pensiero unico dei media, l'assenza di contraddittorio, l'uniformità sempre più aggressiva utilizzata per demonizzare una parte di cittadini, il modo propagandistico di fare informazione dovrebbe preoccupare ogni sincero democratico.
RispondiEliminaDovrebbe preoccupare e preoccupa ogni persona pensante.
RispondiEliminaGrande ammirazione per padre Scalese e il suo non abbandonare il fronte!
RispondiEliminaNon sono riusciti a fermare un rave colossale?
Veramente l'hanno fermato, sia pure con una certa lentezza.
Hanno identificato 2000 persone e 700 veicoli.
I drogati festaioli hanno cominciato a fuggire quando
è spuntata la polizia all'orizzonte, dopo che
si era saputo della morte di uno di loro nel
lago adiacente.
Ma la colpa dell'eventuale lentezza è forse della
polizia? No. La polizia non può muoversi di sua
iniziativa, oggi: deve avere l'autorizzazione del
magistrato, che difficilmente arriva in un baleno.
Si era poi attorno a Ferragosto, data scelta forse
apposta dagli organizzatori.
La polizia che insegue i podisti sulle spiagge
nostrane, si è comunque trattato di un episodio
isolato.
Si dimentica che spesso i poliziotti hanno
applicato elasticamente le norme restrittive.
È sbagliato focalizzarsi sui pochi casi di
abuso o errata applicazione.
A.20 ago h.12.24
RispondiEliminaLeggo che non si poteva intervenire con metodi 'violenti' per non peggiorare la situazione, l'unica nota positiva ò che il prossimo sarà in Albania........voglio vedere come si comporteranno le autorità.
Sfilata di bandiere: la resistenza di giovani e donne
RispondiEliminaLi abbiamo illusi traditi e abbandonati. Ma loro, gli afghani, ci stanno insegnando il coraggio di battersi per quello che abbiamo preteso d’insegnar loro. Al grido “la bandiera e la nostra identità” sfidano i talebani. E a noi ancora una volta non resta che la vergogna. (Gian Micalessin)
Si era poi attorno a Ferragosto, data scelta forse apposta dagli organizzatori.
RispondiEliminaConvengo sulla necessità di uno sguardo equanime. Mi viene però da pensare che ci sono strutture ministeriali che non vanno mai in vacanza, neppure a Ferragosto, proprio per le emergenze. E i magistrati, quando vogliono (o quando lo si vuole), si attivano in un baleno...
A chi stigmatizza commenti non in tema con l'argomento proposto.
RispondiEliminaNe arrivano sempre molti. In genere passo quelli che mi sembrano più sensati e che corrispondono alle notizie di cronaca che ci incalzano a raffica, accavallandosi a qualunque argomento si proponga...
In fondo questo è un luogo di condivisione oltre che di informazione
Respice Stellam!
RispondiEliminaO quisquis te intelligis in huius saeculi profluvio
magis inter procellas et tempestates fluctuare,
quam per terram ambulare
ne avertas oculos a fulgore huius sideris,
si non vis obrui procellis
Si insurgant venti tentationum,
si incurras scopulos tribulationum,
respice stellam, voca Mariam
Si iactaris superbiae undis
si ambitionis, si detractionis, si aemulationis
respice stellam, voca Mariam
Si iracundia, aut avaritia
aut carnis illecebra
naviculam concusserint mentis,
respice stellam, voca Mariam
Si criminum immanitate turbatus,
conscientiae foeditate confusus,
iudicii horrore perterritus,
barathro incipias absorberi tristitiae
desperationis abysso
cogita Mariam
n periculis, in angustiis, in rebus dubiis
Mariam cogita, Mariam invoca.
Ipsam sequens non devias,
Ipsam rogans non desperas,
Ipsam cogitans, non erras,
Ipsa tenente, non corruis,
Ipsa protegente, non metuis,
Se Lei ti protegge, non avrai paura
Ipsa duce, non fatigaris,
Ipsa propitia, pervenis.
S.Bernardo di Chiaravalle
AFGHANISTAN. TUTTI A GUARDARE AI TALEBANI E NON ALLA CINA, CHE COSÌ SI FA LA ‘VIA DELLA SETA’ CONTRO EUROPA, INDIA E USA, CON I SUOI ALLEATI IRANIANI E TURCHI
RispondiEliminaQuella dei Talebani rischia di essere la storiella di quelli che guardano tutti al dito che punta alla Luna, senza per l’appunto guardare la Luna.
Qualcuno si è domandato come hanno fatto poche migliaia di Talebani in due settimane a conquistare militarmente una nazione di 35 milioni di abitanti?
E senza trovare alcuna resistenza non sono dall’esercito ma anche dai vari signori della guerra o dalle altre formazioni armate?
Qualcuno si è domandato come mai dall’ex presidente ai vari oppositori fuggiti dall’Afghanistan quasi tutti hanno trovato riparo in Cina o negli staterelli asiatici amici di Pechino?
Qualcuno si è preso la briga di guardarsi la cartina del tracciato della Silk Road?
Perché la chiave della svolta afghana è tutta lì, nella ‘via della seta’ che collegherà il Mediterraneo che ormai è nelle mani di Erdogan (che infatti nell’ultimo anno ha combattuto in Libia e in Siria) alla Cina, coinvolgendo i soliti alleati dell’Iran (altro fulgido esempio di democrazia e rispetto dei diritti umani il regime di Teheran, che tra l’altro auspica la distruzione di Israele) con un duplice scopo per Pechino: tagliare fuori il nemico storico dell’India e il nuovo nemico degli USA, indebolendo la piccola e insignificante Europa.
Prima il virus dalla Cina - a proposito ieri la Cina aveva qualche decina di contagi con 1,2 miliardi di abitanti, l’Italia ne aveva oltre 7000 con un ventesimo degli abitanti, anche qui qualcuno si è fatto qualche domanda? - a distruggere l’economia e la salute europea, indiana e americana, a indebolirci tutti.
E ora la via della Seta con la partecipazione di tiranni e fanatici, peraltro tutti legati all’Islam radicale: oggi le guerre si combattono così.
Chi guarda ai talebani guarda all’indice che punta la Luna e la Luna è la Cina con i suoi alleati, i regimi anti democratici di Ankara e Teheran.
Sveglia!
Fonte: Lega
RispondiEliminaUna volta messi in salvo i propri cittadini e un certo numero di profughi, gli americani dovrebbero punire gli Afgani per il tradimento. Perché di questo si tratta: hanno smobilitato in quattro e quattr'otto lasciando al nemico montagne di armi e molto materiale militare nuovo.
Gli americani dovrebbero bombardare scientificamente l'Afganistan, incenerendo tutto il materiale nuovo catturato senza combattere dai talebani. I mezzi ce l'hanno.
Solo così torneranno a farsi rispettare.
Ma non è da credere che avranno il fegato di farlo, almeno con la dilettantesca presidenza attuale, per non dir di peggio.
Le néo-sultan Erdogan fait du pied aux Talibans en se disant déjà prêt à recevoir “en personne” le futur chef du pouvoir en Afghanistan. Une attitude conforme à sa doctrine neo-ottomaniste: soutenir et récupérer l’islamisme partout où il triomphe. Déjà en 1994 Erdogan avait rencontré. agenouillé par respect, le pire chef de guerre islamiste afghan Gubultin Hekmatyar...
RispondiEliminaAlexandre Del Valle
I codardi (non mi riferisco mai ai popoli), dopo aver predisposto le loro losche trame e riempito molti cimiteri, hanno lasciato il posto agli eroi. Ora a contrastare i Talebani c'è il figlio del mitico eroe Massoud, il Leone del Panjshir, regione che è rimasta ancora libera.
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