Pagine fisse in evidenza

mercoledì 29 settembre 2021

Non cedete al ricatto per nessun motivo - don Elia

Qui l'indice dei precedenti su Covid, vaccini, dittatura sanitaria e correlati.
Ne fiant, sicut patres eorum, generatio prava et exasperans (Sal 77, 8).
La Sacra Scrittura, una delle due fonti della Rivelazione divina, si dissocia dal culto degli antenati, comune a moltissime culture antiche. Coloro che ci hanno preceduto non sono stati necessariamente buoni e santi; perciò non rappresentano modelli da imitare per il solo fatto che sono vissuti prima di noi. Il libro del Siracide tesse sì l’elogio dei padri che furono uomini illustri, ma seleziona coloro in cui Dio ha manifestato la Sua gloria (cf. Sir 44ss). Il Salmo 77, in verità, allude specificamente alla generazione che fu liberata dalla schiavitù egiziana e nel deserto si ribellò poi ripetutamente al Signore, disprezzando le manifestazioni eclatanti della Provvidenza; le sue osservazioni, tuttavia, rimangono valevoli per ogni epoca storica e, certamente, anche per la nostra.

I “padri” della generazione malvagia e irritante, in riferimento alla vita cristiana nel nostro tempo, possono essere identificati con quei chierici che si sono formati a partire dai tardi anni Sessanta. Essi, considerati nel complesso (senza perciò escludere le felici, benché rare eccezioni) sono responsabili del completo stravolgimento della dottrina, della morale e della liturgia. Certamente non tocca a noi emettere un giudizio definitivo; tuttavia non possiamo fare a meno di prendere atto di quel che è pur successo, cioè della sostituzione della religione cattolica con un surrogato che conserva qualche vaga somiglianza con essa, ma è decisamente un’altra cosa, da ogni punto di vista. Quella generazione perversa, col tempo, è giunta ad occupare nella Chiesa i posti di comando, ma si è completamente sottomessa allo Stato, divenuto il nuovo vitello d’oro.

Con assoluta evidenza, la pretesa degli attuali Pastori di stabilire doveri morali in ambito sanitario è priva di qualsiasi fondamento, così come quella delle autorità civili di imporre nel medesimo campo obblighi legali che vadano oltre le necessarie precauzioni. Le raccomandazioni inviate ai vescovi dalla Presidenza della Conferenza Episcopale (senza nomi), che di fatto – andando al di là di quanto richiesto dalla normativa civile e senza il minimo supporto canonico – esige per gli operatori pastorali la cosiddetta vaccinazione, fanno inevitabilmente dubitare, nel loro stile tanto mellifluo quanto ipocrita, della buona fede di chi le ha redatte. Le dichiarazioni di singoli presuli in materia, poi, non poggiano su alcuna argomentazione accettabile sul piano della ragione, ancor meno su quello della fede. Nel leggere quei testi si ha l’invincibile impressione che siano un parto di menti offuscate o stravolte da oscure ossessioni. Il senso comune – per non parlare del sensus fidei – reagisce alla lettura con acuto disagio, se non con orrore: a cosa si è ridotta la gerarchia cattolica, un tempo maestra di verità e di vita?

La ricerca di una soluzione non deve però spingerci a saltare all’estremo opposto, quasi fosse un sicuro rifugio. Molte persone, pur di trovare un punto fermo, si consegnano acriticamente a gruppi che soltanto in apparenza difendono la Tradizione, ma si sforzano in realtà di perpetuare un sistema religioso che già nella prima metà del secolo scorso era entrato in una profonda crisi. A parte la colpa di separarsi di fatto dall’unica Chiesa per costituire una sorta di Chiesa parallela con una gerarchia indipendente, il loro difetto principale (senza escludere, neanche in questo caso, le lodevoli eccezioni) consiste nel ridurre il cristianesimo a una costruzione formale. L’ineccepibile osservanza, reale o presunta, di tale sistema – che sia in ambito dottrinale, cultuale o morale – non assicura di per se stessa un’effettiva santificazione; al contrario, provoca spesso un’invincibile illusione di correttezza che nasconde la cattiveria e la superbia del cuore.

La conoscenza della verità e l’adesione ad essa devono plasmare l’intimo della persona; a tal fine è indispensabile che l’anima ricerchi sinceramente il bene e desideri efficacemente diventare sempre più umile e buona. Se l’informe e lassista etica postconciliare, secondo un processo di eterogenesi dei fini, si è evoluta in un moralismo opprimente funzionale alla feroce dittatura statale, la morale formalistica che imperversa in ambienti della Tradizione è paradossalmente sfociata nel medesimo esito, seppur per altra via. Dal dichiarare lecito un trattamento sanitario sperimentale che presuppone la tortura e la morte di esseri umani non ancora nati, si è rapidamente passati, sulla base di banali sillogismi dalle premesse false, al farne un dovere privo di fondamento. La sensazione è davvero quella di essere accerchiati, ma essa non deve assolutamente toglierci la lucidità della mente né indebolire la determinazione di rimanere fermi nel rifiuto della barbarie.

Non dobbiamo pertanto cedere alla pressione sociale per nessun motivo al mondo. Il regime, non potendo imporre esplicitamente a tutti l’obbligo della vaccinazione, ha studiato il modo, limitandone le libertà fondamentali, di indurre la gente ad accettarla per forza, pur di conservare il lavoro e avere accesso ai luoghi pubblici. I responsabili dovranno finire sotto processo per tale inaudita violazione dei diritti naturali e costituzionali delle persone; nel frattempo, però, occorre resistere senza lasciarsi impressionare dai decreti né fiaccare nell’intimo. Le disposizioni governative hanno una precisa scadenza, quella del 31 dicembre; non ha senso piegarsi ad esse per un così breve lasso di tempo, considerati gli effetti irreversibili che avrebbe l’iniezione. Lo stato di emergenza non può essere prolungato oltre i due anni; se ciò avvenisse, sarebbe un colpo di Stato a tutti gli effetti, ma in quel caso potrebbero reagire l’esercito e le forze dell’ordine, in cui già serpeggia un forte malcontento e di cui una larga fetta si rifiuta di sottomettersi all’abuso subìto dai colleghi.

In una situazione così fluida, poi, non è sensato prender decisioni radicali, come quella di espatriare o di abbandonare il posto di lavoro; passi del genere non vanno compiuti se non quando vi si è costretti. Per ora bisogna navigare a vista, procedendo giorno per giorno con fiducia nella Provvidenza e regolandosi di volta in volta secondo le evenienze. Non è ragionevole pretendere di prevedere il futuro sulla base di presunte profezie o dubbie interpretazioni dei testi sacri; l’avvenire è nelle mani di Dio ed è noto a Lui solo. Il cristiano non tenta perciò di usurpare il ruolo del Creatore, ma si abbandona alla Sua guida onnipotente, facendo ogni momento, con diligenza e perseveranza, ciò che gli è richiesto. Il governo del mondo appartiene al Signore Gesù Cristo, che dispone o permette ogni cosa per il nostro bene; lasciamo dunque a Lui il compito di dirigere gli eventi e curiamoci piuttosto di adempiere la Sua volontà nell’ora presente.

La prova attuale è stata voluta per la correzione del traviato popolo di Dio: sia di quanti professano il cristianesimo contraffatto del postconcilio, sia di quanti rivendicano una continuità puramente esteriore e artificiosa col passato, sia di quanti han sostituito la vera fede con gli pseudovalori della cultura dominante, dimenticando ogni forma di ragionevolezza e di moralità. Che non accada anche a noi di meritare, per esserci assimilati agli altri, il rimprovero rivolto alla generazione malvagia e irritante; per quanto sia penoso il sentirsi isolati e incompresi, bisogna custodire la pace del cuore appellandosi alla testimonianza della propria coscienza, capiti quel che capiti. Quando la prova sarà terminata, ne avremo onore e ricompensa da Dio stesso davanti a tutti; nel frattempo conserviamo la libertà interiore e difendiamo quella esteriore, a beneficio nostro e di tutti. Anche coloro che a torto ci giudicano e disprezzano ce ne saranno presto grati, visto che l’inganno e i suoi danni sono ormai così evidenti da non poter più essere occultati.

Non dimentichiamo che la condizione libera non si esaurisce nelle attività che si possono svolgere. La gioventù di oggi, sistematicamente manipolata dalla propaganda, non sopporta la benché minima limitazione delle opportunità di agire e, proprio in tal modo, è caduta schiava di un regime disumano che la manovra a piacimento facendo leva su bisogni indotti. I nostri nonni sopportarono i disagi della guerra e dell’immediato dopoguerra perché non avevano tanti grilli per la testa, anche se poi fecero crescere i figli con l’ideale del benessere economico, che ci ha resi completamente dipendenti dall’esterno. Così, oggi, abbiamo una massa di persone, giovani e meno giovani, che si immolano sull’altare della “scienza” per non rinunciare a frequentare palestre e pizzerie, cosa che – con buona pace dei chierici giurati, di qualunque estrazione siano – non è lecita per nessun motivo, nemmeno per evitare la sospensione dal lavoro (che non è il licenziamento).

15 commenti:

  1. Sant'Agostino, in maniera molto attuale, osserva (in De civitate Dei XXI, 7, 1) l'inclinazione pertinace dei pagani, idolaltri e dediti alla magia, ad attribuire razionalisticamente, di fronte alla fede cristiana nel Creatore, il miracolo del creato alla natura. Si potrebbe dimostrare che anche l'ateismo scientifico odierno si fonda su culti indicibili e vergognosi.
    Andrea Sandri

    RispondiElimina
  2. https://lanuovabq.it/it/italia-aleggia-unombra-di-morte-e-forse-un-motivo-ce

    RispondiElimina
  3. In questo periodo mi è diventata più chiara la diversità, la complessità, la varietà delle menti e delle anime umane, non tanto perché una è diversa dall'altra quanto perché la mente e l'anima, ognuna nel suo ambito ma insieme cooperanti, sono diversamente conformate e varie e fondamentalmente sono tali dal seno materno.

    Parlando ed ascoltando intorno al vaccino o al lasciapassare verde, si nota come le argomentazioni pro e/o contro escano fuori da zone della mente e dell'anima che hanno una lunga storia nella biografia della persona. Questa storia personale è stata quella decisiva verso il pro e/o il contro vaccino e lasciapassare verde.

    Quelli 'pro' hanno presto riconosciuto nel teatrino politico, dopo le elezioni del 2018, le tattiche antiche alle quali si sono affiancati per rafforzar il potere nel quale hanno agevolmente nuotato durante la vita, quelli 'contro' hanno vissuto ai bordi, se non fuori, da quel potere di cui hanno conosciuto e riconosciuto le tattiche sempre da loro criticate e variamente avversate.

    E' avvenuta per quelli pro vaccino e lasciapassare verde una sorta di riconoscimento, forse inconsapevole, della voce del padrone spontaneo, forse dovuto o di convenienza.

    Il mondo dei 'contro' è più vario, di solito gente che si è fatta le ossa per conto suo, gente capace di riconoscere nella propria vita 'la man dal Cielo'. Questo gruppo è destinato a crescere con le defezioni che stanno avvenendo dal primo gruppo man mano che la realtà si impone sulla recita.

    Quindi concludendo il vaccino e il lasciapassare verde stanno dicendo qualcosa della biografia di ognuno di noi, della nostra mente, della nostra anima e qualcosa anche
    delle istituzioni umane, italiane nel nostro caso.

    RispondiElimina

  4. Don Elia manifesta ancora una volta la sua notoria avversione per la FSSPX, pur senza nominarla. Il fatto che non la nomini non depone a favore della linearità di atteggiamento che egli peraltro raccomanda giustamente ai fedeli.
    Le accuse alla Frternità appaiono campate in aria, a meno che egli non porti qualche esempio concreto.
    Restiamo in fiduciosa attesa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Don "Elia" l'aveva scritto apertamente su questo blog:
      "È vero, io ho il dente avvelenato contro la FSSPX".

      Elimina
  5. Lodevole il contenuto e le intenzioni ma mi sembra ingenuo credere che i globalsatanisti al governo abbiano il minimo scrupolo nel prolungare lo stato d’emergenza per un tempo indefinito. (Rimane comunque validissimo il discorso della resistenza a oltranza.) Per fare un parallelo storico, anche Hitler, paradossalmente giunto al potere più democraticamente di quanto i figli della vedova abbiano appioppato Draghi (e altri tecnocrati prima di lui) all’Italia, ha cominciato con un Aufnahmezustand e non ha mai abolito la costituzione né ne ha redatta una nuova.

    RispondiElimina
  6. Con inventiva oltre che con spirito di iniziativa.29 settembre, 2021 11:15

    Santa Lucia di Piave, il consiglio comunale approva delibera contro il Green pass: “È un ricatto nei confronti delle persone”
    https://www.qdpnews.it/comuni/santa-lucia-di-piave/santa-lucia-di-piave-il-consiglio-comunale-approva-delibera-contro-il-green-pass-e-un-ricatto-nei-confronti-delle-persone/

    Un vero uomo,un vero Medico, un vero Sindaco.

    RispondiElimina
  7. La ragione per cui serve l'emergenza consiste nel congelamento dell'economia così da proseguire a creare debito generando soldi dal nulla chiedendo la riscossione degli interessi.

    L'uomo giusto al posto giusto in Italia è un esperto della generazione del debito. Whatever it takes, per continuare la giostra. Infatti la logica teutonica pensava che generando soldi e mettendoli in circolazione si sarebbe creata inflazione. E loro, i creditori, ci avrebbero perso. Come convincerli? Facendoli guadagnare, spolpando le economie congelandole! E per congelarle bisogna metterle in lock down. Una scusa si trova... Il resto lo fa il meccanismo di costringere tutti a diventare come bestiole addomesticate, tracciate e scodinzolanti.

    Così a fronte di sempre maggior debito e sempre maggiori vincoli, per qualcuno è stato deciso il dimezzamento della popolazione attraverso la delegittimazione dell'istituto familiare, l'incentivazione di aborti ed eutanasia, la fuga dei giovani, la distruzione del tessuto imprenditoriale, l'abbrutimento scolastico culturale, volto in un modo o nell'altro ad evitare l'inflazione mentre continua la pompa di denaro finto che t'indebita...

    E' un progetto che mira a garantire certi interessi. Ma non solo solo interessi economici.
    I meccanismi di potere sfruttano la scienza, la medicina, l'informazione e la finanza, con i loro galoppini, ma il potere che detengono, mantengono e incrementano è volto al delirio di onnipotenza di gestire il transumanesimo, con qualcuno che fa da cavia nell'esperimento e qualcuno (come i teutonici o giù di lì) che lo guarda interessato al guadagno momentaneo (garantiti i suoi interessi a breve) senza capire che finiti (con rispetto parlando) i ratti e i polli, toccherà anche ai cani, ai maiali e alle scimmie.

    Penoso e terribile assistere al disastro di una chiesa in parte ignara, in parte indifferente, in parte collusa.

    RispondiElimina
  8. "Forse la testimonianza di un bambino è capace di spiegare cosa è avvenuto a Reggio Emilia nei giorni seguenti la Liberazione.
    Il testimone si chiama Emanuele Filini:
    "Avevo sette anni, nella primavera del 1945.
    Quasi ogni giorno, tra aprile e maggio, passavano piccole pattuglie di partigiani, facilmente riconoscibili per i loro abbigliamenti fantasiosi e stravaganti, con taglio paramilitare, che li faceva apparire angeli della liberazione. Rappresentavano ibuoni.
    In mezzo a loro, c'erano sempre due o tre fascisti, dignitosamente vestiti, con abiti di prima della guerra, un po' acciaccati, ma in ordine, con alcune macchie in tinta con le tumefazioni che avevano sui loro visi. Quelli erano i cattivi.
    Si dirigeva o oltre il passaggio a livello della ferrovia Reggio-Ciano, dove via Fabio Filzi, non era più strada, ma si restringe a in un sentiero che portava al Crostolo.
    Qualche minuto di attesa, poi, in lontananza, si sentiva il crepitio dei mitra.
    Qualche minuto ancora e il drappello dei buoni era di ritorno senza più i cattivi.
    'Andiamo a vedere imorti', qualcuno diceva, e uno stuolo di sette o otto ragazzini, calzoncini corti e piedi nudi, partiva di corsa per quel sentiero sassoso, verso l'argine del Crostolo.
    Davanti a quello spettacolo orrendo, fatto di sangue edi cervella fuori della scatola cranica, con cani e gatti che annusavano lì intorno, ricordo che nessuno di noi diceva una parola.
    Qualche secondo ancora e, sempre dicorsa, tornavamo a giocare in via Fabio Filzi.
    Nessuno dei parenti aveva il coraggio di andare a raccogliere i cadaveri, per paura di essere tacciato da fascista e fare la stessa fine. Solo dopo qualche ora, quando ormai i cani affamati avevano in parte fatto scempio di quei poveri corpi, arrivava Tabarrone col suo carretto spinto a braccia, era un vecchio facchino che per non morire di fame si prestava, per pochi soldi, a compiere l'opera pietosa di trasportare le salme dal luogo del martirio, fino al muro del cimitero monumentale, al di fuori, come gli scomunicato.
    Quando passava accanto a noi, col suo carico di morte, ci apostrofava con frasi incomprensibili, spaventandoci. Anche lui doveva essere un cattivo.
    Tabarrone dormivanel sottoscala di una vecchia casa di Via Emilia all'angelo e, una mattina fu trovato con la gola tagliata, da un orecchio all'altro, e senza più il piccolo gruzzolo accumulato nel compimento del pietoso servizio.
    Quel tempo era così. In seguito imparai che la distinzione tra buoni e cattivi non era mai così scontata, come appare a prima vista".
    L. Tadolini: La repubblica Sociale Italiana a Reggio Emilia 1945 Ed. all'insegna del Veltro, pagg. 523,524,525.

    È voi credete che gli eredi dei buoni non prolunghino lo stato di emergenza?
    Mettete da parte i libri di storia del regime nato dall'odio, e abbiate il coraggio di guardare virilmemte in faccia la realtà!
    Che l'Arcangelo Guerriero San Michele bene ci ispiri a combattere la buona battaglia per il Vero, il Bene e il Bello!

    RispondiElimina
  9. A me sembra che Don Elìa stia esercitando una critica ad un pronunciamento, scusi dove vede l'avversione ?

    RispondiElimina
  10. La chiesa, quella attuale da 8 anni in qua, è tutto fuorché ignara, leggo da news on line provenienti dalla Lituania chi lì il gp è praticamente impossibile da evitare, pena la morte civile, non puoi fare niente senza, neppure fare la spesa, vieni controllato con metodi della gloriosa CCCP o PRC , quindi okkio che non diventi così anche da noi; in Polonia 3 regioni hanno cancellato il decreto anti lgbtq+ approvato qualche anno fa dal governo centrale, il motivo? Bruxelles taglia tutti i finanziamenti, cospicui per un paese che riceve solo e non ha quote da pagare essendo un paese aggiunto. Per chi ancora dorme sogni d'oro nella culla confortevole del PD inteso come pensiero dominante, il piano reset va avanti a gonfie vele senza opposizioni, siano avvertiti coloro che non ci credono e si illudono di poter disporre a loro piacimento della propria vita mediante un qrc, una volta si facevano mettere stelle colorate ai non desiderati.......

    RispondiElimina
  11. Don Elia ha un linguaggio chiaro e limpido, sulla base disse, se non erro, di esperienze dirette nel campo dei perfetti. Concordo con la sua posizione che tiene conto delle persone sincere nei due schieramenti a destra e sinistra, ma che denuncia ció che è visibile a chiunque: i frutti dell'albero di sinistra somigliano ai frutti di quello di destra, quelli poi persi nella terza direzione son persi del tutto al momento. Manteniamo la rotta in direzione della vetta del Calvario: Dio vede Dio provvede. Trovo somiglianza di linguaggio con quello di Mons. Viganó che non ha temuto di parlare alle piazze no tessere verdi, con video messaggio a Torino piazza Castello. Anche Mons. Schneider si è espresso negativamente sui vaccini se non erro.

    RispondiElimina

  12. L'anonimo Don Elia non attacca solo la FSSPX, attacca anche la Chiesa preconciliare, in quanto tale.

    Scrive infatti: "Molte persone, pur di trovare un punto fermo, si consegnano acriticamente a gruppi che soltanto in apparenza difendono la Tradizione, ma si sforzano in realtà di perpetuare un sistema religioso che già nella prima metà del secolo scorso era entrato in una profonda drisi."
    Il "sistema religioso" già in profonda crisi nella prima metà del XX secolo era quello della Chiesa retta dai seguenti papi: san Pio X, Benedetto XV, Pio XI, Pio XII. Si è detto tante volte che la crisi modernista era stata superata solo in parte, che l'eterodossia ha continuato a serpeggiare per riemergere negli anni trenta, venir censurata da Pio XII nella Humani generis, esplodere quindi vittoriosamente nell'anomalo Vaticano II.
    Ma qui "don Elia" dà un'interpretazione diversa: parla di una crisi del "sistema religioso" in quanto tale, imputabile quindi ai Papi sunnominati. Il punto di vista di don Elia esce qui dal seminato, nel senso che appare vicino alle critiche che i neomodernisti facevano alla dottrina e pastorale ufficiali ossia al "sistema religioso".

    Attribuisce poi don Elia alla FSSPX, e quindi a mons. Lefebvre, "la colpa" di aver costituito una sorta di "Chiesa parallela". Ma questo è falso, non avendo mons. Lefebvre mai costituito una gerarchia parallela, tant'è vero che ha dato ai suoi vescovi solo il potere dell'Ordine, come ai vescovi in terra di missione, giustificandosi con lo stato di necessità in cui versava.

    Che ci possano essere nella FSSPX degli zeloti della Tradizione che si atteggiano a unici rappresentanti dell'unica vera Chiesa, potrà anche essere. Ma si tratta di un fenomeno minoritario e del tutto secondario. Le pesanti accuse di don Elia alla FSSPX, di ridurre il cristianesimo a una "costruzione formale" (?) in modo da rendere addirittura illusoria l'opera della santificazione quotidiana, lasciano il tempo che trovano.
    Sull'opera di mons. Lefebvre preferiamo ricordare i giudizi positivi di mons. Viganò e di mons. Schneider, che certamente ne capiscono più di don Elia.
    Z.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per Z.
      Concordo in pieno. Ho l'età giusta, ahimé, per ricordare Papa Pacelli. Non mi sembra che ci fosse nessuna crisi. Forse già una serpeggiante contestazione all'interno, ma per i fedeli c'era la serenità, la coerenza e la chiarezza che abbiamo perdute già subito dopo il concilio.

      Elimina
  13. Per di più don Elia da buon prete conciliare perfettamente integrato nella Chiesa conciliare conduce i suoi fedeli nelle chiese "ortodosse", cioè degli eretici-scismatici, quelle in "comunione imperfetta" (secondo l'attuale concezione di comunione).

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.