Ai suoi angeli ha dato ordini per te. Che degnazione stupenda, che tenerezza di amore! Chi è che ha dato questi ordini? A chi li ha dati? Per chi? E che cosa ha comandato? Consideriamo attentamente, fratelli, imprimiamo diligentemente nella nostra memoria questo comando così grande. Chi è che l’ha emesso? Di chi sono gli angeli? Ai comandi di chi obbediscono? Di chi eseguono la volontà? Ecco! Ai suoi angeli ha dato ordini per te, perché ti custodiscano. Anzi, sono pronti perfino a prenderti e a portarti sulle loro mani. È la somma maestà divina che ha comandato, ed è ai suoi angeli che ha comandato, cioè a quegli spiriti sublimi, tanto beati, vicinissimi e intimamente uniti a lui, veri familiari di Dio. Ed è per te che ha dato ordini. Tu chi sei? Signore, che cosa è l ‘uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi? (Ps. 8, 5.). Come se l’uomo non fosse putredine e verme il figlio dell’uomo (Gb 25, 6). Ma che sorta di ordini pensi tu che egli abbia dato per te? Pensi forse che abbia scritto contro di te sentenze amare? Ha forse ordinato di mostrare la loro potenza contro una foglia dispersa dal vento e di dare la caccia a una paglia secca? Oppure di sopprimere l’empio perché non veda la gloria di Dio? Questo dovrà ben essere comandato un giorno, ma finora non lo è stato comandato. Affinché un giorno non abbia da esserlo, non allontanarti dall’aiuto dell’Altissimo, dimora sotto la protezione del Dio del cielo. Poiché, se uno è protetto dal Dio del cielo, un tale comando non sarà mai pronunciato contro di lui, ma piuttosto in suo favore. E se, per ora, il comando non è ancora dato, esso è rimandato perché tutto torni a favore degli eletti. Infatti, il prudente Padrone di casa ai suoi servi pronti ad andare a raccogliere subito la zizzania seminata in mezzo al grano dice: Aspettate fino alla mietitura, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, non sradichiate anche il grano (Mt 13, 29-30). Ma, frattanto, come si conserverà il buon grano? Questa è precisamente l’opera che adesso devono compiere gli angeli e il comando che essi hanno ricevuto per il tempo presente.
5. Dunque, ha dato ordine ai suoi angeli per te di custodirti. O frumento fra la zizzania! O grano fra la paglia! O giglio fra le spine! Ringraziamo Dio, fratelli, ringraziamo Dio! Ci aveva affidato un deposito prezioso, il frutto della sua croce, il prezzo del suo sangue. Non è soddisfatto di questa nostra custodia così poco sicura, così poco efficace, così fragile, così insufficiente. Sulle tue mura, Gerusalemme, ha posto sentinelle (Is 62, 6), perché anche quelli che sembrano muraglie, oppure colonne inserite nelle muraglie, hanno bisogno di questi custodi. E come!
6. Ha dato ordine ai suoi angeli per te, di custodirti in tutte le tue vie. Quanto rispetto devono ispirarti queste parole, quanta devozione procurarti, quanta fiducia infonderti! Rispetto per la loro presenza, devozione per la loro benevolenza, fiducia per la loro custodia. Stai attento a tutto ciò che fai perché, come è stato loro comandato, gli angeli sono presenti dappertutto, in tutte le tue vie. In ogni luogo, in ogni angolo, abbi rispetto per il tuo angelo. Oseresti tu fare in sua presenza quello che non osi fare sotto il mio sguardo? O dubiti, forse, che egli sia presente perché non lo vedi? E se lo udissi? Se lo toccassi? Se ne sentissi il profumo? Pensa che la presenza delle cose non è provata soltanto dal fatto che si vedono. Se tutte le cose, anche quelle che sono corporee, non sono percepite dalla vista, quanto più lontane dalla percezione di ogni senso del corpo sono le cose spirituali; devono perciò essere ricercate con un senso spirituale. Se ricorri alla fede, essa ti prova che non manca mai la presenza degli angeli. E non mi dispiace di aver detto che la fede lo prova, quella fede che l’Apostolo definisce: Prova delle cose che non si vedono ( Eb 11, 1). Essi sono dunque con te, e sono con te non soltanto come compagni, ma anche come aiutanti. Sono con te per proteggerti, sono con te per giovarti. Che cosa renderai al Signore per quanto ti ha dato? Giacché a lui solo si deve onore e gloria. Perché a lui solo? Perché è lui che ha comandato ai suoi angeli, e ogni dono perfetto non viene se non da lui.
7. Tuttavia, anche se è lui che ha comandato, non dobbiamo essere ingrati a coloro che lo obbediscono con tanto amore e che ci soccorrono in un così grande bisogno. Siamo, dunque, devoti, siamo riconoscenti a dei custodi così potenti. Riamiamoli, onoriamoli come possiamo e come dobbiamo. Ma tutto il nostro amore, tutto il nostro onore vada a colui dal quale sia essi sia noi riceviamo tutto quello per cui possiamo amare e onorare e per cui meritiamo di essere amati e onorati. Tuttavia quando l’Apostolo dice: Al solo Dio onore e gloria ( 1Tm 1, 17.) non si deve pensare che contraddica alla parola del Profeta, il quale afferma di avere onorato molto anche gli amici di Dio (cfr.Sal 138, 17). Io credo, invece, che quella parola dell’Apostolo sia simile all’altra detta da lui stesso: Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole ( Rm 13, 8). Infatti, con queste parole egli non ha certamente inteso sopprimere tutti gli altri doveri, tanto più che dice: A chi il rispetto, il rispetto ( Rm 13, 7), eccetera. Per capire meglio il suo pensiero e la sua raccomandazione in ambedue questi testi, osserva come alla luce del sole gli astri inferiori non si vedono più. Crediamo forse che le stelle siano scomparse? O che si siano spente? No, certamente, ma solo che, velate in qualche modo da una luce più intensa, durante quel tempo non possono essere viste. Così è appunto dell’amore che dobbiamo a Dio. Trascendendo ogni altro dovere come se regnasse da solo dentro di noi, rivendica a se stesso tutto ciò che dobbiamo agli altri, facendoci compiere tutto per amore. Allo stesso modo l’onore che dobbiamo a Dio deve prevalere e quasi pregiudicare l’onore che dobbiamo a qualsiasi altro, cosicché sia onorato lui solo, non soltanto al di sopra di tutti, ma anche in tutti. Pensa che la medesima cosa va detta anche dell’amore.
Infatti, colui che per amore ha donato al Signore suo Dio tutto il cuore, tutta l’anima e tutta la forza, che cosa di proprio lascia per gli altri? In lui dunque, fratelli, amiamo affettuosamente i suoi angeli, come quelli che un giorno saranno nostri coeredi, mentre, in questa vita, ci sono stati assegnati dal Padre come tutori e amministratori. Fin d’ora, infatti, siamo figli di Dio, anche se ancora non lo si vede, perché siamo ancora bambini posti sotto tutori e amministratori e, per adesso, in nulla diversi dai servi.
8. Ma anche se siamo così piccoli, anche se ci rimane da percorrere una strada così grande, e non solamente così grande, ma anche così pericolosa, che paura dobbiamo avere sotto la guida di custodi così valenti? Non possono essere vinti, non possono essere ingannati e ancor meno ingannare, quelli che ci custodiscono in tutte le nostre vie. Sono fedeli, sono prudenti, sono potenti: perché trepidare? Soltanto seguiamoli, stiamo loro vicini e dimoriamo nella protezione del Dio del cielo. Pensa com’è necessaria questa protezione, questa difesa nelle tue vie. Infatti il Profeta soggiunge: Sulle loro mani ti porteranno, perché non urti contro la pietra con il tuo piede. Ché se ti sembrasse cosa da poco incontrare per strada una pietra di inciampo, pensa a quello che segue: Camminerai sopra l’aspide e il basilisco e calpesterai il leone e il drago. Com’è necessaria una guida, anzi un portatore, specialmente per un bambino che deve camminare fra quelle bestie! Ti porteranno sulle loro mani, dice il Profeta: ti custodiranno nelle tue vie e condurranno un bambino per una strada sulla quale un bambino è capace di camminare. In ogni caso, non permetteranno che tu sia tentato sopra le tue forze, ma ti sosterranno nelle loro mani in modo da riuscire a oltrepassare l’ostacolo. Con quanta facilità passa oltre chi è portato da quelle mani! Come nuota dolcemente, secondo il proverbio popolare, colui il cui mento è sostenuto da un altro.
9. Tutte le volte, dunque, che ti incalza una tentazione violenta e incombe una grande prova, invoca il tuo custode, la tua guida, il tuo aiuto nel tempo del bisogno, nella tribolazione. Gridagli aiuto e digli: Salvaci, Signore, siamo perduti (Mt 8, 25). Egli non dorme, e non sonnecchia, anche se qualche volta, per un po’ di tempo, sembra che lo faccia, affinché tu non abbia da gettarti giù dalle sue mani con maggior pericolo, ignorando che è lui che ti sostiene. Queste mani, infatti, sono spirituali, e spirituali sono anche gli aiuti che gli angeli assegnati a ognuno danno spiritualmente e in varie maniere a ciascuno degli eletti, secondo la qualità del pericolo e della difficoltà che si presenta, paragonabile a un masso che blocca il cammino. Fra le altre ne citerò alcune di quelle che ritengo più comuni e che soltanto pochi di voi non hanno sperimentato. Vi è chi si inquieta fortemente per qualche incomodo fisico o per qualche afflizione temporale, oppure chi si sente privo di slancio a causa dell’accidia e languido per abbattimento d’animo? Ecco che, se non vi è chi lo soccorre, egli incomincia già a essere tentato oltre le sue forze e urterà e inciamperà nella pietra. Ma chi è questa pietra? Questa pietra di inciampo e di scandalo penso che sia quella nella quale chi inciampa rimarrà infranto e che schiaccerà colui sul quale essa cadrà, la pietra angolare, scelta, preziosa, che è Cristo Signore. Urtare contro questa pietra è mormorare contro di lui, scoraggiarsi per pusillanimità di spirito e per la tempesta. Ha, dunque, bisogno dell’aiuto angelico, del conforto angelico, delle mani angeliche colui che sta già venendo meno e ha quasi urtato contro la pietra. Effettivamente, urta contro la pietra colui che mormora e che bestemmia, frantumando se stesso e non il Signore contro il quale si lancia con furore.
10. Io credo che questi tali siano talvolta sostenuti dagli angeli come con due mani per attraversare, quasi senza accorgersi, quei pericoli che facevano loro tanta paura e per rimanere poi oltremodo stupiti sia della facilità con la quale li hanno superati, sia della difficoltà con cui essi si erano presentati prima. Volete sapere che cosa io penso che siano queste due mani? Sono due conoscenze per mezzo delle quali gli angeli ci mostrano, da un lato, la brevità della tribolazione e, dall’altro, l’eternità del premio, o meglio ci fanno vedere con chiarezza e sentire profondamente nel cuore che il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria ( 2Cor 4, 17) . Chi dubiterà che queste ispirazioni così buone vengano dagli angeli buoni, mentre è certo che quelle cattive vengono dagli angeli cattivi?
Fratelli miei, vivete nella familiarità degli angeli, rivolgete loro assiduamente il vostro pensiero e la vostra preghiera devota, perché essi vi sono sempre presenti per custodirvi e per consolarvi.
S.BERNARDO DI CHIARAVALLE,Sermo XII in Psalmum 90 Qui habitat
Rilettura con l'angelo custode di passi della parola di Dio odierna.
RispondiEliminaa-la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.
b-"Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi". Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!". E riprese: "Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio".
c-Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: "E chi mai si può salvare?". Ma Gesù, guardandoli, disse: "Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio".
d-"In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna".
Quattro spunti:
1-o la lettura della parola di Dio agisce come una spada affilatissima, capace di staccare la psiche dallo spirito, ovvero di superare letture consolatorie e razionali, moralistiche e categoriali, politiche e mondane, per salire veramente al piano spirituale, oppure ci si limita a leggere qualcosa che non esce dal piano umano, generalmente facendo dire al testo quel che mi conviene, restando centrato su me, ma senza fare verità su di me e cosa c'è nel cuore.
2-per avere un tesoro in Cielo bisogna non esaurire tutte le energie per avere tesori in terra. Questi tesori non sono solo il conto corrente o le proprietà, perché spesso si è avidi ed ebbri di mondo, gloria, applausi e potere anche facendo i pauperisti e i finti poveri.
La povertà di spirito rimanda al punto 1, è la povertà di San Francesco, una virtù, che non toglie oro alla gloria per Dio, ma toglie lusso e spreco alla vanità con cui stiamo tra gli uomini.
Tanto pauperismo predicato fa a pugni con questa povertà, divenendo potere e consenso, organicità al potere e assenso ai potenti, tanto che il cammello è così gonfio (d'acqua di vanto) da non poter passare dalle porte della Gerusalemme celeste, un pertugio stretto (la cruna dell'ago) che sfida le pretese di passarvi cavalcando la gloria umana.
3-viene da chiedersi se ci sia mai possibile, per come siamo fatti, per come riusciamo ad essere ricchi persino dell'ipocrisia con la quale trattiamo la retorica sui poveri... Gesù dice che la differenza la fa Dio. Ovvero, solo stando presso Dio, agendo da servitori di Dio, si può essere degni di essere poveri di spirito. Altrimenti al massimo si è degli ipocriti. Basta guardarsi attorno: gente il cui nome è stampigliato su banconote create dal nulla e messe a debito altrui sono i garanti della predicazione su povertà e ambiente... Gente che ha il potere di asfaltare il diritto e il contratto sociale, è additata a guida dai falsi profeti... Gente che ha in odio Cristo e il genere umano è citata in omelia per convincere a fidarsi di loro.
4- il mio angelo custode dice:m ati fidi o no?
Ma è bellissimo! Grazie Mic.
RispondiEliminaMi chiedevo a metà lettura chi lo aveva scritto: che cristallina chiarezza, che fiducia, che speranza, che emergevano dalla lettura. Pensavo un moderno, o un collaboratore: è invece S. Bernardo di Chiaravalle! Ma è modernissimo!!... nel senso di essere presente al nostro tempo e penso a tutti i tempi nei quali verrà letto. Garanzia di verità profonda e connaturata all'anima degli uomini retti e di fede.
Ancora grazie.
Giorgio
Grazie a te Giorgio perché mi confermi il senso del mio impegno e della mia condivisione!
RispondiEliminaHo un'esperienza molto ampia della protezione e dell'aiuto da parte degli Angeli...
"Che cosa renderai al Signore per quanto ti ha dato? Giacché a lui solo si deve onore e gloria. Perché a lui solo? Perché è lui che ha comandato ai suoi angeli, e ogni dono perfetto non viene se non da lui."
Grazie per questo testo luminoso e fortificante. Mi ha aiutato a concentrarmi durante in difficile esame clinico...e ha funzionato.
RispondiEliminaLa Pietà Celeste (la misericordia di Dio) ci ha dati in affidamento all'angelo custode. La Pietas è familiarità, confidenza, abito, abitudine, abitazione. E' uno "stare con". Per noi, lungo la via, nelle difficoltà dell'esilio dalla vera Patria, è poter dire con semplicità e verità: "Mio rifugio è il Signore". La Sua fedeltà è nostro scudo ed armatura. La prova non è risparmiata ai figli di tanto amore, ma quando essa giunge, arriva anche l'aiuto provvidente e speciali grazie celesti.
RispondiEliminaL'angelo ci protegge come buon grano fino al giorno della mietitura.
Che bello quando si dice che Dio non comanda agli angeli di sopprimere l'empio affinché non veda la gloria del Signore, ma comanda agli angeli di proteggere te(me), per contemplare la Sua gloria!