Leggo traduco e, in calce, commento da LifeSiteNews un articolo di Maike Hickson. Il vescovo Schneider, in visita pastorale negli Stati Uniti, dice a Steve Bannon che la messa in latino “è più forte” di Papa Francesco: “Vincerà”. Lo ha dichiarato anche in un’intervista a Raymond Arroyo alla EWTN andata in onda il 7 ottobre scorso. (I precedenti sulla TC, con altri interventi di Mons. Schneider, qui).
Il vescovo Athanasius Schneider, in una recente intervista rilasciata a Steve Bannon sul War Room Pandemic dell’8 ottobre, discutendo il nuovo motu proprio Traditionis Custodes che mira ad abrogare la Messa antica, ne ha affermato l’importanza e la natura perenne, dichiarando: “La Messa tradizionale è più forte di Papa Francesco… vincerà”.
Interrogato sul suo prossimo libro The Catholic Mass (che sarà pubblicato da Sophia Press), il vescovo di origine tedesca spiega l’essenza del Santo Sacrificio della Messa, che “è il più importante atto della vita di tutta la Chiesa. La ragione? Perché la Santa Messa è la Presenza mistica, sacramentale e reale dell’atto di salvezza dell’intera umanità – il Sacrificio sulla Croce di Nostro Signore Gesù Cristo. La Santa Messa è l’atto redentore dell’uomo-Dio, di Gesù Cristo, il Redentore del genere umano… e perciò questa è la fonte – la fonte sempre viva – delle grazie nella vita della Chiesa”.
Mons. Schneider ha anche accennato ai cambiamenti apportati al rito romano dopo il Concilio Vaticano II, sottolineando che la prima Messa riformata del 1965 – subito dopo il Concilio – non era in rottura con la Tradizione, in quanto non così “drastica o rivoluzionaria” come i successivi sviluppi e cambiamenti, dal momento che introduceva “solo piccoli cambiamenti, non sostanziali”. Ma poi, dopo il Concilio, “sotto la guida di mons. Bugnini, hanno fatto una vera rivoluzione – drastica, tuttora in vigore e che purtroppo è una tragedia. E quindi, dobbiamo tornare indietro e ripristinare e diffondere la forma della Santa Messa secolare”.
Inoltre, quanto alla Messa del Concilio di Trento del XVI secolo, il vescovo sottolinea che “documenti e manoscritti in nostro possesso mostrano che la Messa tradizionale non era la Messa tridentina – No. Era la stessa messa precedente il Concilio di Trento, dopo il quale non è stata modificata. Loro [i novatori -ndr] hanno documenti dall’inizio del secondo millennio fino all’undicesimo secolo, ma noi abbiamo l’ordo che è lo stesso dopo il Concilio di Trento – lo stesso della Messa latina tradizionale. Al Concilio di Trento sono stati fatti solo piccoli cambiamenti nelle rubriche”. Ciò significa che “La Chiesa in 2.000 anni non ha mai fatto nella liturgia cambiamenti drastici o rivoluzionari. Ciò è avvenuto per la prima volta nel 1969 quando Paolo VI ha pubblicato il suo Novus Ordo veramente rivoluzionario. E questo è contro la natura della Chiesa”.
Afferma mons. Schneider che i cambiamenti attuati alla Messa dopo il Concilio “sono frutto di un’ideologia” ed espone le anomalie della Messa Novus Ordo come segue:
Coloro che hanno riformato la liturgia sotto la guida di mons. Bugnini e altri, hanno voluto avvicinare al significato, all’insegnamento e alla preghiera cattolici quello protestante, per sottolineare di più il banchetto, il pasto, ma questo è un aspetto secondario. Centrale è il sacrificio sulla croce. Cristo, con l'Ultima Cena, non ci ha redenti con un pasto. Ci ha redenti con il suo sacrificio sulla croce, mentre la Nuova Messa tende ad essere più simile ad un pasto come credono e fanno i protestanti. La tendenza era anche quella di rendere la Messa più informale: l’intero stile della Nuova Messa ha così tanti momenti di creatività – così tanti spazi vuoti dove il celebrante può improvvisare e anche presentarsi. Quindi è molto pericoloso che la Nuova Messa abbia in sé la tendenza a fare spettacolo e ad essere antropocentrica. Questo è molto dannoso per la fede, per la devozione e per la preghiera.
Con il suo nuovo libro su La Messa Cattolica, Mons. Schneider spera di poter favorire il ripristino della “centralità di Dio nella liturgia”, come recita il sottotitolo del suo libro. “Questo è il nostro problema oggi e questa è la causa più profonda della crisi della Chiesa nel nostro tempo: Che abbiamo bandito Dio dal centro nella vita della Chiesa, nella vita di preghiera, nella liturgia. L’uomo è diventato il centro”.
Riguardo alla crescita della liturgia tradizionale e della fede in tutto il mondo, il vescovo Schneider è convinto che questa Messa “vincerà”, e che il “rito tradizionale è più forte di Papa Francesco”. Qui, si riferiva al nuovo motu proprio Traditionis Custodes del Papa del 16 luglio che limita l’uso del rito della Messa latina tradizionale.
“Queste limitazioni”, ha detto il vescovo a Bannon, “sono davvero di breve durata – crolleranno. Perché la verità e la bellezza della preghiera della Chiesa di tutti i tempi è così potente e così bella. Questa è la dimostrazione che la Chiesa è nelle mani di Dio”. Ha aggiunto che dalla pubblicazione di questo nuovo motu proprio, diversi sacerdoti che conosce hanno visto un aumento di fedeli che frequentano la Messa tradizionale in latino.
Chiedendosi le ragioni per cui Papa Francesco vorrebbe cercare di limitare questa bella Messa, Mons. Schneider ha pensato che forse questa Vecchia Messa è vista come un “ostacolo” all’agenda del Papa e dei suoi collaboratori, che è più orientata verso le “realtà terrene”, e meno sulle realtà soprannaturali. Ma questa Messa tradizionale è esattamente il contrario: È incentrata su Dio, sulla vita eterna e sul soprannaturale.
Ed è per questo che il vescovo Schneider crede che la Messa Novus Ordo debba “tornare all’essenza del rito tradizionale”, come ha detto a Raymond Arroyo di EWTN nella sua intervista del 7 ottobre.
“L’uomo mette sé stesso al centro, e Cristo è stato messo da parte”, ha dichiarato, aggiungendo: “Si manifesta quotidianamente nel modo di celebrare la Santa Messa, specialmente la Messa Novus Ordo, è veramente uno stile di vita e di preghiera centrato sull’uomo. È questa nuova Messa che è parte della “causa della crisi attuale”. “Dobbiamo tornare a dare il primato a Cristo nella Messa, da cui deriva il modo di comportarsi”. “Gli atti scaturiscono dall’essere”.
Pertanto, il vescovo non crede che il Novus Ordo e la Messa tradizionale siano due forme dello stesso rito e debbano coesistere. Ha detto ad Arroyo: “Essi [Novus Ordo e Messa tradizionale] sono davvero diversi, dobbiamo essere onesti. Il Novus Ordo è stato cambiato così drasticamente che è parecchio diverso, esistono due riti”. Anche Papa Francesco, ha aggiunto, recentemente ha parlato di una “sorta di biritualismo” per quanto riguarda quei sacerdoti che vogliono celebrare il Novus Ordo e la Messa tradizionale.
“In futuro, entrambi [i riti] dovrebbero avvicinarsi ed essere un unico rito”, ha sottolineato il vescovo Schneider, “o forse con alcune piccole differenze, ma sostanzialmente la Messa Novus Ordo deve tornare all’essenza del rito tradizionale di tutti i tempi”.
Conclusioni
Interessanti le affermazioni di mons. Schneider sulle due forme che sostanzialmente riconoscono il biritualismo, ben evidenziato qui. E anche quelle sulla necessità di tornare alla Messa antica.
A questo proposito, riguardo all'affermazione conclusiva, credo che i rattoppi sul NO servano a poco, mentre il problema è che il rito antico non è abbastanza conosciuto dalle nuove generazioni e con le restrizioni imposte potrà esserlo ancor meno, salvo il caso che la resistenza dei fedeli e dei sacerdoti, insieme allo scalpore suscitato da disposizioni obiettivamente e ingiustificatamente malevole, non ne favoriscano una insperata diffusione per eterogenesi dei fini.
Allora, gli effetti di grazia santificante ne scaturirebbero copiosi per la sua intrinseca solenne sacralità intorno al nucleo di istituzione divina e di tradizione apostolica cementata dalla fede di generazioni.
Mi sia concessa una riflessione sulla Chiesa di oggi. C'è una tomista (ma c'è anche in Dionigi e in altri Padri) identità tra Bello, Buono e Vero. C'è una Teologia della Bellezza di cui ha ripetutamente parlato Enrico Maria Radaelli. Eppure la Chiesa sembra che abbia abbandonato la Via della Bellezza per l'orrida Pachamama. Ha abbandonato la bellezza della Santa Messa di sempre per lo squallore protestantico del NO. Ha rinnegato secoli di musica gregoriana e polifonica (”la musica del Paradiso”) per oscene canzonette. Ha distrutto balaustre dei '600, sventrato o spostato e nascosto Tabernacoli, venduto confessionali barocchi diventati mobili-bar per ricchi cafoni, voltato le spalle a splendidi altari per "altari" provvisori che un nostro simpaticissimo amico frequentatore della Santa Messa di Santa Maria della Consolazione definisce "banchett di pomm", costruito "chiese" la cui orribile architettura è di un gelo infernale (padre Dante ci ha detto che il fondo dell'inferno è gelo, non fuoco) e distrutto e venduto chiese nel silenzio delle Sovrintendenze. Abbiamo un papa che rifiuta concerti di musica classica in suo onore ("devo lavorare e poi non sono un principe rinascimentale", ha osato dire), respinge i paramenti e gli abiti da papa, non vuole abitare nello splendore del Vaticano ma in un brutto hotel moderno, percuote le signore, disgiunge con violenza le mani di un chierichetto in preghiera, è notoriamente volgare nel linguaggio: è molto più che maleducato. San Francesco di Sales diceva: “la buona educazione è già mezza santità”. Chi volte le spalle alla Bellezza volta le spalle alla Verità, volta le spalle a Dio. Uno degli attributi/nomi del Figlio è Pulchritudo. Lo dice Radaelli, seguendo San Tommaso. L’odio per la Bellezza dimostra che la chiesa conciliare è apostatica. Ha sostituito Dio con l’uomo, la Città di Dio con il mondo moderno tanto amato da Roncalli, la Redenzione con la rivoluzione, Nostra Signora Corredentrice con Pachamama, i Sacramenti con l’ecologia, Gerusalemme e Roma con l’Amazzonia, i santi sacerdoti con gli stregoni tribali, Gesù Cristo con gli immigrati invasori, Santa Maria Goretti con i sodomiti così cari a Bergoglio, il Creato della Genesi con la Gaia di greta e dei gretini, il Sacrificio di Cristo con la mensa dei fedeli (con la sciagurata sant’egidio, anche in senso letterale e fisico), la Transustanziazione con l’intercomunione con i protestanti, la devota Santa Comunione con la distribuzione di ostie in mano da parte di chierichette (?) femmine, gli Oratori con centri sociali destinati ai ragazzotti allogeni e così via.
RispondiEliminaSì ha ragione Monsignor Schneider, la Santa Messa di Sempre vincerà. E con Essa la Santa Chiesa di Sempre. Ce l'hanno promesso Gesù Cristo e Nostra Signora Corredentrice.
Silente
"il rito antico non è abbastanza conosciuto dalle nuove generazioni e"
RispondiEliminaE' vero,anche perche' la gran parte dei genitori delle nuove generazioni che vanno alla Messa seguono il Nuovo Ordo Missae perche'e' quello che hanno trovato. Eppure..se il diavolo ha fatto la pentola, la Provvidenza, a seguito delle restrizioni, ha posto via internet il coperchio della Messa V.O.Non sono molte, ma ci sono e grazie alla curiosita' dei giovani in qualche modo alcuni l'hammo avvicinata ,magari non la comprendono,magari la deridono,ma intanto il dardo e' tratto, l'occhio cattura il seme e lo ricorda.
Che idea sublime quella di una lingua universale per la Chiesa universale! Da un polo all'altro il cattolico che entra in una Chiesa del suo rito è a casa propria e niente è estraneo ai suoi occhi. Giungendovi sente ciò che ha sentito per tutta la vita; può unire la propria voce a quella dei suoi fratelli. La fraternità che risulta da una lingua comune è un legame misterioso di una forza immensa. (Joseph de Maistre)
RispondiEliminaOT (scusate non so dove inserirla)
RispondiEliminahttps://www.iltempo.it/politica/2021/10/15/news/movimento-5-stelle-voto-ballottaggio-enrico-michetti-torti-partito-democratico-giuseppe-conte-rivolta-29069361/
La bellezza salverà il mondo, scriveva Dostoevskij. È una profonda verità. L'epoca moderna e post-moderna sono, purtroppo, caratterizzate dal Brutto in tutte le sue forme. Siamo circondati dalla bruttezza, a partire dalle arti (la musica, in primis), e questo è innegabilmente un segno dell'oscuramento di Dio dal nostro orizzonte. La Chiesa Cattolica non fa eccezione.
RispondiEliminaBravo Silente, Ottima riflessione, hai ragione su tutto.
RispondiEliminaLa Messa di sempre e la Chiesa vinceranno, certamente, ma ci sarà ancora da soffrire molto.
Antonio
Certo che vincerà la.messa in latino perché in sé il rito antico garantisce e incoraggia nella conservazione della purezza della dottrina bimillenaria cattolica
RispondiEliminaVincenzo Gambino
Vincerà la Chiesa di Cristo, su questo non ci sono dubbi, mi trovo d'accordo con quanto scritto da Silente tranne che sulla questione delle musiche sacre e dei canti, non so quanti anni abbia e non è questo il punto, io ero bambino prima che il CV2 sostituisse la Messa in latino con tutto l'armamentario, ma i canti e le musiche non c'erano, i rari organi nelle nostre chiese erano fuori uso, sono stati restaurati recentemente e raramente vengono usati, per concerti diciamo laici, adesso poi col covid figuriamoci.
RispondiEliminaRito antico più vivo che mai. In Pennsylvania una marea di giovani non solo frequentanti ma anche ministranti.
RispondiEliminahttps://www.newliturgicalmovement.org/2021/10/bish-schneider-celebrates-pontifical.html
CLERICONCENTRISMO LITURGICO E DISORIENTAMENTO NELLA LITURGIA
RispondiEliminaL'applauso oramai è "tradizionale" nel Novus Ordo, una vera e propria piaga che dimostra una concezione liturgica appiattita nel più sfrenato antropocentrismo. Si applaude ai matrimoni, su istigazione clericale, si applaude alle ordinazioni presbiterali su istigazione pontificale e si applaude alle consacrazioni episcopali su istigazione papale. E' una vera e propria piaga tanto insensata e depravata liturgicamente quanto inavvertita: non si percepisce cioè la totale estraneità dell'applauso non solo nell'azione sacra in se stessa (anche se fosse rivolto a Dio) ma pure nell'oggetto destinatario: celebrare e omaggiare l'uomo. E' una mentalità talmente depravata che per poter vedere il celebrante si spostano i candelabri, nei decenni scorsi si spostava financo la croce....... per poter vedere l'uomo! La partecipazione attiva postconciliare passa per la visione del servo che si accosta all'altare di Dio a compiere il servizio sacerdotale (così recita la traduzione italiana della cosiddetta "preghiera eucaristica II". La depravazione è talmente radicata in profondità che non solo non la si percepisce ma, se manca qualcuno di tali elementi menzionati.... lo si ricerca spasmodicamente. Ora si vedono sia il papa che tutti gli astanti applaudire i nuovi vescovi e sia i candelabri scostati per permettere di vedere il papa! Inoltre si nota il totale disorientamento liturgico causato dalla mentalità liturgicamente depravata: rivolgersi verso l'altare, si presume durante le litanie, mentre dargli le spalle per le orazioni inoltre nel volgersi verso l'altare, essendo dal suo lato posteriore (nelle chiese con ingresso ad est il lato dell'altare che si vede dalla navata è quello posteriore), si finisce per dare le spalle all'oriente. Una totale devastazione nella percezione e nell'uso della liturgia. E tutto ciò da parte del primo "custode delle tradizioni".