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sabato 30 ottobre 2021

Traditionis Custodes. Sondaggio tradito. Quello che i vescovi hanno detto davvero (Seconda Parte)

Riprendo la seconda parte (qui la prima) di un articolo di Diane Montagna apparso su The Remnant, che rivela come l'esito del questionario sottoposto ai vescovi sulla Messa antica sia stato ignorato o tradito. Sostanzialmente vengono riportate ulteriori dichiarazioni dei vescovi con la prospettiva di arricchirne il florilegio. Nella traduzione di Stilum Curiae, sulla quale mi sono permessa piccoli ritocchi. 
Qui trovate le notizie sul questionario sottoposto ai vescovi. Qui l'indice degli articoli su TC.

Nota dell’autore: nella versione stampata del mio articolo del CIC del 2021 (qui) [testo italiano qui], intitolato “Traditionis Custodes: Separating Fact from Fiction” e pubblicato online su The Remnant scrivevo che “le premesse e le conclusioni di Traditionis Custodes non sono le stesse di quelle presentate nella dettagliata relazione principale prodotta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF)”, sulla base di una consultazione dei vescovi del mondo. “La Traditionis Custodes non era coerente con ciò che il rapporto principale raccomandava o rivelava”.

Riguardo al dettagliato rapporto principale della CDF, spiegavo:
“Sappiamo che la relazione principale era molto completa e suddivisa in diverse sezioni. Una parte era molto analitica, offrendo analisi diocesi per diocesi, paese per paese, regione per regione, continente per continente, con grafici di vario tipo. Un’altra parte era una sintesi in cui venivano presentate tutte le argomentazioni, insieme a raccomandazioni e tendenze. Sappiamo che una parte del rapporto conteneva citazioni tratte dalle risposte arrivate dalle singole diocesi. Questa raccolta di citazioni sarebbe stata inclusa per dare al Santo Padre un campione a tutto tondo di ciò che i vescovi hanno detto”.
Come ho anche notato:
“Queste avevano lo scopo di fornire al Santo Padre un campione rappresentativo di risposte, e sono state suddivise in varie categorie. Tra queste: “valutazioni negative circa l’atteggiamento di certi fedeli”; “sull’isolamento delle comunità”; una brevissima sezione “sulla irrilevanza della Forma straordinaria (Fs) per il popolo”; “Sulla necessità e/o convenienza pastorale della Fs”; “sulle forze vive che le Fs attira”; una consistente sezione di citazioni sul “valore della Fs per la pace e l’unità della Chiesa”; “sul valore liturgico, teologico e catechetico della Fs”; “sul valore storico della Fs”; “sull’influenza della Fs sulla Forma ordinaria (Fo)”; “sull’influsso della Fs sui seminari e/o case di formazione”; e una lunga sezione finale di “proposte e/o prospettive per il futuro”.
Nell’edizione stampata del 7 ottobre del mio discorso, ho incluso trenta di queste citazioni di varie categorie. Quella parte della raccolta può essere vista qui. Oggi, consideriamo altre quindici di queste citazioni di vescovi di tutto il mondo.
Per rispetto verso i membri della gerarchia, ho eliminato i nomi dei vescovi citati e ho indicato solo il loro paese d’origine. Diane Montagna

Florilegio di citazioni
tratte dalle risposte pervenute dalle diocesi
Valutazioni negative sull’atteggiamento di alcuni fedeli
“Per alcuni, questa Messa è una forma di protesta contro la direzione generale data dalla Chiesa, e per altri ha anche motivazioni politiche. Detto questo, preferisco tenere tali persone vicine alla Chiesa, chiedendo ai sacerdoti coinvolti di correggere queste visioni sbagliate” (un vescovo degli Usa, risposta alla domanda 3).

“Omettere di praticare la Forma Straordinaria significherebbe tagliarsi fuori dalle fonti della fede”. (Un vescovo del Belgio, risposta alla domanda 9)
Sull’isolamento delle comunità
“In pratica, l’effetto voluto [mantenere il legame con la parrocchia] non si è verificato, perché ognuno si limita alla cerchia di fedeli che condividono la stessa sensibilità liturgica. Ma forse questo limite è dovuto ad una applicazione ancora prudente del Motu Proprio [Summorum Pontificum]” (un vescovo francese, risposta alla domanda 3). “Queste comunità non s’integrano nella vita parrocchiale e diocesana. Questo può essere per colpa loro, quando sono diffidenti verso gli orientamenti pastorali della diocesi o della parrocchia, e preferiscono vivere in isolamento. Ma questo può anche essere dovuto a quanti sono legati alla Fo, e che fanno fatica a comprendere le loro specificità e attese nonché il modo in cui questi fedeli vivono la propria fede” (un vescovo francese, risposta alla domanda 3).
Sull’irrilevanza della Forma Straordinaria per il popolo
“A volte la forma è stata applicata non per il bene delle anime, ma per assecondare i gusti personali del presbitero”. (Un vescovo d’Italia, risposta alla domanda 4) “La Forma Straordinaria è diventata un tesoro per la Diocesi da cui trarre ispirazione e prospettive concrete su come rinnovare la vita liturgica della Chiesa”. (Un vescovo delle Filippine, risposta alla domanda 5)
Su coloro che la Forma Straordinaria attrae
“Esiste un numero significativo di cattolici che sono sempre rimasti in comunione ma che aspirano fortemente a forme liturgiche più tradizionali, e che sono stati molto consolati e aiutati nella loro fede attraverso la partecipazione alle Messe della Forma Straordinaria. Molte giovani famiglie e cattolici più giovani hanno trovato la Forma Straordinaria come un tesoro che li ha aiutati a crescere nella fede… anche se non sono cresciuti con la EF, la trovano arricchente per la pratica della fede”. (Un vescovo degli Stati Uniti, risposta alla domanda 2)
Sul valore della Forma Straordinaria per la pace e l’unità della Chiesa
“Molte delle persone che frequentano sono pellegrini inquieti e piuttosto sofferenti, e penso che la ‘normalizzazione’ della loro esperienza liturgica all’interno della vita della Chiesa rafforzi l’unità della Chiesa.” (Un vescovo dell'Inghilterra, risposta alla domanda 9) “Alcuni fedeli della Messa in forma straordinaria, che non erano interessati alla vita della diocesi, hanno cambiato il loro comportamento, contribuiscono al “denier de l’Eglise” [raccolta annuale per le diocesi in Francia], ed esprimono in altri modi la loro gioia di poter pregare nella loro diocesi.” (Un vescovo di Francia, risposta alla domanda 9)

“Penso che sia possibile per i due usi, ordinario e straordinario, coesistano. Questo potrebbe essere un punto di forza all’interno della Chiesa cattolica”. (Un vescovo d’Inghilterra, risposta alla domanda 9)
Sul valore liturgico, teologico e catechetico della Forma Straordinaria
“Senza dubbio, la Forma Straordinaria ha interpellato i membri del clero sul posto della ritualità nella vita cristiana e sulla dignità delle celebrazioni. (Un vescovo di Francia, risposta alla domanda 5)

“La Forma Straordinaria è diventata un tesoro per la Diocesi da cui trarre ispirazione e prospettive concrete su come rinnovare la vita liturgica della Chiesa”. (Un vescovo delle Filippine, risposta alla domanda 5)
Sul valore storico della Forma Straordinaria
“Omettere di praticare la Forma Straordinaria sarebbe come tagliarsi fuori dalle fonti della fede”. (Un vescovo del Belgio, risposta alla domanda 9)
Sull’influenza della Forma Straordinaria sulla Forma Ordinaria
“A volte si presumeva che elementi della Forma Straordinaria fossero stati incorporati nella Forma Ordinaria della Messa. Ho potuto verificare che non era questo il caso, ma che si trattava semplicemente di un’ignoranza di ciò che è già permesso dall'Ordinamento generale del Messale Romano”. (Un vescovo degli Stati Uniti, risposta alla domanda 5)
Proposte e/o prospettive per il futuro
“Suggerisco di permettere la Forma Straordinaria così com’è. Che usiamo il principio di Gamaliele”. (Un vescovo delle Filippine, risposta alla domanda 9)

“Penso che sia possibile che i due usi, ordinario e straordinario, coesistano. Questo potrebbe essere un punto di forza all’interno della Chiesa cattolica. Anche se sentiamo molto la LMS [Latin Mass Society] e la sua crociata per cambiare il volto della Chiesa e riportare indietro gli orologi, la mia impressione nella Diocesi è che gli stridenti appelli per la forma straordinaria siano ormai svaniti, e che essa troverà, per così dire, la sua (probabilmente abbastanza piccola) dimensione (...) direi che è necessaria la formazione alla pienezza della tradizione delle forme, delle prassi e dei simboli liturgici, e che questi possono essere aperti a tutti in piena libertà, e anche incoraggiati, in modo tale da mostrare che la forma straordinaria non è qualcosa da temere, e che la forma ordinaria non è da disprezzare, perché è radicata nella tradizione.” (Un vescovo d’Inghilterra, risposta alla domanda 9)

“Se continuiamo a tollerare tristi esempi di anormalità liturgiche, di sperimentazioni, di abusi e semplicemente di liturgie di cattiva qualità, perché dovremmo sottoporre coloro che sono legati agli antichi riti della Chiesa a una speciale vigilanza? Non sembra giusto” (un vescovo degli Usa, risposta alla domanda 9).

La Conferenza Episcopale del Messico ritiene che un’autentica formazione liturgica sia indispensabile a tutti i livelli.” (Relazione generale della CEM)

(continua)

Nota del redattore di Remnant: Continueremo a pubblicare questi testi di prova nel corso dei prossimi giorni. I lettori sono invitati a leggere la versione stampata dell’articolo di Diane Montagna qui. Siate certi che alla conclusione di questa serie, tutte le citazioni dei vescovi pubblicate su RemnantNewspaper.com saranno raccolte in un PDF in ordine e sotto le loro rispettive categorie col fine della registrazione permanente. Mentre procediamo, per favore sentitevi liberi di condividere questa serie in toto o in parte soprattutto sui social media. MJM

4 commenti:

  1. Saggezza senza tempo30 ottobre, 2021 13:20

    **Εἰ μὴ καθήκει, μὴ πράξῃς· εἰ μὴ ἀληθές ἐστι, μὴ εἴπῃς. Ἡ γὰρ ὁρμή σου ἔστω** (M. Aurelio, Pensieri - XII,17).

    Se una cosa non è giusta, non farla; se non è vero, non dirlo. Lascia che questo sia sempre il tuo modo di agire.

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  2. Vorrei dire a certi sacerdoti NO che se alla fine della santa Messa non augurano buon pranzo, buona cena, buona giornata, ecc. la Messa è valida ugualmente.
    RB

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  3. "di tutto ciò di cui non si può parlare è meglio tacere", L. wittgenstein "Philisophische untersuchungen" ultimo aforisma, lo aveva capito anche lui, il capo del Wiener Kreis

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  4. Mons. Cupich accenna a dove porterà l'arcidiocesi di Chicago di fronte a TC.
    "Prendo sul serio il mio obbligo di andare avanti in modo tale da favorire il ritorno ad una forma celebrativa unitaria secondo le direttive di TC, ma nel frattempo, dobbiamo tutti pregare, come ha fatto Gesù la notte prima di morire, affinché tutti possano essere uno. "

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