Uno sguardo Oltralpe per cogliere le analogie che accomunano a quello della Francia il nostro destino, che è quello dell'intero Occidente europeo. Qui l'indice degli articoli sull'immigrazionismo e sul filo-islamismo.
La lotta di Zemmour è appena iniziata. Una cosa, però, è certa: Zemmour sta ripristinando un autentico dibattito democratico su temi come la sicurezza, l'immigrazione e l'Islam, che contano davvero per i francesi. Per molti, Zemmour è l'ultima possibilità per la Francia di non diventare una nazione islamica o un "Libano in Europa
(Foto di Christophe Simon /AFP via Getty Images) |
Il Financial Times lo definisce un "estremista di Destra". Per il New York Times è "l'esperto di Destra". Per Die Zeit, è "l'uomo che divide la Francia"... Eric Zemmour, giornalista e saggista, non è (ancora) un candidato ufficiale alla presidenza francese, ma a causa della sua popolarità, la Francia vive già in tempo di elezioni.
Mancano circa duecento giorni alle elezioni presidenziali, ma non passa settimana senza che un sondaggio spinga Éric Zemmour sempre più in alto nelle proiezioni elettorali del 2022. Un sondaggio condotto dall'agenzia demoscopica Harris Interactive, pubblicato dal magazine Challenges il 6 ottobre scorso, lo colloca al 17 per cento davanti a Marine Le Pen, la candidata di Rassemblement National (la quale si attesta al 15 per cento, in calo di 13 punti dall'estate). Zemmour rimane ancora dietro il presidente in carica Emmanuel Macron, proiettato al 24 per cento. Ma per quanto tempo?
Viste dall'estero, le intenzioni di voto al 17 per cento a favore di Zemmour possono sembrare basse. Ma in Francia, le elezioni presidenziali sono una competizione a due turni. I sondaggi qui citati riguardano solo il primo turno, dove potrebbero esserci 25 candidati in lizza. Di conseguenza, le intenzioni di voto al primo turno sono necessariamente frammentate. Se le elezioni si svolgessero la prossima settimana, gli unici due candidati al secondo turno sarebbero Macron e Zemmour.
"Mai prima d'ora abbiamo visto un'ascesa così fulminea in così poco tempo", afferma Jean-Daniel Lévy, vicedirettore della Harris Interactive. "Stiamo assistendo al crollo del cuore stesso dell'elettorato" di Marine Le Pen.
Ma chi è Eric Zemmour? È l'uomo che ha sfondato il "soffitto di vetro" per inserire nei media argomenti di discussione come "l'immigrazione" e "il jihad", di cui nessuno aveva mai osato parlare pubblicamente. È un uomo che incarna la paura di vedere la Francia tradizionale – quella dei campanili e della "baguette" – scomparire sotto i colpi del jihad e del politicamente corretto.
Un libro pubblicato da Zemmour il 16 settembre scorso e intitolato La France n'a pas dit son dernier mot (La Francia non ha ancora detto la sua ultima parola ) tratta il tema dell'identità nazionale. Questo saggio ha venduto centomila copie nella prima settimana. Zemmour rappresenta la Francia di un tempo: la Francia di Napoleone, Notre Dame de Paris e del generale Charles de Gaulle, una Francia che non vuole diventare una Repubblica islamica. "Il pericolo per la Francia è quello di diventare un secondo Libano", dice spesso Zemmour, intendendo un Paese frammentato tra comunità settarie che si odiano e si temono a vicenda.
Zemmour non è un politico professionista. Ha iniziato come reporter politico al quotidiano Le Figaro negli anni Novanta, ma poiché era brillante, formulava giudizi impetuosi sui politici francesi e comprendeva profondamente la cultura politica e storica, iniziò ad essere invitato nei programmi radio-televisivi. Le Figaro gli ha offerto una rubrica fissa, e nel 2006 è diventato un'autentica star televisiva. La sua partecipazione per cinque anni a "On n'est pas couché", talk show del sabato sera, lo ha fatto conoscere a tutta la Francia. Nel 2015, il conduttore del programma, Laurent Ruquier, si è pentito di aver collaborato con Zemmour. "Non pensavamo che sarebbe apparso un mostro", ha dichiarato Ruquier.
Perché Zemmour è "un mostro"? Perché afferma che "i francesi di origine immigrata sono più controllati di altri perché la maggior parte dei trafficanti sono neri e arabi. (...) Questo è un dato di fatto". Zemmour è stato condannato in tribunale per aver detto questo, non perché fosse una bugia, ma perché una tale affermazione è impossibile da dimostrare. La legge francese ha rifiutato di utilizzare le statistiche etniche così come esistono in Gran Bretagna o negli Stati Uniti.
Zemmour sconcerta perché afferma che la Francia ha smesso di essere la Francia il giorno in cui ha permesso ai genitori di origine straniera di dare nomi africani o musulmani ai propri figli (Mohammed è il nome più diffuso nei sobborghi parigini). Il giornalista francese dice di voler ripristinare una legge del XIX secolo che obbligava tutti i cittadini francesi a "dare nomi francesi" ai propri figli. Zemmour esige inoltre che la Francia non sia più assoggettata all'autorità dei giudici della Corte di Giustizia dell'Unione Europea e della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo: sono loro, a suo dire, che impediscono il rimpatrio dei criminali stranieri.
È anche intransigente sulle questioni sociali: è contrario alla riproduzione assistita ("Voglio che i bambini abbiano un padre e una madre"), alla propaganda transgender nelle scuole, ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, e alla militanza LGBT a scuola. Zemmour non è anti-omosessuale, sta solo dicendo che le "lobby LGBT" e le "minoranze" sono in guerra con la Francia proprio come gli islamisti sono in guerra con tutti i Paesi occidentali.
Zemmour non è popolare perché fa commenti provocatori sull'immigrazione o sui diritti LGBT, ma perché desta nei media delle preoccupazioni che in precedenza erano espresse solo in famiglia o tra amici. Negli ultimi sondaggi, la sua popolarità cresce perché sta esportando il dibattito dalla sfera dei media a quella politica. Ed è anche l'uomo che ha detto: "se non mi candidassi, deluderei molte persone".
E invece, per molte ragioni, Zemmour ha la possibilità di essere il prossimo presidente. Primo, perché Macron ha dimostrato che può vincere un individuo che non appartiene a nessun partito politico. L'atipicità è quindi replicabile.
Inoltre, la Costituzione del 1958 che ha dato vita alla Quinta Repubblica è interamente costruita per creare un'eccezionale unione d'intenti con il popolo francese. Questo sistema è stato ideato per il generale de Gaulle e votato direttamente dal popolo francese. Da quel punto di vista, la sinergia tra Zemmour e i francesi è già una realtà. Quando il saggista ha organizzato la promozione del suo ultimo libro, migliaia di persone si sono precipitate a stringergli la mano.
Ci sono anche altre ragioni che spiegano l'eccezionale popolarità di Zemmour. Innanzitutto, la popolazione francese attualmente è divisa in diversi "segmenti di pubblico" o centri d'interesse. In Francia, nell'ambito politico, la caratteristica principale di tutti questi "segmenti di pubblico" è un "sentimento di angoscia e di rabbia" contro le élites che hanno promosso l'immigrazione di massa senza consultare la popolazione autoctona. Il Confidence Barometer, un sondaggio pubblicato ogni anno in Francia dal Cevipof, il centro di ricerca dell'Istituto di Studi Politici di Parigi, è un buon indicatore "della stanchezza, del malumore e della sfiducia" che la maggioranza della popolazione francese sembra provare nei confronti della politica classe.
Uscire dall'attuale trappola elettorale
L'ascesa fulminea di Zemmour ha avuto un secondo effetto: ha rotto una degradante trappola elettorale in cui i francesi sono bloccati. Tale trappola elettorale è stata ideata a metà degli anni Ottanta dal presidente socialista francese François Mitterrand per dividere la Destra e impedirle di tornare al potere. Mitterrand ha promosso nei canali televisivi e radiofonici di proprietà nazionale un microscopico partito di estrema Destra, il Front National, il primo che ha osato parlare contro l'immigrazione.
Dalla metà degli anni Ottanta fino ad oggi, i media e la Sinistra, insieme, hanno fabbricato una macchina della vergogna della forza industriale per stigmatizzare come "razzista" e "nazista" chiunque osasse alzare la voce sui temi dell'immigrazione.
Questa politica della vergogna è stata così forte che di recente anche Marine Le Pen, leader del Rassemblement National (come è ora chiamato il Front National), ha cercato di sfuggire allo stigma di essere definita "nazista" dicendo cose positive sull'immigrazione musulmana e non escludendo l'uso dell'immigrazione per colmare una presunta carenza di manodopera.
Ma con Zemmour, i media antirazzisti ora lavorano nel vuoto. Più i media cercano di stigmatizzare Zemmour come un "nazista", maggiore è la popolarità tra i suoi elettori.
Inoltre, i leader del partito di Destra Les Républicains, che non hanno osato pronunciare la parola "immigrazione", ora propongono di "porre fine al lassismo migratorio" e di fermare "l'immigrazione incontrollata". Anche Macron ha ammesso che Zemmour "aveva ragione" sull'immigrazione.
La lotta di Zemmour è appena iniziata. Una cosa, però, è certa: Zemmour sta ripristinando un autentico dibattito democratico su temi come la sicurezza, l'immigrazione e l'Islam, che contano davvero per i francesi. Per molti, Zemmour è l'ultima possibilità per la Francia di non diventare una nazione islamica o un "Libano in Europa".
Yves Mamouvive in Francia, ha lavorato per vent'anni come giornalista per Le Monde. Fonte
Molto interessante l'articolo. Quanto evidenziato per la Francia potrebbe essere, in gran parte, valido anche per l'Italia, che continua, invece, a crogiolarsi nel fango. Uno Zemmour italiano non si vede neanche col cannocchiale. Siamo pieni di capi e capetti, governatori di regioni inutili (sarebbero da abolire semplicemente le regioni, centri di costo e poltronifici a valanga). Afflitti dalla impermeabilità di un Sistema che fa della mediocrità e dell'appartenenza il lasciapassare per ogni carriera che si rispetti.
RispondiElimina"tratta il tema dell'identità nazionale."
RispondiEliminaE' questo il punto.
Senza un'identita' nazionale siamo come Crème caramel .
Donna denuncia il marito musulmano perché costretta a portare il velo.
RispondiEliminaIl PM: "Fa parte della loro cultura"...
Giorgia Meloni:
“Da quando siamo arrivati in Italia, oltre ad impormi il velo integrale, quando usciva mio marito mi chiudeva in casa portando con sé le chiavi. Potevo uscire solo se mi sentivo male, per andare in ospedale”.
Da quando la cultura e la religione, in uno stato laico, vengono prima delle leggi nazionali? Dobbiamo spiegare noi, a chi è lì per far rispettare le norme del nostro ordinamento, che in Italia non è consentita la segregazione delle donne? Ma come si fa a chiedere l'archiviazione, umiliando e condannando una donna che si ribella ai diktat del proprio marito, mentre ci battiamo il petto contro la violenza sulle donne?
Sono sconcertata da questa notizia e mi auguro che il Gip non dia seguito alla richiesta del Pm.
Giustamente potrebbe essere un rimescolamento anche per noi. Da un lato vanno imponendosi queste personalità fuori dai partiti, dall'altro essendo in via di dissoluzione partiti e sindacati il popolo si disperde tra una miriade di fuochi fatui. Bisognerebbe capire il perché ed il per come dello sfaldamento dei partiti ormai senza più credibilità, eccezion fatta delle clientele partitiche che sempre reggono.
RispondiEliminaLa Marina è una fotocopia di Emanuele. Quanto a Éric, non vorrei che fosse una torta avvelenata.
RispondiEliminaIntanto, dopo l'Austria e l'Ungheria, anche l'Italia sta per imporre l'obbligo vaccinale. Se non ne siamo convinti adesso, scopriremo chi ha vinto definitivamente allorquando dovremo porgere il braccio per il sacro siero.
Ennesima manfrina orchestra dai poteri forti e dalle "élites". Questo qua è solo un'altro "fou du roi", che con molta cura evita di parlare della vera catastrofe in atto. Le elezioni sono soltanto una formalità ma purtroppo molti ci cascheranno convinti dai cosidetti principi democratici. La salvezza si potrà solo intravedere dall'alto delle macerie. Che Dio ci aiuti.
RispondiEliminahttp://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6788
RispondiEliminaATTACCHI ISLAMISTI ALLA POLIZIA FRANCESE
L'8 novembre a Cannes un algerino con permesso di soggiorno italiano invoca Maometto e ferisce tre agenti, è stato solo l'ultimo attentato di una lunga serie
di Lorenza Formicola
Ha invocato il profeta Maometto prima di accoltellare un poliziotto. Erano le 6:30 circa dell'8 novembre, quando la Francia subiva l'ennesimo attentato ai danni della polizia. Ancora sangue a Cannes, fortunatamente nessuno ha perso la vita. Tre agenti di polizia sono stati l'obiettivo di un individuo munito di coltello, le famose "armi bianche". L'uomo si è avvicinato alla pattuglia fingendo di aver bisogno di un'informazione. L'agente al volante ha abbassato il finestrino e si è trovato aggredito con tre coltellate al petto: è rimasto solo leggermente ferito perché indossava il giubbotto antiproiettile. L'attentatore stava per fare lo stesso contro gli altri due agenti, mentre continuava a invocare il nome di Maometto, quando è stato neutralizzato.
L'aggressore - Lakhdar B. - risulta essere un algerino classe 1984 con permesso di soggiorno italiano. È così che rischia di diventare un caso politico la vicenda accaduta oltralpe. Sarebbe arrivato legalmente in Francia nel 2016 e sarebbe sconosciuto alla polizia e ai servizi di sicurezza. Anche Brahim Aoussaoui, il terrorista tunisino che l'anno scorso, sempre usando un'arma bianca, aveva assassinato tre persone nella basilica di Nizza, aveva soggiornato in Italia. L'immigrato, che era sbarcato a Lampedusa e poi si era trasferito a Bari, aveva risalito l'intero Stivale con l'obiettivo di attraversare le Alpi e di compiere un attentato in terra francese nella settimana in cui si celebrava il processo per gli attacchi di Charlie Hebdo.
Qualche giorno fa, conducendo un laboratorio di orientamento di Latino per i ragazzi delle medie, mi è sembrato di capire, come spesso succede quando si prova a insegnare, una cosa nuova. Che in realtà era vecchia, ma era rimasta lì, senza che ci facessi caso.
RispondiEliminaRiflettevamo sulla parola juvenis (giovane), parente stretta del verbo juvare (essere d'aiuto, giovare) e sottolineavamo come, per i Romani, il termine avesse implicitamente una valenza sociale molto positiva. Poi ho chiesto se, secondo loro, la parola "giovane" mantenesse anche oggi questa connotazionione. Mi hanno risposto: "No, prof, oggi si parla di problemi dei giovani, di disagio giovnile, ma non di risorsa...".
Porca miseria, hanno ragione! Li abbiamo messi in una riserva protetta e abbiamo dimenticato la cosa fondamentale: sono la forza attiva della società, possono e devono juvare!
RispondiEliminaRiflessioni sul caso Zemmour
-- Come si vede dal cognome, non è etnicamente francese. Lui, ho letto, si dichiara "ebreo berbero". È un ebreo di origine algerina, per esser più precisi berbera. I fautori (sempre più allucinati) delle teorie cospirazioniste diranno a questo punto che Z. è uno specchietto per le allodole, un agente della cospirazione giudaico-massonica mondiale. Lasciandoli alle loro demenziali fantasie, ci limitiamo a registrare il fenomeno, non nuovo, di israeliti non "liberal né radical", di sentimenti conservatori e persino nazionalisti accesi. Il fascismo, prima della colossale fesseria e ingiustizia delle leggi razziali del 38, era pieno di ebrei, nazionalisti convinti e fascistissimi. Il fatto è che gli ebrei, dall'Emancipazione in poi (Riv. Fr.), si sono sempre divisi tra liberali e conservatori (come il resto della società), anche se tendeva presso di loro a prevalere la tendenza liberale, nelle sue varie sfumature, e successivamente quella socialista.
-- Il presidenzialismo fu imposto in Francia da De Gaulle come condizione per il suo ritorno al potere, per evitare una guerra civile (a causa dell'Algeria e del caos politico) che si profilava imminente. Per tener buoni i militari De Gaulle promise che avrebbe mantenuto l'Algeria, anche se poi venne meno alla promessa, cedendola al FLN algerino. Con un regime presidenziale (vedi anche USA) è possibile l'ascesa dell'individuo isolato; impossibile in un regime politico come il nostro, di tipo parlamentare classico, ottocentesco direi, con un parlamento volutament consegnato ai partiti.
-- Zemmour scrisse anche che aveva nostalgia dell'impero napoleonico, con la Francia dominatrice dell'Europa. Nap. aveva fatto dell'Italia una cosa a metà tra la colonia e il satellite (un programma che in modo più moderato cercò di attuare Nap. III, non riuscendovi): annessione diretta di ampi tratti della Penisola, Stato indipendente-satellite il Regno d'Italia. Ciò dimostra, forse, che Z. potrebbe essere un nazionalista esasperato, cosa per noi non buona. Ma, per come si sono messe le cose sul piano etico ed etnico, meglio Z. al potere che uno come Macron o la sbiadita Le Pen.
P.
Dio ci salvi dai mistici senza dottrina, dagli iper-credenti senza ragione. Sono ben più pericolosi degli atei.
RispondiEliminaPaolo Mosca Mondadori, il "mistico" autoproclamato, che ogni giorno si reca a Messa facendo la Comunione, dichiara al Corriere che l'Italia e l'Europa dovrebbero accogliere senza limite alcuno i "migranti", perchè siamo tutti fratelli.
Cosa che sarebbe, tra l'altro, il modo migliore per distruggere quel poco che resta del cristianesimo in Europa, sommergedolo nell'orda musulmana, animista, buddista, induista, eccetera.
La verità è che il modernismo, il male mostruoso che sta distruggendo dall'interno il cattolicesimo, ha due facce: quella dell'ipo-credenza della gerarchia ecclesiastica, che si finge cattolicesimo sostituendo Dio con l'uomo; quello dell' iper-credenza senza dottrina, mistica o pseudomistica, puramente sentimentalistica e anch'essa soggettivistica, che porta al delirio puro. Sono le due facce della stessa medaglia.
Martino Mora
Nessuno dei tre è la soluzione. La soluzione esisterebbe, ma si tratta di una chimera e non la cito nemmeno. Per cui, tutto continuerà come prima. In un modo o nell'altro vincerà ancora Macron. Se vincesse uno degli altri due candidati, durerebbe in carica per qualche giorno, la Francia si ritroverebbe conciata a ferro e fuoco per mano delle milizie mondialiste. Le forze mondialiste sono onnipotenti e tutte queste elezioni sono una messinscena di bassa lega. Esagero? Il referendum francese del 2005 fu semplicemente ignorato! La Francia con la Rivoluzione francese ha messo l'uomo al posto di Dio e codesta sostituzione la sta ancora pagando. E fosse questione della sola Francia! Tutte le Nazioni hanno detronizzato Gesù Cristo Nostro Signore, Lo hanno eliminato dalla vita civile. Dobbiamo tenerci le conseguenze. Coloro che hanno "per padre il diavolo" adesso regnano e governano, in nome della Scienza. Non molleranno mai più la presa.
RispondiElimina
RispondiEliminaAncora su Zemmour. Zemmour e Derrida, due ebrei algerini, ben diversi tra loro.
Anche Derrida era un ebreo algerino, come Zemmour. Rappresentano due opposti inconciliabili. Derrida è il paladino e profeta della "decostruzione del testo", di quell'ermeneutica filosofica che de-costruisce il senso del discorso sino a ricomporlo in assoluta libertà, da parte dell'interprete. Una visione anarchica, superficiale, che ha portato a concepire la realtà stessa come un evento privo di coordinate obbiettive, interpretabile e quindi manipolabile a piacere, secondo il punto di vista arbitrario del soggetto.
Così dalla decostruzione dei testi letterari e filosofici, siamo oggi giunti alla "decostruzione del sesso", se così posso dire, non più un dato naturale immodificabile ma una semplice opinione del soggetto, cui va accreditato (dicono) il sesso che crede e afferma di avere o di non avere. La "decostruzione" come momento importante della decadenza speculativa e morale della cultura occidentale, prospettiva che ha ramificato in molti campi e contribuito all'attuale, predominante follia.
Derrida rappresenta l'ebraismo moderno nel suo aspetto negativo, quello della sua partecipazione alla cultura della critica dissolutrice di ogni valore e persino di se stessa; Zemmour, ridotto al nocciolo, depurato di alcune scorie, ne rappresenta invece l'aspetto positivo, costruttivo, quello di uno spirito critico che vuole partecipare attivamente alla restaurazione di certi valori fondamentali di una nazione come la Francia, valori brutalmente scossi e negati da tanto tempo, e arrestarne l'inesorabile decadenza, che la sta portando in braccio all'Islam.
P.
RispondiEliminaCristo Nostro Signore non lo ha detronizzato anche la Chiesa cattolica, a partire dall'infausto Concilio Vaticano II?
Certo! Non l'ho scritto perché l'ho dato per scontato. Il card. Suenes definì il Concilio Vaticano II il 1789 della Chiesa. Di più. Alcune scelte "politiche" della Chiesa Cattolica sono state - a mio avviso - nefaste: il ralliement di Leone XIII e la condanna dell'Action Française, la quale, secondo il filosofo Marcel de Corte, "ha scatenato le forze più tenebrose dell'autodistruzione" (M. De Corte, La cecità di Roma, La Chiesa e Maurras, Ed. Thule, Palermo).
Elimina«Student*» al posto di «studente» e «studentessa». Succede in un liceo di Torino, ma è già prassi in ambienti universitari chic. Si prospettano generazioni che penderanno dalle labbra di Fedez e Lady Gaga, ben formate sui testi di Murgia, Scanzi e Saviano e padrone, quando va bene, di trenta vocaboli.
RispondiEliminaIn compenso, però, faranno uso disinvolto di asterischi.
Volete mettere?
Igo Toti
RispondiEliminaCredono di essere l'avanguardia della storia ma sono solo dei burattini piu' o meno consapevoli al servizio del Nuovo Ordine Mondiale, che ha tra le sue strategie la distruzione del binarismo sessuale ,che a sua volta ha come corollario la distruzione della famiglia !
Déclin de « l’effet Zemmour » ? Avec ou sans lui aux premier et deuxième tours de la présidentielle, les questions civilisationnelles et donc géopolitiques qu'il pose, demeurent incontournables. Mon entretien avec @rehov_pierre pour @atlantico_fr https://www.alexandredelvalle.com/single-post/éric-zemmour-israël-et-sa-vision-de-la-politique-étrangère
RispondiEliminaPer i moderati, gli ottimisti, i conservatori, gli anticomplottisti una nota di Francesca De Villasmudo su Media-Presse-Info sulle elezioni presidenziali francesi e il voto elettronico:
RispondiEliminaDu pass sanitaire prolongé au vote électronique pour les présidentielles, le tour est joué et acté !
È poi un'altra nota su Zemmour:
Les silences de Zemmour sur la dictature sanitaire...
Stiamo freschi di vincere noi!
Purtroppo, in Italia, di personaggi analoghi non ce ne possono essere: o li comprerebbero o li farebbero fuori, se, forse, non proprio fisicamente, almeno con un'accusa di collusione con la mafia; all'uopo i pentiti non mancano mai ...
RispondiEliminaMichele Gaslini