1. L’altra notte le rotative del quotidiano “il Manifesto” si bloccano per impedire che sia stampato l’articolo nel quale Manlio Dinucci, ricordando il piano strategico Usa elaborato tre anni fa dalla Rand Corporation, considera quella russa una manovra difensiva. La Rand Corporation è un’organizzazione di ricerca che “sviluppa soluzioni per le sfide globali”, con personale Usa che lavora in 25 Paesi. Ufficialmente finanziata dal Pentagono, dall’Esercito e dall’Aeronautica Usa, dalle Agenzie di sicurezza nazionale (Cia e altre), e da agenzie di altri paesi e potenti organizzazioni non governative. Tanto per capire che non stiamo parlando di un’agenzia qualsiasi, si sappia che la Rand Corp. si vanta di aver contribuito a elaborare la strategia che permise agli Usa di uscire vincitori dalla guerra fredda. Modello cui si ispira il piano elaborato nel 2019, “Over-extending and Un-balancing Russia”, ovvero:
- costringere l’avversario a estendersi eccessivamente per poi abbatterlo;
- attaccare la Russia sul lato dell’economia fortemente dipendente dall’export di gas e petrolio: quindi sanzioni commerciali e finanziarie, allo stesso tempo fare in modo che l’Europa diminuisca l’importazione di gas naturale russo sostituendolo con quello liquefatto Usa;
- in campo ideologico e informativo, incoraggiare le proteste interne e allo stesso tempo minare l’immagine della Russia all’esterno;
- in campo militare, operare perché i paesi europei della Nato accrescano le proprie forze in funzione anti-Russia e investire maggiormente in bombardieri strategici e missili di attacco a lungo raggio diretti contro la Russia. Schierare nuovi missili nucleari a raggio intermedio puntati sulla Russia. Per questo gli alleati europei sono chiamati a investire grosse risorse, sottraendole ad altri scopi.
Dinucci ricorda che la Russia, stretta nella morsa politica, economica e militare che Usa e Nato serravano sempre più, ignorando i ripetuti avvertimenti e le proposte di trattativa da parte di Mosca, ha reagito con l’operazione che finora ha distrutto in Ucraina oltre duemila strutture militari, realizzate e controllate in realtà non dai governanti di Kiev ma dai comandi Usa-Nato. - [Fonte]
2. Il prof. Orsini (sospeso dalla Luiss di Milano, onore alla sua coerenza), invitato in tv, menziona le tre gigantesche operazioni militari svoltesi nel 2021, con scenari di guerra in Ucraina:
- giugno, “Brezza Marina” (che ha coinvolto 32 paesi, invitata anche Australia e altri paesi amici della Nato);
- luglio, “Tre Spade”;
- settembre, “Tridente rapido”.
Con Putin che disse: “Fermatevi, state portando la situazione a un punto di collasso”. Secondo il prof. Orsini Biden sta utilizzando la stessa strategia utilizzata in Siria, quella chiamata “Bleeding”, sanguinamento, perché la Russia sanguini un po’ alla volta e così si indebolisca. - [Fonte]
3. Per concludere, l’imperdibile intervista al generale Mini, che fa piazza pulita di tante sciocchezze. Alcuni passaggi:
- è del tutto falso affermare che la guerra sia iniziata con l’invasione russa dell’Ucraina, questa in realtà ha inizio con il colpo di stato del 2014, quando le forze ucraine cominciarono a martoriare la popolazione russofona ai limiti del massacro. E nessuno diceva nulla. È bastato dire che la “Russia di Putin” voleva tornare all’impero zarista per liquidare la questione;
- l’ipocrita atteggiamento della propaganda occidentale pro-Ucraina che finge di non sapere chi e che cosa abbia causato l’intervento russo, per poi fingere di stupirsi che qualcuno spari, qualcun altro muoia e molti siano costretti a fuggire;
- ipocrisia ancor più grave della propaganda il silenzio omertoso di coloro che tacciono sul fatto che dal 2014 Usa e Nato hanno riversato miliardi in aiuti quasi interamente destinati ad armare l’Ucraina e migliaia di professionisti della guerra per addestrare e arricchire i gruppi estremisti e neo-nazisti.
- la de-nazificazione di cui parla Putin non riguarda l’Ucraina, ma il suo apparato governativo in cui tali elementi si trovano anche in posizione di vertice;
- cosa dovrebbe fare il governo italiano e più in generale l’Europa? Negoziare, finirla con il pensiero unico e la propaganda, aiutare l’Ucraina a ritrovare la ragione e la Russia ad uscire dal tunnel della sindrome da accerchiamento non con le chiacchiere ma con atti concreti. E poi conquistarsi quella autonomia, dignità e indipendenza strategica che garantisca la sicurezza europea nonché italiana, a prescindere dagli interessi altrui. - [Fonte]
Antonio Catalano
"Che un professore debba riempirsi di premesse prima di poter parlare, significa che non c'è un bel clima"
RispondiEliminaDi comunicazione e linguistica me ne intendo. Sentire un professore con la voce rotta che quasi si blocca durante il suo intervento ci fa capire la drammaticità viva di quel momento.
Ci fa capire che quell’uomo parla col cuore e che sta mettendo in gioco, proprio in quel momento, tutta la sua carriera con coraggio.
È il gesto estremo.
Quel professore in quel momento sta vedendo scorrere tutta la sua vita privata ed accademica, immerso in un teatro di falsità e menzogne che lo ripudierà e lo getterà via come una pezza usata.
La domanda finale è emblematica: non è che l'Unione Europea è fallita?
Quello che è successo a lui, a Nori, a Broccolo, a tanti altri professori universitari, a tanti medici e ricercatori ci dice questo: non è importante la qualifica o il titolo che hai, puoi essere il migliore, ma se non ti schieri con la narrativa dominante, allora non meriti niente e vieni schiacciato, umiliato e deriso.
Dott. Stefano Manera
La disinformazione cos'è e come funziona
RispondiEliminahttps://italiaeilmondo.com/2018/01/17/disinformazione-un-breve-vademecum_1a-parte-di-roberto-buffagni/
SVEGLIATEVI!
RispondiEliminaIpocriti, invece di guardare a casa degli altri e considerare Putin un gran tiranno, guardate a casa vostra che i peggior tiranni li abbiamo noi in Italia!
Solo perché voi per ora state bene, non vi autorizza a fare come gli struzzi, infatti quando sarà toccato anche il vostro orticello da questi delinquenti che ci governano i quali ci stanno cuocendo a fuoco lento con gli aumenti spropositati delle bollette e del carburante e per mantenere i vostri diritti naturali con il pretesto della "pandemia" avete venduto la vostra libertà e avete ceduto al ricatto prenderete finalmente coscienza di tutto ciò?
E se finalmente lo farete poi non sarà troppo tardi?
Svegliatevi poiché per ora è possibile rimediare ma dopo non lo sarà più!
Cit. Marcello Dugheria
Non so quanti sanno chi è lo storico Franco Cardini, e quanti avranno la voglia di leggerlo.
RispondiEliminaCerto è che il farlo servirebbe ad aprire lo sguardo di diversi gradi in più.
FRANCO CARDINI
(27 febbraio 2022 Minima Cardiniana)
NEL DONBASS NON CI SONO BAMBINI CHE ABBRACCIANO PIANGENDO LE BAMBOLINE, E NEMMENO VECCHIETTE CHE ATTRAVERSANO PENOSAMENTE LA STRADA…
… così come non ce n’erano né la traccia né l’ombra, una manciata di anni o di mesi fa e anche adesso, né a Gaza, né a Beirut, né a Belgrado, né a Kabul, né a Baghdad, né a Tripoli, né a Damasco.
Cari miei, parliamoci chiaro. Sono ormai tre notti che quasi non dormo per seguire quel che avviene tra Russia e Ucraina, due paesi che mi sono carissimi e dove ho tanti amici; da tre giorni sto attaccato al telefono e al computer. Anch’io combatto, anch’io fo la mia guerra, come canticchiavano un’ottantina di anni fa bambini poco più grandi di me (io ero troppo piccolo per cantare). Questa guerra me la sento addosso, me la sento dentro: e mi fa male. Al tempo stesso, è chiaro che sono indignato e inferocito come forse non mai.
Fermare la guerra. Era già in atto da tempo, ma “l’Occidente” – questa parola infame e ambigua, che oggi sembra tornare di gran moda – non faceva nulla per ridurre il governo ucraino a più moderati consigli. Al contrario. L’aggressività di Zelensky nei confronti del Donbass si fondava sulla ferma convinzione che la NATO fosse disposta a tutto pur di metter a punto il suo disegno di avvicinarsi varie centinaia di chilometri alla frontiera russa e installarvi i suoi missili a testata nucleari puntati su Mosca, quelli in grado di colpire a oltre 3000 chilometri. Il governo russo ammoniva severamente, poi minacciava: ma si era sicuri che non avrebbe osato. Invece alla fine ha osato eccome. Non come aggressore, ma come a sua volta minacciato di aggressione.
Fermare la guerra. È questa la priorità. Forse si sarebbe dovuto agire prima: da parecchi giorni ormai la stretta ucraina sulle città del Donbass si era fatta più pesante, mentre Zelensky insisteva per essere ammesso nella NATO in extremis. Era una speranza disperata, una follia: ma era non meno chiaro che Putin prendeva in considerazione tale possibilità estrema, che se si fosse verificata gli avrebbe definitivamente legato le mani oppure costretto a considerarla come una dichiarazione di guerra de facto. Ma il presidente ucraino andava irresponsabilmente per la sua strada, certo di avere il gigante americano alle sue spalle. È incomprensibile, ma non si era reso conto che Putin a quel punto poteva fare solo quello che ha fatto: e farlo subito.
Fermare la guerra. Era la priorità fin dall’inizio. A livello diplomatico, quando una guerra incombe, si ricorre a trattative magari affrettate, magari “in perdita”, perfino col rischio di apparire deboli. Si fanno proposte, e quindi bisogna anche offrire qualcosa di appetibile. Ad esempio esporre in che misura e fino a che punto si è disposti ad alleviare un sistema sanzionario in atto a fronte di un arresto o di una ritirata del nemico ch’è ancora potenziale. Da quando in qua si risponde a una minaccia di guerra aggravando le ragioni che l’hanno provocata, a meno che quella guerra non la si voglia sul serio e a tutti i costi?
...segue
RispondiEliminaOra, ecco qua. Un’aggressione degli ucraini contro il Donbass è irrilevante: non la si vede da lontano, ha modestissime dimensioni e può essere “dimenticata” tanto più che i russofoni della foce del Don non interessano a nessuno in Occidente. Ma quando si muove l’Orso di Mosca, tutto cambia aspetto: e giù col mostro aggressore, col tiranno assassino. Giù con i media asserviti quasi tutti alla politica (quindi al parlamento italiano eletto con un numero di votanti così basso come prima non si era mai visto), la quale con i suoi partiti esangui, sempre meno autorevoli presso la pubblica opinione e sempre più omologati – fra il “patriottismo sovranista” della Meloni, l’euratlantismo blindato di Renzi e l’euratlantismo solo apparentemente più articolato di Letta non c’è pratica differenza – è a sua volta asservita agli alti comandi della NATO e al presidente degli USA, a sua volta asservito alla logica del potere, del profitto e della produzione dettatagli dai Signori di Davos. Che poi questi ultimi comincino a loro volta a preoccuparsi per le ripercussioni delle sanzioni alla Russia, è un altro discorso: e ne vedremo in atto le conseguenze fra qualche giorno.
Attenti quindi al pacifismo peloso di chi si preoccupa per i suoi interessi e i suoi profitti: se Mosca piangerà, non rideranno né Wall Street, né la City, né Francoforte. Questo è quanto preoccupa ora lorsignori, non certo i disagi e le sofferenze della gente. Mentre si continuano a ignorare o a fraintendere i segnali. Ad esempio, i russi indugiano a sottoporre Kiev alla stretta finale. Davvero si crede che siano stati impressionati dal fatto che il governo ucraino ha fatto girare qualche fucile tra gli adolescenti e i vecchietti? Davvero non ci sfiora il sospetto che stiano fermi in quanto sono in corso trattative e Putin intende dare agli ucraini il tempo d’una pausa di riflessione che, se volesse, potrebbe tranquillamente negare?
Ma intanto sono senza dubbio le vittime del momento a salire al proscenio e ad essere sistemati nelle lucenti vetrine massmediali. Che c’inondano di bambini e di bambine che piangono abbracciando orsacchiotti e bambolette e gattini, di vecchiette che penosamente attraversano le strade sotto i bombardamenti, magari perfino con quel Grandguignol di volti insanguinati e di cadaveri dilaniati che specie in TV è oggetto da sempre di un trattamento bipolare: vi sono cadaveri di serie A che si debbono mostrare per trasformarli nella moneta sonante del consenso e cadaveri di serie B che è meglio nascondere per non “turbare” chi li vede. Ed è evidente che i morti di Kiev ucraini sono di serie A: come le bambine che piangono avvinghiate agli orsacchiotti e le vecchiette che penano ad attraversare la strada per porsi al riparo.
...segue
RispondiEliminaMa di grazia, razza di vipere e sepolcri imbiancati che non siate altro; ci voleva Kiev per svegliarvi all’umana compassione suscitata per ricavarne risultati politici antirussi? È vero che, in un passato anche recente, le città di Gaza, di Beirut, di Belgrado, di Kabul, di Baghdad, di Damasco, erano piene di cadaveri di serie B dei quali non si doveva parlare per non “turbare” le nostre coscienze, ma davvero non vi eravate accorti della massa di sofferenza che i nostri bombardamenti “chirurgici” e le nostre bombe “intelligenti” stavano provocando? Anzi, mi ricordo i gridolini di gioia che si alzavano dai salotti delle buone famiglie italiane, in quelle notti del 2003 in cui la TV ci mostrava il bombardamento di Baghdad, con il fantastico sfrecciare di quei raggi verdi sugli edifici presi di mira. Che spettacolo! Ci pensavate alla pena e al terrore là sotto? Bene: ora è il turno degli ucraini per soffrire e per aver paura. Domani potrebbe arrivare anche il nostro turno, e pensare che ci preoccupiamo già del gas per il riscaldamento. Se comincia così, la nostra volontà di resistenza…
Lavoriamo per la pace, dunque. Ma facciamolo con realismo, senza piagnistei e senza isterismi manichei. Manifestare per la pace ma al tempo stesso “schierarsi con l’Occidente”, “senza se e senza ma”, significa solo contribuire a correre a passo di carica verso una prosecuzione e un allargamento del conflitto che non può giovare a nessuno. Le guerre, le perdono tutti.
Prendetela con le dovute cautele, ma la donna incinta fotografata fuori dall'ospedale pediatrico che tale più non è da molto tempo, vi erano ammassate armi da combattimento, è una attricetta che fa pubblicità televisive in varie tv dell'Est europeo, molti feriti sono finti e truccati, esistono filmati dappertutto, poi giudichiamo con beneficio d'inventario, ma la cosa fete, come i camion dei nostri militati carichi di morti per Covid.........
RispondiEliminaCardini l'ho sentito in TV, non lo lasciavano parlare, penso che abbia ragione, non è uno che parla a vanvera, anche se come storico ha i suoi pallini
RispondiEliminaBARBARIE.
RispondiEliminaLeggo basito che in due licei artistici, Il Brera e il Frisi di Milano, la mia città, d'ora in poi non vi saranno più bagni maschili o femminili, ma bagni "neutri" o "neutrali".
In complice acquiescenza con l'odio nichilista, sovversivo e politicamente corretto verso la differenza costitutiva tra il maschio e la femmina, dirigenti scolastici e consigli di istituto si sono piegati alla rivendicazione di ragazzi viziati e indottrinati dal sistema orgiastico-mercantile americanoide.
Allo stesso modo, i figli di papà del liceo scientifico Volta, futura classe dirigente del Paese (siamo fritti) hanno chiesto a grande maggioranza di potere sostituire, a richiesta, il proprio nome anagrafico sul registro elettronico con un altro nome di battaglia, secondo la preferenza di "genere". Richiesta avanzata anche dal "Collettivo transessualista" del liceo classico Tito Livio. E già accettata e avviata sempre nei licei artitici Brera, Frisi, e Boccioni, per quanto riguarda Milano (ma senz'altro i tutta Italia il fenomeno è più esteso).
Quello che è grave non è tanto la richiesta degli alunni, che sono almeno in parte vittime dell'ideologia dominante, anticristiana ed antiumana, diffusa dai manipolatori del sistema orgiastico- mercantile americanoide, e amplificata dal vuoto familiare, religioso (il cedimento del cattolicesimo ufficiale è uno scandalo senza precedenti) ed educativo, con le famiglie assenti o sfasciate.
Quello che è grave, e anzi sconvolgente, è l'acquiescenza, complice o rassegnata poco importa, degli adulti che gestiscono la scuola, verso questa nuova barbarie culturale, nella quale, diciamolo senza troppi infingimenti, sono anch'essi immersi fino al midollo.
Certamente propongo a me stesso, costi quello che costi, di oppormi sempre, nel limite delle mie possibilità umane e professionali, a questa barbarie.
Martino Mora
Che ci sia bisogno di tante chiacchiere, io non lo capisco.
RispondiEliminaConosciamo Draghi: basta vedere da che parte sta lui e sappiamo che la parte giusta é l'altra.
Una consolidata prassi giornalistica vuole che ogni primato femminile, da anni, sia celebrato enfaticamente. Ogni «prima donna a fare» qualsiasi cosa è una leggenda, o giù di lì. Non è stato così per Katalin Novak, la prima donna presidente nella storia dell’Ungheria, la cui elezione è quasi passata in sordina. Per la guerra in Ucraina? Sarà senz’altro così. Diversamente, si dovrebbe pensare che basti esser sostenitrici della famiglia naturale per diventare una «prima donna» di serie b. Un’ipotesi impossibile, neppure da considerare con i nostri equilibratissimi media.
RispondiEliminaGiusto?
Cit. Giuliano Guzzo
Antonio Margheriti
RispondiEliminaBenzina salita di tre volte, alimentari e ogni altra sorta di generi raddoppiati e triplicati: questo per dirvi di quanto il nostro destino non sia legato agli Stati Uniti, perché gli imperi esportano solo se stessi e non importano niente dagli altri, cioè noi che siamo una colonia del Kansas, quanto invece siamo legati alla europeissima Russia, che invece importa ed esporta non sentendosi e non essendo un impero. Pochi in questi anni hanno amato l'Italia, quanto è italiano, gli italiani come i russi: basta vedere sino a due mesi fa il vai e vieni tra Mosca e Bari di italiani e russi per la comune devozione a San Nicola.
Invece siccome gli USA stanno facendo da anni la guerra ai Russi e stavano creando il loro arsenale in Ucraina che presto gli sarebbe servito per creare colpi di stato, il conto come tutte le volte al nostro imperatore lo dobbiamo pagare noi.
Dopotutto poteva rompere i coglioni alla Russia da Nord visto che il Nordamerica confina con la Russia, ma poi dove trovava tanti volenterosi candidati a fare da carne da cannone, una "ucraina" se lì è mezzo desertico?
@12 marzo 2022 16:49
RispondiEliminaNon vedo la TV da anni, soltanto la sera un po' di giallo per far contento un familiare,poiche' a quanto ho capito questo canale e' di Mediaset la pubblicita' e'la seguente: "Mediaset e' per la parita' di genere".
"Le leggi tacciono in tempo di guerra"
RispondiElimina(letteralmente: "Tacciono le leggi in mezzo alle armi") è una frase latina di Cicerone
probabilmente ispirata sia dalla visione dello storico greco Tucidide sulla natura violenta della guerra e dal suo approccio realistico alle relazioni internazionali, sia dalla situazione politica e sociale della Roma del suo tempo (I secolo a.C.), travagliata dalle guerre civili.
Sottolinea la triste realtà per cui, in tempi di guerra, non valgono né le leggi né le convenzioni di uno stato di diritto, ma tutto è in balia della violenza che la guerra porta con sé.
Ed è importante vedere come questo aspetto sia terribilmente vero: la retorica bellica utilizzata nella gestione della pandemia, e ora usata di fronte ad una nuova emergenza ed a un conflitto vero e proprio, voluto e ricercato dall'Occidente e dalla Nato, ci ha portato di fatto ad una sospensione dello stato di diritto, proiettandoci in uno stato d'eccezione, cioè uno stato di emergenza permanente, che consente al Governo di imporre misure che in situazioni normali non sarebbero accettate tanto docilmente dalla popolazione.
Inoltre, uno stato di conflitto porta ad altre considerazioni:
La prima; che vede nei "pacifisti" i peggiori guerrafondai.
La seconda; che gli Dei e il soldato, durante la carestia e la guerra, vengono pregati, ma quando vi è la pace gli Dei sono dimenticati e il soldato disprezzato.
La terza; che ogni approccio morale alle questioni del mondo, produce solo effetti negativi e pericolosi.
Le leggi tacciono, cioè significa che bisogna pensare ad organizzarci: i tempi che verranno non ci devono far trovare persi e confusi in vane speranze, ma pronti e risoluti nell'indirizzare i nostri sforzi e la nostra lotta alla battaglia finale contro ciò che sappiamo essere il male della nostra società.
Ipocriti.
RispondiEliminaIn Yemen sette anni di guerra, bambini soldato, migliaia di morti. Tragedia umanitaria, ma guai a pestare i calli a un nostro alleato.
Poi andate pure in strada con le equivoche bandiere dell'arcobaleno.
Ingenui.
La Nato sarebbero gli Stati Uniti se gli USA fossero quelli di prima.
La Nato è Deep State, al soldo del globalismo, non degli Stati Uniti.
Come la globalista UE, che non è l'Unione di nazioni che sta svenando.
Come la chiesa vaticana, che tutto pare essere tranne che cattolica.
Illusi.
Si pensa di essere buoni e che a farci servi ci tratteranno meglio.
Invece siamo semplicemente servi sciocchi, più sciocchi che servi.
Le conseguenze della qualifica sono nella moneta falsa che ci ripaga.
Maria è serva del Signore, perciò beata. Esserlo del NWO/WEF è triste.
Il Prof Orsini sociologo della LUISS è stato sospeso perchè in TV ha osato dire che tra le cause della guerra c'è il fatto che l'Ucraina è stata manovrata dagli USA per entrare nella NATO.
RispondiEliminaRipetiamo è stato sospeso.
Il quotidiano La Stampa, notoriamente massone e filo Draghi, sta cancellando disperatamente tutti gli articoli presenti e passati dei suoi giornalisti fortemente critici sui neo nazisti e battaglione Azov in Ucraina.
RispondiEliminaQuando si dice libertà di stampa… a La Stampa.
Servi servili.
Una curiosità (ehm) solo apparentemente minore…A Versailles non ho visto il premier Draghi indossare mascherine... Baci, abbracci, strette di mano, dialoghi fitti a distanza strettissima. Come mai invece noi sudditi italiani di Sua Competenza dobbiamo ancora stare imbavagliati?
RispondiEliminaLA PIAZZA PROGRESSISTA DI FIRENZE È GUERRAFONDAIA!
RispondiEliminaAndiamo al sodo: la piazza di Firenze chiamata a raccolta dal sindaco Nardella è una piazza guerrafondaia, che addirittura fa sembrare moderata la stessa Nato. Esagero? Guardiamoli mentre applaudono euforici l’appello di Zelensky, proiettato su schermo gigante, alla richiesta di istituire la “No fly zone” sui cieli ucraini, che la stessa Nato rifiuta sapendo bene che suonerebbe come una dichiarazione diretta di guerra alla Russia, per il momento le sta bene così. Invece no, i nostri intrepidi progressisti capeggiati dal Pd, che in questi lunghi e oziosi anni hanno frantumato i cosiddetti coi loro piagnistei politicamente corretti e la coltivazione ideologica del vittimismo sulle infinite discriminazioni, ora esprimono l’anima militante del partito della guerra. Ci sono tutti: da Letta a Landini, da Zingaretti a Calenda, da Gualtieri a Sala, da Orlando a Speranza... Lo stato maggiore del partito guerrafondaio, quello che coordina le operazioni di propaganda bellica nelle tv nazionali era tutto schierato ieri in piazza a Firenze. Tra quelli che sono scettici spesso provengono commenti che vanno dal sono imbecilli al sono irresponsabili. No cari miei, smettetela con questa ingenuità, fate un salto di qualità, basta fare i sorpresi, questi non sono né imbecilli né irresponsabili sono semplicemente pericolosi, rappresentano la punta di diamante dello schieramento bellicista. Sono stati i primi ad aver chiesto sanzioni, i primi a soccorrere in aiuto di un presidente intorno al quale si è sviluppata una propaganda mediatica made in Usa che ce lo mostra come eroe nazionale, i primi a fare i virtuosi e invocare l’abbassamento di un grado, anzi no, due, delle nostre caldaie, i primi a calarsi nella necessità di una economia di guerra… per un fronte che sperano sia sempre però altrove. Noi siamo in Italia, siamo cioè nel campo Nato (ha ragione da vendere Luciano Canfora quando dice che la guerra è tra Nato e Russia), e se dobbiamo mobilitarci contro la guerra c’è un solo modo per farlo: scendere in piazza contro la Nato, vero fattore di destabilizzazione. Basta guardare quel che ha combinato negli ultimi 30 anni.
Antonio Catalano
LA PRIMAVERA EUROPEA. Sembrerebbe che lo schema delle “primavere di popolo” con cui gli americani hanno cercato di pilotare eventi politici nel mondo arabo, poi Ucraina ai tempi di piazza Maidan, Hong Kong, abbia oggi messo nel mirino un obiettivo davvero impegnativo: l’Europa.
RispondiEliminaNel breve di una giornata all’inizio del conflitto russo-ucraino, tedeschi, francesi, italiani sono passati da un certo sconcerto di contro-piede per quanto stava facendo la Russia, stato di sconcerto che però non prevedeva affatto di rinunciare ai propri interessi, all’allineamento unanime sanzionatorio. Non discuto la logica sanzionatoria, quello che mi ha colpito è la velocità e totalità dell’improvvisa polarizzazione. Può darsi io sia viziato dalla logica realista che si basa su analisi degli interessi razionalmente perseguiti e non capisca come l’enormità di ciò che hanno fatto i russi possa sollevare animi e coscienze. Può darsi. Però da quanto a mia conoscenza è difficile spiegare come il ministro Franco esca dall’Ecofin dicendo che non se ne parlava proprio di escludere la Russia dal SWIFT o Scholz diceva che certo non si poteva toccare il Nord Stream 2 e poche ore dopo la Russia veniva esclusa dallo SWIFT e il Nord Stream diventava “un pezzo di metallo in fondo al mare” come trionfante celebrava la Nuland.
Già La Nuland, quella di “fuck the UE” ai tempi della rivolta di piazza Maidan nel 2014, la rivoluzione colorata ucraina. La moglie di Robert Kagan, lo storico e politologo neo-con che si definisce “liberale interventista”, lascia il partito repubblicano e diventa un sostenitore della Clinton, scrive nel 2017 che la Terza guerra mondiale avverrà per contrastare l’espansionismo russo e cinese. Ci si potrebbe scrivere un intero post su Kagan, andatevi a fare una ricerchina su Google.
Ad ogni modo, ripeto, non discuto le posizioni politiche improvvisamente prese dall’UE, mi lascia perplesso quel “improvvisamente”. Gente notoriamente indecisa su tutto ed il contrario di tutto, trova magicamente l’allineamento in un pomeriggio. Curioso.
Su Zelensky abbiamo già scritto anche troppo. Rilevo solo come il suo ufficio propaganda abbia l’invidiabile capacità di muoversi come una struttura di levatura globale. Lancia messaggi ai parlamenti europei, va in diretta nelle piazze europee che manifestano contro la Russia, sono impegnati ora in una contrastata trattativa con gli israeliani che gli vogliono negare il discorso al proprio parlamento, chissà perché. Ieri Repubblica ha pubblicato in video inquietante della propaganda che ci dicono ucraina pensando noi si sia scemi. Con effetti speciali hollywoodiani che nessuna post produzione di Kiev sarebbe in grado di produrre, le scene mostrano Parigi sotto bombardamento. Molto “catastrophic-movie” con alla fine la domanda del perché i francesi non consentono alla NATO di imporre la no-fly-zone sull’Ucraina. Ieri Repubblica dava notizia della prima manifestazione europea in favore della no-fly-zone a Londra, convocata da una sedicente neonata organizzazione “London Euromaidan”, sembra un format, no?
Sono diciassette giorni che Zelensky, tutti i giorni, più volte al giorno, come un disco rotto, reclama la no-fly-zone, finora negata ma quanto a lungo resisteremo all'indignazione? Il tutto in un crescendo di insopportabilità: bambini straziati, centrali atomiche con perdite, crimini di guerra, inumanità, armi chimiche e batteriologiche, sindaci torturati, fosse comuni poi arriveranno i campi di concentramento in Siberia, mentre l'Armata Rossa minaccia di invadere casa vostra.
Impressionante anche il perfetto allineamento dei giornalisti. Anche qui, in men che non si dica, gente anche posata e non incline all’estremismo per quanto di note simpatie politiche chiaramente atlantiste, simpatie ed interessi, è diventato un campo magnetico orientato alla perfezione, quasi coordinato, improvvisamente. In tutta Europa, ora vige la logica del 1914 che Canfora ieri ricordava con un certo sconcerto.
...segue
RispondiEliminaNella primavera del 1914, tutta Europa era sulle tiepide e fiorite ali della Belle Epoque, in pochi mesi precipitò nell’incubo. Persone che si stimavano e forse anche volevano bene, si ritrovarono improvvisamente ostili l’un vero l’altro, l’uno improvvisamente preso dal virus bellico, l’altro perplesso e sconcertato. Ma lo sconcerto durò poco anche perché s’imposero forme di ostracismo sociale per via culturale a tutto coloro che non vibravano all’irresistibile richiamo della giusta guerra. In questi giorni, avrete notato le liste di proscrizione per i “filo-Putin”, l’aggressività bavosa dei pitbull mediatici, il bombardamento h24 che rilancia i comunicati delle Zelensky&Partners, il totale oscuramento della “voce del nemico”. C’è un potere solo e Lord Acton ricordava che se il potere corrompe, il potere assoluto corrompeva assolutamente. Per questo Montesquieu promosse la suddivisione e pluralità dei poteri perché ogni tesi deve esser mitigata dalla sua antitesi, altrimenti diventa dogma. Ma i liberali reali sono spariti di colpo, ora ci sono solo liberali interventisti, aggressivi, mono maniaci, i liberali idealisti. Ogni disastro storico è stato fatto sulle ali di un idealismo non temperato dal realismo. Tipo convincersi di essere una civiltà superiore. Son quelli del “c’è un aggredito ed un aggressore”, come se fossimo stupidi e non ce ne fossimo accorti o fossimo deviati dalla propaganda russa che semplicemente è stata silenziata su ogni possibile canale, a meno di non leggersi la TASS su twitter in cirillico. Il motore che portò quella primavera nel buco nero dell’estate e successivi anni del 1914 fu proprio l’imposizione di questa logica, la logica dicotomica che prende un frame del processo della realtà che è storica, lo schiaccia sull’attualità e ti chiede di scegliere tra A o B e non ti azzardare a fare sofistica da terza posizione. Il campo semantico è tracciato se non sei dentro sei ostracizzato e non hai voce, non sai neanche quanti sono indisponibili a finire in quel campo, sei un isolato e quindi è meglio rinchiudersi nel disagio silenzio privato. Noi qui diamo voce a quel disagio affinché non rimanga privato.
Come ho avuto modo di dirvi i primi giorni, io mi occupo per lo più di mondo e complessità, il mio interesse per la geopolitica deriva da ciò ma non copre tutto l’argomento che è più vasto e complesso. Tuttavia, negli anni, mi sono più volte interessato a questioni geopolitiche. Prima che razionalmente, già dal secondo giorno dopo il 24 febbraio, ho “sentito” che qualcosa non era normale. Era una sensazione data proprio da questa reazione pubblica che sembrava troppo pronta, troppo unanime, troppo svelta, troppo organizzata lì dove le complessità della politica normale ha sempre reso i processi di reazione lenti, contradditori, complicati. Le cose in quei campi non hanno mai funzionato così e sebbene l’eccezionalità degli eventi porti a dover considerare l’accelerazione, ciò non giustifica del tutto ciò che è successo, come è successo, perché è successo. Per questo ho smesso i miei panni naturali di studioso distaccato e ho sentito necessità di scendere in strada a combattere con l’uso della ragione in pubblico.
...segue
RispondiEliminaPoco fa ho letto un articolo dello stimato sito di analisi politica americana “Politico”. Era un articolo inusuale, un vero e proprio killeraggio contro Macron e questo sua ostinazione a continuare a telefonare a Putin. Ho anche letto sul JPost israeliano la Nuland “che ha messo in guardia Gerusalemme dall'essere un rifugio per "denaro sporco" mentre si dice di un nervoso Biden che impone a Tel Aviv di unirsi alle “democrazie combattenti” elevando più serie sanzioni a Mosca. Il tutto mentre ministri e funzionari ucraini attaccano questa incertezza o diverso punto di vista israeliano neanche fossero diventati i padroni del mondo politico occidentale.
Gente aggressiva che ci tiene a farti sapere quanto fai umanamente schifo perché non ti unisci al coro del Grande Sdegno Morale o meglio, preso atto che ovviamente anche tu ritieni inaccettabile la violazione del principio di inviolabilità dei confini con forze armate, fai schifo perché non ti fermi lì. Perché ti fai domande su come siamo finiti in questo pasticcio, come finirà, quali saranno le conseguenze, cosa significa dopo ottanta anni vedere in televisione gente che parla di bombe atomiche come fossero bombe alla crema, con la stessa acquolina. La Bomba è d’improvviso il “new normal”. London Maidan, non si fanno manifestazioni per chiedere al Governo britannico perché ha preso solo decine di rifugiati quando noi ne abbiamo preso 35.000, no! si va in piazza a chiedere la no-fly-zone per l’Ucraina.
Sudeti, valori delle Resistenza, Guerra civile spagnola, fioccano le analogie a sproposito per eccitare gli animi e sguinzagliare i mastini del nuovo movimento per la guerra al novello Hitler. Ve lo detto, tutto ciò m’inquieta, tutto ciò e molto meno normale di quanto comincia a sembrarci.
L’obiettivo non è solo l’Europa, l’obiettivo è rifare il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, cacciare Russia e Cina, imporre l’ordine economico e finanziario americano, affinché il 4,5% della popolazione mondiale o meglio una sua élite, possa tramite la sua egemonia benevolente, prorogare il dominio che i neo-con americani della “rivoluzione permanente” hanno già intitolato nel 1997 come il loro obiettivo strategico: The New American Century. Con le buone o con le cattive. A qualsiasi prezzo. Anche quello che fino a due settimane fa e per ottanta anni è stato l’impensabile.
Pierluigi Fagan
LA DRAMMATICA SUPPLICA DEL SACERDOTE DI MARIUPOL Marek Kowalski, padre dell'Ordine di San Paolo primo eremita: “ IL DIAVOLO SI E’ SCATENATO, VUOLE FARCI MORIRE DI FAME”!
RispondiElimina"Mariupol è circondata, abbiamo bisogno della preghiera immediata" è l'appello del sacerdote in varie lingue che chiede la vicinanza dei fedeli. "Vogliono far morire di fame tutti gli abitanti", spiega Lowalski, "il diavolo si è scatenato perché Mariupol è la città dedicata alla Madonna". Nella città ucraina si trova "il monastero dei Paolini, è lì la copia del quadro della Madonna Nera" che per l'Ucraina è come quella del Santuario di Jasna Góra a Częstochowa, continua il sacerdote. "Ti prego manda questa informazione a chi può aiutare nella preghiera e nel digiuno per fermare Satana", è l'appello a "pregare insieme Dio per chiedere questo miracolo".
Oggi Giovanna su un programma di Rai 3 ha detto due cose vere,
RispondiEliminala prima che
- quell'ospedale bombardato era stato evaquato 3 mesi fa e che l'ha verificato
personalmente.
La seconda, riguardo ai telecronisti che
collegati continuamente con i vari programmi tv non hanno più tempo di verificare ogni notizia.
L'hanno ignorata e zittita, altrimenti non potevano continuare con le notizie dei tg nazionali....
Grazie per ogni piccola verità che viene fuori.
(Sofia Ruta)
Lezioni di piano
RispondiEliminaDiciottesimo giorno di guerra, domenica. Intanto vorrei ringraziarvi tutti, uno per uno, per aver partecipato finora a una discussione difficile senza disumanizzare chi non la pensa come voi: né eroi né vigliacchi, né servi di questo o di quell’altro. Per il resto non invidio chi non ha incertezze, chi è sicuro di sé e feroce nel giudizio sugli altri. La libertà, anche quella di pensiero, è spesso tormentata da dubbi, è autocritica, non è un atto blindato di fede. Però su qualcosa, in questo Paese conformista, possiamo essere tutti d’accordo senza vergognarcene: bisognerebbe fermare il massacro annunciato di Kiev, evitare che la capitale ucraina sia una Mariupol in grande. Non ci sono molte alternative:
- Si tratta, a Gerusalemme o altrove.
- Non lo si ferma. Le truppe di Putin sferrano l’attacco. Costerà ingenti perdite loro, ma anche lo spianamento di rifugi e nidi di resistenza. La leadership ucraina sfugge al cerchio, e governa sull’ovest del paese, o in esilio, oppure si sacrifica e passa alla storia.
- Putin viene fermato da un colpo di mano interno, a Mosca
- L’esercito russo si attesta attorno a Kiev ma non muove all’attacco, aspetta di prendere la preda per fame, e intanto guadagna terreno nell’est e nel sud del paese, la questione Kiev diventa la questione Odessa
- La resistenza ucraina vince, imboscata dopo imboscata, l’attacco viene respinto
Alcune sono ipotesi remote, ma tutte rimandano a una domanda: che facciamo noi ? Passare armi a Kiev: non cambia le sorti del conflitto, e accresce il rischio di coinvolgimento, dopo che i convogli sono stati definiti obbiettivo militare. Aiuto umanitario: sacrosanto. Supporto alla diplomazia: nullo. Il clima informativo, politico, culturale è quello di una escalation. Circola un video prodotto a Kiev, dove con tecniche da videogioco si mostra Parigi sotto bombardamento. La frase che chiude la scena è semplice: “Se noi cadiamo, tu cadi”. Se in gioco contro il nuovo Hitler non è la Nato, ma l’Europa, se in gioco sono i nostri valori, la nostra stessa sopravvivenza, se in ballo è il rispetto di noi stessi – come tollerare inerti le stragi ? – allora la no fly zone è un dovere. Basta che ce lo dicano, facendo l’appello per vedere se qualcuno ha marcato visita. Devono convincerci che i russi, che da comunisti mangiavano i bambini, adesso bombardano ospedali per non farli nascere. Devono convincerci che torturano e uccidono apposta i civili per spargere il terrore. Devono convincerci che Stepan Bandera è uno dei fratelli Rosselli, che il Donbass è stato un incruento Sudtirolo, che Zelensky è l’uomo del destino, e non un leader tanto coraggioso quanto incauto. A me non serve: mi basta sapere che uno è l’aggressore e l’altro l’aggredito, per dare un giudizio in punta di fatto, e sperare che ci si fermi, non che si vada fino in fondo e a fondo, tutti, russi cattivi e ucraini buoni e noi con le nostre piccole truffe sui carburanti, gli inganni sulla pelle dei profughi, gli eroismi di carta e l’irrilevanza dei leader politici, la generosità semplice di chi invia e porta pannolini e latte. Ma per sperare che si negozi, che non si rotoli verso l’ineluttabile, mi basta il video di quella giovane donna che suona per l’ultima volta il pianoforte di casa sua. E’ solo Kharkiv.
Cito Toni Capuozzo
Nell’Occidente democratico, i docenti universitari vengono zittiti e censurati se le loro analisi - analisi, manco opinioni - non sono in linea con la linea decisa dall’alto, e che pertanto deve essere seguita su tutti i mezzi di comunicazione di massa. Poi questi vorrebbero dare lezioni di democrazia al resto del mondo
RispondiEliminahttps://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/luiss-orsini-censura-petizione/
Quello di cui non mi capacito e che mi fa imbufalire ogni giorno di più è che molti abbiano perso la capacità critica e di giudizio, rifiutandosi di capire gli scenari cui andremo incontro se non si troverà un accordo tra le parti. Disgustosi Il cinismo e l’incoscienza guerrafondaia, oltreché la malafede di chi manovra l’informazione.
RispondiEliminaA PROPOSITO DI NO-FLY ZONE.
Nell'ultima intervista con i giornalisti alla Casa Bianca, qualche giorno fa, il presidente Biden, che quasi sempre parla piano e biascicando un po' (ha quasi 80 anni), spazientito dalle continue domande dei giornalisti sulla necessità di instaurare la famosa no-fly zone sull'Ucraina, si è messo a gridare:
"LISTEN! NO FLY-ZONE = THIRD WORLD WAR! NO TO NO FLY-ZONE!! DID YOU HEAR ME?"
Tradotto : "Ascoltate! No Fly-Zone = Terza Guerra Mondiale!! No alla no fly-zone!! AVete sentito?".
Sicuramente Biden è stato catechizzato a dovere dai generali americani. INstaurare questa c.d. "no-fly zone" sarebbe pura follia.
E lo sanno bene i comandi militari.
Questi sino ad ora i fatti. Le decisioni importanti per la Nato le prende l'America. Che finora è decisamente contraria a questa misura.
RispondiEliminaI media ci fanno vedere il regime autoritario russo che "reprime il dissenso" con l'uso dell'identificazione facciale per via elettronica.
Tra l'altro, questa "identificazione" non è in uso da anni anche negli aereoporti internazionali nostrani? A Fiumicino da almeno 4 anni non è in vigore un secondo controllo, dove il macchinario elettronico identifica la foto sul tuo passaporto con quella della tua faccia ripresa sul momento dalla cellula elettronica?
Ma a prescindere. Il dissenso in Occidente viene invece ammesso?
Non lo viene. Viene subito represso con metodi più tradizionali.
Come è successo al prof. Orsini, studioso serio e preparato, coraggioso, che, già dal 2018 ha detto come sarebbe andata a finire con l'Ucraina e analizzato le colpe della politica americana. La Luiss lo sospende, per aver osato. Meno male che si critica continuamente il fascismo per i suoi metodi autoritari.
Va a finire che scopriremo esserci stata più libertà (di fatto) nell'insegnamento durante il fascismo che nel nostro attuale regime "democratico".
Gli strumenti del linciaggio mediatico, che ti cancellano dal web etc, sono i bracci secolari della Nuova INquisizione, quella al servizio della Rivoluzione Sordida dominante nel c.d. Occidente ed esportata ampiamente anche nella disgraziata Ucraina.
Z.
Il link all'episodio segnalato nell'articolo di Toni Capuozzo
RispondiEliminahttps://m.youtube.com/watch?v=3-wS_Zio8Mg
Mi sono stupita a leggere del disagio per la subitaneità del precipitare degli eventi. Dopo i primissimi giorni di guerra ho percepito come una insana e incontenibile voglia di guerra che si materializzava con l'invio di armi a un paese belligerante, insana decisione del nostro governo, l'unanimità in parlamento nel votare questa decisione, le sanzioni autocastratorie senza una logica sostenuta da una attenta analisi delle conseguenze per tutti i cittadini e per la nostra economia molto mal messa, insomma una strage di filistei a seguito di un Sansone impazzito. Chi, come me e non solo, ha invece una sanissima voglia di pace per adesso è all'angolo, ma la ruota gira, o se gira...
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RispondiElimina"che il Donbass è stato un incruento Sudtirolo.."
Paragone oscuro, che significa?
La soluzione della guerra deve essere politica, bisognerebbe mobilitarsi in questo senso.
Ma Zelinski continua a lanciare messaggi discordanti. Parla come uno che stesse vincendo quando il nemico ha accerchiato tutte le città più importanti e sta progressivamente controllando tutte le coste.
Sembra anche che i russi stiano impiegando ora le loro armi più potenti.
I civili finora sono stati colpiti, ma marginalmente, al di là di quello che sostiene la propaganda.
Credo che anche i russi sarebbero contenti di evitare un assalto diretto alle città.
Zelinski ha mostrato finora coraggio, l'esercito si è battuto bene, l'onore è salvo. Dovrrebbe negoziare realisticamente una resa onorevole, anche per la popolazione civile e il ritorno dei profughi, in gran parte donne e bambini.
Fatima.
RispondiElimina10 ore fa
DIARIO DI UN REPORTER OLTRE CORTINA - GIORNO 5
https://gloria.tv/post/ZYsXMppJAqrF2nWZ7HF8H7gxP