Pagine fisse in evidenza

martedì 1 marzo 2022

In Ucraina non si interrompono le Sante Messe

Dalle segnalazioni dei lettori.
Al netto delle questioni e degli schieramenti, in Ucraina fra carri in fiamme, atrocità e caccia che sfrecciano nei cieli si continua a celebrare la Santa Liturgia senza sosta coi fedeli.
Nella foto: la Santa e divina liturgia, è celebrata da un sacerdote cattolico di rito greco nella città di Vyšhorod, a meno di 20 km da Kiev, in un bunker alla luce di una lampadina. Segno che la Chiesa greco-cattolica non abbandona i suoi fedeli e la popolazione. Ed è diventato anche simbolo di speranza. “Questo prete - racconta un altro sacerdote, don Ryabukha - anche domenica scorsa si è riunito sotto la sua casa con un po’ di persone e ha celebrato l’Eucaristia, nonostante infuriasse la battaglia”. Da quando è iniziata questa guerra, i sacerdoti non hanno mai smesso di celebrare le messe. Le trasmettono anche online, tramite i social. Ma non hanno mai smesso neanche di andare a fare visita alle famiglie, di stare accanto ai profughi. "Ogni sacerdote, nelle proprie parrocchie, cerca di gestire, come può, l’aiuto concreto alle persone”... [vedi]
Qua ci hanno sprangato le porte per molto meno rispetto a bombe e proiettili vaganti...

12 commenti:

  1. Se notiamo che ci sono due bambini...le madri avranno una 30ina di anni massimo ed il prete anche meno delle due, questa foto è ancor più bella di quello che è già di per se.
    Io ho 31 anni e qui mi devo sorbire preti che parlano di cose mondane e sono l'unico della mia generazione che va a messa nel mio paese di 9000 abitanti.
    Messa novus ordo oltretutto. Pieno di mascherati, che odiano e ghettizzano coloro che non si sono vaccinati ma pregano per la pace!

    RispondiElimina
  2. Il capo del servizio segreto britannico MI6, citando i “diritti LGBT+”, parla della guerra in Ucraina e sottolinea “i valori e le libertà duramente conquistate che ci distinguono da Putin”.
    Valori suoi, non nostri.

    RispondiElimina
  3. Domani, Mercoledì delle ceneri (in capite ieiunii) Stazione a Santa Sabina, officiata dai padri predicatori. La basilica, cominciata sotto Celestino I (422-432) fu compiuta sotto Sisto III (432-440) Il luogo fu santificato da s. Domenico, s. Tommaso d'Aquino, s. Alberto Magno, s. Giacinto, s. Pio v. Reliquie insigni: delle sante Sabina e Serapia, martiri; dei SS. Alessandro, papa; Evenzio, Teofilo martiri (sotto l'altare maggiore) Ed inoltre stazione a Sant'Alessio, Santa Maria in Cosmedin. Orazione sopra il popolo: Tu, o Signore, ascolta propizio quanti si prostrano innanzi alla tua maestà; affinché, dopo essere stati nutriti del dono divino, siano sempre sostenuti dagli aiuti celesti. Per il Signore...

    RispondiElimina
  4. Mgr Roche annonce un document sur la formation liturgique des séminaristes
    https://fsspx.news/fr/news-events/news/mgr-roche-annonce-un-document-sur-la-formation-liturgique-des-seminaristes-71900

    RispondiElimina
  5. A prescindere da come si interpreti la crisi russo-ucraina, si deve comunque rispetto alla popolazione civile di entrambi i fronti, in quanto i giochi geopolitici sono in realtà ignoti ai più e prendere posizioni nette è temerario.
    La realtà non è sempre quella che il mainstream vuole farci credere e forse non esiste il buono ed il cattivo, ma solo situazioni complicate e problemi radicati nel tempo e di difficile soluzione.
    Trovo che il meccanismo di discriminazione e di istigazione all'odio collaudato perfettamente con i cosiddetti "no vax", sia scattato con la solita sadica sollecitudine con i musicisti russi.
    La rimozione del grande direttore d'orchestra Valéry Gergiev dal Teatro della Scala voluta dal sindaco Sala è un gravissimo atto di prepotenza e di discriminazione. La colpa del musicista sarebbe quella di essere rimasto in silenzio davanti ai recenti eventi bellici: secondo il primo cittadino di Milano, Gergiev avrebbe dovuto fare pubblica abiura e condannare il suo presidente Putin.
    O ci si adegua ad un pensiero, o si è fuori dalla società: ormai è una consuetudine consolidata.
    Dimmi come pensi e ti dirò cosa puoi fare.
    Sei libero, certo, libero di pensarla come voglio io.
    La follia continua: come previsto, stato di emergenza prorogato fino al 31 dicembre 2022, un'ottima scusa per continuare con i soprusi e le prevaricazioni.
    Ma alla fine la gente si sveglierà da questo torpore ormai lungo due anni?
    Stefano Burbi

    RispondiElimina
  6. di Eugenio Capozzi :
    "Si può pensare tutto il male possibile di Putin, si può e si deve da parte occidentale condannare l'invasione dell'Ucraina e fare tutte le pressioni utili a porre fine ad essa. Ma se la politica estera ha ancora una logica non si può in alcun modo trattare come uno "stato canaglia" un impero secolare, l'erede di una delle due superpotenze e attualmente ancora la seconda potenza militare mondiale, dotata di un arsenale nucleare che potrebbe far saltare in aria il pianeta e di un esercito convenzionale che potrebbe conquistare qualsiasi paese europeo.
    Quand'anche si volesse considerare la Russia putiniana come il nuovo "Impero del Male" e il nemico assoluto, a maggior ragione bisognerebbe ricordare che gli Stati Uniti con l'impero del male di Stalin stipularono un patto di spartizione delle zone d'influenza (Yalta) e rispettarono nei decenni successivi l'"equilibrio del terrore", perché erano coscienti che una guerra totale sarebbe stata la fine per entrambi. In virtù di quell'equilibrio l'Occidente, non dimentichiamolo, abbandonò al loro destino gli ungheresi nel 1956, i cecoslovacchi nel 1968, i polacchi nel 1981. E in quanto agli Stati-canaglia, gli Usa hanno trattato persino con la Corea del Nord, prendendo giustamente e realisticamente in considerazione i rischi derivanti dalle sue armi nucleari, e con l'Iran, perché non ne sviluppasse.
    Quindi se si pensa che la Russia di oggi sia una minaccia tale e quale all'Urss a maggior ragione è folle tentare di metterla con le spalle al muro per umiliarla, alzando la tensione in ogni modo e gettando benzina sul fuoco. Occorre tracciare delle linee chiare per la nostra sicurezza, ma sul resto trattare, trovare un minimo di terreno comune, promuovere mediazioni e patti. Anche una nuova Yalta se non si può fare di meglio, per arginare il caos e l'escalation.
    Ma davvero la Russia di Putin è l'impero del male? Non è lo stesso Stato che gli occidentali hanno invitato in tanti G8, con cui hanno stabilito nel 2002 il patto di consultazione Nato-Russia, in collaborazione con il quale hanno combattuto il terrorismo jihadista? Non è lo stesso Stato da cui acquistano ogni sorta di materie prime, non solo gas e petrolio ma anche minerali preziosi per microchip e industria digitale?
    E si può affermare che in Russia esiste un regime più autoritario, oppressivo, imperialista, pericoloso per gli interessi e i principi occidentali di quello che esiste in Cina, verso il quale l'atteggiamento di governi e classi dirigenti occidentali sembra molto meno ultimativo?
    D'altra parte la politica di potenza russa verso l'Europa orientale, come in Medio Oriente, non è che una continuazione della sua tradizione imperiale e una conseguenza della sua posizione geopolitica. Va contenuta e arginata, ma è ridicolo, e pericolosissimo, demonizzarla come se fosse il parto di un dittatore pazzo. E l'isolamento totale della Russia da parte dell'Occidente non fa che favorire la saldatura di un asse sino-russo antioccidentale, comprensivo dei tanti satelliti asiatici e africani di Pechino, e al quale potrebbero aggiungersi - se ne stanno già vedendo le avvisaglie - paesi "pesanti" nel mondo globalizzato come India e Brasile.
    Conviene questa deriva, oltre ai rischi immediati di guerra totale, a noi occidentali? Conviene avere i russi di nuovo come nemici assoluti, rinforzo strategico dell'antagonista nostro più potente a ridosso dell'Europa come costante incubo, invece che come partner, associati o quanto meno interlocutori non ostili? Tra Occidente e Russia esiste un grado di compatibilità economica e culturale molto più alto che tra Occidente e Cina. Perché farci del male da soli, e accelerare la nascita di un mondo dominato da forze extra- e anti-occidentali?"

    RispondiElimina
  7. @1 marzo 2022 23:18
    Personalmente ricordo gli aiuti della povera popolazione russa ai soldati italiani in ritirata riportato nel libro "Centomila gavette di ghiaccio".

    RispondiElimina
  8. Propongo di inviare una lettera di scuse all'Ambasciatore russo in Italia da parte dei cittadini Italiani liberamente associatesi per la riprovevole rimozione del grande direttore d'orchestra Valéry Gergiev dal Teatro della Scala' con l'augurio di di poterlo presto accogliere in un teatro e in un contesto più degno.

    Maria, potresti scrivere una lettera simile, farla girare, firmare dagli Italiani e inviarla all'Ambasciatore russo?

    Grazie.

    RispondiElimina
  9. Ottimo suggerimento. Ce l'avevo nel cuore il rammarico di non poter dire non in mio nome...
    Ovviamente non mi riferisco alla guerra, che è esecrabile, ma al clima antirusso con narrazioni pilotate unilaterali in nome di pseudo-valori di un occidente che ha perso le sue radici.

    RispondiElimina
  10. La storia di un sacerdote che, nella città di Vyšhorod, a meno di 20 km da Kiev, celebra le messe in un bunker alla luce di una lampadina, è il segno che la Chiesa greco-cattolica non abbandona i suoi fedeli e la popolazione. Ed è diventato anche simbolo di speranza. “Questo prete - racconta un altro sacerdote, don Ryabukha - anche domenica scorsa si è riunito sotto la sua casa con un po’ di persone e ha celebrato l’Eucaristia, nonostante infuriasse la battaglia”. Da quando è iniziata questa guerra, i sacerdoti non hanno mai smesso di celebrare le messe. Le trasmettono anche online, tramite i social. Ma non hanno mai smesso neanche di andare a fare visita alle famiglie, di stare accanto ai profughi. "Ogni sacerdote, nelle proprie parrocchie, cerca di gestire, come può, l’aiuto concreto alle persone”...
    https://bit.ly/3MbUvuo

    RispondiElimina

  11. Gli aiuti ai soldati italiani in ritirata sul fronte russo (28 giorni) da parte della popolazione :
    Gli italiani combattevano sul fronte del Don, quindi in Ucraina. La popolazione che li aiutava era ucraina.

    RispondiElimina
  12. Sindacato CEI dove sei?02 marzo, 2022 22:06

    @2 marzo 2022 17:38
    ..tale e quale che da noi!

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.