Possibile che anche in occasione del Corpus Domini, il leit-motiv debba essere i poveri e l'ambiente [qui]? Non è la festa di quel Sacramento che solo può togliere la fame di Dio, che è la radicale povertà dell'uomo? Eppure lo ricorda all'inizio la Sequenza Lauda Sion [vedi]: Laudis thema specialis/ panis vivus et vitalis/ hodie proponitur (Il tema speciale della lode odierna è il Pane vivo che dà la vita).
Allora, annunciamo e inneggiamo a quel Dio che si è fatto carne e poi pane vivo per nutrirci in questo mondo e grazie a ciò risuscitarci nell'altro. Sono sempre di più quelli che non sanno nulla di Gesù Cristo, mentre dei poveri, dei migranti, degli ucraini ecc. ne sentono parlare a iosa. Non ha Lui assicurato che i poveri li avremo sempre con noi, ma non sempre avremo Lui? Parola misteriosa: ma ci ricorda che Egli non è venuto a risolvere il problema della povertà, o a portare la pace universale, ma a rendere presente Dio nel mondo.
Per questo dobbiamo onorarlo, sì, anche con drappi e ori e lumi, perché egli è il Signore e il Re dell'universo! Giovanni Crisostomo richiama a non disgiungere l’onore dato a Cristo nella liturgia e l’onore dato a Cristo nel povero: "Vuoi onorare il corpo di Cristo? “Ebbene, non tollerare che egli sia nudo; dopo averlo onorato qui in chiesa con stoffe di seta, non permettere che fuori egli muoia per il freddo e la nudità. … Dico questo non per vietarti di onorare Cristo con tali doni, ma per esortarti a offrire aiuto ai poveri insieme a quei doni, o meglio a far precedere ai doni simbolici l’aiuto concreto … Mentre adorni la chiesa, non disprezzare il fratello che è nel bisogno: egli infatti è un tempio assai più prezioso dell’altro." (Giovanni Crisostomo, Commento alla seconda lettera ai Corinti, Omelia 20,3, PG 61,540).
Unum facere et aliud non omittere. Non citiamo a metà. In quale parrocchia cattolica non ci si prende cura del povero? La presenza di Gesù Cristo nel povero è morale; mentre quella nel Sacramento è vera, reale, sostanziale. Una bella differenza!
Al Corpus Domini, quindi, prendiamoci cura di Lui. E non disturbiamo la preghiera processionale con didascalie sociologiche e commenti ideologici che non aiutano ad adorare. Soprattutto ricordiamoci che la processione è un sacramentale, ovvero deve aiutare tanti che sono lontani, ad avvicinarsi a Dio, a coglierne la Presenza.
Per questo, san Tommaso invita ad osare quanto più possibile nella lode al Sacramento (tantum audes quantum potes). Come potrebbero i tanti giovani e adulti essere almeno incuriositi e, come Zaccheo, alzarsi dai tavolini e dagli smartphone a cui sono intenti, se il Santissimo, zigzagando tra le isole pedonali della città - viene portato quasi furtivamente, senza nemmeno una lampada che lo illumini, una tromba che ne annunci il passaggio? Chi se ne accorge che passa il Signore dei signori e il Re dei re (Gregorio di Nissa)? Dove son finiti i simboli amati dai liturgisti?
Poi, la processione dovrebbe essere accompagnata dalle litanie, parola greca che sta a ricordare appunto la particolare forma breve ripetuta di preghiera nata per le antiche stationes, ossia i percorsi processionali da una chiesa all'altra. Invece delle intenzioni intellettualistiche, se non ideologiche e quindi stucchevoli, si recitino le litanie del Santissimo Sacramento. E litanie della Madonna e quelle dei Santi: perché no? il Signore, in Cielo non vive da solo, ma con Maria, gli Angeli e i Santi, e in terra opera con la loro intercessione.
Orientales docent. Sul repertorio di canti sacri (sic!), si rimanda ai giudizi severi del benedettino Anselmo Susca, di Domenico Bartolucci e... di Riccardo Muti, per non risalire a quelli nichilisti di Nietzsche: "vorrei canti di gente salvata". Infine, che ci faceva un gazebo di Protestanti nella strada principale attraversata dalla processione, in cui hanno continuato la loro assemblea senza manco diminuire il volume dell'altoparlante? Sapessero o meno che c'era la processione del Corpus Domini, almeno il rispetto, non dico... l'ecumenismo!
Dunque, se il mondo si corrompe, non lamentiamoci: il sale del cristianesimo è diventato insipido. E le nostre liturgie, come se Egli non fosse presente e ascoltasse: danze vuote intorno al vitello d'oro che siamo noi stessi. Siamo noi chierici a favorire la secolarizzazione: la pagheremo cara, disse Giovanni Paolo II! E lo vediamo.
Per non metterci in ginocchio davanti a Cristo, ci stiamo inginocchiando davanti al mondo. "Quanti padroni finiscono per avere quelli che rifiutano l'unico Signore" (S.Ambrogio) - Fonte
Dalla chiesa conciliare - apostata - non bisogna attendersi niente di diverso.
RispondiEliminaForse voleva dire post-conciliare...
EliminaNo, non mi sono affatto sbagliato. La "chiesa conciliare" (card. Benelli) NON è la Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Evito ulteriori polemiche, tanto lei conosce benissimo i termini della questione.
EliminaLa Chiesa è resta sempre LA Chiesa al di là di ogni sua deformazione
Eliminahttps://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-francesco-chiude-messa-latino-non-si-torna-indietro-2046790.html
RispondiElimina"...il sale del cristianesimo è diventato insipido..."
RispondiEliminaInsipidissimo. Chiediamoci il perché, il come, il quando...vogliamo correre ai ripari? ...per strano che possa sembrare, non credo che nessuna comunità oggi possa avere qualche effetto terapeutico sul cristianesimo in coma...saranno i singoli, forse, a frenarne la caduta, la scomparsa.
La spiritualità e la cultura cattolica sono state 'cancellate' in un lento processo
di anni ed anni, di secoli e secoli, finché il mandato di NSGC è rimasto custodito nei cuori dei cristiani,non ci sono stati ostacoli in grado di tacitarne la Parola, poi è accaduto qualcosa, la modernità, il Nemico di sempre, l'infiacchimento interno, il sistema che si è sostituito alla santità, difficile farne un analisi precisa, il risultato è ora sotto i nostri occhi.
Unam Sanctam. Sembra che ciò che è cattolico nella Diocesi di San Francisco non lo sia a Roma. E che cos'è "cattolico"?
RispondiEliminaLa speaker della Camera dei rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, ha fatto la comunione durante la messa presieduta da papa Francesco oggi a San Pietro nonostante l'arcivescovo di San Francisco glielo avesse vietato per il suo sostegno all'aborto. (ANSA)
"NON POSSIAMO tornare a quella forma rituale che i Padri conciliari, cum Petro e sub Petro, hanno sentito la necessità di riformare, approvando, sotto la guida dello Spirito e secondo la loro coscienza di pastori, i principi da cui è nata la riforma. I santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II approvando i libri liturgici riformati ex decreto Sacrosancti Œcumenici Concilii Vaticani II hanno garantito la fedeltà della riforma al Concilio. Per questo motivo ho scritto Traditionis Custodes, perché la Chiesa possa elevare, nella varietà delle lingue, una sola e identica preghiera capace di esprimere la sua unità. Questa unità, come già ho scritto, INTENDO CHE SIA RISTABILITA in tutta la Chiesa di Rito Romano"
RispondiEliminadalla lettera "Desiderio desideravi" data da Bergoglio in data odierna
Parole che non lasciano luogo a interpretazioni cerchiobottistiche, ad ermeneutiche di sorta.
RispondiEliminaLa liturgia montiniana e il Vaticano II sono inscindibilmente uniti – parola di Francesco! – e non si devono mettere in alcun modo in discussione. Non si può tenere l’uno e rigettare o tentare di eludere l’altra.
Né tantomeno si può da un lato accettare il Vaticano II e la sua liturgia e farsi paladini dei riti antecedenti le riforme. Questi negano quelli e quelli questi.
“Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso” (Benedetto XVI)
RispondiEliminaPerò resta il fatto che BXVI NON HA MAI celebrato la Messa di S. Pio V. E ciò pesa moltissimo, come pesò dopo la promulgazione del MPSP quando disse che esso era solo per venire incontro a un gruppo di nostalgici del rito antico (da cui lui si riteneva fuori?)
RispondiEliminaNella nuova lettera apostolica "Desiderio desideravi" (piena di luoghi comuni modernistici e di autocitazioni) Bergoglio
RispondiElimina"conclude" così:
"Dato a Roma, presso San Giovanni in Laterano, il 29 giugno, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, dell’anno 2022, decimo del mio pontificato."
Notare il MIO al posto dell'abituale NOSTRO.
A Catholicus Romanus delle 23.47 di ieri:
RispondiEliminaMi chiedo come sia possibile che nella "Desiderio desideravi" si citi "la coscienza di pastori" (San Paolo VI e San GPII) escludendo sistematicamente quella di S.S Benedetto XVI, verso cui si continua, in pratica, ad opporre dileggio su dileggio...
Mi pare che a nessun papa sia negato il rispetto come a BXVI. Non rispetto, figurarsi obbedienza...
Se fosse possibile, almeno tra di noi, evitiamo classifiche tra i pontefici. Stendiamo un pietoso velo sui modernisti, da quelli di ferro a quelli di gelatina. Se poi occorrerà spiegare a qualche cattolico dormiente o giovinetto, si spieghi con sobrietà senza tirare fuori i defunti di questo o quel pontefice.
RispondiEliminaMi dispiace che i molti ancora non vedono o non vogliono vedere l’inconsistenza dell’assunto: VO e NO due forme dello stesso rito. Tra questi molti intendo conservatori e tradizionali moderati e biritualisti, quella grande galassia informe magmatica, tra cui è da annoverare anche lo scrittore del presente articolo. L’ultima “lettera apostolica” DD porta alla luce quello che dal CVII era in ombra, nelle tenebre. Il CVII e la riforma liturgica montiniana ha creato una nuova religione con un culto proprio: nuova chiesa cattolica hegellina. La Chiesa cattolica militante è visibile in pochi fedeli e in pochi clericali. Essa non potrà mai essere distrutta per promessa Divina. Sono energie sprecate quelle finalizzate alla denuncia di abusi, eresie strampalaggini. Per uscire fuori da questo labirinto inestricabile è necessario prima di tutto prendere coscienza di tutto questo: vi è la Chiesa Cattolica e la nuova chiesa cattolica hegellina. Perché scandalizzarsi per il parroco di Budrio e l’atteggiamento di Zuppi: essi sono membri di un’altra religione con il suo culto e la sua fede. Perché scandalizzarsi per i molteplici atteggiamenti di Bergoglio? Egli è parte di un’altra feede e un’altra religione. Se non si comprende veramente tutto questo non è possibile uscire da questa grave crisi. Qualcuno poi potrebbe obiettare: ma la chiesa Cattolica deve avere anche un capo visibile. Il capo visibile, che ora fisicamente è molto dubbio chi sia, c’è ma è collocato in nella chiesa cattolica hegellina. Che il signore possa ricollocare il Papa nella sua chiesa così da recidere definitivamente l’enorme parassita avvinchiato al Suo Ovile. Alessandro da Roma.
RispondiEliminaCondivido interamente il suo ottimo commento. Pax et bonum.
EliminaNon si torna indietro? Ma nemmeno si va avanti.
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RispondiEliminaChiesa cattolica "hegellina"? Che vuol dire?
Forse un refuso per "hegeliana", che sarebbe
comunque incomprensibile, nel contesto.
G.