Ringraziamo Andrea Mondinelli per la condivisione del suo scritto diretto a don Gabriele Mangiarotti di Cultura Cattolica sulla sentenza della Corte Suprema USA. Interessante approfondimento che dimostra che non è tutto oro quello che luce, anche se in un sistema così degradato per lo meno è caduto il dogma abortista. Precedenti qui - qui.
Non c’è diritto costituzionale all’aborto. Tutto OK?
Abbiamo imparato a leggere la realtà tenendo conto di tutti i fattori. Il nostro motto «Mille argomenti. Un solo giudizio» è il criterio con cui accostiamo i fatti. Anche la sentenza della Corte Costituzionale americana. Raccogliamo le riflessioni di questa lettera di Andrea Mondinelli per capire come quanto accaduto ci provoca.
Nella speranza di un confronto costruttivo.
P.S.: Non dimentichiamo il monito di Chesterton: «Sopprimete il soprannaturale, non resta che quello che non è naturale» [Il soprannaturale è naturale. Scritti per l’Italia]
Caro don Gabriele,
ieri, festa liturgica del Sacro Cuore di Gesù, è avvenuto una sorta di miracolo politico: l’abolizione, da parte della Corte suprema, della famigerata sentenza Roe contro Wade, che di fatto legalizzava l’aborto procurato negli USA.
Da oggi in poi, ogni singolo Stato potrà legiferare in materia. Non c’è diritto costituzionale all’aborto, la Costituzione non vieta ai singoli Stati federati di legiferare su questo tema che è profondamente morale; perciò, scrivono i giudici, ora “annulliamo queste decisioni e restituiamo tale autorità al popolo e ai suoi rappresentanti eletti” (qui).
In ben 26 Stati ci saranno restrizioni pesanti alle leggi abortifere (qui): “l’aborto è illegale in Texas con effetto immediato”, ha affermato il procuratore generale Ken Paxton, sottolineando che le strutture che offrono le interruzioni di gravidanza possono essere considerate “responsabili penalmente a partire da oggi” poche ore dopo la sentenza della Corte.
Rallegriamoci degli aspetti molto positivi che, nel contingente, salveranno molte vite, ma non nascondiamo l’aspetto profondamente negativo della Sentenza della Corte Suprema, contenuto nella motivazione: “annulliamo queste decisioni e restituiamo tale autorità al popolo e ai suoi rappresentanti eletti”. I giudici, in sostanza, hanno sancito che la vita possa essere messa ai voti e che tale autorità appartenga al popolo. Di più e peggio che ogni autorità morale spetti al popolo sovrano.
Questo è il peccato mortale delle democrazie liberali, sempre condannato dal Magistero ante concilio Vaticano II. Per comprenderlo è necessario rileggersi la Lettera apostolica Notre charge apostolique (qui) di San Pio X, in cui viene condannato il Sillon. Eccone alcuni stralci significativi:
Il Sillon ha la nobile preoccupazione per la dignità umana. Tuttavia questa dignità l’intende come certi filosofi di cui la Chiesa è ben lungi dal doversi vantare. Il primo elemento di questa dignità è la libertà, intesa nel senso che, salvo in materia di religione, ogni uomo è autonomo. Un’organizzazione politica e sociale fondata su questa duplice base, la libertà e l’uguaglianza (alle quali presto verrà ad aggiungersi la fraternità) è quanto chiamano Democrazia. [21] Il Sillon situa in primo luogo la pubblica autorità nel popolo, da cui passa poi ai governanti, ma in modo tale che continua a risiedere in esso. Orbene, Leone XIII ha formalmente condannato questa dottrina nella sua Enciclica Diuturnum illud sul Principato politico, in cui dice “Un gran numero di moderni, seguendo le orme di quanti, nel secolo scorso, si diedero il nome di filosofi, dichiarano che ogni potere deriva dal popolo; di conseguenza, quanti esercitano il potere nella società, non lo esercitano come di loro propria autorità, ma come un’autorità a essi delegata dal popolo e a condizione di poter essere revocata dalla volontà del popolo, da cui l’hanno. Del tutto opposta è la convinzione dei cattolici, che fanno derivare da Dio, come dal suo principio naturale e necessario, il diritto di comandare”. Indubbiamente il Sillon fa discendere da Dio questa autorità che situa anzitutto nel popolo, ma in modo tale che “essa risale dal basso per andare in alto, mentre, nell’organizzazione della Chiesa, il potere discende dall’alto per diffondersi in basso”. Tuttavia, oltre il fatto che è cosa anormale che il mandato salga, perché è per sua natura discendente, Leone XIII ha confutato previamente questo tentativo di conciliare la dottrina cattolica con l’errore del filosofismo. Infatti, prosegue: “È importante sottolinearlo qui; quanti presiedono al governo della cosa pubblica possono certamente, in determinati casi, essere eletti dalla volontà e dal giudizio della moltitudine, senza che ciò ripugni o si opponga alla dottrina cattolica. Tuttavia, se questa scelta designa il governante, non gli conferisce l’autorità di governare; non delega il potere, ma designa la persona che ne sarà investita”.[22] D’altronde, se il popolo resta detentore del potere, che cosa diventa l’autorità? Un’ombra, un mito; non vi è più legge propriamente detta e non vi è più ubbidienza.[…] No, Venerabili Fratelli, non vi è vera fraternità al di fuori della carità cristiana, che per amore di Dio e del suo Figlio Gesù Cristo, nostro Salvatore, abbraccia tutti gli uomini per confortarli tutti e tutti condurre alla stessa fede e alla stessa felicità celeste. Separando la fraternità della carità cristiana intesa in tal modo, la Democrazia, lungi dall’essere un progresso, costituirebbe un disastroso regresso per la civiltà. Infatti, se si vuol arrivare, e noi lo desideriamo con tutta l’anima nostra, alla maggior quantità di benessere possibile per la società e per ciascuno dei suoi membri, per mezzo della fraternità, oppure, come ancora si dice, per mezzo della solidarietà universale, sono necessarie l’unione degli spiriti nella verità, l’unione delle volontà nella morale, l’unione dei cuori nell’amore di Dio e di suo Figlio, Gesù Cristo. Orbene, questa unione è realizzabile soltanto per mezzo della carità cattolica, la quale solamente, di conseguenza, può condurre i popoli sul cammino del progresso, verso l’ideale della civiltà.[25] Infine il Sillon pone, alla base di tutte le falsificazioni delle nozioni sociali fondamentali, un’idea falsa della dignità umana. A suo avviso, l’uomo sarà veramente uomo, degno di questo nome, soltanto a partire dal giorno in cui avrà acquisito una coscienza illuminata, forte, indipendente, autonoma, che può fare a meno di un padrone, che ubbidisce solo a sé stessa ed è capace di assumere e di portare senza cedere le più gravi responsabilità. Ecco i paroloni con cui si esalta il sentimento dell’orgoglio umano; come un sogno che trascina l’uomo, senza luce, senza guida e senza soccorso, sulla via dell’illusione, dove, aspettando il gran giorno della piena coscienza, sarà divorato dall’errore e dalle passioni. E questo gran giorno, quando verrà? A meno di cambiare la natura umana (il che non rientra nel potere del Sillon), verrà mai? E i Santi, che hanno portato la dignità umana al suo apogeo, avevano tale dignità?
La sentenza della Corte appartiene a pieno titolo alla definizione di Democrazia condannata da San Pio X come disastroso regresso per la civiltà. Per inciso, non esiste un deep State, se non nel senso che la democrazia liberale lo è in tutta la sua manifestazione ed esistenza.
In sostanza, quella che oggi sembra una vittoria si tramuterà, prima o poi, in una sconfitta ancora più grave, perché avallata dal popolo. È un dato oggettivo intrinseco al sistema. Ed eccone il motivo: questa “società democratica” che si pretende votata alla “promozione” della persona umana, è in realtà, diciamolo senza timore, una dissocietà il cui solo collante non può essere altro che una contraffazione della grazia soprannaturale: la religione dell’umanità, travestimento del culto di adorazione che la persona umana tributa a se stessa. La persona il cui fine soprannaturale è Dio nella sua intimità non può far altro che idolatrare se stessa una volta che la sua relazione con la Trascendenza sia riabbassata nel temporale. L’Io al posto di Dio. In tal modo, la “società” o più esattamente la dissocietà non è più considerata nella sua finalità naturale e nella sua struttura organica ordinata al bene comune, all’unione, alla pace tra cittadini. Diventa una pasta molle nella quale viene ad imprimersi con l’astuzia o la violenza, se non entrambi, la ragione del più forte, del più cinico. Questa “pasta molle” è l’oggetto di lavoro dell’informazione deformante dei mass media democratici. Nel caso in oggetto stanno già marciando a grande ritmo, come facilmente constatabile dalla rassegna stampa di oggi.
Ma qual è il meccanismo dei mass media democratici? Lo spiega bene il grande filosofo belga Marcel De Corte, nel suo capolavoro “L’intelligenza in pericolo di morte” (qui):
Affinché il «cittadino» sia istruito di quanto accade nella collettività di cui è un atomo, i valori di verità, di bontà, di bellezza, che comporta oggettivamente il fatto, sono, d’ufficio, messi tra parentesi. Questo si chiama «tolleranza» dell’opinione altrui, «rispetto della persona». La ricerca di questo valore richiederebbe del resto, tempo, penetrazione, e uno sforzo talvolta notevole, invece bisogna fare presto. Infatti, senza comunicazione, la società di massa si sparpaglia in ciò che è: una «dissocietà». È necessario dunque informare di continuo, comunicare di continuo e il più rapidamente possibile. Le successive edizioni dei quotidiani, del giornale parlato o televisivo non hanno nulla di specificatamente commerciale, rispondono ad una necessità. Lo stesso può dirsi della ripetizione delle notizie. Quel che si deve fare è legare gli uomini fra loro, imprimendo nella loro immaginazione una stessa rappresentazione degli avvenimenti. Tale operazione dev’essere continuamente fatta e rifatta, con forza di stampaggio crescente; perciò si è passati dal giornale all’immagine audiovisiva della televisione, dove la concorrenza sempre più viva tende ad eliminare lo scritto, rendendo ad un tempo il telespettatore più passivo del suo antenato, lettore di quotidiani. Una tale evoluzione è inevitabile. I segni della scrittura significano ancora troppo e fanno ancora appello all’intelligenza del reale. La loro potenza incantatoria è imperfetta. Si può sfuggire alla loro presa, confrontare, prendere una distanza di fronte al testo, ritrovare sé stesso. Tutto ciò stabilisce vari piani di lettori. V’è il rischio che nasca una specie di aristocrazia capace ancora di giudizio. Il giornale, nonostante la sua tendenza a far colpo, alla retorica d’urto è ancora uno strumento inadeguato per legare gli atomi della società di massa. Occorreva un utensile più idoneo.Quel che Kafka dice del cinema si applica esattamente all’informazione televisiva: «Il cinema altera la visione. Il ritmo precipitato dei movimenti, il cambiamento rapido delle immagini fanno sì, per forza, che queste immagini sfuggano all’occhio. Non è lo sguardo che si impadronisce delle immagini, ma queste si impadroniscono dello sguardo. Sommergono la coscienza. Il cinema — diciamo noi la televisione — mette l’uniforme all’occhio che fino ad oggi era nudo... L’occhio è la finestra dell’anima, i film, la cronaca filmata, l’informazione audio-visiva sono imposte di ferro davanti a questa finestra». In altre parole, la televisione è la macchina perfetta per fabbricare le rappresentazioni che la massa senza cultura assorbe unanime: si impone così a ciascuno la stessa immagine, la stessa uniforme. L’immagine impedisce che la società di massa si dissoci.La principale legge deformante dell’informazione non è, però, negativa, come la precedente. Ma come lascia intravedere quanto si è detto, rappresenta nel campo politico e in quello sociale la stessa parte che le forme a priori della sensibilità e delle categorie mentali rappresentano nella conoscenza secondo Kant. L’informazione è quasi sempre una in-formazione, una forma introdotta nella materia dei fatti, una maniera di concepirli imposta loro dall’informatore, in maniera da rendersi padrone della mente di chi viene informato. Come il pensiero secondo Kant non conosce delle cose se non quanto vi mette, l’informato non conosce della storia presente, passata e futura, di cui l’informazione gli traccia il quadro, che la l’interpretazione nella quale l’informatore la racchiude. È fin troppo chiaro, infatti, che l’individuo, membro della società di massa, non può orientarsi nel dedalo dei fatti, degli esseri e delle cose coi quali entra in rapporto per mezzo della informazione, senza ricevere qualche indicazione sul loro significato e senza ordinarli. Ha quindi bisogno di cornici, di etichette, di forme. Gli indicatori politici e religiosi (e i loro ispiratori, beninteso) sono in questo campo autentici virtuosi dell’ermeneutica dei fatti. Gli esempi abbondano nella stampa di ogni giorno.[…] Il fine perseguito dall’informazione deformante è chiaro: carrozzare l’avvenimento in maniera tale che sembri dire il contrario di quanto significa. La fonte di queste rappresentazioni stereotipe, che modellano i fatti sulla specifica eccitazione da provocare, è manifestamente la soggettività degli informatori e di quelli che li comandano. Uno spirito oggettivo riceve l’oggetto. La mente soggettiva invece si proietta sull’oggetto ridotto in precedenza allo stato di materia docile e duttile. Vi proietta le idee e le immagini che egli se ne fa e che, nate da lui, portano il suo segno. Così costantemente ritrova sé stesso negli esseri e nelle cose che egli informa. Qui tutta l’arte dell’informazione sta nel trovare una forma che si imprima sull’oggetto in maniera che l’individuo di massa l’accetti o la rifiuti. Qui si tratta di scoprire una maniera di interpretare gli esseri e le cose capace di scatenare nei loro confronti un comportamento positivo o negativo. Grazie a queste forme a priori, agli stampi così forniti gratuitamente, l’individuo della società di massa si convince di potere agevolmente riconoscere tutto quanto gli è ostile oppure favorevole.
Non ha più bisogno di ragionare, di far personalmente una scelta, una opinione propria corrispondente alla realtà. Automaticamente applica i modelli prefabbricati di cui la propaganda gli ha arredato l’immaginazione, agli avvenimenti, agli uomini, alle condizioni che gli si presentano. E poiché tutti gli altri individui della collettività di cui fa parte sono stati sottoposti dall’informazione allo stesso bombardamento, viene a crearsi l’unanimità quasi completa che mina a meraviglia la coesione sociale delle comunità naturali e la soverchia.
L’antidoto a questo veleno è uno e uno soltanto: è dal soprannaturale, da una persistenza energica e senza cedimenti della sua presenza, che il naturale potrà rinascere. Fare la volontà di Dio è la nostra santificazione, la nostra partecipazione alla vita soprannaturale di Dio: haec est voluntas Dei, sanctificatio vestra. Ora non c’è soprannaturale senza presenza del naturale: gratia naturam supponit. Lì dove c’è ancora il soprannaturale, il naturale è presente. È facile trarne le conclusioni. La storia lo conferma. Non sono né i guerrieri, né i diplomatici, né tanto meno i giudici o le sentenze che hanno creato la civiltà occidentale in ciò che ha di umano, sono i SANTI. Quando la Gerarchia della Chiesa si consacrerà unicamente alla propria santificazione e all’amore soprannaturale di Dio, il nostro mondo, scosso dall’artificialismo e dal soggettivismo individuale o collettivo, recupererà la sua stabilità: il bene comune temporale finalizzerà i comportamenti in modo stabile e la prudenza politica ne scoprirà i mezzi, perché il Bene Comune soprannaturale e immutabile manifesterà ancora la sua presenza effettiva nel mondo.
Un forte abbraccioAndrea Mondinelli
Clamoroso il silenzio di Bergoglio anche nei consueti saluti di oggi...
RispondiEliminaSe "Aborto" è una parola ipocrita per non dire "uccisione di un essere umano nel grembo della madre" (sta per indicare l'interruzione spontanea di gravidanza che può avvenire per svariate cause), ancor più ipocrita se non orwelliana è la definizione
RispondiElimina"salute riproduttiva" usata dalla Pelosi...
ABORTO
RispondiElimina"Non c'è depravazione più grande di quella di chi, dimentico dei propri doveri genitoriali, diventa l'assassino dei propri figli. Apprendiamo di come questo crimine sia in crescita in tutte le province del nostro regno a tal punto che non solo gli uomini ma anche le donne sono trovate ree."
Codice Visigoto, redatto nel VII secolo, capitolo VI circa l'aborto.
Il codice prosegue intimando alle autorità che i responsabili dell'aborto, sia uomini che donne, siano severamente puniti alla stessa maniera.
Sciacquatevi la bocca quando nominate il "Medioevo".
Il regno visigoto che ebbe il suo floruit nell'alto medioevo, aveva ben chiaro quanto fosse sacra la vita dei bambini, nati già e ancora nel ventre delle madri.
Persino i gesuiti modernisti festeggiano la fine della legge federale abortista di Roe v Wade alla differenza di certi allineati "di destra"...
RispondiEliminaSorprendente posizione dei gesuiti statunitensi.
The Society of Jesus in the United States welcomes the Supreme Court’s decision to overrule Roe v. Wade. Abortion is a massive injustice in our society, and today’s ruling is a critical step toward the legal protection of all unborn children.
- Jesuit News via Twitter
"Che alla ridefinizione della questione aborto la PAV risponda con l’educazione sessuale rende l’idea di una forma mentis gravemente fuori fuoco, che intende in realtà proporre una visione dell’Uomo carente e già battuta dai fatti"
RispondiEliminaCatholicus.
RispondiEliminaNon le sembra di esagerare? L'educazione a procreare in modo corretto, a tempo e luogo, è proprio ciò che manca.
Bisognerebbe ricordare alla PAV
RispondiEliminaDalla Costituzione del Concilio Vaticano II "Gaudium et spes", I, 51:"Infatti Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l'altissima missione di proteggere la vita: missione che deve essere adempiuta in modo umano. Perciò la vita una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; e l'aborto come l'infanticidio sono abominevoli delitti".
E con le assassine, e i loro complici, che hanno abortito, come la mettiamo?
RispondiEliminaMisericordismo a go go o giustizia?
Leggete attentamente questo elenco di aziende:
RispondiEliminaJp Morgan.
Microsoft.
Apple.
Netflix.
Disney.
Meta.
Uber.
Levi's.
Nike.
Sony.
Ecco, queste aziende pagheranno alle proprie dipendenti che risiedono in Stati americani dove l'aborto è vietato, il viaggio per andare ad abortire altrove.
Morale: il grande capitale finanziario perora la causa dell'aborto con tanto di investimenti economici.
Non vi basta forse, cari antagonisti di sinistra, per domandarvi se ciò che chiamate "diritto" non sia piuttosto un profitto di quel bieco sistema capitalistico sulla pelle dei proletari che millantate di combattere?
Una luce nella notte più nera, un bagliore dove il buio è più pesto. Questo è il senso della sentenza sull'aborto della Corte Suprema degli Stati Uniti.
RispondiEliminaProprio nel centro direttivo della Sovversione mondiale, nel cuore del sistema orgiastico-mercantile, nel regno della quantità, del Vitello d'oro, dell'ultracapitalismo liberal, del gender, del politicamente corretto, del pensiero unico, del femminismo più tossico e delll'omosessualismo ideologico, della cultura della cancellazione, della rivoluzione digitale, del consumismo sfrenato, dell'imperialismo guerrafondaio, della più perversa società dello spettacolo, del materialismo più brutale e della spiritualità alla rovescia, arriva la decisione (contro)rivoluzionaria della Corte Suprema.
Intendiamoci bene : la sentenza non abolisce affatto l'aborto negli Usa. A New York, vera patria di Moloch, rimarrà l'infanticidio dell'aborto al nono mese. E rimarrà l'aborto in tutti gli Stati che lo vogliono, anche fino al settimo, ottavo, nono mese (poichè la malvagità non ha limiti). Ma gli altri Stati, in un sistema federale, avranno la possibilità di ridimensionare fortememente le pratiche abortive. Di questi tempi è già tanto. Ed è un segnale della Provvidenza.
L'amico Thomas Fleming, un grande intellettuale americano, ha commentato: "E' una sentenza eccellente e farà molto bene, ma come società l'America adora Moloch, non Cristo".
Ma proprio per questo, perchè viene da quella società plutocratica, nichilista e spiritualmente rovesciata dove il culto di "colui che è il rovescio di Dio" (Bataille) è più forte e radicato - e da dove si diffonde nel mondo - la piccola luce accesa dai giudici della Corte Suprema splende molto più forte.
La storia è ancora aperta.
Martino Mora
...Da Lutero in poi, tutta la complessità del mondo occidentale (e non solo) si è costituita non nell'idea di progresso, ma sull'idea che il progresso stava nel bypassare il cristianesimo dopo averlo condannato in toto. Ogni pensiero, ogni apparato, ogni categoria giuridica e filosofica e dunque politica, è pensata con questo compito principale: condannare, imbrigliare, superare e dimenticare il cristianesimo, quello romano specialmente. Legiferare contro, instaurare tutto sul rovescio.
RispondiEliminaOnde la difficoltà, oltre la cattiva coscienza e la volgare ambizione, del cattolico in politica che immediatamente viene sottoposto alla prova del fuoco della raggiunta "laicità", che sarebbe a dire l'abiura del suo "personale e privato credo" che non può espandersi nella dimensione pubblica e nessuno sa perché: diversamente non "puoi" fare politica anche se la politica sarebbe il luogo della dialettica e dunque delle idee, ma poi la democrazia "sceglie" quali idee possono credersi e confrontarsi in politica, e tra queste nessuna è cristiana, in ogni caso "inaccettabile", "impositiva" anche quando esprime ragioni largamente accettate.
Si è arrivati a vere e proprie superstizioni di massa, come credere che la storia raggiunge una sua perfezione, che corrisponde col massimo del distacco dalla visione cristiane delle cose, e quindi finisce, e stop, non si può più intervenire, modificare, cambiare, migliorare, l'homo laicus ha raggiunto il suo paradiso terrestre (per dirvi: occhio e croce l'UE e gli USA radical così come sono, hanno raggiunto il "massimo della civiltà"); superstizioni come credere che sia, la storia, progresso continuo, inarrestabile, e questo progresso che ininterrottamente cancella il passato, coincide col suo graduale "inarrestabile" allontanamento dalla visuale cristiana, e anche qui nel moto perpetuo di magnifiche sorti e progressive, non si torna indietro, non si scende, è impossibile, è da pazzi, è saltare dal treno in corsa.
Ieri a commentare, come ne avessero qualche titolo e diritto, la sentenza sull'aborto della Suprema c'erano tutti i politici italiani che sono quanto di più analfabeta funzionale e strutturale possa immaginarsi, feccia sociale, da Salvini a Letta, e il leitmotiv era il medesimo: "non si può tornare indietro", la storia passa e progredisce, cammina in avanti senza voltarsi mai indietro.
Non pretendo che Salvini abbia studia, o Letta al di là dei tecnicismi amorfi e senz'anima, ma la storia è tutto un andare avanti e tornare indietro. Un fare ammenda. Come dimostra l'ideologico uso della storia, dove si condanna un momento storico, per santificare quello precedente, e del resto cosa stanno facendo adesso se non tornare a superstizioni settecentesche, e peggio, tornare alle credenze pagane, idolatriche, a qualsiasi cosa purché "prima" di quella parentesi deviante del cristianesimo?
A parte tutto questo, vi è una verità: che la storia non è il luogo dell'ineluttabile e dell'irreversibile (lo ricorda qualcuno ieri, non ricordo più dove), è invece il luogo in cui gli uomini agiscono e prendono decisioni. Come hanno fatto i giudici della Suprema. E, cito anche io Giovanni Cantoni, ch'ebbi modo di conoscere, "e si possono ripresentare decisioni antiche, affinché un'altra generazione le neghi o le confermi, anzi, le rinneghi o le riconfermi".
A sentire un pover'uomo come Letta o Calenda o Salvini o Toti, il futuro sarebbe un luogo dove nessuno più può decidere e pensare niente perché quattro lestofanti come lui già le precedenti generazioni hanno stabilito e deciso tutto per le future.
La storia "è finita", dice. La storia vi dimostrerà, a voi come ha mostrato ai vostri antecessori, che l'unica cosa a finire, e nel nulla, siete voi.
Cit. Antonio Margheriti
"La vita umana innocente, in qualsiasi condizione si trovi, è sottratta, dal primo istante della sua esistenza, a qualunque diretto attacco volontario. È questo un fondamentale diritto della persona umana, di valore generale nella concezione cristiana della vita; valido così per la vita ancora nascosta nel seno della madre, come per la vita già sbocciata fuori di lei; così contro l'aborto diretto, come contro la diretta occasione del bambino prima, durante e dopo il parto. Per quanto fondata possa essere la distinzione fra quei diversi momenti dello sviluppo della vita nata o non ancora nata per il diritto profano ed ecclesiastico e per alcune conseguenze civili e penali, secondo la legge morale, si tratta in tutti quei casi di un grave e illecito attentato alla inviolabile vita umana" (PIO XII, 27 novembre 1951)
RispondiEliminaL'aborto e l'infanticidio sono due facce della stessa medaglia : e' un assassinio il prio ed e' un assassinio il secondo. Hai voglia a mettergli le culle termiche,l'anonimato in caso di abbandono del neonato, non v'e'niente da fare , vogliono la morte per il neonato ..e per la madre . Affidiamo tutti alla Misericordia di Dio, che li faccia rinsavire.
RispondiEliminaI cattolici che si dichiarano favorevoli all'aborto mostrano chiaramente l'incapacità del Clero a svolgere il compito a lui assegnato nella Chiesa cattolica. E' un po' come quel maestro che deve insegnare a 20 bambini a leggere e scrivere e far di conto e poi alla fine del corso ne "boccia" 18. Questo non è un maestro severo ma capace, è solo un maestro che non riesce a svolgere il suo compito.
RispondiEliminaL' autoreferenzialità, la supponenza, il clericalismo mostrano il loro limite più basso di fronte ad un Sacerdote che accetta in silenzio che un cattolico si dichiari favorevole all'aborto.
"A coloro che tengono il supremo governo delle nazioni, e ne sono legislatori, non è lecito dimenticare che è dovere dell’autorità pubblica di difendere con opportune leggi e con la sanzione di pene la vita degli innocenti; e ciò tanto maggiormente, quanto meno valgono a difendersi coloro la cui vita è in pericolo, e alla quale si attenta; e fra essi, certo, sono da annoverare anzitutto i bambini nascosti ancora nel seno materno. Se i pubblici governanti non solo non prendono la difesa di quelle creature, ma anzi con leggi e con pubblici decreti le lasciano, o piuttosto le mettono in mano dei medici o d’altri, perché le uccidano, si rammentino che Dio è giudice e vindice del sangue innocente, il quale dalla terra grida verso il cielo" (Pio XI, Casti connubii)
RispondiEliminaÈ una tragedia. Contro le mie conclusioni (non andare a votare), cerco di capire chi tra Lega e FdI votare per impedire al PD di tornare al governo, e loro non perdono occasione per dimostrare che non sono poi tanto differenti dal PD. Vedi dichiarazioni sull'aborto.
RispondiEliminaIn attesa delle repliche della stagione 2 di "Omicron" previste a reti unificate da ottobre, trasmettiamo la mini serie "Siccità", dallo stesso regista di "Pandemia eterna" e "Vladimir il tiranno".
RispondiEliminaDa novembre, invece, partirà la lavorazione di "Alluvioni".
Buona emergenza a tutti.
Stefano Burbi
RispondiEliminaLa siccità esiste, è un pericolo concreto in parte del Paese.
Ci sono fiumi come il Brenta che sono in pratica scomparsi.
Il Po in certe zone si attraversa a piedi.
RispondiEliminaÈ vero che la sentenza della Corte Suprema che cancella il supposto diritto costituzinale ad abortire rappresenta una vittoria parziale tuttavia era il massimo che si potesse ottenere, nella presente situazione. La Corte doveva risolvere una questione di diritto, ben
delimitata, e l'ha risolta con impeccabile dottrina dimostrando come il supposto diritto ad abortire non avesse alcun fondamento nella Costituzione americana.
Dato l'ordinamento USA spetta pertanto ai singoli Stati legiferare in materia. Che possano farlo, dipende in primo luogo dal carattere federale della stessa costituzione americana. Per eliminare l'aborto occorre tornare a credere in certi valori, cambiare stile di vita e persino sistema economico. Non bastano certamente le leggi, pur necessarie per eliminare certe storture o indirizzare nel retto cammino. Il giudice Thomas ha coraggiosamente indicato altri obiettivi di rilevante importanza etica per la Corte.
Anche se venisse proibito l'aborto in tutti gli Stati, perdurando l'incoltura dominante con i suoi pseudovalori, gli aborti molto probabilmente diminuirebbero ma fiorirebbe ugualmente l'industria dell'aborto clandestino.
Giusto ribadire le critiche alla decadenza spaventosa della "liberale" civiltà americana. Va tuttavia ricordato che questa sentenza è anche frutto di un notevole mutamento di opinione da parte dell'opinione pubblica, sotto l'azione insistita delle forze sane della società americana, che ancora esistono, come ad esempio i Pro-Life.
Z.
«Questo è un giorno storico nella vita del nostro Paese, che suscita pensieri, emozioni e preghiere. Per quasi cinquant’anni l’America ha applicato una legge ingiusta che ha permesso ad alcuni di decidere se altri possono vivere o morire; questa politica ha provocato la morte di decine di milioni di bambini, generazioni a cui è stato negato il diritto di nascere.
RispondiEliminaL’America è stata fondata sulla verità che tutti gli uomini e le donne sono creati uguali, con i diritti dati da Dio alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità. Questa verità è stata gravemente smentita dalla sentenza Roe v. Wade della Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha legalizzato e normalizzato la rimozione di vite umane innocenti.
Ringraziamo Dio oggi che la Corte ha ora ribaltato questa decisione. Preghiamo che i nostri rappresentanti eletti ora promulghino leggi e politiche che promuovano e proteggano i più vulnerabili tra noi.
Il nostro primo pensiero va ai piccoli a cui è stata tolta la vita dal 1973. Piangiamo la loro perdita e affidiamo le loro anime a Dio, che li ha amati da sempre e che li amerà per l’eternità. I nostri cuori sono anche con ogni donna e uomo che ha sofferto gravemente per l’aborto; preghiamo per la loro guarigione e promettiamo la nostra continua compassione e sostegno. Come Chiesa, dobbiamo servire coloro che affrontano gravidanze difficili e circondarli di amore.
La decisione di oggi è anche il frutto delle preghiere, dei sacrifici e del lavoro di innumerevoli americani comuni di ogni ceto sociale. In questi lunghi anni, milioni di nostri concittadini hanno lavorato insieme pacificamente per educare e persuadere i loro vicini sull’ingiustizia dell’aborto, per offrire assistenza e consulenza alle donne e per lavorare per alternative all’aborto, compresa l’adozione, l’affidamento e l’assistenza pubblica di politiche a sostegno delle famiglie. Condividiamo la loro gioia oggi e gli siamo grati. Il loro lavoro per la causa della vita riflette tutto ciò che c’è di buono nella nostra democrazia e il movimento pro-vita merita di essere annoverato tra i grandi movimenti per il cambiamento sociale ei diritti civili nella storia della nostra nazione.
Ora è il momento di iniziare i lavori di costruzione di un’America post- Roe. È un tempo per curare le ferite e riparare le divisioni sociali; è un momento di riflessione ragionata e di dialogo civile, e di incontro per costruire una società e un’economia che sostengano i matrimoni e le famiglie, e dove ogni donna abbia il sostegno e le risorse di cui ha bisogno per portare suo figlio in questo mondo.
Come leader religiosi, ci impegniamo a continuare il nostro servizio al grande piano di amore di Dio per la persona umana e a lavorare con i nostri concittadini per adempiere la promessa dell’America di garantire il diritto alla vita, alla libertà e al perseguimento di felicità per tutti».
(commentato dei Vescovi americani circa la storica sentenza sull'aborto della Corte suprema che ribalta quella del 1973, Roe vs. Wade)
La Nuova Inquisizione
RispondiElimina"Il nuovo clero laico ha decretato i nuovi peccati mortali – omofobia, sessismo, razzismo, xenofobia, fascismo, accanimento alla vita – e chi li viola viene scomunicato, considerato blasfemo, peccatore e condannato alla pubblica gogna del disprezzo mediatico, fino a perseguire i trasgressori a norma di legge.
La Nuova Inquisizione punisce i reati d’opinione, sancisce il moralismo giudiziario e invoca norme speciali punitive. Questa religione bio-etica instaura il politically correct che provvede come il Sant’Uffizio a squalificare l’avversario.
La sua testimonial istituzionale è ora la presidente della Camera Laura Boldrini, vestale a guardia del fuoco sacro. La religione bioetica esercita un disprezzo antropologico verso chi si pone in difesa della famiglia, della tradizione, della natura e della vita.
È quello che ho definito «razzismo etico» rispetto al vecchio razzismo etnico. Il razzismo etico è fondato sulla pretesa superiorità di una razza di illuminati o virtuosopensanti rispetto ai retrogradi e agli oscurantisti.
Una razza che decreta quali sono i valori ammessi e quelli inammissibili."
Marcello Veneziani, Lettera agli italiani
L'aborto ci sarà sempre e sempre ci saranno coloro che si batteranno contro di esso.La cosa ridicola è che una parte dell'opinione pubblica mondiale sta manifestando rumorosamente , spesso rasentando il ridicolo ,contro una decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che non ha vietato l'aborto.Secondo i giudici americani d'ora in poi saranno i singoli stati di quel paese che decideranno ,ognuno per conto suo,le modalità con le quali si potrà abortire.In definitiva ,visto che siamo in democrazia ,saranno gli elettori a decidere. Però con la pillola del giorno dopo tutta questa diatriba assume un valore molto relativo .Se si può abortire prendendo delle pillole perchè si dovrebbe ricorrere all'aborto chirurgico?Per un cristiano l'aborto è un crimine orrendo,ma per un'ateo è semplicemente una scocciatura di cui sbarazzarsi senza troppi fastidi.Ricordo i discorsi che sentivo al tempo del referendum sul divorzio :nessuno ti impone di divorziare ma perchè vuoi impedirlo a chi vuole farlo?Discorso apparentemente sensato ,peccato che intanto,approvata la legge sul divorzio, la famiglia sia andata in crisi ,in modo quasi irreversibile.
RispondiEliminaSale e calce
RispondiEliminaL'Occidente può risorgere soltanto dalla Chiesa e dalla perfetta disfatta delle élites anticristiche che si sono impadronite della sua anima. Bisognerà ricoprire le macerie dell'apostasia e dell'empietà con sale e calce.
Andrea Sandri
Ci sono stati ed ancora perdurano matrimoni vissuti sotto lo schermo della pillola, per non dire della spirale, d'altra parte la presente denatalità non si giustifica solo con l'aborto anzi, forse è l'unico metodo selvaggio rimasto, oggi la tecnica aiuta il depopolamento degli Italiani in modo signorile, elegante, silenzioso,direi sul nascere dello stesso grumo di cellule. Noi eravamo tra i popoli più prolifici della terra. L'unità di Italia, ha giovato per pochissimo tempo alla crescita spirituale e culturale degli Italiani, eravamo appena uniti che siamo stati trascinati in un mondo molto complesso di cui ben poco sapevamo; abbiamo fatto gli europei senza ancora essere pienamente Italiani. E questa folle corsa verso il radioso domani è ben rappresentata nei risultati del parlamento e del governo attuali, dove attori di quarto ordine, senza dignità, leggono in scena ciò che l'alta finanza ha preparato loro. Se il Signore non ci invia dal Cielo una dozzina di Italiani atti ad un combattimento durissimo, come popolo siamo finiti.
RispondiEliminaIl problema grosso è l'astensionismo da record mai visto, che deve essere interpretato come giudizio politico . Se non mi interessa chi mi governerà direttamente in loco , come può interessarmi chi a Roma pretende i voti per poi tradire le promesse?
RispondiEliminaLa vittoria a Lucca, Frosinone, Barletta, Como, Gorizia non allevia la mortificante sconfitta di Parma, Monza, Piacenza, Cuneo, Carrara, Alessandria, Viterbo, Catanzaro e soprattutto Verona...
RispondiEliminaEd è inutile prendersela con l'astensionismo mai visto che colpisce più a destra che a sinistra.... o la smettono i nostri capetti di farsi la guerra tra di loro e di sostenere Draghi persino dall'oppofinzione o la vedo brutta anche per le prossime politiche...
Destra? Quale destra? Quella dell'obbligo vaccinale per gli over cinquanta? Quella che governa col PD perché sostiene gli identici "valori" del PD?
EliminaLa Lega e FdI rischiano altre legnate. Se continua così, si giocano pure il 2023.
RispondiEliminaCon gran sollievo di Forza Italia, per la quale un posticino, il PD, lo trova sempre.
A pochi piacciono i traditori (chi consegna), a nessuno piace essere tradito (consegnato).
RispondiEliminaA buon intenditor, poche parole!
Tutto condivisibile, solo una cosa: in America il deep state esiste davvero, ma ha ben poco a che vedere con quello che i complottisti credono che sia: esso è costituito semplicemente dalla grande burocrazia, ovvero dagli apparati burocratici dello Stato federale americano (CIA, FBI, NSA, lo stesso Pentagono, che è il massimo datore di lavoro al mondo - al secondo posto c'è McDonald's...), che sono quelli che si occupano di preservare l'egemonia statunitense sul pianeta, spesso entrando in conflitto con quello che vorrebbe fare presidente di turno (lo abbiamo appunto visto con Trump), il qual è ben lontano dall'essere ''l'uomo più potente del mondo'', o addirittura un imperatore. L'impero americano è un impero senza imperatore.
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RispondiEliminaMa un notevole astensionismo, che sembra aver colpito più a destra, non si è avuto anche alle ultime elezioni politiche, nel 2018?
Al tempo la pandemia e il governo di unità nazionale non c'erano.
Lega e FdI perdono voti perché non si impegnano come dovrebbero a difendere certi valori? Può essere. Ma è anche vero che le questioni etiche fondamentali interessano poco la maggioranza, oggi, e non solo in Italia. Si può dire comunque che perdano quella manciata di voti che potrebbe fare la differenza, come è successo alle precedenti politiche, con tanti cattolici doc che storcevano il naso di fronte alle vite private di Salvini e Meloni, non regolarmente sposati.
I sondaggi continuano a dare percentuali favolose a FdI. Ammettendo che siano esatti, si deve ricordare che i sondaggi sono solo opinioni del momento non sono voti e non si traducono automaticamente in voti.
Larghi strati del Paese sono dominati dall'abulia morale ed intellettuale e dall'odio di sé che caratterizza questo momento difficile della storia del popolo italiano, con l'opinione pubblica dominata dal politicamente corretto antinazionale e disfattista, sia progressista (catto-comunista, immigrazionista, abortista etc) che reazionario (neo-borbonismo, neolegittimismo, codini e austriacanti di ritorno, etc).
Per quanto sgangherato, il Centrodestra resta il male minore.
Anche se è bene non illudersi: vincesse le elezioni, i poteri forti che ci ricattano a causa del nostro enorme debito pubblico, riuscirebbero forse ad imporre di nuovo il governo di un c.d. "tecnico", grazie alla consueta scappatoia costituzionale, finora ampiamente utilizzata. Per non attivarla, ci vorrebbe una vittoria elettorale a valanga, praticamente impossibile.
Ma si terranno le elezioni? C'è adesso l'incognita grave della sciagurarta guerra in Ucraina, i cui sviluppi si annunciano sempre più deleteri, dal momento che gli Stati Uniti continuano a mostrare l'intenzione di alimentarla sino, credono, a far crollare la Russia, erosa anche dall'azione combinata del blocco economico-finanziario.
Un disegno demenziale, gravido dei peggiori scenari.
Politicus
Chi è stato costretto a causa dell'obbligo vaccinale a iniettarsi il siero genico giusto per non morire di fame, chi si sta avviando verso la povertà o la miseria a causa delle politiche mondialiste non dimentica e non perdona, ha il diritto di disprezzare e di ignorare gli autori di tanti mali.
EliminaSono felice che infine tante persone abbiano aperto gli occhi e che mi abbiano raggiunto nel mio congenito disprezzo per le mene del "centrodestra", per la sua falsità, la sua meschinità, il suo tradimento.
Queste elezioni hanno dimostrato ampiamente che Lega e FdI non hanno ancora capito che entrando in competizione fra loro sono destinati alla sconfitta.E di sconfitte anche gravissime ce ne sono state diverse in questa tornata elettorale.Cari i miei due galli spennacchiati,se non collaborate lealmente fra voi siete destinati ad essere sconfitti ,pur avendo con voi la maggioranza degli elettori. Dovete difendervi vicendevolmente perchè la sinistra ,per mano dei vari Giannini,Floris e tanti altri giornalisti opinionisti attaccherà uno fra Salvini e Meloni per distruggerlo e poi isolare l'altro.Voi vi dovete difendere a vicenda per non soccombere.Su Forza Italia c'è poco da fare affidamento,tolto Berlusconi il resto è poca roba. Bisogna essere realisti,e delimitare le sfere di influenza .In Sicilia,in Puglia a Napoli la Lega prenderà sempre pochi voti,mentre a nord in Veneto,Lombardia,Piemonte succede l'inverso.Quindi regolatevi di conseguenza perchè quello che è successo a Verona è una vergogna per voi tutti.
RispondiElimina"I' son frate Alberigo, i son quel da le/frutta del mal orto, che qui riprendo/dattero per figo."
RispondiElimina(Divina Commedia - Inferno XXXIII, 118-120)
Il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, Antonio Suetta, ha definito "vera e giusta" la sentenza della Corte Suprema statunitense, che ha abolito il diritto costituzionale all'aborto. "Si è rimediato a un vulnus. Speriamo faccia scuola anche da noi".
RispondiEliminahttps://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/liguria/aborto-usa-il-vescovo-di-ventimiglia-sanremo-sentenza-giusta-spero-faccia-scuola-anche-da-noi_51830955-202202k.shtml
Allorché la Suprema Corte della quale era giudice per antico pelo ratificò senza nessun fondamento giuridico, filosofico, giusnaturalistico i "matrimoni" gay, il giudice Antonin Scalia che ovviamente s'oppose a questa cogitazione radical, commentò:
RispondiElimina"La sentenza minaccia la democrazia, sovverte la Costituzione, maltratta il diritto in un modo tale che se l’avessi firmata dovrei nascondere la mia testa in un sacco: più che sul ragionamento legale sembra fondarsi su sciocchezze romantiche del tipo che si leggono nei bigliettini nascosti nei dolci della fortuna cinesi".
ABORTO NEI TITOLI DI ‘AVVENIRE’ quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana (CEI)
RispondiEliminaAvvenire, 26 giugno 2022. Titolo di apertura: MA LA VITA E' DIALOGO. Titolo a tutta pagina 6: VITA E ABORTO, TEMPO DI DIALOGO.
Ma che bravi i nostri vescovi modernisti i quali di cattolico non hanno più nulla. Vogliono un dialogo aperto (con il Padre Eterno?) sulla validità del quinto comandamento (non uccidere), perché in alcune circostanze, secondo loro, dovrebbe essere consentito ammazzare, anzi trucidare nel modo più infame, una creatura indifesa nel grembo materno.
Eretici! eretici! eretici! Cosa vi aspettate da questo dialogo, l'abolizione del comandamento di Dio? Poveri illusi e fedifraghi, se continuate su questa strada (larga) vi troverete nel fuoco eterno della Gehenna.
"Terremo sempre aperto il dibattito su come aiutare queste madri [che violano il divieto di aborto] e faremo in modo che non siano perseguite in alcun modo ma terremo alta l'attenzione sui medici che, violando le leggi, effettueranno l'aborto nel nostro Stato"
RispondiElimina"Grazie alla scienza e alla tecnologia, ora sappiamo molto di più rispetto a dieci o quindici anni fa su quanto questi bambini soffrano e avvertano dolore nel grembo. Noi impiegheremo risorse e staremo al fianco di queste donne dandogli i servizi sanitari e l'assistenza psicologica di cui hanno bisogno"
Kirsty Noem, Governatrice del Sud Dakota