L'arcivescovo di Tolosa si mostra allarmato dalla vista di alcuni seminaristi in talare e cotta e scrive per ricordare loro che sono ancora laici. Ricorre nel suo scritto il mantra postconciliare della "vicinanza" che, a ben vedere, non sembra abbia funzionato per portare anime al Signore... Con tutti i problemi che si dovrebbero affrontare, ci si va a soffermare su un simbolo. E che simbolo! Dopo il testo della lettera, ripreso da Riposte Catholique, alcune riflessioni sulla talare [sull'appiattimento del sacerdozio vedi qui].
Tolosa, 2 giugno 2022La talare
Cari amici,
ci tengo a ringraziarvi per il tempo trascorso insieme ieri sera e per avermi reso partecipe di ciò che anima la vostra vocazione a diventare sacerdoti della diocesi di Tolosa. Mi rallegro del vostro desiderio apostolico, del vostro zelo: per l'evangelizzazione, per gli incontri interpersonali, per il legame con il presbiterio, per la percezione di poter crescere nella carità pastorale. Questi scambi rafforzano la mia speranza di poter contare su di voi per cooperare fruttuosamente alla missione.
Nel corso della serata ho evocato il mio interrogativo, al momento della conferma degli studenti a la Daurade, di fronte ad alcuni di voi in talare e cotta e vi ho detto che non desidero che i seminaristi appaiano in modo troppo clericale. Avevo in effetti riscontrato che a la Daurade la vista di questi futuri chierici seduti negli stalli, lontano dai fedeli (senza essere in servizio), offriva un'immagine troppo clericale e inadatta alla vostra condizione di seminaristi che sono ancora dei fedeli laici. Sembra che non abbiate ben compreso il mio intervento e soprattutto ciò che vi chiedevo.Chiarisco dunque il mio desiderio: indossare la talare non è concesso in seminario; è la norma in vigore. Chiedo quindi che questa legge si applichi fuori dal seminario della diocesi di Tolosa, anche per i diaconi. Mi sembra che la priorità di un giovane in formazione verso il sacerdozio ministeriale sia accrescere e rafforzare la sua relazione con Cristo, nell'umiltà e nella verità, senza cercare di rivestire un ruolo; pertanto si deve lasciar crescere in lui la carità pastorale e rendersi vicini a tutti, dediti ad amare le persone, specie i più poveri e lontani, prima di preoccuparsi di assumere un'identità ben marcata. Il futuro sacerdote deve essere identificato e riconosciuto dalla sua santità, dal suo spirito di servizio e dalla qualità della sua relazione pastorale, soprattutto.
A partire dall'ammissione [agli ordini] è possibile portare un segno distintivo ("collare romano" o semplice croce); dal diaconato si richiede ai chierici di indossare "un abito ecclesiastico decoroso secondo le norme emanate dalla Conferenza Episcopale e secondo le legittime consuetudini locali" (can. 284).
Ringraziandovi per la disponibilità, vi esprimo la mia fiducia e vi assicuro la mia preghiera.
+ Guy de Kerimel
arcivescovo di Tolosa - Fonte
La talare è il simbolo di consacrazione a Gesù Cristo.
La talare è un segno di consacrazione a Dio. Il tuo colore nero è segno di lutto. Il prete è morto per il mondo, perché tutto ciò che è mondano non lo attrae più. E' ornata da 33 bottoni davanti, che rappresenta l'età di Nostro Signore. Ci sono 5 bottoni sulle maniche che rappresentano le 5 piaghe di Nostro Signore. Possiede anche 2 tappi laterali che simboleggiano l'umanità e la divinità di nostro Signore. Il prete la indossa con una cintura in vita, simbolo della castità. Alcune possiedono altri 7 bottoni sulla parte superiore del braccio, simboleggiando i 7 sacramenti, con i quali il prete santifica corrobora e conforta i fedeli.
La talare è anche un santo rimedio contro la vanità. Mentre un uomo normale ha bisogno di trascorrere del tempo davanti al suo guardaroba o a uno specchio per controllare se questa giacca si abbina a quella maglietta o se il colore della cravatta è adatto, il prete indossa la sua talare e basta. Non c'è bisogno di chiedere "cosa indosserò oggi?". I tuoi vestiti sono uno?. Ecco perché è anche simbolo di fedeltà e costanza. Nei battezzati, il prete usa la talare Se è un matrimonio: talare ! Se è un compleanno: talare ! E se fosse un funerale? Talare. Nella gioia e nella tristezza, in salute e in malattia... è sempre la stessa cosa. E non poteva essere diverso, poiché il prete è il rappresentante di nostro Signore Gesù Cristo che è lo stesso: ieri, OGGI e SEMPRE!! (Don Franco Pagano)
ULTIM’ORA IN VATICANO.
RispondiEliminaPapa Francesco sarebbe vicino alle dimissioni: queste sono le indiscrezioni che arrivano da fonti vicine al Vaticano, ma per ora non c’è nessuna conferma. Intanto le voci su una possibile abdicazione di Papa Francesco si fanno sempre più insistenti, soprattutto date le sue cagionevoli condizioni di salute. Inoltre, Papa Bergoglio ha pensato bene di rinnovare il collegio cardinalizio annunciando per il 27 agosto un concistoro per la creazione di 21 nuovi cardinali, di cui 16 con meno di 80 anni, e quindi in grado di votare al prossimo conclave.
I più attenti hanno anche fatto notare che la decisione di visitare L’Aquila il prossimo 28 agosto, in occasione della chiusura delle celebrazioni della Perdonanza celestiniana, potrebbe essere un segnale. Il capoluogo abruzzese, infatti, è storicamente legato alla memoria di Celestino V, il primo Papa dimissionario della storia. I collaboratori per ora smentiscono le voci di dimissioni. Tuttavia, uno dei più stretti consiglieri di Bergoglio, il cardinale Oscar Maradiaga, ha definito infondate queste ricostruzioni.
Ancora, secondo lo storico della Chiesa, Christopher Bellitto, la maggior parte degli osservatori crede che alla fine Francesco si dimetterà, ma non prima della morte di Benedetto XVI. “Non ci saranno due ex papi in giro, questo è poco ma sicuro”.
Il significato della Talare a dei seminaristi e' fuori luogo?
RispondiEliminaNon mi sembra, dal momento che sono aspiranti al presbiterato.
Quindi trovo giusto che sia interiormente che esteriormente vi si preparino.
Ho fatto l'infermiera professionale in CRI e durante il necessario praticantato in ospedale, ancorche' allieva di primo anno, era obbligatorio indossare la divisa, era obbligatorio inserire i capelli nella cuffia, tutti, sia per essere sempre in ordine sia per evitare che qualche paziente instabile ci afferrasse per i capelli. Era obbligatorio portare unghie corte, niente smalto , niente monili,niente trucco sul viso, scarpe bianche per il servizio in reparto, scarpe e cappotto blu'per l'uscita.
Ma era ancora il tempo in cui si insegnava che gli arti amputati dovevano essere seppelliti.
Mgr Guy de Kerimel, nouvel archevêque de Toulouse
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=r5DG70nihGE
La divisa è il segno più adatto della uguaglianza e della modestia nella scuola, nel servizio, nel seminario e un tempo la stessa scuola di stato faceva indossare il grembiule. Le grandi comunità hanno sempre indossato la divisa.
RispondiEliminaOra bisogna stare attenti al come viene indossata la talare e/o il mantello invernale, oggi e nel passato ho notato un affettazione femminile, delle moine in uomini consacrati in talare o con il mantello invernale che gridavano vendetta al cospetto di Dio.
Nella scuola statale è stato bandito il grembiule e nella scuola privata è stata bandita la divisa per poi vestire in modo creativo/indecoroso parimenti sciatto /straccione per tutti. La divisa aiuta ad assumere movimenti più controllati
Toccante la descrizione simbolica della talare come è e deve essere. I maschi maschi in talare manifestano una forza che non si trova in nessun altro maschio palestrato, tatuato che sia. Parimenti le suore con i loro abiti lunghi e le cuffie avevano tutte un portamento oggi introvabile anche nelle indossatrici. Forse è la maggiore dignità che l'abito conferisce, è pur vero che l'abito non fa il monaco però lo aiuta a restare nei suoi panni malgrado tutte le prove a cui è e sarà sottoposto.
Ok. Sono ancora laici, è vero. Mi chiedo però se abbia altrettanto zelo nel ricordare ai preti vestiti da laici che in realtà non sono laici....
RispondiEliminaRuggero Gorletti
Rolando Rivi, seminarista quattordicenne, in seguito all'occupazione tedesca del paese, fu costretto a ritornare a casa. Non smise però di sentirsi seminarista né di indossare l'abito talare, nonostante il parere contrario dei genitori, preoccupati per i gesti di odio antireligioso diffusi nella zona: gli atti di violenza e le uccisioni di sacerdoti diverranno infatti in quel periodo molto comuni. Alla mamma che lo invitava a togliersi la talare, lui rispondeva: "Mamma non posso, è il segno che sono di Gesù"
RispondiEliminaIl 10 aprile 1945, durante le ultime fasi della guerra di liberazione, fu rapito da un gruppo di partigiani comunisti, che lo costrinsero a seguirli nella boscaglia. Ai genitori fu lasciato un bigliettino con scritto "Non cercatelo. Viene un attimo con noi partigiani".
Accusandolo di fare la spia per i fascisti, dopo tre giorni di percosse, umiliazioni e sevizie, lo uccisero a colpi di pistola in un bosco di Piane di Monchio, frazione di Palagano.
Il 5 ottobre 2013 si è celebrata la cerimonia di beatificazione davanti a migliaia di persone riunite nel Palazzetto dello Sport di Modena.
Per questo vescovo (se vescovo si può chiamare, come per tutta la gerarchia post conciliare ma conciliare di pensiero) neppure gli accoliti per il servizio dei Sacramenti, dovrebbero indossare la talare nera.. anche perchè gli accoliti non sono neppure seminaristi...preciso loro non hanno gli accoliti... più andiamo avanti e più vediamo chi sono questi pseudo vescovi (spero non si dichiarino cattolici.. - credo che se ne guardano bene .. loro sono ecumenisti... forse è una nuova religione, invece sono solo dei falsi d'autore cosi come tutta la gerarchia modernista e seguace di quelle norme post conciliari o con quel pensiero conciliare.. insomma uno chi sia sia, deve indossare per la liturgia di Montini un camiciotto bianco - ma dovreste spiegarmi a cosa serve e che differenza farebbe un camiciotto o la Talare.. e soprattutto questo pseudo monsignore dovrebbe spiegarci anche se non sarebbe meglio secondo lui che tutti si andasse in maglietta e jeans.. magari secondo lui e loro è meglio..
RispondiEliminaSì, diciamo che sono "vescovi" per modo di dire e che, in ogni caso, non sono più cattolici.
RispondiEliminaVisto che (certo, un tempo) vestivano la talare sin dai primi anni di seminario, vorrei sapere se questa super-Eccellenza conciliare si vergogni per caso dell'identita' sacerdotale
RispondiEliminaLa Talare e simbolo di un buon sacerdote che segue la dottrina! non e sempre cosi ma al 90% sicuramente! E fedele ad essa! dei tre qui dove vivo 2 usano la talare e sono molto fedeli! a Gesu e alla tradizione! l'altro e un po diverso non per fede ma comunque un buon sacerdote! e l'operaio della parrocchia ecco perché gli viene scomoda guidatore dei pullman un tutto fare! e speciale anche lui!
RispondiEliminaRita Maria Barattini
E magari rimarrà sbigottito, trasecolerà se questi si permettono pure di dire il rosario mentre passeggiano o sono sulla metropolitana...
RispondiEliminaPietro Pignati
8. O compassionevole sant'Antonio, che durante la vita hai ottenuto la liberazione di tanti condannati, intercedi affinché io sia liberato dal male e possa vivere nella grazia di Dio. Gloria al Padre, ecc.
RispondiEliminaPrega per noi, sant'Antonio di Padova
E saremo fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno, che in sant'Antonio di Padova hai dato al tuo popolo un insigne predicatore del vangelo e un patrono dei poveri e dei sofferenti, concedi a noi, per sua intercessione, di seguire i suoi insegnamenti di vita cristiana e di sperimentare, nella prova, il soccorso della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Padre Nostro, Ave Maria, Gloria.
9. O santo Taumaturgo, che hai avuto il dono di ricongiungere ai corpi le membra recise, non permettere che io mi separi mai dall'amore di Dio e dall'unità della Chiesa. Gloria al Padre, ecc.
RispondiEliminaPrega per noi, sant'Antonio di Padova
E saremo fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno, che in sant'Antonio di Padova hai dato al tuo popolo un insigne predicatore del vangelo e un patrono dei poveri e dei sofferenti, concedi a noi, per sua intercessione, di seguire i suoi insegnamenti di vita cristiana e di sperimentare, nella prova, il soccorso della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Padre Nostro, Ave Maria, Gloria.
Un sacerdote che indossa la talare suscita in chi lo osserva un sentimento di rispetto reverenziale, conseguente alla propria dignità sacerdotale che intuitivamente si avverte come derivatagli dall'Alto e che verso l'Alto intimamente attrae l'osservatore.
RispondiElimina@8 giugno 2022 12:54
RispondiEliminaConfermo.
Ho vissuto in una cittadina di provincia "rossa", di una regione "rossa" piena di bestemmiatori, eppure, quando il mio parroco don Giancarlo solcava a passo veloce le strade della citta' indossando in qualunque occasione la talare, tutti quelli che incontrava, fossero politicamente comunisti,fascisti o chi volete voi, tutti lo salutavano con deferenza e si toglievano il cappello e soprattutto smettevano di bestemmiare.
Adesso ha la bella eta' di 93 anni e non si e' mai visto portare il clargyman.
Con tutto quello che ha patito Gesu' per ognuno di noi, non vogliamo darGli neanche il piu' piccolo omaggio esteriore? Raccomandiamo questi poveri vescovi a tutti i santi...
E pensare che il santo curato d'Ars, con la talare ci dormiva anche.
RispondiEliminaSull'importanza della talare c'è una bella lettera di mons. Marcel Lefebvre.
La scrisse durante il Concilio (nel 1963) ai membri della Congregazione dello Spirito Santo, della quale era il Superiore Generale. Di fronte all'uso ( da poco autorizzato) del clergyman che già si stava diffondendo, in concomitanza con le riforme liturgiche in cantiere al Concilio, ribadì l'importanza fondamentale dell'indossare sempre la talare, divisa che distingue il sacerdote e lo individua come tale, come uomo di Dio, agli occhi di tutti (sacerdos Christi).
"...Il sacerdote è un sermone vivente grazie alla sua talare e alla sua fede. Lo scomparire apparente di tutti i preti [grazie al clergyman], soprattutto in una grande città, rappresenta una grave rinuncia a predicare il Vangelo. È la continuazione dell'opera nefasta della rivoluzione che ha saccheggiato le chiese, fatto le leggi di separazione [in Francia, inizio Novecento] che hanno cacciato religiosi e religiose, laicizzato le scuole... Questi sacerdoti che non vogliono più apparir tali: non per questo il mondo li amerà, al contrario li disprezzerà. I fedeli, d'altro canto, saranno dolorosamente colpiti dal fatto di non saper più con chi avranno a che fare. La talare era una garanzia d'autenticità del sacerdozio cattolico.
Non si tratta dunque oggi, dato il contesto storico, le circostanze, i motivi e le intenzioni, di una questione minima; d'una questione di moda ecclesiastica, che avrebbe un'importanza del tutto secondaria. Si tratta del ruolo stesso del sacerdote come tale, nel mondo e di fronte al mondo..."
(Lettre à tous les membres de la Congrégation du Saint-Esprit sur le port de la soutane, Paris, en la fête de Notre-Dame de Lourdes, le 11 février 1963, in: "Un évêque parle. Mgr Marcel Lefebvre. Écrits et allocutions, 1963-1973", Dominique Martin Éditeurs, Jarzé, 1974, pp. 6-14 - Estratti, tr. it. a cura di PP).
Un ricordo personale. Nell'estate del 1998, a Torino con mia moglie e un gruppo di fedeli guidati da un sacerdote della FSSPX, ovviamente in talare, mentre ci avviavamo verso la Chiesa dove era esposta la S. Sindone, in una strada affollata, il nostro sacerdote fu fermato a un passo da me da una donna vestita come tante, in maglietta e pantaloni, dall'espressione angosciata, che gli chiese di volersi immediatamente confessare. Il sacerdote entrò nella chiesa più vicina e chiese il permesso al parroco, che gli fu accordato. La confessione ebbe luogo su uno dei banchi della navata centrale.
Ecco, dunque, l'importanza della talare in uno dei suoi aspetti fondamentali: la visibilità del Sacerdote di Cristo, per la salvezza delle anime.
Già la semplice presenza della talare manda in bestia Satana e rassicura le nostre anime.
PP
VIA CRUCIS IN COMPAGNIA DEI SANTI
RispondiElimina(per il Giubileo dei Sacerdoti)
Testo di P. Antonio Maria Sicari o.c.d
https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cclergy/documents/jub_preti_20000516_viacrucis_it.html
Non c’è peggior soldato chi non ama la sua divisa . ( Card . Siri )
RispondiElimina...
RispondiEliminaL’importanza è, per così dire, “simbolica”: è cioè quello che rappresenta che lo rende necessario. L’abito sacerdotale è il segno della Chiesa e quindi di Cristo in mezzo a noi.
Altro che essere un semplice dettaglio non decisivo: è invece importantissimo “segno di contraddizione”, attira lo sguardo, indirettamente fa pensare a cosa significa, ricorda l’esistenza di altro che il solo hic et nunc .
In maniera precisa lo sottolinea Monsignor Delassus: “Ah! gli è che la sola presenza di religiosi in mezzo al popolo cristiano è una predicazione continua che non gli lascia perdere di vista il fine ultimo dell’uomo, lo scopo reale della società e il carattere del vero incivilimento. Vestiti d’un abito speciale che afferma quello che sono e quello cui aspirano in questo mondo, essi dicono alle moltitudini, in mezzo alle quali si aggirano, che noi tutti siamo fatti per il cielo e che dobbiamo aspirarvi’ (Il problema dell’ora presente).
Il non portare l’abito è, in fin dei conti, una particolarizzazione della generale deriva della Chiesa odierna.
Come questa, a causa della grave crisi che l’attanaglia, in molte cose e molti concetti attualmente insegnati (in esatto contrasto con la vera dottrina cattolica) in pratica si confonde col mondo (a volte sembra una normale società umana dedita a cose solo umane), così nel particolare il non vestire l’abito è un nascondimento del segno di Cristo, un confondersi tra la gente come una persona qualsiasi, quasi un voler recedere dall’impegno di rappresentare Nostro Signore nel mondo.
Se si pensa che in passato si affrontava il rischio della vita per l’abito (ad esempio, il giovane Rolando Rivi), si capisce come questo argomento possa diventare uno degli esempi più lampanti del cambio di rotta della Chiesa.
Pierfrancesco Nardini
"Come questa, a causa della grave crisi che l’attanaglia, in molte cose e molti concetti attualmente insegnati (in esatto contrasto con la vera dottrina cattolica) in pratica si confonde col mondo (a volte sembra una normale società umana dedita a cose solo umane), così nel particolare il non vestire l’abito è un nascondimento del segno di Cristo, un confondersi tra la gente come una persona qualsiasi, quasi un voler recedere dall’impegno di rappresentare Nostro Signore nel mondo."
RispondiEliminaCarissimo caro, grazie per avermi dato lo spunto di aggiungere al discorso della Talare per i preti anche quello dell'abito per le suore. Sara' perche' sono andata a scuola dalle suore, sara' per la mia indole, sara' per l'eta' veneranda,mi piace vestire generalmente con gonne blu' e camicetta bianca per cui piu' di una volta andando a comprar libri dalle Paoline o comunque in questi negozi di articoli religiosi sono stata scambiata per una suora. Ed ogni volta devo precisare che non lo sono, hai voglia di mostrare la fede all'anulare, la portano anche loro.
Avevo quattro anni quando fui investita da una macchina e per via delle fratture dovetti stare all'ospedale dove prestavano servizio le suore "cappellone", le magnifiche Suore della carita' di S.Vincenzo de' Paoli. Bellissime!
Un sacerdote senza la talare che cosa ci dice?
RispondiElimina"Chi non ama la sua talare resisterà ad amare il suo servizio a Dio? Il prossimo non sostituisce Dio! Non è soldato chi non ama la sua divisa." (Card. Giuseppe Siri)