Non si può sopprimere la Tradizione:
Una breve dichiarazione nella ricorrenza di 'Traditionis custodes'
La chiesa cattolica è stata gettata in subbuglio dalla pubblicazione di un motu proprio, Traditionis Custodes, che in sostanza rovescia il motu proprio Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI e pone pesanti restrizioni alla celebrazione della Messa tradizionale in latino. Inoltre, a tutti gli effetti pratici, la Messa tradizionale è abrogata come legittima espressione del rito romano, anche se le celebrazioni saranno tollerate su base limitata. Il Novus Ordo Missae è ora considerato l'unica espressione legittima del rito romano. L'atmosfera è cupa in risposta a questa misura draconiana, e le reazioni dei fedeli cattolici che amano la messa romana antica variano dal dolore profondo, alla rabbia, all'amara disillusione.
Da Cattolico benpensante, mi sono sforzato di evitare polemiche o commenti sulle ultime testate fin dall'inizio, cercando invece di ispirare nei fedeli amore per il bene, il vero e il bello. Ma questo attacco alla Messa tradizionale, che ha sostenuto la mia fede durante tutte le tempeste della vita fin dalla mia conversione di dieci anni fa, è grave e credo che richieda almeno qualche risposta.
Insomma, credo che questo attacco alla tradizione viva della fede sia grave, disastroso e sbagliato. Ecco tre semplici motivi.
Innanzitutto, con alcune notevoli eccezioni, le comunità tradizionali e gli ordini religiosi sono le uniche a crescere. Non è solo un'affermazione aneddotica, ma la chiusura e il consolidamento delle chiese parrocchiali sono comuni nella grande maggioranza delle diocesi. Le vocazioni sono crollate negli ultimi decenni, e non è raro che preti sovraccarichi di lavoro gestiscano tre o più parrocchie contemporaneamente. Nel frattempo, la mia parrocchia tradizionale, e tutte le parrocchie tradizionali che abbia mai visitato, sta scoppiando e sta per manca lo spazio. Una parrocchia che ho visitato durante un recente viaggio di lavoro offre cinque messe alla domenica, ogni Messa piena al massimo. Non include le persone che occupano un ambiente supplementare. Allo stesso modo, gli ordini religiosi tradizionali, come il monastero vicino a cui vivo, devono allontanare le persone perché non hanno più spazio disponibile.
La cosa meravigliosa è che questa crescita è interamente fisiologica e frutto della profonda attrazione della tradizione. La maggior parte di queste comunità e ordini religiosi non hanno ingenti somme di denaro a disposizione, né hanno molti mecenati di alto rango nella gerarchia. Semplicemente crescono costantemente man mano che la gente scopre che il cattolicesimo ha tesori profondamente ricchi di tradizione da offrire. In un'era di declino ecclesiale, questa rapida crescita organica dovrebbe essere segno di speranza e motivo di celebrazione per la chiesa, compresi i prelati che almeno professano di essere preoccupati per l'evangelizzazione e la crescita.
Secondo, ciò non farà che aumentare tragicamente la divisione nella Chiesa piuttosto che guarirla. I cattolici tradizionali sono centinaia di migliaia, forse anche milioni ormai, e sono una percentuale crescente di fedeli cattolici. In molti casi, sono quelli più appassionatamente innamorati della loro fede; il che dovrebbe incoraggiare qualsiasi vescovo che si preoccupa lontanamente del futuro della Chiesa. Riconoscendo il dolore che la malintesa repressione della tradizione causata post-Vaticano II, Papa Benedetto ha tentato di guarire una ferita dolorosa nella Chiesa con Summorum Pontificum. Questo nuovo motu proprio annulla tutti i progressi fatti negli ultimi 14 anni. La guerra nella chiesa sarà sempre più amara, mentre le fazioni si trincereranno dietro muri polemici. Molti sperimenteranno una crisi di fede, e anche le vocazioni al sacerdozio potrebbero andare perdute.
C'è tanta ostilità alla fede fuori dalla Chiesa, ma a questo si può resistere se si sa di avere un porto sicuro da adorare e pregare all'interno della Chiesa. Quindi, è fortemente doloroso subire attacchi dei nostri gerarchi. E indipendentemente dai punti di discussione, questo sembra un attacco. Molti fedeli cattolici che conosco si sentono traditi da questa decisione, come se tutto ciò che amano della fede fosse stato minato e delegittimato ancora una volta. Questo rende le cose molto peggiori, non migliori. Non guarirà nulla, ma saranno strappate le bende delle ferite che stavano appena iniziando a guarire.
Terzo, questo atto ferisce ulteriormente la fiducia nella nostra gerarchia. La chiesa è stata scossa da decenni dagli scandali di abusi sessuali e finanziari che hanno devastato la fiducia dei fedeli. Invece di affrontare questo marciume interno, però, i nostri leader sembrano più interessati a schiacciare i cattolici tradizionali che sono rimasti fedeli a Cristo nella Chiesa Cattolica nonostante il profondo dolore e la disillusione che provano. Hanno davvero a cuore il nostro interesse?
Con tutti i possibili problemi della chiesa che il Papa avrebbe potuto affrontare con forza e fermezza, è sconcertante che la crescita della tradizione sia ciò che ha scelto di bloccare. Dov'è la misericordia, la tenerezza e la cura pastorale dei cattolici tradizionali? Questa misura è per tutte le definizioni draconiana. Inoltre, questo forte rimprovero a Summorum Pontificum è stato promulgato mentre il predecessore del Papa è ancora vivo, atto che mostra una grave mancanza di rispetto verso l'ex pontefice e ciò che stava cercando di realizzare. C'è stato un tempo in cui i Papi cercavano almeno di mostrare continuità con i loro predecessori sulla fede e sulla morale. Sembra che per questo non sia più degno adoperarsi.
In conclusione, questo motu proprio, nel breve periodo, smorzerà senza dubbio la crescita della tradizione. Ma non ho dubbi che non lo eliminerà. La tradizione è vitale e viva. È l'anima della Chiesa. Non si può sopprimerla. Perché? ! Perché non è solo un insieme fabbricato di "riti" o forme di culto create umanamente che si possano cambiare per capriccio. La Messa è simbolo vivente delle realtà spirituali e partecipa intimamente alle realtà che rivela. Ogni gesto, ogni parola ha una vita interiore che corrisponde ad una realtà spirituale resa presente nel tempo. Tale simbolo vivente è sostenuto dall'alto e può essere trattato solo con il massimo rispetto, il rispetto che porteresti ad un organismo vivente. Pertanto, la messa romana della Tradizione ha una vita propria che non può essere estinta da alcuno sforzo umano.
Teniamo alla Messa perché amiamo Cristo, e Cristo si fa presente nella Messa. Niente potrebbe essere più significativo, niente di più profondo. Molto di più si potrebbe dire, e senza dubbio lo si dirà, ma concludo qui.
Che il Dio di ogni pace ci sostenga in questi momenti difficili, e non perdiamoci mai d'animo.[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Rigidità ideologica, ottusa ignoranza, invidia del vero sono i tarli che hanno polverizzato mente, cuore, volontà della chiesa CVIIista e dei suoi presenti e passati guerriglieri al soldo del Nemico.
RispondiElimina20 luglio
RispondiEliminaSan Girolamo Emiliani, confessore
Pio XI l'ha proclamato patrono degli orfani e dei fanciulli abbandonati (cioè noi!)
L'autore dell'articolo è ingenuo. Coloro che occupano la Chiesa Cattolica (dal 1958 circa) non lavorano né per la maggior gloria di Dio né per la salvezza delle anime.
RispondiEliminaPiù il tempo passa e più "profetica" appare la "dichiarazione" che quasi un anno fa pubblicammo su questa pagina non senza titubanze ed incertezze. https://www.facebook.com/page/1769687519712891/search/?q=dichiarazione
RispondiEliminaQuella dichiarazione non fu scritta da questo monastero che la ricevette ma oggi più che mai riteniamo che i suoi contenuti debbano dettare la tabella di marcia futura della Chiesa. La "ecclesiologia del potere" che, forse, meglio ancora sarebbe definire "dell'abuso di potere" non può perdurare. Bisogna, anche nell'ambito di esercizio dell'autorità ecclesiastica, ritornare alle antiche tradizioni. Il tradizionalismo accetterebbe una rivoluzione liturgica che non presentasse problemi dottrinali? Ma monsignor Lefebvre riconobbe che il nuovo messale non era eretico. Il rifiuto della riforma liturgica pertanto si deve porre ad un altro livello perché: "La pienezza di potere (plenitudo potestatis) del Romano Pontefice è il potere necessario per difendere e promuovere la dottrina e la disciplina della Chiesa. Non è un “potere assoluto” che includerebbe il potere di cambiare la dottrina o di sradicare una disciplina liturgica che è viva nella Chiesa dai tempi di Papa Gregorio Magno e anche prima" (card. R.L. Burke, dichiarazione del 22/7/2021, n. 15). Il papa dunque la liturgia può solo difenderla e conservarla, restaurarla se necessario ma non ha il potere di cambiarla e manometterla. I poteri del papa sono pertanto limitati. Bisogna quanto prima arrivare a definirli per bene. L'uso dispotico del potere da parte dei papi ha già creato troppi danni. https://www.aldomariavalli.it/2022/07/21/lecclesiologia-del-potere-cosi-e-nata-e-cosi-si-e-impossessata-della-chiesa/