Fabio Trevisan ha scritto una recensione molto intelligente del libro di Federico Rampini, Suicidio
occidentale [qui] molto concentrato sulla origine americana della Cultura della cancellazione (Cancel culture) da vedersi appunto come suicidio occidentale. Nell’ultimo numero del “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa” il prof. John Rao, di New York, ha pubblicato un ampio saggio sul tema da cui traiamo l’estratto che pubblichiamo qui sotto. Invitiamo all’acquisto del fascicolo dal titolo “L’evangelizzazione delle Americhe, contro la Cancel culture” [qui]
occidentale [qui] molto concentrato sulla origine americana della Cultura della cancellazione (Cancel culture) da vedersi appunto come suicidio occidentale. Nell’ultimo numero del “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa” il prof. John Rao, di New York, ha pubblicato un ampio saggio sul tema da cui traiamo l’estratto che pubblichiamo qui sotto. Invitiamo all’acquisto del fascicolo dal titolo “L’evangelizzazione delle Americhe, contro la Cancel culture” [qui]
La religione civile americanista
Che cosa esattamente proclamava l’americanismo? Ancora una volta, proclamava la tesi lockeana, nominalista, materialista, individualista stabilita in Inghilterra e in America come la sola protezione giusta ed efficace della tradizione occidentale; e anche come la sola veramente cristiana. Ma insisteva sulla necessità di accettare questa tesi non come tesi ma solo come ipotesi, avendo pragmaticamente dimostrato che proteggeva l’ordine sociale e la libertà religiosa e civile. Chiamarla apertamente una religione civile avrebbe allontanato i protestanti ancora credenti, che invece potevano accettarla come ipotesi pragmatica benedetta da Dio perché riuscita. Gli americanisti cercavano di convincere i nuovi arrivati che l’americanismo garantiva anche a loro una vita pacifica e la speranza di difendere le loro religioni e culture diverse in una maniera libera mai conosciuta prima.
Dall’inizio della scuola fino alla fine della vita, i fautori dell’americanismo insegnavano la bellezza della vita sotto l’egida della loro religione civile presentata come prammatica ma in realtà dogmatica e liturgica. La Dichiarazione di indipendenza e la Costituzione sono state presentate come Sacre Scritture. I Padri fondatori venivano dipinti come agenti di Dio, Washington come Cristo risorto nella cupola del Campidoglio, circondati da altri simboli e personaggi sacri; Jefferson e Lincoln posti su troni accompagnati da fiaccole eterne nei templi nella capitale. Gli americani andavano a vederli e facevano azioni pie davanti alle loro icone. E forse ancora di più davanti alla Statua della Dea spedita dalla Francia massonica per stare a guardia della Libertà americana nella baia di New York.
Più la religione civile americanista, pluralista e pragmatica guadagnava d’influenza, più la sua tesi nascosta otteneva tre cambiamenti nel comportamento delle religioni e culture pretese “libere”: la restrizione della loro attività dentro il “club-house” particolare; la dedizione della loro “libertà individuale” pubblica a scopi materialistici che non minacciassero il potere della oligarchia esistente; l’adulazione del sistema americano come il riparo più efficace della propria religione o cultura. Se qualsiasi gruppo o membro si fosse opposto allo sviluppo dell’individualismo e del materialismo lockeano sarebbe subito stato escluso in quanto non “integrato”. Verrebbe considerato “divisivo” e perciò un traditore.
Ogni confessione religiosa, ogni cultura, ogni individuo in America deve accettare l’ipotesi americanista perché questa è “la volontà dei Padri fondatori” espressa nelle Sacre Scritture dietro le quali stava la benedizione del Dio Eterno Vivente causa del successo del sistema. Se qualcuno rifiutasse di accettarla dicendo per non sottoporsi alla nuova fede basata sul nominalismo protestante naturalista, la risposta sarebbe che non si tratta di una questione di fede ma di una scelta puramente pragmatica efficacissima. Se tornasse ad obiettare che non ritiene che questa scelta pragmatica sia veramente di aiuto alla libertà individuale e al vero bene comune, essendo puramente materialista e funzionale ad una oligarchia, i sommi sacerdoti dell’americanismo accuserebbero questo cinico individuo di ateismo civile e tradimento, non solo del sistema redentore del 1776, “ultima e migliore speranza dell’umanità”, ma anche della sua religione e cultura propria. Altro che formula di esclusione solo contro gli argomenti religiosi e metafisici! Qui anche argomenti sociologici e storici vengono accusati di blasfemia contro l’ipotesi-tesi-religione civile, contro la “volontà dei Padri fondatori.
Questa oligarchia è diventata sempre più globale dal 1914 in poi, ancor più dopo la vittoria degli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale nel 1945, sotto il nome di “pluralismo”, sempre più armata di mezzi tecnici e mediatici per imporre la sua volontà baconiana e prometeica, ora è la forza storica che spinge a favore del “trans-e-postumanismo” ammantando tutto ciò con una retorica moralista, scientista e umanitaria. Sempre più “corporativa” – una miscela delle burocrazie capitalistiche e collettiviste, da Google al Partito Comunista Cinese – questa ormai è apertamente anti-cristiana e anti-naturale.
Usando il “World Economic Forum” e molte altre organizzazioni internazionali pubbliche o private, visibili o segrete, è questa oligarchia pluralista che ha strumentalizzato la “pandemia” e che promuove la cultura “woke” negli Stati Uniti e in tutto l’Occidente.
Questa oligarchia, ormai globale ma con salde radici nella vicenda statunitense e con una profonda matrice ideologica nell’americanismo, sta costruendo quello che Louis Veuillot (1813-1883), redattore del quotidiano l’Univers, aveva già previsto nel 1859, assieme ai suoi colleghi de La Civiltà Cattolica allora molto critica dell’americanismo: un “Impero del Mondo” fedele alla libertà illuminista, sempre più composto da una umanità libertine e incapace di immaginare una cultura elevata. Un Impero del Mondo dove è impossibile che un uomo veramente libero (della libertà classica) e con forti radici culturali-religiose possa trovare riparo.
Ma perché vorrebbe cambiare luoghi e climi? Non ci sarebbero più luoghi o climi diversi, o curiosità da nessuna parte. L’uomo troverà dappertutto la stessa temperatura moderata, le stesse abitudini, le stesse regole amministrative, e, infallibilmente, la stessa polizia prendendo la stessa cura di lui. Dappertutto lo stesso linguaggio verrà parlato, le stesse bayadères balleranno lo stesso balletto. La vecchia diversità sarà una memoria della vecchia libertà. Tutto verrà fatto ad immagine della città principale dell’Impero e del mondo.
La resistenza americana all’americanismo
Certo, c’è stata in America una resistenza a tutto questo e qualche membro del mondo letterario, straniero o indigeno, ha sempre avuto il senso di quello che si stava sviluppando negli Stati Uniti. Nella prima parte dell’Ottocento, la rozzezza del materialismo crescente nella società americana, e la convinzione dell’America di essere una nazione “eccezionale” con un messaggio di evangelizzazione per il mondo, colpivano scrittori come l’inglese Charles Dickens (1812-1870), che in Martin Chuzzlewitt (1842) esprimeva una critica molto pungente; in Edgar Allan Poe (1809-1849) che si lamentava della “aristocrazia di dollari” e di “una forma di governo molto ammirevole dal punto di vista dei cani”; in T.S. Eliot (1888-1965) e Ezra Pound (1885-1972), di cui una frase, detta dopo la sua liberazione da una clinica psichiatrica dove era stato imprigionato dai suoi persecutori, è citata sopra.
C’è stata, dall’inizio, anche una critica basata sul problema religioso. Alexandre de Toqueville (1805-1859), nella sua Democrazia in America (1835/1840), esprimeva paure per il futuro degli Stati Uniti se la base cristiana fosse venuta a mancare. Poi, nel 1863, durante la Guerra civile, una coalizione di undici confessioni protestanti di sette Stati del nord parlarono del conflitto come una punizione per il “peccato originale” del Paese – appunto, quello dell’omissione del nome e potere di Dio nella Costituzione americana. Volevano un emendamento per correggere questa mancanza al tempo di Lincoln, ma sono riusciti ad ottenere solo la frase “In God We Trust” sulla moneta nazionale.
Nei primi del Novecento, accademici e saggisti cristiani come Irving Babbit (1865-1933) e Paul Elmer More (1864-1937), tutti e due promotori del “Nuovo Umanismo”, erano molto più dettagliati nella loro critica. L’immoralità che More lamentava “non era quella ovvia dell’oscenità o del soggettivismo, ma una falsificazione della natura umana” che ha buttato via “la filosofia della religione come si è sviluppata durante duemila anni nella tradizione della cristianità”, quindi distruggendo l’intelletto e confermando un ordine sociale “sottomesso alla teoria del flusso incessante, con nessun principio di giudizio ad eccezione del piacere cangiante dell’individuo, fratricida come conseguenza ultima”. Babbit, in Che Cosa è l’Umanismo (1895) e Democrazia e Direzione (1924), ha indicato due fonti del naturalismo americano ottimista e falso: il meccanicismo baconiano prometeico e il sentimentalismo individualista di Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) di cui non abbiamo avuto spazio per illustrare l’importanza nella costruzione dell’ideologia americanista. (John Rao - Fonte)
Mi sembra un'ottima chiave di lettura della società americana: la sua religione civile, materialista e oligarchica, alla base del suo imperialismo.
RispondiEliminaIn fondo, la respiriamo da decenni e ora si sta propagando come non mai, insidiando seriamente la Chiesa cattolica.
Nel momento storico che stiamo vivendo mi sembra che abbia raggiunto la sua piena maturazione.
Mi sembra anche che la Chiesa modernista dell'attuale Papa stia "sincretizzando" e assimilando questa religione civile, impastandola al cristianesimo, senza trascurare ovviamente i culti della madre terra sudamericani e "gretini".
Infatti i sacerdoti della religione americana sono molto contenti dell'attuale Papa.
Il 2 mi sono confessato con un sacerdote anziano, pensando di trovare rifugio in una confessione normale, e invece, seduto al tavolino faccia a faccia, ho dovuto sorbirmi un'indottrinamento modernista, secondo cui 'questa non è una confessione ma una direzione spirituale - i coniugi sono liberi di fare ogni tipo di pratica sessuale, anche anale, perché serve a scaldare i motori - non è vero che oggi ci sia lassismo perché c'è ancora troppa rigidità e le epoche passate erano peggiori di questa - l'atto di dolore, che ho insistito per voler recitare, è un miscuglio di falsità studiato da teologi che hanno voluto mettere insieme tante cose, ma la sua preghiera era migliore, tipo Signore perdonami per he sono un peccatore).
Attendevo l'assoluzione, perché durante la confessione non mi va di discutere, salvo qualche obiezione minima (sull'atto di dolore, ho risposto: ma allora vuol dire che generazioni di credenti hanno pregato falsità e che la Chiesa abbia insegnato una preghiera falsa)
Non sono forse sintomi di una religione cristiana 'civilizzata' secondo i dettami di quella religione civile americana?
Aloisius
... i sintomi di una religione...
EliminaSono i sintomi di una religione che non è né cattolica né cristiana, oltre che i sintomi di una "confessione" invalida.
4 agosto, San Domenico di Guzman, Confessore (Caleruega, 1170 - Bologna, 6 agosto 1221), fondatore dell'Ordine dei Predicatori.
RispondiEliminaO glorioso Padre nostro Domenico, che fosti esempio di penitenza e di castità affinando il tuo corpo con macerazioni, digiuni e veglie, ottienici la grazia di esercitare la virtù della penitenza con impegno totale e di custodire la purezza del cuore con una sensibilità permeata di vita nuova. Pater, Ave, Gloria.
O grande Padre nostro Domenico, che acceso dal fuoco dell'amore divino trovasti le tue delizie nella preghiera e nell'intima unione con Dio, ottienici la fedeltà nella pratica quotidiana dell'orazione, un fervido amore verso Dio e la grazia di adempiere sempre meglio, di giorno in giorno, i suoi precetti. Pater, Ave, Gloria.
O glorioso Padre nostro Domenico, che, pieno di zelo per la salvezza delle anime, predicasti con assiduità la parola evangelica e fondasti l'Ordine dei Predicatori per la difesa della vera fede e per la conversione dei peccatori, prega Dio per noi, affinché ci conceda la grazia di amare sinceramente i nostri fratelli e di aiutarli con preghiere e opere buone, per la loro santificazione e la loro eterna salvezza. Pater, Ave, Gloria.
Don Ugo Carandino
4agosto, SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY, patrono dei parroci e del clero parrocchiale
RispondiElimina« ... A ben vedere, ciò che ha reso santo il Curato d’Ars è stata la sua umile fedeltà alla missione a cui Iddio lo aveva chiamato; è stato il suo costante abbandono, colmo di fiducia, nelle mani della Provvidenza divina. Egli riuscì a toccare il cuore della gente non in forza delle proprie doti umane, né facendo leva esclusivamente su un pur lodevole impegno della volontà; conquistò le anime, anche le più refrattarie, comunicando loro ciò che intimamente viveva, e cioè la sua amicizia con Cristo.
Fu “innamorato” di Cristo, e 𝗶𝗹 𝘃𝗲𝗿𝗼 𝘀𝗲𝗴𝗿𝗲𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝘀𝘂𝗼 𝘀𝘂𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗽𝗮𝘀𝘁𝗼𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗲̀ 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗹’𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝘂𝘁𝗿𝗶𝘃𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗠𝗶𝘀𝘁𝗲𝗿𝗼 𝗲𝘂𝗰𝗮𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗮𝗻𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗮𝘁𝗼, 𝗰𝗲𝗹𝗲𝗯𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗲 𝘃𝗶𝘀𝘀𝘂𝘁𝗼, che è divenuto amore per il gregge di Cristo, i cristiani e per tutte le persone che cercano Dio.
La sua testimonianza ci ricorda, cari fratelli e sorelle, che per ciascun battezzato, e ancor più per il sacerdote, l’Eucaristia “non è semplicemente un evento con due protagonisti, un dialogo tra Dio e me. La Comunione eucaristica tende ad una trasformazione totale della propria vita. Con forza spalanca l’intero io dell’uomo e crea un nuovo “noi” ... »
(BenedettoXVI - Udienza generale 5 agosto 2009)
Chissà se i modernisti hanno mantenuto l'usanza che il giorno di San Domenico il padre generale dei Francescani andava a pranzo dai domenicani e viceversa il giorno di San Francesco
RispondiEliminaCaro Aloisius, purtroppo quello che questa chiesa non vuol capire è che i peccati son sempre gli stessi dacché mondo è mondo, quello che è diverso è che prima la Chiesa insegnava a combatterli; da quando la chiesa ha iniziato, scriteriatamente cioè sospendendo il giudizio, ad osservare il mondo, in ascolto del mondo, senza giudicarlo appunto nel bene nel male e si è messa alla scuola del mondo, la chiesa è diventata come il mondo, quindi il peccato del mondo non lo distingue più perché lei è diventata uguale al mondo...chi va con lo zoppo, impara a zoppicare! Ed oggi ognuno capisce che zoppica più la chiesa del mondo. Un tempo la Chiesa pretendeva che il Signore fosse amato ed emulato, oggi la chiesa ama ed emula gli uomini mondani. Ma il punto fondamentale è quello che i 'peccati sono sempre gli stessi' variamente vestiti secondo le mode, di moderno in essi non c'è proprio nulla, l'unica modernità è che la società a forza di praticare tutte le sfumature dei vecchissimi vizi si è istupidita, cioè ha perso il bene dell'intelletto e dimostra, dentro e fuori della chiesa, di essere portatrice di tutte le tare fisiche e spirituali che la pratica dei vizi comporta.
RispondiEliminaLa morte di Dio nel tempo del fanatismo economico
RispondiEliminaProfetizzata da Nietzsche, la morte di Dio coincide con la svalorizzazione di tutti i valori e con l'avvento del nichilismo. Nulla di grande in cui sperare e per cui battersi, nessun ideale e nessuna progettualità in grado di conferire senso all'orizzonte dell'epoca. Ovunque si respira aria di morte, il nulla Domina ubiquitariamente a ogni latitudine: il terrorismo e la cancel culture ne sono due espressioni non trascurabili e non esclusive. La morte di Dio profetizzata da Nietzsche si compie nella società di mercato così come teorizzata da Marx: il nulla domina incontrastato e la svalorizzazione dei valori può dirsi compiuta, allorché la merce si fa unico orizzonte di riferimento, a cui tutto diventa relativo. Non per caso, nella "Gaia scienza" il "folle uomo" annuncia che "Dio è morto" proprio in quello spazio tutt'altro che neutro che è il mercato. (Diego Fusaro)
Ok. E la trascendenza?
RispondiEliminaIl filosofo marxista è in grado di vederla in campo?
La Corte europea dei diritti dell'uomo, evidentemente, serve solo per tutelare le pretese LGBT: quando si tratta di difendere una persona disabile dalla morte per soffocamento, preferisce "non interferire".
RispondiEliminaChe tempi terribili stiamo vivendo.
Il padre letterario di Padre Brown diventava cattolico proprio mentre la Gran Bretagna passava rapidamente dal bigottismo protestante all’ateismo pratico. Il suo cammino verso Roma approdò nella Chiesa, «il luogo dove tutte le verità si danno appuntamento», trovando la vera felicità al prezzo... della confessione.
RispondiEliminahttps://www.paologulisano.com/cento-anni-fa-la-conversione-di-chesterton/
Per dire cos’è la Chiesa, e chi sono i santi.
RispondiEliminaOggi è san Giovanni Maria Vianney (1786-1859): inviso allo stesso clero (prima lo cacciarono dal seminario poi, ordinato sacerdote, gli rifilarono Ars, cappellania neppure parrocchia: 230 anime), sperimentò la massima povertà (donò ai poveri pure il proprio materasso), ma voleva paramenti sacri ricchi e preziosi («Niente è troppo bello per Dio», diceva) e si sacrificò senza tregua (arrivò, per i suoi fedeli, a stare in confessionale anche 18 ore al giorno), convinto che il mondo lo si salva solo così: un’anima alla volta.
La Chiesa - i cui servi inetti, un tempo, lo umiliarono – oggi lo ricorda come patrono dei preti e dei parroci. Grazie a Benedetto XVI, anche se gli hanno boicottato l'anno sacerdotale a lui e ai sacerdoti dedicato.
Per dire cos’è la Chiesa, e chi sono i santi.
In Canada ,Francesco si vanta di aver preso schiaffi in faccia.Io son convinto che gli schiaffi(immeritati) li ha presi solo la Chiesa.È da un decennio che la Chiesa ed fedeli prendono schiaffoni.Sia fatta la volontà di Dio....
RispondiElimina@ a.h.09.14
RispondiEliminaBoicottato è puro eufemismo, ho sentito colle mie orecchie cosucce non proprio carine sull'allora Pontefice regnante, sono gli stessi che adesso sono tutto miele e sorrisi con JMB, soprattutto quelli che, preti solo la domenica, gli altri 6 giorni sono impegnatissimi fra tv, giornali, ma in primis case famiglia, centri raccolta invasori, coop di vario tipo, ci siamo capiti, un pensiero su Rampini di cui ho letto diversi libri, nonostante gli riconosca una certa onestà intellettuale, sul suo giudizio sugli USA, di cui è cittadino, lui, famiglia et alii, pur conservando quella italiana, io ci vedo una certa ritrosia nel condannare la politica imperialista americana, come del resto non riesce a staccarsi del tutto dagli ideali giovanili PCI, lo so che è difficile, ma alla sua età, con tutte le esperienze fatte, vissuto per anni in Cina e in giro per il mondo, forse un po' di sano distacco e lucidità nel vedere i difetti dei suoi grandi amori, non guasterebbe, ma lui è 4 spanne al di sopra dei vecchi compagni di lotta, basta leggere i patetici articoli di Lerner ed Elefantino rosso per capire che brutta cosa è l'ideologia marxista radical chiccheggiante che ti resta appiccicata addosso per sempre.
Per me, la cosa più inquietante della sortita di Nancy Pelosi a Taiwan non è in sé la visita pur nell'attuale contesto geopolitico (c'era già stata il 10 aprile): è che Biden le ha chiesto di non andare e lei c'è andata lo stesso.
RispondiEliminaQuesto la dice lunga (e la dice bruttissima) su come stanno le cose in USA.
Che Dio ce la mandi buona... e ce li mandi via!
Il contagio della guerra
RispondiEliminaCi siamo spenti. Per mesi, emotivamente toccati dalla guerra europea in Ucraina abbiamo temuto un conflitto più largo e con armi più temibili, abbiamo pronunciato, con cautela, le parole “guerra mondiale”. E adesso senza che ce ne accorgiamo, senza che ci emozioni la scintilla di un conflitto mondiale può brillare, e conta poco che si amolto lontano da qui.
Tutto è avvenuto – o meglio non è avvenuto o non è avvenuto ancora– attorno a Taiwan, l’isola con 23 milioni di abitanti che la Cina rivendica come parte irrinunciabile della propria sovranità sin dal 1949, anno della fondazione della repubblica popolare cinese, quando i comunisti di Mao Tse Tung sconfiggono, nella guerra civile, i nazionalisti di Chiang Kai Shek che si tengono , come ultima spiaggia, proprio Taiwan. E a Taiwan decide di andare Nancy Pelosi, speaker della Camera dei rappresentanti americana, tappa di un tour asiatico che include Singapore, in Corea del Sud e Giappone. La Cina che considera Taiwan un proprio territorio reagisce, e reagisce duro: i nostri caccia intercetteranno l’aereo della Pelosi e con le buone o con le cattive le impediranno di andare a Taiwan: è un atto ostile. L’Armata popolare cinese si mobilita. Ma Pelosi conferma, e raccoglie consensi anche tra i repubblicani: chi può impedire a un alto rappresentante degli Stati Uniti di visitare un paese amico ?
Migliaia di persone seguono il volo della Pelosi fino a che le app che lo consentono non fanno calare il buio sulla sua rotta. L’aereo di Nancy Pelosi si ferma alle Hawai per un rifornimento. Nella provincia di Fujan, le cui coste distano 120 km da Taiwan, vengono schierati missili antiaereo,. Taiwan lancia esercitazioni contro una invasione via mare, e i suoi caccia pattugliano il cielo. Nelle esercitazioni i colpi sono veri, non a salve. Negli Stati Uniti ci si rende conto che il rischio è di scatenare una guerra ma la Pelosi tiene duro, e riparte dopo una visita a Pearl Harbour, lì dove iniziò per l’America il secondo conflitto mondiale. E nella notte tra il 2 e il 3 agosto atterra, scortata da 8 caccia e 5 aerei cisterna che li riforniscono, all’aeroporto di Taiwan. Un grande spot elettorale per i democratici in vista delle elezioni di mid term, un indiscutibile successo personale della Pelosi, e uno sberleffo alle minacce cinesi: game vittorioso. I cinesi lanciano un missile balistico, e annunciano dal 4 al 7 agosto esercitazioni a sud, a nord, a ovest e a est di Taiwan. Un’operazione speciale stile Putin, in salsa cantonese, per arraffare l’isola che è uno scrigno di produzioini preziose e una spina militare nel fianco ? Vedremo se il viaggio della Pelosi sarà stato il colpo di pistola che serve da pretesto alla Cina a invadere l’isola, o uno sberleffo alle pretese di Pechino e un ridimensionamento della potenza emergente. Ridotta, tigre di carta, a lamentare l’ingerenza americana. La sovranità logora chi ce l’ha e non la esercita, a Taiwan come nel Donbass.
(Toni Capuozzo)
Sei giorni fa il segretario di stato americano Anthony Blinken ha incontrato il primo ministro del Kosovo a Washington, ufficialmente per "sostenere l'integrazione euro-atlantica del Kosovo".
RispondiEliminaTre giorni dopo il governo del Kosovo ha iniziato un processo di limtazione dell'uso dei documenti e delle targhe serbe ai serbi residenti in Kosovo, creando le condizioni per un'escalation.
Ieri schermaglie e spari al confine, mentre il deputato della Rada ucraina Oleksiy Goncharenko propone che l'esercito ucraino si mobiliti contro la Serbia (definita "cavallo di Troia della Russia") se la situazione dovesse degenerare.
Intanto Nancy Pelosi cerca in ogni modo di provocare il governo cinese superando simbolicamente proprio quella "linea rossa" che Pechino aveva posto rispetto ai rapporti con Taiwan.
E tutto questo mentre in Ucraina continua una sanguinosa guerra per procura degli USA contro la Russia.
Ecco, se fossi incline a letture di tipo biblico-apocalittico direi che gli USA oggi sono in missione per conto del Caos: agenti dell'Armageddon.
Più sobriamente, la politica estera USA è, al di là di ogni possibile dubbio, la più radicale e costante minaccia alla pace mondiale.
Comunque segnalo che poco più di cent'anni fa il mondo (e specificamente l'Europa) ha vissuto la più grande distruzione di risorse e persone della sua storia, e che tutto cominciò in un piccolo paese balcanico, la Serbia.
Oggi la miccia è già accesa in Ucraina, ma una dilatazione verso la Serbia sarebbe un punto di non ritorno.
Chi non ha ancora capito che siamo nelle mani di gente priva di coscienza e responsabilità, gente pronta a sacrificare non una persona, ma un intero continente sull'altare del proprio potere è meglio che capisca in fretta e ne tragga le conseguenze, perché troppe micce portano già alla polveriera.
(Andrea Zhok)
RispondiEliminaEzra Pound messo in clinica psichiatrica dai suoi persecutori..
I fatti andrebbero esposti correttamente. Pound era formalmente un traditore in quanto cittadino americano che durante la guerra aveva fatto alla radio propaganda ostile agli USA da un paese nemico. Rischiava l'impiccagione. A Pisa, fu trattato in modo duro e brutale, cosa che non gli impedì comunque di scrivere forse la sua miglior poesia, i famosi Canti Pisani. Per salvarlo dalla condanna a morte, i suoi amici riuscirono a convincere i giudici a farlo dichiarare insano di mente, condannandolo così alla detenzione in una clinica psichiatrica americana. Dopo vari anni uscì. Come fu la detenzione nella clinica?
Non mi sono documentato ma non credo che sia stato particolarmente perseguitato. Era un vecchio poeta, considerato ufficialmente pazzo, ignoto ai più, che il Governo americano non aveva interesse a perseguitare, trasformandolo in un martire.
In ogni caso, non è vero che fu messo in clinica per perseguitarlo, vi fu messo per salvarlo dal capestro, subito dopo la fine della guerra, quando prevaleva la volontà di vendetta e i tribunali degli Alleati impiccavano a destra e a manca.
H.
https://www.maurizioblondet.it/il-vaiolo-delle-scimmie-e-una-reazione-avversa-del-vaccino-chiamata-herpes-zoster/
RispondiEliminaL'uovo di Colombo, per rendere l'umanita' malata permanente.
Quella che riesce a sopravvivere..
"Non posso più rimanere nell'odierno Partito Democratico, che è ora sotto il completo controllo di una cabala elitaria di guerrafondai, guidata da una cultura "woke" codarda, che cerca di dividerci trasformando ogni questione sotto il profilo razziale e alimentando il razzismo contro i bianchi e lavorando attivamente per minare le nostre libertà date da Dio.
RispondiEliminaSono persone ostili alle persone di fede e spiritualità, demonizzano la polizia e proteggono i criminali a spese degli americani rispettosi della legge, credono nelle frontiere aperte, usano lo stato di sicurezza nazionale come un'arma per perseguitare gli oppositori politici e, soprattutto, trascinarci sempre più vicino alla guerra nucleare.
Credo in un governo che sia di, da e per il popolo.
Sfortunatamente, il Partito Democratico di oggi non lo è. Al contrario, rappresenta un governo di, da e per l'élite potente.
Sto chiedendo ai miei compagni democratici di buon senso e indipendenti di mente di unirsi a me e di abbandonare il Partito Democratico. Se non riesci più a sopportare la direzione che i cosiddetti ideologi del Partito Democratico stanno prendendo nel nostro Paese, ti invito a unirti a me.".
Tulsi Gabbard
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Tulsi_Gabbard
La cancel culture è un suicidio programmato della nostra cultura. Sono i nuovi barbari ma finora non si vede un Benedetto
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