Il documento di sintesi finale del processo sinodale negli USA evidenzia la "ferita" aperta dalla limitazione delle celebrazioni della Messa tradizionale e il senso di esclusione di gruppi di giovani aspiranti a un maggiore radicamento nella tradizione della Chiesa.
"Un'altra ferita duratura ampiamente riflessa nelle consultazioni sinodali è stata l'esperienza che la Chiesa è profondamente divisa. I partecipanti hanno sentito questa divisione come un profondo senso di dolore e ansia. "Secondo la condivisione di un partecipante, le ideologie politiche divisive presenti nella nostra società si sono infiltrate in tutti gli aspetti della nostra vita.
"11 Divisione sulla celebrazione della liturgia si riflette nelle consultazioni sinodali. "Purtroppo, la celebrazione dell'Eucaristia è vissuta anche come area di divisione all'interno della chiesa. La questione più comune della liturgia è la celebrazione della Messa preconciliare.
"12 Si lamenta 'accesso limitato al Missale del 1962"
"11 Divisione sulla celebrazione della liturgia si riflette nelle consultazioni sinodali. "Purtroppo, la celebrazione dell'Eucaristia è vissuta anche come area di divisione all'interno della chiesa. La questione più comune della liturgia è la celebrazione della Messa preconciliare.
"12 Si lamenta 'accesso limitato al Missale del 1962"
"Il sentimento di esclusione si manifestava anche in alcuni giovani alla ricerca di un senso di appartenenza all'antica tradizione di fede, preghiera e devozione della Chiesa".
Un tempo la Santa Comunione (così si chiamava e non comunione) si faceva in ginocchio alla balaustra e il sacerdote passava da tutti i fedeli pronunciando: Corpus Domini Nostri Jesu Christi custodiat animam tuam in vitam aeternam. Che significa: il Corpo di Nostro Signore Gesù Cristo custodisca la tua anima per la vita eterna. Abbreviato anche in Corpus Christi.
RispondiEliminaE il fedele rispondeva Amen.
Ed era molta la gente che andava a Messa. Dieci, venti, trenta volte più di oggi. Da bimbo vedevo sempre la mia Parrocchia piena: c'era il Parroco, un paio di viceparroci e altri sacerdoti nei confessionali. La domenica le Sante Messe erano alle 7, 8,9, 10, 11, 12, 18, 21. E tutte piene di fedeli. E la comunione in ginocchio.
Poi è arrivata l'era dei novatori che - come novelli Attila - hanno devastato le Chiese distruggendo gli altari e le balaustre e sovente togliendo gli inginocchiatoi dai banchi. Tutta roba del passato, innovare era il grido.
Così innovazione dopo innovazione, distruzione dopo distruzione le chiese si sono svuotate e i subito dopo i seminari.
Quello di Torino era arrivato a contare quasi 500 seminaristi sotto il card.Fossati, poi è iniziata la rovina. Una lieve ripresa col Card Saldarini grazie alle sue belle lectio divinae ma i danni fatti erano enormi e non più recuperabili.
Ora si chiudono le Chiese a Torino, si accorpano le parrocchie, si riducono le S. Messe.
Avanti così fra 20 anni saranno più le chiese chiuse di quelle aperte, come in Olanda.
Poi se vai a fondo della questione vedi come viene impartita la Santa Comunione. Quasi vietata la Comunione in bocca, in piedi come in fila per andare alla posta a ritirare la pensione, distribuita dal sacerdote (forse) e sovente da signore improvvisatesi pretesse, più o meno come distribuissero pezzetti di focaccia.
Nemmeno un piattino sotto il mento per raccogliere frammenti, briciole, e se la particola cade il fedele se la prende lui e quello dopo passa lì con le scarpe.
Un tempo se una particola cadeva si faceva un rito di purificazione del luogo dov'era caduta.
Adesso figuriamoci!
Adesso c'è fretta e più sono a distribuire le ostie meglio è. C'è fretta, c'è fretta.
Negli anni '70 c'erano anche le Messe sprint!
E poi si lamentano delle chiese vuote e dei seminari anche, vuoti. E non capiscono perché!
"... C'è fretta, c'è fretta..."
RispondiEliminaQuesta è una delle caratteristiche della società in cui viviamo, la quale vuoi o non vuoi si incarna anche in ognuno di noi se non stiamo più che attenti. Fretta, forza elementare/bruta ed inevitabile superficialità sono sempre presenti tra noi. L'era moderna iniziale si distinse per la velocità da questa si è passati alla fretta. Data una rapida e superficiale occhiata al dizionario etimologico(Giacomo Devoto): veloce rimanda a vegeto, vigile, vigore; fretta rimanda a fregare, friabile, sfrido appartenente alla famiglia di frivolus(ridotto in frammenti). Quindi possiamo dedurre che anche all'interno dell'età moderna si è passati dal veloce al frettoloso,si è corrotto, si è cambiato un concetto ed il cambiamento mostra un peggioramento che però si è addirittura incarnato in tutti noi. La velocità ideale contiene in sé aspetti virtuosi, la fretta no, anzi ad un primo esame sembra quasi essere la copia ridicola della velocità che richiede un addestramento minuzioso costante per essere usata in sicurezza. La velocità delle macchine dimostra che tutto il corpo deve stare all'erta e per stare all'erta necessita di arrivare alla guida delle macchine riposato desto con tutti i sensi concentrato. La fretta, potrebbe essere definita 'voglio essere veloce, ma non sono capace, non posso' e...pasticcio, danneggio persone e cose'. La concentrazione che richiede la velocità fa sì che poi in poco tempo si possano fare bene più cose di quelle fatte in fretta e male. Dal punto di vista religioso, cattolico, entrare in chiesa dovrebbe essere un entrare lentamente in un ambito dove vige anche un'altra dimensione del tempo, un pizzico di eternità, che nel rito della Santa Messa trova la sua strada maestra verso l'Eterno. Se ognuno di noi ricordasse e mettesse insieme quanto può accadere e accade interiormente ad ognuno di noi in quella manciata di minuti vedrebbe che, in quei pochissimi minuti, è accaduto tantissimo a tutti velocissimamente, ma col fermo immagine per ognuno, insomma durante la Santa Messa si può avere una comprensione multipla, olistica si dice oggi, dello spazio del tempo, del veloce del lento, del finito dell'infinito, del visto non visto, dell'udito non udito. Tutte esperienze che la fretta caccia via e la calma di ognuno ritrova per tutti.
C'è fretta, ma non all'omelia, il parroco allunga il brodo di per farla durare almeno un quarto d'ora, ripetendo le stesse cose, vuote e scontate. Mi viene voglia di urlare "bastaaa" e scappare.
RispondiEliminaNessuno ti obbliga ad andare in chiesa eh.
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