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giovedì 1 dicembre 2022

Jiangxi, il vescovo 'clandestino' Peng Weizhao si ufficializza

In una cerimonia tenuta a Nanchang il presule - ordinato segretamente con il mandato di papa Francesco nel 2014 e per questo anche arrestato - si è insediato come vescovo ausiliare di una diocesi i cui confini sono decisi da Pechino. A Yujiang tutto il clero sottoposto a forti pressioni. Nel giuramento che ha dovuto leggere ha promesso di aderire al principio delle chiese indipendenti e autogestite e di "guidare il cattolicesimo ad adattarsi alla società socialista". Qui l'indice degli articoli sulla questione sino/vaticana.

Jiangxi, il vescovo 'clandestino' Peng Weizhao si ufficializza

Nanchang (AsiaNews) - Il vescovo sotterraneo cinese mons. Giovanni Peng Weizhao - nominato da papa Francesco nel 2014 per la diocesi di Yujiang e per questo anche arrestato per sei mesi dalle autorità cinesi - ha aderito agli organismi “ufficiali” del cattolicesimo cinese e in una cerimonia tenuta questa mattina è stato riconosciuto come “vescovo ausiliare della diocesi dello Jiangxi”. Il rito si è svolto a Nanchang alla presenza di circa 200 persone ed è stato presieduto dal vescovo locale Li Suguang, che è anche vice-presidente della Conferenza dei vescovi cattolici cinesi, l’organismo collegiale non riconosciuto dalla Santa Sede.
Mons. Peng Weizhao, 56 anni, ha studiato nel Seminario nazionale di Pechino divenendo sacerdote nel 1989. Era stato ordinato vescovo di Yujiang segretamente con il mandato di papa Francesco il 10 aprile 2014 come successore di mons. Tommaso Zeng Jingmu, guida della locale e vivace Chiesa sotterranea, che trascorse ben 23 anni in carcere morendo poi a 96 anni nel 2016. Poche settimane dopo la sua ordinazione lo stesso vescovo Peng era stato arrestato; rilasciato nel novembre 2014 è sempre stato fortemente limitato dalle autorità nelle possibilità di esercitare il proprio ministero.

Mons. Peng Weizhao ora diventa vescovo ausiliare della “diocesi dello Jiangxi”. La qualifica in questo caso è importante: la diocesi di cui il presule era stato nominato vescovo da Francesco era infatti Yujiang, una circoscrizione ecclesiastica che esisteva fin dal 1885 e dove prima della rivoluzione comunista avevano svolto il loro ministero i missionari lazzaristi. Sono dunque le autorità cinesi, senza alcun accordo con la Santa Sede, ad aver perseguito l’obiettivo di incorporare in un’unica diocesi tutte le cinque circoscrizioni ecclesiastiche tradizionalmente legate alla metropolia di Nanchang. 

Nella provincia dello Jiangxi c’erano dunque attualmente due vescovi: mons. Li Suguang - 58 anni dal 2010 vescovo ufficiale di Nanchang (il capoluogo della provincia) - e appunto mons. Peng Weizhao, che ufficializzandosi diventa l’ausiliare di mons. Li (cosa che in sé non potrebbe fare senza il consenso della Santa Sede, da cui oggi non è giunta alcuna informazione in proposito). Come riportavamo in questa testimonianza pubblicata da AsiaNews due anni fa la Chiesa sotterranea di Yujiang ha subito fortissime pressioni dopo l'Accordo del 2018 sulla nomina dei vescovi affinché il suo clero si "regolarizzasse". E già allora si citava il timore che potesse accadere quanto successo a Mindong, nel Fujian, dove il vescovo sotterraneo mons. Guo Xijin era stato spinto ad accettare il ministero di vescovo ausiliare, salvo poi rinunciare al ministero episcopale dopo una manciata di mesi constatata la scarsa libertà di movimento nelle nuove condizioni.

Mons. Peng è stato probabilmente sottoposto a fortissime pressioni per accettare la stessa linea. Già dal 22 settembre aveva informato il suo clero di aver dato le dimissioni da vescovo di Yujiang e aver accettato il piano del governo di integrare tutte le diocesi nell’unica diocesi dello Jiangxi. L’11 ottobre scorso aveva poi partecipato alla cerimonia della posa della prima pietra dell’episcopio della nuova diocesi comune che sorgerà a Nanchang ed è stato presentato dagli organismi cattolici ufficiali controllati dal Partito comunista cinese come un modello di quella sinicizzazione che è la parola chiave indicata da Xi Jinping per il futuro delle religioni in Cina. E nonostante una certa opposizione manifestata dal clero di Yujiang, mons. Peng ha accettato oggi di insediarsi come ausiliare di mons. Li.

Secondo quanto riferito dal sito chinacatholic.cn (il sito degli organismi cattolici controllati dal Partito comunista cinese) oggi nella cerimonia di insediamento ha letto un giuramento che recita così: “Giuro di osservare i comandamenti di Dio, adempiere ai doveri pastorali del vescovo ausiliare, predicare fedelmente il Vangelo, guidare i sacerdoti e i fedeli della diocesi di Jiangxi, attenermi alla Costituzione nazionale, salvaguardare l’unità della patria e l’armonia sociale, amare il Paese e la religione, e persistere nel principio delle chiese indipendenti e autogestite, aderire alla direzione del cattolicesimo del mio Paese in Cina, guidare attivamente il cattolicesimo ad adattarsi alla società socialista e contribuire alla realizzazione del sogno cinese del grande ringiovanimento della nazione cinese”.

Tutto questo conferma quanto le autorità cinesi esercitino una forte pressione sia sui vescovi ufficiali sia su quelli non ufficiali. E che perseguano non solo la loro politica di controllo dei vescovi, ma anche il loro piano di adattamento dei confini delle diocesi secondo i loro obiettivi politici, senza dare grande peso ai negoziati con il Vaticano.

3 commenti:

  1. Osservando in che direzione va la Chiesa Cattolica Cinese, e qual'e' l'ideologia che domina l'attuale dirigenza vaticana, cioè la Chiesa al seguito dello Stato di cui è una delle varie ONLUS e per la cui gestione valgono, se non le leggi, almeno i proclami. Questo è quello che mi sembra evidente, come abbiamo potuto sperimentare dalla fine del 2019 ad oggi. Non mi sembra realistico presumere che il Vaticano non ne fosse a conoscenza e che non si sia tenuto conto dei negoziati. Questi, come il processo al card. Zen, ne sono i frutti. Che ci piaccia o no Bergoglio,per sua ammissione, non è più, se mai lo è stato, il Vicario di Cristo.

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  2. LA VERITÀ ESISTE E NON CAMBIA MAI!

    La verità si accresce, ma in senso omogeneo, come la ghianda che diventa quercia; non gira col vento come la banderuola di una torre. Un triangolo non può avere quattro lati, il leopardo non può mutare le macchie del suo manto, né l’Etiope può cambiare il colore della sua pelle. La natura di certe cose è fissa e non mai tanto fissa quanto quella della verità. La verità può essere contraddetta mille volte, ma ciò dimostra soltanto che ha la forza di sopravvivere a mille assalti.

    La logica di chi afferma che «siccome “si dice questo” e “si dice quello”, non esiste verità»; è pressappoco la stessa che avrebbe sfoggiato Cristoforo Colombo se dopo aver sentito dire che «la terra è rotonda» e che «la terra è piatta», avesse concluso: «quindi la terra non esiste»... Come il carpentiere il quale, gettato via il righello, usa ogni trave come simbolo di misura, così anche quelli che hanno buttato via il modello della verità oggettiva non hanno più nulla che serva loro come unità di misura, all’infuori della moda intellettuale del momento.

    (Fulton J. Sheen, da "Verità e Menzogne: una critica profetica del pensiero moderno" edizioni Mimep)

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  3. 3 DICEMBRE.
    Quando sarete nell'abiezione fate come gli alcioni che nidificano sulle antenne delle navi, cioè sollevatevi dalla terra, innalzatevi col pensiero e col cuore a Dio, che è il solo che potrà consolarvi e darvi forza per sostenere santamente la prova (VVN, 48).

    *Abiezione: Rinuncia ascetica al proprio decoro per l'amore di Cristo.

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