Mentre Andrea Grillo, egemone negli uffici liturgici e nei seminari, non ha trovato di meglio che rimproverare al cardinale Zuppi la sua partecipazione al pellegrinaggio Summorum mettendo in guardia i vescovi dall’usare misericordia verso i fedeli attaccati al rito antico, riceviamo diverse segnalazioni sulla sorte della Messa apostolica a Vocogno e Domodossola in conseguenza della Traditionis Custodes e successivi ( vedi ).
Si fa sempre più evidente la persecuzione contro i fedeli cattolici
Riprendiamo di seguito un primo intervento seguito da altre due comunicazioni, assicurando la nostra solidarietà e la nostra preghiera.
La persecuzione contro i fedeli cattolici.
Il caso di Codogno e Domodossola
Da diversi anni, due sacerdoti della diocesi di Novara celebrano seguendo la liturgia tradizionale in due luoghi di Messa: nella chiesa parrocchiale di Santa Caterina d’Alessandria, nella frazione di Vocogno del comune di Craveggia, nella Val Vigezzo, e nella cappella dell’ospedale San Biagio di Domodossola.
I due sacerdoti hanno iniziato queste celebrazioni dopo molte controversie col vescovo di allora, Mons. Renato Corti, che li autorizzò a continuare la celebrazione esclusiva secondo i libri liturgici del 1962, e seguendo quanto stabilito dal Motu Proprio Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI, del 7 luglio 2007.
L’1 novembre 2022, l’attuale vescovo di Novara, Mons. Franco Giulio Brambilla, ha emanato un “comunicato sull’applicazione del Motu Proprio Traditionis custodes” di Papa Francesco! (qui)
Con questo comunicato, il vescovo stabilisce che a partire dalla prima Domenica di Avvento, 27 novembre 2022, “il gruppo dell’ospedale di Domodossola si unirà al gruppo della Chiesa di Vocogno, per celebrare la messa secondo il Missale Romanum (1962) nel Santuario di Re”.
E precisa “Il Vescovo concederà la facoltà di celebrare solo a quei presbiteri (art. 5 di Traditionis custodes) che riconoscano esplicitamente la validità, legittimità e fecondità del rito celebrato con il Missale Romanum, Editio Typica Tertia del 2002, e si impegnino a prendersi cura affinché i fedeli partecipino al rito celebrato secondo il Missale Romanum (1962) non con uno spirito alternativo alla forma attuale della Messa romana”.
Prima considerazione: La distanza tra Vocogno e Re è di 9 km., la distanza tra Domodossola e Re è di 25 km.
Seconda considerazione: a Vocogno non esiste un “gruppo”, ma è tutta la comunità parrocchiale ad assistere alla Messa tradizionale e a fruire dei Sacramenti secondo il Rito tradizionale. Senza contare che nel periodo estivo si uniscono ai parrocchiani molti dei fedeli che sono in vacanza; e senza contare che si recano a Vocogno e a Domodossola molti fedeli provenienti dalla provincia Verbano-Cusio-Ossola e dalle province vicine.
E questo perché tanti fedeli scelgono volutamente di seguire la liturgia tradizionale invece della liturgia moderna.
Terza considerazione: il vescovo parla volutamente e ambiguamente di “gruppo” di Vocogno per nascondere il fatto, eclatante da anni, che si tratta di migliaia di fedeli che vogliono rimanere legati alla liturgia tradizionale.
Quarta considerazione: se i sacerdoti devono riconoscere “esplicitamente la validità, legittimità e fecondità del rito celebrato con il Missale Romanum, Editio Typica Tertia del 2002”, per quale patologico motivo avrebbero deciso di seguire esclusivamente la liturgia tradizionale? Sarebbero: o dementi o in male fede.
Quinta considerazione: se i sacerdoti si devono impegnare “a prendersi cura affinché i fedeli partecipino al rito celebrato secondo il Missale Romanum (1962) non con uno spirito alternativo alla forma attuale della Messa romana”, come potrebbero giustificare il loro apostolato fondato esclusivamente sulla liturgia tradizionale? E i fedeli, come potrebbero giustificare la loro decisione di seguire esclusivamente la liturgia tradizionale? I primi sarebbero dei mistificatori e i secondi sarebbero dei capricciosi ingiustificabili.
In ogni caso, il detto comunicato manifesta un evidente disprezzo sia per i sacerdoti sia per i fedeli.
Di fronte di questa ennesima manovra per distruggere la liturgia tradizionale praticata dalla Chiesa cattolica da due millenni, invitiamo tutti nostri lettori a:
- comunicare il loro caloroso sostegno ai sacerdoti interessati (don_secci@libero.it - stefanocoggiola@libero.it);
- esprimere al vescovo, Mons. Franco Giulio Brambilla, le loro rimostranze, sia usando la posta elettronica – segreteriavescovo@diocesinovara.it - sia scrivendo al vescovo: Via Puccini, 11, 28100 Novara.
A sua Eccellenza Reverendissima,
Mons. Franco Giulio Brambilla,
Vescovo di Novara
Via Puccini, 11, 28100 Novara.
Eccellenza Reverendissima,Le scrivo in merito al Suo comunicato del 1 Novembre, in particolar modo riguardo la Sua decisione di eliminare le celebrazioni in rito tradizionale di Domodossola e Vocogno, pregandola di rivedere la Sua decisione.
Sono … …, ho … anni ed è dal … che tutte le Domeniche e nelle feste di precetto, faccio volentieri molti chilometri per recarmi alla Santa Messa celebrata alla cappella dell’ospedale San Biagio e, nelle celebrazioni solenni, nella chiesa di Santa Caterina a Vocogno.
Dal … ho iniziato a parteciparvi con mia moglie, e portiamo con gioia anche i nostri figli; è anche a nome loro che Le scrivo questa lettera.
Se molti fedeli, dopo tutto questo tempo, sono ancora legati a questi centri di Messa, è anche grazie al lavoro quotidiano di don Stefano Coggiola e don Alberto Secci, che mantengono viva la Fede di queste comunità con le preghiere pubbliche, gli incontri di dottrina cattolica, i sacramenti amministrati ai malati in ospedale, l’insegnamento a scuola (quando ancora ne avevano la possibilità), e, soprattutto, la Santa Messa quotidiana.
Limitando le celebrazioni alla sola Santa Messa domenicale è evidente che la Sua decisione è stata presa per distruggere tutto ciò che è stato costruito in questi anni. La ritengo infatti troppo intelligente per non capire le conseguenze di questa scelta sulle anime dei fedeli.
Io e la mia famiglia non possiamo accettare di essere allontanati dai sacerdoti che il buon Dio ha messo sui nostri passi, uomini di grande fede. Abbiamo quindi intenzione di appoggiarli nelle decisioni che prenderanno e di seguirli nelle loro scelte.
In conclusione, La supplico di fare un passo indietro, e lasciare a don Stefano e a don Alberto la cura delle anime nei luoghi dove hanno servito il Signore fino ad oggi.
Le conseguenze, se così non fosse, saranno disastrose.
Le ricordo umilmente che se anche solo un’anima si disperdesse e si allontanasse dalla Fede cattolica, Lei dovrà risponderne davanti a Nostro Signore.
Per questo prego per Lei e per la diocesi.* * *
Messa della tradizione in latino
Buongiorno
Sono un fedele cristiano che insieme ad altri frequenta da anni la messa tradizionale (messa di sempre) in latino celebrata nella parrocchia di Vocogno in valle Vigezzo e nella cappella di San Biagio all'ospedale di Domodossola
I due sacerdoti che la celebrano sono Don Alberto Secci e don Stefano Coggiola
Premetto che questa celebrazione non è mai stata vista di buon grado dai burocrati e pseudopreti della chiesa ma tale rito era stato non solo autorizzato ma addirittura messo nero su bianco con il motu proprio di benedetto XVI (Papa molto scomodo e subito costretto alla resa)
Ora con un colpo di spugna il grande Papa Francesco lo ha cancellato relegandoci così a chiesa di serie b dando potere ai vescovi, nella fattispecie mons Franco Giulio Brambilla di impugnare tale decisione togliendo di fatto le chiese ai due sacerdoti e non permettendo loro di celebrare i santi sacramenti minacciando la loro scomunica a divinis.
Questo di fatto è un ricatto di cui la chiesa si dovrebbe vergognare (e non solo di questo)È forse un peccato fare i preti ?
È forse un peccato celebrare i sacramenti?
È forse un peccato rispettare la legge di Dio?
A questo dovrebbero rispondere i burocrati della chiesa, quelli che stravolgono la messa facendola diventare un teatrino una tribuna politica, quelli che cambiano il Padre Nostro senza averne il diritto
Bisogna esprimere tutta la nostra solidarietà e aiuto a questi due preti che fanno solo ciò a cui sono stati chiamati per il bene della gente e non per un bene personale.
Se fosse il caso difenderemo anche con la forza le nostre ragioni.* * *
Buongiorno a tutti coloro che si degneranno non solo di leggere questa mia ma di tenerne pure conto, almeno in minima parte come dovuto a chi non ha il cuore ormai di pietra, a proposito della persecuzione che subiscono preti e fedeli cattolici innamorati di un Rito Antico che allarga il cuore elevando lo spirito che conduce più leggeri che mai nelle braccia di quel Cristo che incessantemente opera per la nostra e altrui conversione coadiuvato in questo per puro e degno omaggio d' amore, da Sua Madre Santissima e, in particolar modo, in riferimento alla mannaia "misericordiosa" che è calata dalle parti della parrocchia di Vocogno e cappella dell'ospedale di Domodossola, esprimo tutto il possibile sdegno verso questi atti che discriminano e ci relegano a "paria" della Chiesa come se fosse invece auspicabile una ulteriore valorizzazione di qualunque religione, eresia e paganesimo stile pachamama purché la Messa Antica di sempre no! il "vade retro ... !" e il "non praevalebunt!" penso sia la miglior chiosa a questa mia!
anzi... W Cristo Re! (Alberto Speroni)
"Ave Verum Corpus natum de Maria Virgine,
RispondiEliminaVere passum, immolatum in cruce pro homine,
Cuius latus perforatum fluxit aqua et sanguine,
Esto nobis praegustatum in mortis examine.
O Iesu dulcis, O Iesu pie, O Iesu, fili Mariae,
Miserere mei. Amen."
«Ave, o vero corpo, nato da Maria Vergine,
che veramente patì e fu immolato sulla croce per l'uomo,
dal cui fianco squarciato sgorgarono acqua e sangue:
fa' che noi possiamo gustarti nella prova suprema della morte.
O Gesù dolce, o Gesù pio, o Gesù figlio di Maria.
Pietà di me. Amen.»
Lectio
RispondiEliminaLéctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Philippénses
Fil 3:17-21; 4:1-3
Fratres: Imitatóres mei estóte, et observáte eos, qui ita ámbulant, sicut habétis formam nostram. Multi enim ámbulant, quos sæpe dicébam vobis - nunc autem et flens dico - inimícos Crucis Christi: quorum finis intéritus: quorum Deus venter est: et glória in confusióne ipsórum, qui terréna sápiunt. Nostra autem conversátio in cœlis est: unde étiam Salvatórem exspectámus, Dóminum nostrum Iesum Christum, qui reformábit corpus humilitátis nostræ, configurátum córpori claritátis suæ, secúndum operatiónem, qua étiam possit subiícere sibi ómnia. Itaque, fratres mei caríssimi et desideratíssimi, gáudium meum et coróna mea: sic state in Dómino, caríssimi. Evódiam rogo et Sýntychen déprecor idípsum sapere in Dómino. Etiam rogo et te, germáne compar, ádiuva illas, quæ mecum laboravérunt in Evangélio cum Cleménte et céteris adiutóribus meis,
R. Deo gratias.
Fratelli: Siate miei imitatori e osservate coloro che seguono il modello che avete in noi. Perché molti camminano, di cui vi ho parlato spesso e ora vi dico anche piangendo, che sono nemici della Croce di Cristo. La loro
Credo che scrivere al vescovo non servirà a null'altro che a fargli conoscere la nostra legittima contrarietà alla sua decisione.
RispondiEliminaLe manifestazioni di solidarietà ai due bravi sacerdoti sono invece molto importanti.
Dovranno cercare a tutti i costi di resistere...e non è detto che ciò sia possibile restando in "piena comunione" con Bergoglio e la sua gerarchia modernista.
Forse si renderà necessaria una decisione forte: a che pro restare sottomessi anche alle decisioni illegittime di una gerarchia che ha aperto all'adulterio, alterato il Padre Nostro, adulato Lutero e una "grande italiana" abortista, inventato a tavolino una messa protestantizzata, diffuso il culto di Pachamama e che si sta dimostrando possibilista su sodomia, contraccezione e persino sull'aborto?
Forse questo provvedimento può essere considerato addirittura un fatto positivo, imponendo una SCELTA OBBLIGATA: o cattolici o bergogliani.
Abbiamo capito che non si tratta propriamente di Liturgia. Né di Cattolicesimo, ma di politica ed in particolare di politica globalista che si è messa in capo, molto umilmente, di forgiare un precotto religioso globale. Sentitamente ringraziando, non siamo disposti per nessun motivo a cambiare la nostra dieta antica bimillenaria.
RispondiEliminaTristi vicende. Sancta Maria, tu illos adiuva.
RispondiElimina
RispondiEliminaTroppe diocesi in Piemonte:
"Ora un piano per accorparle"
https://www.lospiffero.com/ls_article.php?id=68086
Sull’ultimo numero di Vita Pastorale, il lunario teologico-liturgico di quell’ircocervo progressista che è il parroco di campagna o di Langa addottorato a Tubinga e sempre in procinto di insegnare al vescovo è comparso un intervento di Enzo Bianchi di grande interesse per la sua lucidità. L’ex priore di Bose, che ha sperimentato la “misericordia” di papa Francesco al punto da essere costretto a sloggiare, senza tante cerimonie, dal monastero da lui fondato con il ripudio e l’allontanamento di numerosi soggetti che, dopo aver passato anni a osannarne il carisma profetico e la grande intelligenza teologica e politica, lo hanno grottescamente liquidato timorosi di suscitare i sospetti di Santa Marta, analizza l’attuale situazione della liturgia cattolica. Dopo aver brevemente accennato a Traditionis Custodes e a Desiderio Desideravi, fratel Enzo svolge diverse considerazioni: l’unità rituale risulta contraddetta da «porzioni di fedeli» e laddove in Italia la presenza di tradizionalisti è «molto limitata e circoscritta», in altri paesi (Francia, Germania, Stati Uniti) essi costituiscono «una minoranza ben attestata, non piccola e molto efficace sul piano della comunicazione e della visibilità; pur essendo una minoranza variegata e più o meno estrema, «la situazione è grave ed è tempo di smetterla di sorridere di questa porzione di Chiesa, o addirittura di deriderla o disprezzarla», poiché «praticare l’ecumenismo con tante comunità cristiane, a volte gravemente impoverite del nucleo della fede in Cristo, e non saper dialogare e camminare anche con i tradizionalisti non è certo segno di autentica carità fraterna, né di consapevolezza dall’essere uniti dall’unum baptisma, l’unico battesimo, che ci rende fratelli e discepoli di Cristo».
RispondiEliminaPosta la possibilità di un «discernimento sereno e mite», Bianchi elogia «l’amore sincero per la liturgia», «la fedeltà seria e profonda alla tradizione monastica, vissuta con intenzione evangelica, ricca di iniziative e di lavoro», «una vita comune capace di grande carità» che ha sperimentato in comunità come quella di Sainte-Madeleine du Barroux confessando di «essersi trovato meglio tra di loro che in alcuni monasteri che si dicono fedeli al Vaticano II, ma che vivono – a chi si riferisce? – una vita da residenza religiosa non monastica». Così al papa che gli chiedeva una opinione in proposito l’ex priore rispondeva: «Santità, se accettano il concilio Vaticano II, se accettano realmente il suo ministero di successore di Pietro, se dichiarano valida la riforma liturgica e l’Eucaristia normata da Paolo VI, li lasci vivere… La Chiesa deve accettare una comunione plurale, non può più essere monolitica nella forma». La lunga disamina di Enzo Bianchi – prossimo a trasferirsi presso la “nuova Bose” di Albiano – tocca molti punti dolenti dell’attuale situazione ecclesiale e mostra la conoscenza di diverse realtà, a differenza del provincialismo italico di molti vescovi e liturgisti nostrani e anche – va detto – dell’ottusità di alcuni tradizionalisti da sacrestia, e non teme di mettere il dito nella piaga degli abusi continui dell’attuale Ordo Missae qualificando la situazione per quello che realmente è: in un corpo già piagato come quello della Chiesa attuale, si sta combattendo una guerra liturgica, ossia – fatto gravissimo – l’assenza di una pace eucaristica. Tale problema, considerato risibile e trascurabile negli Anni Settanta e Ottanta, diventa sempre più manifesto se si considera lo svuotamento dei seminari e dei noviziati religiosi a fronte di una crescita – non certamente esplosiva ma continua – di realtà tradizionali.
https://www.aldomariavalli.it/2022/11/10/lettera-aperta-don-pellegrini-a-vescovi-e-papa-chiedete-scusa-ai-fedeli-inngannati/amp/
RispondiEliminaDon ALBERTO SECCI... la Chiesa di Vocogno e la cappella dell'ospedale di Domodossola.. ho già le mie idee.. non dimentico la questione dei Francescani dell'Immacolata.. una cosa alla volta...... speriamo che Don Alberto, guardi poco più lontano o forse vicino... dipende .... non molto lontano ci sono dei Sacerdoti molto accoglienti la tradizione.. a Montalenghe.. Don Alberto può pensarci.. qualche altro Sacerdote ci ha pensato bene ed ha trovato la strada giusta.. se guarda giusto, non ha perduto niente.. Dio ti indica sempre una strada.. e ora Lui può indicarla anche a quei fedele che per decenni l'hanno seguito.. Don Alberto è una persona molto perbene sa cosa deve fare.. ma lo deve per i suoi fedeli o seguaci.. che poi sono seguaci della Chiesa Cattolica che Lui insegna..
RispondiEliminaÈ giusto che i nodi vengano al pettine, come si suol dire. O si segue il Vetus Ordo o si segue il Novus Ordo, le vie di mezzo nella religione cattolica non sono consentite.
RispondiEliminaQuesto papato così dissacrante ha un merito, tra le tante colpe: di far emergere tutta la zizzania presente nel dettato del CVII.
Personalmente ho partecipato solo 3 o 4 volte alla S.Messa in quel di Vocogno, che anche geograficamente simboleggia, data la sua posizione estrema, la diabolica volontà della gerarchia deviata di ghettizzare la Sacra Liturgia in latino.
Come si puo continuare a tollerare questa gerarchia vaticana, mi chiedo...
Giustamente Mons. Viganò, l'unico a parlar chiaro, lamenta la "timida" voce dei (pochissimi) Vescovi e Cardinali "tradizionalisti".
Da umile fedele credo sia giunta l'ora di deporre il fioretto e sguainare la spada (metaforicamente, si intende).
Vedremo come i due Sacerdoti reagiranno a questo infame ricatto.
Gentile anonimo, fratel Bianchi avrà pure una migliore conoscenza di certe situazioni, rispetto a certi vescovi, tuttavia non mi esalterei troppo per la "perorazione" della causa "tradizionalista".
RispondiEliminaInfatti il modernista fratel Bianchi dice di lasciarci vivere a condizione di accettare il CVII, il nuovo rito di Paolo VI ecc.
Il peggio, però, è la motivazione: il pluralismo. Non si smentisce mai!
Sono giusto due mesi che il sito Esistenzialmente periferico ( https://letturine.blogspot.com/) non è più aggiornato.
RispondiEliminaNe conoscete il motivo?
L'ultraprogressista "monsignor" Brambilla aveva avversato anche la bella Santa Messa (se è "bella" è per definizione V.O., quelle N.O. sono brutte, sciatte, orizzontali, prive di sacralità, dubbie nella loro validità) che veniva celebrata ad Arona, con decine e decine di fedeli. Con la scusa del covid, quella S. Messa venne poi sospesa. Se vengono meno le due messe ossolane, tutta la zona del Piemonte nord-orientale rimane privo di vere Sante Messe.
RispondiEliminaSilente
https://gloria.tv/post/mWvLz9KAXGzi2rSKaC2txhfaV
RispondiEliminanemici della Croce di Cristo
XXIII Domenica dopo Pentecoste in rito tradizionale a Vocogno in Val Vigezzo (VB).
Omelia di don Alberto Secci: nemici della Croce di Cristo.
Domenica 13 Novembre 2022
Sito WEB: www.radicatinellafede.com
Dopo la pubblicazione degli articoli (qui) sulla vicenda di don Alberto e don Stefano nella diocesi di Novara, ho ricevuto alcune lettere di fedeli che si rivolgono al vescovo Brambilla. Vi propongo quelle di una mamma e di un papà: Laura e Andrea.
RispondiElimina"..che hanno scelto liberamente l’ovile dove tornare..
Per favore, lasci che queste due parrocchie continuino a essere un porto sicuro per quei fedeli che lì hanno trovato Pace, quella che si può trovare solo dove c’è Cristo."
https://www.aldomariavalli.it/2022/11/14/don-alberto-don-stefano-e-la-messa-di-sempre-lettere-di-fedeli-al-vescovo-di-novara/
Riprendendo la nota di cui sopra vorrei aggiungere la mia da Roma: "Signori Vescovi, Eccellenze,per favore non conformatevi ai burocrati che spostano faldoni, che spostano carte. Qui si tratta di "anime" e finche' il Signore permettera'/tollerera'questa situazione, lasciate che le anime si rechino a trovare il nutrimento la' dove ce n'e', la' dove e' piu' confacente per le loro anime."
Ed infine,da nonna: Mi domando :Ma voi Vescovi vi unite ai vostri preti durante le vacanze (qualche giorno con alcuni,qualche giorno con altri) anche a sorpresa, onde conoscerli meglio nel loro proprio comportamento/servizio/pensiero giornaliero ? E da ultimo: che problema/tormento vi fanno queste due piccole realta' del vostro territorio? Forse le avvertite come due spine della vostra corona? O forse come un foruncolo? Con osservanza
Sono ordini che vengono dall'alto ai quali tutti più o meno,in teoria, dovrebbero ubbidire.Poi ognuno si regola secondo la propria sensibilità ,il proprio carattere ed il proprio buonsenso .Però stabilito che chi ordina certe cose ne risponderà ,un giorno, di persona ,i servitori troppo zelanti non saranno esenti da punizioni. Non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio.... Non dimenticatelo mai.
RispondiEliminaÈ la deep church!
EliminaSembra che se lo siano dimenticato da decenni, di non avere a trovarsi a lottare contro Dio....almeno da Roncalli in qua, a vagonate di alti prelati e papi modernisti, cioè anticattolici, e quindi servi servorum diaboli...si ricordino, Bergoglio e la sua ciurma di apostati, le parole di Cristo " chi non è con Me, è contro di Me". Personalmente, ritengo che l' ultimo papa cattolico sia stato Pacelli, come ebbe a profetizzare egli stesso. Dopo, solo capi dello S.C.V., politici e politicizzati al massimo, distruttori di dottrina, liturgia e pastorale cattolica. Anatema a tutti loro, quindi, come comanda San Paolo....
EliminaSe vengono meno le due messe ossolane, tutta la zona del Piemonte nord-orientale rimane privo di vere Sante Messe.
RispondiEliminaIl Piemonte è da decenni, la zona d'Italia forse con la maggiore "densità" di Messe Tridentine. Mi riferisco a FSSPX e IMBC.
Omelia - LA PREDICA DEL BUON ESEMPIO - P. Alessandro M. Apollonio, FI.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=FWK9GJimYYY
Santuario Madonna dei Boschi
Omelia della Santa Messa del 15 Novembre 2022, Memoria DI S. Alberto Magno, Vescovo e Dottore della Chiesa, tenuta da P. Alessandro M. Apollonio, FI.
Da leggere
https://www.latheotokos.it/modules.php?name=News&file=print&sid=492
https://www.centrostudifederici.org/i-due-che-erano-tre-don-ricossa-scrive-d-aldo-maria-valli/
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