Apprendiamo da Duc in altum, che il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, tornando sui suoi passi ha deciso che le Messe vetus ordo potranno continuare a essere celebrate nella chiesa di Santa Caterina a Vocogno.
La decisione di impedire le messe tridentine a Vocogno aveva suscitato amarezza fra tantissimi fedeli, molti dei quali si erano rivolti direttamente al vescovo pregandolo di cambiare le disposizioni contenute nel comunicato del 1° novembre scorso, nel quale, appunto, si stabiliva che a partire dalla prima domenica di Avvento, 27 novembre 2022, la Messa in rito antico si sarebbe celebrata non più a Vocogno ma nel santuario di Re.
Nel comunicato Brambilla scriveva inoltre: “Il Vescovo concederà la facoltà di celebrare solo a quei presbiteri (art. 5 di Traditionis custodes) che riconoscano esplicitamente la validità, legittimità e fecondità del rito celebrato con il Missale Romanum, Editio Typica Tertia del 2002, e si impegnino a prendersi cura affinché i fedeli partecipino al rito celebrato secondo il Missale Romanum (1962) non con uno spirito alternativo alla forma attuale della Messa romana”.
Tutto ciò, di fatto, estrometteva don Stefano Coggiola e don Alberto Secci, che nella cappella dell’Ospedale di Domodossola e nella chiesa di Vocogno celebravano la Messa vetus ordo.
Ma che ecco che la diocesi, con una nota diffusa oggi, comunica nuove indicazioni. Le riporto qui integralmente.
* Nota con le indicazioni pratiche per le celebrazioni secondo il Messale del 1962
A partire da domenica prossima 27 novembre 2022 – Prima di Avvento – entrano in vigore le disposizioni del vescovo Franco Giulio Brambilla sull’applicazione in diocesi di Novara del Motu Proprio di Papa Francesco Traditionis custodes sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970.
Ecco le chiese dove si terranno celebrazioni eucaristiche secondo il Messale romano promulgato da san Giovanni XXIII nel 1962 e i sacerdoti che presiederanno le messe.
- A Verbania (Pallanza) nella chiesa di San Giuseppe;
- A Romagnano Sesia nella chiesa di Chiesa sussidiaria Madonna del Popolo o nella Cappella dell’Oratorio;
- In Ossola, nella chiesa di Santa Caterina a Vocogno, invece che nel santuario di Re, come inizialmente comunicato.
A Vocogno, dove la parrocchia era retta da don Luigi Preioni come amministratore parrocchiale, il vescovo, dopo aver ascoltato i suggerimenti e le osservazioni giunte ed essersi confrontato con i suoi collaboratori, ha deciso di modificare parzialmente alcune disposizioni pratiche. Per questo ha nominato il nuovo parroco don Stefano Gallina, che sostituisce così don Preioni. Don Gallina ha espresso la sua disponibilità ad ospitare nella chiesa di Santa Caterina i gruppi di fedeli che nell’Ossola celebrano secondo il Messale del 1962. Egli provvederà anche a garantire la celebrazione eucaristica festiva per la comunità parrocchiale secondo il Messale Romano di Paolo VI.
Tutti i luoghi scelti sono tra quelli dove già da tempo venivano celebrate messe secondo quel rito, in accordo con i parroci delle rispettive parrocchie, e garantendo ai fedeli celebrazioni secondo messale del 2002.
I sacerdoti cui il vescovo ha concesso la facoltà di celebrare secondo il rito del 1962 sono don Alberto Secci e don Stefano Coggiola (Vocogno), il rosminiano don Ludovico Gadaleta (Pallanza) e don Federico Ponti (Romagnano).
*Fin qui la Nota della diocesi. Non è chiaro quale sarà il destino della Messa vetus ordo che si celebrava nella cappella dell’ospedale di Domodossola. Altri dettagli andranno poi precisati. In ogni caso salutiamo con soddisfazione le nuove disposizioni.
Applicazione"Cum grano salis" dicevano i latini,scondo il buonsenso si dice a casa nostra. Lode alla SS. Trinita'!
RispondiElimina"...monsignor Franco Giulio Brambilla, tornando sui suoi passi ha deciso che..."
RispondiEliminatornando PARZIALMENTE sui suoi passi.
Infatti da caso unico di parrocchia Vetus Ordo ora la medesima diventa una normale parrocchia conciliare con licenza di celebrare la Messa "in forma straordinaria". In pratica viene concesso il regime Summorum Pontificum. Fino a quando?