Papa Francesco riorganizza il Vicariato di Roma
Vengono creati nuovi organismi di controllo finanziario e degli abusi e la durata del mandato del personale diretto è fissata a cinque anni, prorogabile solo per altri cinque anni.
La Costituzione si apre con una lunga prefazione in cui Francesco traccia una profonda riflessione sulla sua diocesi, Roma, di cui ricorda l'importanza dal punto di vista ecclesiale, ma anche le difficoltà delle persone che vi abitano e le attività a favore dei gruppi sociali più vulnerabili.
Scopo della riforma è ridare “uno slancio evangelizzatore e sinodale” al Vicariato di Roma, arroccato, scrive Papa Francesco, sia
“a luogo esemplare di comunione, dialogo e vicinanza, accogliente e trasparente al servizio del rinnovamento e della crescita pastorale della diocesi di Roma”.
Nel dettagliare i 45 articoli della Costituzione, il Papa si sofferma sulle figure di spicco del Vicariato: il cardinale vicario, il vicepresidente e i vescovi ausiliari. Tutti,
“sono da me nominati a tempo indeterminato e cessano le loro funzioni con mio decreto”.
Il vicario continua ad esercitare “il ministero episcopale di magistero, santificazione e governo pastorale per la diocesi di Roma con potestà vicaria ordinaria” secondo i termini stabiliti dal Papa. Il cardinale-vicario non intraprenderà iniziative importanti o iniziative che esulano dall'ordinaria amministrazione senza prima riferire al papa.
Si rafforza il ruolo del Consiglio episcopale, che diventa “ l'organo principale della sinodalità ” e “ il luogo apicale del discernimento e delle decisioni pastorali e amministrative ”. Sarà il Papa a presiederlo quando si riunirà almeno tre volte al mese:
“L'ordine del giorno di ogni riunione deve essere inviato al più presto possibile”.
“Delle riunioni del Consiglio Episcopale viene redatto un verbale dal Vescovo Ausiliare con funzione di Segretario, designato all’inizio del Consiglio, che mi deve essere inviato, e da conservare in apposita sezione dell’Archivio generale diocesano.”.
“Il Cardinale Vicario, nella sua funzione di coordinamento della pastorale diocesana, agisce sempre in comunione con il Consiglio dei Vescovi, per cui si discosti dal suo parere concorde solo dopo aver valutato con me la questione”.
Il consiglio dei vescovi deve anche approvare la nomina dei cappellani, dei rettori delle chiese e dei responsabili dei servizi pastorali.
Deve essere approvato dal Pontefice anche il regolamento del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici, organismo che coadiuva il Papa nell'amministrazione economica della diocesi, indicando “criteri di trasparenza nella gestione dei fondi” .
Parimenti, nel Vicariato di Roma, è istituita una Commissione Indipendente di Vigilanza come organismo di controllo interno, con proprio regolamento approvato dal Pontefice.
Nuove regole – molto dettagliate – valgono anche per la procedura di selezione dei nuovi parroci, tra cui
“Dei candidati debbono essere valutate anche le caratteristiche spirituali, psicologiche, intellettuali, pastorali, e l’esperienza compiuta nell’eventuale precedente servizio. Si dovrà, per questo, raccogliere il parere dei formatori, nel caso di candidati più giovani, e dei vescovi che ne conoscono la personalità e le esperienze pregresse. Il Cardinale Vicario, compiuto l’iter, mi sottopone per l’eventuale nomina i candidati all’ufficio di Parroco, e nomina i Viceparroci.”.
Infine, nell'organigramma generale, è stato istituito il Servizio per la Tutela dei Minori e delle Persone Vulnerabili.
Venerdì 6 Gennaio il Papa ha nominato uno dei vescovi ausiliari, monsignor Baldassarre Reina, nuovo vicegerente della diocesi di Roma.
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Piano piano, anzi, forte forte, tutta la chiesa conciliare viene resettata in modo da renderla compatibile col nuovo ordine mondiale, che vedrà la luce fra poco, dopo la sconfitta e lo smembramento della Russia. Coloro che hanno "per padre il diavolo" diventeranno i padroni del mondo.
RispondiEliminaSulla sconfitta della Russia andrei molto piano.per la propria sopravvivenza non risparmierà colpi, il popolo è compatto, la povera Ucraina, cerne da cannone, sta in piedi come uno zombie. Purtroppo noi stiamo in mezzo , per la dissennatezza di chi ci governa.l'Italia avrebbe potuto avere un ruolo storico importantissimo di mediazione, se fossimo un po' meno servili.ma Washington chiama, ingiungendo di spogliarci del nostro sistema di protezione missilistico.non so la risposta, ma temo di indovinarla
EliminaÈ dalla Covid che l età avanzata non mi convince più sulla morte naturale di qualsiasi persona. Così ora non mi convincono gli 81 anni del Cardinale Pell per accettare la sua morte come naturale. Vorrei saperne di più. Era ammalato? Che malattia aveva? Quando si è ammalato? È caduto? Una morte improvvisa? Misteriosa?
RispondiEliminaIl card.Pell si era espresso per scritto molto negativamente sul prossimo sinodo in due puntate. Leggasi Sabino Paciolla in merito
RispondiElimina“Noi non siamo chiamati a salvare la Chiesa, ma a servirla”.
RispondiElimina(J. Ratzinger)
Parole per il tempo ordinario.
Che ci assegnano un compito, diverso dall’apparire
e dal piacere.
Stare e servire, al posto assegnatoci.
E non importa quale.
Comunque al cuore del mondo.
Mi viene in mente una bellissima parola della Prima Lettera di San Pietro, nel primo capitolo, versetto 22. In latino suona così: «Castificantes animas nostras in oboedentia veritatis». L'obbedienza alla verità dovrebbe "castificare" la nostra anima, e così guidare alla retta parola e alla retta azione. In altri termini, parlare per trovare applausi, parlare orientandosi a quanto gli uomini vogliono sentire, parlare in obbedienza alla dittatura delle opinione comuni, è considerato come una specie di prostituzione della parola e dell'anima. La "castità" a cui allude l’apostolo Pietro è non sottomettersi a questi standard, non cercare gli applausi, ma cercare l'obbedienza alla verità. E penso che questa sia la virtù fondamentale del teologo, questa disciplina anche dura dell'obbedienza alla verità che ci fa collaboratori della verità, bocca della verità, perché non parliamo noi in questo fiume di parole di oggi, ma realmente purificati e resi casti dall'obbedienza alla verità, la verità parli in noi. E possiamo così essere veramente portatori della verità.
RispondiElimina(Papa Benedetto XVI - dall'Omelia pronunciata il 6 ottobre 2006)
Il card.Pell era diabetico, non aveva nessun'altra patologia, si trattava di un intervento non molto complesso di sostituzione di protesi all'anca, intervento perfettamente riuscito, in sala rianimazione era lucido, parlava benissimo, poi è inspiegabilmente crollato ed è morto per infarto fulminante, questo è quanto trapela
RispondiEliminaufficialmente.
X Murmex
Mi spiace deludere le sue speranze, ma gli USA non ci molleranno mai anche in caso di débacle in UA, ci hanno riempiti di testate nucleari di ultimissima generazione, come anche la Polonia, in cent. in caso VP si arrabbiasse davvero siamo i primi ad essere spazzati via, la flotta Russa è davanti alle coste greco-turche.........ma GM manda altre armi per fare la bella figura con VZ, per fare un esempio terra terra, come autocastrarsi per fare dispetto al partner infedele.
RispondiElimina# Murmex
Da dove risulta che in Polonia ci sono testate nucleari?
E che gli USA ci avrebbero privati del nostro sistema missilistico
di difesa?
E che l'Italia sarebbe piena di bombe atomiche americane?
Seguite Pangea e tanti commentatori tipo Dinucci, Bianchi, Fracassi ed altri e scoprirete tante cose.
RispondiElimina"I risultati che hanno seguito il Concilio sembrano crudelmente opposti alle attese di tutti, a cominciare da quelle di papa Giovanni XXIII e poi di Paolo VI.
RispondiEliminaI cristiani sono di nuovo minoranza, più di quanto lo siano mai stati dalla fine dell'antichità... I Papi e i Padri conciliari si aspettavano una nuova unità cattolica e si è invece andati incontro a un dissenso che - per usare le parole di Paolo VI - è sembrato passare dall'autocritica all'autodistruzione.
Ci si aspettava un nuovo entusiasmo e si è invece finiti troppo spesso nella noia e nello scoraggiamento.
Ci si aspettava un balzo in avanti e ci si è invece trovati di fronte a un processo progressivo di decadenza che si è venuto sviluppando in larga misura sotto il segno di un richiamo a un presunto "spirito del Concilio" e in tal modo lo ha screditato...
Il card. Julius Dópfner diceva che la Chiesa del dopo Concilio è un grande cantiere. Ma uno spirito critico ha aggiunto che è un cantiere dove è andato perduto il progetto e ciascuno continua a fabbricare secondo il suo gusto. Il risultato è evidente".
(Joseph Ratzinger - da "Rapporto sulla Fede". Vittorio Messori a colloquio con Joseph Ratzinger)