Condenso di seguito, nella nostra traduzione dalla Lettera 927 del 20 Marzo 2023 di Paix liturgique, la versione narrativa in luogo di quella ridondante dell'intervista, degli aggiornamenti in ordine alla vicenda di Saint-Germain-en-Laye, da noi puntualmente seguita nel corso del tempo. Precedenti a partire da qui. Alcuni mesi fa il vescovo, mons. Luc Crepy, ha fatto un primo passo concedendo, ai fedeli che da due anni assistono alla messa all'aperto davanti alla porta chiusa della chiesa vuota dell'ospedale, la celebrazione di due messe cantate da Natale nella cappella dei francescani, e promettendo di continuare il dialogo. Qui l'indice degli articoli su Traditionis custodes e successivi.
Incertezze, speranze e cautela
della comunità fuori-le-mura di Saint-Germain-en-Laye
Le ultime notizie mostrano una sorta di apertura da parte del vescovo Crepy, anche se gli interessati non possono fare a meno di richiamare il detto "Il lupo perde il pelo ma non il vizio" in ragione di quanto accaduto fino ad ora.
Poco più di un anno fa padre Boulle aveva immaginato una strategia vecchia come il mondo per dividere i fedeli legati all'usus antiquior presenti e noti ormai da trent'anni a Saint-Germain- en-Laye stabilendo nella cappella dei francescani una messa cosiddetta "gregoriana", cioè una messa novus ordo, in latino ben celebrata con comunione sulle labbra...
Con l'ovvio risultato che nessuna famiglia della comunità di "Fuori le mura" dell'ospedale ha abboccato a questa grossolana esca che non rispondeva alla richiesta di vivere la propria fede cattolica secondo la liturgia tradizionale. Tant'è che dopo le prime esperienze il numero dei partecipanti è andato progressivamente scemando. Fino a che, una volta che i fedeli della Messa gregoriana si sono perfettamente resi conto, tra il surrogato e l'autentico hanno scelto in massa cambiando messa.
Con l'ovvio risultato che nessuna famiglia della comunità di "Fuori le mura" dell'ospedale ha abboccato a questa grossolana esca che non rispondeva alla richiesta di vivere la propria fede cattolica secondo la liturgia tradizionale. Tant'è che dopo le prime esperienze il numero dei partecipanti è andato progressivamente scemando. Fino a che, una volta che i fedeli della Messa gregoriana si sono perfettamente resi conto, tra il surrogato e l'autentico hanno scelto in massa cambiando messa.
Secondo il nuovo corso, nella cappella francescana è stata celebrata la prima messa tradizionale forse regolare. A Natale, la chiesa era piena di fedeli soprattutto di Saint-Germain; il che conferma che la richiesta locale è molto reale e che la testardaggine aggressiva di certi vescovi e di certi sacerdoti, che hanno fatto di tutto per negare ed escluderla, era solo una patetico tentativo infruttuoso.
Dunque nessuna sorpresa del risultato. Del resto Paix Liturgique aveva commissionato un sondaggio d'opinione su Saint-Germain-en-Laye nel 2015 (lettera di PL 658) da cui è emerso che il 24% dei cattolici praticanti della città andrebbe volentieri alla messa tradizionale ogni settimana, a cui va aggiunto il 19% che andrebbe una volta al mese se si celebrasse nella loro parrocchia… quello che è successo dai francescani ne è la prova…
E ciò non vale solo per Saint-Germain-en-Laye, ma anche per Poissy, Montfort-L'amaury, Vésinet, Croissy-sur-Seine, Maisons-Laffitte dove richieste simili sono state soffocate e dove sarebbero scontati risultati della stessa portata di quello di Saint-Germain.
Purtuttavia sta continuando la messa fuori le mura davanti all'ospedale per una buona e unica ragione: non si fidano delle promesse di padre Boulle, che assomigliano più a una manipolazione che a un accordo onesto e leale; il che è frutto di esperienza… sapendo che tutto ciò che non viene chiarito prima di un accordo non lo sarà mai.
Gli esempi non mancano, come nel caso dei fedeli di Rambouillet: quando nel 2007 hanno reso noto il loro desiderio di celebrare una messa domenicale tradizionale, dopo lunghe trattative, hanno concluso nel 2008 – e questo è già un bene mentre la maggior parte dei richiedenti come a Poissy, Montfort-L'amaury o Croissy-sur-Seine semplicemente non hanno ottenuto nulla – se non una Messa al mese “ad experimentum”. Questa esperienza è stata da quel momento determinante. Ma più di 14 anni dopo questa briciola, i fedeli di Rambouillet possono ancora assistere a una sola messa domenicale al mese.
Ciò significa che la maggior parte degli interlocutori diocesani non sono in buona fede e tentano solo esperimenti sperando che falliscano e in ogni caso sono contrari a raggiungere vere conclusioni.
Un altro esempio è quello dei ricorrenti di Vésinet molto tempo fa, per di più un tempo in cui padre Boulle era lui stesso sacerdote di Vésinet. Ai fedeli che gli chiedevano la possibilità di assistere a una messa domenicale secondo l'usus antiquior , veniva concessa una messa alle 20:00 il primo venerdì del mese, tranne che durante le vacanze.
Eppure questa messa è durata a lungo e con vero successo - in media quasi 25 fedeli il venerdì alle 20! - ma quando i fedeli hanno voluto che l'esperienza del tutto positiva si evolvesse in una messa domenicale, la risposta è stata negativa e allora le possibilità di cambiamenti curiali hanno semplicemente fatto sparire questa messa.
Per questo quando si fanno le trattative occorre verificare i vari punti dando tempo alla riflessione e al buon senso, anche perché gli auspici delle due parti divergono inesorabilmente:
- Per la diocesi si trattava di porre fine alla messa fuori le mura il più in fretta possibile e soprattutto nelle immagini che si sono susseguite sui social (a proposito, si tratta degli stessi pastori che con il loro autismo erano stati i iniziatori di questa Messa Fuori le Mura…)
- Per i fedeli Fuori le Mura che conoscono bene i loro pastori, i quali meno di sei mesi fa affermavano "Che mai avrebbero concesso nulla ai fedeli nel processo di protestantesimo" era necessario vigilare e non lasciarsi trascinare in una faccenda il cui l'unico scopo era che sparissero.
Infatti se la diocesi non potesse garantire una celebrazione tradizionale domenicale resta un interrogativo senza risposta ed è uno dei motivi della sfiducia e quindi del proseguimento della celebrazione Fuori le mura.
Inoltre c'è anche la questione dei sacramenti: Certamente almeno i battesimi e anche i funerali, purtroppo sempre possibili per i membri della comunità. L'intervistato, Germain de Paris, afferma: "ad esempio se domani morissi vorrei che si celebrasse la Messa da Requiem dove vado a Messa tutte le domeniche".
E poi c'è anche la questione delle feste perché è consuetudine episcopale concedere messe… tranne che durante le feste… Era il caso della messa gregoriana che quindi veniva celebrata solo poco più della metà delle domeniche dell'anno.
E la questione delle vacanze estive, poiché in molte parrocchie l'estate costituisce una vera pausa e alcuni trovano normale che le messe vengano interrotte. Ma provvidenzialmente la scorsa estate le Messe fuori le mura sono state assicurate per quasi tutti i mesi di luglio e agosto.
Non c'erano mai meno di 40 fedeli, con un picco di oltre 50 domenica 31 luglio, tanto che in estate sono ancora tanti i fedeli che desiderano continuare a frequentare la messa. Ma in questo caso la questione della prossima estate fosse ancora più importante èpstp che il cambiamento di 180° nell'atteggiamento di padre Boulle in meno di 5 mesi abbia lo scopo principale di dividerw e far scomparire o fedeli legati alla Tradizione. Di conseguenza, la loro richiesta di garanzie per continuare l'esperimento durante l'estate era per evitare una dislocazione che si sarebbe potuta verificare senza garanzia di recupero a settembre.
Resta il rischio che padre l'Hirondelle, parroco di Saint-Germain-en-Laye, potrebbe trovarsi trasferito altrove anche durante il suo mandato e un nuovo parroco potrebbe sostenere una visuale opposta
Solo il vescovo può garantire una vera continuità nella diocesi e anche nei confronti dei suoi successori, ma non è lui il capofila di questo accordo e questa è un'altra preoccupazione, posto che il comunicato stampa della diocesi ammette l'unico scopo disopprimere laMessa fuori le mura senza una parola di carità o riconciliazione. Il che risulta non poco inquietante!
Ciò significa che i fedeli non non possono accettare ciecamente un accordo opaco e impreciso, imposto frettolosamente. E' la ragione per cui continueranno le celebrazioni davanti all'ospedale almeno fino all'inizio dell'anno scolastico a settembre: il tempo per vedere come si evolvono le promesse e le belle parole e permetterà anche di aiutare i sacerdoti all'organizzazione futura.
Ovvio che si vogliano assicurare di non essere oggetto di semplice manipolazione.
I fedeli legati alla Tradizione non si aspettano comprensione dai cattolici della diocesi posto che, oltre a chi ha mostrato disinteresse, non è mancato chi ha applaudito alla loro eliminazione. La loro determinazione è quella di famiglie che vogliono essere rispettate. Anche questo è dialogo e sinodalità.
Naturalmente continueranno a dialogare col loro vescovo, Luc Crépy, sperando di stabilire dopo Pasqua un dialogo autentico e leale.
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A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio per le traduzioni
IBAN - Maria Guarini
IT66Z0200805134000103529621
Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731
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I guai della Chiesa sono derivati da quanto hanno detto e fatto, dopo il Concilio, parecchie persone. Da questo punto di vista, il più pericoloso dei teologi non è Hans Kung, perché sostiene tesi così strampalate che nessuno (o quasi nessuno) gli crede. Il più pericoloso è il gesuita Karl Rahner, il quale scrive benissimo ed ha l'aria di essere ortodosso, ma ha sempre sostenuto che occorre una "nuova teologia". Una teologia cioè che metta da parte Gesù e che vada bene per il nostro secolo.
RispondiElimina(Cardinale Giuseppe Siri)
segnalo un errato "usus antiquor" nel primo paragrafo del testo (più avanti è scritto correttamente "antiquior" )
RispondiEliminaun caro saluto