Un precedente interessante: 7Q5, il frammento papiraceo di Qumran databile al 50 d.C. circa, contenente Marco 6, 52-53 [vedi].
Novità sulla datazione del primo vangelo
L'Accademia austriaca delle scienze (OeAW) ha appena annunciato la scoperta di un frammento del Vangelo secondo Matteo presentato come la versione più antica di un brano del Nuovo Testamento fino ad oggi conosciuta. Viene così confermata l'ipotesi tradizionale di una datazione precoce del primo dei nostri Vangeli.
Dobbiamo tornare indietro di circa mille anni: monaci copisti di Terra Santa cancellarono, graffiandola, una pergamena per riutilizzarla. Questa cosiddetta tecnica del palinsesto si spiega con la scarsità, e quindi con il prezzo elevato, dei materiali necessari alla scrittura.
Diversi secoli dopo, il palinsesto in questione divenne proprietà della Santa Sede, che lo custodiva nella Biblioteca Apostolica Vaticana e lì trovato dal ricercatore Grigory Kessel che iniziò a cercare i testi raschiati dai monaci.
La tecnica della fotografia ultravioletta permette al ricercatore dell'OeAW di svelare i segreti della pergamena che contiene infatti due frammenti del Vangelo di San Matteo scritti in antico siriaco, e che lo scienziato data al III e VI secolo d.C.
Si tratta di una scoperta importante, in quanto sarebbe la versione più antica conosciuta di un testo del Nuovo Testamento, come riportato dall'OeAW il 6 aprile 2023. Attenzione ai termini: per versione deve includere una traduzione del testo sacro in un lingua diversa dalla lingua originale, in questo caso il siriaco.
Infatti la lingua originale del Vangelo di san Matteo è il greco, anche se è possibile che l'apostolo lo abbia scritto prima in lingua ebraica. San Girolamo riferisce di aver consultato un testo ebraico contenente il Vangelo di San Matteo.
Quanto all'originale greco, il codex sinaiticus, scritto su pergamena anticamente conservata nel monastero di Santa Caterina del Monte Sinai, e ora alla British Library, è ritenuto la copia più completa dei nostri vangeli: risale al IV secolo della nostra era. Ma esistono frammenti dei vangeli più antichi, conservati su papiro.
Uno dei frammenti portati alla luce da Grigory Kessel racconta l'episodio in cui i discepoli di Gesù raccolgono spighe di grano in giorno di sabato. Corrisponde quindi a quasi tutto il capitolo 12 del Vangelo di Matteo. "Grigory Kessel ha fatto una grande scoperta grazie alla sua profonda conoscenza degli antichi testi siriaci e delle caratteristiche della scrittura", ha esultato Claudia Rapp.
La direttrice dell'Istituto per la ricerca medievale dell'Accademia austriaca si rallegra: «Questa scoperta dimostra quanto possa essere produttiva e importante l'interazione tra le moderne tecnologie digitali e la ricerca di base nel caso di manoscritti medievali.»
Un testo preziosissimo per la storia della trasmissione evangelica
Questa versione in siriaco antico è solo il terzo frammento conosciuto del Vangelo in questa lingua. Esistono versioni siriache più complete ma scritte in una lingua più recente, la più nota è la Peshitta [Rielaborazione della Vecchia siriaca databile al 435 che rappresenta tuttora la versione di riferimento delle chiese orientali di lingua siriaca -ndT].
Questa nuova scoperta è importante, perché consente di consolidare la datazione precoce del Vangelo secondo San Matteo: se la versione siriaca scoperta da Grigory Kessel risale al III secolo, ciò significa che era già ampiamente diffuso in Medio Oriente in quel periodo, dato il tempo occorrente per copiare un manoscritto.
Ciò ci permette di risalire ancor più indietro nel tempo al testo originale in greco che serviva per la elaborazione del testo siriaco.
(Fonti: The Jerusalem Post/Valeurs actuelles/Le monde de la Bible – FSSPX.Actualités)
Illustrazione: The Jerusalem Post [Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Romanitas ⚜️ (in die Nativitatis Romae)
RispondiElimina"Non si può essere cattolici senza essere romani." (Mgr Marcel Lefebvre)
Beh, ci ho capito poco. Che c’entra una versione siriaca con la retrodatazione dell’originale greco?
RispondiEliminaAl Vicario di Cristo si piega il destino di Roma; in lui si fissa e si volge verso una mèta che non è di questo mondo. Nessuna città vince o vincerà il destino di Roma. Gerusalemme e il suo popolo non sono più la città e il popolo di Dio: Roma è la nuova Sion, e romano è ogni popolo che vive di fede romana. Città più popolose e ampie ha il mondo e ne vanno superbe le genti; città sapienti ebbe la storia delle Nazioni; ma città di Dio, città della Sapienza incarnata, città di un magistero di verità e di santità, che tanto sublima l’uomo da elevarlo sull’ara fino al cielo, non è che Roma, eletta da Cristo «per lo loco santo, u’ siede il successor del maggior Piero» (Inf., II, 23-24).
RispondiElimina(Cardinale Eugenio Pacelli)
🏛️ ROMA QUANTA FUIT IPSA RUINA
RispondiEliminaDOCET🏛️
Roma non è soltanto una identità geografica. Roma non è circoscritta da fiumi, monti, mari. Roma non è un fatto di razza , sangue o religione:
Roma e una idea - Roma è la più sublime personificazione della libertà e della legge non realizzata dal genere umano da quando, diecimila anni fa, i nostri antenati sono scesi da quei monti e hanno imparato a vivere in comunità obbedendo alla legge.
( Marco Tullio Cicerone)
Per cui città eterna, tanti auguri a ciò che realmente sei.....
Anniversari romani: il 20 aprile 1303, 720 anni fa, con la Bolla “In suprema praeminentia dignitatis” Papa Bonifacio VIII istituiva lo “Studium Urbis”, oggi Università di Roma “La Sapienza”, dedicata alla Divina Sapienza; è oggi una delle Università più antiche d'Italia, d'Europa e del mondo ad essere ancora in attività. Inizialmente il finanziamento dell’Università avveniva attraverso la tassazione del “vino forestiero” e le donazioni di alcuni nobili romani, mentre durante il periodo della Cattività Avignonese (1309 - 1377), la gestione dell’Università venne affidata al Comune di Roma. Gli ignoranti che anni fa contestarono il Papa, studenti (più formali che sostanziali) e professori, e i collettivi che ancora oggi infestano le strutture e l'istituzione, sicuramente ignoreranno ciò...
RispondiEliminaE a proposito del compleanno di Roma, ricordo che di anni Roma ne ha 2775 e non 2776. Ogni volta si sbaglia il calcolo.
RispondiEliminaAnonimo 00:33
RispondiEliminaNon mi pare ci voglia tanto a capire che se la versione siriaca (che traduce l'originale) è più antica del testo attualmente riconosciuto, l'originale debba precederla.... e siamo di fronte ad jns retrodatazione
@mic 22.04 ore 08.08
EliminaE a me pare non ci voglia molto a capire che l’articolo dice solo che una copia siriaca databile tra il III e il VI secolo risulta più antica delle copie greche giunte a noi del testo originale. Non è che fino a oggi pensavamo che il testo di Matteo fosse posteriore al VI secolo. È chiaro da decenni che Matteo è stato scritto ben entro la fine del I secolo, quindi una copia siriaca di 200 o 500 anni dopo non si capisce cosa debba retrodatare.
Si sbaglia cosa..
RispondiEliminaGli anni trascorsi sono intesi come numeri ordinali, l'anno zero non esiste come tale, esiste come numero cardinale , cioè nel calendario come "bordo" dell'anno.
| -1 | +1 | trascorsi 2 anni dall' 1 a.C. se siamo nell'1 d.C
-1 0 1
| -------- | 2023 | trascorsi 753 + 2023 dal 753 a.C.
-753 0 2023
Quanto fa?
@angheran70
EliminaSi sbaglia appunto a contare l’anno 0. Lei stesso dice che non esiste. Quindi perché lo conta? Dal 1 a.C al 1 d.C. non trascorrino 2 anni, ma 1.
"Nella più piccola città, ovunque ci siano magistrati intenti a verificare i pesi dei mercantili, a spazzare e illuminare le strade, a opporsi all'anarchia, all'incuria, alle ingiustizie, alla paura, a interpretare le leggi al lume della ragione, lì Roma vivrà. Roma non perirà che con l'ultima città degli uomini."
RispondiElimina(da "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar, nel Natale di Roma)
Roma fu fondata nel 753 a.C. e quindi 752 anni e 8 mesi circa prima del passaggio dal 31 dicembre -1 al 1 gennaio 1 d.C
RispondiEliminaDa allora siamo 2022 anni e circa 4 mesi dopo quel giorno, in questo 2023.
Dunque 2022 + 752 + 1 = 2775
1 ovviamente risulta dai 4+8 mesi suddetti
Ha ragione Angheran
@anonimo 23.04 8,45
EliminaMa come fa a sostenere che ha ragione angheran, se lei arriva alla stessa conclusione a cui arrivo io e cioè che quest’anno roma ha compiuti 2775 anni e non 2776? Quando io dico dall’1 a.C all’1 d.C passa solo un anno, intendo dal 21 aprile 1 ac al 21 aprile dc c’è solo un anno. Tanti inevece fanno il conto matematico senza rende i conto di calcolare anche l’anno 0 che non c’è, quindi fanno 753+2023= 2776. Invece gli anni compiuti sono 2775 e siamo entrati nel 2776esimo anno dalla fondazione di Roma. Questo intendevo dire sin dall’inizio, quindi non so perché angheran abbia contestato il mio calcolo.
Due vangeli sono stati scritti da testimoni oculari diretti:
RispondiElimina-Matteo e Giovanni
Due sono stati scritti da persone vissute insieme a testimoni diretti:
-Luca, che trasse spunto da Maria e anche da Paolo e Marco, che stava con Pietro.
I vangeli sono stati tutti scritti tra il 40 e il 60 (anche quello di Giovanni).
Quindi ben prima che i Romani ponessero fine al culto al tempio di Gerusalemme (nel 70).
Ci sono solide attestazioni riguardanti tutti e quattro i vangeli esistenti molto presto.
Luca scrive che altri lo avevano già fatto, quando vi si cimentò lui.
E lui vi si era già cimentato quando Paolo parlò del suo vangelo scrivendo ai Corinti.
Giovanni fu aiutato da Andrea e Andrea morì martire nell'anno 60.
Poi potete ascoltare gli storico-critici, o i Sosa Abascal, ma è aria fritta.
R.S.
RispondiElimina# È chiaro che Matteo è stato scritto ben entro il I secolo...
Chiaro per chi? Non per l'esegesi razionalista attuale, influenzata da Bultmann e soci via ereticando...
Per costoro i Vangeli sono nettamente posteriori alla fine di Gerusalemme (70 dC), sono elaborazione della c.d "comunità primitiva" che si sarebbe fabbricata un "Gesù della fede", mitico rispetto a quello storicamente esistito. Tesi peregrina, da minorati mentali, frutto di astratte elucubrazioni e soprattutto di una preliminare mancanza di fede, eppure continua ad andare per la maggiore.
Ora, una retrodatazione sensibile di una traduzione siriaca avvicina l'originale tradotto al I secolo, alla sua giusta data di origine, considerando che per arrivare alla traduzione siriaca deve esserne passato parecchio del tempo, dal momento della diffusione dell'originale.
L'argomento dell'articolo non è privo di importanza per la corretta datazione dei Vangeli.
Per anonimo delle 19.52
RispondiEliminac'era dell'ironia... anche a chi fa i calcoli capita di sbagliare!
Siamo proprio nel tempo, rivolti all'Eterno. E ci aiutiamo a capire, nel Suo Nome.