Nella nostra traduzione da Riposte Catholique una notizia che lascia pensare che la inquietante celebrazione degli Anglicani segnalata qui non sia stata una svista definita "errore di comunicazione", ma un ennesimo calamento di braghe della Chiesa conciliare all'insegna del falso ecumenismo [vedi].
Non dimentichiamo che l'Arcibasilica Lateranense, Cattedrale di Roma e del Papa sulla cui cattedra avviene l'insediamento dei nuovi papi, è la madre di tutte le Chiese del mondo cattolico.
Ripercorriamo alcuni punti essenziali. L’ecumenismo non è stato una scoperta del Concilio, ma esso è da sempre nell’autocoscienza ecclesiale. « Vi è, tuttavia, con una sua configurazione, diametralmente opposta a quella attuale. Mentre questa si distacca dalla “politica del ritorno” e talvolta irride ad essa, talaltra la demonizza. L’ecumenismo che accompagna l’incedere spazio-temporale della Chiesa è al servizio della sua unità/unicità, alla quale sollecita il ritorno dei lontani e dei separati »[Brunero Gherardini, L’ecumene tradita, Fede e Cultura 2009, pag. 24].
Non a caso, nella Mortalium animos Pio XI insegna che la tendenza pancristiana al falso ecumenismo sfocia in una « falsa religione cristiana, assai diversa dall’unica Chiesa di Cristo ». La Tradizione ci consegna il dato che alla Rivelazione Apostolica corrisponde la Chiesa una unica ed immutabile. Chi e da qualunque pulpito la rende diversa nella Dottrina, si autoesclude dall’unica vera Chiesa. L'“Ut unum sint” per il quale il Signore ha pregato ed ha donato sé stesso, la vera unità - che non è né pragmatica né organizzativa né di assenso della ragione, ma comunione in Cristo nella Sua Chiesa - non sono le cosiddette buone volontà umane a realizzarla, ma essa stessa si realizza come dono Soprannaturale che si invera in chi “rimane” e in chi “ritorna” nella Chiesa così come il Signore l'ha voluta e istituita: l'Una, Santa, Cattolica, Apostolica e anche Romana. Invece nell’Unitatis redintegratio l’Instructio de motione oecumenica del 1949, che riprende la Mortalium animos, non è mai citata e non lo è neppure il vocabolo ritorno (reditus). (M.G.)
San Giovanni in Laterano
è diventata una cattedrale ecumenica?
Dopo gli anglicani, venuti a celebrarvi recentemente, sono gli ortodossi che dovrebbero venire a celebrarvi una Messa. Dal 9 al 14 maggio il Patriarca copto ortodosso Tawadros II visiterà Roma in occasione del 50° anniversario del primo incontro tra un papa e un patriarca copto. Accompagnerà il papa durante l'udienza di mercoledì 10 maggio e parlerà anche ai presenti in piazza San Pietro in occasione dell'udienza generale.
Fin qui niente di straordinario. Ma nell'agenda del patriarca Tawadros II è prevista una messa copta ortodossa nella cattedrale di Roma, di cui il papa è vescovo e quindi sede titolare, alla quale parteciperà la comunità cristiana di questa denominazione.
Il domenicano Hyacinthe Destivelle, del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, ha affermato:
“Anche domenica 14 maggio sarà una giornata storica perché il Patriarca celebrerà la messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano per i fedeli copti. Sarà la prima volta che un non cattolico celebrerà messa nella cattedrale del papa. Penso che la basilica sarà piena, perché c'è una diaspora copta molto numerosa e dinamica nell'area di Roma e in Italia, forse 100.000 fedeli”.
A quando una messa secondo il messale del 1962 a San Giovanni in Laterano?...
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
RispondiEliminaL'œcuménisme ayant succédé au catholicisme, il est naturel que Saint-Jean-de-Latran soit désormais la cathédrale de cette nouvelle religion.
Ho appena saputo che a maggio le Clarisse lasceranno il monastero di Bologna, in via Tagliapietre. Ma la santa Caterina resterà lì.
RispondiEliminaNon ci sono più le forze: sono in 4 di cui solo una giovane. Che tristezza immensa, erano lì dal 1400 ...
"Il Belgio sarà il primo stato musulmano d'Europa". Osservare l’Europa da Parigi significa avere un posto di osservazione privilegiato, come una frontiera, il centro di un sisma, dove le scosse sono più intense e tutto avviene più rapidamente. Mentre i giornali italiani e La Repubblica mentono, un'inchiesta che ti fa sobbalzare rivela un paese capovolto dagli accordi migratori. "Dal 2010 al 2030, la popolazione islamica del Belgio sarà cresciuta dell'80 per cento. Una bomba demografica". Le chiese chiudono, le moschee raddoppiano. E i Fratelli Musulmani scrivono: “Immaginate l’Europa che si converte all’Islam, le chiese si trasformeranno in moschee dopo averle dipinte di bianco…”
RispondiEliminaAbbiamo avuto circa 40/50 anni di governanti e uomini di chiesa che hanno lavorato per il meticciato, che era solo un modo per non dire apertamente: basta con i bianchi cristiani, cattolici in particolare.
RispondiEliminaDominica II Post Pascha
RispondiEliminaEgo sum pastor bonus. Bonus pastor ánimam suam dat pro óvibus suis
Nella domenica del Buon Pastore ci è stato ricordato come questa figura (il Pastore) riguardi il ruolo di responsabilità che molti di noi rivestono. Oltre al clero dalle sue più alte gerarchie fino al semplice parroco, ogni cristiano ha un ruolo ed una responsabilità che gli vengono date da Dio. Il capo di una nazione ha una responsabilità che esercita tanto meglio quanto maggiormente agisce in conformità alle leggi di Dio. Il ruolo di pastore investe ovviamente anche il capo famiglia, seppur esercitato su un ristretto numero di persone, delle quali però porta e porterà la responsabilità davanti a Dio nel giorno del giudizio.
E’ il padre “fondatore” dell’Europa cristiana, S. Benedetto, a fornirci una serie di regole che, se specificamente riguardanti l’abate, hanno, almeno in buona parte, una valenza per ogni cristiano. In una famiglia poi i figli sono un dono, non una proprietà, e della loro custodia, della loro crescita, del bene e del male che potranno fare, i genitori portano, almeno in parte, una responsabilità.
Sorvolando sulla crisi dei pastori nella Chiesa di oggi, crisi che non risparmia i più alti vertici, a noi interessa però comprendere cosa chiede a noi di specifico il Buon Pastore che dona la vita per le proprie pecore.
Anche nella Chiesa infatti, una seria volontà di riforma, muoverà sempre dallo sforzo personale di conversione di ogni suo membro e perciò da come assolverà al proprio compito nei confronti dei fratelli che Dio affida e dei quali ci renderà poi conto al termine del nostro cammino terreno.
Estraggo dalla regola benedettina i passi che stamani sono stati evidenziati, così come io ricordo. *Quanto è scritto non è fedele alla lettera di quel che è stato detto ma riflette ciò che mi ha colpito ed è espresso con mie parole, tranne ovviamente i brani citati dalla Regola.
1. Un abate degno di stare a capo di un monastero deve sempre avere presenti le esigenze implicite nel suo nome, mantenendo le proprie azioni al livello di superiorità che esso comporta. Sappiamo infatti per fede che in monastero egli tiene il posto di Cristo, poiché viene chiamato con il suo stesso nome, secondo quanto dice l'Apostolo: "Avete ricevuto lo Spirito di figli adottivi, che vi fa esclamare: Abba, Padre!"
(Il pastore perciò ha il dovere di esercitare la propria autorità, non come potere ovviamente, ma come risposta alla chiamata di Dio. Se in una famiglia un padre rinuncia al proprio ruolo di padre è gravemente colpevole davanti a Dio)
2. Perciò l'abate non deve insegnare, né stabilire o ordinare nulla di contrario alle leggi del Signore, anzi il suo comando e il suo insegnamento devono infondere nelle anime dei discepoli il fermento della santità.
(L’autorità del padre discende da quella di Dio ed un cristiano non può governare al di fuori della Sua legge o ignorandola, perchè magari il mondo ha cacciato Dio dal proprio ambito)
3. Si ricordi sempre che nel tremendo giudizio di Dio dovrà rendere conto tanto del suo insegnamento, quanto dell'obbedienza dei discepoli e sappia che il pastore sarà considerato responsabile di tutte le manchevolezze che il padre di famiglia avrà potuto riscontrare nel gregge. D'altra parte è anche vero che, se il pastore avrà usato ogni diligenza nei confronti di un gregge irrequieto e indocile, cercando in tutti i modi di correggerne la cattiva condotta, verrà assolto nel divino giudizio e potrà ripetere con il profeta al Signore: "Non ho tenuto la tua giustizia nascosta in fondo al cuore, ma ho proclamato la tua verità e la tua salvezza; essi tuttavia mi hanno disprezzato, ribellandosi contro di me".
... segue
RispondiElimina4. Dunque, quando uno assume il titolo di Abate deve imporsi ai propri discepoli con un duplice insegnamento, mostrando con i fatti più che con le parole tutto quello che è buono e santo: in altri termini, insegni oralmente i comandamenti del Signore ai discepoli più sensibili e recettivi, ma li presenti esemplificati nelle sue azioni ai più tardi e grossolani. Confermi con la sua condotta che bisogna effettivamente evitare quanto ha presentato ai discepoli come riprovevole, per non correre il rischio di essere condannato dopo aver predicato agli altri e di non sentirsi dire dal Signore per i suoi peccati: "Come ti arroghi di esporre i miei precetti e di avere sempre la mia alleanza sulla bocca, tu che hai in odio la disciplina e ti getti le mie parole dietro le spalle?"
(E’ sempre la propria condotta di vita che deve imporsi come modello per i fratelli che ci sono affidati. Anche le parole hanno la loro importanza, ma esigono e presuppongono coerenza di vita).
5. Si guardi dal fare preferenze nelle comunità: non ami l'uno più dell'altro….Quindi l'abate ami tutti allo stesso modo, seguendo per ciascuno una medesima regola di condotta basata sui rispettivi meriti.
6. Per quanto riguarda poi la direzione dei monaci, bisogna che tenga presente la norma dell'apostolo: "Correggi, esorta, rimprovera"e precisamente, alternando i rimproveri agli incoraggiamenti, a seconda dei tempi e delle circostanze, sappia dimostrare la severità del maestro insieme con la tenerezza del padre. In altre parole, mentre deve correggere energicamente gli indisciplinati e gli irrequieti, deve esortare amorevolmente quelli che obbediscono con docilità a progredire sempre più. Ma è assolutamente necessario che rimproveri severamente e punisca i negligenti e coloro che disprezzano la disciplina. Non deve chiudere gli occhi sulle eventuali mancanze, ma deve stroncarle sul nascere, ricordandosi della triste fine di Eli, sacerdote di Silo.
(Molto importante è non aver timore di urtare la sensibilità altrui e rimproverare con decisione quando ciò sia necessario. La correzione si rende sempre necessaria, ovviamente anche nel contesto di una famiglia, anche se ciò deve essere fatto con la “tenerezza di un padre” )
7. L'abate deve sempre ricordarsi quel che è e come viene chiamato, nella consapevolezza che sono maggiori le esigenze poste a colui al quale è stato affidato di più. Bisogna che prenda chiaramente coscienza di quanto sia difficile e delicato il compito che si è assunto di dirigere le anime e porsi al servizio dei vari temperamenti, incoraggiando uno, rimproverando un altro e correggendo un terzo….Soprattutto si guardi dal perdere di vista o sottovalutare la salvezza delle anime, di cui è responsabile, per preoccuparsi eccessivamente delle realtà terrene, transitorie e caduche, ma pensi sempre che si è assunto l'impegno di dirigere delle anime, di cui un giorno dovrà rendere conto
(Non dovrebbe mai perdersi di vista per il cristiano il fine principale al quale è chiamato. La mentalità moderna ha fatto sì che siamo molto solleciti delle cure materiali di un figlio, della sua salute o della sua carriera, del suo lavoro e delle sue possibilità economiche. Tutte queste cose hanno un significato, ma se si perde di vista il bene spirituale dei figli, se di questo non siamo solleciti e se con adeguati mezzi non ci prendiamo cura delle loro anime, tutto il resto è destinato a perdere valore col termine stesso della nostra vita terrena).
@ 23 aprile, 2023 16:08
RispondiEliminaHo avuto un piccolo shock la settimana passata, quando siamo andati dalle Monache Benedettine per acquistare alcuni dei loro preparati con cui conserviamo ottimamente la nostra salute, nel vedere, nei giardini pubblici di questo piccolo borgo di 8816 abitanti,un nutritissimo gruppo di giovani africane/ni con nutritissima prole che si divertivano sulle altalene contro appena tre esigui miserrimi bambini italiani accompagnati dai nonni. Sara' quello che Dio permettera'..
Cristo è il Signore della Vita e di riflesso nuove possibilità si aprono a chi collabora con Cristo. Aborto ed emancipazione estrema conducono ad un rifuto della Vita, ed è non solo giusto ma anche logico che queste popolazioni si estinguano. Purtroppo anche gli africani un giorno cederanno e altri prenderanno il loro posto.
EliminaBene ha fatto a citare San Benedetto, forse l altro ieri qui si stava discutendo di come per alcuni, cristiani e non, l azione è inizio e fine della vita stessa, mentre per altri è il Verbo, il pensiero, il giudizio, la conoscenza, ma noi tutti abbiamo nell Ora et Labora l equilibrio da raggiungere quotidianamente tra la testa e gli arti, in questo santo equilibrio il sangue circola risanando e il cuore si fortifica santamente amando.
RispondiEliminaQuesito: dopo la falsa messa celebrata da falsi preti a San Giovanni in. Laterano sarebbe necessaria una riconsacrazione? O no?
RispondiEliminaAlessandro Mirabelli
Infatti, deve essere riconsacrata, come lo deve essere S. Pietro in Vaticano. E tante chiese. Purtroppo.
EliminaForse Mic potrebbe chiarire meglio in un articolo.
Cit. Mons. Viganò
Elimina... Veder entrare nella Basilica Vaticana la pachamama e le sue insegne, portata a spalle da Vescovi e Prelati, è un gesto talmente inaudito e vergognoso che in altri tempi avrebbe probabilmente suscitato la furia del popolo e l’ira del Clero. Un tale sacrilegio, sotto un punto di vista canonico, va riparato con un rito di riconsacrazione di San Pietro che non è stato ancora compiuto. Fino a quel momento, tutte le funzioni liturgiche che vi si celebrano aggiungono sacrilegio a sacrilegio. D’altra parte, riconsacrare la Basilica significherebbe riconoscere la gravità dell’atto idolatrico e sconfessare chi lo ha autorizzato. Ricordo che, dopo che gli idoli furono gettati nel Tevere, Bergoglio si scusò con chi si fosse sentito offeso da quell’azione, mentre non prese minimamente in considerazione la grave offesa arrecata alla Maestà di Dio, ai Ministri sacri e al sentimento dei fedeli....
RispondiElimina# Il Belgio sarà il primo Stato cristiano d'Europa...
Il Belgio perché a Bruxelles c'è il centro del potere europeo e i musulmani si sono concentrati lì, guarda caso.
Ma di cosa ci stupiamo?
Da decenni, da quando è cominciata la Rivoluzione Sessuale + Femminismo, viviamo all'insegna di un concetto capovolto di società e rapporti tra i sessi, cose che comportano automaticamente una denatalità galoppante.
I nostri vizi, di corpo e di mente, ci portano a soccombere di fronte a chi ci assale volutamente con il numero.
Tutto questo, ce lo siamo meritato o no?
Il peggior tradimento della nostra civiltà e dei nostri valori viene comunque dalla Chiesa cattolica, diventata "ecumenica" e "dialogante" a partire dal Vaticano II.
Una donna, nella società musulmana, se cerca di abortire volontariamente, l'ammazzano. In Occidente, invece, lo Stato le paga l'aborto volontario, da essa deciso unilateralmente, e lo considera persino un "diritto" - aberrante.
Questa differenza fondamentale parla da sola.
O.
In Occidente c'e' una guerra serrata all'ultimo nato sia con pillole varie sia dopo la nascita con la eutanasia,vedi la solita Olanda. La solita Olanda apripista della Comunione sulla mano, della proposta del partito dei pedofili. Sembra che sull'Olanda Belzebu' abbia parecchi dipendenti.
RispondiElimina# Il Belgio sarà il primo Stato cristiano d'Europa...
RispondiEliminaLapsus freudiano. Purtroppo è "Il Belgio sarà il primo Stato musulmano d'Europa..."
I belgi potevano pensarci quando sono andati a schiavizzare gli africani nelle loro colonie.
EliminaOgnuno raccoglie ciò che ha seminato.