A scriverla fu Niccolò Machiavelli, nato a Firenze il 3 maggio del 1469 e giustamente considerato il “pater” della scienza politica moderna.
Di lui, Francesco Guicciardini disse che era "sempre stato ut plurimo extravagante di opinione dal comune et inventore di cose nuove et insolite", riconoscendogli dunque libertà ed originalità di pensiero, da interpretarsi qui in senso etimologico come “predisposizione ad uscire dagli schemi comuni”.
In un periodo di cambiamenti epocali che vedevano il passaggio dal Medioevo al Rinascimento con la conseguente riscoperta dell'Uomo che, quale "faber fortunae suae", tornava finalmente ad influire sul corso degli eventi, Machiavelli osservò le grandi innovazioni in campo politico, diplomatico e militare del suo tempo, analizzandole alla luce delle lezioni del passato e traendone insegnamenti politici universalmente validi, poi ripresi con grande successo nei secoli successivi.
A lui che aveva svogliatamente seguito i corsi di legge, abbandonandoli però alla vigilia della laurea, gli affari dello Stato fiorentino, diviso da sempre dalle lotte di fazione, interessavano molto più di codici e massime giurisprudenziali. Pertanto, quando gliene si presentò l’occasione nel 1498, accettò con entusiasmo la carica di segretario della neonata Repubblica.
Quel lavoro gli risultava congeniale perché lo metteva a stretto contatto coi più alti magistrati statali, col Gonfaloniere e i diplomatici stranieri, permettendogli di studiare col suo occhio smaliziato tutti i documenti riservati che quotidianamente finivano sul suo tavolo, tanto che col passare del tempo i maggiorenti repubblicani iniziarono a consultarsi con lui prima di prendere qualsiasi decisione importante, il che ne fece uno degli uomini più influenti della Firenze d’inizio Cinquecento.
Purtroppo per lui però, contestualmente col rientro in città dei Medici avvenuto nel 1512, la dura legge della spartizione della cariche impose non solo la sua rimozione dall’incarico, ma anche l’arresto perché sospettato di far parte di una congiura anti-medicea.
In galera, il nostro fu sottoposto a tortura, come lui stesso testimoniò scrivendo: "con sei tratti di fune in su le spalle / con un romor che proprio par che 'n terra / folgori Giove e tutto Mongibello", in una lettera in cui, seppur in un contesto tanto doloroso, non mancò di dar prova della sua proverbiale ironia lamentando che nella sua cella "menon pidocchi queste pareti / bolsi spaccati che paion farfalle / né fu una tanto puzza in Roncisvalle / quanto nel mio sì delicato ostello".
Nei 14 anni trascorsi al servizio della Repubblica, la sua attività politica e diplomatica era stata instancabile, inviato come fu in ogni parte d'Italia e all'estero a rappresentare Firenze, in un continuo peregrinare fra le Corti sia della nostra Penisola, che estere.
Ma chi lo impressionò maggiormente fu lo spregiudicato figlio di papa Alessandro VI, Cesare Borgia detto “il Valentino”, che Machiavelli conobbe personalmente, seguendolo per circa tre mesi nella campagna militare che sul finire del 1502 gli avrebbe consentito di sbarazzarsi, facendoli strangolare a tradimento dopo averli invitati ad un banchetto a Senigallia, degli ideatori della fallimentare “Congiura della Magione”.
Il ricordo del Valentino ispirò Machiavelli anche nella seconda parte della sua vita, quando nella tranquillità dell’esilio agreste di San Casciano lo prese a modello del “despota perfetto” che deve farsi temere dai sudditi, negando loro la libertà, ma concedendone le apparenze, perché solo in questo modo ha possibilità di conquistare e conservare un suo Stato personale, anche a costo di macchiarsi di nefandezze, dal nostro considerate legittime se compiute per accrescere la potenza ed estendere i propri domini.
Di fronte ad una Penisola frantumata in un pulviscolo di mini-Stati sempre in lotta fra loro, Machiavelli, molti secoli prima del Risorgimento, individuò i due i motivi per i quali l’Italia “non sia in quei medesimi termini” di forti Stati nazionali quali Francia, Spagna ed Inghilterra.
In primis, la presenza sul nostro territorio della Chiesa col suo imperio temporale, che ha sempre fatto di tutto per mettere gli uni contro gli altri, in modo che nessuno Stato fosse abbastanza forte per fagocitarla.
Poi, la mancanza di un Principe “virtuoso”, aggettivo che però per il nostro non aveva nulla a che vedere con la morale, ma significava piuttosto astuto, ambizioso e senza scrupoli, perché per tenere a bada il popolo egli avrebbe dovuto “parere pietoso, fedele, integro, religioso, ed essere; ma stare edificato con l’animo in modo che, bisognando non essere, possa e sappia mutare al contrario”.
Il perfetto Principe deve infatti essere anche un gran “simulatore e dissimulatore”, capace di mascherare la sua vera natura proprio perché “colui che inganna, troverà sempre chi si lascerà ingannare”.
Questo fu il filo conduttore del “Principe”, il più famoso degli scritti machiavelliani e uno dei primi “best-sellers” della Storia, tradotto in moltissime lingue, letto e citato da generazioni di politici, tanto che personaggi come Carlo V d’Asburgo, il Cardinale de Richelieu, Luigi XIV di Francia e Napoleone Bonaparte lo tenevano sul loro comodino.
Con cinismo Machiavelli teorizzò per primo che gli uomini, più che ad essere governati, sono propensi ad obbedire a chi, gabbandoli, propone rimedi spiccioli alle necessità del momento, piuttosto che progetti a più ampio respiro.
Come dargli torto?
(Testo di Anselmo Pagani)
Il 21 maggio scorso in migliaia sono scesi in piazza oggi in Bulgaria contro la Nato e per esprimere solidarietà alla Russia.
RispondiEliminaQuel genere di notizie che difficilmente trovate nei "liberi" media italiani....
Il Capo dello Stato è venuto a Milano a celebrare Alessandro Manzoni. Non poteva non perdere l'occasione per sviscerare, more solito, il pensiero unico dello sradicamento colettivo:
RispondiElimina"Nell'idea manzoniana di libertà, giustizia, eguaglianza e solidarietà si può scorgere una anticipazione della visione di fondo della Dichiarazione universale dei Diritti dell'uomo del 1948. Una carta fondamentale...che individua la persona umana in sè, SENZA ALCUNA DIFFERENZA , come soggetto portatore di diritti".
Infatti le differenze non devono contare più nulla nel mondo liscio della globalizzazione ultracapitalista dei mercati finanziari.
L'uomo atomizzato, intercambiabile e indistinguibile è l'homo oeconomicus pensato dai mercanti e dai banchieri.
Manzoni la pensava veramente così? No, o perlomeno non del tutto. Certamente l'antropologia dello sradicamento non è l'antropologia dei Promessi Sposi. Senza la loro appartenenza costitutiva, la loro identità cattolica e lombarda, Renzo e Lucia sarebbero impensabili. E' proprio la grande letteratura a insegnarci che ciò che è veramente universale è al contempo sempre specifico e particolare. Ed è proprio in virtù di quella particolarità che può essere anche universale.
Ma non importa, la commemorazione manzoniana di ieri è stata solo l'ennesimo pretesto per la propaganda globalista di regime.
"La sinistra fa sempre il gioco del grande capitale, qualche volta persino senza saperlo", scriveva Oswald Spengler.
In questo caso lo sa benissimo.
Martino Mora
Il 2 giugno banchetti per il referendum in tutti i capoluoghi di provincia, NO ARMI all Ucraina. Nei comuni si può andare a firmare già da tempo. Più siamo meglio è. Facciamo barriera contro la morte per amore dei nostri figli e per i figli del nostro prossimo., basta una firma!
RispondiEliminaAmmettono che le sanzioni a Mosca sono fallite. Risposta: più sanzioni
RispondiEliminaMaurizio Blondet 23 Maggio 2023
P. S. Superbia, menzogne, distruzioni di nazioni di stati per mezzo di manipolazioni, droga, stragismo, corruzione dei costumi, guerre porteranno forse USA e UK a fare la fine di Atlantide. E forse si trascineranno dietro l intero Occidente.
Oggi è il 24 Maggio.
RispondiEliminaSi ricorda la battaglia del Piave.
O meglio, si ricordava.
Adesso non si ricorda più niente.
Si celebrano le sconfitte.
Oggi è meglio festeggiare Maria Ausiliatrice, come ci invita a fare don Bosco "chi è devoto a Maria, si salva, chi Le è molto devoto si fa santo" soleva ripetere...
EliminaE per giunta l'Italia deve tenersi un Presidente per due mandati, a riprova dell'inconsistenza dello Stato e della pochezza della classe politica, specchio di un popolo imbelle e narcotizzato.
RispondiEliminaI cattolici liberali sono un ossimoro della storia, con tutto il rispetto per il grande Manzoni.
Gz
La realtà distopica va combattuta; il Machiavelli con la sua esaltazione del potere fine a sè stesso rappresenta un supporto all'ideologia Hobbesiana che anima le elitè. D'altra parte fa fede il suo giudizio sulla Chiesa considerata la causa delle sventure d'Italia.
RispondiEliminaDiscorso più complesso col Manzoni che venne trascinato a rappresentare l'italia risorgimentale, e la sua tronfia retorica, sebbene sul piano personale restasse sostanzialamente indifferente (pur essendo il genero di D'Azeglio).
Sull' "identità cattolica" di Renzo e Lucia e del capolavoro manzoniano avevano già detto tutto i gesuiti, quando ancora difendevano la fede cattolica. Oggi "I Promessi Sposi" sono il loro romanzo preferito e la Civiltà Cattolica si duole degli atteggiamenti di un tempo (sic).
La polemica nazionalistica è al solito del tutto strumentale. Se il PD col suo massimo esponente taglia e cuce la storia ad uso e consumo del globalismo, la destra si limita ad affibbiare l'etichetta di patriota al primo che capita, restia com'è ad affrontare in maniera critica la storia dell'unità d'Italia.
La sinistra globalista e la destra neoconservatrice non possono rappresentare la soluzione
al problema attuale , per quanta potenza mediatica mettano in campo.
RispondiEliminaDi festeggiare la Madonna non importa a nessuno, diciamo la verità, se non agli sparuti gruppetti di "tradizionalisti".
Ma non importa nemmeno festeggiare le ricorrenze della nostra recente storia, quelle che ci hanno finalmente consentito, a caro prezzo, di liberarci dello straniero e conseguire l'unità nei confini naturali, dopo tanti secoli.
È tutto condannato all'oblio. E persino al dileggio, al disprezzo dei vili.
Ma i "tradizionalisti" che ricordano le festività della Madonna a loro volta non ne vogliono sapere di quelle altre, quelle tragiche, che ci hanno costituito come nazione unitaria.
Credono nella patria celeste ma non in quella terrestre, umana, piena di contraddizioni, di lacrime e sangue.
Meglio: credono e rispettano la patria degli altri (degli spagnoli, degli austriaci, dei francesi) ma non quella degli italiani.
Non si sentono infatti italiani. Caso mai asburgici o borbonici o granducali e ducali ma italiani no, non sia mai.
Ricordatevi: le vie della Provvidenza sono infinite ma anche quelle che portano all'Inferno.
Anonimo 10,19
RispondiEliminaConcordo. La grande guerra fu un errore storico, ma gli italiani la combatterono dignitosamente. Giusto ricordare quella lontana vittoria. Mi dispiace però che allora si ritenne straniero l'austriaco e ora si debba accogliere senza fiatare l'africano.
Sentirsi oggi borbonici o granducali attiene alle radici familiari, alla cultura personale, non dovrebbe inficiare il sentimento dell'appartenenza.
Il Presidente citi la Carta e lasci stare Manzoni, che così auspicava la futura Italia-nazione: "UNA d'arme, di lingua, d'altare,/ di memorie, di sangue e di cor". ("Marzo 1821", pubblicata nel 1848). Sono parole che mettono i brividi, perché applicate con intransigenza giustificherebbero espulsioni di allogeni, di alloglotti e di minoranze religiose, nonché di ogni "antipatriottico".
RispondiEliminaCredo che il povero V Z si sia lasciato ingannare dalle promesse, dai soldi, dalla droga... Speriamo che i gonzi che sono in giro traggano insegnamento da questa tragedia. Un ruolo importante lo ha avuto anche l ignoranza e/o l incapacità di leggere il proprio tempo e le forze in gioco. Prima di affidare tali responsabilità ad una persona bisognerebbe conoscerne e valutarne la vita. Bisogna però riconoscere che i mostri che decidono ed arruolano persone tali e quali V Z, cercano proprio questi tipi, senza arte né parte, pronti
RispondiEliminaa giocarsi la vita e quella del proprio popolo. Un obnubilamento della ragione può significare la morte di centinaia di migliaia di persone e gli stenti di altri milioni in fuga fuori dalla propria terra. Per non dire dei giovani russi morti per difendere la patria dalla Follia armata che nel pensier si finge Signora del mondo. Una tragedia immane che nessuno spiegherà con le vecchissime e sempre attuali categorie dei vizi e delle virtù umane. Basterebbe il vecchio Catechismo di San Pio x per non cadere nelle solite trappole che il Nemico prepara per diabolici mostri incarnati in uomini bestiali e per gonzi di paese corrotti dal grande circo mediatico che divertendo corrompe e semina morte.
RispondiElimina# Anonimo 10:19
Ma perché l'esser entrati nella Grande Guerra sarebbe stato un
"errore storico"?
Crede lei che l'Italia sarebbe davvero riuscita a non entrare
in quella guerra, che le Grandi Potenze le avrebbero permesso
una beata neutralità?
La Grecia, governata da una dinastia di origine tedesca, non voleva
schierarsi. Ma i franco-inglesi occuparono Salonicco e fecero andare al potere il partito della guerra, quello di Venizelos, che entrò appunto in guerra.
L'Italia si era correttamente tirata fuori nel 1914. Gli austro-tedeschi erano stati sleali: avevano mandato il famoso, demenziale ultimatum alla Serbia, informandoci dell'invio ma senza farci vedere il testo, scritto apposta per non esser ricevuto e provocare un conflitto, che si riteneva limitato ai Balcani. Di Sangiuliano, il catanese nostro ministro degli esteri, si sarebbe senz'altro opposto ad un ultimatum del genere. Nella Triplice noi eravamo l'ultima ruota del carro.
Ora, dichiaratasi neutrale, l'Italia si trovava in una posizione difficile. Se gli imperi centrali avessero vinto ce l'avrebbero fatta pagare. In Austria c'era anche un partito cattolico oltranzista, che avrebbe volentieri disunito l'Italia e ridato al papa il potere temporale. Nello stesso tempo, dall'altra parte c'era la Gran Bretagna, dominatrice dei mari, che avrebbe potuto affamarci, anche restando noi neutrali, per convincerci ad entrare in guerra al suo fianco.
In realtà, i franco-inglesi cominciarono subito a farci in segreto offerte per attirarci dalla loro parte, mentre l'Austria non aveva mai preso in considerazione la nostra richiesta di avere il Trentino (come compenso per la sua espansione nei Balcani con l'acquisto della Bosnia nel 1908, una delle cause remote della guerra) al fine di migliorare il nostro confine, che scorreva a pochi km da Verona, in pratica all'inizio della Valle dell'Adige.
Insomma, la situazione era tutt'altro che semplice e facile.
Eravamo presi nel gioco delle grandi Potenze, degli Imperi che si fronteggiavano, come oggi, a ben vedere, che siamo coinvolti nella guerra tra ucraini e russi dalla grande potenza americana cui è sottoposta dal 1945 l'Europa occidentale, con l'eccezione della Francia (anche se più in teoria che in pratica).
Tutto il cosiddetto Risorgimento fu opera della Massoneria (questione dell'Inghilterra protestante e del Regno delle Due Sicilie, etc...). Le popolazioni del Trentino si trovavano benissimo sotto l'Austria. Per quanto io sia un ammiratore di Gabriele D'Annunzio, come scrittore, italiano e combattente (bellissimo il libro su G. D'A. di Gioacchino Volpe, edito dal figlio; conosco tutti i libri di Gioacchino Volpe, compresi quelli sul Medioevo), delle sue imprese, degli Arditi, del Fascismo, e soprattutto del primo Fascismo e dell'ultimo - quello della R. S. I. - contando peraltro alcuni caduti e dispersi in famiglia, io sostengo la lettura della storia fatta da E. Malinsky e L. de Poncins nel libro "La guerra occulta", ripresa ed ampliata da altri autori, quali J. Evola, ma anche A. Mordini, che pure combatté nella G. N. R., a tempo suo. È del tutto impensabile e ridicolo sognare restaurazioni impossibili, tuttavia è doveroso restaurare la verità su certi periodi della nostra storia, su certi miti, su certi personaggi (G. Garibaldi, Pio IX, etc...). Credere poi, per esempio, che tutti gli Emiliani abbiano esultato alla partenza Francesco V e di Roberto I (della Reggente Luisa Maria) è una favola. Ne approfitto per ricordare che la Cancel Culture è un fenomeno antico. Per esempio, tutti gli stemmi Austro-Estensi furono diligentemente distrutti dappertutto a Modena, Reggio e provincie: l'unico che resta si trova a Novellara, all'interno della chiesa collegiata di Santo Stefano! Gli eredi degli autori del risorgimento e della prima guerra mondiale - così come della seconda - noi li vediamo oggidì impegnati nella guerra contro la Russia, fanatici sostenitori del great reset e del mondialismo. Che fare? Amiamo la verità e il suo trionfo. Amiamo l'Italia. Combattiamo perché Cristo Re e Maria Regina (festa = 31 maggio) regnino sull'Italia! C'è un bellissimo canto che si canta poco, se non mai. Incomincia così: Pietà, Signor, del nostro patrio suolo, noi ti preghiam ai pié del santo altar, etc...
RispondiElimina
RispondiEliminaL'attuale guerra in Ucraina è una lotta tra imperi: quello americano, in grave crisi interna ma tuttora in sella nella sua dimensione globale, e quello russo che cerca di ristabilire il suo spazio vitale dopo l'implosione dello Stato Sovietico.
Dal punto di vista americano la lotta è sul confine del suo impero, che esso cerca di allargare includendovi l'Ucraina, dopo aver inglobato quasi tutto l'ex Patto di Varsavia cioè i satelliti dell'ex URSS.
Per i russi invece la lotta è sulla soglia di casa, strettamente difensiva, naturalmente partendo dal presupposto che la Russia sia quello Stato che legittimamente pretende di esser riconosciuto nei confini meridionali che possiede sin dal tempo della zarina Caterina II, ossia inclusa la Crimea (due secoli e mezzo). Esigenza strategica difensiva primaria per la Russia è mantenere il suo confine alla Crimea e a tutta la linea costiera del Mar Nero (Stretto di Kersh etc).
Diverso il discorso per l'Ucraina continentale, a Ovest del Dnjeper (l'Ucraina della riva destra), terra che attraverso rivolte e guerre varie, dai cosacchi in poi, ha sempre aspirato all'indipendenza.
Aspirazione legittima, secondo il principio di nazionalità, ma che deve tener conto delle esigenze difensive della Russia.
Nell'allargare il confine del suo impero ad Est il più possibile, gli USA hanno fatto il "fatale errore" che George F. Kennan scongiurava di evitare, proprio per non risvegliare il nazionalismo russo, con le sue componenti messianiche ora nazional-bolsceviche, un nazionalismo notevolmente aggressivo e brutale.
Gli imperi, come nel 1914, si servono dei nazionalismi come detonatori. Usano anche le paure dei popoli, per esempio il terrore del nome russo nei paesi dell'Europa centrale e orientale dopo quello che hanno dovuto subire al tempo del comunismo, di Lenin e di Stalin.
L'esito di questa sciagurata guerra è ancora incerto.
La Russia ha preso Bachmut ma non appare al momento in grado di dare una svolta decisiva a suo favore al conflitto.
Questa è una guerra d'attrito che alla fine distruggerà economicamente l'Europa e non solo l'Europa oltre a rimandare la Russia in braccio a tutti gli Stati comunisti oggi esistenti, dalla Cina al Nicaragua etc.
Bisognerebbe interromperla subito con serie proposte di pace.
Il Papa si sta muovendo ma il papato oggi non è credibile, come prestigio è ai minimi storici. Si è delegittimato sino a scadere nel folklore.
Miles
Quando il mondo classico sarà esaurito, quando saranno morti tutti i contadini e tutti gli artigiani, quando l’industria avrà reso inarrestabile il ciclo della produzione, allora la nostra storia sarà finita.
RispondiEliminaPier Paolo Pasolini (1922-1975), in “La rabbia”
Purtroppo le cose stanno precipitando, la Russia con Bielorussia hanno piazzato sui confini armi strategiche nuke, anche se non potentissime, la flotta si sta riorganizzando e la vedo gnara per noi soprattutto, gli USA checché se ne dica stanno messi molto male e in caso non la spuntassero, cosa ardua, rischiano non solo in UE, ma anche nel Pacifico, speriamo si usi buon senso da ambo le parti, noi siamo spettatori impotenti.
RispondiEliminaFranco Prodi, Creato, clima e transizione ecologica. Il futuro ...
RispondiEliminaYouTube·Domenicani - ESD multimedia·28 mar 2023
https://www.google.com/search?q=franco+prodi+you+tube+domenicani&oq=franco+prodi+you+tube+domenicani&aqs=chrome..69i57j0i546.15035j0j4&sourceid=chrome&ie=UTF-8#fpstate=ive&vld=cid:73c51c84,vid:zy35isdrRxM
29 mar 2023
RispondiEliminaIl video integrale dell'intervento del prof. Franco Prodi all'incontro sul tema "Creato, clima e transizione ecologica. Il futuro dell'uomo tra ecologia e ideologia"
Colloqui a San Domenico, Bologna, Convento San Domenico, sabato 18/03/2023
Guarda gli altri interventi dell'incontro e tutti nostri video: https://www.youtube.com/@DomenicaniES...
https://www.youtube.com/watch?v=zy35isdrRxM
Franco Prodi, Creato, clima e transizione ecologica. Il futuro dell'uomo tra ecologia e ideologia.
Cascioli, Creato, clima e transizione ecologica. Il futuro dell'uomo tra ecologia e ideologia
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=BMLGwJxduwY
Domenicani - ESD multimedia
29 mar 2023
Il video integrale dell'intervento del dott. Riccardo Cascioli all'incontro sul tema "Creato, clima e transizione ecologica. Il futuro dell'uomo tra ecologia e ideologia"
Colloqui a San Domenico, Bologna, Convento San Domenico, sabato 18/03/2023
DOMENICA 28 MAGGIO, H 16.00, TEATRO ITALIA, VIA BARI 18 -ROMA-
RispondiEliminaNON MANCATE A QUESTO APPUNTAMENTO ECCEZIONALE ❗️
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Chi potra' essere presente all'evento predetto , per favore, se puo', se crede.., ce ne faccia un riassunto. Grazie
RispondiElimina# Anonimo del 25 maggio, 09:50.
RispondiElimina"Tutto il cosiddetto Risorgimetno fu opera della Massoneria etc"
Quello che lei ripete è il mantra degli antiunitari cattolici, un atto di fede, contro il quale è inutile produrre fatti storici che ne dimostrano l'assurdità. L'assurdità consiste in quel TUTTO, oltre che nel COSIDDETTO, come se non fosse effettivamente esistito nelle classi colte italiane un moto spirituale di riscatto e rinnovamento, morale in primo luogo, oltre che culturale e politico - moto cui parteciparono anche i massoni, assieme ad altre componenti.
Gioacchino Volpe, un grande storico, nomina più volte l'azione della Massoneria ma nel suo giusto ambito. Non capisco come si possano preferire i vari Malinsky, de Poncins ed Evola a un Volpe o a un Gentile (vedi i suoi saggi sulle personalità del Risorgimento, appunto): mi sembra un voler preferire storiografia e filosofia di terz'ordine a quella di primordine dei Volpe e Gentile.
Visto che lei ha nominato la Russia (scommetto che lei è un ammiratore della c.d. "anima russa"), le cito un'opinione dei viaggiatori russi nell'Italia di fine Settecento, per la quale lei sembra avere grande nostalgia:
"Può stupire che viaggiatori russi, nel tardo Settecento, scrivano che l'Italia 'non somiglia all'Europa', è piena di miseria, fame e sporcizia, e vi si mangia 'un pane tale che da noi non mangerebbero i cani'" (Ettore Lo Gatto, I russi in Italia dal secolo XVII ad oggi, Roma, Editori Riuniti, 1971, pp. 55-57).
Slava Italjia
Non è possibile prendere un resoconto per oro colato, sappiamo tutti che le condizioni erano dure, ma non sempre
RispondiEliminae non ovunque. La Chiesa Chiesa ha cercato strenuamente di migliorare il tenore di vita dei popoli. Eppoi bisogna anche capire chi era l estensore del resoconto, forse era uno che non conosceva neanche il lato duro del suo paese. Per quanto riguarda l anima russa, ha molte e molto varie fonti che la testimoniano. Vediamo quanti buoni ed ottimi cattolici abbiano dato i popoli protestanti e rivoluzionari europei, inglesi e francesi lo testimoniano ampiamente come tanti altri. Benché abbia letto solo qualche pagina di Gentile e Volpe condivido pienamente il suo giudizio e il suo sprone a leggerli... Speriamo nelle ristampe autentiche.
RispondiElimina# Non è possibile prendere per oro colato un singolo resoconto..
Certamente. Riflette però il resoconto una realtà indubbiamente diffusa, anche se non era tutta la realtà. Anche viaggiatori più tardi, ad esempio Taine, restavano colpiti, per ciò che riguarda lo Stato del Papa, dal fatto che per km e km fuori di Roma era come il deserto: spopolamento, miseria, latifondo, malaria, brigantaggio, strade pessime.. Non è che tutto lo Stato Pontificio fosse così, però l'impressone della decadenza o meglio della senescenza prevaleva. Nel Settecento ci furono papi che tentarono varie riforme sociali, soprattutto agrarie. Ci fuorno discussioni e dibattiti. Ma invano. Mancavano i capitali e c'era l'opposizione feroce dei proprietari di latifondi, dell'aristocrazia terriera, che aveva anche l'appalto delle gabelle e, se non erro, del commercio del sale, alla quale appartenevano anche ecclesiastici.
Non si riuscì a far nulla con le Paludi Pontine, bonifica tentata due volte. Ci volle lo Stato unitario, che aveva i soldi, e un capo allora carismatico come Mussolini, che mobilitò contadini e braccianti in gran parte romagnoli, veneti, friulani, ai quali furono poi date le terre. Era quello il giusto modo di far entrare le masse degli umili nella storia, con "l'umanesimo del lavoro" che "redimeva le terre incolte e malariche", un'opera durissima e gigantesca, che poi dava la terra ai contadini che l'avevano "redenta con il lavoro".
L'opinione dominante oggi sul Risorgimento e l'Unità è del tutto negativa. Dalla critica, peraltro non di oggi, si è passati al rigetto. Ma in nome di che cosa? Perché i massoni vi hanno preso parte, inzuppandoci poi il pane dopo il 1861, finché non venne contro di loro la reazione che culminò con la soppressione della Massoneria nel 1923 con il primo governo di Mussolini? Bisognerebbe saper distinguere.
Non si può che raccomandare la lettura approfondita di storici come Gioacchino Volpe e dei lavori di Gentile sui "profeti del Risorgimento", il primo dei quali è stato l'Alfieri. Gentile forse idealizza troppo ma nello stesso tempo mette bene in luce la carica ideale, l'esigenza di riscatto civile e morale che animava questi uomini, il loro patriottismo, inizialmente culturale.
Bisognerebbe sapere che l'esigenza di "risorgimento" spirituale e politico nacque nell'ambito della cultura cattolica piemontese, con Cesare Balbo e poi Gioberti, con il neo-guelfismo.
Il Risorgimento, tra i vari suoi aspetti negativi, ebbe anche quello di contribuire all'immiserimento delle masse nel nostro Mezzogiorno, e non solo (anche nel resto d'Italia), spingendo molti italiani a emigrare, così come l'industrializzazione determinò lo sradicamento forzoso del popolo italiano ed europeo dalle campagne, certamente dure ma "nobili" e identitarie, tutto l'opposto dei bassifondi cittadini.
RispondiEliminaE all'anonimo che cita Gentile e Volpe, giustamente, vorrei però ricordare che nello Stato Pontificio poteva anche esserci povertà ma certamente non miseria, quella miseria invece oggi ampiamente diffusa nelle nostre città, una miseria prima di tutto spirituale, che non si era mai vista nei tempi passati e che appare inversamente proporzionale a certa opulenza materiale di cui i "benpensanti" van così fieri.
Gz
Prof. Carlo RUBBIA :
RispondiElimina“Io guardo i fatti. Il fatto è che la temperatura media della Terra, negli ultimi 15 anni, non è aumentata ma diminuita”.
Prof. Carlo Rubbia è un fisico e accademico italiano, vincitore del premio Nobel per la fisica nel 1984.
“Sono una persona che ha lavorato almeno un quarto di secolo sulla questione dell’energia nei vari aspetti e, quindi, conosco le cose con grande chiarezza.
Vorrei esprimere alcuni concetti rapidamente anche perché i tempi sono brevi.
La prima osservazione é che il clima della Terra é sempre cambiato. Oggi noi pensiamo (in un certo senso, probabilmente, in maniera falsa) che, se teniamo la CO2 (Anidride Carbonica) sotto controllo, il clima della Terra resterà invariato. Questo non è assolutamente vero.
Vorrei ricordare che durante il periodo dell’ultimo milione di anni la Terra è stata dominata da periodi di glaciazione in cui la temperatura media era di meno 10 gradi, tranne brevissimi periodi, in cui c’è stata la temperatura che è quella di oggi. L’ultimo è stato 10.000 anni fa, quando è cominciato il cambiamento con l’agricoltura, lo sviluppo eccetera, che è la base di tutta la nostra civilizzazione di oggi.
Negli ultimi 2.000 anni, ad esempio, la temperatura della Terra è cambiata profondamente. Ai tempi dei Romani, Annibale ha attraversato le Alpi con gli elefanti per venire in Italia. Oggi non ci potrebbe venire, perché la temperatura della terra è inferiore a quella che era ai tempi dei Romani. Quindi, oggi gli elefanti non potrebbero attraversare la zona dove sono passati allora.
C’è stato un periodo, nel Medioevo, in cui si è verificata una piccola glaciazione. Poi, intorno all’anno 1000 c’è stato un aumento di temperatura simile a quello dei tempi dei Romani. Ricordiamo che ai tempi dei Romani la temperatura era più alta di quella di oggi. Poi c’è stata una mini-glaciazione, durante il periodo del 1500-1600. Ad esempio, i Vichinghi hanno avuto degli enormi problemi di sopravvivenza a causa di questa mini-glaciazione, che si è sviluppata con cambiamenti di temperatura sostanziali.
Se restiamo nel periodo degli ultimi 100 anni, ci sono stati dei cambiamenti climatici notevoli, che sono avvenuti ben prima dell’effetto antropogenico, dell’effetto serra e così via. Per esempio, negli anni Quaranta c’è stato un cambiamento sostanziale.
La presenza dell’uomo ha probabilmente introdotto ulteriori cambiamenti. Non dimentichiamo che quando sono nato io, la popolazione della Terra era 3,7 volte inferiore a quella di oggi. Nella mia vita il consumo energetico primario è aumentato 11 volte.
Per quanto riguarda il comportamento del pianeta, questo ha avuto effetti molto strani e contraddittori.
Vorrei ricordare ad esempio che dal 2000 al 2014, la temperatura della Terra non è aumentata: essa è diminuita di 0,2 gradi e noi non abbiamo osservato negli ultimi 15 anni alcun cambiamento climatico di una certa dimensione. Questo è un fatto di cui tutti voi dovete rendervi conto, perché non siamo di fronte ad un’esplosione della temperatura: la temperatura è aumentata fino al 2000: da quel momento siamo rimasti costanti, anzi siamo scesi di 0,2 gradi
Dal web
"Io guardo i fatti. Il fatto è che la temperatura media della Terra, negli ultimi 15 anni, non è aumentata, ma è diminuita”.
RispondiEliminaIl Prof. Carlo Rubbia è un fisico ed accademico italiano, vincitore del premio Nobel per la Fisica nel 1984.
“Sono una persona che ha lavorato almeno un quarto di secolo sulla questione dell’energia nei vari aspetti, quindi conosco le cose con grande chiarezza".
Ovviamente oggi i "premio Nobel" non contano nulla, sono dei rimbambiti, ascoltati nelle varie trasmissioni con sorrisini che esprimono compassione e disprezzo. Si deve dar credito a chi racconta frottole per fare i propri interessi a scapito dei nostri ( vedi imposizione macchine elettriche).
Castellaz Giovanni