Nella nostra traduzione da Infovaticana.com il testo della lettera scritta da S.E. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan, rivolta ai nuovi sedevacantisti per confermare che Francesco è il papa. Nulla di nuovo. Ma da una posizione autorevole.
Il vescovo Schneider risponde ai nuovi sedevacantisti: Francesco è il Papa
Negli ultimi giorni, e nell’imminenza di un sinodo che preannuncia cambiamenti nella dottrina, alcune figure di alto profilo hanno formulato l'ipotesi che Francesco non sia il Papa. Il vescovo conservatore Athanasius Schneider ha contrastato la tendenza con una lettera, riportata di seguito, che confuta questa posizione.
* * *
Non esiste alcuna autorità che possa dichiarare o considerare invalido un Papa eletto e generalmente accettato come tale. La pratica costante della Chiesa rende evidente che anche nel caso di un’elezione non valida, questa viene di fatto perfezionata dall’accettazione generale del nuovo eletto da parte della stragrande maggioranza dei cardinali e dei vescovi.
Anche nel caso di un Papa eretico, egli non perde automaticamente la carica, né esiste alcun organo nella Chiesa che possa dichiararlo deposto per eresia. Tali azioni si avvicinerebbero a una versione dell’eresia conciliarista o episcopale. L’eresia del conciliarismo o dell’episcopalismo si fonda sull'affermazione che esiste un organo interno alla Chiesa (Concilio ecumenico, Sinodo, Collegio cardinalizio, Collegio episcopale) che può emettere un giudizio giuridicamente vincolante sul Papa.
La teoria della perdita automatica del papato a causa dell’eresia è ancora solo un’opinione; anche San Roberto Bellarmino se ne rese conto e non la presentò come un insegnamento proprio del Magistero. Il Magistero papale perenne non ha mai insegnato una simile opinione. Nel 1917, all'entrata in vigore del Codice di Diritto Canonico (Codex Iuris Canonici), il Magistero della Chiesa ha eliminato dalla nuova legislazione l’osservazione del Decretum Gratiani presente nel vecchio Corpus Iuris Canonici, che affermava che un Papa che devia dalla retta dottrina può essere deposto. Mai nella storia il Magistero della Chiesa ha ammesso una procedura canonica per la deposizione di un papa eretico. La Chiesa non ha alcun potere sul papa né a livello formale né a livello giuridico. La tradizione cattolica più sicura dice che, nel caso di un papa eretico, i membri della Chiesa possono evitarlo, resistergli, rifiutarsi di obbedirgli; il che può essere fatto senza che sia richiesta una teoria o un’opinione secondo cui un papa eretico perda automaticamente il suo ufficio o possa essere deposto di conseguenza.
Pertanto, dobbiamo seguire la via più sicura (via tutior) e astenerci dal difendere la mera opinione dei teologi (anche se sono santi come San Roberto Bellarmino), che dice che un papa eretico perde automaticamente il suo ufficio o può essere deposto dalla Chiesa.
Il Papa non può commettere eresia quando parla ex cathedra, questo è un dogma di fede. Tuttavia, nel suo insegnamento al di fuori delle dichiarazioni ex cathedra, può cadere in ambiguità dottrinali, errori e persino eresie. E poiché il Papa non coincide con tutta la Chiesa, la Chiesa è più forte di un singolo Papa sviato o eretico. In tal caso, bisogna correggerlo con rispetto (evitando la rabbia puramente umana e il linguaggio irrispettoso), resistendo a lui come si resisterebbe a un cattivo genitore. Tuttavia, i membri di una famiglia non possono dichiarare il padre cattivo deposto dalla paternità. Possono correggerlo, rifiutarsi di obbedirgli, separarsi da lui, ma non possono dichiararlo deposto.
I buoni cattolici conoscono la verità e devono proclamarla, offrendo riparazione per gli errori di un Papa fuorviato. Poiché il caso di un Papa eretico è umanamente irrisolvibile, dobbiamo implorare con fede soprannaturale l’intervento divino, perché quel singolo Papa sviato non è eterno, ma temporale, e la Chiesa non è nelle nostre mani, ma nelle mani onnipotenti di Dio.
Dobbiamo avere sufficiente fede soprannaturale, fiducia, umiltà e spirito della Croce per resistere a una prova così straordinaria. In situazioni in fondo relativamente brevi (rispetto a 2000 anni) non dobbiamo cedere a una reazione troppo umana e a una soluzione facile (dichiarare invalido il suo pontificato), ma dobbiamo mantenere la sobrietà (mantenere il sangue freddo) e allo stesso tempo una vera visione soprannaturale e la fiducia nell’intervento divino e nell’indistruttibilità della Chiesa.
S.E. Athanasius Schneider, vescovo
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni
IBAN - Maria Guarini
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Niente di nuovo sotto il sole, sappiamo di non poterci attendere nulla da cardinali, vescovi, preti, salvo rarissime eccezioni ( normalmente di emeriti che non rischiano poltrone o prebende). L' unico vero prelato coraggioso, novello Anastasio, è mons. C.M. Viganò, costretto però a vivere nascosto per evitare di incappare nella "misericordia" della chiesa inclusiva e tollerante....i pochi veri cattolici laici rimasti in circolazione non hanno altra guida che Viganò, il resto del clero è meglio dimenticarselo, fare come se non esistessero....
RispondiEliminaNessuno può impedirmi di schierarmi con San Roberto Bellarmino, e di dissentire completamente dal conservatore (modernista moderato) Schneider. Se quella di San Roberto Bellarmino (e di Sant'Alfonso Maria de'Liguori) è un'opinione, anche quella di Schneider è un'opinione: perché dovrei aderire alla seconda e non alla prima?
RispondiElimina@ Aninimo 14:32 : Ben detto, caro amico, come ha confessato Mons. Viganò " all' epoca del C.V. II mi ero ingannato, in buona fede, poi per decenni la gerarchia ( leggasi papi conciliari e post) ha continuato ad ingannarmi; all' epoca non credevo che agissero per distruggere la Chiesa Cattolica, adesso che ho capito non posso continuare a dar loro credito, ad assecondarli", è meglio seguire il suo esempio e non ascoltare le chiacchiere di chi ha evidente conflitto d' interessi ( leggasi attaccamento alla poltrona, alla carica, ai benefici, ecc.)
EliminaMi dispiace, lei si può schierare con chi vuole, ma il monsignore ha solo esplicitato meglio ciò che la Chiesa ha sempre detto e fatto in merito al caso di papa eretico. Mi perdoni per l'esempio che le porto. È come se le avesse detto suo padre È sempre suo padre nonostante sia un mascalzone non comportandosi a dovere, comunque sempre suo padre rimane anche se lei lo volesse disconoscere.
EliminaCome vuole. Se crede che io ceda, si sbaglia... siamo buoni combattenti da una lunga serie di generazioni, nella nostra famiglia. Così come nessuno riuscì a smuovere la Principessa Elvina Pallavicini dal ricevere Mons. M. Lefebvre nel suo palazzo romano per una conferenza, nessuno mi smuove dalle mie convinzioni.
EliminaGrande don Fabio Rosini, possiamo criticare la Chiesa finché vogliamo ma ricordiamoci che ci sono centinaia di sacerdoti santi che conservano il seme. Per questo la Chiesa continuerà a tramandare la Verità, per questo "le porte degli inferi non prevarranno sopra di essa".
RispondiEliminaAltro che verità, se segui don Fabio Rossini probabilmente non conosci neanche il catechismo base per i bambini.
Elimina
RispondiEliminaMoralmente, possiamo considerare Francesco un autentico Pontefice?
No, evidentemente, per la sua pessima dottrina, l'ancor peggior pastorale, la mancanza di decoro anche esteriore che affligge la sua persona (vedi il suo recente modo di fare, in Francia e nel Campidoglio, a Roma). Allora? Dichiariamo la Sede vacante e tutto è a posto?
La nostra opinione su di lui resta un'opinione, contrastata dai tanti che pur l'ammirano. Perchè dovrebbe prevalere la nostra sulla loro? In altre parole: un cattivo ed anche pessimo papa non rende come tale vacante la sua Sede. Qui, mons. Schneider ha ragione. Ci vuole un qualche atto formale, dalla cui competenza i semplici fedeli per ovvie ragioni sono esclusi.
Un'opinione resta un fatto soggettivo di chi ce l'ha, non può mutare gli eventi o produrli se ad essa non segue un'azione, un comportamento deciso in una certa direzione.
Il punto essenziale è l'impossibilità di poter giudicare il papa anche quando è manifestamente eretico, come l'attuale. Bisogna ricordare che nel Medio Evo si riteneva che un papa eretico potesse esser giudicato, anche se all'atto pratico di un giudizio del genere non si trova traccia. Anche perché non è che i Papi in carica abbondassero in eresie, come quelli postconciliari. Il principio però era mantenuto.
Ora bisognerebbe preliminarmente chiedersi: questo principio è giusto o no? Solo affermandolo si cadrebbe nell'eresia? E quale sarebbe qui l'eresia?
Dice bene mons. Schneider, che bisogna armarsi di santa pazienza di fronte ad papa eretico. Non dice però che oltre ad opporsi passivamente a lui sarebbe anche lecito chiedergli di togliere il disturbo. Ma a parte ciò.
Resta il fatto che papa Francesco appare determinato ad andare sino in fondo, a distruggere la Chiesa sino alle fondamenta mentre teologi e canonisti non cercano nemmeno di trovare uno strumento teologico-giuridico che liberi la Sede dalla sua presenza nefasta.
Mi sbaglierò, ma sembrano chiusi in categorie mentali valide per i tempi normali non per quelli eccezionali che stiamo vivendo.
Ricordiamoci che nel Vangelo si cita Davide, quando, inseguito, entrò con la sua schiera nel Tempio e mangiò affamato com'era i pani della Proposizione, compiendo un sacrilegio, che non gli fu imputato a causa dello stato di necessità.
Bisogna trovare il modo di cacciare Bergoglio, aguzzate l'ingegno teologi e canonisti e smettete di cullarvi nella promessa divina, che "le porte dell'Inferno non prevarranno sulla Chiesa".
Non prevarranno di certo, ma il Signore interverrà solo alla fine, quando la Chiesa sarà stata quasi sterminata, anche per la mancanza di iniziativa di troppi suoi rappresentanti, chierici e laici.
Basta con un'obbedienza che finisce con l'oscurare l'intelligenza.
T.
E allora tenetevi Bergoglio per saecula saeculorum!
RispondiEliminaAnziché lottare contro l'idolatra che intronizza simulacri pagani in San Pietro, ci si scanna di fuoco amico! MA UN PO' DI DECENZA!
È proprio questo che vogliono i conservatori! Ti si parano davanti, ti sciorinano le loro dotte artificiose argomentazioni, ti riducono S. Roberto Bellarmino e S. Alfonso a due matti e ci godono nel ritrovarti infinocchiato e compunto nel chiesone conciliare, contento del maestoso altarino laterale per il "rito straordinario" graziosamente concessoti da Bergoglio (letture CEI, niente Sacramenti e sacramentali, bocca chiusa).
Elimina"Non esiste alcuna autorità che possa dichiarare o considerare invalido un Papa eletto e generalmente accettato come tale. La pratica costante della Chiesa rende evidente che anche nel caso di un’elezione non valida, questa viene di fatto perfezionata dall’accettazione generale del nuovo eletto da parte della stragrande maggioranza dei cardinali e dei vescovi."
RispondiEliminaE’ lo stesso san Paolo che trafigge l’argomento, col celebre incipit della Lettera ai Galati: « Se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! » (Gal 1:8), dove il “noi stessi” si può intendere sia riferendosi a un solo Pastore, p. es. san Paolo, sia all’unanimità morale dei Pastori, ossia all’unanimità della Chiesa, sicché possiamo ben dire: “Se anche noi stessi, ossia l’unanimità morale della Chiesa, asserissimo che è possibile avere la realtà di un Papa attivo e di un Papa passivo, detto ‘Emerito’, ossia di avere due Papi, che è cosa ben diversa dal Vangelo predicato da Gesù Cristo, che insegna che il Papa è uno e solo uno, tale unanimità morale sia fulminata da anàtema, sia cioè scomunicata, ossia autofulminiamoci di anàtema, se ciò fosse possibile!”
Attenzione: la dizione “unanimità morale” è proprio il punto che salva la Chiesa da morte certa, perché l’unanimità morale non è l’unanimità numerica: 98 non è 100! Dunque la Chiesa è salva, come ai tempi di sant’Atanasio, dove il grande Vescovo fu a lungo solo contro tutti.
Proprio come oggi: infatti dobbiamo ringraziare profondamente Dio, che si è riservato due Vescovi (i Monss. René Henry Gracida e Jan Pawel Lenga) che hanno immediatamente e pubblicamente dichiarato che Papa Benedetto non ha mai di fatto rinunciato al Papato, proprio perché il suo ereticale “vangelo” è ben diverso dal Vangelo insegnato da nostro Signore Gesù Cristo.
Questo fatto ora l’ho scritto anche nell’ultima e definitiva edizione del mio Ma Dio è pro o contro il Novus Ordo Missæ?, che ritengo importante perché la celebrazione della Messa nel Rito voluto da Paolo VI è a mio parere la prima e la più grave delle quattro principali cause che hanno trascinato la Chiesa nella condizione di agonia mortale in cui si trova, ma di questo parleremo un’altra volta: ora è sommamente importante, per riconoscere la realtà - realtà che ora ci garantisce che la Chiesa è ancora viva, morente ma viva - riconoscere che due Vescovi, da veri eroi, hanno rotto l’unanimità numerica abbassandola a mera unanimità morale, e la Chiesa è salva!
RispondiElimina# "ci sono sempre centinaia di sacerdoti santi.."
Non ne dubitiamo. Ma perché continuano a tacere? Con questo imminente Sinodo ci troviamo di fronte ad un ulteriore e persino sfacciato tentativo di pervertire la morale e il dogma cattolici. Un cardinale proclama che è addirittura ora di cambiare l'insegnamento tradizionale sul peccato contro natura, il papa elogia preti e suore che lo propagandano dentro la Chiesa, si vogliono stabilire le "diaconesse" dando loro un significato sacramentale, si vuole trasformare la Chiesa in una sorta di assemblea permanente (guidata dall'alto), aperta a livello decisionale anche ai laici, uomini e donne...
Insomma, se non escono allo scoperto in difesa della Fede adesso, allora QUANDO?
Viganò essendo stato consacrato in modo assoluto, visto che è titolare di una diocesi inesistente, è proabilmente un mero presbitero.
RispondiEliminaIl problema della faccenda papale risulta dal falso ricorso alla prima sede ingiudicabile, cosa che in quanto l'infrazione del giuramento necessario stando al secondo concilio ecumenico di Nicea, come anche un certo tipo di peccati e colpe sia morali che dottrinali che liturgiche ( vedasi la lavanda dei piedi ad un ismaelita di Francesco, più grave e palese del possibile camuffarsi della pachamama ) esternano la propria esecrabile eresia - che, in sè, non è affatto riconducibile al solo aspetto intellettuale.
Qualsivoglia episcopo può essere ridotto allo stato laicale, se non scomunicato, cosa che la storia ecclesiastica evidenzia doviziosamente.
Ad ogni modo, innanzi alla simonia, non c'è assenso che tenga, mentre di certo se nessuno fra i gerarchi prende posizione, ossia prende atto che foss'anche il papa contraddice giuramento e canoni, il popolo non può insubordinarsi.
E' abbastanza semplice seguendo il Caetano...
Francesco è stato eletto Papa, e questa non è un'opinione, mentre quella del Berlarmino è un'opinione, che mai è stata presa in considerazione dal Magistero, almeno finora.
RispondiEliminaFrancesco è il Papa e ce lo teniamo fino a che Dio lo vuole.
Il bello, però, è che la dottrina irreformabile espressa dalla Chiesa non può essere né cancellata, né coretta, ma solo approfondita secondo lo stesso senso di quello dato dalla Tradizione. Equesto è un dogma che neanche il Papa può cancellare.
Per cui tutte le dichiarazione equivoche del Magistero vanno interpretate secondo il senso dato dalla tradizione.
Così i Pastori possono usare tutti gli artifici che vogliono nel dire che gli omosessuali non devono essere esclusi, ma rimane il fatto che l'omosessualità non è secondo natura e che il peccato contro natura grida vendetta al cospetto di Dio.
E se qualche Pastore dicesse una cosa diversa, allorà è eretico.
Perché se le espressioni equivoche dei Pastori vanno interpretate secondo la Tradizione, per cui i brani equivoci dell'Amoris laetitia vanno interpretati secondo la Familiaris consortio, le espressioni che si dovessero contrapporre a una dottrina irreformabile, sono eretiche.
Non so se un Papa può essere eretico, cioè può dire, in modo da non lascire dubbi sulle sue intenzioni e ostinatmente, delle eresie, ma se le dovesse dire, non per questo vanno credute.
Il Papa è al servizio della verità e non viceversa
Su questa frase, però
RispondiEliminaLa pratica costante della Chiesa rende evidente che anche nel caso di un’elezione non valida, questa viene di fatto perfezionata dall’accettazione generale del nuovo eletto da parte della stragrande maggioranza dei cardinali e dei vescovi.
qualche neo-sedevacantista potrebbe ancora giocare.
Se il loro comportamento stia filtrando dall'ambito complottista a quello canonico (sarebbe eresia o scisma? Per ora propendo per il secondo) lo lascio a chi nel diritto canonico è più esperto di me, io ho fatto l'esame universitario nel lontano 1993.
Non ricordo dove, se online o parlando con qualcuno, questa primavera ho visto o sentito definire questi neo-sedevacantisti "cionciani", ricorda un po' il nome di quelle eresie dei primi secoli o quelle medievali.
Sì, lo so, avendo studiato a Giurisprudenza sono portato a esplorare tutte le pieghe di affermazioni importanti. Per giunta lavoro in un'agenzia di assicurazioni.
Il "cioncismo" è palesemente una arrampicata sugli specchi. È nato proprio per salvare tutti i predecessori di Bergoglio e il Vat. II , gettando su lui tutte le colpe, come se fosse sorto come un fungo velenoso. Il sedevacantismo esisteva prima di lui, con argomenti ben più seri
EliminaSedevacantisti e rinunciatori invalidi ("cionciani") allontanano i semplici dai sacramenti con malcelato odio verso la Chiesa di sempre, la quale non è iniziata e non è finita con il Concilio. Quello che è accaduto in questo decennio si configura ogni giorno di più come un golpe sudamericano con qualche sponda europea (segnatamente tedesca) che non lascerà alcuna traccia nella storia della chiesa, a parte il caos. Se è difficile capire oggi come uscire da un groviglio del genere, è però certo che risolvere il problema con assurdità canoniche e rebus alla Da Vinci va bene per chi non conosce nemmeno il catechismo.
RispondiEliminaRichiamo l’attenzione che nel caso di Bergoglio, bisognerebbe parlare di apostasia e non di eresia. Bisogna poi ricordare che l’insegnamento costante della Chiesa è: tenersi lontano dagli apostati ed eretici. Nel caso particolare non bisogna ascoltare, leggere, tutto quello che da questi possa provenire. Non parliamo poi di partecipare alle loro “messe”. Se questo è il costante e bimillenario insegnamento, penso che debba essere applicato in concreto anche nel caso di Bergoglio. Alessandro da Roma.
RispondiElimina
RispondiEliminaSiamo dunque all'ennesima "Renovatio Ecclesiae"?
Più volte la Chiesa si è ripresa da crisi, anche terribili, nel corso della sua lunghissima storia.
La sensazione, sempre più diffusa, è che questa crisi sia la peggiore di tutte. Non si era mai visto un papa in carica così apertamente nemico della Chiesa stessa, della sua storia, della sua liturgia, della sua etica, del suo dogma: un papa che nega la necessità stessa della Conversione a Cristo, contraddicendo l'essere stesso della Chiesa in quanto tale.
Senza Conversione non c'è cristianesimo, il Signore inizia la sua missione dicendo sempre: "Convertitevi e fate penitenza, se volete salvare le vostre anime!".
Il ripudio della Conversione di individui e popoli a Cristo, quale modo stesso di essere della Chiesa come istituzione, è ripudio di Cristo.
Ricordiamoci le profezie di Savonarola, di fronte ad una Chiesa pure in crisi nei costumi e negli ideali anche se ancora fedele al dogma, come raccolte da F. Guicciardini, attento ascoltatore del grande Frate.
"In San Pietro di Roma e negli altari vi andranno le meretrici, e aranno stalla di cavalli e di porci, che vi si mangerà e berà e farassi ogni spurcizia drento" (Estratti Savonaroliani del G.).
Pittoresca enfasi medievale del Frate? Nient'affatto.
Si realizzò quasi alla lettera, durante il Sacco di Roma (1527): i mercenari svizzeri assoldati dal Papa si fecero massacrare sino all'ultimo dai Lanzi più numerosi, anche dentro S. Pietro, mentre il papa si metteva in salvo in Castel S. Angelo. La Basilica fu profanata, cosa che avvenne in tutta la città, in molte o tutte le chiese, e sicuramente vi furono perpetrate oscene blasfemie da parte dei lanzi luterani (e non solo da loro, visto che c'erano anche soldati spagnoli, sbandati e delinquenza locale all'opera).
Dello zio Rinieri, vescovo, G. annotò : "nella gola seguitò l'uso degli altri preti che si stanno a Firenze a poltroneggiare...el vescovado acquistò da sè comperandolo con simonia".
Preghiamo perché in quest'infame Sinodo dei Sinodi messo in piedi da Bergoglio scoppi finalmente l'aperta ribellione della parte ancora sana della Chiesa contro le sozze, false dottrine che, tramite lo zimbello del Sinodo,si vogliono imporre alla Chiesa.
Teofilo
Io ho rinunciato a scervellarmi sul quesito se Bergoglio sia o meno il vero Papa, o un papa eretico, o un antipapa. Mi sembra più allarmante la coscienza che la Chiesa non è più quello che dovrebbe essere. Di fatto possiamo pensarla in modo diverso sul punto del pontefice ma dobbiamo prendere le distanze dalla Chiesa ufficiale che egli regge. Seguire il rito latino è una presa di distanza che dice tutto. Come cittadini, votanti, contribuenti eccetera possiamo fare altro. E dobbiamo.
RispondiEliminaI conservatori si stanno smascherando da soli per quello che sono. La semplice evocazione degli scritti di S. Roberto Bellarmino e di S. Alfonso M. de' Liguori sulla questione della Sede Petrina li rende furiosi. Giù la maschera!
RispondiEliminaChe Francesco sia il papa non ci sono dubbi. Possiamo certamente dire che sia un cattivo papa. Ma, affermare che la Sede Apostolica sia vacante, come affermano i sedevacantisti, mi sembra una sciocchezza. Così non si va da nessuna parte.
RispondiEliminaSe non sbaglio, quei famosi Santi e Teologi, nelle loro elucubrazioni sul papa eretico, si riferivano solo all'ipotesi di eresia privata, nascosta o palese, ma non insegnata pubblicamente. Questa esulava dell'orizzonte mentale, non era neppure presa in considerazione. Ed e logico che sia così. Perché la questione è semplice: la Chiesa è stata costituita come Maestra infallibile di Verità, non
RispondiEliminaTermino: Maestra di Verità, non possibile spacciatrice di menzogne. Questo non può essere contestato, è di Fede. Quindi ogni eresia non viene dalla Chiesa, su questo non c'è dubbio. E quindi nessun Papa può insegnare eresie, e infatti non è mai successo. È questo il punto che non si vuol capire. Non ci interessa che il presunto Papa sia eretico o no, è difficile da dimostrare perché non basta l'eresia materiale ( tutti noi potremmo affermare in buona fede qualcosa di sbagliato, non per questo saremmo ipso facto eretici) ma occorre l'eresia formale, pertinace, consapevole. Il punto è che la Chiesa , nella persona del Papa, non può insegnare eresie, non può procurare male e non bene alle anime, indipendentemente dal fatto che il presunto Papa sia formalmente eretico o no
EliminaIl 28 settembre del 235 si dimette, dopo cinque anni di pontificato, san Ponziano.
RispondiEliminaUn Papa può dimettersi, non esistono cose come "sei Papa per sempre"; in certi casi anzi risulta necessario.
San Ponziano si dimise perché, essendo deportato in Sardegna, gli sarebbe stato difficile mantenere il controllo di tutta la Chiesa da oriente ad occidente e preferì fare spazio per permettere l'elezione del suo successore.
Questo comportamento è simile a quello di san Clemente I che, impossibilitato dall'esilio, si dimise a fine primo secolo o a quello di san Celestino V che, sentendosi inadeguato, ebbe la felice idea di lasciare il Papato, permettendo ad una figura energica come quella di Bonifacio VIII di difendere la Chiesa.
Vi è però un fatto; san Ponziano non si dimise perché si sentiva accerchiato e perseguitato.
San Ponziano si dimise, senza ambiguità, perché doveva far spazio al proprio successore.
A conferma di ciò, egli morì martire.
ringrazio l'anonimo 8.20 per la interessante notizia storica. Precisiamo però che quella di S. Ponziano non era una dimissione, termine inusitato allora, ma vera abdicazione: rinuncia totale e inequivoca al papato come quella di Celestino V.
RispondiEliminaIl caso di BXVI è un unicum nella storia ("apax" lo chiamò il blogger C. Baronio) ma temiamo che sia il primo di una serie; infatti Bergoglio ha già annunciato che il prossimo viaggio all'estero lo farà il suo successore nel 2024.
Quindi le dimissioni papali sono una nuova moda, come tante derivate fatalmente dal mitico cv2.
Sì, due fatti possono essere esteriormente uguali, ma interiormente totalmente disuguali.
RispondiEliminaRaga, invece di scannarci a vicenda, partiamo da una constatazione: se Bergoglio è Papa, l'assistenza di Cristo non è nulla di concreto, solo una parola senza alcuna realtà concreta. Il Papato non è diverso da un partito politico dove il leader di turno detta la linea come gli pare e si dimette quando gli pare. E' questo il vero problema. Lasciate perdere tutto il resto e la antipatie personali: il problema sono le parole di Cristo, che si rivelano false.
RispondiEliminaSiamo d'accordo che Bergoglio non ha dichiarato ex-cathedra qualcosa. Ma, ragazzi, la fede non è solo questo: se un non cattolico (o un anti cattolico) prende possesso della Chiesa la può distruggere senza nessun pronunciamento ex-cathedra, perché già annacquare la fede e la dottrina è segno che non si crede, e se viene imposta ai fedeli si impone loro di abbandonare la fede.
In tutto ciò: che senso avrebbe parlare di "assistenza divina" a questo punto? Nessuna al di fuori di vuote parole - e se Dio, la Chiesa e la fede sono vuote parole, abbiamo perso la fede.
Anche io personalmente fino a prova del contrario devo credere che Bergoglio è il legittimo papa. Soltanto, a chi ne sa più di me pongo una domanda: nel caso, del tutto ipotetico, che Bergoglio avesse dato il proprio nome alla massoneria prima di essere eletto papa,egli sarebbe effettivamente papa?L'elezione sarebbe valida?Secondo aspetto: se egli fosse caduto in eresia prima di diventare papa (ad esempio,se non credesse nell'esistenza dell'inferno) l'elezione sarebbe valida?Se cadesse (o cadrà) in eresia manifesta dopo l'elezione,continuerebbe ad essere papa?Grazie se qualcuno vorrà illuminarmi.
RispondiEliminaLa tesi sostenuta da Mons. Schneider sembrerebbe contraddetta dal Magistero di Papa Paolo IV, con la sua famosa solenne Bolla "Cum ex apostolatus officio", proprio trattante il tema dell'ELEZIONE di un prelato-e d anche di un papa- che già in precedenza avesse deviato dalla retta dottrina o fosse palesemente caduto in eresia. Ebbene, quel documento papale dichiarava "nulla e vuota" (tamquam non esset) quella elezione, senza necessità neppure che qualcuno lo proclamasse, ma latae sententiae. Vale ancora quel Magistero? Sarebbe interessante sottoporre la questione all'ottimo Mons. Schneider.
RispondiEliminahttps://cooperatores-veritatis.org/2018/04/10/paolo-iv-cum-ex-apostolatus-officio-infallibilita-papale/
Per Riccardo 10:59
RispondiEliminanon è l'assistenza di Cristo che non è concreta. È che esiste la libertà di rifiutarla...
Il problema è che non è mai successo, a livello dottrinale, quel che succede oggi e nessuno di noi può darsi l'autorità di trarre conclusioni definitive. Resta solo la libertà individuale - che a questo punto è una necessità - di attenersi al magistero perenne...
RispondiElimina"non è l'assistenza di Cristo che non è concreta. È che esiste la libertà di rifiutarla..."
RispondiEliminaE' esattamente la tesi dei modernisti: "la Chiesa per lungo tempo non ha ascoltato le insistenti chiamate dello Spirito Santo, poi grazie al Concilio etc."
Ma è un principio generale e di certo io non lo intendo nel senso modernista qui su specificato...
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