Pagine fisse in evidenza

giovedì 12 ottobre 2023

 Il Card. Zen scrive una lettera per mettere in guardia i confratelli partecipanti al Sinodo sulla Sinodalità

Pubblico il testo integrale della lettera del Card. Joseph Zen, uno dei firmatari dei Dubia [qui], inviata a tutti i padri sinodali. Il cardinale denuncia il regime sinodale. Sinodo significa "camminare insieme", ma a quanto pare solo in una direzione opportunamente prestabilita, anche grazie a procedure raffinate nel corso del pontificato. Qui l'indice degli articoli riguardanti il Sinodo sulla sinodalità. Qui l'indice degli articoli sul card. Zen e la questione sino/vaticana.

Il Card. Zen scrive una lettera per mettere in guardia 
i confratelli partecipanti al Sinodo sulla Sinodalità

Cara Eminenza, Cara Eccellenza,
sono il suo confratello Giuseppe Zen dalla lontana isola di Hong Kong, un vecchio infermo di 91 anni, ordinato vescovo più di 26 anni fa. Scrivo questa lettera perché, conscio di essere ancora in possesso delle mie facoltà mentali, sento il dovere di salvaguardare, come un membro del Collegio dei Successori degli Apostoli, la sacrosanta tradizione della fede cattolica.

Indirizzo questa lettera a voi, membri del prossimo Sinodo sulla sinodalità, perché suppongo che siate preoccupati, come sono io, di come andrà a finire il suddetto Sinodo.

Sinodalità è una parola piuttosto nuova [qui], dall’etimologia si può capire che si tratta di uno spirito, di “parlare insieme e camminare insieme”; per la Chiesa cattolica vorrà dire “comunione e partecipazione di tutti j membri della Chiesa nella missione evangelizzatrice”. Capito così, il tema di questo Sinodo sembra utile e sempre attuale, e sarà un’occasione conveniente per chiarire come nella Chiesa si debba vivere questa sinodalità.

Ora c’è un documento recentissimo “La Sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa”, frutto del lavoro (negli anni 2014-2017) di una sotto-commissione della Commissione Teologica Internazionale, il cui presidente ex-officio è il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. La sotto-commissione ha concluso il suo lavoro nel 2017, il testo è stato approvato dai membri della Commissione nel corso della sessione plenaria di quell’anno, e finalmente approvato dal Prefetto della Congregazione nel 2018, dopo aver ricevuto il parere favorevole da Papa Francesco.

Il documento comincia nella sua prima parte con i fatti storici dei Sinodi e dei Concili (il significato dei due termini è convergente), specialmente il Concilio Apostolico di Gerusalemme (Atti 15), che è la figura paradigmatica dei Sinodi celebrati dalla Chiesa.

La descrizione di quel Sinodo, nei paragrafi 20-21 del documento, può riassumersi così. Nella diffusione del Vangelo, emerge un problema: se i non-Ebrei per farsi membri della Chiesa di Gesù debbano passare per la circoncisione e l’accettazione della legge mosaica. Il problema, acutamente sentito in Antiochia, viene deferito alla Chiesa di Gerusalemme, la quale tutta prende parte nello svolgimento per sciogliere il problema. “L’iniziale diversità di opinioni e la vivacità del dibattito, alla luce della parola profetica (vedi Amos 9,11-12), nel reciproco ascolto dello Spirito Santo attraverso la testimonianza della sua azione (vedi Atti 15,14-18), approdarono a quel consenso e unanimità che è il frutto del discernimento comunitario”. Gli Apostoli e gli Anziani comunicarono il risultato del Concilio alle Chiese con una lettera in cui si dice: “Abbiamo deciso lo Spirito Santo e noi”.

Nel paragrafo 5 del testo della Commissione si dice: “La novità della parola sinodalità chiede un’attenta messa a punto teologica”. Nel paragrafo 7 dice: ”Mentre il concetto di sinodalità richiama la partecipazione di tutto il popolo di Dio, [...] il concetto di collegialità precisa il significato teologico e la forma di esercizio del ministero dei vescovi [...] mediante la comunione gerarchica del collegio episcopale con il vescovo di Roma”. E più avanti dice: “Ogni autentica manifestazione di sinodalità esige per sua natura l’esercizio del ministero collegiale dei vescovi”.

Nella seconda parte, il documento propone i fondamenti teologici di questa dottrina, che si trovano specialmente nella “Lumen gentium”, dove specifica che al servizio del popolo, tutto sacerdotale e profetico, c’è un sacerdozio ministeriale, ordinato, che serve questo popolo, guidandolo con il servizio dell’autorità.

Mi ha sorpreso non poco quando, leggendo i tanti prolissi documenti emanati dalla Segretaria del Sinodo, trovo così pochi riferimenti al documento summenzionato.

Per di più:

1. Mi confonde il fatto che, da una parte, mi dicono che la sinodalità è un elemento costitutivo della Chiesa, ma, dall’altra, mi dicono che è ciò che Dio aspetta da noi per questo secolo (come una novità?). Come può Dio aver dimenticato di far vivere questo elemento costitutivo della Chiesa per i venti secoli della sua storia? Non confessiamo che la Chiesa è una, santa, cattolica, apostolica, intendendo con ciò che è stata sempre anche sinodale?

2. Ancora maggiore confusione e preoccupazione sento, quando vedo suggerito che finalmente è venuto il momento di rovesciare la piramide, cioè con la gerarchia sormontata dal popolo laico. Nel documento preparatorio, fin dall’inizio, si dice chiaramente che, per una Chiesa sinodale, occorre ricostituire la “democrazia”.

3. Ma ancora più preoccupazione sento, quando si nota che, mentre veniva convocato questo Sinodo {che viene presentato come una cosa senza precedenti) c’era già in corso in Germania un “sentiero sinodale” dove, con uno stranamente compiaciuto “mea culpa” per gli abusi sessuali, la gerarchia ed un gruppo di laici (Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi ZdK, non si sa quanto rappresentativo, ma si viene a sapere che sono quasi tutti impiegati della Chiesa) propongono un cambio rivoluzionario della costituzione della Chiesa e dell’insegnamento morale riguardo alla sessualità. Più di un centinaio tra Cardinali e Vescovi da diverse parti del mondo hanno scritto una lettera di ammonizione all’episcopato in Germania, ma essi non riconoscono di essere in errore.

Il Papa non ha mai ordinato che questo processo della Chiesa in Germania si fermasse. In occasione della loro visita “ad limina”, si sa che il Papa ha conversato per due ore con i vescovi tedeschi, ma non si è pubblicato un discorso del Papa su “L’Osservatore Romano” come si è solito fare in queste visite. Invece viene pubblicato un discorso del Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Cardinale Marc Ouellet, in cui li prega di non procedere, ma di aspettare le conclusioni del Sinodo. Come risposta, un chiaro diniego perché, dicono, “c’è l’urgenza pastorale di procedere”(!?).

Un sintomo allarmante è il continuo calo numerico dei fedeli in Germania; secondo dati ufficiali il calo ha superato il mezzo milione nel 2022. La Chiesa lì sta morendo.

Questo ci ricorda la penosa sventura della Chiesa in Olanda, la quale, dalla cima di quando aveva il 40% della popolazione nazionale, è caduta fino alla sua quasi totale scomparsa oggi. Non è difficile vederne la causa: un movimento, quasi uguale a quello attuale in Germania, che lì è cominciato quasi subito dopo il Concilio Vaticano ll.

Non mi sembra fuori posto menzionare il grande scisma che pende sulla Comunità Anglicana. Gli arcivescovi del Global Anglican Future Conference (GAFCON) hanno mandato una lettera all’Arcivescovo di Canterbury, dicendogli che, se non si converte (la Chiesa Anglicana d’Inghilterra ha approvato il matrimonio omosessuale), essi {che costituiscono 1′85% degli Anglicani nel mondo) non accetteranno più la sua leadership (come “primus inter pares”).

4. I documenti della Segreteria citano non sempre a proposito la Bibbia. Parlano a lungo dell’episodio di Pietro e Cornelio (in Atti 10-11) quasi per provare che il Signore può ordinare qualunque cambiamento dell’agire dei fedeli. Ma il racconto del Concilio di Gerusalemme (Atti 15) fa vedere che non si tratta di un cambiamento qualunque, ma di uno sviluppo che comporta periodi diversi nella realizzazione della salvezza. La fase universalista della salvezza, già adombrata nel Vecchio Testamento, adesso finalmente si realizza dopo la risurrezione di Gesù. Similmente, Gesù ha detto che non ha abolito la legge, ma l’ha portata a compimento. Lo Spirito procede gradualmente, ma non si contraddice mai. Il Santo Henry Newman diceva che il vero sviluppo della dottrina è omogeneo.

Penso che non ho bisogno di dilungarmi sui motivi per cui dovete affrontare il Sinodo con grande preoccupazione. Sento invece l’importanza di far presente a voi certi problemi di procedura del Sinodo. La Segreteria del Sinodo è molto agguerrita nell’arte della manipolazione.

Per ciò che sto per dire sarò facilmente accusato di “conspiracy theory”, ma vedo chiaramente che c’è tutto un piano di manipolazione.

Cominciano col dire che bisogna ascoltare tutti. Adagio adagio fanno capire che tra questi “tutti” ci sono specialmente quelli da noi “esclusi”. Finalmente, si capisce che si tratta di gente che opta per una morale sessuale diversa da quella della tradizione cattolica.

Nei piccoli gruppi di dialogo della fase continentale insistono sovente che “dobbiamo lasciare una sedia vuota per quelli che sono assenti, da noi emarginati”. Dicono anche: “Il Sinodo deve concludere con una universale inclusione, deve allargare la tenda, benvenuti tutti, senza giudicarli, senza invitare alla conversione”.

Protestano sovente che non hanno una agenda. È veramente un’offesa alla nostra intelligenza, quando tutti vediamo a che conclusioni mirano.

Parlano della “conversazione nello Spirito” come di una cosa magica. E invitano tutti ad aspettare “sorprese” dallo Spirito (naturalmente loro sono già informati di quali sorprese). “Conversare, ma non discutere! La discussione crea divisioni”. Ma allora il consenso e l’unanimità avvengono miracolosamente? Ma a me pare che al Concilio Vaticano Il, prima di arrivare alla conclusione quasi unanime, hanno sovente impiegato molto tempo in vivaci discussioni. Era lì che lo Spirito Santo aveva lavorato. Evitare discussioni è evitare la verità.

Non dovete obbedire a loro quando dicono di andare a pregare, interrompendo i lavori. Rispondete che è ridicolo pensare che lo Spirito Santo stia aspettando le vostre preghiere dell’ultimo momento. Dovete già aver accumulato una montagna di preghiere, vostre e dei vostri fedeli, come aveva fatto Papa Giovanni XXIII prima del Concilio, facendo pellegrinaggi con molti fedeli a diverse chiese, pregando per il Concilio. Lo Spirito Santo sarà occupato durante il Sinodo a lavorare nei vostri cuori, sperando che tutti accettino le sue ispirazioni.

“Cominciamo, dicono, con i piccoli gruppi”. Questo è ovviamente sbagliato. Bisogna prima lasciare parlare tutti e sentire tutti nell’Assemblea. Così risultano quali sono i problemi più controversi e che hanno bisogno di un adeguato dibattito. Nei piccoli gruppi “linguistici” poi si può, usando la propria lingua, sviscerare i problemi più a proprio agio e finire con la formulazione di concise deliberazioni. Bisogna insistere sulla procedura seguita da tanti Sinodi, non perché “si è sempre fatto così”, ma perché è ragionevole (fare diversamente giustifica il sospetto che si vuol evitare di scoprire la vera ispirazione dello Spirito Santo).

Sulla rete noto un molto parlare su “votazioni o no”. Ma se non si fa una votazione, come si può sapere il frutto di tanto dialogo? Evitare le votazioni è ancora evitare la verità.

Ancora sulla votazione. Senza nessuna consultazione, nella immediata vicinanza del Sinodo, il Santo Padre aggiunge un numero di membri laici con diritto di votazione. Se io fossi uno dei membri, farei una forte protesta, perché questo cambia sostanzialmente il Sinodo dei Vescovi, che Papa Paolo VI aveva istituito come uno strumento della collegialità, anche se nello spirito della sinodalità sono ammessi degli osservatori laici con possibilità di parola. A voi non consiglio una protesta, ma almeno un dolce lamento con una richiesta: che almeno i voti dei Vescovi e quelli dei laici siano separatamente contati (ciò che perfino il “sentiero sinodale” di Germania ha concesso ai vescovi), Si deve dare un diverso peso ai voti dei due gruppi. Far votare i laici sembra voler dire che si vuole rispettare il “sensus fidelium”, ma sono sicuri che questi laici invitati siano “fideles”? che almeno vadano ancora in chiesa? Si noti che questi laici non sono stati eletti dal popolo cristiano praticante.

Non è mai stata spiegata l’aggiunta (a metà strada) di un’altra sessione per il 2024. Il mio malizioso sospetto è che gli organizzatori, non sicuri di raggiungere in questa sessione ciò a cui mirano, sperano di aver tempo di preparare altre manovre. Ma se le votazioni già chiariscono quello che lo Spirito ha voluto dire attraverso il voto dei vescovi sarà ancora necessaria un’altra sessione?

Questa lettera che scrivo io la intendo come confidenziale, ma sarà difficile che non arrivi in mano ai mass media. Vecchio come sono, non ho niente da guadagnare, niente da perdere. Sarò contento di aver fatto quello che credo di essere in dovere di fare.

So che nel Sinodo sulla famiglia [qui], il Santo Padre ha rifiutato suggerimenti presentati da diversi Cardinali e Vescovi proprio sulla procedura, ma se voi presentate una richiesta rispettosa e supportata da numerosi consensi, forse potrà essere accolta. Comunque avrete fatto il vostro dovere. Accettare una procedura non ragionevole è condannare il Sinodo al fallimento.

Chiedo scusa del ritardo di questa mia lettera, perché forse manca il tempo per presentare le nostre richieste agli organizzatori prima dell’inizio del Sinodo.

Auguro a voi una fruttuosa e, se necessario, coraggiosa partecipazione a questo Sinodo che in qualunque modo sarà senza precedenti.
Vostro umile fratello,
Giuseppe Zen, 21 settembre 2023
Festa di San Matteo Apostolo (”miserando et eligendo”)

16 commenti:

  1. Mons. Nicola Bux & Prof. Guido Vignelli - Dubia dei cardinali e altre sinodate
    https://www.youtube.com/watch?v=Var1A9unKmw
    E' da ascoltare!
    Nella presentazione del libro scritto con il Prof.Vignelli, Mons.Nicola Bux ne parla e ritiene rilevanti (come due facce della stessa medaglia) sia l'intervento di mons.Burke sia la lettera di Mons.Zen.

    RispondiElimina
  2. Mi convinco sempre più che i Cardinali hanno fatto benissimo a cercare di chiarire, ma ormai le parole stanno a zero. JMB ed i suoi complici hanno lunghi e folti peli sullo stomaco, è tempo di una azione che smascheri la fellonia di tutti questi servi del caos. Devono contarsi ed agire. Questa situazione di Chiesa chiacchierona deve finire, già si parla addosso, non può radunare assemblee su assemblee per le loro masturbazioni logorroiche, Basta. Non bisogna più ascoltarli né parlar loro. Devono dimettersi e andarsene in pace. Subito.

    RispondiElimina
  3. Ieri in una di quelle interviste su Visione tv è stato detto che, solitamente, Israele prima di bombardare avvisa tre volte.
    Questo è un comportamento umano, lasciare il tempo alle persone di mettersi al riparo. Bene si faccia così anche nella Chiesa, si avvisino tre volte, che devono andarsene in Santa Pace, dopodiché saranno sollevati di peso e rispediti nella loro terra.

    RispondiElimina
  4. L"unica possibilità è che tutte le forze dell"usurpatore Bergoglio si uniscano e lo affrontino... è evidente che Bergoglio non è in Comunione con Cristo... a chi ha orecchie per intendere, intenda.

    RispondiElimina
  5. Luca Casarini dalle ONG a padre sinodale12 ottobre, 2023 12:58

    Alla fine, come i loro callidi padri sessantottini, hanno saputo fare carriera. Caruso nell’Università italiana e Casarini in Vaticano. La sinistra sei tu, chi può darti di più?
    Cit. Andrea Sandri

    RispondiElimina
  6. Risuscita nelle anime pie l’amore alla croce

    Vieni, Signore Gesù! Risuscita nelle anime pie il fervore della vita santa, l’amore alla croce, l’apprezzamento dell’umiltà e del dolore; scioglile dalle bende dell’orgoglio che le acceca, dai legami della natura che le avvilisce, e traile fuori dal sepolcro della tiepidezza dove marciscono.
    Vieni, ridonaci i Santi, i Santi, i Santi, poiché questa povera umanità martoriata non ha bisogno di politici, di guerrieri, di scienziati e di commercianti per prosperare, ha bisogno di Santi che la illuminino e la facciano ritornare a te nella luce della fede e nell’armonia della carità.
    (Don Dolindo Ruotolo - Servo di Dio)

    RispondiElimina
  7. Le lettere, i dubia e altre iniziative simili, nel 2023, dopo anni di complicità silenziosa, sono completamente inutili. I destinatari hanno le idee molto chiare, sanno dove vogliono arrivare, lo sanno da gran tempo. Si rilegga per esempio la lettera Notre charge apostolique di San Pio X, del 25 agosto 1910, in cui egli condannava le idee del Sillon. I vescovi e i sacerdoti coraggiosi non sono mancati ed è inutile enumerarli. Tuttavia, furono pochi e furono aspramente combattuti, anche agli albori del secolo scorso. Ricordo l'Abbé Emmanuel Barbier, che scrisse numerose opere e pubblicava una rivista: La Critique du Libéralisme. A questo punto, occorre un intervento divino, per il quale noi preghiamo senza sosta. Che la beata sempre Vergine Maria ci aiuti!

    RispondiElimina
  8. Sì, tutto ciò inizia in pieno Ottocento, hanno marciato sottotraccia, ma hanno sempre marciato facendo nuovo adepti. Non escludo che l omossessualismo imposto sia stata un arma di corruzione di tanti novizi e nel contempo di ricatto nel momento in cui alcuni dei violentati avessero salito la scala gerarchica. Mi viene sempre in mente l inveterato odio manzoniano quando penso a questa terribile tresca contro la Chiesa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nei fatti credo che la tresca sia stata solo interna.

      Elimina
    2. Teniamo poi presente che prima si entrava nel seminario minore ragazzini. Il mio vecchio parroco, quando ebbe il compito di responsabile di un certo gruppo di seminaristi ragazzini, disse che molti all'inizio piangevano cercando la mamma. Drammi incommensurabili devono essere accaduti là dove accanto a questi piccoli seminaristi si nascondevano orchi mascherati buonisti compagnoni.

      Elimina
    3. Chissà quanti dell alta gerarchia sono stati violentati e/o iniziati all omosessualismo!? Non può essere che siano tutti rispettosi dell autorità, a prescindere che sia giusta o no. Forse ci sono ragioni profonde terribili nascoste che devono solo essere dimenticate...e lo sono state. Forse.

      Elimina
  9. La Vergine ci aiuterà solo se la preghiera sarà accompagnata dall'azione. A Lepanto e a Vienna la Vergine ha sconfitto le armate musulmane ma si è servita di coloro che sono andati a combattere... non chiediamo a Dio ciò che possiamo fare noi semmai si deve chiedere a Dio che ci aiuti nelle nostre azioni nella Sua Volontà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. MARIAM COGITA MARIAM INVOCA13 ottobre, 2023 14:04

      D'accordo. I combattenti della Vandea, delle Pasque Veronesi, dei Viva Maria Aretini, della R. S. I. (fra i quali la mia famiglia conta Caduti e Dispersi), i Cristeros non hanno esitato a combattere valorosamente, al momento opportuno. Tuttavia, esiste anche un altro tipo di combattimento non meno encomiabile: quello delle monache di clausura, dei monaci, degli eremiti. A ciascuno la propria vocazione. Per adesso, mi sembra che, pur non avendo ricevuta l'immensa grazia della vita contemplativa, la via della preghiera sia la più indicata.

      Elimina
  10. I HAD A DREAM...
    Così esordì il cardinale Carlo Maria Martini al Sinodo per l’Europa del 1999, per indicare il suo desiderio di un Concilio Vaticano III che realizzasse quel «confronto collegiale e autorevole tra tutti i vescovi su alcuni temi nodali». L’intervento del cardinale, contrariamente al solito, non fu consegnato in sala stampa vaticana: la sua forza era dirompente, in tutti i sensi. Secondo Martini i temi da mettere in agenda, i nodi da sciogliere, erano la carenza di ministri ordinati, il ruolo della donna nella Chiesa, la sessualità, la disciplina del matrimonio e la prassi penitenziale.

    Per capire in che senso l’allora cardinale di Milano volesse sciogliere questi nodi è sufficiente rammentare un commento del noto vaticanista Sandro Magister: «L’agenda della futura Chiesa conciliare evocata dall’arcivescovo di Milano è antitetica agli indirizzi di papa Karol Wojtyla», e cioè, i nodi che l’uno voleva sciogliere, erano esattamente quelli che l’altro, San Giovanni Paolo II, aveva voluto legare (sacerdozio agli sposati, seconde nozze, sessualità,…).

    Leggendo quanto sta accadendo al Sinodo 2014 sembra che il sogno di Martini abbia trovato estimatori. Secondo alcuni padri sinodali bisogna smetterla con certe espressioni come “intrinsecamente disordinato” riferite all’omosessualità (vedi CCC n° 2357), oppure “mentalità contraccettiva” (vedi Enciclica Evangelium Vitae). Perché «non aiutano a portare le persone a Cristo». Monsignor Nicolas, attuale generale dei gesuiti, ha espresso chiaramente che «la discussione, libera e franca, si sta indirizzando verso il cambiamento, l’adeguamento pastorale alla mutata realtà dei tempi odierni. È un segno epocale perché invece in questi anni ci sono state forze che hanno tentato di riportare indietro la Chiesa rispetto alla grande stagione conciliare».

    Il sogno di Martini pare davvero realizzarsi.

    In effetti l’aggiornamento, parola chiave del Vaticano II, caratterizza molti interventi al Sinodo 2014, in aperta analogia con il metodo dell’ultimo concilio ecumenico. Non si cambia la dottrina, ma il modo di proporla, per renderla meglio fruibile agli uomini del nostro tempo. La lunga relazione di apertura del cardinale ungherese Erdo è andata tutta in questo senso.

    Si può davvero apprezzare questa volontà della Chiesa di andare incontro all’uomo ferito, ma conosciamo anche i rischi di possibili documenti “pastorali” la cui applicazione verrebbe poi lasciata al singolo vescovo.

    L’ormai prossimo Beato papa Paolo VI nell’enciclica Humanae Vitae, quella che qualcuno al Sinodo 2014 vorrebbe buttare nel dimenticatoio, mostra chiaramente che l’atteggiamento pastorale è una modalità per aiutare gli uomini a vivere la legge di Dio, non a obliterarla, né a sfumarla. In un discorso del 20 novembre 1965, in occasione dei lavori per la revisione del Codice di diritto canonico, Paolo VI esprimeva anche la falsità di una contrapposizione tra diritto e pastorale, affermando che lo stesso diritto canonico ha una finalità pastorale.

    Paolo VI vede la “ferita del peccato” che grava sull’uomo, vede la difficoltà per vivere e realizzare la legge divina sull’amore umano, ma non abbassa la proposta. Anche dal punto di vista pastorale. E richiama l’aiuto di Dio, che non manca mai a chi lo cerca con cuore sincero. La dottrina, si legge in Humanae Vitae «non sarebbe attuabile senza l’aiuto di Dio, che sorregge e corrobora la buona volontà degli uomini. Ma a chi ben riflette non potrà non apparire che tali sforzi sono nobilitanti per l’uomo e benefici per la comunità umana». Anche questo è un sogno, realizzabile. Con l’aiuto di Dio.

    RispondiElimina
  11. Ricordiamo sommessamente che Paolo VI ha aperto porte che si dovrà faticare tremendamente per chiudere.

    Gz

    RispondiElimina
  12. Montini dovrebbe essere osservato con la lente di ingrandimento.

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.