Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 17 ottobre 2015

Conciliarità, Sinodalità. Come cambia la Chiesa?

Il Giornale di oggi, 17 ottobre, afferma che il Papa sorprende e spiazza. Ma era già successo. L'allarme è stato dato invano. Ora quello che lui definisce 'processo aperto' è in rapida progressione. Non si può dunque lasciar cadere sotto silenzio quest'ultimo scossone di Bergoglio a La Catholica. Mi riferisco al discorso pronunciato per la commemorazione del 50° del Sinodo nell'Aula Nervi: un discorso in cui il papa ha manifestato il proprio interesse a rivedere le forme del ministero e del primato petrino.
"Il Papa non sta, da solo, al di sopra della Chiesa - ha spiegato Francesco ma dentro di essa come battezzato tra i battezzati e dentro il Collegio episcopale come vescovo tra i vescovi, chiamato al contempo, come Successore dell’apostolo Pietro, a guidare la Chiesa di Roma che presiede nell’amore tutte le Chiese". Bergoglio s'impegna a edificare " una Chiesa sinodale, missione - ha detto - alla quale tutti siamo chiamati, ciascuno nel ruolo che il Signore gli affida". "Per questa ragione - ha spiegato - parlando a una delegazione del patriarcato di Costantinopoli, ho recentemente ribadito la convinzione che 'l'attento esame di come si articolano nella vita della Chiesa il principio della sinodalità ed il servizio di colui che presiede offrirà un contributo significativo al progresso delle relazioni tra le nostre Chiese". "Sono persuaso - ha continuato Bergoglio - che, in una Chiesa sinodale, anche l'esercizio del primato petrino potrà ricevere maggiore luce". [...] Mentre ribadisco la necessità e l'urgenza di pensare a «una conversione del papato». (Cita Evangelii gaudium, 32. Vedi successivo punto 2. - Conversione del papato)
Di seguito non faccio altro che riproporre la sintesi aggiornata di articoli pubblicati, rispettivamente, il 21 settembre 2013 e il 6 aprile 2014, ed altri dello stesso periodo, il cui contenuto torna di attualità, senza che nessuna voce autorevole si alzi a farsene carico, ora come allora.

1. Papato e sinodalità e/o conciliarità

L'intervista al papa de La Civiltà Cattolica (19 agosto 2013, pubblicata sul numero del 19 settembre) è divenuta una miniera di informazioni e la reiterazione di esternazioni che confermano il nuovo conformismo anticonformista di questo papa. A detta dello stesso intervistatore essa si è rivelata: « una sorta di flusso vulcanico di idee che si annodano tra loro... un dialogo sorgivo. È chiaro che Papa Francesco è abituato più alla conversazione che alla lezione ».
Ma a noi è altrettanto chiaro che un papa non può continuare a dare lezioni che hanno l'immediatezza e il pressappochismo delle conversazioni. E invece questa inedita ma ormai consolidata pastorale mediatica - che si impone a chi ha portato cuore e intelletto all'ammasso o non ha sufficienti strumenti di decriptazione - è così fluida e cangiante ed anche fumosa nonché suscettibile di interpretazioni plurime, da creare una confusione quasi ingestibile, anche per la refrattarietà ad ogni tipo di critica oggettivante.

Per comprendere questa enfasi sulla collegialità - trasformata addirittura in sinodalità[1] -, dobbiamo partire dai documenti conciliari, nei quali è facile trovare anche solo spigolando, disseminati a volte in maniera apparentemente 'casuale', elementi dissonanti e non condivisibili perché in rottura con la Tradizione; rottura a volte palese, a volte in nuce e riconoscibile solo dagli effetti che ora sono sotto i nostri occhi. Rottura che spesso contrasta con le affermazioni di principio iniziali, che risultano vanificate dalle eccezioni che, nella successiva applicazione operata dai solerti conciliari all'opera nella Chiesa ai più alti livelli, sono diventate la regola.

Prima di riportare di seguito, nei "Prodromi", uno stralcio della riflessione che ho già fatto sulla collegialità, legandone le insidie a quelle della cosiddetta chiesa-comunione versus la chiesa gerarchica, riepilogo brevemente gli atti che ne mostrano la graduale ma sempre più incisiva applicazione, della quale oggi assistiamo ad una pietra miliare dagli effetti certamente dirompenti: sembra un'accelerazione della costituzione di una Chiesa "altra" da quella che la Tradizione bimillenaria ci ha consegnato.
  1. 21 novembre 1964: nella Costituzione Dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium, la collegialità è introdotta al n.22. Secondo le più innovatrici interpretazioni di tale passo il Papa non dovrebbe più conservare un primato verticale sugli altri vescovi, ma solamente un primato orizzontale, onorifico, nel quale egli sarebbe un vescovo e le varie conferenze episcopali altro non sarebbero che organi consultivi. Nel documento il termine "collegio" ricorre 28 volte, quello collegialità 1; nel Vangelo nessuna. La famosa Nota Explicativa praevia - redatta su indicazione del card. Ottaviani nell'intento di correggere le incongruenze che erano state prontamente rilevate - è stata regolarmente ignorata e dunque disattesa (vedi successivo punto 1.1 - I prodromi, la collegialità).

  2. Paolo VI depone la Tiara. Vi rimando a questo documento ed a questo successivo nei quali la lettura dei fatti, che ora sembrano aver raggiunto un nuovo culmine, andava dipanandosi.
    La deposizione della Tiara da parte di Paolo VI, fu attuata solo nella prassi e mai codificata se non con un cambiamento, sempre di prassi, sancito da Giovanni Paolo II consolidatosi con i successori.
    Sono a conoscenza di un dato storico proveniente da una testimonianza dell'allora protodiacono, card. Di Jorio. Quando Paolo VI manifestò l'intenzione di deporre la Tiara, non gli fu possibile farlo con una cerimonia come avrebbe voluto perché i cardinali-diaconi gli dissero: « Noi gliel'abbiamo imposta, noi non gliela leveremo ». E dunque egli entrò in Basilica portandola in mano e andò a deporla sotto l'Altare della Confessione... Ma oggi, di fatto la Tiara non c'è più, se non nei simboli custoditi dalle pietre e dalle vestigia storiche che ci tramandano il respiro di una fede millenaria [qui].
  3. Paolo VI istituisce il Sinodo dei vescovi per la Chiesa universale (Apostolica sollicitudo, 15 settembre 1965)

  4. Giovanni Paolo II trasforma la collegialità in legge, inserendola nel nuovo Codice di Diritto Canonico (Costituzione Apostolica Sacrae disciplinae leges, 25 gennaio 1983). Ed è così che introduce il rapporto di tipo protestante – dal basso verso l’alto – tra popolo ed episcopato, e tra episcopato e papato, già previsto in LG.

  5. Benedetto XVI attua la collegialità in maniera soft, ma efficace, con una certa desistenza dal governo a favore di una maggiore responsabilizzazione dei vescovi. Come atto conclusivo, 'depone' la giurisdizione [vedi qui] - [e qui]. Che senso può avere che non abbia voluto modificare lo stemma?

  6. 13 marzo 2013: Francesco depone tutti i simboli; 13 aprile 2013: "Consiglio della corona"/29 giugno 2013 [qui]: rende operante la collegialità e apre ad eretici e scismatici
  7. 15 settembre 2018 Francesco pubblica Episcopalis communio (EC), una costituzione apostolica che riordina le norme sui sinodi.
Si sta dipanando sotto i nostri occhi e tenta di imporsi una nuova 'forma' di esercizio del ministero petrino, già potenzialmente inquinato dalla "collegialità", alla quale si aggiunge ora, del tutto inopinatamente, la cosiddetta "conciliarità" trasformata in "sinodalità" (cfr. 1.2 - Bergoglio e La civiltà cattolica).

La pienezza della suprema autorità, che appartiene al Romano Pontefice e al collegio dei vescovi in comunione con lui non come unico soggetto, ma come due soggetti distinti, si estende alla Chiesa universale, e anche alle Chiese particolari, ai singoli sacerdoti e fedeli, mentre la «pienezza» della potestà del vescovo si estende soltanto alla sua Chiesa particolare. Inoltre, la potestà del vescovo è limitata anche per materia all’interno del suo territorio, per il fatto che il vescovo e la sua Chiesa locale sono destinatari delle leggi universali o comuni e sono sottoposti alle riserve enunciate dal c. 381, § 1.

1.1 - I prodromi, la collegialità

Il 21 novembre 1964, per la chiusura del terzo periodo del Concilio ecumenico, Paolo VI afferma: «la Chiesa non si compone soltanto della sua struttura gerarchica, della sacra liturgia, dei sacramenti, dei suoi organismi» e cita la mistica unione con Cristo; ma poi, secondo una nuova visuale, traccia sostanzialmente il passaggio da una Chiesa, vista come gerarchica, come società perfetta, a una Chiesa vista come comunione di fratelli. Da una Chiesa vista come sempre tesa a difendere i suoi spazi e i suoi diritti, a una Chiesa che vuole essere solo lievito nella pasta. Lievito all’interno delle sue strutture, lievito all’interno delle altre religioni. Da una Chiesa vista come chiusa in se stessa preoccupata della sua conservazione – ma così era, riduttivamente, prima del mitico Concilio Vaticano II? –  a una Chiesa come comunità aperta al mondo, popolo di Dio in cammino. Un principio che gli sembrò doversi esplicare in quanto fin allora implicito nell’ecclesiologia cattolica fu quello della collegialità, divenuto uno dei maggiori criteri di riforma della Chiesa.

Il problema nasce dalla contraddizione tra la democratizzazione che scaturisce da questa nuova visione di Chiesa e la sua costituzione divina. Viene inadeguatamente applicato alla Chiesa il principio che regola le comunità civili, ignorando la differenza tra esse e Chiesa di Cristo: le comunità civili prima si pongono in essere e poi si danno e formano il proprio governo. In ciò esercitano la loro libertà, mentre in esse stesse si fonda originariamente e fontalmente ogni giurisdizione comunicata alle autorità sociali. Al contrario, la Chiesa non si è data da se stessa né ha formato da sé stessa il suo governo, ma è stata fondata in toto da Cristo il cui disegno preesiste all’esistenza stessa dei fedeli. La Chiesa è dunque una società sui generis in cui il capo è anteriore alle membra e l’autorità viene prima della comunità.[2]

Quindi una dottrina che ponga la sua base nel popolo di Dio democraticamente concepito e nel sentimento e nell’opinione del popolo di Dio, è antitetica a quella della Chiesa dove l’autorità non è chiamata ma chiama, e dove tutti i membri sono servi di Cristo, obbligati al precetto divino.

Sui poteri del Pontefice e sul suo rapportarsi alla collegialità molto influisce l’ambiguità della Lumen Gentium  alla quale Paolo VI, messo sull'avviso dai Padri del Coetus Internationalis Patrum, cercò di rimediare con la Nota Praevia stesa sotto la supervisione del Cardinal Ottaviani. E tuttavia tale nota, con molta coerenza progressista posta in calce alla Costituzione, viene sistematicamente "saltata" essendo, appunto, "praevia"...

La Chiesa è per sua natura gerarchica. E il Papa (CIC, can.331), in virtù della sua funzione di Vicario di Cristo, ha nella Chiesa un potere ordinario supremo, pieno, immediato e universale, che può sempre esercitare liberamente. Il potere gli deriva dalla sua funzione e non da una sorta di presidenza del collegio episcopale. Del resto, il can. 1404 recita: Prima Sedes a nemine iudicatur.

La dottrina del Vaticano I e del Vaticano II nella Nota praevia definisce il Papa principio e fondamento dell’unità della Chiesa, giacché è conformandosi a lui che i vescovi si conformano tra di loro. Non è possibile poggino la loro autorità su un principio immediato che sarebbe comune alla loro potestà e a quella papale. Ora con l’istituzione delle Conferenze episcopali e con gli organismi Sinodali la Chiesa è un corpo policentrico a vari livelli nazionali o provincie locali. Conseguenza immediata è un allentamento del vincolo di unità che si manifesta con ingenti dissensi su punti gravissimi.

La nuova ecclesiologia conciliare sancita da Lumen Gentium si armonizza con la “Pastor æternus” circa la giurisdizione universale del Romano Pontefice (n.18), però azzarda un avventuroso allargamento di questa mediante la dottrina della collegialità vescovile come organo di governo accanto e analogo a quello del Sommo Pontefice (nn.19, 22). Nonostante la “Nota esplicativa previa”, mons. Gherardini osserva che « dottrina della Chiesa è quanto la sua Tradizione, dagli Apostoli sino ad oggi, presenta e propone come tale: la collegialità non ne fa parte ».

Lumen Gentium, al n.19 dichiara: « Il Signore Gesù, dopo aver pregato il Padre, chiamò a sé quelli che egli volle, e ne costituì dodici perché stessero con lui e per mandarli a predicare il regno di Dio (cfr. Mc 3,13-19; Mt 10,1-42); ne fece i suoi apostoli (cfr. Lc 6,13) dando loro la forma di collegio…»

Non mancano perplessità, nelle posizioni più tradizioniste, se si pensa che il termine “collegio” per designare l'episcopato non ricorre né nella Sacra Scrittura né nella Tradizione della Chiesa antica. Apostoli vuol dire ‘mandati’: il Signore li manda due a due non in "collegio"... C’è anche da osservare che il “collegio” si fonda su una potestà giuridica e morale, mentre si diviene vescovi per via sacramentale, ovvero mediante un quid che è nel contempo fisico e mistico come lo è l'unità della Chiesa.

La collegialità, per effetto della creazione di strutture sovra diocesane come le Conferenze Episcopali, rischia di diminuire non solo l'autorità del pontefice ma anche quella dei singoli vescovi nelle loro diocesi. Inoltre non è peregrina l'osservazione che se i vescovi, per diritto divino, costituiscono un vero e permanente collegio in senso stretto, con a capo il romano pontefice, ne deriva come prima e non unica conseguenza che la chiesa in modo abituale dovrebbe essere governata dal Papa con il collegio episcopale. In altre parole, il governo della Chiesa, per diritto divino, non sarebbe monarchico e personale, ma collegiale. È Giovanni Paolo II che ha inserito la collegialità nel nuovo Codice di Diritto Canonico trasformandola così in legge (Costituzione Apostolica Sacrae disciplinae leges, 25 gennaio 1983).

In effetti si manifesta una duplice inconciliabilità nel principio del rapporto tra Primato e collegialità. Basti pensare alla tesi dell’unico soggetto (collegio dei vescovi e romano pontefice) e i dati del magistero che, pur senza posizioni dichiarative parlano di due distinti soggetti (LG 22). All’interno stesso di questa suddivisione, la stessa inconciliabilità si coglie tra le esigenze metafisiche dell’autorità nella vita sociale e la realtà ecclesiale compresa alla luce della rivelazione cristiana.

La Lumen Gentium, al n. 22 evidenzia una tensione che, ultimamente, manifesta la difficoltà di « collocare all'interno di una concezione collegiale del ministero episcopale che scaturisce da un'ampia prospettiva storico-salvifica della Chiesa come communio la dottrina del Vaticano I, la quale si distingue per una visione della Chiesa apologetica, giuridica  e astorica ed inoltre concentrata sul Papa »[3].

La Chiesa in tutte le epoche risente di -ismi di vario genere, dai quali la sua, che è anche la nostra, storia terrena non è mai esente. Ma assolutizzare certi aspetti per giustificare la rivoluzione Copernicana operata dal concilio è stata un’operazione prevenuta e ideologica. Di certo era necessario aggiornare ciò che era rinnovabile e meglio organizzabile, non rifondare la Chiesa.

Si pretende dunque che la visione Chiesa-comunione sia la scoperta del Vaticano II e vada a sostituirsi a quella di società perfetta ed oggi appare dominante come se più vicina alle assonanze bibliche  specificamente neotestamentarie, come se potesse finalmente sintetizzare alla perfezione tutto il rapporto con Dio fino al concilio non esattamente compreso. Ma il rischio più grande è quello di ricondurre tutto ad un'interpretazione puramente psico-sociologica, ai bisogni e alle attese umane. Acquista valore la Chiesa locale, come se l’universalità della Chiesa e tutto il suo mistero prima del concilio non le appartenesse a pieno titolo.

Possibile che nessuno abbia mai detto a costoro che la Chiesa, fin dal suo nascere ad opera del Salvatore, se non fosse stata e rimasta “comunione” dei Suoi in Lui, non sarebbe mai stata LA Chiesa?

1.2 - Bergoglio e La civiltà cattolica

Tra gli ormai numerosi segnali di mutazioni genetiche apparentemente inarrestabili, tutti per nulla marginali, estraggo qui il punto sulla sinodalità. A seguire, le considerazioni corredate del documento citato dal papa e riferimenti. I brani che seguono sono tratti dalla sopra richiamata intervista a La Civiltà Cattolica (19 agosto 2013, pubblicata sul numero del 19 settembre)
[...] «Si deve camminare insieme: la gente, i Vescovi e il Papa. La sinodalità va vissuta a vari livelli. Forse è il tempo di mutare la metodologia del Sinodo, perché quella attuale mi sembra statica. Questo potrà anche avere valore ecumenico, specialmente con i nostri fratelli Ortodossi. Da loro si può imparare di più sul senso della collegialità episcopale e sulla tradizione della sinodalità. Lo sforzo di riflessione comune, guardando a come si governava la Chiesa nei primi secoli, prima della rottura tra Oriente e Occidente, darà frutti a suo tempo. Nelle relazioni ecumeniche questo è importante: non solo conoscersi meglio, ma anche riconoscere ciò che lo Spirito ha seminato negli altri come un dono anche per noi. Voglio proseguire la riflessione su come esercitare il primato petrino, già iniziata nel 2007 dalla Commissione Mista, e che ha portato alla firma del Documento di Ravenna. Bisogna continuare su questa strada». Cerco di capire come il Papa veda il futuro dell’unità della Chiesa. Mi risponde: «dobbiamo camminare uniti nelle differenze: non c’è altra strada per unirci. Questa è la strada di Gesù». [...]
Ora che emerge questa nuova e ulteriore 'fessura', dalla quale potranno derivare ulteriori voragini che solo de fide possiamo non pensare incolmabili, ripropongo quanto avevo espresso con timore e ora si mostra con sconcertante evidenza.
« La X Sessione plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico fra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa (Ravenna 8-15 ottobre 2007), nel documento sottoscritto intitolato «Le conseguenze ecclesiologiche e canoniche della natura sacramentale della Chiesa. Comunione ecclesiale, conciliarità e autorità (documento di Ravenna)», pone la reciproca interdipendenza tra primato e conciliarità al livello locale, regionale e universale, per cui «il primato deve essere sempre considerato nel contesto della conciliarità e, analogamente, la conciliarità nel contesto del primato» (n. 43). Questa visione dà una dinamicità al modo di concepire il ministero pontificio in una proiezione verso un futuro che ogni fedele vorrebbe vedere realizzato [!?] ».
Ricordo che il documento di Ravenna - promotore il pluri-citato (dal nuovo papa) card. Kasper - fu accolto con alcune riserve [documentai a suo tempo le perplessità di diverso ordine del Patriarcato di Mosca - vedi il seguito nel 2010 - e anche], mentre ora viene riproposto sic et simpliciter senza remore addirittura dal papa stesso. Esso aggiunge alla collegialità la cosiddetta conciliarità, peraltro nel documento non riferita propriamente al Vaticano II. Tuttavia si corre ugualmente il rischio di riconoscere ad esso, in virtù della collegialità che evoca e che si intende realizzare, una ulteriore funzione costitutiva e fondante una nuova realtà che va a toccare il cuore stesso della Chiesa e della sua identità nella persona del Romano Pontefice. Il problema non è solo sugli evidenti segnali di apertura nei confronti dei "fratelli separati" Orientali, ma anche su quelli nei confronti delle altre confessioni cristiane, che non possiamo di punto in bianco non considerare più eretiche. Appaiono scelte che contengono un messaggio preciso, sia nel senso della collegialità episcopale, sia nel senso dell'ecumenismo. Inoltre il problema non è nell'apertura in sé; ma nel fatto che venga escluso il reditus.

Questioni come questa necessitano di esser prese in considerazione da chi di dovere e meriterebbero una grande smentita dotata della dovuta autorevolezza, per essere incanalate in una visione cattolicamente praticabile. Ma la smentita sarà più difficile che arrivi ora che il Trono più alto - che c'è nonostante la dissoluzione in atto - ha fatto sua l'impostazione evidenziata. Mi limito quindi a richiamare l'attenzione e a lanciare in qualche modo l'allarme, come noi sentinelle vigili siamo chiamate a fare di fronte al silenzio e all'inerzia alimentate anche dagli orditori d'inganni.

È recente l'affermazione del Cardinale Burke nella relazione del 30 settembre scorso [qui] : «... il Sinodo dei Vescovi non ha l’autorità di cambiare dottrina e disciplina. La natura e lo scopo del Sinodo dei Vescovi sono descritti nel can. 342 del Codice di Diritto Canonico [...] Il Sinodo dei Vescovi non è convocato dal Romano Pontefice per suggerire cambiamenti nella dottrina e disciplina della Chiesa, ma piuttosto per assistere il Romano Pontefice nella salvaguardia e nella promozione della sana dottrina riguardante la fede e i costumi, e nel rafforzamento della disciplina per la quale le verità della fede sono vissute nella prassi».

Anche se non è stato formalizzato alcun atto che ponga in essere le innovazioni qui richiamate, per cui manca la materia prima della contestazione diretta, il nuovo magistero liquido continua a dispiegare i suoi effetti attraverso la prassi. E dunque a questo punto credo si debba uscire dall'alveo dei Convegni in modo pubblico e organizzato...

2. Conversione del papato (!?)

Riprendo un punto chiave della Evangelii Gaudium, che non esito a definire senza mezzi termini la versione peronista dell' ottimismo "ingenuo" e "aprioristico" di Giovanni XXIII e Paolo VI, senza la mens subtilis di Benedetto XVI, con l'unico effetto positivo di lasciar cadere ogni maschera e di mettere chi è in grado di 'vedere' di fronte ad una allarmante accelerazione della rivoluzione copernicana innescata dalle innovazioni conciliari. La chiesa 2.0, riformata dal Vaticano II, ora prende il largo e sta mostrando al mondo una palingenesi inedita e dirompente, dalle coloriture sociologiche, che tratteggia il suo nuovo volto.
32. Dal momento che sono chiamato a vivere quanto chiedo agli altri, devo anche pensare a una conversione del papato. A me spetta, come Vescovo di Roma, rimanere aperto ai suggerimenti orientati ad un esercizio del mio ministero che lo renda più fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle necessità attuali dell’evangelizzazione. [le "necessità attuali" non sono subordinate al "significato che Gesù Cristo intese dargli" e quindi viste alla luce e in funzione di esso; ma vengono poste sulle stesso piano ed è facile riconoscervi il rovesciamento di approccio tutto post conciliare: "il vangelo letto alla luce della cultura contemporanea" e non viceversa -ndr]. Il Papa Giovanni Paolo II chiese di essere aiutato a trovare «una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all’essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova».[Ut unum int, 95] Siamo avanzati poco in questo senso. [a parte le dimissioni, alle quali sembra si debba fare l'abitudine, ingravescente aetate?] [1] Anche il papato e le strutture centrali della Chiesa universale hanno bisogno di ascoltare l’appello ad una conversione pastorale. Il Concilio Vaticano II ha affermato che, in modo analogo alle antiche Chiese patriarcali, le Conferenze episcopali possono «portare un molteplice e fecondo contributo, acciocché il senso di collegialità si realizzi concretamente».[Lumen Gentium, 23] Ma questo auspicio non si è pienamente realizzato, perché ancora non si è esplicitato sufficientemente uno statuto delle Conferenze episcopali che le concepisca come soggetti di attribuzioni concrete, includendo anche qualche autentica autorità dottrinale. [Leggasi collegialità[3] e sue applicazioni, con il conferimento di potestà normativa? Giovanni Paolo II, Apostolos suos] Un’eccessiva centralizzazione, anziché aiutare, complica la vita della Chiesa e la sua dinamica missionaria.
33. La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità. Una individuazione dei fini senza un’adeguata ricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli è condannata a tradursi in mera fantasia. Esorto tutti ad applicare con generosità e coraggio gli orientamenti di questo documento, senza divieti né paure. L’importante è non camminare da soli, contare sempre sui fratelli e specialmente sulla guida dei Vescovi, in un saggio e realistico discernimento pastorale. [Audacia e creatività paradossalmente non dispiegabili nella direzione di una pastorale tradizionale -ndr]
2.1 Cos'è la conversione
Si ha conversione quando si passa dallo stato di peccato, cioè dalla perdita della Grazia allo stato di Grazia. E si tratta di un passaggio, che è un'inversione di tendenza, sancisce un cambiamento di vita, un ri-orientamento al Padre. Una volta che si è fatta la scelta fondamentale per Dio e si rimane nella vita di Fede, fortificandosi nella Chiesa. Ed è il percorso successivo, di perfezionamento[6] - che è sempre ulteriore configurazione a Cristo - e per questo è necessario fortificarsi e rimanere nella fedeltà, ma non ancora e sempre convertirsi, a meno che non si inverta di nuovo la rotta.

2.2. In che cosa il Papato dovrebbe convertirsi, invertire la rotta?

Sulle citate parole del papa c'è da chiedersi se si tratta di una promessa o di una minaccia, perché conversione è un termine forte, che designa un cambiamento rivoluzionario non banale e dunque resta da stabilire il perché e in cosa consista questa inversione di rotta per la pastorale, ma soprattutto per il Papato. Che significa? Un giro di boa c'è già stato, con la cosiddetta istituzione del 'papa-emerito' pur in assenza di formule definitorie adeguatamente motivate (Vedi nota 4 tratta da precedenti riflessioni [qui]) e anche quanto sopra evidenziato non può lasciare indifferenti.

Né possono lasciare indifferenti i motu proprio Mitis iudex e Mitis et misericors Jesus, che dovranno entrare in vigore l'8 dicembre prossimo, nella cui parte introduttiva, il Papa giustifica la nuova attribuzione al vescovo come corretta e necessaria applicazione dello spirito del Concilio Vaticano II: siamo di fronte all’applicazione della nuova collegialità dallo stesso introdotta. In più, col pretesto della riforma del processo canonico per la dichiarazione di nullità, di fatto si «fa scadere il matrimonio da sacramento a contratto o ad accordo tra le parti, se la sua validità viene a dipendere dalla buona disposizione interiore delle parti, esemplificata dall’avere o meno (le parti) la fede cattolica autentica» (Paolo Pasqualucci qui). L'assenza di fede è configurata, ex novo, come una delle cause di nullità. Come esaurientemente spiegato da Pasqualucci, un dato soggettivo e non incidente sulle caratteristiche del matrimonio naturale prim'ancora che di quello sacramentale, prende il posto dell'oggettività più che mai necessaria per ogni valutazione seria e fedele agli insegnamenti del Signore. È un dato che può incidere sui frutti e non sulla validità del sacramento; ma se viene inserito tra le cause di nullità, il cambiamento è evidente e sconcertante. Senza dimenticare che il motu proprio oltre a essere privo delle indispensabili motivazioni teologiche, presenta ambiguità ed espressioni vaghe che lasciano al vescovo locale l'apertura ad una ulteriore 'casistica' dettata dalle solite ragioni 'pastorali'. La speranza espressa da illustri canonisti è che gli avvocati canonici si uniscano presto tra di loro per esercitare delle pressioni su Roma, in modo pubblico e organizzato, per ritardare l’entrata in vigore del Mitis Iudex. Quel che è in ballo è nient’altro che la solidità storica e la credibilità della Chiesa Cattolica e del suo insegnamento sul matrimonio. [qui].

Voglio rammentare che alla domanda: "I vescovi locali dovrebbero avere autorità sul piano pastorale per affrontare le questioni relative all'"accettazione sociale dell'omosessualità" ed ai "divorziati risposati?". il card. Burke replica:
"Ciò è semplicemente contrario alla fede e alla vita cattolica. La Chiesa segue l'insegnamento del nostro Signore Gesù Cristo, secondo quanto ci è stato innanzitutto insegnato da Dio nella creazione - ciò che noi chiamiamo legge naturale, ciò che ogni cuore umano comprende perché è stato creato da Dio - ma che poi è stato anche spiegato e illuminato dall'insegnamento di Cristo e nella tradizione della Chiesa.
E questa Chiesa è una in tutto il mondo. Non c'è alcun cambiamento in queste verità, da un luogo ad un altro o da un tempo all'altro. Certamente l'insegnamento di queste verità tiene conto delle particolari esigenze di ogni area. Ma questo non cambia l'insegnamento. L'insegnamento a volte deve essere ancor più forte nei luoghi in cui è più compromesso.Così, ciò è inaccettabile. Non so da dove provenga questa idea. Significa in realtà che la Chiesa non è più cattolica [universale]. Ciò significa che non è più una nel suo insegnamento in tutto il mondo. Abbiamo una sola fede. Abbiamo un [insieme di] sacramenti. Abbiamo un governo in tutto il mondo. Questo significa 'cattolica'."
3. Conclusione

Le perplessità e le riflessioni non mancano; manca chi di dovere che le esprima con la dovuta autorevolezza. Il nostro allarme deriva dalla consapevolezza che qualunque adeguamento ai tempi operato attraverso 'forme' su essi modulate, porta lontano dalla fontale primazialità del Papato voluta dal Signore. Infatti ogni 'forma' veicola e manifesta una sostanza corrispondente pur se implicita. Difendere la manifestazione della sostanza significa difendere la sostanza stessa, nella consapevolezza che la negazione di una dimensione accidentale rischia di essere un ferimento che la sostanza può sopportare solo fino ad un certo punto.

Al di là delle vicende che si dipanano nella storia, la Gerusalemme celeste scende continuamente dal Cielo nel "Pane vivo" rappresentato da Cristo Signore che è con noi fino alla fine dei tempi.
Diciamo che al momento è oscurata, ma non è di là da venire, è già qui, nella Chiesa e nella sua fedeltà. Le realtà che noi andiamo denunciando perché ci colpiscono e per resistere al sovvertimento non esauriscono la Realtà, così come non esauriscono la Chiesa, che è una santa cattolica apostolica, è nelle mani dell'Onnipotente e del Suo Figlio diletto.

Si alzeranno le "voci fuori dal coro", per dire che non si tratta di formalismi ma di attentato alle "essenze" attraverso un indiscriminato abbandono e /o sovvertimento della "forma"? Da tutto quanto abbiamo visto e sentito finora sembra si voglia limitare o ridimensionare, se non addirittura negare, il Primato Petrino in favore di una più ampia collegialità episcopale, non più solo consultiva, ma anche autonomamente deliberativa. E dunque è ormai ineludibile che le "voci fuori dal coro" non siano titubanti nell'esprimere e motivare le loro ragioni illuminate dalla Fede perenne.
Maria Guarini
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1. Un sinodo dei vescovi è un istituto parziale e transeunte e non è la stessa cosa del collegio episcopale universale, costitutivo della struttura della Chiesa".
2. Romano Amerio. Iota unum, Lindau 2009, 470
3. H. Rikhof, Il vaticano II e la "collegialità episcopale", 26
4.«Sessanta o settant’anni fa, il vescovo emerito non esisteva. Venne dopo il Concilio. Oggi è un’istituzione. La stessa cosa deve accadere per il Papa emerito [di fatto la figura del 'papa emerito' non è codificata in termini definitori e neppure motivata teologicamente e canonicamente]. Benedetto è il primo e forse ce ne saranno altri...». (dall'intervista al Corriere della Sera)
5. Collegialità introdotta nel Nuovo Codice di Diritto Canonico: «...Perciò il Codice, non soltanto per il suo contenuto, ma già anche nel suo primo inizio, dimostra lo spirito di questo Concilio, nei cui documenti la Chiesa «universale sacramento di salvezza (Cfr. Cost. Dogm. sulla Chiesa Lumen Gentium, nn. 1, 9, 48), viene presentata come Popolo di Dio e la sua costituzione gerarchica appare fondata sul Collegio dei Vescovi unitamente al suo Capo ». [Costituzione Apostolica Sacrae disciplinae leges, 25 gennaio 1983]
6. L'idea di perfezionamento non è peregrina, se Gesù ha detto: "Siate perfetti com'è perfetto il Padre vostro che è nei cieli".

79 commenti:

Epiphanio ha detto...

Grazie Sig.ra Marini, sinceramente molto edificante. Infatti, ciò che stupisce è che tutte queste riforme (vedi anche ultimo Motu proprio) si fondano sulla cosiddetta inviolabilità della coscienza. Dalla collegialità episcopale, la Chiesa popolo di Dio il Papa emerito fino la riforma del CIC si fondano sul principio della coscienza personale, che in fondo è il primato del soggetto libero. Così si parla della libertà dei vescovi, la libertà del singolo membro del popolo di Dio, del Papa emerito, dei singoli sposi, ecc. Come venir fuori da questo principio immanentistico? Affermando la verità delle cose? Sarebbe un semplice opporsi senza risultati, perché la nostra affermazione verrebbe considerata come frutto della nostra coscienza. Per tanta gente (clero e gerarchia inclusi) la realtà non esiste se non i sé stessi e ogni accadimento storico (il fatto) ha la sua ragione d'essere nella coscienza che lo percepisce. Il peccato, ad esempio, non è per loro una realtà se non in quanto è percepito dalla coscienza individuale, una coscienza che appartiene al campo della psicologia. Come venire fuori? Forse con un pugno nell'occhio caritativamente dato? Il colpo si sente e si vede sullo specchio. Ma nemmeno è sufficente. Come venire fuori intellettualmente?
Grazie per la pazienza. Scusate se non sono stato chiaro. Buona domenica!

Cesare Baronio ha detto...

Encomiabile analisi.
Ma mi permetto qualche glossa: http://opportuneimportune.blogspot.com/2015/10/la-chiesa-sinodale-di-bergoglio.html
specialmente sulle possibili opposizioni alla rivoluzione in atto.

viandante ha detto...

Tutto vero quanto scritto, ma se prendo per vero quanto riferisce su La Bussola Massimo Introvigne, il discorso sul papato è puramente strumentale all'ideologia che qualcuno vuole imporre.
Sembrerebbe che quando il papa si trova di fronte a vescovi e cardinali ancora cattolici invoca il detto "cum Petro e sub Petro" e il sinodo non è fatto che per ascoltare, quando invece non c'è questo problema i padri sinodali possono esprimere tutte le loro più astruse opinioni e si caldeggia l'accoglienza di ogni istanza che viene dal basso (scusatemi, che viene dal popolo).
Stesso discorso dicasi per l'unità: questa va bene per tirare tutti solo da una parte, mai per far rientrare coloro che sono in fuga in avanti da più di 50 anni!
Ma Cristo dove lo si lascia?

Luisa ha detto...


È in partenza il treno della decentralizzazione, della satellizzazione della chiesa, una sede centrale a Roma dal potere formale ma non effettivo a livello universale, un potere che sarà in mano ai vari satelliti nazionali e anche locali che saranno padroni a casa loro di fare quel che vogliono a secondo di "tutte le problematiche che si prospettano nei loro territori".

Non che il treno della protestantizzazione della Chiesa sia uscito dal nulla, è da tempo che lo vediamo in circolazione, ma oggi è ufficialmente, dalla stazione centrale di Roma, dalla voce del capostazione, che viene l`ordine di quella partenza, un ordine che non ammette e non teme contrordini o rivolte poiché è lo stesso capostazione ad aver detto:

"Infine, il cammino sinodale culmina nell'ascolto del Vescovo di Roma, chiamato a pronunciarsi come «Pastore e Dottore di tutti i cristiani»[15]: non a partire dalle sue personali convinzioni, ma come supremo testimone della fides totius Ecclesiae, «garante dell'ubbidienza e della conformità della Chiesa alla volontà di Dio, al Vangelo di Cristo e alla Tradizione della Chiesa»[16].

Bergoglio pretende ubbidienza e sottomissione a motivo che sarebbe supremo testimone dell`ubbidienza alla volontà di Dio, in realtà è supremo testimone della SUA volontà, del SUO progetto di chiesa, il potere che è nelle sue mani gli serve a imporre il suo progetto che è poi quello dell`internazionale progressista .

Conversione(!?) del papato= svuotamento del papato.
Decentralizzazione = potere nelle mani dei responsabili locali.

Bastava leggere con attenzione il programma di governo di Bergoglio che è l`EG per sapere dove voleva arrivare.
Anche le voci, poche ma ci sono, che da tempo stanno gridando nel deserto, i pastori che vedono il pericolo e là dove vuole portarci Bergoglio, a causa del pericolo e rischio di scisma non oseranno opporsi e forse nemmeno parlare, al limite agiranno in funzione del potere che sarà dato loro.
Come puoi resistere e opporti se il capo ti dice: "il capo sono io e tu devi solo obbedire" ?
Se Bergoglio realizzerà il suo progetto vedremo sui temi fondamentali della nostra fede il potere lasciato in mano alle conferenze episcopali e anche ai vescovi locali, Dottrina, Liturgia, Sacerdozio, Comunione, Matrimonio, abbandonati e lasciati in mano ai potentati locali e ai loro arbitri.

Se qusto progetto dovesse realizzarsi non sarà più la Chiesa di Cristo ma una costruzione che nulla ha di sacro, il frutto di volontà umane, sarebbe la chiesa profetizzata dalla Beata Emmerich.

ettore ha detto...

Segnalo quanto pubblica MIL, una amara pagina "profetica" di Guareschi, oggi gli interpreti hanno altri nomi.

LA MESSA CLANDESTINA
Don Camillo, io sono certo che quando Lei fra poco tornerà (e La faranno tornare presto perché, adesso, in chiesa ci vanno, per far dispetto a Lei, soltanto Peppone, lo Smilzo, il Brusco e il Bigio), Lei troverà tutte le Sue care cianfrusaglie perfettamente sistemate nella chiesetta del notaio.
E potrà celebrare una Messa Clandestina per i pochi Suoi amici fidati. Messa in latino, si capisce, e con tanti oremus e kirieleison.
Una Messa all'antica, per consolare tutti i nostri morti che, pure non conoscendo il latino, si sentivano, durante la Messa, vicini a Dio, e non si vergognavano se, udendo levarsi gli antichissimi canti, i loro occhi si riempivano di lacrime. Forse perché, allora, il Sentimento e la Poesia non erano peccato e nessuno pensava che il dolce, eternamente giovane «volto della Sposa di Cristo» potesse mostrare macchie o rughe.
Mentre oggi Essa si presenta a noi dal video profano, col volto sgradevole e antipatico del Cardinale Rosso di Bologna e dei suoi fidi attivisti, gentilmente concessi alla Curia dalla locale Federazione Comunista.
Don Camillo, tenga duro: quando i generali tradiscono, abbiamo più che mai bisogno della fedeltà dei soldati...
La saluto affettuosamente e Le mando, per Sua consolazione, una immaginetta del Molto Reverendo Pietro Nenni, esperto in Encicliche Papali, e chiamato dagli amici "Peter Pan e Salam".
Il Suo parrocchiano Guareschi

hr ha detto...

http://blog.messainlatino.it/2015/10/don-camillo-e-la-messa-di-sempre.html

un topic sorprendente edmattualissimo, da "delibare" per chi non lo conoscesse o l'avesse dimenticato.

Reverendo, ora che è scoppiata la bomba della depacellizzazione e Lei deve adeguare la chiesa alle esigenze precise del nuovo Rito Bolognese, Peppone aveva il diritto di renderle pan per focaccia.

Lei, don Camillo, aveva pur visto alla Tv il «Lercaro Show» e la concelebrazione della Messa con Rito Bolognese. Aveva ben visto la suggestiva povertà dell'ambiente e la toccante semplicità dell'altare ridotto a una proletaria tavola. Come poteva pretendere di piazzare in mezzo a quell'umile Sacro Desco un arnese alto tre metri come il Suo famoso (quasi famigerato) Cristo Crocifìsso cui Lei è tanto affezionato?

Non ha neppure notato la diligenza encomiabile con la quale il Reverendo Presentatore Tv - come, del resto, ha fatto lo stesso Santo Padre - ha ignorato l'esistenza della cosiddetta «Chiesa del Silenzio» o «Chiesa Martire» d'oltrecortina?
Don Camillo, non s'è accorto come le Superiori Gerarchie della Chiesa evitino di parlare di quel Cardinale Mindszenty d'Ungheria che, con riprovevole indisciplina, persiste nell'ignorare la Conciliazione fra Chiesa Cattolica e Regime Sovietico, e nel ricusare di tributare il dovuto omaggio al cosiddetto «Comunismo Ateo», ritenendo addirittura valida una Scomunica Papale che è oggi oggetto di riso in tutti gli Oratori parrocchiali?
Don Camillo, perché si rifiuta di capire?

mic ha detto...

Cosa ottima citare Guareschi e così parlare per allusioni.
Credo, però, che sia arrivato il momento di parlare forte e chiaro, opponendo ad ogni distorsione, la tradizione perenne, per impedire che si scinda la pastorale dalla dottrina.
Burke: "La pratica pastorale esiste per aiutarci a vivere le verità della fede, a vivere la dottrina della fede nella nostra vita quotidiana".
Il cardinale si riferisce alle questioni in discussione nel Sinodo. Ma questo vale ovviamente anche per tutto il resto.

Pastorale significa “tradurre” la dottrina in prassi non apportare modifiche alla dottrina e neppure servirsi della prassi per scavalcarla.

Josh ha detto...
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irina ha detto...

1)Già dai primi mesi era chiaro che si era davanti ad un caso di ignoranza.
2)Il tempo ha dimostrato che l'ignoranza è proprio invincibile e va a braccetto con la sempreverde superbia.
3)Il nostro dice quasi il vero e non lo sa:il papa é che deve convertirsi.
4)Una superficiale conoscenza della storia dimostra che con il regno i popoli hanno conosciuto il loro momento di gloria. Tant'è che i famosi fratelli più anziani il re, comandante, aspettavano e aspettano. E stiamo parlando di esseri mortali.
5)Quando giuriamo, giuriamo davanti a Dio. I famosi germani, ariani, si vincolarono al principio della fedeltà personale al re. Noi tutti, grandi e piccoli, a Cristo nostro RE.
6)NSGC dodici ne scelse ed uno prepose agli altri ed uno tradì. Ora di scelti da NSGC ce ne sono pochi pochi, tutti gli altri escono fuori dalle loro relazioni sociali, nel migliore dei casi.E molti tradiscono.
7)Tutte quelle da lui proferite sono ormai parole in libertà, che il pampero, vento freddo del sud America, disperde sulla terra resa quasi inabitabile dalle sue folate gelide.

Josh ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
bernardino ha detto...

Cara Maria, qui una domanda è d'obbligo: se come dice Leonard Boff il Vicario di Cristo deve essere de-paganizzato, ciò significa che precedentemente il Papa era un pagano? Dunque può un pagano aver celebrato S.Messe valide e tutti gli altri Sacramenti,? elevato alle soglie degli altari Beati e Santi? e che Vicario di Cristo avevamo? e che Vescovi e in genere che gerarchia? tutta pagana? oppure tutto questo ha cominciato con la rivoluzione di rinnovamento e cambiamento del vat.II (perchè tutto è cominciato da lì; da almeno 100 anni serpeggiava nella Chiesa un progressismo pericoloso e pernicioso che come dice Romano Amerio in Iota Unum, "individua ed indica che nella Chiesa una crisi c'è, pare anche sovrastarla e ne indica poi la causa prima di questa crisi in una variazione antropologica ecc. ecc."" forse era per questo che altri Papi avevano evitato un concilio ecumenico, in quanto sarebbe stato uno scontro pericoloso tra Cattolici tradizionali e rivoluzionari, che avrebbe messo in pericolo la Dottrina. oppure come dici tu sul titolo di Chiesa e post-concilio e ne dai spiegazione.
Ecco che si fà sempre più visibile la profezia della Beata Emmerich ""si stava costruendo una grande chiesa, contro tutte le regole, dove tutti potevano entrare peccatori, atei, ecc. non c'erano Angeli ad assistere ecc.ecc.""
Si stanno attuando tutte le profezie, e soprattutto quella di Fatima dove la Madonna ha fatto vedere ai pastorelli l'inferno "vedete dove vanno i peccatori" -. Ma alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà.
Tutti i nodi stanno venendo al pettine - tutto è cominciato col concilio vat.II (con i suoi errori) e Bergoglio o VdR deve chiudere un capitolo ed iniziare la nuoca chiesa due cosidetta chiesa sinodale - ormai la parola Cattolica è pericoloso anche pronunciarla -.
Conciliarità, sinodalità, come cambia la Chiesa? - La Chiesa è e resta la Cattolica, Una Santa - è la nuova gerarchia attuale che non vuole riconoscere più la Una santa e sta costruendo la sua nuova chiesa due, che non capisco cosa ha di cattolico.
La loro nuova chiesa è quella che Bergoglio ha annunciato al Patriarca, una chiesa ecumenica mondializzata dove dentro ci possono stare tutti dagli atei ai protestanti agli islamici e tutto ciò che ci vuoi mettere - ma che nulla a che vedere con la Chiesa di Cristo.
Quando ne saremo degni, Cristo ci restituira la Sua Chiesa con la Sua nuova Gerachia Cattolica ed Apostolica.

Josh ha detto...

Grazie Maria del ricco contributo. Sono ancora scioccato dal discorso di ieri, che ho vissuto in pratica come un grave discorso sull'inversione. Inversione programmatica di ogni cosa.

La piramide, che è diventata piramide rovesciata, per concreta ammissione del nostro, la intende come gerarchia nella chiesa, che viene rovesciata.
Così il capo della piramide rovesciata apprenderà le Verità non più dal Vangelo, dalla Tradizione, dal Magistero Perenne,
ma dalla base, dal basso, come ha detto citando per es. i questionari parrocchiali e la democratizzazione nella Chiesa.

In pratica: è la gente, è la massa, è la vox populi, di credenti e non credenti, che inventerà proprie "dottrine" in benedizione alle proprie esigenze,
e chi doveva ribadire le Verità sacre, non le ribadirà, anzi prenderà dal basso, dagli umori della folla, il proprio principio di teoria ed azione.

Il nuovo Vangelo è dunque l'umore della folla; non più S. Scritture, Tradizione, Magistero, ma l'ascolto plebiscitario delle VOGLIE DELL'UOMO CARNALE. In base a questo "consulto" di massa, si limiterà a sigillare, formalizzare e imporre la nuova dottrina sentita tra la gente, garantita non da Dio incarnato, morto e risorto, e dalla Rivelazione, ma dai desideri della società e del preteso "bene comune".
Saranno perciò "verità" sempre in fieri, e mai stabilite, nè mai rivelate. Anzi se uno si azzarderà a predicare una verità rivelata, sarà bastonato come passatista, come uno che-monstrum horrendum- fa discendere le Verità dall'alto (da Dio) e invece le verità, ci dice, vengono dal basso.
(continua)

Luisa ha detto...


"Il nuovo Vangelo è dunque l'umore della folla; non più S. Scritture, Tradizione, Magistero, ma l'ascolto plebiscitario delle VOGLIE DELL'UOMO CARNALE. In base a questo "consulto" di massa, si limiterà a sigillare, formalizzare e imporre la nuova dottrina sentita tra la gente, garantita non da Dio incarnato, morto e risorto, ma dai desideri della società e del preteso "bene comune".

Eppure loro ti diranno che stanno agendo ispirati e con l`assistenza dallo Spirito Santo, che si son messi in attenta osservazione e ascolto dell’agire di Dio, che si tratta del discernimento della volontà e della via di Dio, per alla fine dire che quel che decidono e fanno è quel che vuole Cristo.

Lo ripeto basta leggere l`EG, lì c`è tutto, lì c`è il programma di Bergoglio.
Non ha forse detto Bergoglio che il CVII è stato "una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea?
Che cosa aspettarci da chi pretende e agisce come se la Parola del Signore dovesse essere aggiornata?

Josh ha detto...

(concludo)
All'origine del nuovo atteggiamento di ribaltamento cosmico, non c'è solo un'esortazione alla democratizzazione, o lo sminuire il primato papale, che sarebbe comunque già grave in sè, ma si tratta di una concezione mistica e dell'Universo peculiare.

Intende così, come piramide rovesciata, anche la Gerarchia nell'Universo, dell'aldiqua e dell'aldilà? parrebbe di sì. Cosa e Chi ha principio d'autorità? Cosa e chi viene prima? Chi è il Re?
perchè è questa la radice prima della sua contraddizione.

Ovvero, non più la Divina Monotriade, i Troni, le Dominazioni, le Potestà, gli Angeli, i Santi, l'uomo, e infine il creato più infimo, e per ultimo il mondo inanimato, ma il contrario. Non è ricavare impropriamente una generalizzazione.
Perchè un altro scossone evidente all'ordine della piramide gerarchica l'aveva già dato nella Laudato si', in cui dopo l'antropocentrismo del Concilio, avevamo assistito al bestiolinicentrismo e al vegetalcentrismo, che hanno messo in secondo piano anche l'uomo, ormai inferiore al Creato e alla Natura, dopo aver messo in terzo piano Dio.

Il rovesciamento della piramide gerarchica della chiesa, nella sua concezione, pare fare il paio con il rovesciamento gerarchico delle gerarchie anche naturali e soprannaturali.
Dov'è la metafisica e il sommo ordine fissato da Dio anche nella piramide, nelle cose visibili e invisibili, se ora la piramide è rovesciata, in alto le masse e le loro pulsioni, e scompare il primato?

Del resto questa “assemblearità” non era già chiara anche nella Messa nuova?
Attenzione che ora il primato scompare non più nella "collegialità", che era già inquietante, ma scompare nella "Sinodalità": che è termine poi molto terreno, perchè affine al sinistrato "assemblea permanente".

E cosa fa una sinodalità/assemblea pemanente di uomini? litiga e discute vanamente su come mutare la dottrina, mettendola ai voti e negandone l'origine soprannaturale. E chi doveva avere un primato, non lo esercita più, tranne che quando c'è da sanzionare chi segue la dottrina data dall’alto e chi non segue l'inversione.

ettore ha detto...

Mic,
ultima citazione da Guareschi poi mi taccio.
"Don Camillo spalancò le braccia:
“Signore, cos’è questo vento di pazzia? Non è forse che il cerchio sta per chiudersi e il mondo corre verso la sua rapida autodistruzione?”
“Don Camillo, perché tanto pessimismo? Allora il mio sacrificio sarebbe stato inutile? La mia missione fra gli uomini sarebbe dunque fallita perché la malvagità degli uomini è più forte della bontà di Dio?”
Perché distruggeranno tutto e l’uomo, liberato dalla schiavitù dei beni terreni cercherà nuovamente Dio. E lo ritroverà e ricostruirà il patrimonio spirituale che oggi sta finendo di distruggere. Signore, se questo è ciò che accadrà, cosa possiamo fare noi?
Il Cristo sorrise.
“Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza.
“Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede a mantenerla intatta. Il deserto spirituale si estende ogni giorno di più; ogni giorno nuove anime inaridiscono perché abbandonate dalla fede.
“Ogni giorno di più uomini di molte parole e di nessuna fede distruggono il patrimonio spirituale e la fede degli altri. Uomini d’ogni razza, d’ogni estrazione, d’ogni cultura.”

“Signore” domandò don Camillo: “volete forse dire che il demonio è diventato tanto astuto che riesce, talvolta, a travestirsi perfino da prete?”
“Don Camillo!” lo rimproverò sorridendo il Cristo. “Sono appena uscito dai guai del Concilio, vuoi mettermi tu in nuovi guai?”»

mic ha detto...

Gran brutto termine "inversione"...

hr ha detto...

http://www.antoniosocci.com/perche-bergoglio-annuncia-ora-la-riformademolizione-del-papato-larcivescovo-di-astana-al-sinodo-qui-e-entrato-il-fumo-di-satana-che-fu-profetizzato-da/#more-4000

Josh ha detto...

guardate come ha aggiornato il nostro amico Baronio...

http://opportuneimportune.blogspot.it/

hr ha detto...

Notevole, amaramente icastico il commento di Baronio.

tralcio ha detto...

Cara Mic, innanzitutto grazie per l'approfondimento e la chiarezza.
Il quadro è un inequivocabile "segno dei tempi". Come tu scrivi, latita "chi di dovere che le esprima con la dovuta autorevolezza". In compenso è sempre più evidente il farsi da parte del katechon (2 Ts 2, 6), quindi (nella logica di San Paolo) si palesa un contesto connesso con l'escatologia e lo scontro aperto tra la Chiesa e l'Anticristo. Parole grosse. Da tremare a digitarle.

L'uomo fu creato a immagine e somiglianza di Dio. Dio è bontà e misericordia e non cambia.
E' puro spirito, si è rivelato Trinità, scelse di essere "Verbo fatto carne" nel Figlio.
L'uomo è immagine di Dio nell'avere una natura anche spirituale, capace di decidere e con un intelletto "capace di Dio", oltre a una mente e una ragione per dominare le altre creature e un cuore in cui può abitare lo Spirito di Dio. Dentro un corpo vivente, come gli animali, ma con una coscienza e un cuore sconosciuto alle altre creature. L'uomo è immagine anche esteriore di Dio nel suo essere Verbo incarnato.
L'essere anche a "somiglianza" di Dio indica due cose: che comunque l'uomo è creatura, non Creatore e che può somigliare al Creatore se ne vive la stessa logica, la Sua bontà.
L'uomo fu creato perfetto, perchè perfetto è Dio: perciò Dio, che ama davvero, creò l'uomo libero. Questa libertà è essenziale: Dio ci ha creati liberi (come Lui) prima che buoni (come Lui): perchè fossimo noi a scegliere (per amore) se somigliarGli. Gesù disse ai Giudei che avevano creduto in lui: "Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi".
Il peccato ha ottenebrato questa piena luce dell'intelletto, insinuando il dubbio su Dio.
Così diventammo anche immagine di Satana, somiglianti a quel modo di ragionare, fatto di inganno e dubbio, la "tenebra" interiore che dissemina di morte la creazione.
L'uomo non fece più la Volontà di Dio. Anche l'immagine se ne deteriorò, perchè il peccato ammala la creazione, la inquina, specie nell'uomo interiore, non nel PM10 dell'aria...

La Chiesa è portatrice del Vangelo di guarigione dalla malattia. Possibilità di recuperare la somiglianza con Dio mediante il Verbo incarnato, diventandogli somiglianti con la grazia dello Spirito santo. Gesù riapre la strada alla luce, recupera all'interiorità dell'uomo un cuore capace di pregare il Padre di fare la Sua volontà, che Gesù interpreta al 100%.
Che Chiesa è quella odierna? Una "realtà oscurata" di quel che deve essere, scrive Mic.
Sottovaluta il sacrificio del crocifisso/risorto, dà poco peso (=gloria) alla Presenza Reale del Signore, nell'umile apparenza dei segni, ma preferisce riferirsi a delle simbologie che spronino gruppi umani, sempre più frammentati, a fare delle scelte caso per caso, nella lingua come nella prassi, senza dogmi ma con tanto dialogo, a nome di un "dio" valido per tutti e perciò taciuto in ciò che ha distinto il Vero dal resto.

... continua

tralcio ha detto...

... e termino


Chiude bene Mic: sotto le ceneri di questo crollo che segue l'incendio appiccato dal Nemico
il Signore conserva, invisibili alla tracotante superbia dei liquidatori fallimentari, piccole fiammelle accese, ardenti di fede. Ci saranno "voci fuori dal coro".

L'infiltrazione nemica ai vertici ecclesiali non avviene in pochi mesi. C'è una regia che trama da decenni. Ha investito molto e ora vuole riscuotere. Francesco sembra la punta dell'iceberg, per "titoli ed esami". E' tutto già nel repertorio, nel copione iniziato con un Dio che ama e che fa l'uomo libero. Nell'amore vero c'è un rischio: il tradimento. Dio non cambia. L'uomo cambia. La Chiesa è fatta di Dio e di uomini. Il rischio c'è.

Satana odia il Verbo incarnato. Ai tempi di Adamo, fece dubitare della bontà di Dio.
Dai tempi di Gesù ha dubitato dell'incarnazione e della croce come metodo per amare: farsi vittima per salvare. Oggi tenta l'ultima carta: Dio è buono, voi perdonate tutto, anche il peccato. Rinunciate ai sacramenti, alla Chiesa voluta da Cristo: vogliate bene al mondo. Così l'Anticristo, che non ha mai mai digerito la sconfitta, adesso cerca di annullarLo come redentore, trasformato in filantropo dai falsi profeti.

tralcio ha detto...

caro Josh

dalla conversione all'inversione, se non si sa tanto bene la lingua, suona quasi uguale...
non stiamo tanto a sottilizzare sulle parole. :-)

PS dov'è lo spaccio di Baronio? Vorrei avere tutti quei biscotti... per il bar dell'oratorio

Josh ha detto...

Sì Mic, l'idea di piramide rovesciata come è stata nominata la trovo inquietante.
Dalla mitologia esoterica dell'albero inverso cabalistico, alla piramide rovesciata dell'inferno dantesco, non promette nulla di cristiano, quindi nulla di buono.

http://www.e-toscana.com/letteratura/images/Botticelli_inferno.jpg

Molto differente è invece è il capovolgimento di prospettiva prununciato da Gesù Cristo, in Mc 10,35-45
"ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti."

Ma è di tutt'altro segno rispetto alle cose nel discorso di ieri, in cui si parlava di tutt'altro, e non di Servus Servorum.

Cesare Baronio ha detto...

Cari amici,

vi ringrazio per il caloroso benvenuto, ma vi prego: non perdetevi troppo dietro alla mia satira: leggete piuttosto quel che scrivo, perché credo sia giunto il momento di guardare le cose dall'alto, scorgendo la perversa strategia che lega le deviazioni odierne alle premesse poste dal Concilio.

Ci troviamo in una situazione che ci permette, grazie a Dio, di non lasciarci più trarre in inganno. Cadono molte maschere, ed anche quanti erano più prudenti cominciano a capire cosa sta accadendo. Sarebbe un errore se, deplorando gli eventi presenti, non li sapessimo relazionare alle cause. Cerchiamo tutti di impegnarci in questo: far capire ai buoni Pastori che non è più tempo di compromessi.

Dio vi benedica.
+ Baronio

viandante ha detto...

Eh sì caro Baronio, è proprio grazie a Dio se siamo in una situazione che ci permette di non cadere in inganno!
Io già un paio di anni fa pensavo che la situazione fosse tale che prima o poi la gente avrebbe dovuto risvegliarsi dal torpore. Macchè, sono ancora tutti in profondo letargo e non è che ci sia bisogno di grandi inganni per far cadere certe persone.
Anzi, l'impressione è che stiano perdendo quasi tutti la facoltà di ragionare!
Che Iddio ci protegga e ci custodisca.

er ha detto...

Adesso sono due

http://ilsismografo.blogspot.it/2015/10/vaticano-sinodo-vescovo-messicano-sono.html

“Sono stato io a raccontare la storia del bimbo che ha commosso l'Assemblea”
Il bambino che ha spezzato l'ostia per darla ai suoi genitori divorziati risposati aveva studiato al catechismo “l'importanza di non tenere Gesù solo per se stessi ma di portarlo ai propri amici e alle proprie famiglie”. Così il vescovo messicano, mons. Alonso Gerardo Garza, della diocesi di Piedras Negras, in un'intervista al Tg2000,

Anonimo ha detto...

"l'idea di piramide rovesciata come è stata nominata la trovo inquietante."

Allora si spiega la forma di certi altari che compaiono in alcune chiese, tipo questa, dedicata al Santo che più di ogni altro si spese per la sopravvivenza del valore sacrificale della Messa cattolica. Diciamo pure che ne portava i segni sul proprio corpo.

http://www.santuariditalia.it/wp-content/uploads/2012/02/Altare-capovolto-e-la-croce-sospesa1.jpg

Segnalo questo passaggio di Gnocchi e Palmaro, in una delle loro ultime fatiche:

"proprio la diffusione di questa incertezza dottrinale, che non di rado sfocia in vera e propria eresia, getta luce sulla missione riparatrice di padre Pio. Se, a causa della fedeltà alla Messa e alla dottrina di sempre, molti suoi figli spirituali sono stati rigettati da quella vasta porzione di mondo ecclesiale che negli Anni Sessanta si era incamminata per vie nuove, non è peregrino ipotizzare che il primo sacerdote stigmatizzato della storia avesse visto in anticipo la crisi che la Chiesa ne avrebbe patito. Un evento drammatico e inedito poiché, per la prima volta, il Corpo Mistico di Cristo veniva squassato attraverso il tentativo di rivoluzionare il sacrificio offerto sull'altare".

E ancora, rifacendomi a quel che diceva tralcio:

"L'anticristo vuole distruggere la Messa. Quando l'anticristo sarà qui, la Messa non ci sarà più. Leggete Sant'Ireneo"

http://uomovivo.blogspot.it/2010/09/il-prologo-de-lultima-messa-di-padre.html

er ha detto...

II Papa emerito Benedetto XVI ha rilasciato un'intervista al Capo redattore del giornale tedesco "Bild", Kai Diekmann. L'edizione online racconta l'incontro e la conversazione ma il testo per ora è disponibile solo nella versione cartacea della testata.


http://www.bild.de/politik/inland/papst-benedikt/eine-begegnung-mit-unserem-papst-43029410.bild.html

tralcio ha detto...

L'aria escatologica che tira mi porta a condividere con chi ne avrà voglia questa considerazione: l'odio del mondo verso Gesù Cristo Unico Salvatore ha per forza un obiettivo principale, che è il sacerdozio in ordine al ruolo del prete nella Santa Messa nel suo essere Alter Christus sottomettendo l'umanità alla Volontà di Dio.

Il sacrificio eucaristico ripresenta infatti la modalità originale con la quale il Verbo incarnato ha consegnato sè stesso come vittima, versando il proprio sangue per ristabilire un ponte tra l'umanità malata di peccato e Dio che è buono e ama. Il perdono di Dio passa da questa immensa grazia: partecipando a questo avvenimento si capisce l'Amore sofferto per il peccato e contemplando la Passione si può giungere a detestare il peccato... Il perdono misericordioso di Dio non nasce da un'idea del peccatore che vuole sentirsi giustificato mediante un ragionamento "di fede". E' una cosa talmente enorme che si fa fatica a comprenderla, sfolgorante della pazienza di Dio e buia come solo sa essere il peccato.

Detto questo ho ripensato alla Santa Messa. Anch'essa ha subito una "denaturazione"... Si è cominciato con le "buone intenzioni" (Sacrosanctum concilium). Si è riscritto il messale. Bacci e Ottaviani avvertirono... La "sinodalità" si è risolta, allora come oggi, con un "non rompeteci" ... Nell'aprile 1969 l'Ordo Missae), poi (1970) si il Messale per la cattolicità intera. Anche allora la decentralizzazione subì qualche contrattempo, così una nuova normativa pospose l'entrata in vigore del nuovo messale dal 30 novembre 1969 al 28 novembre 1971 affidando alle conferenze episcopali (impegnate con le traduzioni in lingua) l'eventuale entrata in vigore prima di quella data. Il 26 marzo 1970 uscì un'ulteriore edizione critica del nuovo messale; inoltre il decreto di promulgazione della nuova edizione non faceva più menzione di una data fissa dalla quale avrebbe iniziato a vigere il nuovo messale. Finalmente il 14 giugno 1971 con una Notificatio della Sacra Congregazione del Culto Divino si abbandonava definitivamente il criterio della scadenza fissa imposta da Roma per l'entrata in vigore del nuovo messale e del nuovo breviario o liturgia delle ore lasciando di ciò arbitro le conferenze episcopali (cito http://www.unavoce-ve.it/07-11-19.htm). Alle conferenze episcopali protagoniste assolute veniva accordato, con disposizione veramente rivoluzionaria, la facoltà di prescrivere l'uso totale della lingua vernacola nelle messe "cum populo", in altre parole il permesso di interdire l'uso pubblico della lingua latina rovesciando così la normativa conciliare.

Sono passati 44 anni da questa esperienza di "procedura decentrata".
Ed eccoci a riparlarne sull'altro fondamento della Chiesa: il sacramento matrimonio, figura del legame tra la Chiesa Sposa e Cristo sposo. La cifra mi ha ricordato un passo di Daniele 12,11-12: "Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l'abominio della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni. Beato chi aspetterà con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni".
Parrebbe che ci sia da attendere soltanto un "giorno" (1971+45=2016)... Beati noi! Tra l'altro sarebbero 42 mesi dall'infausto febbraio-marzo 2013... Nel 680-681 (1135 anni dal 2015-16) il concilio di Costantinopoli affossò l'ennesima eresia:
"Predichiamo che in lui [Cristo] vi sono due volontà naturali e due operazioni naturali, indivisibilmente, immutabilmente, inseparabilmente e senza confusione, secondo l'insegnamento dei santi padri. I due voleri naturali non sono, come dicono gli empi eretici, in contrasto fra loro, tutt'altro. Ma il volere umano è subordinato, non si oppone né resiste, si sottopone, invece, al volere divino e onnipotente". Sarà un caso?

Ecco che cosa celebriamo nel sacrificio della Santa Messa. Abomini esclusi...

Silente ha detto...

Sono particolarmente d'accordo con le ottime osservazioni di Josh delle 10:42.
Scrive in particolare Josh: "All'origine del nuovo atteggiamento di ribaltamento cosmico, non c'è solo un'esortazione alla democratizzazione, o lo sminuire il primato papale, che sarebbe comunque già grave in sé, ma si tratta di una concezione mistica e dell'Universo peculiare."
Non so se Bergoglio usi in modo consapevole certe espressioni (spero di no, ma temo di sì), ma nell'immagine della Chiesa come "piramide rovesciata" c'è qualcosa d'inquietante, di oscuro, di infero. Sembra adombrare una visione - quasi di ispirazione non propriamente umana - cosmogonica e metafisica rivoltata e capovolta, come viene rivoltata la Croce nelle messe nere.
Mi auguro vivamente che questa, come altre ma ancor più di altre, esternazione papale sia solo il frutto di superficialità, pressapochismo e faciloneria.

P.S. Così, come curiosità storico-filologica: il termine "piramide rovesciata" venne utilizzato in alcuni testi di marketing dei servizi negli anni '90, con particolare riferimento alle compagnie aeree. La teoria sottostante venne presto abbandonata e dimenticata per la sua totale inefficienza e inefficacia organizzativa.

hr ha detto...

http://it.radiovaticana.va/news/2015/10/18/spadaro_al_sinodo_%C3%A8_in_gioco_rapporto_tra_chiesa_e_mondo/1179942

Ritrovare il senso del peccato: qual è il rapporto tra peccato e misericordia?

L’annuncio del Vangelo, cioè che il Signore è morto per noi, è morto per me, non è l’annuncio del peccato. Allora bisogna ben capire la realtà dell’annuncio del Vangelo. L’annuncio del Vangelo è un annuncio di misericordia: alla luce della misericordia del perdono del Signore, io capisco il mio peccato, comprendo il mio peccato, perché il rischio è di cadere in una sorta di grande senso di colpa. Allora, se non c’è la percezione del Dio misericordioso, il senso del peccato è solo un senso di colpa, spesso inutile.

Misericordia e verità non sono mai in contraddizione. Cosa significa?

Non solo non sono in contraddizione, ma la misericordia è la verità del Vangelo. Quindi ogni contrapposizione tra dottrina e pastorale, tra misericordia e verità non ha alcun senso. La dottrina del Vangelo, cioè l’insegnamento del Signore, è l’insegnamento della misericordia. Da qui discende poi tutto.

Anonimo ha detto...

Scusa mic se reitero la richiesta di avere informazioni su come procurarmi il libro: Musica e Concilio. Un bilancio dopo cinquant'anni dal Concilio Vaticano II di Papinutti Emidio.
Sono un musicista e insegnante di violino al conservatorio di Caltanissetta. Sto preparando una tesi di laurea magistrale sulle varie anine del canto sacro nel post-Concilio. Su questo libro vorrei basare il capitolo che riguarderà le 'storture' e le banalizzazioni del repertorio contemporaneo. Aspetto una tua risposta. La mia mail è raffaellopilato@yahoo.it. ovviamente non pubblicare il messaggio. Grazie
Raffaello Pilato

hr ha detto...

il libro Musica e Concilio è edito da Edizioni Urban (via Carugati, 32 - 21047 Saronno (VA), tel. 02/960.00.51, fax 02/962.32.82),

erf ha detto...

Il professore di Diritto processuale canonico della Santa Croce parla delle novità dei due Motu proprio dell’8 settembre, che riformano il processo canonico di nullità matrimoniale
Intervista a cura di Giovanni Tridente, pubblicata su «Palabra» (Madrid), Ottobre 2015, pp. 16-19
Prima parte
http://www.zenit.org/it/articles/nullita-matrimoniale-mons-llobell-siamo-di-fronte-a-una-profonda-riforma-legislativa-e-giudiziale
Seconda parte
http://www.zenit.org/it/articles/nullita-matrimoniale-mons-llobell-siamo-di-fronte-a-una-profonda-riforma-legislativa-e-giudiziale--2

mic ha detto...

Grazie hr per i dati. Vedo solo adesso il messaggio.
Ne avevamo parlato qui
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/08/enzo-fagiolo-musica-liturgica-concilio.html

Il prof. Fagiolo potrebbe essere un interlocutore importante.
L'interessato può scrivermi su romaperenne@gmail.com

Anonimo ha detto...

Tralcio, io so che giocare con numeri e profezie è pericoloso, però il suo ragionamento mi interessa, ergo, per una volta, indulgo a cose che generalmente evito.
1290/30=43 anni, 1335/30=44,5 anni, però, non 45.
Dal marzo 1970 con 43 anni si arriva al tremendo marzo 2013: con 44,5 al mese prima del famigerato sinodo 2014. Niente rinascite, anzi.
Tanto per giocare, la chiusura di questo ancor peggior sinodo (chissà magari succede un casino e la Catholica ritorna tale, wishful thinking, I know, ma ci spero sempre) meno 44,5 fa aprile 1972. Tralcio lei sa se accadde qualcosa di significativo, in quella data?
Scusate la divagazione.
humilitas

Anonimo ha detto...

Grazie.
Raffaello

Anonimo ha detto...

http://www.zenit.org/en/articles/interview-us-bishops-leader-says-localizing-certain-pastoral-practices-could-fracture-unity

Luisa ha detto...

"La dottrina del Vangelo, cioè l’insegnamento del Signore, è l’insegnamento della misericordia. Da qui discende poi tutto.

No, oggi è l`insegnamento secondo me, il Vangelo secondo me, la misericordia secondo me, dunque quel che discende è secondo me.

La Parola del Signore deve essere aggiornata e il Vangelo deve essere riletto alla luce della cultura contemporanea, dixit Bergoglio.

La parola misericordia è diventata il passepartout con il quale si pensa poter aprire tutte le porte, anche quelle che dovrebbero restare chiuse, è messa a tutte le salse e il suo uso martellante finalizzato allo stravolgimento della Dottrina.

mic ha detto...

Penso che potrebbe trovare interessante anche questo testo: Mattia Rossi, "Le cetre e i salici" Ed. Fede&Cultura
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/07/mattia-rossi-le-cetre-e-i-salici_20.html?m=1

tralcio ha detto...

gentile humilitas,
nessuna boccia di cristallo...
comunque non ho notizia di cose strane nel 1972 (tranne la frase di Paolo VI su fumo di satana entrato inspettatamente...).
Rimango della mia però sull'eventuale corrispondenza tra giorni e anni e non con i mesi.

er ha detto...

http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/schonborn-nuova-pastorale-ce-la-faremo.aspx
Intervista Schönborn: nuova pastorale, ce la faremo
Secondo lei a che cosa porterà questo cammino?
Certamente un rinnovamento della pastorale. Il Sinodo non è un organo del magistero. Non è magistrale perché la dottrina è già definita, è chiara. Lo scopo di un Sinodo, così come è stato concepito nella mens di Paolo VI, è di mettere in pratica le riforme del Vaticano II. Di mettere in pratica le grandi intuizioni, le grandi decisioni del Vaticano II. E dunque è molto più orientato verso la prassi, verso la pastorale.


Questo vuol dire che c’è una differenza tra pastorale e dottrinale?
No. C’è complementarietà. La dottrina è la bussola. La dottrina è anzitutto la dottrina di Gesù. Dunque non può esserci sostanzialmente un contrasto. In Lui giustizia e misericordia sono uno. Nel cristianesimo la dottrina è una Persona, Cristo, e la prassi è seguire questa Persona

Anonimo ha detto...

er: II Papa emerito Benedetto XVI ha rilasciato un'intervista al Capo redattore del giornale tedesco "Bild", Kai Diekmann. L'edizione online racconta l'incontro e la conversazione ma il testo per ora è disponibile solo nella versione cartacea della testata.

http://www.bild.de/politik/inland/papst-benedikt/eine-begegnung-mit-unserem-papst-43029410.bild.html


E intanto Tornielli (!!) dà per primo la traduzione in Italiano (del solo incontro). Gatta ci cova ...

Qualcuno che monitora ci dia, se può, la traduzione dell'intera intervista concessa a "Bild". Forse sarebbe utile sapere cosa ha da dire il Papa emerito in questo delicante frangente. Se davvero abbia pronunciato qualche frase che potrebbe dare qualche indicazione utile alla nostra riflessione.

Anonimo ha detto...

Grazie Tralcio...
Quindi 45 come semplice differenza tra le due cifre, in effetti è piuttosto logico.
Avevo letto chissà dove la questione dei mesi da applicare a Daniele e non mi era sembrata troppo astrusa, ma ho dimenticato i riferimenti che mi avevano a suo tempo convinto,
Del resto, non sappiamo né il giorno né l'ora.
Non resta che pregare.
humilitas

seraafino ha detto...

Aprile 1972. Tralcio lei sa se accadde qualcosa di significativo, in quella data?
Scusate la divagazione.
Nel 1972 furono usati ufficialmente per l'ultima volta (da vescovi ufficiali e regolari, in piena comunione con il Vaticano) i riti tridentini, nella consacrazione dei vescovi. Si tratta di riti già riformati nel 1968, addirittura prima della promulgazione del N.O.M., ma che, fino al 1972, furono ancora usati occasionalmente. Ed a detta di esperti, mentre i cambiamenti del rito dell'ordinazione dei preti, sono quelli dove i cambiamenti sono stati minori, il rito che ha subito i cambiamenti MAGGIORI & PEGGIORI e' proprio il rito della consacrazione dei vescovi. Aggiungo, sempre nel 1972, l'abolizione degli Ordini Minori e l'eliminazione dell'esorcismo dal rito del battesimo.

Rr ha detto...

Mmmhhh, tutte queste dichiarazioni su riportate ed anche l' Angelus, mi sanno tanto di acqua gettata sul,fuoco, cosi da tranqullizzare, creare un gran fumo, e nascosti da questo continuare a fare quel che si vuol fare. Quello che è stato discusso e deciso in tanti anni tra Milano e S.Gallo, e poi in Vaticano e quindi subito prima e durante il Conclave.

Quattro anni, basteranno quattro anni, disse qualcuno. Due sono passati, e siamo entrati nel terzo. La gente pensa che si stia cambiando la Chiesa ed il mondo, come se un uomo solo potesse fare tutto ciò. Quando si accorgeranno che non è possibile, scenderanno in piazza a fare la rivoluzione?
Rr

Anonimo ha detto...

Nell'articolo, almeno quello passato in Italia, non c'è nessuna intervista, si tratta di una semplice visita da parte di connazionali, il papa li ha ricevuti in biblioteca, ha apprezzato i doni, tra cui la riproduzione del famoso titolo Wir sind Papst, poi ha benedetto tutti e li ha invitati alla recita del rosario nei giardini vaticani davanti alla cappellina con la statua della Madonna di Lourdes, nessuna parola di più che semplici convenevoli,in caso di vere dichiarazioni speriamo arrivino in qualche blog.

Rr ha detto...

Ah, ecco, i Sinodi voluti da Montini per attuare il CVIi...Non erano bastati 3 anni di disgrazie, bisognava aggiungere ancora paroloni su paroloni, incontri su incontri, fumo, fuffa, ed intanto tutto andava a rotoli. Bisognava usare un linguaggio nuovo, più comprensibile, talmente tanto, che ora i Cattolici non conoscno più neanche i Dieci Comandamenti !
Ah, la buona Santa Inquizione, il Sillabo, l' Indice, il S. Uffizio. Se non li avessero smantellati, come staremmo tutti meglio oggi!
Rr

bernardino ha detto...

Dopo aver letto l'articolo conciliarità, sinodalità. come cambia laChiesa? e tutti i commenti, ho fatto un giro sugli altri blogg e mi sono soffermato a leggere l'art. di Messainlatino "la storia tra don Camillo e Peppone". Leggendo, leggendo ho ripercorso cose che ho già postato su questo blogg varie volte.
Quello che racconta l'articolo di Mil., qui da me (nella parrocchia dove abito, ma non frequento) è successo fin dal 2001 con l'entrata in possesso della Collegiata medioevale del nuovo pseudo/prete/parroco alla morte del vecchio parroco - questo prete sessantottino, di sicura fede comunista che veste all'americana, e non è preoccupato di mostrare in pubblico la bandiera dei gay, ha trasformato questa bellissima Collegiata del 1400 in una mezza balera; e non basta; le statue dei santi di cui qualcuna pezzo pregiato in legno, gettata insieme ad un'altra decina in fondo al campanile a distruggersi con gli sterchi acidi dei piccioni - reliquie dei santi compresa quella della S.Croce gettate in un vecchio corridoio buio e umido unitamente a candelieri e Crocefissi di sette altari - decine di Pianete pregiate con dalmatiche e tunicelle non si sà che fine hanno fatto insieme a decine di piviali e veli omerali. ecc. ecc. stravolgimento di organi con chitarre e bongo nonchè di altari ed altro. Mandati in altra chiesa due vecchi confessionali che lui non ha mai usato, tanto non servivano.
Ma sono fortunato perchè ho salvato con pochi mezzi e un pò di ipocrisia una statua di San Giuseppe (che avevo comprato insieme al vecchio parroco, del quale ero amico, oltre che avergli servito Messa fino agli anni 70. e indovinate un pò a chi li ho regalati? alla Fraternità S.PioX di Albano - la statua sta nell'oratorio ed i candelieri con la Croce a Vigne. Ho fatto quello che ho potuto, e ne sono orgoglioso.
Solo che queste cose sono avvenute e avvengono fino alla distruzione di questa chiesa, quasi di sicuro col benestare dell'ordinario, oppure l'ordinario non sà neppure cose c'è in ogni chiesa della sua diocesi.

Anonimo ha detto...

Segnalo un intervento degno di nota da parte di una dottoressa rumena:
https://www.lifesitenews.com/news/romanian-doctor-makes-blunt-powerful-plea-to-pope-and-bishops-in-presentati
humilitas

Luisa ha detto...

Su Forum catholique Yves Daoudal scrive questo commento: lo metto in francese , lo tradurrò domani mattina:


"Dans son discours, François utilise sept fois l'expression "Eglise synodale", une Eglise synodale qui est à "construire". Pas une seule fois il ne parle d'"Eglise catholique". (Le mot "catholique" est utilisé une seule fois, pour parler des "évêques catholiques".)

L'ex-Eglise catholique devient donc l'Eglise synodale, laquelle devient l'Eglise de tous les chrétiens, comme le montre l'utilisation de la citation de Jean-Paul II. Car cette citation traitait de l'oecuménisme, et non de l'organisation de l'Eglise catholique.

Ou bien l'utilisation de la citation est erronée, ou bien il s'agit bel et bien de construire une Eglise synodale qui est la fameuse Eglise polygonale dont chaque communauté chrétienne est un côté (cf. par exemple son discours de Caserte).

angelo ha detto...

Roba da matti. Bergoglio e' molto pericoloso. Forse peggio di lui, tra i cdd. Cattolici, c'e' solo Socci

Rr ha detto...

Luisa,
non è necessario che tu traduca, è purtroppo chiarissimo.
La Chiesa sinodale= la Chiesa ONU=l' assemblearismo, dove comanda e decide chi ha la FORZA ( delle armi, dell' economia, dei mas media...).
Che schifo !!!
Rr

cattolica ha detto...

L'Eglise catholique è diventata chiesa conciliare, è una nuova chiesa che adesso è passata a sinodale... e poi sarà presbiteriale e poi popolare? Penso che è dittatoriale invece e democraticamente pervertita, pare che il capo sia dittatore anche a livello personale e non solo con i veri Cattolici che seguono Gesù Cristo Re. L'attuale piramide rovesciata(a sentirlo mi è venuta un'allergiA MASSONICA) è apparente per catturare consenso dato che la maggioranza dei sinodali è favorevole a comunione divorziati e omosessuali(emerso già lo scorso anno)ma ci saràuna piccola resistenza da decimare. Resistenza che temo non abbia il coraggio di dire basta a questa sceneggiata non solo ridicola ma blasfema e traditrice. Inoltre il consenso del popolo ateo è assicurato a suon di parole..vane ed oltraggiose per chi ancora malgrado tutto è cattolico ancora.

Rr ha detto...

Angelo,
Socci è un semplice giornalista, che si può leggere o no. Molti lo leggono, e comprano i suoi libri, e lui ci campa sopra, probabilmente bene. E' il mercato, bellezza!
Bergoglio, sfortunatamente, sarebbe il Pontefice, il Vicario di Cristo, Una cosa un po' più importante, non credi?
Rr

Anonimo ha detto...

Nell'articolo, almeno quello passato in Italia, non c'è nessuna intervista, si tratta di una semplice visita da parte di connazionali

Un sito italiano - "Il Sismografo", mi pare - che ha dato la notizia, riporta che il Papa emerito ha concesso un'intervista, comparsa per ora solamente nell'edizione cartacea della "Bild".

P.S.- Data l'accelerazione che i fatti stanno assumendo, suggerirei vivamente di prendere in esame, diversamente da quando usa fare in questo blog, anche altri aspetti della questione. Non sfugga, ad esempio, quello che sta succedendo in Parlamento, relativamente ad alcune deliberazioni riguardanti delicati settori legislativi. La stessa natura del bicameralismo, che è intaccata, dovrebbe preoccupare, laddove si renderebbe possibile l'emanazione di una legislazione "ad hoc" in caso di obiezione di coscienza nei confronti dell'applicazione di queste leggi che si profilano "inique" o "immorali"; e questo anche tenendo in conto l'entrata in vigore dei due "motu impropri". Insomma, non ci vuole molto, con una Camera nominata da pochi intimi e un Senato deprivato dei suoi poteri, per sbattere in galera la gente.

Luisa ha detto...

Un piccolo assaggio della carrelata mattinale, non poteva mancare il Tornielli del giono :):), questa volta tende il microfono a Wuerl per provare quanto questo Sinodo sia trasparente, la comunicazione libera e Bergoglio un dono di Dio!
Ma basterebbe questa frase:

"Così alla base di questa assemblea abbiamo avuto l'Instrumentum laboris che rappresenta tutta la discussione interna alla Chiesa.

per capire con che genre di legna si scalda il cardinale americano, no, eminenza, quel documento è sintomatico e rivelatore del problema, di come chi vuole un certo risultato, se non un risultato certo, ha manipolato il Sinodo del 2014.
Leggo che secondo Wuerl chi parla di manipolazione "ha una vista piuttosto annebbiata", e se invece avesse una vista chiarissima e una percezione lucida e realista, e sarebbe anche capace di leggere fra le righe di parole, gesti, nomine e esclusioni?

Wuerl afferma:

"Se uno non capisce, ti offri di aiutarlo a capire

Ê esattamente quel che ho sperimentato con Benedetto XVI, lontana da tempo dalla Chiesa c`erano elementi, e non secondari alla nostra Fede, che non capivo, elementi a me indigesti, ebbene grazie al suo Magistero li ho non solo capiti ma accettati, Benedetto XVI non è venuto e arrivato fino a me, e fino a tutti coloro che ha riportato a Cristo, annacquando la fede, aggiornandola per essere capita da noi povere e deboli vittime incapaci di riflettere, capire e accettare la Parola di Cristo, non ha strumentalizazto l`Amore del Signore per diluire o raggirare la Dottrina.

Leggo ancora:

"I genitori cercano di parlare in modo semplice e chiaro ai loro figli, ma se qualcuno non capisce non gli dicono che è fuori dalla famiglia.

L'amore, non la legge, è l'architettura della comunità cristiana. Questo Gesù ci ha testimoniato sulla croce. Non siamo una Chiesa piccola per i puri.

Effettivamente se uno dei miei figli aveva un comportamento che non potevo condividere non gli dicevo: fuori, vattene non fai più parte della famiglia, ascoltare, accogliere, mai rompere il dialogo, ma se da quel dialogo espulgo la verità, la retta via, quel che è giusto, se non lo metto davanti alla sua responsabilità, non lo aiuto, se gli dico continua così, segui e fa quel che ti indica la tua coscienza, sarei una mamma irresponsabile e senza amore.
Un amore senza verità, un amore senza giustizia, un amore che infantilizza l`altro, non è amore.

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-44058/

Luisa ha detto...

Segnalo di Magister:

"Sinodo. Il "cospiratore" che fa tutto alla luce del sole"

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351160

Mazzarino ha detto...

Magnifico, illuminante thread. Duro ma vero. A questo punto un cattolico o "rimuove" e aspetta la propria fine barcamenandosi, ma l'istinto di sopravvivenza lo porterà all'eresia, oppure combatte. E' sempre stato solo un vdr, ha usato ed usa la menzogna per ingannare il popolo cristiano e deviarlo dove vuole l'eresia conciliare. Un vero Papa non può distruggere il Papato. Non può abdicare alla collegialità. Presto una favoletta di S.Marta ci dirà che Pietro. quando Cristo lo ha nominato "Pietra" in realtà Pietro aveva capito che il Cristo intendeva "cemento" per aggregare altre "Pietre" diverse. E' ora di finirla con questa presa in giro. Non capisco come facciano i cardinali che hanno capito (e qualcuno ce n'è) a dormire la notte. Bergoglio recita fin dalla sera del 13 marzo 2013. Chi non vuole accorgersene neppure ora non se ne accorgerà mai più. Un vdr era condizione necessaria per completare il percorso della Chiesa (già ex cattolica) verso l'assemblea delle sette protestanti. Occorreva cioè che, dopo la distruzone formale del 13 febbraio 2013, il papato fosse anche distrutto istituzionalmente. Poteva farlo solamente un vescovo finto papa. Prima violenza contro la Sposa di Cristo poi camionate di vasellina. Il metodo è sempre quello, da 57 anni. In questo sito l'hanno capito da subito in molti. E' sempre stato solo un vdr. La menzogna era il solo modo con cui Lutero e i sui nipotini vescovi simoniaci tedeschi (tutti) potevano uccidere il Papato. Chi ancora oggi non vuol capire ha un destino religioso e teologico radioso, quello dei gradi padri Livio e Cavalcoli... o quello dei tanti sacerdoti seguiranno "in buona fede" e che dovranno convertirsi in professionali strizzacervelli per mandare d'accordo le future vescovesse e le mogli dei parroci, pardon dei pastori. IL 2017 si avvicina e Lutero sarà Santo (alla GVXXIII) subito. Bentornato a Baronio. Quel fine delle trasmissiono con l'antennona RAI in scorrimento, anche se mi ricordava la fanciullezza, mi turbava.

Anonimo ha detto...

I cardinali dormono tranquillamente perché non è cominciato tutto la fatal sera di marzo 2013, bensì alla morte di GP2, quindi ormai sono 10 anni che va in scena questo triste spettacolo, fra menzogne, smentite, lotte intestine, colpi bassi ed irrituali dimissioni di un papa vero per sostituirlo con un vdr, il caso vdr non è venuto fuori, tac, all'improvviso, come il coniglio che esce dal cappello del mago, questi 'maghi' hanno lavorato per decenni, lui complice, che mai è venuto a Roma, ma era ben informato, anzi, ben appoggiato e non hanno nemmeno la decenza di cancellare su youtube le indefinibili performances interreligiose che ha sempre fatto a BA, dove per altro ha lasciato dietro di sé rovine fumanti della cc, quello è, e quello volevano, non hanno rimorsi di coscienza perché era il loro scopo principale, chi si dissocia o è naif o in malafede o ha votato a ca.....so al conclave pilotato, per favore, non insultiamo la nostra intelligenza ulteriormente. Bellissimo l'articolo qui su, ben scritto ed esaustivo, complimenti. Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...

Il particolare del 1972, ("anno bisesto, anno funesto" ricordo che, quell'anno, chissà perché faceva paura a tanta gente) di cui si è parlato il 18 ottobre 2015 19:37, non suscita interesse?

Cattolico ha detto...

caro Bernardino, il prete comunista e filo omosessualista di cui lei parla è uno dei tanti che oggi infestano le nostre belle Chiese, facendone un "delenda Cartage", con una "damnatio memoriae" delle loro belle opere d'arte, conservate per secoli e oggi cadute in mano a questi barbari. Io steso ne ho conosciuti, e sono stato addirittura "messo alla porta" da loro, nemici dichiarati della Madonna, ammiratori sviscerati dei protestanti ("meno male che c'è stata la grazia della Riforma" mi disse testualmente uno di loro, colmo d'ira perché, diceva, i santuari mariani sono senpre pienidi gente e le chiese si svuotano). Continuare a frequentare questi preti è una pena ed una sofferenza continua, verrebbe voglia di rompere anche con la messa domenicale, se fosse possibile raggiungere una sede della FSSPX ed scoltare messa da loro.

Luisa ha detto...

Avete letto l`omelia di ieri di Bergoglio?
Per i nuovi Santi solo poche parole, alla fine dell`omelia, funzionali a quel che ha detto prima, che è poi quel che martella in ogni suo intervento, solo che mi vien da dire, ma si rende conto che in certe descrizioni, caricature, giudizi, dovrebbe vedere il suo ritratto?

Anonimo ha detto...

Articolo lucidissimo.
Gianni C.

cattolica ha detto...

I 35 anni sono interessanti. "2017 è una data significativa.
1972? da spiegare.
1958 inizio ufficiale dopo i vari sotterfugi iniziati nel 1800. E' la mia tesi.

Anonimo ha detto...

Allora fatti principali del 1972 :
Aereo caduto sulle Ande argentine e vicissitudini antropofagiche dei sopravvissuti
Terremoti ed uragani vari a spaglio
Watergate
Assassinio di Calabresi (ed ancora oggi gli 'eroi' istigatori sono incensati)
Blood Sunday in Irlanda
Pietà di Michelangelo presa a martellate da folle polacco
Ultimo nippo che credeva ci fosse ancora la guerra e resisteva nella jungla, isolato da tutto e da tutti......non resta che l'imbarazzo della scelta per fotografare la situazione attuale, io propenderei per il numero 6 e 7 soprattutto per analogie col tentativo di distruggere la cc da parte di molti interni e per il povero donchisciotte giallo che non sapeva cosa e chi stava combattendo e ignorava che il Tenno si era arreso da tanti anni.....fate vobis. Lupus et Agnus.

Gederson ha detto...

La sinodalità è qualcosa comune nel mondo degli ortodossi. Secondo Wolfgang Müller, "L'istituzione non canonica del santo sinodo significò la completa abolizione del patriarcato di Mosca. La chiesa ortodossa russa divenne la chiesa ortodossa in Russia"* Manca scoprire un po in più di questa storia, ma il desiderio e il modelo che vuole Francesco è simile a quello delle Chiese orientale o sia Chiese autocefale:

Fanar, le Chiese raggiungono l'accordo: nel 2016 il Sacro Sinodo panortodosso
http://m.asianews.it/index.php?art=30509&l=it

Finisco facendo una domanda:

Non sembra a voi che la riforma del consiglio della corona voglia riformare il papato per riformare la Curia Romana?

*Storia della Chiesa: La Chiesa nell'epoca dell'assolutismo e dell ...
Por Wolfgang Müller
https://books.google.com.br/books?id=F_wfhyZKAOUC&pg=PA238&lpg=PA238&dq=L%27istituzione+non+canonica+del+santo+sinodo+significò+la+completa+abolizione+del+patriarcato+di+Mosca.+La+chiesa+ortodossa+russa+divenne+la+chiesa+ortodossa+in+Russia.+È+vero+che+essa+rimase+collegat&source=bl&ots=45T5MUo5m1&sig=7aPW_diGann2X_6CAhyL_XJ8Y_0&hl=pt-BR&sa=X&ved=0CBoQ6AEwAGoVChMIjJj7jcbRyAIVxI2QCh1DqA0e#v=onepage&q=L'istituzione%20non%20canonica%20del%20santo%20sinodo%20signific%C3%B2%20la%20completa%20abolizione%20del%20patriarcato%20di%20Mosca.%20La%20chiesa%20ortodossa%20russa%20divenne%20la%20chiesa%20ortodossa%20in%20Russia.%20%C3%88%20vero%20che%20essa%20rimase%20collegat&f=false

Josh ha detto...

@Gederson:
il modello che ha in mente temo sia più grave ancora...per es. si medita in Germania di concedere un sì a coppie omosex in chiesa con Eucarestia anche se non pentite, idem a "divorizati risposati", no magari in Canada.

Non solo pastorale latitudinaria, ma anche dogmatica latitudinaria, che è come dire "la Verità è relativa". "Così è se vi pare", insomma, a seconda di chi mi trovo davanti.

Altro suo modello sono le protestanti congregazionaliste e le loro "federazioni".

Fatto sta che non sono, nessuna di queste, realtà cattoliche.

Iniziate così:

https://it.wikipedia.org/wiki/Congregazionalismo

per es. in Italia ci sono "unioni" trasversali di "assemblee" che non hanno affatto gli stessi dogmi nè lo stesso Credo. Cfr.

la FCEI, che unisce per es. valdesi e pentecostali "libere" (che differiscono nei "dogmi" in parecchie cose)

http://www.fedevangelica.it/index.php/it/chi-siamo-it/federazione

http://www.fedevangelica.it/index.php/it/

Anonimo ha detto...

Un po in più della storia:

"Il Santo Sinodo russo Modifica

Sinodo istituito da Pietro I di Russia nel 1721, in sostituzione dell'autorità del patriarca di Mosca, la cui istituzione era stata soppressa dallo zar, il Santo Sinodo assunse il ruolo di massima autorità dottrinale e amministrativa della Chiesa cristiana ortodossa di Russia, operando in stretto accordo con lo Zar e approvandone puntualmente, da un punto di vista religioso, ogni decisione politica, anche in campo militare e repressivo.

Il Santo Sinodo fu visto dagli intellettuali russi di orientamento progressista, durante l'Ottocento, come baluardo dell'oscurantismo e dell'autocrazia, ma non mancò di ricevere l'appoggio di influenti intellettuali di ala conservatrice come Konstantin Pobedonostsev, oltre che l'approvazione di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, che vedeva in esso una istituzione necessaria alla solidità della fede cristiana in Russia. Clamorosa fu la decisione presa dal Santo Sinodo, nel 1901, di scomunicare Lev Nikolaevič Tolstoj per le sue idee liberali in materia teologica e per la sua critica alla connivenza tra potere politico e religioso, da lui accusati di legittimare i soprusi degli aristocratici sul popolo e sui contadini.

Il Santo Sinodo fu sciolto nel 1917 in seguito alla rivoluzione d'ottobre e per la restaurazione della figura del Patriarca di Mosca".https://it.m.wikipedia.org/wiki/Santo_Sinodo

Gederson ha detto...

Caro Josh,

Vediamo che cosa accadrà. Sono varie le alternative, ma se usa un nome "tradizionale" per fare sembrare avere radice nella tradizione. Un cenario dove tutti le chiese dell'ocidente diventano autocefale, sembra essere di un divorzio tra le chiese e la chiesa di Roma che è il víncolo di unità. Sarebbe come un scisma voluto per il Papa. Non se riforma il papato senza toccare nella divina Costituzione della Chiesa.

Il potere del Colegio dei vescovi, almeno di fatto, sembra avere il supremo potere della Chiesa del Concilio. Adesso con la "sinodalità" questo potere diventa più grande. In questo cenario, la Curia Romana scomparirà, non ha un luogo per lei tra il Papa e il Colegio dei vescovi. Ricordo che nella Chiesa ortodossa il supremo potere è esattamente il "santo sinodo" che "In numerose chiese cristiane orientali, il Santo Sinodo è il collegio dei vescovi che elegge il Patriarca o primate della Chiesa stessa e/o rappresenta la più alta autorità in materia di governo e fede. Nella cristianità latina, esso trova il più vicino corrispettivo nel Collegio cardinalizio" (Fonte:Wikipedia).

La Chiesa conciliare sembra essere una adolescente in ricerca di una identità.È curioso come un sinodo sulla famiglia diventa un sinodo sulla riforma del papato. Sembra che hanno messo in pratica il piano b...

repetita ha detto...

seraafino ha detto...
Aprile 1972. Tralcio lei sa se accadde qualcosa di significativo, in quella data?
Scusate la divagazione.
Nel 1972 furono usati ufficialmente per l'ultima volta (da vescovi ufficiali e regolari, in piena comunione con il Vaticano) i riti tridentini, nella consacrazione dei vescovi. Si tratta di riti già riformati nel 1968, addirittura prima della promulgazione del N.O.M., ma che, fino al 1972, furono ancora usati occasionalmente. Ed a detta di esperti, mentre i cambiamenti del rito dell'ordinazione dei preti, sono quelli dove i cambiamenti sono stati minori, il rito che ha subito i cambiamenti MAGGIORI & PEGGIORI e' proprio il rito della consacrazione dei vescovi. Aggiungo, sempre nel 1972, l'abolizione degli Ordini Minori e l'eliminazione dell'esorcismo dal rito del battesimo.

18 ottobre 2015 19:37

T. ha detto...

Il Danneels variegato :
https://stream.org/cardinal-daneels-a-wolf-in-shepherds-clothing/

Josh ha detto...

"La Chiesa conciliare sembra essere una adolescente in ricerca di una identità"

E' proprio così. Ma lo affermano anche loro: non più Corpo Mistico, collegato al Capo, che è Cristo,
ma "popolo in cammino", in ricerca:
cercano, cercano, trasformandosi con la storia del mondo.....

Certo, dice il Signore "Chi cerca, trova". (Matteo 7,8;
Luca 11,10)
Questo è vero, ma a patto che si cerchi il Signore e non altro. Altrimenti "Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia." (Mt 7, 26)

Wladimir ha detto...

scomunicare Lev Nikolaevič Tolstoj per le sue idee liberali in materia teologica.
Fecero bene.
Quando Wladimir Sovoliev scrive il suo libro sull'anticristo, la figura cui pensa, appunto come prototipo dell'anticristo e' proprio Lev Nikolaevič Tolstoj.

Wladimir ha detto...

È impressionante rilevare la chiarezza con cui Wladimir Sovoli'ev,"grande filosofo russo", "profeta e maestro", nel suo "I tre dialoghi e il racconto dell'Anticristo", prevede che il secolo XX sarà «l'epoca delle grandi guerre, delle discordie intestine e delle rivoluzioni» (p. 184 dell'Ed. Marietti). Dopo di che tutto sarà pronto perché perda di significato «la vecchia struttura in nazioni separate e quasi ovunque scompaiano gli ultimi resti delle antiche istituzioni monarchiche» (p. 188). «Si arriverà così all'Unione degli Stati Uniti d'Europa» (p.195).
Soprattutto è stupefacente la perspicacia con cui Sovoli'ev descrive la grande crisi che colpirà il cristianesimo negli ultimi decenni del Novecento, crisi che Sovoli'ev vede come l'Anticristo che riesce a influenzare e a condizionare un po' tutti, quasi emblema della religiosità confusa e ambigua di questi nostri anni: "l'Anticristo -dice Sovoli'ev- sarà "convinto spiritualista", un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte, un vegetariano osservante, un animalista determinato e attivo e anche un esperto esegeta: la sua cultura biblica gli propizierà addirittura una laurea honoris causa a Tubinga. Soprattutto, si dimostrerà un eccellente ecumenista, capace di dialogare "con parole piene di dolcezza, saggezza ed eloquenza" (p. 211).
Nei confronti di Cristo non avrà «un'ostilità di principio» (p. 190); anzi ne apprezzerà l'altissimo insegnamento. Ma non potrà sopportare, e perciò la censurerà, la sua assoluta "unicità" (p. 190); e dunque non si rassegnerà ad ammettere e a proclamare che egli sia risorto e oggi vivo".
Ciò che vuole l'Anticristo è
una militanza di fede ridotta ad azione umanitaria e genericamente culturale;
il messaggio evangelico identificato nel confronto con tutte le filosofie e con tutte le religioni;
la Chiesa di Dio scambiata per un'organizzazione di promozione sociale.

RR ha detto...

Se si decide di citare Wikipedia, sarebbe bene citare almeno un' altra fonte. Wikipedia è molto manipolabile, ed è "politically correct" al massimo.
Detto ciò, un conto era un Sinodo alleato con lo Zar (visto poi quel che è successo in Russia fatto fuori lo zar, forse era un bene esserne alleati e sostenerlo), ed un conto sarebbe un Mega-Sinodo alleato con l'ONU !
Rr

RR ha detto...

un esperto esegeta: la sua cultura biblica gli propizierà addirittura una laurea honoris causa a Tubinga

MArtini anyone?
RR

Gederson ha detto...

RR,

Wolfgang Müller afferma lo stesso affermato per la Wikipedia. In ciò che dice rispetto al Sinodo russo, lui è stato creato per lo Zar con fine di distruggere l'autorità del Patriarca di Mosca. Quindi, non se trattava appena di uno "alleato" dello Zar, ma della sostituzione della autorità del Patriarca di Mosca per il Sinodo. Lo stesso sta facendo Bergoglio con il discorso della "sinodalità". I due conti possono avere lo stesso fine: la sostituzione della autorità...

Gederson ha detto...

Josh,

Convocare un sinodo per discutire e risolvere una questione e dopo parlare in lasciare liberi le Chiese locali per dare risposta alle questioni è la distruizione del papato e del proprio Sinodo come era conosciuto. Se Paolo VI depone la tiara nell'altare, Bergoglio depone il potere papale davanti la "sinodalità". È un'altra Chiesa, dove tutto è bubuio.

Tu hai detto:

"E' proprio così. Ma lo affermano anche loro: non più Corpo Mistico, collegato al Capo, che è Cristo,
ma "popolo in cammino", in ricerca:
cercano, cercano, trasformandosi con la storia del mondo....."

Il Padre Garrigou Lagrange comincia l'articolo in che fa la denuncia della Nouvelle theologie con la seguinte frase di Henri Boullaird:

"Quando lo spirito si evolve , una verità stabile non rimane senza una evoluzione simultanea e correlativa di tutte le nozioni , incluso il mantenendo tra loro una stessa relazione. Una teologia che non fosse attuale sarebbe una falsa teologia."

Forse, lo storicismo sia il cammino della Chiesa "popolo in cammino", perché la cosa è come tu hai detto cercano, cercano e cercano come se la Chiesa non avesse più il possesso della verità religiosa. Infatti, se non ha più questo possesso non può insegnare e se non può insegnare l'intera Chiesa cade nel analfabetismo religioso di che ha parlato Benedetto XVI. Tutti i cattolici nel pontificato di GPII e BXVI hanno imparato uno insegnamento sul matrimonio e famiglia, adesso se vuole cambiare tutto. Questo è perdizione, è cosa del diavolo!

Molti vescovi e il Papa, non hanno più parole di vita eterna...