Riceviamo e pubblichiamo - L'articolo che segue dovrebbe dissipare ogni dubbio sollevato da fonti malevole sulla realtà in cui opera mons. Viganò. Qui l'indice di tutti i suoi interventi: i più recenti ne parlano a iosa.
I sacerdoti dell'eremo di Sant'Antonio
non sono colpiti da alcun provvedimento canonico
In ordine alle informazioni apparse recentemente nei quotidiani nazionali e locali ed alle dichiarazioni ufficiali della Curia di Viterbo, la comunità dei sacerdoti residenti all’Eremo di Sant’Antonio alla Palanzana intende precisare quanto segue:
- I sacerdoti non sono colpiti da nessun provvedimento canonico che dichiari qualsiasi loro errore od allontanamento dalla fede. Non corrispondono al vero, quindi, le circostanze riferite da alcune fonti: essi non sono né eretici, né scismatici, né tanto meno sospesi a divinis. Poiché non esiste a loro carico nessuna accusa che riguardi la fede o la morale, non è stato celebrato alcun processo canonico a loro carico che riguardi la fede e la morale, non è stata irrogata alcuna pena a loro carico che riguardi la fede e la morale. Ciò può essere facilmente confermato dalla stessa Curia di Viterbo.
- I sacerdoti intendono ribadire ed affermare chiaramente l’integrità della loro fede e la perfetta adesione alla Dottrina Cattolica ed al perenne Magistero della Chiesa in tutti i suoi elementi e in tutti i suoi componenti, né essi si pongono in conflitto o contrasto con alcun principio o istituzione della stessa.
- Essi non sono neppure sospesi a divinis, in quanto nessun provvedimento restrittivo, come sopra chiarito, è stato assunto nei loro confronti. Molto semplicemente i membri della soppressa Fraternità Sacerdotale della Familia Christi [vedi precedenti], che erano già un tempo incardinati nella Fraternità stessa, dalla soppressione di essa si trovano unicamente nella condizione di vacatio canonica, e perciò di mancanza di incardinazione.
- La presenza e la permanenza di quanti abitano all’Eremo di Sant’Antonio alla Palanzana sono pienamente legittime, non soltanto in ordine a chi ne detiene la proprietà, ma anche in ordine all’Autorità Ecclesiastica, dal momento che essi si ritirarono presso l’Eremo di Sant’Antonio alla Palanzana non per loro volontà, ma in obbedienza alle disposizioni dell’allora Commissario Pontificio della Fraternità Sacerdotale della Familia Christi, ottenendo per questo anche il favore dell’Ordinario di Viterbo.
- Da quel momento, in silenzio, i sacerdoti sono rimasti all’Eremo di Sant’Antonio alla Palanzana per custodire, senza clamori, la loro vita di fede e di preghiera ed in questo modo intendono continuare a vivere. Tuttavia, qualora si insistesse nel diffondere a mezzo stampa o web circostanze o informazioni destituite di ogni fondamento di verità, la comunità dei sacerdoti residenti all’Eremo di Sant’Antonio alla Palanzana si troverà costretta ad agire con ogni mezzo utile e nelle sedi convenienti per tutelare la propria buona fama.
Stupisce come la Curia di Viterbo possa dichiarare quanto nel suo comunicato, solo in base ad articoli di giornale, senza aver mai attualmente promosso contatti, né relazioni, né chiarimenti di posizione con i sacerdoti residenti all’Eremo.
Stupisce come i giornali nazionali e locali diano spazio ad illazioni ed insinuazioni, col solo esito di favorire la disinformazione.
Stupisce come in una Chiesa della misericordia e dell’inclusività, un sacerdote della Diocesi di Viterbo si possa permettere temerariamente di rivolgere a dei suoi confratelli quanto a suo tempo urlò Giovanni Paolo II contro i mafiosi, favorendo un accostamento assolutamente offensivo e lesivo della reputazione di coloro cui si riferisce, senza sentirne in coscienza la gravità morale ed il bisogno di riparazione. Questo costituisce una prova ulteriore del pregiudizio che grava sulla comunità dell’Eremo non per ragioni canoniche bensì ideologiche. La comunità si aspetta che l’Ordinario - in capo al quale cade la responsabilità definita dal Can. 824 co. 2 del Codice di Diritto Canonico – prenda le distanze da questa violenta aggressione da parte di un membro del suo presbiterio nei riguardi di suoi confratelli in piena comunione con la Chiesa. Le accuse infamanti formulate nei confronti dei sacerdoti dell’eremo e le espressioni arroganti verso Sua Eccellenza Mons. Carlo Maria Viganò costituiscono un motivo di scandalo e di disorientamento per molti fedeli.
Stupisce come un ex membro della Familia Christi, il dott. Mario Mancini, si possa permettere affermazioni menzognere ed offensive sui sacerdoti dell’Eremo, e continui a manifestare e divulgare falsità con un rancore accreditato da giornalisti, cui forse non viene riferito l’esito di un processo giudiziario celebrato a suo carico in tutti i gradi di giudizio e che ha visto stabilire con sentenza definitiva il suo allontanamento dall’Eremo della Palanzana, a causa di gravi inadempimenti verso quel contratto di comodato d’uso che lo legava alla proprietà.
Stupisce ancora come nella Settimana di Preghiera per l’unità dei Cristiani, durante la quale a Viterbo sono state organizzate tante iniziative ecumeniche volte a promuovere una cultura di integrazione e vicendevole stima, si voglia colpire una realtà cattolica con la quale invece non si è mai favorito alcun dialogo e contro la quale si danno solo giudizi sommari, sollevando dubbi circa la sua rettitudine di fede e di morale.
Addolora infine, che il giorno della Festa di San Francesco di Sales, Patrono della buona stampa, si pubblichino simili falsità anche da parte di testate “cattoliche” in ispregio ai più elementari principi di verità, di carità e di giustizia.
La comunità dei Sacerdoti dell’Eremo di Sant’Antonio alla Palanzana in Viterbo
Il Signore benedica i sacerdoti dell'Eremo della Pallanzana! Chi li conosce ha ben presente la loro fedeltà, la loro ortodossia, la loro disponibilità, la loro generosità, la loro preparazione, il loro zelo e la loro sensibilità liturgica.
RispondiEliminaVeri sacerdoti di Cristo, secundum Ordinem Melkisedek.
Finalmente! Ben detto e ben fatto. Coraggio! Siamo con voi!
RispondiEliminaIn questa lettera hanno scritto: "si trovano unicamente nella condizione di vacatio canonica, e perciò di mancanza di incardinazione".
RispondiEliminaSe sono privi di incardinazione, significa che non possono ammministrare validamente il sacramento della confessione e neppure amministrano/celebrano lecitamente gli altri sacramenti: questo è il punto che dovrebbero chiarire, confessano o no.E poi si dovrebbe chiarire quali sono le pene riservate a chi ascolta le confessioni sapendo di essere privo della debita facoltà.
Credo che non le anime non si debba rischiare, per cui è una grave responsabilità se qualcuno confessa senza la facoltà. Se questi sacerdoti non lo fanno, lo dichiarino, ma se lo fanno allora è un problema.
A me non piace un certo modo di fare dei tradizionalisti: ai modernisti li si critica e condanna tutto ma ai tradizionalisti si concede tutto e li si giustifica in tutto. Come si fa a criticare l'operato parziale del papa e dei vescovi modernisti se poi ci si comporta allo stesso modo?
Riporto i canoni del diritto canonico:
Can. 966 - §1. Per la valida assoluzione dei peccati si richiede che il ministro, oltre alla potestà di ordine, abbia la facoltà di esercitarla sui fedeli ai quali imparte l'assoluzione.
Can. 969 - §1. Solo l'Ordinario del luogo è competente a conferire a qualunque presbitero la facoltà di ricevere le confessioni di qualsiasi fedele;
Can. 973 - La facoltà di ricevere abitualmente le confessioni sia concessa per scritto.
Can. 974 - §1. L'Ordinario del luogo come pure il Superiore competente, non revochino la facoltà concessa per ricevere abitualmente le confessioni, se non per grave causa.
§2. Revocata la facoltà di ricevere le confessioni da parte dell'Ordinario del luogo che l'ha concessa, di cui al can. 967, §2, il presbitero perde tale facoltà ovunque;
Can. 975 - Oltre che per revoca, la facoltà di cui nel can. 967, §2, cessa con la perdita dell'ufficio o con l'escardinazione o con la perdita del domicilio.
Salus animarum, suprema lex!
EliminaCanoni citati selettivamente... In questo caso è invece rilevante il canone 967 (censurato?) che afferma che la facoltà di ascoltare confessioni viene concessa dall'ordinario del luogo di incardinazione o del luogo in cui il sacerdote HA DOMICILIO. Rimane comunque la domanda, anzi le domande, 1) su chi si celi dietro questi attacchi anonimi a Viganò / Exsurge Domini / preti della Palanzana; 2) perché tanta virulenza (gelosia, invidia?); 3) a che pro vengono fatti... A me, come penso a tanti altri comuni fedeli, non interessa che si trovi a tutti i costi il marcio in tali persone. Così come ci risulterebbe paternalistica (se così fosse) la volontà di qualche 'illuminato' di proteggerci da tali - a loro dire - loschi personaggi. Grazie, sappiamo giudicare in coscienza da soli.
EliminaI giudizi e le più o meno velate illazioni che vengono scagliati contro questi poveri preti, con il metodo della domanda retorica che già suggerisce in chi legge una risposta negativa, metodo mutuato dalle Iene, Striscia ed altri programmi televisivi cosiddetti "giornalistici", hanno un effetto boomerang. Ce li rendono simpatici, ancora più simpatici ed apprezzabili di quanto già fossero. Bravi preti della Palanzana, la nostra preghiera è per voi e Viganò. Resistete, per il bene della Chiesa.
EliminaProbabilmente non è così ma se anche quei sacerdoti seguissero i luminosi esempi di Mons. Lefebvre e di Sant'Atanasio chi avrebbe qualcosa da ridire?
RispondiEliminaSoltanto i modernisti e i tiepidi conservatori.
E, ammesso ma non concesso che quei sacerdoti siano nel torto non ha detto Bergoglio stesso di smetterla con il rigorismo?
Oppure questa sua frase vale solo per abulteri, sodomiti e pedofili?
Non ha detto Bergoglio che la diversità religiosa è voluta da Dio? In questo caso ben vengano anche i preti che celebrano senza selebret e senza essere incardinati.
E se qualche papolatra si ostinasse a continuare a criticarli si ricordi che il suo è un'atteggiamento pelagiano e che Bergoglio ha condannato il pelagianesimo.
Per quel che riguarda la "salvezza delle anime" Bergoglio ha detto che bisogna agire ascoltando la propria coscienza, secondo la PROPRIA visione del bene e del male: c'è qualcuno convinto che quei sacerdoti (e gli eventuali fedeli che vanno da loro) non agiscano secondo coscienza? Anche perché secondo coscienza si può tranquillamente credere che non sia necessaria nessuna incardinazione, anzi si può anche credere che sia MEGLIO andare da sacerdoti senza incardinazione...e chi sono i rigidi conservatori pelagiani fissati con la lettera della legge per permettersi di accusare chi agisce secondo coscienza?
Mirabile precisazione, complimenti! i modernisti si contraddicono da soli ( Dio fa impazzire chi vuol perdere...), facendo due pesi e due misure, l' una accogliente per i loro simili, eretici, blafemi, peccatori impenitenti, l' altra intollerante e spietata con i pochi veri cattolici coraggiosi ( non pavidi nascosti), che loro vogliono mettere a tacere, punire, disperdere....gli vanni bene tutti ( fratelli tutti, ma proprio tutti, Bergoglio dixit), purché non siano seguaci di Cristo, dimostrando così di assomigliare in tutto al loro nuovo padrone, il diavolo....
Elimina@ anonimo 19.58
RispondiEliminaLa questione è già stata sollevata dalla NBQ verso la FSSPX, questo articolo di don Mauro Tranquillo spiega perché possono farlo.
https://www.aldomariavalli.it/2023/08/21/lapostolato-dei-sacerdoti-della-fsspx-in-uno-stato-di-necessita/amp/
Leggi il libro scritto dal Palazzini sulla Coscienza, o perlomeno cosa dice san Tommaso sulla coscienza e poi capisci che non tutte le coscienze giustificano. Tutti agiamo secondo coscienza ma non tutti agiamo bene.
RispondiEliminaRiguardo lo stato di necessità è sempre il discorso di ottavo sacramento. Chi crea una scisma, chi si fa la sua Chiesa, passa dalla ragione al torto.
Chi crea una scisma, chi si fa la sua Chiesa, passa dalla ragione al torto
RispondiEliminaChi è fedele alla Tradizione e al magistero perenne che scisma crea?
Lo stesso Lefebvre: si ostinano a dichiararlo scismatico, quando non lo è, posto che non ha assegnato la giurisdizione ai suoi vescovi...
A proposito di aperture e accoglienza a senso unico di Bergoglio e dei suoi degni compari ( accoglienza e accompagnamento
RispondiEliminadei soli peccatori impenitenti, o di protestanti e seguaci delle false religioni) interessante questo vecchio articolo di Cesare Baronio, che metteva in evidenza la doppia faccia dei modernisti, campioni d' ipocrisia. http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV705_Baronio_A_senso-unico.html
Anonimo delle 12:57,
RispondiEliminaOgni cattolico degno di questo nome sa bene quando la coscienza può essere seguita, è Bergoglio che sembra non saperlo visto che quando ne ha parlato con Scalfari non ha specificato nulla (anzi ha pure calcato la mano dicendo che OGNUNO HA LS SUA VISIONE DEL BENE E DEL MALE e che ognuno deve seguire il bene così come lo concepisce) e ha fatto pure stampare quella oscena intervista in un libro. Quindi: o si deve ammettere che Bergoglio ha torto o si deve riconoscere che seguendo la propria coscienza si può rigettare il suo intero magistero, il codice di diritto canonico e tutto ciò che la coscienza ci chiede di rigettare: tertium non datur.
E tenga bene a mente che in caso di scisma per motivi dottrinali è chi abbandona la fede di sempre che esce dalla Chiesa, anche se veste di bianco.
L'unità è possibile solo nella Verità e le eresie non possono essere seguite (e anche questo è noto a qualunque cattolico non rovinato dall'ideologia modernista).
Questo si chiama parlar chiaro, caro amico Anonimo 14:07; mettiamoli di fronte alle loro responsabilità, questi prelati modernisti, usurpatori delle sedi cattoliche; il si si, no no li mette con le spalle al muro, smaschera la loro ipocrisia e le loro ambiguità, tese non a guadagnar anime a Cristo, ma a sottrargliele....e noi cerchiamo di impedirglielo, almeno con i nostri cari, parenti, amici e conoscenti. I veri scismatici sono loro, dalla Prima Sede in giù, fino all' ultimo curatino di campagna in stile din Chichi', hanno conquistato l' autorità ma rifiutano la Verità, quindi non va dato loro nessun ascolto ( così sosteneva, ad ex., mons. Lefebvre). "Cos' è meglio, occupare tutte le sedi o conservare la fede"? si chiedeva S. Anastasio, rispondendosi " ovviamente conservare la fede ".
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