A volte ripesco testi già pubblicati che rischiano di cadere nel dimenticatoio, inghiottiti da uno strumento come il blog, agile ed efficace, ma che purtroppo inghiotte inesorabilmente tutti i contenuti. Oggi approfitto per ripubblicare il testo che segue – di oltre un decennio fa ma di certo sempre attuale – soprattutto in riparazione della profanazione del primo Giovedì Santo di Bergoglio, che mi è capitato di segnalare in diretta qui, leggendo con stupito raccapriccio quella sua prima omelia... Sul Giovedì Santo vedi anche qui e qui. Sul Tempo di Passione qui.
UNTI E MANDATI MEDIANTE IL SACRAMENTO DEL SACERDOZIO
Sapete cosa vi ho fatto? Giovanni 13, 12 |
1. "Oggi si è adempiuta questa Scrittura..." (Lc 4,21). Questo Oggi del Vangelo si riferisce a quel giorno, a Nazaret, quando Gesù si rivelò, per la prima volta, come il Messia, come l'Unto e il Mandato dal Padre. Allora gli fu dato il rotolo del profeta Isaia e lesse le parole: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; / per questo mi ha consacrato con l'unzione, / e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio..." (Lc 4,18; cfr. Is 61,1). Proprio quell'oggi nazaretano significava allora l'inizio della missione pubblica di Gesù di Nazaret; significava l'inizio del Vangelo. L'inizio "di tutto quello che Gesù fece e insegnò" (At 1,1) in mezzo al popolo della Galilea, Giudea e Samaria. Ora questa missione pubblica s'avvicina alla fine. Nella liturgia mattutina del Giovedì Santo la Chiesa ripete le parole di Nazaret, non soltanto per ricordare quell'"oggi" di allora, ma per introdurci nell'oggi attuale.
2. Ecco, oggi si compiono fino alla fine le parole della Scrittura. Oggi inizia quel "triduo" che è, in un certo senso, un solo Giorno: Giorno-Mistero, Giorno-Pasqua. In questo Giorno, Cristo è al termine della sua via terrena. E' all'apice della sua potenza messianica. In questo giorno, nel Cenacolo, nascerà dalla pienezza di questa potenza, la Chiesa. Infatti, la Chiesa si costruisce mediante l'Eucaristia. Nelle ore serali del Giovedì Santo rinnoveremo l'Ultima Cena, durante la quale Cristo ha lasciato agli Apostoli il sacrificio del suo Corpo e del suo Sangue; ha lasciato l'Eucaristia. Trasmettendo questo suo unico e inesauribile Sacrificio, egli "ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre" (Ap 1,6). Ha fatto di noi la Chiesa. I sacerdoti sono coloro che offrono il Sacrificio, e in esso si rivela e si attua il Regno di Dio sulla terra. I sacerdoti ricevono l'unzione. Nel Giovedì Santo la Chiesa benedice, ogni anno, gli Oli liturgici, mediante i quali essa predica il nuovo "anno di grazia del Signore" (Lc 4,19; cfr. Is 61,2). Ecco, infatti, nella santa unzione liturgica otteniamo la partecipazione a questa unica, eterna unzione dell'Unto e alla missione del Mandato. Vengono unte le teste e le mani degli uomini, e lo si fa durante la celebrazione dei santi sacramenti della Chiesa. Vengono anche unti gli oggetti e i luoghi dedicati a Dio. L'unzione significa la potenza dello Spirito, data in pienezza al Messia del Signore. L'unzione significa la grazia: la bellezza e lo splendore della partecipazione alla potenza dello Spirito. L'unzione significa il legame vivificante con il Messia, con Cristo Unto e Mandato dal Padre.
3. Cari Fratelli! Noi tutti siamo "unti" in modo particolare e siamo "mandati" mediante il sacramento del sacerdozio. Tra quelli che Cristo ha fatto e continua sempre a fare "un regno di sacerdoti", noi siamo sacerdoti in modo particolare, sacramentale. Tutti abbiamo anche attinto in modo particolare alla pienezza di questa potenza messianica che si era rivelata nell'"oggi" del Giovedì Santo di Cristo. Questo "oggi" è il nostro Giorno. E' la nostra Festa. Siamo nati insieme all'Eucaristia, siamo quindi nati insieme alla Chiesa nel Cenacolo dell'Ultima Cena. Istituendo il Sacrificio, dal quale si costruisce costantemente la Chiesa, Cristo insieme ha benedetto i sacerdoti, ministri del suo Sacrificio. Egli ha detto: "Fate questo... in memoria di me" (1Cor 11,25). E noi lo facciamo. Lo facciamo tutti, noi qui riuniti e tutti i sacerdoti nella Chiesa intera, con i quali l'odierno giorno ci unisce in una profonda fratellanza sacramentale.
4. Oh! quanto dobbiamo a "Colui che ci ama" (Ap 1,5); a Colui che per primo ci ha amati e invitati, chiamati e preparati nel suo Spirito, e infine unti, mediante il servizio della Chiesa. "Io sono l'Alfa e l'Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!" (Ap 1,8). Per questo Dio, che è il Principio e la Fine di tutte le cose, noi siamo sacerdoti. Tra il Principio e la Fine è il tempo di tutte le creature. Tra l'Alfa e l'Omega è il mondo che passa. In questo tempo che passa, in questo mondo entra Cristo: l'Unto e il Mandato. Cristo unico, eterno sacerdote. E noi da lui e in lui. Mediante l'Eucaristia. Mediante il Sacrificio che egli ha affidato alle nostre mani, alla nostra bocca e al nostro cuore. Da lui e in lui siamo per Dio. Da lui e in lui siamo anche per gli uomini, perché siamo scelti fra gli uomini (cfr. Eb 5,1). Siamo sacerdoti mediante tutto il nostro servizio. Mediante la consacrazione del nostro essere umano: da lui, in lui e con lui.
5. Oggi ci conviene cantare il canto di gratitudine insieme col salmista: "Ho trovato Davide, mio servo, dice il Signore, / con il mio santo olio l'ho consacrato; / la mia mano è il suo sostegno, / il mio braccio è la sua forza" (Sal 88 [89],21-22). Bisogna che cantiamo il canto di gratitudine al Signore perché ci ha trovati, come Davide, perché ci ha unti, perché ci guida e ci fortifica. "La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui / e nel mio nome si innalzerà la sua potenza. / Egli mi invocherà: tu sei mio padre, / mio Dio e roccia della mia salvezza" (Sal 88 [89],25.27). Quanto è buono Dio, Padre e Roccia della nostra salvezza! Che tutti gli manteniamo la fedeltà! Che il mistero del Giovedì Santo rinnovi la nostra alleanza sacerdotale con Dio, la Roccia della nostra salvezza!
[Fonte]
[Fonte]
RispondiEliminaFT ma collegato.
Dice ilGiornale che uno sconosciuto, con mascherina sul volto, oggi a Carpi, entrato a visitare la famosa mostra organizzata dalla Curia locale con i quadri blasfemi su Nostro Signore, all'improvviso ha cominciato ad imbrattare il quadro più offensivo con una bomboletta spray, tirando subito fuori un coltello con il quale ha cominciato a lacerare la tela. Il pittore, prsente in sala, è intervenuto a difesa della sua opera. È iniziata una colluttazione tra i due durante la quale il pittore si è beccato una coltellata per fortuna leggera al collo. Attualmente è in ospedale mentre è cominciata la caccia al "folle", nel frattempo fuggito.
Deprecabile e imprudente l'uso del coltello (anche se solo per lacerare una tela) ma non è stato deprecabile per non dire folle aver autorizzato una mostra infame del genere?
Siccome gli insulti alla nostra religione continuano, in molti modi, a volte addirittura con la connivenza dell'autorità ecclesiastica, è comprensibile che qualcuno cominci a reagire distruggendo le opere blasfeme.
In Italia deve essere la prima volta che avviene.
a) A coloro che argomentano che Gesù la diede in mano agli Apostoli, faccio notare che in primis, secondo la tradizione, in quel momento, proprio con quel pezzo di pane, Gesù li ordinò vescovi. Inoltre che il latino "ACCIPITE ac MANDUCATE", che è usualmente tradotto "Prendete", sarebbe reso più correttamente con "RICEVETE". Ed infine, che non è certo che Gesù la diede in mano;
RispondiEliminab) DICEBAMUS 2 Decenni fa
21/03/2000
LETTERA APERTA D’UN PARROCO.
IL documento che segue è una testimonianza importante. Il prete che lo ha scritto è un parroco, in prima linea dagli anni '60, è stato anche esorcista.
Un po' di tempo fa [esattamente iL 2 febbraio 2000, Primo Venerdì, del mese, Purificazione di Maria] ha deciso, caso raro in Italia ma non infrequente all’estero,
di TORNARE A CELEBRARE SEMPRE E SOLO LA S. MESSA ROMANA (impropriamente detta di "SAN PIO V" e/o "Tridentina"). Approfittando delle benedizioni quaresimali per le case, è uno dei pochi preti che le ha sempre fatte, dice ai suoi parrocchiani.
Vi chiederete: perché ritornare alla Messa di San Pio V?
Il motivo decisivo che mi ha spinto, dopo tanti anni, a questa scelta è stato vedere come il senso del sacro si è affievolito. Conseguenza di ciò
è la scarsa (per usare un eufemismo) cura in cui sono tenuti, in primis da
tanto clero i Frammenti Consacrati. La loro profanazione è continua ed
avviene in tanti modi:
1. Alla distribuzione della Comunione: senza il piattino i Frammenti cadono a terra e sono calpestati, spezzati, dispersi.
In un’occasione, in cattedrale, ne ho raccolto personalmente 13, anche grandi. Se, come fanno tanti preti, in fregola di modernità, si IMPONE di
ricevere l’Ostia in mano, cosa ne è dei Frammenti che restano attaccati alle
mani dei comunicandi? Perché mai ciò che era gravissimo sacrilegio fino al 1985 oggi è reputato atto di devozione? Stendo un pietoso velo
sul modo con cui tanti tengono la Sacra Particola o, peggio ancora la portano via per farne usi nefandi.
2. Dopo la Comunione, il sacerdote o non si purifica più le mani, oppure se le lava, ma, quando tutto va bene, butta l’acqua sulle piante. Non
avete idea, poi, di, con quanta trascurata leggerezza si è soliti purificare pisside o patena, con i Frammenti che restano attaccati alla stoffa e
dispersi.
A me, tutti questi modi di fare ricordano il buttare i bimbi concepiti nell’immondizia. Sarà un caso, ma il caso non esiste, avete notato che gli
aborti si sono diffusi simultaneamente a queste prassi liturgiche?
Tutto ciò, lo ripeto, fino a poco tempo fa era considerato gravissimo sacrilegio. Perché non più?
I casi sono due: o non si crede che in ogni Frammento è presente Gesù Cristo
intero, e quindi coloro che si comportano così sono eretici o ci si crede e allora sono sacrileghi.
Noi cattolici crediamo nella "TRANSUSTANZIAZIONE", termine che significa che
una sostanza passa ad essere un’altra. Fenomeno, quest’ultimo, che deve
necessariamente avvenire a livello dell’infinitamente piccolo Tutti sanno che una tonnellata d’oro, o un milligrammo d’oro, sempre oro è. [.......]. Quello che interessa è che è DOGMA DI FEDE, SEMPRE RITENUTO TALE DALLA CHIESA CATTOLICA, MAI CAMBIATO E
CHE MAI SI POTRÀ CAMBIARE, FINCHÉ DIO SARÀ DIO, CHE NELLA CONSACRAZIONE
DELLA MESSA TUTTA LA SOSTANZA DEL PANE PASSA AD ESSERE SOSTANZA DEL CORPO DI CRISTO!
Allora, come si possono giustificare novità così negative? Da dove mai viene
un modo di fare tanto irriverente e grossolano? Solo da un rito che, quanto meno implicitamente, apre la strada a tale triste esito!
Questo è il motivo per cui, in coscienza, mi sono GRAVEMENTE sentito
obbligato a prendere le distanze da tale rito. Un rito che, di fatto, di là
delle dichiarazioni formali, necessariamente porta con sé tante profanazioni.
Segue
RispondiEliminaÈ assolutamente impossibile che tale anarchia possa rispecchiare la Fede
cattolica costante. Ripeto, in coscienza mi sono trovato nella tragica necessità di una scelta. Per amore della verità, per amore dell’Eucarestia, per amore della Chiesa, PER AMORE DELLE VOSTRE ANIME, CHE HANNO TUTTO IL
DIRITTO ALLA SALVEZZA PER MEZZO DELLA GRAZIA ("SALUS ANIMARUM, PRIMA ET SUPREMA LEX
"ci insegnavano una volta in seminario. All’epoca, quando nessuno nel popolo studiava,
si capiva senza bisogno di tradurre, oggi che tutti studiano si dovrebbe capire anche se fosse scritto in greco) mi sento in dovere di respingere tutte queste novità.
Vi chiederete perché sono arrivato così tardi a queste conclusioni. Ho cercato di comunicare la Fede cattolica attraverso i nuovi riti.
Per anni ho detto la Messa faccia al popolo, nella speranza di esprimere e comunicare anche così la Fede. Mio malgrado ho dovuto prendere atto che la Messa verso il popolo, diventa per forza Messa "offerta *AL* popolo", non "PER" IL POPOLO!
Diventa un banchetto, un convivio di festa, un’adunanza calorosa, insomma una cosa della terra. Ho assistito a riti così allegri e festosi, tanto da
essere simpatici, ma, nei quali non è possibile vedervi il Sacrificio del Calvario, rinnovato nella sua tremenda drammaticità.
Abbiamo quindi a che fare con due realtà totalmente diverse:
1. La "Messa" ufficiale attuale che assomiglia ad un banchetto tra i presenti, per pregare insieme ricordando l’ultima cena di Gesù. Ne consegue che la presenza di Gesù tra i fedeli è essenzialmente spirituale, come dice la prima versione dell’Articolo 7 del messale moderno. Una definizione
talmente confusa che suscitò tante proteste, al punto che Paolo VI fu costretto a riscriverlo diversamente, ma la Messa era stata scritta sulla
base della definizione primitiva non ancora corretta.
Essendo un rito indirizzato ai fedeli, è logico che si dica tutto ad alta voce, in modo variabile secondo il luogo, l’ora, la stagione, l’età media
dei presenti, il loro lavoro, le loro qualità. Non parliamo poi della musica!
Siete sicuri che in tutte queste variazioni, capricci, "evoluzioni" (si fa per dire), improvvisazioni, fantasie, sia sempre espresso il dogma della Fede, la Verità cattolica? Siete proprio sicuri che vi giungano sempre la
pienezza della Grazia che viene in modo certo e perfetto, come testimonia la
fioritura dei santi (in concreto tutti i santi canonizzati sono stati edificati dal rito romano antico e/o dai santi e venerabili riti orientali)
dal rito definito in occasione del Concilio di Trento?
ATTENZIONE, definito e codificato, NON INVENTATO! Nelle linee essenziali
risale a SAN Gregorio Magno.
Personalmente, in un'occasione ho celebrato servendomi di Sacramentario del VII Secolo .
Dalla moderna anarchia scaturisce necessariamente la confusione spirituale del popolo cristiano. Ormai, la media dei fedeli – e dei preti- si è creata una religione di comodo. Si entra in Chiesa, gli uomini non meno delle
donne, in vesti sconce; si chiacchiera senza vergogna di fronte al Santissimo; chi fa più la genuflessione? E prendere in mano ed in piedi l’Ostia, lo ripeto, quale fosse un pezzo di pane qualunque. Anzi, di solito
con mani sporche, in modo anche igienicamente riprovevole, quale nessuna
persona di buon senso si sognerebbe di fare con il pane comune. Non parliamo, poi, dell’igiene più importante: quella dell’anima. Le Comunioni sono sempre molte, sembra quasi che tutti i presenti si sentano obbligati a
comunicarsi. Ma le confessioni sono sempre meno! Del resto, con tanti preti
che, indisturbati, predicano che il peccato mortale non esiste, perché sorprendersi? Le sorprese arriveranno di fronte al tribunale di Dio. C’è di
che tremare.
Segue/2
RispondiEliminaNon dimentichiamo, poi, questa messa è usata anche dai protestanti. Già questo dovrebbe dar da pensare. Martin Lutero, che scrisse anche:" Affermo che tutti gli omicidi, i furti, gli adulteri sono meno abominevoli che questa messa papista" (Sermone
della 1° domenica d’Avvento). Pensate che la confusione è giunta ad un punto tale che Max Thurian di Taizé ha ricevuto il sacerdozio cattolico, senza diventare "fedele" cattolico.
Come si può dimenticare cosa scrisse a Paolo VI il cardinale Ottaviani, prefetto del Sant’Uffizio: "IL Novus Ordo Missae rappresenta, sia nel suo insieme, che nei particolari, UN IMPRESSIONANTE ALLONTANAMENTO DALLA
TEOLOGIA DELLA SANTA MESSA, quale fu formulata nella XXII sessione del
Concilio Tridentino". Dopo oltre trenta anni, al suo Breve Esame critico, ancora non sono arrivate risposte ufficiali.
B ) LA MESSA CATTOLICA, che è un rinnovarsi dell’unico sacrificio del Calvario, dove Gesù, per mano di se stesso, presente nel sacerdote, si offre a Dio Padre per ottenere il perdono dei peccati dei vivi e dei morti. È il mistero terribile di questa Vittima divina ed eterna che rinnova l’
espressione della sua compassione verso l’umanità rovinata, corrotta, attratta dal male più che dal bene, esclusa dal Paradiso, in preda alla propria superbia ed agli influssi del demonio. La Messa cattolica è quindi
la supplica, l’offerta del Redentore a pro degli uomini, del Redentore che si carica dei peccati del mondo, per lavarli nel proprio Sangue.
La Messa cattolica va seguita con rispetto, profondo silenzio,
contemplazione devota, partecipazione commossa del cuore che guarda e si unisce all’azione del suo Redentore che si presenta al giusto Giudice che su tutto fa un esame esatto ed intercede a nostro favore. Gesù dice al Padre:
"Padre, guarda questa perfetta adorazione, questa perfetta riparazione che ti offro con il mio Sangue purissimo, affinché siano purificati i peccati di tutto il mondo. Guardando al mio amore per Te e per loro, al mio dolore,
alla mia preghiera, al mio Sangue con cui li ho ricomprati, rendendoli
preziosi ai Tuoi occhi, DIMENTICA I LORO PECCATI!"
E noi, spettatori adoranti di questa supplica, dobbiamo unire i nostri cuori al Cuore di Gesù. Gesù, che parla a nostro favore, con le parole ed i gesti
che Dio tramite la Chiesa ha definito e canonizzato nei secoli.
Il Concilio di Trento ha decretato circa la Messa: " (…) La Chiesa cattolica, perché potesse essere offerto e ricevuto degnamente e con
rispetto ha stabilito da MOLTI SECOLI IL SACRO CANONE, talmente puro da ogni
errore, da non contenere niente che non profumi di grande santità e di pietà, e non innalzi a Dio la mente di quelli che lo offrono."
Il culto dell’adorazione, l’offerta del Sacrificio è dunque una cosa definita dalla Chiesa, da sempre, non può essere modificato, alterato,
proibito.
Qualche altro mi può dire :" Va bene, perché non chiedi il permesso, ai sensi dell’indulto del 1984"?
Mi sembra assurdo dover chiedere il permesso per ciò che è mio preciso diritto, già riconosciuto dalla Chiesa. Ho l’Indulto perpetuo della Bolla "Quo Primum tempore" di SAN Pio V, del 14 luglio 1570.
Indulto che non è mai stato abrogato. La conferenza episcopale inglese, chiese esplicitamente a Paolo VI se l’Indulto perpetuo di San Pio V era da ritenersi abolito. Fu risposto di no. Per ulteriore dimostrazione di tale
concetto, ricordo che, nell’ottobre del 1998, il cardinale Ratzinger ha
dichiarato che NESSUNO ha il potere di proibire un rito liturgico, una volta approvato.
È certamente con grande difficoltà che ho fatto questa scelta. So già che mi troverò solo contro tutti. Ma potevo continuare a far finta di non sapere e di non vedere?
Segue/3
RispondiEliminaPotevo continuare a permettere che il SANTISSIMO FOSSE PROFANATO IN QUESTO MODO? In coscienza, non me la sono sentita di continuare a non aprir bocca. Non crediate che la mia sia superbia. Sappiate che, all’
unico scopo di dissociarmi da questi assurdi sacrilegi, rischio tutto ciò che ho e che sono su questa terra. Però, mi sembra poco, di fronte al più grande tesoro del mio sacerdozio, l’unica cosa che non voglio perdere: la Santissima Eucarestia.
D’altronde, come avete letto, il rito celebrato non è mia invenzione. Molti di voi ricordano ancora questo capolavoro di Dio e della Chiesa, nato da
immemorabile consuetudine e canonizzato dal Concilio di Trento.
Per quanto riguarda le conseguenze di tale mio passo, non posso che ripetere
le parole dette da un giovane seminarista di fronte al tribunale popolare delle guardie rosse maoiste nel ’68: "La verità vale la pena che si muoia per essa"
Si compia in tutto la volontà di Dio SIA LODATO GESÙ CRISTO.
L'uomo dimentica troppo facilmente che è solo dinanzi a Dio.
RispondiEliminaOgnuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole, ed è subito sera.
(Quasimodo).
È un po’ come i tradizionalisti, che pare si dimentichino che alla fine, dopo i decenni di veleno, odio e divisione sparsi a piene mani, saranno soli e nudi di fronte a quel Dio che hanno presentato come vendicativo ed inflessibile. E allora, come avranno giudicato gli altri, con quella stessa misura saranno giudicati.
EliminaMa quale veleno e quale "Dio inflessibile "? Ma cosa legge o cosa capisce costui?
EliminaE, poi, le solite etichette senza argomenti...
Padre Benedetto Pagnotto
RispondiEliminahttps://gloria.tv/post/8WaL411kniaa63BGuvgaZF2LR
Il cardinale Pizzaballa lava i piedi ai frati francescani, come Gesù fece con i suoi discepoli.
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Padre Benedetto Pagnotto
RispondiEliminahttps://gloria.tv/post/9SZ66pQsDWPn6sSC2mZwjFEn2
Jueves Santo . Semana Santa - España
« Hoc est enim Corpus meum »
RispondiEliminaBonne fête à tous les prêtres catholiques !
#anonimo 09:33
RispondiEliminaUn perfetto discepolo modernista....al quale andrebbe ricordato che vi è anche un'ignoranza colpevole.