Un articolo che può apparire ostico per il politicamente corretto. Ma non manca di spunti interessanti né di realismo che trova riscontro, oggi, nel pensiero anche di molti intellettuali ebrei dichiaratamente contro il sionismo, che non ha nulla a che fare con l'ebraismo nato col talmudismo rabbinico. Del resto, mentre non si può che esecrare il comportamento dei terroristi di Hamas, è innegabile quanto in Israele, da decenni e ininterrottamente, con la proliferazione dei coloni, non si faccia altro che rosicchiare porzioni sempre più ampie di terreno; il che anche oggi quotidianamente avviene in Cisgiordania. Così come non si può rimanere indifferenti alla strage di Gaza. La responsabilità, tuttavia, è anche di tutti i paesi che ancora non hanno risolto il problema dei due Stati, non riconoscendo lo Stato palestinese, che Israele non riconoscerà mai, e viceversa... L'opera citata nell'articolo spiega il paradosso apparente che tra i sostenitori incondizionati di Israele, ci sono più cristiani (e/o laici liberali -ndr) che ebrei e mette in evidenza un fenomeno poco conosciuto, tanto agli ebrei quanto ai non ebrei: l'opposizione al sionismo espressa in nome della Torah e della tradizione ebraica. Questa opposizione è tanto più significativa in quanto non può essere in nessun caso definita antisemita, contrariamente ai recenti tentativi di assimilare ogni antisionismo all'antisemitismo. Nel frattempo, l'apertura di questo nuovo fronte di guerra sta rivelando una preoccupante destabilizzazione del MO, ulteriormente alimentata dall'Iran e dalle reazioni per forza di cosa difensive (vedi Suez), ma foriere di degenerazioni più gravi col rischio di non poter più tornare indietro. Intanto, sull'altro fronte (quello ucraino, che non è la nostra guerra come vorrebbero farci credere) si parla di mandare uomini. Follia pura!
Gaza 2024:
Fine reale del sionismo durante un trionfo apparente?
Don Curzio Nitoglia
Prologo
È uscito nel 2005, tradotto dall’originale in lingua inglese (2004), un interessante libro, di YAKOV M. RABKIN (1).
Una delle sorprese che ci riserva il professore canadese di origine russo-israelita, e quindi non accusabile di antisemitismo, è quella secondo cui «tra i sostenitori incondizionati di Israele ci sono più ‘cristiani’ che ebrei» (2).
Secondo «il predicatore ‘evangelista’ Jerry Falwell […], la fondazione dello Stato di Israele nel 1948 è “la prova che il ritorno di Gesù Cristo è vicino”» (3). Tale tentativo è portato avanti non solo dagli ebrei sionisti, ma soprattutto dai “cristiani evangelisti” (4).
Nel suo libro Rabkin spiega tale apparente contraddizione, grazie all’opposizione al sionismo e allo Stato d’Israele espressa dai rabbini ortodossi, dagli ebrei religiosi (5) e anche da quelli liberali in nome della Torah per i primi due e del pacifismo o difesa dei diritti umani, in specie dei Palestinesi, per gli ultimi. Invece tra noi goyjm, si equipara antisionismo ad antisemitismo.
L’attualità del libro del Rabkin oltrepassa la querelle tra ebrei religiosi, liberal-pacifisti e nazional-sionisti, per mostrare «quanto grave sia la posta in gioco per l’insieme del popolo ebraico, ancor più oggi che lo Stato sionista cerca di imporre la propria egemonia politica e militare sulla regione, configurando una minaccia per gli ebrei ancor più fondamentale dell’ostilità araba e palestinese» (6).
Lettura “ebraica non-sionista” della shoah
La shoah è vista dagli ebrei religiosi come una sorta di ripetizione della distruzione di Gerusalemme e del suo Tempio nel 70 da parte di Tito (7). Per gli ebrei religiosi e a-sionisti, la causa di tale “catastrofe” (traduzione esatta di “shoah”, che non significa assolutamente “olocausto”) è stata l’infedeltà a Dio da parte del popolo ebraico, nel 70 e 135 (distruzione del Tempio, di Gerusalemme da parte di Tito e della Giudea da parte di Adriano), 1492 (espulsione degli ebrei dalla Spagna), 1942-45 la “shoah” degli ebrei dell’Europa nord-orientale dopo la dichiarazione di guerra del giudaismo sionista al III Reich germanico nel 1933.
Anche il gran rabbino sefardita di Gerusalemme, OVÀDIA YOSÈF, ha dichiarato: «Le vittime della shoah sono le anime dei peccatori askenaziti reincarnate e castigate dai Tedeschi» (La Stampa, 7 agosto 2000, p. 11). Egli è un noto cabalista e crede cabalisticamente alla reincarnazione delle anime. Sempre La Stampa di Torino nel medesimo articolo commenta: «Oltre a rendere i nazisti strumento divino, Yosèf avalla il concetto della responsabilità degli ebrei nella propria persecuzione».
Interviene anche il gran rabbino askenazita di Gerusalemme, MEIR LAU, (intervistato sul medesimo quotidiano, lo stesso giorno, nell’articolo succitato) e pur non entrando una disputa teologica anti-cabalistico/sefardita sulla reincarnazione afferma: «Il concetto sefardita nelle sue conclusioni è simile a quello che usava la Chiesa quando sosteneva che gli ebrei erano destinati a espiare il Deicidio».
Due giorni dopo, il 9 agosto del 2000, il rabbino capo di Torino ALBERTO SOMÈK, sefardita, rilascia una lunga ed autorevole intervista a La Stampa, pagina 21, in cui spiega che: «Le dichiarazioni di Ovàdia Yosèf lungi dall’aver legami con la politica mediorientale, riflettono un dibattito tutto interno all’ebraismo come religione. Sul piano teologico la reincarnazione ha solide basi (Talmud di Babilonia, Kiddushin 72a) soprattutto dopo l’espulsione degli ebrei dalla Spagna. Le parole di Yosèf suscitano scandalo perché attaccano una teologia alternativa: “Il silenzio di Dio”, che porta alla negazione della sua onnipotenza o anche della sua esistenza, la quale riprende le teorie filosofiche moderne e laiciste della “Morte di Dio”. Rav Yosèf vuol gettare le basi teologicamente ortodosse della shoah simile alla distruzione del Tempio e all’espulsione dalla Spagna».
Il 15 agosto è la volta del rabbino sefardita SHOLÒMO BENZÌRI, il quale asserisce: «Durante l’olocausto i pionieri sionisti [askenaziti] si interessavano più alle proprie vacche che non al salvataggio delle Comunità ebraiche ortodosse in Europa. I Padri del sionismo le abbandonarono al proprio destino. Commisero un crimine imperdonabile» (La Stampa, p. 1).
La Germania aggredita dal sionismo
L’Autore confessa onestamente che è stata per prima «l’ala più combattiva del sionismo a tenere un discorso aggressivo nei confronti del nuovo [1933] governo tedesco. Jabotinsky agisce come se fosse il comandante supremo delle forze armate ebraiche. Egli attacca la Germania dalla radio ufficiale polacca» (8) . Il “Daily Express” del 24 marzo 1933 in prima pagina intitola: “Judea declares war on Germany. Jews of all the world unite in action. Boycott of german goods”.
Hitler era appena andato al potere (gennaio 1933). Lo stesso Rabkin, che non è certamente un nazista o antisemita, scrive: «I sionisti avrebbero dichiarato guerra a Hitler e al suo Paese molto prima della seconda guerra mondiale, avrebbero chiamato a un boicottaggio economico della Germania, scatenando la rabbia del dittatore. […] Sono questi “uomini di Stato” che nel 1933 hanno organizzato l’irresponsabile boicottaggio contro la Germania […], che ha portato la disgrazia sugli ebrei d’Europa» (9).
Rabkin continua: «Tutti i critici accusano i leader sionisti di essersi occupati più di un futuro Stato che della sorte degli ebrei […], così molti tentativi di salvare degli ebrei in Ungheria e altrove, avrebbero trovato una resistenza da parte dei dirigenti sionisti» (10). Addirittura ci spiega che non gli antisemiti, ma «gli haredim e coloro che provengono dall’ambiente ebraico liberale, sono stati forse i primi a paragonare i sionisti ai nazisti […] per il culto della forza e l’adorazione dello Stato. Questi paragoni, all’epoca abbastanza frequenti, […] sono stati ripresi dopo dalla propaganda sovietica e, più tardi, da molti media arabi» (11). Le Leggi razziali di Norimberga sono del 1935, due anni dopo la dichiarazione di guerra del giudaismo sionista alla Germania.
Pericolosità apocalittica del sionismo
Secondo molti pensatori haredim «la shoah e lo Stato d’Israele non costituiscono affatto degli avvenimenti antitetici - distruzione e ricostruzione -, ma piuttosto un processo continuo: l’eruzione finale delle forze del male […]. La tradizione giudaica considera rischiosa ogni concentrazione di ebrei in uno stesso luogo. I critici odierni fanno osservare che le previsioni più gravi sembrano realizzarsi, perché lo Stato d’Israele è diventato “l’ebreo tra le Nazioni” e il Paese più pericoloso per un ebreo» (12).
Nel capitolo VII del suo libro Rabkin continua e approfondisce questo stesso tema. «Lo Stato d’Israele è in pericolo […]. Quello che veniva presentato come un rifugio, addirittura il rifugio per eccellenza, sarebbe diventato il luogo più pericoloso per gli ebrei. Sono sempre più numerosi gli israeliani che si sentono presi in una “trappola sanguinaria”. […] E cresce il numero di quanti esprimono dubbi circa la sopravvivenza di uno Stato d’Israele creato in Medio Oriente, in quella “zona pericolosa” […]. I teorici dell’antisionismo rabbinico sostengono […] che la shoah sia solo l’inizio di un lungo processo di distruzione, che l’esistenza dello Stato d’Israele non fa che aggravare. […] Concentrare [5-6] milioni di ebrei in un luogo così pericoloso sfiora la follia suicida» (13). Analogamente a quanto successe a Masada nel 73. Ma, la storia non sembra essere più “magistra vitae”.
Conclusione
a) Mentre in “occidente” i goyjm sono ossessionati dalla shoah, come da “un passato che non passa” (Sergio Romano),
b) in Israele si comincia a capire che la shoah è l’inizio di un lungo processo di distruzione. Infatti, essa è la trappola rischiosamente cruenta per i circa sei milioni di ebrei concentrati in un medesimo luogo.
c) Quello che poteva sembrare inizialmente un magnifico trionfo o un bellissimo sogno, si sta rivelando sempre di più un terribile scacco e un tremendo processo di auto-distruzione. Giustamente il Rabkin vede in Israele un pericolo per l’intera umanità, che potrebbe portare ad una ‘catastrofe’ di proporzioni mondiali.
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1 - YAKOV M. RABIN, Una minaccia interna. Storia dell’opposizione ebraica al sionismo, [2004] Verona, Ombre corte, 2005.Sin dalla “Introduzione” al suo libro, l’Autore rifiuta ogni tentativo di far passare per antisemita colui il quale rigetta il sionismo in nome della Torah. Infatti, lo Stato d’Israele non corrisponde ai canoni religiosi dei rabbini talmudisti, ma è piuttosto «un’entità nazionale nel senso europeo del termine» (p. 216). Secondo i religiosi ebrei, invece, «il Tempio può scendere dal cielo in qualsiasi momento […], affinché nessuno creda che il Tempio sia stato ricostruito da uomini […]. L’intera città di Gerusalemme può solo scendere dal cielo e non può derivare da sforzo umano» (ivi).
2 - Y. M. RABKIN, cit., retro copertina.3 - Cfr. ID., p. 168.
4 - ID., ivi.
5 - Fiamma Nirenstein racconta che un piccolo ebreo haredi o religioso “di stretta osservanza”, istigato dai genitori e dai rabbini, abbia urinato sul piede del generale Moshè Dayàn, che entrato a Gerusalemme est nel 1967 non aveva voluto invaderne anche la parte occidentale.
6 - ID, ivi.7 - Cfr. ID., p. 187.
8 - ID., p. 195.
9 - ID., p. 196.
10 - ID., p. 198.
11 - ID., p. 198.
12 - ID., pp. 210-211.
13 - ID., pp. 213-215. - Per quanto riguarda la questione suesposta GIORGIO ISRAEL su Il Giornale (29 gennaio 2010, p. 1) scrive: «È l’Iran il vero erede dei nazisti» asserisce che Alì Khamenei, Alì Larjiani e Mamohud Ahmadinejead vogliono la distruzione di Israele e degli ebrei come Hitler. Invece il professore di “Studi iraniani” alla Sorbonne Nouvelle di Parigi, YANN RICHARD (espulso dall’Iran in quanto antikhomeinista) nel suo ultimo libro L’Iran de 1800 à nos jours, (Parigi, Flammarion, 2009) spiega, con dovizia di riferimenti, che lo Scià di Persia defenestrato nel 1978-79 da Khomeini era un monarca manipolato da interessi stranieri e soprattutto anglo-americani, in funzione petrolifera e anti sovietica/pan-araba. Quindi quella di Khomeini (+ 1989) fu una vera rivoluzione che instaurò una repubblica islamica al posto di una monarchia corrotta e asservita agli stranieri. Proprio per questo gli Usa finanziarono Saddam Hussein nella guerra contro l’Iran (1980-1988). Certamente l’islam è il valore dominante della repubblica iraniana, ma si tratta di un islam moderno, progressista, aperto alle forme parlamentari, antimperialista e filo-palestinese. Uno dei nemici dell’Iran è l’Afghanistan dei Talebani islamici wahabiti e ferocemente anti-sciiti. In Afghanistan sono stati massacrati circa quindici diplomatici iraniani sciiti dai Talebani wahabiti a Mazar-i-Sharif, nel nord del Paese. Il professor Richard spiega che il vero radicalismo islamico non è quello sannita dell’Iraq di Saddam, né quello sciita dell’Iran di Ahamdihejead, ma quello wahabita afgano. L’Iran si è schierato per primo tra i Paesi musulmani con il Presidente anti-talebano Hamid Karzai in Afghanistan. Ha lottato contro Saddam anche nel 2003, mentre ha sostenuto gli sciiti libanesi di Hezbollah e i Palestinesi di Hamas. Addirittura l’antigiudaismo non ha nessun peso in Iran dove gli ebrei continuano a vivere con diritto di cittadinanza. I discorsi contro lo Stato d’Israele di Ahmadinejead sono antisionisti e non antisemiti o antiebraici. Essi sono amplificati dai media occidentali mentre l’Iran non ha la forza bellica sufficiente a distruggere Israele. La minaccia nucleare iraniana è più un deterrente che il Paese potrebbe sviluppare in caso di un nuovo conflitto, stile quello del 1980-1988 e non un’arma offensiva pronta ad essere utilizzata eventualmente contro Israele. Certamente sin dall’inizio della rivoluzione khomeinista il potere in Iran è oscillato tra “democrazia” (rispetto alla vecchia monarchia dello Scià) e legge islamica, il problema è stato risolto con una specie di compromesso tra “Repubblica” e “islamica”, che è l’attuale denominazione dell’Iran. I religiosi hanno la guida del Paese, ma hanno accettato le regole parlamentari. Essi si fanno paladini della lotta contro il comunismo, l’imperialismo supercapitalista occidentale (anglo-americano) e dell’appoggio al nazionalismo arabo. Contro Ahmadinejad è in atto una specie di “rivoluzione vellutata” condotta da Moussavi, Karroubi e Khatami come quelle suscitate dagli Usa in Georgia e Ucraina contro Putin.
«Anche alcuni intellettuali laici si chiedono se lo Stato d’Israele non stia andando diritto verso il suicidio collettivo» come successe a Masada il 15 aprile del 73 (RABIKIN, cit., p. 228). «Il tema del pericolo apocalittico che lo Stato d’Israele rappresenta per il mondo intero torna regolarmente nei discorsi antisionisti: la diffusione del terrorismo suicida del Medio Oriente ai quattro angoli della Terra […]. Alcuni rabbini haredim si sono preoccupati per il pericolo universale costituito dallo Stato d’Israele per l’intera umanità […], […] la creazione di Israele porterebbe a una ‘catastrofe’ [in ebraico “shoah”] di proporzioni mondiali» (p. 229).
Ricordiamo Mario Palmaro, nel decennale della morte a causa di un male incurabile.
RispondiEliminaMolti suoi scritti sono su questo blog.
Viene da pensare che dal Cielo le idee di una persona possano diventare in seguito più incisive. Non a caso i credenti definiscono il giorno del trapasso come Dies Natalis.
Il Corpo Mistico di Cristo e la Chiesa Cattolica Romana sono la stessa identica cosa, come affermato da Pio XII (Enc. Mystici Corporis). Fanno parte della Chiesa i membri battezzati e che professano la vera fede cattolica, esclusi pertanto coloro che se ne sono staccati per loro iniziativa o sono stati scomunicati.
RispondiEliminaLe "litanie" conciliari e postconciliari sui fratelli maggiori e sulle diverse membra separate dell'unica Chiesa lasciamole ai modernisti.
Leggo da don Curzio Nitoglia: "L'antigiudaismo è la reazione teologica della Chiesa all'aggressione del talmudismo ebraico che cerca di distruggerla, sin a partire dai primi tre secoli dopo Cristo......".
RispondiEliminaLa Chiesa condanna l'antisemitismo.
La Chiesa non condanna tuttavia l'antigiudaismo. Vada a suonare il disco dell'antisemitismo altrove! Grazie. Prego.
EliminaSi tratta di un pregevole articolo, molto bene informato per via delle fonti alle quali attinge. Che lo Spirito Santo illumini le nostre menti ottenebrate dai brutti pensieri e ci conceda pace e bene! Che Maria, Madre Addolorata e Desolata, interceda e preghi per noi!
RispondiEliminaVení, Sancte Spiritus, reple tuorum corda fidelium et tui amoris in eis ignem accende.
Emitte Spiritum tuum et creabuntur.
Et renovabis faciem terrae.
Oremus.
Deus, qui corda fidelium Sancti Spiritus illustratione docuisti, da nobis in eodem Spiritu recta sapere et de eius semper consolatione gaudere. Per Christum Dominum nostrum.
Amen.
L'esodo forzato delle comunità cristiane dal Medio Oriente negli ultimi decenni è qualcosa di indicibile. I cristiani in Terra Santa sono doppiamente discriminati come palestinesi e come cristiani, spesso oggetto di ingiurie e sputi proprio da quegli ebrei che nutrono un odio viscerale per Gesù Cristo.
RispondiEliminaCosa facciamo noi per questi poveri cristiani?
RispondiEliminaIsraele rappresenta un pericolo per l'intera umanità?
Tesi demenziale.
E cosa si dovrebbe fare per eliminare questo pericolo, distruggere Israele, lasciando campo libero alle milizie terroristiche arabe, dopo di che potremmo vivere tutti felici e contenti?
Il pericolo per l'umanità lo rappresenta molto di più, soprattutto per noi europei, l'invasione mussulmana dell'Europa, grazie alla complicità delle nostre inqualificabili classi dirigenti.
L'offensiva maomettana si basa sui petrodollari e sul numero. Sul numero hanno sempre giocato. L'articolo, fra altre cose, non considera un aspetto essenziale: i paesi islamici non vogliono uno Stato non mussulmano (cristiano o ebraico) in Medio Oriente e Nord Africa. Se c'è deve essere eliminato, anche con la forza. Anzi, soprattutto con la forza.
Hamas vorrebbe la capitale dello Stato palestinese a Gerusalemme Est.
Nientedimeno.
I palestinesi sono una professione.
Dare poi la colpa, come fa l'articolo, ai sionisti del tempo per la persecuzione hitleriana, quasi essa fosse stata la risposta alla loro "dichiarazione di guerra" economica a Hitler, fa semplicemente ridere. Nessuno storico serio accetterebbe una tesi simile. Nel 'Mein Kampf' Hitler si era già dichiarato aperto nemico del giudaismo in quanto tale. Il programma esposto nel Mein Kampf Hitler l'ha realizzato alla lettera, anche se nei primi anni di governo ha assunto toni più moderati.
Se si vuol dare un'interpretazione "teologica" dello sterminio hitleriano, che non riguardava solamente gli ebrei, vedendolo come punizione divina per l'infedeltà religiosa degli ebrei, bisogna allora guardare all'ateismo ed indifferentismo professati dalle élites ebraiche integrate nella cultura occidentale, prevalentemente di sinistra. Praticamente tutti atei, discepoli di Spinoza (c'è una celebre dichiarazione di Einstein in questo senso). L'avversione per la religione divenne odio e persecuzione aperta con il bolscevismo, dove la componente ebraica era forte, il quale, oltre al cristianesimo, perseguitò anche l'ebraismo in Russia.
Nella presente crisi di Gaza, ovvio che numerosi civili devono esser stati uccisi, anche se le cifre andrebbero verificate. Ma la colpa di chi è, se non di Hamas, del modo cinico nel quale si serve della popolazione per colpire a tradimento Israele?
La cacciata (ingiusta) degli ebrei dalla Spagna nel 1492 cosa c'entra con la "catastrofe" voluta da Hitler? Collegamenti fatti da rabbini cabalisti che credono nella reincarnazione? Ma per favore...
ar
RispondiEliminaSì, ricodiamo Mario Palmaro.
Ricordiamo che, poco prima di morire, di fronte alla spaventosa decadenza morale della società e soprattutto della Chiesa cattolica, aveva detto: "se non è questo il tempo di gridare la verità dai tetti, allora quando?".
E cosa si dovrebbe fare per eliminare questo pericolo, distruggere Israele, lasciando campo libero alle milizie terroristiche arabe, dopo di che potremmo vivere tutti felici e contenti?
RispondiEliminaNon si dovrebbe distruggere Israele. Il pericolo è il sionismo.
In ogni caso in quel contesto sarebbe già efficace riconoscere lo Stato di Palestina. Ridurrebbe il rosicchiamento inesorabile delle terre da parte di Israele e renderebbe più efficaci azioni di diritto internazionale piuttosto che terroristiche da parte della Palestina.
RispondiEliminaRiconoscere lo Stato palestinese che a sua volta non vuole riconoscere lo Stato di Israele? E vuole esser riconosciuto lo Stato palestinese con capitale a Gerusalemme Est?
Su queste basi nessun riconoscimento è possibile.
Il conflitto tra ebrei e arabi in Palestina non si regola con le categorie del diritto internazionale riconosciute. Queste sono solo palliativi. È un conflitto di razza e religioso, "teologico" addirittura. Quante volte i leaders musulmani hanno detto in passato che la "entità sionista" che è Israele non deve esistere, da Gheddafi, a Saddam Hussein, a Komeini? Lo Stato ebraico deve esser distrutto, gli ebrei (sopravvisuti) devono acconciarsi a vivere sotto i musulmani come dhimmi, protetti e sottoposti a restrizioni, che pagano una tassa, come nei secoli passati, al tempo dei califfi e dell'impero ottomano.
Questa e solo questa è la strategia dei musulmani verso gli ebrei.
Tutto il resto sono chiacchere.
Nella strategia musulmana si inseriscono anche le grandi potenze, con i loro giochi.
ar
Il mondo non può che essere guerra: solo lì dove ogni dualità è trascesa si arriva alla Pace. La Pace è l'Uno, la guerra è il divenire. Non esisterà mai "Pace in terra" se non nei cuori di chi si è riunito a Dio.
RispondiElimina
RispondiEliminaFT ma importante: clamoroso fallimento del referendum per modificare la costituzione irlandese in senso ancor più woke.
Ogni tanto una buona notizia. Il referendum, fortemente voluto dal primo ministro attuale gay e da tutto lo schieramento femminista, abortista etc, ha registrato una pesante e secca sconfitta.
Le modifiche da apportare alla Costituzione (emanata nel 1937) erano due.
1. Family referendum. Riguardava due articoli. Art. 41.1.1 : "Lo Stato riconosce la famiglia come il gruppo sociale naturale, primario e fondamentale della Società e come un'istituzione morale che possiede diritti inalienabili e imprescrittibili, anteriori e superiori ad ogni legge positiva". La modifica proposta voleva inserire il passo tra virgolette, qui di seguito: "Lo Stato riconosce la famiglia "sia fondata sul matrimonio che su altre durevoli relazioni", come il gruppo sociale etc." La modifica non è passata.
Art. 41.3.1, testo vigente: "Lo Stato si impegna a tutelare in modo speciale l'istituto del matrimonio, sul quale la Famiglia è fondata, e a proteggerlo contro ogni attacco". Si voleva cancellare l'inciso "sul quale la Famiglia è fondata", che invece rimane.
2. Care referendum. Si volevano cancellare due articoli, il 41.2.1 e il 41.2.2. Il primo: "In particolare lo Stato riconosce che con la sua vita dedicata alla casa la donna dà allo Stato un sostegno senza il quale il bene comune non si può conseguire". Il secondo: "Pertanto lo Stato farà in modo che le madri non siano obbligate dalla situazione economica a lavorare trascurando i loro doveri domestici".
A questi due articoli si voleva sostituire il seguente, che molti hanno trovato confuso : "Lo Stato riconosce che l'assistenza [care] che i membri di una famiglia si prestano vicendevolmente, a causa dei loro reciproci legami, conferisce alla Società un sostegno senza il quale il bene comune non può realizzarsi, pertanto farà in modo di sostenere quest'assistenza".
L'affluenza media è stata bassa, a occhio del 45% circa. Le cifre:
Family referendum : 67% NO alla modifica, 32,3% a favore.
Care referendum : 73,9% NO alla modifica, 26,1% a favore.
Restano pertanto gli articoli della Costituzione che mantengono la concezione tradizionale della donna pilastro della famiglia (regolare) e in conseguenza fondamento del bene comune.
Per i "progressisti" in Irlanda questa è la prima sconfitta politica.
Il NO alle modifiche costituzionali è stato organizzato soprattutto da alcuni parlamentari indipendenti, che si sono coalizzati, pur non costituendo essi un partito. Un partito di opposizione, sul tipo di un Centro Destra, stenta a prender forma nel Paese. Comunque nell'occasione il popolo ha dimostrato un istintivo buon senso. Gli attivisti, in prevalenza donne, che andavano a far propaganda per il SI' di porta in porta (tradizionale "canvassing") si sono lamentati di aver trovato spesso un'accoglienza non favorevole. C'è un senso diffuso di ostilità al governo attuale, per diversi e importanti motivi. In termini di voti, il dissenso ha premiato finora il Sinn Féin, nazionalisti legati in passato al terrorismo ma di estrema sinistra come ideologia e finora allineati sulle stralunate riforme woke.
Non bisogna esaltarsi più di tanto, ma è lecito trarre alimento da questi risultati per continuare la battaglia in difesa della religione e della civiltà cristiana.
Scotus
RispondiEliminaNostro Signore ha detto che "il mondo è il regno del principe di questo mondo", il quale, ha precisato, è "omicida sin dall'inizio e padre della menzogna".
Quindi: come fa ad esserci la pace nel mondo? Ci sarà quasi sempre la guerra. Dio ha concesso e concede anche periodi di pace.
Sì, la pace è L'Uno; meglio: l'Uno e Trino e non è di questo mondo.
Nemmeno la coscienza del credente è in pace.
Anch'essa è sottoposta all'assalto di Satana.
Deve lottare ogni giorno contro se stessa.
Entzweiung: scissione, modo di essere del soggetto cosciente di sè, che continuamente si ricompone nel superamento della tentazione grazie agli strumenti soprannaturali concessi dalla Grazia e ai buoni ragionamenti - e continuamente si scinde tra la volontà che vuole fare il bene e l'istinto malvagio che lo spinge al male, in tanti modi.
Sino alla fine, questa lotta.
"Or, se io fo quel che non voglio non sono io che lo faccio ma il peccato che abita in me" (Rm 7, 20).
OT
RispondiEliminaNon so se sia stato già ricordato, ma esattamente 10 anni fa, il 9 marzo 2014, tornava alla Casa del Padre a soli 46 anni Mario Palmaro, docente universitario, giurista, straordinario saggista. Apologeta cattolico mirabile. Lasciava moglie e 4 figli ancora piccoli. Una preghiera e un ricordo commosso e grato.
Mario prega per noi, prega per tutta la Chiesa..
RispondiElimina# "La Chiesa non condanna l'antigiudaismo etc"
L'antigiudaismo è una cosa, l'antisemitismo un'altra. IL primo respinge la religione ebraica come praticata dai rabbini dopo Cristo e quindi nemica di Cristo e dei cristiani, avendo rifiutato Cristo come l'atteso Messia per tutta l'umanità; religione ben attenta ai valori del mondo e sempre in attesa del Messia in senso temporale, anche se la sua dottrina sul Messia non appare chiara, venendo esso ora identificato in sostanza con lo stesso popolo ebraico. L'antigiudaismo è una confutazione del giudaismo (postcristiano) che non esce dal campo religioso.
L'antisemitismo è invece l'avversione per l'ebreo in quanto tale, su base spesso razziale, adducendo a motivo il suo appartenere a una religione nemica ma soprattutto argomenti di tipo economico-sociale, quali il mantenersi gli ebrei come un corpo separato, il loro potere economico-finanziario, la pratica in passato dell'usura (come se non l'avessero praticata anche i cristiani), la loro partecipazione alla massoneria, il fantasticato loro progetto di dominio mondiale...
L'antisemita doc è quello che crede alle bubbole dei c.d. "Protocolli dei Savi di Sion", un falso elaborato dalla polizia zarista.
Dal punto di vista degli ebrei non c'è differenza tra antigiudaismo e antisemitismo. Ma questa loro identificazione è erronea.
COMBATTA L'ABORTO" (Padre Pio) .
RispondiEliminaPADRE Pio Ha ottenuto da Gesù una promessa:"Quando avverrà che per un solo giorno, non ci saranno aborti volontari al mondo, a partire da quel giorno cesseranno PER SEMPRE tutte le guerre"
Nel ventesimo secolo non vi è stato solo un olocausto degli ebrei, vi è stato una trentina di anni prima anche un genocidio degli armeni ad opera dei maomettani turchi, i quali non lo riconoscono ancora oggi a riprova del fatto che la Turchia persiste nella sua politica menzognera, violenta e vile.
RispondiEliminaLa stessa comunità armena che soffre oggi una nuova forma di violenza, esproprio della sua terra ad opera del satrapo confinante (parlo dell'Azerbaigian, le cui ricchezze in materia di gas fanno passare vergognosamente sotto silenzio le sue atrocità).
L'Armenia è cristiana, forse per questo fa poco notizia il fatto che subisca un vero e proprio martirio il suo popolo, da sempre e per primo cristiano.
Cristiani che sono ovunque, anche in Europa, ostaggio sia della selvaggia immigrazione musulmana fomentata da organismi sovranazionali col benestare interessato di organismi "cattolici", sia di poteri più o meno occulti che la governano "laicamente e democraticamente".
M.
LA PROFEZIA DI LILIN.
RispondiEliminaNicolai Lilin lo aveva detto molti mesi fa a Seregno durante un incontro pubblico: nel momento in cui dovessero inviare truppe europee in Ucraina chi può fugga. Perché prima manderanno i fanatici nazistoidi fuori di testa, poi i polacchi, poi noi europei.
Bè pare che quel momento sia arrivato con Macron che ritiene necessario inviare truppe europee. Il fatto stesso che Bergoglio il quale è innanzitutto un politico e confidente al corrente delle segrete cose diplomatiche inviti Kiev alla resa significa che la situazione sta precipitando. Siamo in pericolo soprattutto noi italiani con questo esecutivo bellicista e una premier che da sempre (e qui sconfiniamo nel fanatismo) invita Zelendkj ad "avere fede" nella vittoria, zerbinata agli USA e infine sostenitrice della Ursula cioè la versione europea di Killary Clinton.
Qui manca solo la "pistola fumante" ossia un casus belli che funga da pretesto per inviare truppe. E che nonostante tutto l'unico a mettersi contro il mainstream guerrafondaio sia proprio lui, Bergoglio, per me indica solo una cosa: questo sale in zucca glielo ha messo Dio.
... questo sale in zucca glielo ha messo Dio.
EliminaConcordo pienamente con lei.
Al delegato israeliano Papa Pio X disse "Voi non avete riconosciuto Gesù Cristo quindi nemmeno noi vi riconosciamo come stato!"
RispondiEliminaJulio Meivielle: L'ebreo nel mistero della storia, Edizioni Effedieffe, pagg. 160, Euro 16
RispondiEliminaPadre Julio Meinvielle, autore di ottime opere, era Dottore in Filosofia e Teologia.
Macron si prepara a difendere Kiev e l'Ucraina con il sangue dei francesi.
RispondiEliminaSembra una barzelletta, ma non lo è purtroppo.
#anonimo 18:03
RispondiEliminaE' una notizia vecchiotta di una settimana.
Macron ha gettato il sasso nello stagno per vedere la reazione.
L'Ucraina sarà smembrata, come è ovvio che sia (si poteva già fare due anni fa), tra la parte russofona e quella occidentale.
Macron e chi lo comanda se ne facciano una ragione.
A meno che voglia accelerare il programma di abbattimento della popolazione mondiale, a cui sta già dando peraltro un fattivo contributo, come dimostrano gli ultimi aberranti suoi atti pro-aborto.
M.
Superato di gran lunga l'orrore dell'atroce attentato subìto.
RispondiEliminaÈ diventato pretesto per attuare una piccola "soluzione finale": eliminare fisicamente la maggior parte dei palestinesi a Gaza, circa 30mila (ma non sarebbe genocidio), far morire o lasciare nella fame e sete i sopravvissuti, far entrare i coloni come in Cisgiordania e prendersi, di fatto, anche la striscia di Gaza.
Tanto sanno che loro possono fare tutto quello che vogliono.
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RispondiEliminaMa i trentamila supposti morti palestinesi a Gaza, li ha verificati una fonte indipendente?
La fonte è sempre Hamas, certo non il massimo dell'imparzialità,
per così dire.
Mi ricordo che diversi anni fa quando ci furono i combattimenti tra serbi e musulmani nel Kossovo la stampa occidentale sparò subito la cifra di centomila morti albanesi, un genocidio mostruoso.
Finita la guerra con la cacciata dei serbi, una commissione indipendente di patologi internazionali di chiara fama fece accurati sopraluoghi ed esami di cadaveri, fosse comuni: trovò in totale circa 500 morti, alcuni dei quali di malattia. Classica notizia da trafiletto in qualche pagina interna (nella fattispecie era sul Times di Londra).
Non ci vorrebbe maggior cautela, prima di fidarsi di certe fonti?
L'antisemitismo acceca, questo è il fatto.
anonimo 20,08 le fonti sono plurime e varie
RispondiEliminahttps://www.totalitarismo.blog/rabbino-americano-e-meglio-per-gli-ebrei-essere-temuti-che-amati/
RispondiEliminaLa situazione in Terra Santa è sempre più drammatica (i media non aiutano a comprenderlo) e il futuro delle poche migliaia di cristiani rimasti dopo gli sconvolgimenti degli anni '40 e '60 del secolo scorso è sconfornante.
RispondiEliminaIn questa seconda parte della Quaresima invitiamo a incrementare l'offerta delle preghiere e delle penitenze per la salvaguardia dei Luoghi Santi che la liturgia ci fa meditare, del Cattolicesimo palestinese e di tutta la popolazione civile.
https://ilmaccabeo.wordpress.com/.../intervista-a-don.../